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Mariadonata Bellentani<br />

Dirigente Sezione OSS<br />

Agenzia Nazionale per i Servizi<br />

Sanitari Regionali<br />

I nodi da<br />

sciogliere per<br />

l’Assistenza<br />

domiciliare


Nodi da sciogliere<br />

1. L’assistenza domiciliare è veramente una priorità<br />

– I dati nazionali (modello FSL 21, quadro H) indicano un’assistenza ancora marginale,<br />

seppure in crescita negli anni (597.151 persone trattate in ADI, di cui 502.475 >65, con 22<br />

ore di assistenza, nel 2010); circa 1% del FSN<br />

– I parametri di riferimento ADI sono ancora limitati – I questionari LEA 2011 e 2012<br />

prevedono 4 % persone anziane trattate in ADI<br />

– Quale livello di intensità Quale complessità di assistenza Quali caratteristiche del bisogno<br />

della persona... – Flusso SIAD e indicatori<br />

2. Equilibrio tra LEA sia nel raccordo tra ospedale e territorio, sia all’interno del<br />

territorio – tra residenzialità e domiciliarità<br />

– Quali elementi per definire il fabbisogno<br />

– Gli standard previsti dalla legge n. 135 del 2012 richiedono una nuova<br />

riorganizzazione di sistema, che non può limitarsi ad un trasferimento dei posti letto<br />

da ospedalieri a territoriali (cure intermedie, cure residenziali e semiresidenziali)


Nodi da sciogliere – Gestione della complessità<br />

Al Distretto spetta la governance del processo assistenziale – quali strumenti per<br />

rafforzarne il ruolo<br />

Alcune indicazioni dalla normativa regionale<br />

– accreditamento del percorso ADI, a garanzia di appropriatezza, e continuità<br />

assistenziale – con verifiche di qualità delle attività e dei risultati<br />

– semplificazione delle procedure di accesso ai servizi, anche con modalità di<br />

erogazione diretta di presidi e ausili, farmaci;<br />

– coordinamento e facilitazione dell’integrazione tra le figure professionali<br />

dell’equipe multidisciplinare, a partire dai MMG e PLS (con gestione integrata<br />

degli interventi, individuazione del case manager, assistenza fino ad h. 24, raccordo<br />

con il sistema ospedaliero…)<br />

– utilizzo di modalità innovative, es. telemedicina e teleassistenza; modalità per un<br />

maggiore coinvolgimento della comunità locale;<br />

– sviluppo di PDTA per patologie croniche, con individuazione di competenze e<br />

responsabilità dei professionisti e servizi coinvolti tenendo conto dei modelli di<br />

riferimento (Chronic care model)<br />

– Individuazione di percorsi specifici, quali le dimissioni protette, le cure palliative


Nodi da sciogliere<br />

Il Mattone 13 del SSN «Assistenza primaria e domiciliare» rilevava:<br />

• Diversità nella regolamentazione tra Regioni, ASL, Centri distrettuali su:<br />

– disciplina su tipologie, modalità di accesso e percorso dell’assistenza domiciliare<br />

– definizione del modello organizzativo per l’erogazione delle prestazioni<br />

– strumenti di valutazione per la presa in carico del paziente<br />

• Disomogeneità territoriali sia in termini di qualità che di quantità delle<br />

prestazioni rese<br />

• Rischio di inappropriatezza nell’erogazione delle cure, privilegiando<br />

prestazioni occasionali o cicliche programmate rispetto all’ADI con presa in<br />

carico della persona


Nodi da sciogliere<br />

Riqualificare il percorso assistenziale, con definizione dei criteri essenziali<br />

(target pazienti per l’accesso ai diversi livelli ADI; prestazioni erogabili e modalità; strumento di<br />

VMD a livello regionale; piano assistenziale individuale con paziente e famiglia; sistemi di rivalutazione<br />

e monitoraggio periodico sia del processo sia dei risultati di salute)<br />

Identificazione dei principali meccanismi gestionali e professionali<br />

(disponibilità delle diverse figure professionali e adeguata formazione ; coinvolgimento attivo del<br />

