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NUOVO CONSUMOIl mensile per i soci Unicoop Tirreno • euro 1,50 • anno XVII • numero 181 • novembre 2008DONNE VIOLATEUn dramma di famiglia e un problema sociale.passaggioverso il futurointervista a Marco Lami,presidente Unicoop Tirrenobancadi provai risparmiatori<strong>it</strong>aliani alle presecon la crisi economicaaltapressionecome preveniree curarel’ipertensionelucialla ribaltaguida all’acquistodelle lampadinea risparmioenergeticoINSERTO CARRELLO pagg. 31, 32, 33, 34


SOLO PER TERACCOLTA PUNTI 2008 - 2009PUNTI SPESI BENE: SCOPRI COME.CON UN VANTAGGIO IN PIÙ:SU TANTE OFFERTE IL VALORE RADDOPPIA.CARTA SOCIO COOP. PIENA DI VALORI, PIENA DI VANTAGGI.


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SOLO PER TERaccolta punti2008-2009I PREMISTAGIONE INVERNALE 2008-2009VASTA GAMMA DI SCI, MODELLI DI PUNTADELLA STAGIONE, ATTREZZATURE TECNOLOGICAMENTESEMPRE NUOVE E BEN REVISIONATE PER BAMBINIED ADULTI. OLTRE AGLI SCI DA DISCESASI NOLEGGIANO ANCHE SCI DA FONDO, CIASPOLE,SNOWBOARD E SCARPONI. REGOLAZIONE ATTACCHIA NORMA ISO COMPUTERIZZATA, DEPOSITO SCIE SCARPONI CON ASCIUGATURA E DISINFEZIONEINTEGRATA, PREPARAZIONE SCI E SNOWBOARD,NOLEGGIO CASCHI.2.000 PUNTIBUONO SKISERVICEBuono valido per uno SKISERVICE gratu<strong>it</strong>o: manutenzionedegli sci comprensivo di rettifica suola a mola di diamante,affilatura lamine, sciolinatura a nastro. Il buono è validopresso 67 negozi Rent and Go della Valle d’Aosta, Piemonte,Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia,Abruzzo, Marche.Presentando la Carta Sociocoop verrà riconosciuto lo sconto 10% sulnoleggio di attrezzature per gli sport invernali e lo sconto 10% sul noleggiobiciclette.Il buono è valido fino al 30 novembre 2009.R<strong>it</strong>ira la lista dei negozi convenzionati presso il punto d’ascolto del tuonegozio Coop o scaricala dal s<strong>it</strong>o www.unicooptirreno.e-coop.<strong>it</strong>UN SOLO SKIPASS PER SCIARE ILLIMITATAMENTESU 380 KM DI PISTE DA SCI CON 340 KM DI PISTEAD INNEVAMENTO PROGRAMMATO E 150 IMPIANTIDI RISALITA.2.500 PUNTIBUONO DA 50 EURO SKIPASS SETTIMANALESUPERSKIRAMA (6 GIORNI)Buono del valore di 50 euro valido per acquistare unoskipass adulti settimanale SUPERSKIRAMA (6 giorni) validoillim<strong>it</strong>atamente sulle piste ed impianti di Pinzolo, PassoTonale-Ponte di Legno, Pejo, Andalo-Fai della Paganella,Folgaria-Lavarone, Monte Bondone, Madonna di Campiglio eFolgarida-Marilleva.1.000 PUNTIBUONO DA 15 EUROSKIPASS GIORNALIEROBuono del valore di 15 euro valido per acquistare uno skipassadulti giornaliero di local<strong>it</strong>à valido nelle local<strong>it</strong>à di Pinzolo,Passo Tonale-Ponte di Legno, Pejo, Andalo-Fai della Paganella,Folgaria-Lavarone, Monte Bondone o skipass giornalieroSUPERSKIRAMA valido illim<strong>it</strong>atamente nel comprensorio diMadonna di Campiglio e Folgarida-Marilleva.Ogni buono è valido per l’acquisto parziale di uno skipass. I buoninon sono cumulabili. Gli sconti sono applicati a skipass con tariffe“adulti” e non sono validi su tariffe già scontate, tariffe bambini, juniore senior. I buoni sono validi dal 1/11/2008 al 30/04/2009 (salvo aperturaposticipata o chiusura anticipata degli impianti), escluso il periododal 20/12/2008 al 6/01/2009.I buoni potranno essere utilizzati dal 1° novembre 2008 al 30 aprile 2009(salvo apertura posticipata o chiusura anticipata degli impianti), esclusoil periodo dal 20 dicembre 2008 al 6 gennaio 2009.


NUOVO CONSUMODirettore responsabileAldo BassoniRedazioneR<strong>it</strong>a NannelliBeatrice RamazzottiLuca RossiBarbara SordiniCristina VaianiHanno collaboratoBarbara AutuoriFrancesca BaldereschiBarbara BernardiniSalvatore CalleriT<strong>it</strong>o CorteseEleonora CozzellaBenedetta D’AlessandroEugenio Del TomaDaniele FabrisStefano GeneraliMaria Carla GiuglianoDario GuidiSilvia InghiramiGiovanni ManettiSimona MarchiniRaffaele MarianoChiara MilanesiRoberto Minn<strong>it</strong>iGiorgio NebbiaAlessia QuiriconiPaola RamagliAnna SomenziPaolo VolpiniProgetto graficoCinzia Cap<strong>it</strong>anioper Jack Blutharsky - BolognaImpaginazioneMarco Formaioniper Studiografico M - PiombinoCopertinaArchivio CoopImpianti e stampaCoptip - ModenaDirezione e redazioneSS1 Aurelia Km 237Frazione Riotorto57025 Piombino (LI)Tel. 0565/24720 - Fax 0565/24210nuovoconsumo@unicooptirreno.coop.<strong>it</strong>Ed<strong>it</strong>oreVignale Comunicazioni srlPubblic<strong>it</strong>àGiemme Pubblic<strong>it</strong>àdi Graziella Malfantivia Pacinotti, 12 - 57025 Piombino (LI)tel. 0565 49156 - 226433fax 0565 39003graziella.malfanti@tiscali.<strong>it</strong>Responsabile pubblic<strong>it</strong>àRoberta CorridoriRegistrazione del Tribunale di Livornon° 695 del 24/07/2001Iscrizione ROC 1557del 4/09/2001Tiratura prevista: 202.695 copieChiuso in tipografia il 21/10/2008Prodotto con carta premiata dallaEuropean Union Eco-label n. reg. FI/11/1,forn<strong>it</strong>a da UPM.www.flickr.comil punto di Aldo Bassonigli ultimi della classeChe futuro può avere un paese chetaglia i fondi alla scuola e alla ricerca?Un movimento intergenerazionale e trasversale coinvolge quasi tutte le scuole,dalle elementari alle univers<strong>it</strong>à. Figli e gen<strong>it</strong>ori, studenti e professori, docenti“garant<strong>it</strong>i” e insegnanti precari protestano ormai da settimane contro quelloche ha tutta l’aria di essere l’atto finale di quel processo di demolizione dellascuola pubblica e promozione della scuola privata, descr<strong>it</strong>to (e temuto) moltolucidamente da Piero Calamandrei – uno dei padri della nostra Cost<strong>it</strong>uzione –quasi sessant’anni fa con parole che sembrano scr<strong>it</strong>te oggi: “Facciamo l’ipotesi,così astrattamente, che ci sia un part<strong>it</strong>o al potere, un part<strong>it</strong>o dominante, il qualeperò formalmente vuole rispettare la Cost<strong>it</strong>uzione, non la vuole violare in sostanza.Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamentoper i manipoli; ma vuol ist<strong>it</strong>uire, senza parere, una larvata d<strong>it</strong>tatura. Allora, checosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Statoin scuole di part<strong>it</strong>o? […] L’operazione si fa in tre modi: rovinare le scuole diStato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i lorobisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private […] Darealle scuole private denaro pubblico”.Non è a caso che la cosiddetta “riforma” sia accompagnata da una martellantecampagna denigratoria della scuola. Ma le cose stanno davvero così?Le elementari sono apprezzate in tutto il mondo progred<strong>it</strong>o. L’operazione“Maestro unico” non ha niente di culturalmente e didatticamente valido,serve solo a risparmiare sulla pelle dei bambini, uccidere il tempo pieno,costringere le mamme a casa o, in alternativa, a pagare una baby s<strong>it</strong>ter pernon lasciare i propri figli incustod<strong>it</strong>i davanti ad un altro maestro unico: laTv. La scuola media superiore soffre di tante riforme (sbagliate) e di pocosostegno materiale: avrebbe bisogno di più soldi e non di tagli. L’Univers<strong>it</strong>ànon funziona? È probabile che ci siano da rivedere i cr<strong>it</strong>eri di reclutamentoe selezione dei docenti, ma è altrettanto vero che i nostri ricercatori sonoi più precari, i più sfruttati e i meno pagati d’Europa. La proliferazione dicorsi, spesso dai nomi fantasiosi e dalle sedi improbabili, non va bene, maè pur vero che dalle nostre Facoltà escono tra i migliori talenti del mondo,purtroppo poco apprezzati in Italia, ma molto all’estero. Se c’è una scuola dariformare è la media inferiore, ma guarda caso non ne parla nessuno. Quelloche è certo è che ridurre drasticamente i fondi destinati alla scuola pubblicaporterà a un es<strong>it</strong>o disastroso non solo per la scuola ma per l’intera società,aprirà la strada alla scuola privata e quindi ad una scuola classista dove chiha alle spalle famiglie benestanti potrà avere un’istruzione di eccellenzamentre i figli della gente comune dovranno adeguarsi a una scuola pubblicadeliberatamente dequalificata. Infine, poiché un paese che non si accontentadi vivere nel presente dovrebbe considerare l’istruzione più un investimentoche un costo, c’è una domanda che tutti farebbero bene a porsi: che futuroha un paese che non investe nell’istruzione e quindi sui giovani?


