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pianeta terra di Mario Tozzi<br />

18<br />

Tanto rumore per nulla<br />

Non sarà l’ora di smetterla con i grandi summ<strong>it</strong> sulla Terra, in cui tanto<br />

si parla senza produrre effetti concreti, e occuparci davvero delle<br />

emergenze ecologiche del Pianeta, cominciando dai problemi locali<br />

Magari qualcuno si era illuso,<br />

anche stavolta, che dall’ennesimo<br />

summ<strong>it</strong> sul Pianeta<br />

Terra potesse nascere<br />

qualche azione concreta per un futuro<br />

maggiormente sostenibile da un punto<br />

di vista ambientale. Le cose a Rio de Janeiro<br />

sono, invece, andate esattamente<br />

come da 20 anni a questa parte: grosso<br />

modo un fallimento quasi totale. Nessuna<br />

azione concreta per facil<strong>it</strong>are i Paesi<br />

che si stanno sviluppando in modo<br />

irrazionale ed<br />

ecologicamente disa-<br />

stroso (quasi tutti) a dotarsi di altri<br />

strumenti di<br />

sviluppo. Nessun aiuto<br />

economico significativo in questa direzione,<br />

solo le raccomandazioni<br />

generiche<br />

da parte del mondo<br />

sviluppato a prendere<br />

una via diversa da quel-<br />

la che abbiamo<br />

preso noi circa 2 secoli<br />

fa con la rivoluzione industriale. Hanno<br />

buon gioco a risponderci che non si<br />

vede per quale ragione loro dovrebbero<br />

essere più attenti all’ambiente prima di<br />

essersi modernizzati. Il rischio è che poi<br />

non resti granché da fare. Prendiamo il<br />

cambiamemto climatico globale. Si può<br />

opporre allo sconvolgimento l’ab<strong>it</strong>ante<br />

degli atolli oceanici minacciati direttamente<br />

dall’innalzamento del livello dei<br />

mari, non il c<strong>it</strong>tadino medio americano,<br />

tutto preoccupato di pagare troppo<br />

il gallone di benzina né il brasiliano o il<br />

turco o l’indiano che non si avvedono di<br />

alcun problema, visto che tutto è meglio<br />

dello stato di povertà di prima. I danni<br />

ambientali non vengono scaricati tutti<br />

insieme su una nazione progred<strong>it</strong>a come<br />

un’alluvione, ma si distribuiscono giorno<br />

per giorno accumulandosi in maniera<br />

per ora impercettibile. Nessuno pensa<br />

a una reazione significativa se il danno<br />

non è percepibile immediatamente e<br />

in modo pesante. Ma forse il tempo dei<br />

grandi summ<strong>it</strong> sulla Terra è fin<strong>it</strong>o: non<br />

solo non bastano più, ma rischiano anche<br />

di produrre un effetto indesiderato,<br />

quello di una specie di rumore di fondo<br />

da cui è difficile estrapolare le emergenze<br />

reali. Se tutto è emergenza come si fa<br />

ad allarmarci ancora Ciò non significa<br />

che le emergenze ambientali non siano<br />

gravi, tutt’altro, ma gli uomini quasi non<br />

vogliono più sentire che la temperatura<br />

media dell’atmosfera si innalzerà di 4°-<br />

5°C, perché fino a che lo sconvolgimento<br />

climatico non precip<strong>it</strong>a sembra quasi<br />

inutile ag<strong>it</strong>arsi. La sovrappopolazione<br />

e la crisi ecologica porteranno alla fine<br />

delle risorse e delle fonti energetiche tradizionali,<br />

all’inquinamento generalizzato<br />

e alla perd<strong>it</strong>a di benessere del genere<br />

umano. Ma, siccome ancora non succede,<br />

possiamo sempre sperare che avvenga<br />

il più tardi possibile.<br />

A Rio+20 seguiranno altre conferenze e<br />

summ<strong>it</strong> dove si cercherà di capire come<br />

spiegare il fallimento sostanziale di qualsiasi<br />

pol<strong>it</strong>ica ambientale sostenibile per<br />

il nostro Pianeta. Rimane forse una sola<br />

arma in mano agli uomini di buona volontà:<br />

riflettere sul contesto generale, magari<br />

battersi contro la distruzione delle foreste<br />

pluviali o la fusione dei ghiacci, ma<br />

combattere duramente per le questioni<br />

spiccatamente locali. Pensa globalmente<br />

e agisci localmente era una vecchia parola<br />

d’ordine del movimento ambientalista<br />

che andrebbe ripresa in mano. Chissà<br />

che dalla collezione di risultati locali non<br />

ne derivi un pianeta migliore. ❚<br />

#mariotozzi<br />

al naturale di Stefano Generali<br />

In carica<br />

Le frontiere del risparmio energetico passano<br />

sempre di più dall’innovazione. Mettendo a<br />

frutto una serie di ricerche sulle nanotecnologie,<br />

i laboratori della “Rice Univers<strong>it</strong>y” in<br />

Texas hanno creato una batteria ricaricabile<br />

rivoluzionaria, costru<strong>it</strong>a sovrapponendo strati<br />

di vernice che contengono i vari componenti<br />

chimico-fisici delle pile. Spruzzando su un<br />

substrato queste vernici, è possibile posizionare<br />

pile ricaricabili praticamente su prodotti<br />

di ogni tipo, dalle piastrelle in ceramica ai<br />

supporti in plastica, dal vetro all’acciaio. Tra i<br />

risultati più curiosi messi a punto dall’équipe<br />

americana c’è anche una pila sottilissima, areografata<br />

su un boccale di birra.

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