MMG/PLS; collegamento con la rete dei servizi sociosanitari; definizione di procedure specifiche ,<br />

anche per dimissione protetta; sistema informativo)


Quadro di riferimento sull’ASSISTENZA DOMICILIARE<br />

‣ DPCM 29.11.2001 di definizione dei LEA (allegato 1.C assistenza<br />

sociosanitaria)<br />

‣ Documento Commissione LEA del 18 ottobre 2006 “Nuova<br />

caratterizzazione dell’assistenza territoriale domiciliare e degli<br />

interventi ospedalieri a domicilio”<br />

‣ DM 17.12.2008 “Istituzione del sistema informativo per il<br />

monitoraggio dell’assistenza domiciliare”, modificato con DM<br />

06.08.2012, e specifiche tecniche adottate dal Ministero della Salute<br />

‣ Legge 15.3.2010, n. 38 sulle cure palliative e terapie del dolore, e<br />

provvedimenti successivi


Quadro di riferimento sull’ASSISTENZA DOMICILIARE<br />

‣ DPCM 29.11.2001 di definizione dei LEA (allegato 1.C assistenza<br />

sociosanitaria)<br />

‣ Documento Commissione LEA del 18 ottobre 2006 “Nuova<br />

caratterizzazione dell’assistenza territoriale domiciliare e degli<br />

interventi ospedalieri a domicilio”<br />

‣ DM 17.12.2008 “Istituzione del sistema informativo per il<br />

monitoraggio dell’assistenza domiciliare”, modificato con DM<br />

06.08.2012, e specifiche tecniche adottate dal Ministero della Salute<br />

‣ Legge 15.3.2010, n. 38 sulle cure palliative e terapie del dolore, e<br />

provvedimenti successivi


Indicatori SIAD (documento giugno 2012)<br />

B1<br />

B2<br />

Distribuzione per patologia prevalente (ICD9CM prime<br />

3 cifre) degli utenti presi in carico<br />

Distribuzione per patologia concomitante degli utenti<br />

presi in carico<br />

Somma prese in carico divise per patologia<br />

prevalente / totale prese in carico<br />

Numero di prese in carico, differenziati per<br />

patologia concomitante.<br />

B3<br />

Durata media del periodo che intercorre tra la data di<br />

presa in carico e la data di primo accesso<br />

Numero totale di giorni (data accesso –<br />

data presa in carico) / Numero di prese in<br />

carico.<br />

B4 Durata media dell’effettiva assistenza domiciliare Numero totale di giorni delle prese in<br />

carico/ Numero di prese in carico<br />

B5<br />

P 1<br />

Tassi standardizzati per età (1000 abitanti)<br />

Numero di prese in carico per Coefficiente d’Intensità<br />

Assistenziale (CIA), dato il numero dei Giorni di Cura<br />

(GdC).<br />

Somma dei pazienti presi in carico per anno<br />

per età / popolazione pesata per età * 1000<br />

ab.<br />

Numero di soggetti presi in carico, in un<br />

periodo di riferimento, con un numero X di<br />

giorni di cura effettuati.