in questo numeroRUBRICHE7 Il puntoGli ultimi della classe10 Lettere11 Coop risponde11 PrevidenzaMi riscatto12 Pace verdeSolar generation12 Evergreen13 Chi protegge il c<strong>it</strong>tadinoAnche libera va bene13 Ora legaleDel<strong>it</strong>to e castigo19 La merce mutaRobinia da chiodi39 Sani & salvi39 ABCiboLa sol<strong>it</strong>a minestra45 ControcantoCambia sistema49 Presidi Slow FoodR<strong>it</strong>ratto di signora49 Nel carrello53 Prodotto a marchioChi fa da sé56 A tavolaMenu con la polenta58 SemiseriaLa v<strong>it</strong>a è bella...66 Consumi in scenaIl testimonial20 intervistaPassaggio verso il futurola parola a Marco Lami,presidente di Unicoop Tirreno.info22 Risparmia le energie25 La vetrina dei soci26 Cosa mi regali?31 INSERTO CARRELLO37 saluteAlta pressioneprevenzione e cura dell’ipertensione.40 dossierBanca di provala crisi economica in Italia.prima paginadonne violate pag. 1458 NCPRODOTTIGuida all’acquisto46 Luci alla ribaltale lampadine a risparmio energetico.Gli extra48 Calda nottele termocoperte.Tipico50 Fiori di formaggioil Caciottone di Norcia.Cotti & crudi52 In tutte le salsela mostarda.Dal forn<strong>it</strong>ore54 Il frantoio sul lagol’olio di Bolsena.


te lo assicurocoop risponde Servizio Filo Diretto di Unicoop Tirreno Numero verde 800861081Ho notato sul catalogo che c’è la possibil<strong>it</strong>à diCoop dalla cui carta vengono scalati i punti. Nelsottoscrivere delle polizze Unipol utilizzandosuo caso, però, è importante far presente che lai punti Coop. Ero interessata alla polizza digaranzia “RC Nucleo familiare” assicura il cliente/socioCoop che ha sottoscr<strong>it</strong>to il certificato diresponsabil<strong>it</strong>à civile del nucleo familiare, mala carta SocioCoop è a nome mio, mentre ilassicurazione e il suo nucleo familiare. Quindi, secapofamiglia è mio mar<strong>it</strong>o che non è sociolei e suo mar<strong>it</strong>o appartenete allo stesso nucleoCoop. A chi deve essere intestata la polizzafamiliare, come certificato dallo stato di famiglia,perché copra entrambi?sarete entrambi coperti dall’assicurazione cheLetteralei intesterà a suo nome. Diverso è il caso dellaadesione alla copertura “Infortuni domestici” nellaLa polizza assicurativa che viene sottoscr<strong>it</strong>ta al punto quale è assicurato solo il socio, intestatario della carta, chevend<strong>it</strong>a deve essere necessariamente intestata al socio ha sottoscr<strong>it</strong>to il certificato di assicurazione.misure di sicurezzaPerché noi celiaci non possiamo avere prodotti appenaaffettati ma siamo costretti ad acquistarli trice a disposizione per garantire un prodotto sicuro e privo diPer noi purtroppo non è sempre possibile avere un’affetta-sottovuoto? contaminazioni in tutti i nostri punti vend<strong>it</strong>a. Per questo motivovia e-mailpreferiamo offrire un servizio diverso che dia ai nostri soci eclienti la tranquill<strong>it</strong>à di acquistare un prodotto salubre.ERRATA CORRIGENel numero scorso di Nuovo Consumo,a pagina 5, nello spazio promozionaleriservato alla telefonia, nel presentare lapromozione attivabile attraverso i punti1.600 PUNTIdella CartaSocio, si fa erroneamente riferimentoa 650 punti per 6 mesi specialicon le nuove tariffe CoopVoce. In realtài punti necessari non sono 650 ma sono1.600. Ci scusiamo con i soci.previdenza a cura di LiberEtàLiberEtà: e-mail redazione@libereta.<strong>it</strong>mi riscatto11Mia figlia si è laureata in medicina e chirurgia esta frequentando un corso di specializzazione conrelativo assegno mensile. Può riscattare ora gli annidel corso di laurea?LetteraA segu<strong>it</strong>o dell’introduzione del comma 5-bis all’articolo2 del Dlgs n. 184/1997 (a opera dell’articolo 1, comma77, lettera b, della legge n. 247/2007), è ora possibileriscattare il periodo corrispondente al corso legale dilaurea anche prima di iniziare l’attiv<strong>it</strong>à lavorativa.In questi casi l’onere, per ogni anno che si riscatta, è determinatomoltiplicando l’aliquota di computo (ora pari al 33 percento) per il redd<strong>it</strong>o minimo imponibile previsto dall’articolo1, comma 3, della legge n. 233/1990 e successive modificazionie integrazioni, per gli iscr<strong>it</strong>ti alle gestioni speciali,per gli artigiani e i commercianti. Per il corrente anno taleredd<strong>it</strong>o imponibile minimo è di euro 13.819,07.Il contributo è versato all’Inps e viene rivalutato secondole regole del sistema contributivo di cui all’articolo 1,commi da 6 a 10, della legge n. 335/1995. Il montantematurato sarà trasfer<strong>it</strong>o, a domanda dell’interessata,presso la gestione previdenziale nella quale sarà iscr<strong>it</strong>taquando inizierà l’attiv<strong>it</strong>à lavorativa.Nel caso in cui sua figlia sia t<strong>it</strong>olare di redd<strong>it</strong>i propri puòdedurre l’onere del riscatto in occasione della dichiarazionedei redd<strong>it</strong>i ai fini della determinazione dell’ammontaredell’Irpef dovuta. Se, invece, sarà lei a pagare l’onere delriscatto in quanto sua figlia è fiscalmente a suo carico,potrà detrarre dall’imposta lorda, determinata conriferimento ai suoi redd<strong>it</strong>i, il 19 per cento dell’onere delriscatto pagato per conto di sua figlia.