Indicatori SIAD (documento giugno 2012)<br />

P 2<br />

P 3<br />

A 1<br />

A 2<br />

A 3<br />

A 4<br />

Numero di prese in carico per Coefficiente di Intensità<br />

Assistenziale (CIA), dato il numero dei Giorni di<br />

Effettiva Assistenza (GEA).<br />

Numero di accessi divisi per CIA per tipologia di<br />

operatore che ha effettuato l’accesso.<br />

Numero di giornate di sospensione per ricovero<br />

intercorsi nell’ultimo mese di vita del paziente terminale<br />

Numero di assistiti terminali oncologici deceduti, sul<br />

numero di deceduti per malattia oncologica<br />

Numero di assistiti terminali non oncologici sul numero<br />

di assistiti terminali<br />

Percentuale di piani chiusi per cessazione delle necessità<br />

cliniche assistenziali.<br />

Numero di soggetti presi in carico, in un<br />

periodo di riferimento, con un numero X di<br />

giorni di effettiva assistenza.<br />

Numero di accessi effettuati da un tipo di<br />

operatore/prese in carico in un periodo di<br />

riferimento per livello CIA.<br />

(Numero di giornate di sospensione per<br />

motivo ricovero nell’ultimo mese di vita *<br />

numero pazienti terminali deceduti) / (30<br />

giorni * numero pazienti terminali<br />

deceduti)<br />

Numero di assistiti terminali oncologici<br />

deceduti / numero di deceduti per malattia<br />

oncologica.<br />

Numero di assistiti terminali non<br />

oncologici / numero di assistiti terminali.<br />

Totale piani assistenziali chiusi per<br />

cessazione necessità / totale piani chiusi.


L’assistenza domiciliare nella recente programmazione<br />

nazionale<br />

‣ Obiettivi prioritari di PSN anni 2009 e 2010 – Riordino delle<br />

Cure primarie; Non autosufficienza con priorità ADI<br />

‣ Patto della Salute 2010-2012 - art. 9 Parametri dell’assistenza<br />

territoriale<br />

‣ Schema di Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 – Obiettivi<br />

prioritaria: riordino delle cure primarie e cure domiciliari


Caratterizzazione del LEA «Cure domiciliari»<br />

Documento Commissione LEA 18.10.2006: “Nuova caratterizzazione dell’assistenza territoriale<br />

domiciliare e degli interventi ospedalieri a domicilio”<br />

La caratterizzazione si basa su alcuni profili:<br />

CURE DOMICILIARI PRESTAZIONALI consistenti in prestazioni sanitarie occasionali o a ciclo<br />

programmato, effettuate sotto la guida del MMG<br />

CURE DOMICILIARI INTEGRATE (ADI di I, II, III livello) con più livelli di complessità in<br />

funzione alle differenti condizioni patologiche a cui debbono rispondere (presa in carico da una equipe<br />

multiprofessionale; formulazione del PAI, verifica)<br />

CURE DOMICILIARI PALLIATIVE per malati terminali oncologici e non oncologici con bisogni di<br />

elevata complessità (presa in carico multiprofessionale, 24 h. die, 7 giorni su 7, formulazione del PAI)<br />

Il questionario LEA 2012 per la verifica degli adempimenti<br />

ritiene che le Regioni debbano garantire assistenza in ADI ad almeno<br />

il 4% degli anziani ultrasessantacinquenni


CIA = Coefficiente Intensità Assistenziale.<br />

GDC = Giornate Di Cura (durata PAI).<br />

GEA = Giornata Effettiva Assistenza.<br />

PAI = Programma Assistenziale Individuale.<br />

STANDARD QUALIFICANTI I LEA CURE DOMICILIARI<br />

Complessità<br />

Profilo di cura<br />

CD Prestazionali<br />

(Occasionali o cicliche<br />

programmate)<br />

CD Integrate di Primo<br />

Livello<br />

(già ADI)<br />

CD Integrate di<br />

Secondo Livello<br />

(già ADI)<br />

CD Integrate di Terzo<br />

Livello<br />

(già OD)<br />

Cure Palliative malati<br />

terminali<br />

(già OD CP)<br />

Natura del<br />

bisogno<br />

Clinico<br />

Funzionale<br />

Clinico<br />

Funzionale<br />

Sociale<br />

Clinico<br />

Funzionale<br />

Sociale<br />

Clinico<br />

Funzionale<br />

Sociale<br />

Clinico<br />

Funzionale<br />

Sociale<br />

Intensità<br />

(CIA =<br />

GEA/GDC)<br />

Fino a 0,30<br />

Fino a 0,50<br />

Superiore a<br />

0,50<br />

Superiore a<br />

0,60<br />

Durata<br />

Media<br />

180 giorni<br />

180 giorni<br />

90 giorni<br />

60 giorni<br />

Mix delle figure professionali /<br />

impegno assistenziale<br />

Figure professionali previste in funzione<br />

del PAI e tempo medio in minuti per<br />

accesso domiciliare<br />

Infermiere ( 15-30’)<br />

Professionisti della Riabilitazione(30’)<br />

Medico (30’)<br />

Infermiere (30’)<br />

Pofessionisti della Riabilitazione (45’)<br />

Medico (30’)<br />

Operatore sociosanitario (60’)<br />

Infermiere (30-45’)<br />

Professionisti della Riabilitazione(45’)<br />

Dietista (30’)<br />

Medico (45’)<br />

Operatore sociosanitario (60-90’)<br />

Infermiere (60’)<br />

Professionisti della Riabilitazione(60’)<br />

Dietista (60’)<br />

Psicologo (60’)<br />

Medico e/o Medico Specialista (60’)<br />

Operatore sociosanitario (60-’90)<br />

Infermiere (60’)<br />

Professionisti della Riabilitazione(60’)<br />

Dietista (60’)<br />

Psicologo (60’)<br />

Medico e/o Medico Specialista (60’)<br />

Operatore sociosanitario (60 - 90’)<br />

Operatività del servizio<br />

(fascia oraria 8-20)<br />

5 giorni su 7<br />

8 ore die<br />

5 giorni su 7<br />

8 ore die<br />

6 giorni su 7<br />

10 ore die da lunedì a venerdì<br />

6 ore il sabato<br />

7 giorni su 7<br />

10 ore die da lunedì a venerdì<br />

6 ore die sabato e festivi<br />

Pronta disponibilità medica<br />

ore 8/20<br />

7 giorni su 7<br />

10 ore die da lunedì a venerdì<br />

6 ore die sabato e festivi<br />

Pronta disponibilità medica<br />

24ore


Cure domiciliari integrate di terzo livello<br />

e cure domiciliari palliative a malati terminali<br />

Dette cure consistono in interventi professionali rivolti a malati che presentano dei bisogni con un elevato<br />

livello di complessità in presenza di criticità specifiche.<br />

Richiedono l’intervento di una équipe dedicata di cui fa parte il medico di medicina generale.<br />

• malati terminali (oncologici e non);<br />

• malati portatori di malattie neurologiche degenerative progressive in fase avanzata (SLA,<br />

distrofia muscolare);<br />

• fasi avanzate e complicate di malattie croniche;<br />

• pazienti con necessità di nutrizione artificiale parenterale;<br />

• pazienti con necessità di supporto ventilatorio invasivo;<br />

• pazienti in stato vegetativo e stato di minima coscienza<br />

A determinare la criticità e l’elevata intensità assistenziale concorrono l’ instabilità clinica, la presenza di<br />

sintomi di difficile controllo, la necessità di un particolare supporto alla famiglia e/o al care-giver<br />

Documento: “Nuova caratterizzazione dell’assistenza territoriale domiciliare e degli interventi ospedalieri a<br />

domicilio”, approvato dalla Commissione Nazionale per la definizione e l’aggiornamento dei LEA il 18 ottobre 2006


Gli obiettivi prioritari di PSN - anni 2009 -2012<br />

Cure primarie (25% delle risorse totali)<br />

1.1. Ass. h.24: riduzione accessi al PS e rete integrata;<br />

1.2 Comunicazione per pazienti con gravi patologie neuromotorie (10<br />

mil.)#<br />

Non autosufficienza - priorità ADI (nel 2010 con: 20 mil. per pz. con demenza e 20 mil per pz. con<br />

malattie neurologiche degenerative invalidanti)#<br />

Modelli organizzativi per persone in stato vegetativo o di minima coscienza<br />

Cure palliative e terapia del dolore (100 mil.)#<br />

Interventi per le biobanche di materiale umano (15 mil.)#<br />

Sanità penitenziaria<br />

Attività fisica per pazienti cronici e persone anziane<br />

Piano nazionale della prevenzione (240 mil.)#<br />

Tutela maternità e appropriatezza percorso nascita<br />

Case della salute, malattie rare (20 mil – 2010), salute mentale (coord. DSM e OPG), guadagnare<br />

salute; pazienti cerebrolesi, sicurezza sul lavoro<br />

Accordi Stato-Regioni: 25 marzo 2009 (€ 1mld e 410mila); 8 luglio 2010 conferma le scelte per il 2010,<br />

…..