donne violateCresce la violenza sulle donne,soprattutto tra le muradomestiche, aumentano ledenunce, ma ancora poche hannoil coraggio di chiedere aiuto.Nonostante l’impegno delleassociazioni di volontariato, c’èancora molto da fare sotto ilprofilo normativo e dell’assistenza,sul fronte della prevenzione e persensibilizzare l’opinione pubblica.Perché percosse, intimidazioni eminacce non sono solo un “bruttoaffare” di famiglia, ma ancheun problema pubblico.di R<strong>it</strong>a Nannelliprima pagina«Quando chiudo gli occhi rivedo le torture fisiche; avreivoluto morire, sparire, ma non se ne ha il dir<strong>it</strong>to. I ricordiche più mi arrivano sono quelli del mio sangue; puoi lavartiin modo furioso, spalmarti di creme e profumi per cercaredi coprire quell’odore che ti riempie tutta e non spariscemai. Ho gli incubi quasi tutte le notti, dormo pochissimo.Rivivo tutti quegli orrori, non so se potrò vivere così tuttala v<strong>it</strong>a. Quando vedi sulla tua pelle i segni della tortura, delcoltello, dei lacci ai polsi tutto diventa indelebile e vieneinciso nella tua anima». Una storia terribile tra le tante cheabbiamo trovato in un blog per donne maltrattate...dramma di famigliaSi legge spesso e un po’ ovunque che le donne subisconoviolenza nei luoghi di guerra, paesi dove c’è l’odio razziale,la povertà, l’ignoranza, non da noi. E invece in Italia quasi7 milioni di donne hanno sub<strong>it</strong>o nella v<strong>it</strong>a una forma diviolenza fisica o sessuale, prima causa di morte o invalid<strong>it</strong>àpermanente delle donne tra i 16 e i 50 anni, più del cancro,più degli incidenti stradali. I principali colpevoli? I mar<strong>it</strong>i, icompagni, i parenti: la violenza sessuale, fisica, psicologicasulle donne è un dramma quotidiano che si consuma in famiglia.«La violenza è in aumento, sia quella esterna sia quellaall’interno della famiglia, gli stupri e lo stalking (molestie,


minacce ripetute, attenzioni non richieste,appostamenti). Lo ha registrato l’Osservatoriodel Telefono Rosa – afferma la presidenteMaria Gabriella Carnieri Moscatelli – e laviolenza domestica è quella più diffusa. Nelsolo 2007 sono venute direttamente da noi1.300 donne, 1.000 <strong>it</strong>aliane e 300 straniere.Crescono le denunce perché le donne sono piùconsapevoli che in passato, ma la “rimozione”è ancora forte».Parlano i freddi numeri: solo 7 donne su100 denunciano le violenze di cui sonov<strong>it</strong>time da parte dei propri partner, il 21,3per cento, pur avendo avuto la sensazioneche la propria v<strong>it</strong>a fosse in pericolo inoccasione della violenza sub<strong>it</strong>a, non l’haconsiderata un reato, per il 44 per cento siè trattato solo di “qualcosa di sbagliato”,mentre per il 36 solo di “qualcosa che èaccaduto” (dati Istat).il silenzio delle innocenti«Proprio perché tra i partner c’è un legameaffettivo, il dolore e la sofferenza per laviolenza sub<strong>it</strong>a diventano insostenibili eimmobilizzanti – spiega MariacandidaMazzilli, psicologa, psicoterapeuta, responsabiledel s<strong>it</strong>o www.psicologiadonna.<strong>it</strong> –. Comunemente il concetto di violenzaè associato all’aggressione fisica inquanto manifestazione visibile, ma non sipuò parlare di violenza all’interno di unacoppia senza considerare anche quellapsicologica: ogni violenza è in primo luogopsicologica. Diventa allora ancora piùdifficile denunciare un’esperienza tantoumiliante e svilente. Soprattutto perché iltimore più grande è quello di non esserecredute». Molte donne che hanno vissutoquesto trauma raccontano di comuniesperienze: la mente si distacca dal corpo,è come se si guardasse una scena dall’alto,come se non stesse succedendo a loro.«Di fronte a uno shock così forte, l’unicadifesa sembra essere quella di scollarsidal contesto. Solo nei giorni successivi, ildolore di quel trauma emerge sottoformadi immagini, sogni, odori, flashback continui,accompagnato da uno straziantesenso di colpa – riprende Mazzilli –. Infattiil pensiero ricorrente è: “perché proprio ame?”; molte donne si rimproverano peraver indossato quella gonna troppo corta,per essere state “disinvolte” e “disponibili”,finiscono insomma per credere di averprovocato la violenza. Perciò difficilmentesi riesce a chiedere aiuto per il senso divergogna e per la paura che gli altri possanogiudicare».15ABUSI E COSTUMITra i 16 ei 50 anni si muore più per violenza sessualeche per malattia o incidenti stradali.6.743.000 le donne v<strong>it</strong>time di violenza fisica o sessuale.Solo il 24,8 per cento dei casi di violenza è opera di unosconosciuto, si tratta per la maggior parte di violenzeconsumate dentro le mura domestiche.Ben 7.134.000 le donne che hanno sub<strong>it</strong>o solo violenzapsicologica, il 43,2 per cento dal partner.Quasi 7 milioni gli stupri, il 69,7 per cento ad operadel partner.Un milione e 400mila donne hanno sub<strong>it</strong>o uno stuproprima dei 16 anni.Oggetto di comportamenti persecutori – stalking – unmilione e 100mila donne.Oltre il 90 per cento delle v<strong>it</strong>time non denuncia gli abusi.Fonte: Istat 2007storie di ordinaria folliaLe voci delle donne che riescono, invece, a rompere il silenzio e a chiedereaiuto raccontano al telefono delle associazioni di volontariato o delle Forzedell’ordine storie di umiliazioni gravissime, di lesioni, fratture, ma anche diintimidazioni, isolamento, minacce non meno gravi delle percosse. «Ma suquesto non c’è abbastanza consapevolezza da parte della gente comune edel Governo stesso, del fatto cioè che la violenza sulle donne è un problemapubblico, oltreché un dramma privato. Non se ne parla abbastanza – sottolineaV<strong>it</strong>toria Franco, senatrice e ministro del PD alle Pari Opportun<strong>it</strong>à delGoverno Ombra –. Per questo sono necessarie campagne di sensibilizzazione,per educare al rispetto della donna, al riconoscimento della sua libertà, eperché si sappia “quanto costa” la violenza sulle donne in termini socialioltre che al Servizio san<strong>it</strong>ario nazionale. Presenteremo dei disegni di leggeper sostenere i centri antiviolenza con finanziamenti certi e per favorirela loro diffusione anche al Sud dove oggi sono ancora pochissimi. I tagliprevisti dalla Finanziaria di 20 milioni di euro, stanziati dal Governo Prodiper la prevenzione della violenza e per i centri di accoglienza, sono statireintegrati, ma “prodotti” visibili non ci sono e sul fronte delle pol<strong>it</strong>ichedi prevenzione non si fa nulla». Abbiamo provato a chiedere chiarimential ministro delle Pari Opportun<strong>it</strong>à Mara Carfagna che, però, ha prefer<strong>it</strong>onon rispondere.Aggiunge Franco: «È fermo alla Camera il nostro disegno di legge sullostalking: approvarlo sarebbe un passo importante per combattere questonuovo fenomeno di persecuzione che spesso finisce con l’uccisione dellav<strong>it</strong>tima. Ma adesso non è riconosciuto come reato».ti telefono o no?Un vero e proprio buco legislativo che anche «Telefono Rosa chiede dicolmare affinché sia immediatamente promulgata una legge a tuteladella seren<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>a e della sicurezza fisica delle v<strong>it</strong>time di atti persecutori,per porre fine a questo “femminicidio” – dice Moscatelli –. Dettoquesto, la normativa <strong>it</strong>aliana è piuttosto avanzata nel panorama europeo.Con la legge n. 154 del 2001 è stato inser<strong>it</strong>o nel nostro ordinamento unprovvedimento del tutto innovativo contro gli abusi familiari: quando ilcomportamento del mar<strong>it</strong>o o del compagno o di un altro convivente (adesempio un figlio) è tale da danneggiare fisicamente o moralmente la