Patto per la Salute 2010-2012<br />

un nuovo e più ampio processo di deospedalizzazione<br />

una maggiore attenzione al sistema territoriale<br />

strumenti di VMD condivisi per l’accesso alle varie forme di assistenza<br />

domiciliare e residenziale<br />

messa a regime dei flussi informativi<br />

organizzazione dell’assistenza domiciliare<br />

sviluppo delle attività dei Piani di rientro: pareggio di bilancio e garanzia<br />

dei Lea<br />

Intesa Stato-Regioni 3 dicembre 2009


Schema di Piano Sanitario Nazionale 2011-2013<br />

Continuità delle cure ed integrazione ospedale – territorio:<br />

- possibilità di una gestione della fase acuta a domicilio mediante ADI;<br />

- programmi di dimissione assistita o programmata dall’ospedale previa<br />

identificazione del percorso da seguire successivamente alla dimissione;<br />

- programmi di dimissione protetta del paziente fragile dall’ospedale con la<br />

identificazione della modalità di presa in carico;<br />

- programmi di ospedalizzazione domiciliare;<br />

- team infermieristici di comunità che si recano al domicilio dei pazienti,<br />

spesso cronici, terminali o con esigenze riabilitative offrendo servizi di<br />

diversa intensità assistenziale.<br />

Documento in fase di definizione (approvato dalla Conferenza Unificata il 22.09.2011 )


Legge 15 marzo 2010, n. 38<br />

“Disposizioni per garantire l’accesso alle Cure Palliative e alla terapia del dolore”<br />

Ha definito una rete di interventi destinati a pazienti in fase terminale e alle loro famiglie.<br />

• si caratterizza il LEA nell’ambito dei setting ambulatoriale, domiciliare, residenziale e<br />

semiresidenziale;<br />

• le strutture sanitarie che erogano le cure devono predisporre un programma di cura<br />

individuale per il malato e la sua famiglia;<br />

• la rilevazione del dolore deve essere riportata all’interno della cartella clinica, segnalando<br />

caratteristiche, evoluzione, terapie antalgiche con relativi dosaggi e risultati;<br />

• Si prevede l’attivazione e l’integrazione a livello nazionale di due reti distinte strutturate a<br />

livello locale, regionale e nazionale, al fine di garantire risposte uniformi sul territorio:<br />

– rete per la terapia del dolore<br />

– rete per le cure Palliative<br />

• si semplificano le procedure di accesso ai medicinali impiegati nella terapia del dolore;<br />

• formazione del personale medico e sanitario, attraverso percorsi specifici connessi a<br />

patologie oncologiche, croniche e degenerative.


Per dare operatività agli indirizzi della L.38/2010 si è poi proceduto a<br />

sviluppare i relativi decreti attuativi ….<br />

L. 38/2010 Stato di attuazione<br />

Art.3. Competenze del<br />

Ministero della salute e della<br />

Conferenza Stato-Regioni<br />

Accordo del 16 dicembre 2010 sulle linee guida per la promozione, lo sviluppo e il<br />

coordinamento degli interventi regionali nell'ambito della rete di Cure Palliative e della rete<br />

di terapia del dolore.<br />

Art.5. Reti nazionali per le<br />

CP e per la TD<br />

Art.6. Progetto «Ospedale-<br />

Territorio senza dolore»”<br />

Art.8. Formazione e<br />

aggiornamento del personale<br />

medico e sanitario su CP e<br />

TD<br />

Intesa del 25 luglio 2012 sulla definizione dei requisiti minimi e delle modalità<br />

organizzative necessari per l’accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase<br />

terminale e delle unità di Cure Palliative e della terapia del dolore.<br />

Accordo del 28 ottobre 2010 di ripartizione delle risorse alle Regioni per il finanziamento<br />

del progetto ridenominato "Ospedale-Territorio senza dolore"<br />

Decreto Ministeriale del 4 aprile 2012 che istituisce 5 percorsi formativi universitari:<br />