donna o la sua libertà, può rivolgersi alGiudice che emetterà un “ordine di protezione”per allontanare quella persona dacasa e impedirgli di avvicinarsi alla v<strong>it</strong>timadella violenza. Il problema è semmai checi sono intoppi nell’<strong>it</strong>er giudiziario e mancaun’adeguata preparazione da partedelle Forze dell’ordine che raccolgono ladenuncia. Mentre, perché la prevenzionesia efficace, è necessario che si sappia cheuna cosa sono i Centri di ascolto, un’altra iCentri di accoglienza. Nei Centri di ascoltole donne che non hanno necess<strong>it</strong>à di lasciarela propria casa trovano specialistepronte a risolvere i problemi contingenti;i secondi accolgono le donne costrette alasciare il proprio domicilio, che devonointraprendere un lungo percorso per il lororeinserimento nella società».Anche il Ministero delle Pari Opportun<strong>it</strong>à haun numero gratu<strong>it</strong>o, il 1522, a cui possonorivolgersi le v<strong>it</strong>time di violenze. Gli operatoriraccolgono denunce, richieste di assistenzamettendo in contatto le donne v<strong>it</strong>time diviolenze con le strutture di assistenza, pubblichee private, presenti sul terr<strong>it</strong>orio, con leAsl o le Forze dell’ordine. «Uno strumentovalido ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da Stefania Prestigiacomonel 2006 e giustamente mantenuto», rilevaFranco –, ma che secondo il Telefono Rosa«non ha dato i frutti sperati perché la centralinista(terminata la lunga attesa perché“le operatrici sono momentaneamenteoccupate”, ndr) anziché mettere la donnain contatto direttamente con il centro diaccoglienza a lei più vicino, le dà un altronumero da comporre. In mancanza di unarisposta immediata, molto spesso la ricercad’aiuto si ferma qui».senza colpaE invece non restare da sole è il primo passoper superare il trauma della violenza sub<strong>it</strong>a,«cercare il più presto possibile uno spaziodi ascolto dove raccontare la propria storia,– consiglia Mazzilli –, de-colpevolizzarsi perquello che è accaduto e imparare ad accettarel’idea della colpevolezza del coniuge odi chiunque sia stato il responsabile dellaviolenza. Le donne che hanno sub<strong>it</strong>o violenzadevono recuperare la capac<strong>it</strong>à cr<strong>it</strong>icae lavorare su se stesse per contrastare latendenza ad essere dipendenti».Donne come le altre che il 25 novembreper la Giornata internazionale controla violenza alle donne avranno iriflettori puntati addosso. Sperando cheil giorno dopo i grandi media continuinoa parlarne...ATTO D’ACCUSANon restare da sole, cercare aiuto, informarsi per denunciarela violenza sub<strong>it</strong>a e far valere i propri dir<strong>it</strong>ti.> Andare all’ospedale e chiedere il referto medico in caso diviolenze fisiche (lividi, ecchimosi ecc.).> Recarsi presso la Polizia o i Carabinieri per raccontare e denunciarel’accaduto.> Affidarsi a un’associazione di volontariato specializzata nelladifesa delle donne. A seconda della violenza sub<strong>it</strong>a indicherà lastrada migliore per affrontare la s<strong>it</strong>uazione e il percorso legaleda intraprendere.Carabinieri 112Polizia di Stato 113Donna ascolta donna: centro di psicoterapia individualevia della Lungara, 19 - Romatel. 0668804195Orario: dal lunedi al giovedi dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle18,30; venerdi dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 18,30Per appuntamento: 3347439611Centro donna L.I.S.A.via Rosina Anselmi, 41/42 - Romatel. 0687141661 - 065811473 - fax 0687230457e-mail: donneingenere@tiscalinet.<strong>it</strong>s<strong>it</strong>o: www.centrodonnalisa.<strong>it</strong>Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa - OnlusViale Mazzini, 73 - Romatel. 0637518262 - fax 0637518289Orario: dal lunedì al venerdi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle19. L’Associazione gestisce la Casa di Accoglienza: “CasaInternazionale dei Dir<strong>it</strong>ti Umani delle Donne”e-mail: telefonorosa@alice.<strong>it</strong>s<strong>it</strong>o: www.telefonorosa.<strong>it</strong>Numero verde antiviolenza donna 1522 del Ministero dellePari Opportun<strong>it</strong>à: è un numero gratu<strong>it</strong>o attivo 24 ore su 24che può essere chiamato in totale anonimato.16


«Lei 35 anni, lui – il mar<strong>it</strong>o – 37, la figlia 5 anni. Ieri: lei dopoessere stata ripetutamente picchiata, viene cacciata fuori dicasa con la bambina. Le sue colpe quelle di aver lasciato illavoro per prendersi cura della figlia e di portare pochi soldial mar<strong>it</strong>o a causa di lavori saltuari pagati a ore. Oggi: lei haun posto dove stare con la bambina, ha trovato il coraggio didenunciare il mar<strong>it</strong>o e ha iniziato l’<strong>it</strong>er burocratico per buttarlofuori di casa».GLOSSARIODOLENTI NOTEViolenza domestica Consiste in unaserie di strategie utilizzate dal partner pereserc<strong>it</strong>are il proprio controllo sulla compagna,spesso anche sui figli. Si presentafrequentemente in forma compos<strong>it</strong>a associandoviolenza fisica, sessuale, psicologica,economica.Violenza fisica Picchiare, spintonare,tirare per i capelli, schiaffeggiare, darepugni, calci, strangolare, ustionare, ferirecon un coltello, torturare, minacciare conle armi, uccidere.Violenza sessuale Stupro, tentatostupro, rapporti sessuali non desideratisub<strong>it</strong>i per paura delle possibili conseguenze,attiv<strong>it</strong>à sessuali degradanti e umilianti.Violenza psicologica Ha varie formee spesso molte donne faticano a rendersiconto di essere v<strong>it</strong>time di questo tipo diviolenza. Ne fanno parte le denigrazioni,il controllo dei comportamenti, le intimidazioni,le lim<strong>it</strong>azioni economiche imposte dalpartner, le strategie di isolamento.Stalking Si tratta di comportamentipersecutori come telefonate, e-mail, lettereindesiderate e ripetute, inseguimento,richiesta continua di colloqui e appuntamenti,appostamenti fuori dal luogo dilavoro o sotto casa, minacce a personeun<strong>it</strong>e alla donna da un legame affettivo.Violenza economica Sottrarre alladonna il suo stipendio, obbligarla alasciare il lavoro o impedirle di trovarneuno, costringerla a firmare documenti, acontrarre deb<strong>it</strong>i, a intraprendere iniziativeeconomiche – a volte truffe – contro lasua volontà.17


prima paginaleg<strong>it</strong>tima difesaI dir<strong>it</strong>ti delle donne contro la violenza in un opuscolo realizzato daTelefono Rosa che sarà distribu<strong>it</strong>o il 25 novembre nei punti vend<strong>it</strong>a dellaCap<strong>it</strong>ale da dipendenti e soci Coop impegnati sul fronte della violenza.di Cristina VaianiPerché subire minacce, violenze,percosse, insulti? Perché accettare ilruolo di v<strong>it</strong>tima? Perché giustificarechi fa del male? Timore di chiedereaiuto? Paura di far valere i propridir<strong>it</strong>ti?“Nulla giustifica la violenza”, stabiliscegià dalle prime pagine l’opuscoloStop alla violenza controle donne. Guida per riconoscere,prevenire e agire in caso diviolenza realizzato dall’Associazionenazionale Volontarie delTelefono Rosa onlus e distribu<strong>it</strong>onei punti vend<strong>it</strong>a romani il 25 novembre.Beninteso, qualsiasi formadi violenza, comprese molestie eminacce, insulti e percosse, fuori odentro casa... perché “la violenzasessuale in tutte le sue forme èun crimine”. E qualche rigo sottoinv<strong>it</strong>a a: “Non restare sola, cercaaiuto, informati, ricorda che hai deidir<strong>it</strong>ti”, indicando anche come farlivalere. Partendo, infatti, dall’analisidei dir<strong>it</strong>ti e delle pene che la leggericonosce contro i crimini e i del<strong>it</strong>tisessuali, l’opuscolo, stampato in7mila copie, dispensa informazionie consigli su come reagire a tentatividi aggressione, come prevenire,cosa fare dopo aver sub<strong>it</strong>o violenza,come far valere i propri dir<strong>it</strong>ti e il percorso legale daintraprendere.passaparolaFarà il giro dei sette punti vend<strong>it</strong>a romani proprio nellaGiornata internazionale contro la violenza alle donnepromossa dall’Onu, il prossimo 25 novembre.Il comp<strong>it</strong>o di presentare l’opuscolo e distribuirlo a socie consumatori informando e sensibilizzando sul temadella violenza sulle donne è affidato a un gruppo di sociattivi e di dipendenti a loro volta informati e formati daTelefono Rosa che li ha coinvolti in un incontro incentratosui contenuti dell’opuscolo, sugli obiettivi del progettoe sulla funzione del Telefono Rosa.«Fare lavorare i soci e i dipendenti su un tema importante,sensibilizzare e fare riflettere il pubblico dei puntivend<strong>it</strong>a romani sul fenomeno sempre più diffuso dellaviolenza alle donne segnalando l’esistenza e il ruolo delLA VIE EN ROSEIl Telefono Rosa nasce nel febbraio1988L’Associazione Nazionale TelefonoRosa nasce nell’estate 1990Numero attuale di operatrici: 60Numero di donne che si sono rivolteal servizio: 350milaConsulenze legale, penale e civile,bancaria, psicologica, mediazionefamiliareProvenienza delle telefonate Italiae paesi europei (prevalentementeSvizzera e Germania)Telefono Rosa, associazione cheopera a livello nazionale». CosìValeria Buzi, responsabile d’areadel settore Pol<strong>it</strong>iche sociali dellaCooperativa, riassume gli obiettivie le aspettative del progettoche prosegue sulla strada dellepari opportun<strong>it</strong>à per tutti, la cuiprima tappa è stato l’incontro deidipendenti con Dacia Maraini eil suo libro Passi affrettati sullacondizione della donna in alcunipaesi del mondo.«Questo è uno di quei progetti chedà maggior corpo, nella sua autonomiae specific<strong>it</strong>à, agli obiettivi diresponsabil<strong>it</strong>à sociale di UnicoopTirreno che già da alcuni mesilavora sul tema nell’amb<strong>it</strong>o dellePari Opportun<strong>it</strong>à di genere – affermaValeria Magrini, responsabilePiano Sociale Partecipato –: glieventi realizzati in occasione dell’8marzo scorso alla presenza di DaciaMaraini, come noto impegnata suquesto fronte, sono la testimonianzaconcreta di un ragionamento e diuna partecipazione di cui moltedonne di Unicoop Tirreno, socie e dipendenti,si vogliono riappropriare.E ce n’è veramente bisogno».sotto il silenzioRompere il silenzio, far sapere a chi è, è stata, o saràv<strong>it</strong>tima di violenza, o a chi è a conoscenza di s<strong>it</strong>uazionia rischio, che esiste un’associazione con personalespecializzato pronta a prestare aiuto, ascolto, sostegnopsicologico, informazioni sui dir<strong>it</strong>ti di chi resta v<strong>it</strong>tima diabusi e sulle azioni legali da intraprendere. Non lim<strong>it</strong>arsiquindi a fare informazione su un problema socialmenterilevante ma fattivamente contrastarlo.Fare insomma qualcosa di concreto, è stata questa laragion d’essere dell’iniziativa che Unicoop Tirreno hadeciso di costruire intorno all’opuscolo del Telefono Rosaper essere, come si legge sulla copertina dell’opuscolo,“Più forti insieme”.«Pur non essendo uno dei temi da noi ab<strong>it</strong>ualmentetrattati le Sezioni soci romane hanno accolto, come immaginavo,con grande entusiasmo la proposta avanzataa Unicoop Tirreno da Telefono Rosa – racconta Buzi – e18