Master di II livello in "Terapia del dolore" per medici specialisti;<br />

Master di II livello in "Cure palliative" per medici specialisti;<br />

Master di II livello in "Terapia del dolore e Cure Palliative pediatriche" per medici pediatri;<br />

Master di I livello in "Cure Palliative e terapia del dolore" per professioni sanitarie;<br />

Master di II livello in "Cure Palliative e terapia del dolore" per psicologi.<br />

Accordo 7 febbraio 2013 di Individuazione della disciplina “Cure Palliative”<br />

Decreto 28 marzo 2013 “Modifica ed integrazione delle Tabelle A e B di cui al decreto 30<br />

gennaio 1998, relative ai servizi ed alle specializzazioni equipollenti.


Per dare operatività agli indirizzi della L.38/2010 si è poi proceduto a<br />

sviluppare i relativi decreti attuativi ….<br />

Articolo<br />

Art.9. Monitoraggio ministeriale<br />

Stato di attuazione<br />

Decreto Ministeriale del 13 maggio 2010 con il quale è stata costituita una<br />

Commissione nazionale per lo studio delle tematiche connesse all'attuazione dei principi<br />

contenuti nella Legge n. 38 del 15 marzo 2010<br />

Decreto Ministeriale del 23 settembre 2010 “Istituzione dell'Ufficio di livello<br />

Dirigenziale non generale nell'ambito della direzione generale della programmazione<br />

sanitaria, dei livelli essenziali di assistenza e dei principi etici di sistema di<br />

monitoraggio per le Cure Palliative per la terapia del dolore connesso alle malattie<br />

neoplastiche croniche e degenerative.”<br />

Decreto Ministeriale del 6 giugno 2012 “Istituzione del sistema informativo per il<br />

monitoraggio dell'assistenza erogata presso gli Hospice.”<br />

Decreto ministeriale del 6 agosto 2012 “Istituzione del sistema informativo per il<br />

monitoraggio dell’assistenza domiciliare”<br />

Decreto Ministeriale 15 marzo 2013 “Costituzione del tavolo misto stato-regioni per<br />

l'individuazione delle tariffe nell'ambito delle reti di cure palliative e di terapia del<br />

dolore rivolte al paziente adulto e pediatrico.<br />

Art.11. “Relazione annuale al<br />

Parlamento”<br />

Relazione sull’attuazione delle disposizioni per garantire l’accesso alle Cure Palliative e<br />

alla terapia del dolore (2010 e 2011)


UOCP<br />

Ospedale<br />

Ambulatorio<br />

Day-Hospital<br />

UOCP<br />

Hospice<br />

Malato<br />

Famiglia<br />

Cure Palliative<br />

domiciliari<br />

R.S.A.<br />

UOCP<br />

UOCP


Intesa Stato Regioni 25 luglio 2012<br />

Approva il “Documento sui requisiti minimi e le modalità<br />

organizzative necessari per l’accreditamento delle strutture di<br />

assistenza ai malati in fase terminale e delle Unità di Cure<br />

Palliative e della Terapia del Dolore”.<br />

Vengono individuati 14 criteri definiscono i requisiti<br />

essenziali della Rete Locale di Cure Palliative.<br />

Per Rete Locale di Cure Palliative si intende una<br />

aggregazione funzionale ed integrata delle attività di cure<br />

palliative erogate nei diversi setting assistenziali, in un<br />

ambito territoriale definito a livello regionale.