la merce muta di Giorgio Nebbiarobinia da chiodicosì abbiamo concep<strong>it</strong>o questo progettocoinvolgendo anche i dipendenti». Ne èvenuta fuori, per dirla con le parole diValeria Magrini «un’iniziativa veramentebella che nasce dai rapporti dinamiciche le Sezioni soci hanno costru<strong>it</strong>o neglianni con la comun<strong>it</strong>à locale e che a mioavviso lega in modo forte la Cooperativatutta (soci, lavoratrici e lavoratori) alsuo terr<strong>it</strong>orio». Il progetto coinvolgeràper adesso le 4 Sezioni soci (LargoAgosta, Laurentino, Roma Nord e ColliAniene) e i 7 punti vend<strong>it</strong>a romani (supermercatidi Largo Agosta, Laurentinoe Colli Aniene, ipermercati Casilino edEuroma2, piccoli supermercati di viaBettini e via Cornelia).L’auspicio è di estendere l’iniziativa adaltri terr<strong>it</strong>ori e di incoraggiare Sezioni eCom<strong>it</strong>ati soci a promuovere iniziativelegate a questo tema ai quattro angolidella Cooperativa. Sempre magari incollaborazione con Telefono Rosa.e se domani«Il rapporto con Coop sicuramentecontinuerà – afferma e auspica MariaGabriella Carnieri Moscatelli, presidentenazionale del Telefono Rosa –:Coop realizza bellissimi progetti di solidarietàall’estero, ma dobbiamo guardareanche alla nostra società che si sta impoverendo,la gente è insoddisfatta, fragilee ciò determina la violenza». L’inv<strong>it</strong>o èa realizzare iniziative simili anche inItalia «promuovendo raccolte di fondi odestinando magari a progetti specificiuna parte dei punti donati dai soci».Intanto la Cooperativa, oltre all’iniziativaromana, lancia messaggi in busta: per laprecisione sulle buste del pane, in tutti ipunti vend<strong>it</strong>a di Unicoop Tirreno, apparirànella giornata del 25 novembre la frase“Per molte donne la violenza è panequotidiano” destinata a sensibilizzarepiù persone possibile. Iniziativa peraltrogià promossa nel 2007 nel solo terr<strong>it</strong>oriodella Val di Cornia in collaborazione conla Commissione Pari Opportun<strong>it</strong>à delComune di Piombino.■19Può raggiungere i 20 metri di altezzae un metro di diametro, produce tonnellatedi biomassa l’anno, talvolta ha effettiinfestanti. Ma dà un buon miele e legnada ardere. Che robinia!Io amo la robinia: il suo nome botanico esatto è “Robinia pseudoacacia” inonore di Jean Robin (1550-1629) che ne piantò i semi, venuti dall’Americae ne ottenne dei bellissimi alberi ornamentali, ben presto diffusi in tuttaEuropa. In Italia la robinia fu coltivata per la prima volta già nel 1602nell’Orto botanico di Padova. Alessandro Manzoni introdusse la robinianel giardino della sua bella villa di Brusuglio in Brianza e ne consigliò l’usoper il rimboschimento e il consolidamento dei terreni collinari erosi. Lerobinie crescono rapidamente e spontaneamente; producono in un annoin un ettaro venti tonnellate di biomassa avente un valore energeticoequivalente a quello di una diecina di tonnellate di petrolio. In qualchecaso crescono fin troppo, con effetti infestanti. I tronchi dir<strong>it</strong>ti delle robiniepossono superare i 15-20 metri di altezza e raggiungono, in pochi anni,un diametro anche di un metro sviluppando una gran massa di foglie e,quando è il periodo, grappoli di fiori bianchi. Le robinie si prestano benecome piante ornamentali nelle c<strong>it</strong>tà e nei parchi anche perché resistonobene all’inquinamento. Unico inconveniente i tronchi e i rami sono dotatidi spine. Con la loro facile diffusione e le radici profonde rappresentanoun economico e sicuro sistema di difesa del suolo contro l’erosione. Larobinia è una leguminosa, cioè una pianta capace di crescere senza bisognodi concimi perché fissa l’azoto atmosferico mediante batteri chesono presenti in speciali noduli nelle radici. Le foglie della robinia hanno,perciò, un elevato contenuto di proteine, da 200 a 250 grammi per chilogrammodi foglie secche, e sono quindi adatte per l’alimentazione delbestiame; inoltre le foglie che restano nel terreno rest<strong>it</strong>uiscono l’azotoal terreno stesso. I fiori della robinia attraggono le api che elaborano unmiele di qual<strong>it</strong>à, molto buono, commerciato come “miele di robinia (o diacacia)”; un ettaro di robinieto può dare anche 800 chili di questo miele.Il maggiore interesse merceologico riguarda il legno di robinia che è statoed è usato come combustibile perché brucia bene, con poco fumo anchequando è ancora umido, e con elevato potere calorifico. Oltre che comecombustibile tale legno, fra i più duri, resistente agli incendi, è moltoricercato sia per la fabbricazione di mobili, giocattoli di legno, parquet,addir<strong>it</strong>tura case, sia per l’impiego come pali e traversine, resistenti nelterreno senza bisogno di alcun trattamento con agenti chimici, spessoinquinanti, come creosoto o pentaclorofenolo. La robinia è diffusa in tuttii paesi dell’Europa centrale e orientale dove si stima una presenza di 2milioni di esemplari. In Ungheria esiste addir<strong>it</strong>tura un centro di ricerche,“Hungarobinia”, dedicato alla diffusione delle conoscenze scientifiche,ma soprattutto applicative della pianta e del suo legno.


intervista Marco Lami, Presidente Unicoop Tirrenopassaggio verso il futuroNuove aperture e nuovi magazzini, terziarizzazioni e messa a puntodella pol<strong>it</strong>ica commerciale. Ma anche qualche chiusura e dismissione,come la cessione di cinque punti vend<strong>it</strong>a campani. Passa da qui ilrilancio della Cooperativa verso una nuova fase di sviluppo.Ne parliamo con Marco Lami, presidente di Unicoop Tirreno.di Aldo Bassoni«È stata una decisione soffertama necessaria, che si inseriscein un piano più complessivodi riorganizzazione aziendale».Così il presidente di UnicoopTirreno Marco Lami spiegala cessione dell’ipermercato diTeverola, in provincia di Caserta,e dei supermercati di Nocera,Solofra, Castellammare di Stabiae Soccavo, ad una catena dellaGrande Distribuzione <strong>it</strong>alianaalleata di Coop nella CentraleNazionale Acquisti. In effetti lastoria della Cooperativa è costellata di ristrutturazioni– dalle antiche chiusure dei piccoli spacci cooperatividi quartiere alle più recenti fusioni con Coop Tevere eCoop Unione Ribolla – che hanno sempre comportatouna razionalizzazione della rete di vend<strong>it</strong>a in funzionedello sviluppo e della cresc<strong>it</strong>a compet<strong>it</strong>iva. Teverola e iquattro supermercati dell’area vesuviana rappresentanosolo il 15 per cento sul totale del fatturato campanodella Cooperativa, tuttavia è la prima volta che, sia pureattraverso il meccanismo della cessione, viene dismessoun punto vend<strong>it</strong>a inaugurato solo pochi anni fa. «InCampania i risultati calano per tutti – dice Lami – peròa Teverola c’è stata una serie di aperture probabilmenteeccessive che hanno esasperato la concorrenza rispettoalle reali potenzial<strong>it</strong>à del mercato locale, per cui ci siamoresi conto che non potevamo più sostenere una strutturain costante, pesante e irrimediabile perd<strong>it</strong>a».A quanto ammontano le perd<strong>it</strong>e di questi puntivend<strong>it</strong>a?«Complessivamente le perd<strong>it</strong>e dell’iper e dei quattro supermercatiammontano a circa 6 milioni di euro l’anno».Ci saranno conseguenze per il personale?«Non un posto di lavoro fisso andrà perduto. Voglio sottolineareil fatto che abbiamo condizionato l’accordo ad unadisponibil<strong>it</strong>à concreta del nostro interlocutore a prevedereun sistema importante di garanzie per i lavoratori. Dopo diche gli impegni dovranno passare al vaglio della trattativacon le organizzazioni sindacali per poi tradursi in una intesache recepisca tutti questi contenuti».E per i soci di quei terr<strong>it</strong>ori che impegni si sente diassumere la Cooperativa?«La Cooperativa sta studiando azioni a sostegno dei sociche desiderano utilizzare glialtri punti vend<strong>it</strong>a di UnicoopTirreno in Campania».Qualcuno potrebbe chiedersise Coop vende un iper equattro super perché nonè stata abbastanza bravaa raggiungere dei risultatisoddisfacenti.«Tutti i grandi gruppi che sisono insediati nel Mezzogiornod’Italia hanno avuto problemie posso dire senza timore diessere sment<strong>it</strong>o che chiunqueabbia effettuato interventi analoghi ai nostri ha incontratonon poche difficoltà. Inoltre tutti gli indicatori economicisi stanno aggravando rapidamente e pesantemente. Neimesi scorsi abbiamo vissuto una grande fiammata dell’inflazioneche noi stiamo cercando di non scaricare suiprezzi alla vend<strong>it</strong>a, la s<strong>it</strong>uazione di recessione nel paeseè ormai sotto gli occhi di tutti e non occorre ricordare ledifficoltà per il potere d’acquisto delle famiglie. A questosi è aggiunto proprio nelle ultime settimane l’aggravarsidella tempesta sui mercati finanziari con tutti gli elementid’instabil<strong>it</strong>à e di preoccupazione che ha prodotto. Questoha ovviamente ripercussioni sulle nostre attiv<strong>it</strong>à ancheperché alcuni di questi fattori sono molto più gravi inCampania rispetto alla s<strong>it</strong>uazione nazionale a cominciaredal potere d’acquisto ulteriormente lim<strong>it</strong>ato e dai tassidi occupazione sensibilmente più bassi».Non a caso persino una grande catena mondialecome Carrefour pare abbia messo in vend<strong>it</strong>a tuttii suoi punti vend<strong>it</strong>a s<strong>it</strong>uati al Sud. Ma non è chequeste cessioni preludono a un disimpegno dellaCooperativa dalla Campania?«Niente affatto. Noi confermiamo tutte le ragioni checi hanno portato a svilupparci a sud di Roma. Anzi, leoperazioni che abbiamo in corso tendono a miglioraresensibilmente i nostri risultati in modo particolare inCampania dove la Cooperativa ha intenzione di restare.Per fare questo occorre però che i conti economici dellaCooperativa siano compatibili con questa volontà. Dunque,non solo non è in discussione la presenza di Unicoop Tirrenoin Campania, ma vogliamo ricercare le necessarie alleanzeper affrontare adeguatamente gli impegni che impone unterr<strong>it</strong>orio difficile come quello campano».20


Che tipo di alleanze?«Io credo che tutta la cooperazione di consumatoridebba dare il suo contributo al mantenimento di unpresidio nazionale impegnandosi adeguatamente nellosviluppo al sud. Per ora lo sta facendo con le Cooppresenti in Puglia, Campania e Sicilia. Ma per averesuccesso questa strategia deve basarsi su risultatiche non mettano in discussione il bilancio di questecooperative».A propos<strong>it</strong>o di bilanci, complessivamente UnicoopTirreno come va?«I bilanci 2008 non saranno facili per nessuno, ma laCooperativa è solida. Le vend<strong>it</strong>e dei nostri supermercatisono ai primi posti tra le Coop a livello nazionale,Gestincoop, la rete che gestisce le medie e piccolestrutture, ottiene risultati eccellenti. È chiaro che ladifesa del potere d’acquisto dei nostri soci impone unsacrificio in termini di redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à e quindi non possiamocerto vantare risultati eccezionali. Ma la nostra missioneè quella di tutelare le tasche e la salute dei soci e deiconsumatori ed è per questo che ci stiamo attrezzandoal meglio. Per esempio, abbiamo appena lanciato unpaniere di prodotti a marchio Coop di primissimanecess<strong>it</strong>à fortemente scontati per andare incontroancora più efficacemente alle esigenze dei soci e deiconsumatori. Naturalmente bisogna far coincidere questiobiettivi con il miglioramento dei risultati economiciper mantenere alto il prestigio e la compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à delnostro marchio».Con quali prospettive?«Direi che si tratta di un passaggio verso il futuro. Lariorganizzazione della rete di vend<strong>it</strong>a non è fatta solo didismissioni. C’è la recente apertura degli ipermercati diQuarto e Roma Eur, di alcuni InCoop, c’è il nuovo centrodistribuzione di Anagni nato proprio per sostenere lo sviluppoal Sud, c’è l’apertura dei supermercati di Guidoniae Vignanello, a cui vanno aggiunte le ristrutturazionidei supermercati di Piombino, Livorno, Cerveteri e delcentro distribuzione di Vignale. Noi abbiamo il doveredi tutelare gli interessi dei nostri soci e lo faremo comesempre cercando di migliorare l’offerta commerciale e laqual<strong>it</strong>à del servizio. Tutto questo nel quadro di un pianotriennale di miglioramento che darà risultati nel tempo edi cui già il prossimo anno, grazie alle ultime importantidecisioni, cominceremo a vedere i primi effetti pos<strong>it</strong>iviper la Cooperativa e per i soci».■LE SCELTE DI COOPL’ipermercato Coop di Teverola, in provinciadi Napoli e tra breve anche quattro supermercatidell’area Vesuviana (Nocera, Solofra,Castellammare di Stabia e Soccavo) passerannosotto l’insegna Despar, una catenadella Grande Distribuzione <strong>it</strong>aliana alleata diCoop nella Centrale Nazionale Acquisti. Ladecisione fa parte di un progetto di riorganizzazioneaziendale insieme alle aperture degliiper di Quarto e Roma Eur, di alcuni InCoop,del nuovo centro distribuzione di Anagni e deidue nuovi supermercati di Guidonia (Roma) eVignanello (VT), le ristrutturazioni dei supermercatidi Piombino, Livorno, Cerveteri e delcentro di distribuzione Vignale, la terziarizzazionedi alcuni importanti servizi e la cessionedi alcuni punti vend<strong>it</strong>a che presentano da moltianni ormai risultati di gestione altamente negativia Livorno e a Roma. D’altra parte non èla prima volta che la Cooperativa intervienesulla rete di vend<strong>it</strong>a. Basta ripercorrerne lastoria, anche recente, con la chiusura addir<strong>it</strong>turadi un supermercato a Roma. Ma andandoancora più indietro nel tempo, possiamo c<strong>it</strong>aredecine di chiusure e ristrutturazioni chesono state indispensabili per lo sviluppo dellaCooperativa che, dalla sua nasc<strong>it</strong>a a Piombinonel lontano 1945, è diventata oggi una dellepiù importanti d’Italia.21