14 criteri fondamentali:<br />

Intesa Stato Regioni 25 luglio 2012<br />

1. Strutture organizzative di erogazione e coordinamento della Rete locale di Cure Palliative<br />

2. Cure Palliative per qualunque patologia ad andamento cronico ed evolutivo per la quale non esistono<br />

terapie o , se esse esistono, sono inadeguate o sono risultate inefficaci ai fini della stabilizzazione della<br />

malattia o di un prolungamento significativo della vita (L. 38/2010, art. 2, comma 1)<br />

3. Operatività di equipe multi professionali dedicate, ai sensi dell’Art. 5 Comma 2<br />

4. Unitarietà del percorso di cure domiciliari<br />

5. Continuità delle cure<br />

6. Formazione continua per gli operatori<br />

7. Programmi di supporto psicologico all’equipe<br />

8. Misurazione della Qualità di vita<br />

9. Cura attiva e globale e salvaguardia della dignità e autonomia del malato<br />

10.Supporto sociale e spirituale a malati e familiari<br />

11.Programmi di supporto al lutto<br />

12.Dilemmi etici<br />

13.Programmi di informazione alla popolazione sulle cure palliative<br />

14.Programmi di valutazione della qualità delle cure


Le rilevazioni


Indagine conoscitiva nazionale sulle cure palliative domiciliari<br />

condotta da Agenas, Ministero della Salute, SIMG, SICP<br />

• Per quanto concerne le Cure palliative domiciliari allo<br />

stato attuale non sono stati raccolti dati uniformemente<br />

su tutto il territorio nazionale. Complessivamente<br />

l’indagine testimonia come lo sviluppo delle CP<br />

domiciliari risulti ancora parzialmente incompiuto, che<br />

richiede un forte impegno del mondo professionale,<br />

scientifico ed istituzionale,.<br />

• Per applicare la legge in tutto il paese si richiede il<br />

superamento di alcune barriere culturali &<br />

organizzative<br />

• Questo documento ci permette di avere alcune preziose<br />

informazioni sullo stato dell’arte delle cure domiciliari<br />

in Italia.<br />

• Es. nel 2010 le cure palliative domiciliari erano già<br />

attive nel 60% delle ASL italiane.<br />

• % più alte di attivazione si riscontrano nelle<br />

Regioni del Nord (Piemonte, Veneto Lombardia).


Presenza della RETE di CP<br />

41%<br />

59% SI<br />

NO<br />

TOSCANA<br />

FRIULI<br />

PIEMONTE<br />

SARDEGNA<br />

ABRUZZO<br />

CALABRIA<br />

Presenza /assenza rete CP per Asl Regionali<br />

0 2 4 6 8 10 12<br />

NO<br />

SI<br />

Indagine sulle cure palliative domiciliari


Standard nazionali D.M. 43/2007<br />

ASSISTENZA ALL'INTERNO DELLA RETE CP<br />

HOSPICE + DOMICILIARE<br />

15,5% ASL<br />

rispondenti > standard<br />

del 65%<br />

呓 ⁄ 㔶 ‥<br />

84,5% ASL<br />

rispondenti < standard<br />

del 65%<br />

Risposte:<br />

86 ASL su 155<br />

Indagine sulle cure palliative domiciliari


Standard nazionali D.M. 43/2007<br />

ASSISTENZA ALL'INTERNO DELLA RETE CP<br />

SOLO DOMICILIARE<br />

22% ASL rispondenti<br />

> standard del 45%<br />

STD 45%<br />

78% rispondenti<br />

< Standard del 45%<br />

Risposte:<br />

84 ASL su 155<br />

Indagine sulle cure palliative domiciliari


Numerosità e localizzazione dei centri (1)<br />

Indagine sulle cure palliative domiciliari


Numerosità e localizzazione dei centri (2)<br />

<br />

Indagine sulle cure palliative domiciliari


Tipologia Centri erogatori<br />

CON EQUIPE NON DEDICATA<br />

CON EQUIPE DEDICATA<br />

54%<br />

SENZA EQUIPE<br />

TIPOLOGIA CENTRI<br />

ASL 38,5%* 6,7%<br />

Accreditati/convenzionati privati profit / non profit 25,0% 7,7%<br />

Ospedale/ASL/hospice pubblici 19,2%<br />

Ospedale e/o hospice privato 2,6%<br />

*ALL’INTERNO DEL MODULO ADI<br />

Indagine sulle cure palliative domiciliari


Numerosità degli assistiti<br />

Numerosità Malati Assistiti<br />

60.000<br />

50.000<br />

40.000<br />

43.784<br />

63,8%<br />

30.000<br />

20.000<br />

10.000<br />

-<br />

24.844<br />

36,2%<br />

Senza équipe<br />

dedicata<br />

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Indagine sulle cure palliative domiciliari


Progetto Agenas “Accanto al malato oncologico e alla sua<br />

famiglia: sviluppare cure domiciliari di qualità”<br />

L’obiettivo principale del progetto è stato quello di porre le basi per attivare<br />

un Osservatorio nazionale delle Buone Pratiche relative a:<br />

‣ Le Cure Palliative domiciliari, rivolte sia agli adulti sia ai malati in età<br />

pediatrica, con particolare (ma non esclusiva) attenzione alle malattie<br />

neoplastiche;<br />

‣ La continuità di cura fra ospedale e domicilio nelle strutture di Oncologia<br />

ed Ematologia;<br />

‣ Il sostegno ai familiari che si prendono cura dei malati assistiti in Cure<br />

Palliative domiciliari.


Dall’Indagine è emerso che, su un totale di 177 strutture che hanno risposto al<br />

questionario, solo 55 UCP domiciliari rispondono effettivamente ai criteri essenziali,<br />

introdotti dall’intesa Stato-Regioni del 25 luglio 2012, mentre 44 di esse sono state in<br />

grado di fornire dati significativi.<br />

Ciò testimonia che, laddove vengono adottati precisi standard di struttura e di processo, le<br />

UCP ottengono risultati importanti in merito alla qualità e continuità dell’assistenza,<br />

rispettando altresì le scelte di fine vita dei malati e delle loro famiglie.<br />

Le evidenze emerse rispondono all’obiettivo di porre le basi per l’attivazione di un<br />

Osservatorio sulle Buone pratiche nelle cure palliative, uno strumento che consentirà<br />

ai cittadini di conoscere le strutture presenti sul territorio, e al sistema professionale di<br />

sviluppare un confronto attivo per miglioramento continuo dei processi di cura ed<br />

assistenza.


Intesa Stato-Regioni del 20 dicembre 2012<br />

“Disciplina per la revisione della normativa dell’accreditamento”<br />

Con l’Intesa in oggetto per la prima volta vengono individuati i requisiti essenziali comuni<br />

a tutti i sistemi regionali per l’accreditamento istituzionale<br />

1. Attuazione di un sistema di gestione delle Strutture sanitarie<br />

“Fornisce garanzia di buona qualità della assistenza socio-sanitaria, una gestione della organizzazione sanitaria che<br />

governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di cura e assistenza in una ottica di<br />

miglioramento continuo”<br />

2. Prestazioni e Servizi<br />

“E’ buona prassi che l’organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e<br />

individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di<br />

valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti e i cittadini”<br />

3. Aspetti Strutturali<br />

“L’organizzazione cura l’idoneità delle strutture e la puntuale applicazione delle norme sulla manutenzione delle<br />

attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse”<br />

4. Competenze del personale<br />

“La organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie<br />

alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività”


Intesa Stato-Regioni del 20 dicembre 2012<br />

“Disciplina per la revisione della normativa dell’accreditamento”<br />

Con l’Intesa in oggetto per la prima volta vengono individuati i requisiti essenziali comuni<br />

a tutti i sistemi regionali per l’accreditamento istituzionale<br />

5. Comunicazione<br />

“Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e con i pazienti garantisce allineamento ai comportamenti<br />

professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle cure, partecipazione dei pazienti nelle scelte di<br />

trattamento”<br />

6. Appropriatezza clinica e sicurezza<br />

“L’efficacia, la appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati”<br />

7. Processi di miglioramento ed innovazione<br />

“Il governo delle azioni di miglioramento, della adozione di innovazioni tecnologiche ed organizzativo–professionali e la<br />

facilitazione della ricerca clinica e organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi<br />

assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili”<br />

8. Umanizzazione<br />

“L’impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla<br />

persona considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è un impegno comune a tutte le strutture”


Grazie per l’attenzione<br />

bellentani@agenas.it

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