inforisparmia le energieAl via la nuova campagnia Coop su clima, efficienza e risparmio energetico.di Dario GuidiRisparmia le energie.La posta in gioco è elevata:mi. Il questionario fa parte difermare la “febbre delun k<strong>it</strong> che verrà consegnatoPianeta” che sta sconvolgendoa ogni famiglia partecipantegli equilibri climaticie che include un manuale in-e ambientali, facendo intravedereformativo sul risparmio ener-scenari da incubo pergetico tra le mura domesticheil prossimo futuro. Su questoe alcuni apparati (lampadineobiettivo – indicato unanimementea basso consumo energetico,come una prior<strong>it</strong>à as-riduttori di flusso) utili a limi-soluta – convergono gli sforz<strong>it</strong>are i consumi.intrapresi dai governi che,diario di bordoattraverso gli obblighi assuntiUna volta ricevuto il k<strong>it</strong> lecon il Protocollo di Kyoto,famiglie inizieranno il vero ehanno dato v<strong>it</strong>a a pol<strong>it</strong>icheproprio percorso della campagnadi sostenibil<strong>it</strong>à ambientalericevendo e scambiandofinalizzate in primo luogo ainformazioni sul risparmiorisparmiare energia e a renderneenergetico e cercando di mo-più efficienti gli usi.dificare i propri comportamentiLa Coop, attraverso numerose iniziative, ha da tempo e la propria casa in direzione della sostenibil<strong>it</strong>à. ProprioCampagna per la promozione di prodottimesso al centro della sua strategia ambientale a gli basso obiettivi consumo per energetico. raggiungere un campione così ampio diffuso suindicati dal Protocollo di Kyoto, rivolgendo particolare tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale è stato creato un s<strong>it</strong>o internetattenzione proprio al tema dell’efficienza e della razionalizzazionededicato alle famiglie (la parte pubblica è visibile a tuttidegli usi energetici. Il progetto Risparmia all’indirizzo risparmialeenergie.e-coop.<strong>it</strong>). Nel s<strong>it</strong>ole energie è solo l’ultimo tassello in ordine di tempo le famiglie potranno approfondire le informazioni giàdi questa pol<strong>it</strong>ica aziendale, ma ne rappresenta il punto contenute nel k<strong>it</strong>, dialogare tra loro attraverso il blog epiù alto in termini di innovazione e di coinvolgimento scambiarsi opinioni, porre domande e ricevere risposte siadel pubblico.dagli altri utenti che da un gruppo di esperti che fornirà unatutto casa e famigliaconsulenza specialistica a distanza. In questo modo ogniAl centro del progetto vi sono, infatti, 1.500 famiglie famiglia costruirà un “piano energetico familiare” e terràselezionate su base volontaria che, partecipando ad uno un diario di bordo in cui potrà appuntare dubbi, soluzioni,specifico percorso di formazione, potranno acquisire gli domande e suggerimenti da scambiare con le altre famiglie.strumenti teorici e pratici per cambiare i propri consumi E per verificare paso dopo passo i miglioramenti ottenutienergetici, offrendo così un contributo a quella “rivoluzionecompilerà, con cadenza quadrimestrale, i questionari dienergetica” che trova tra le mura domestiche un mon<strong>it</strong>oraggio provvisti di indicatori quant<strong>it</strong>ativi. Letturapassaggio fondamentale. Basti pensare che in Italia le voci che si affiancherà alla misurazione dei consumi rilevatadel riscaldamento invernale e del raffrescamento estivo da Enel con la stessa periodic<strong>it</strong>à.coprono circa un terzo del consumo energetico nazionale libero scambioe che gli studi condotti in materia indicano proprio in Ma le occasioni di confronto tra le famiglie potrannoquello residenziale un settore in cui si può fare molto per concretizzarsi, oltre che in modo virtuale, anche dal vivo,ridurre i consumi di elettric<strong>it</strong>à e carburanti. Il progetto con incontri, seminari e assemblee presso le cooperative.“Risparmia le energie”, promosso con la collaborazione Per semplificare e valorizzare questo aspetto ci saranno idi Enel, avrà una durata annuale (dal 10 novembre 2008 tutor, soci attivi delle cooperative che hanno la funzioneal 31 ottobre 2009) e prevede da un lato la diffusione di facil<strong>it</strong>are la partecipazione delle famiglie al progettodi informazioni e consigli sul risparmio energetico alle durante tutto l’anno. Obiettivo ultimo del progetto èfamiglie coinvolte e dall’altro il mon<strong>it</strong>oraggio dei consumi quello di comprendere in che modo e rispetto a quali temiin modo da verificare l’efficacia delle misure di risparmio le famiglie <strong>it</strong>aliane siano maggiormente sensibili e quantoe di efficienza proposte.siano disposte a modificare i comportamenti quotidianiAll’avvio del progetto i nuclei familiari saranno chiamati e le ab<strong>it</strong>udini di consumo energetico. Un’indicazione dia definire il loro profilo di consumatore energetico attraversovalore cruciale per comprendere in che modo la parte-un questionario la cui compilazione permetterà di cipazione e le scelte di tutti i giorni possano favorire unindividuare le cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à degli usi energetici domestici e le percorso di sostenibil<strong>it</strong>à ambientale che rappresenta peraree che necess<strong>it</strong>ano di interventi per contenere i consu-tutti il principale investimento per il futuro. ■22


infoindice di gradimentoPenne rigate Coop e penne rigateBarilla a confronto. Alle provedi gradimento di Pasta così,una delle iniziative organizzateda Unicoop Tirreno pertestare il gradimento dellapasta a marchio Coop, partecipanosabato 8 novembregli osp<strong>it</strong>i del Villaggio So.Spe,casa famiglia gest<strong>it</strong>a da Suor Paola edalla sua associazione di volontariato So.Spe. (Solidarietàe Speranza) che offre sostegno e recupero a ragazzemadri, bambini, adolescenti in difficoltà, ex detenuti.A fine pasto ciascuno potrà esprimere il suo giudiziosulle paste assaggiate compilando un’appos<strong>it</strong>a schedadi valutazione.“Pasta così” nasce dalla volontà di valutazione permigliorare sempre più la qual<strong>it</strong>à del prodotto a marchioinv<strong>it</strong>ando soci e consumatori a partecipare alle scelte chelo riguardano. Entro la fine del mese di novembre, il progettoapproderà alla Casa di reclusione di Porto Azzurroe al Ristorante San Giacomo sull’isola di Pianosa.appuntamento al cinemaTorna il cinema d’autore a Piombino. Date e t<strong>it</strong>oli delle proiezionia novembre e dicembre al cinema Metropol<strong>it</strong>an.Martedì 11 novembrePranzo di ferragostodi Gianni Di Gregorio con Valeria De Franciscis, Marina Cicciotti, Maria Cali,Grazia Cesarini Sforza, Alfonso Santagata, Gianni De Gregorio. Italia 2008- Vinc<strong>it</strong>ore del premio “Luigi De Laurentis” per la migliore opera prima alFestival di Venezia 2008, del premio “Francesco Pasinetti” (SNGCI) comemiglior film e del premio ISVEMA per un film opera prima o seconda.Martedì 18 novembreIl matrimonio di Lornadi Jean-Pierre e Luc Dardenne con Arta Dobroshi, Jérémie Renier, FabrizioRongione, Alban Ukaj, Morgan Marinne. Belgio/Francia/Italia 2008 - Vinc<strong>it</strong>oredel premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes 2008Mercoledì 26 novembreLa notte dei girasolidi Jorge Sanchez-Cabezudo con Carmelo Gomez, Jud<strong>it</strong>h Diakhate,Celso Bugallo, Manuel Moron, Mariano Alameda, Vicente Romero.Francia/Portogallo/Spagna 2006 - Presentato nella sezione “Giornatedegli Autori” al Festival di Venezia 2007Martedì 2 dicembreL’innocenza del peccatodi Claude Chabrol con Ludivine Sagnier, Beno<strong>it</strong> Magimel, François Berléand,Mathilda May, Caroline Sihol, Marie Bunel. Spagna 2007 - Presentatonella sezione FUORI CONCORSO al Festival di Venezia 2007Martedì 9 dicembreLa classedi Laurent Cantet con François Bégaudeau, Nassim Amrabt, LauraBaquela, Cherif Bounaidja Rachedi, Juliette Demaille. Francia 2008Vinc<strong>it</strong>ore del premio PALMA D’ORO al Festival di Cannes 2008Prezzi intero 4 euro, ridotto 3,50 euro (studenti, anziani soprai 65 anni, soci Unicoop Tirreno, tessere ARCI, AGIS, ACI)distinti salumiAlimentazione, benessere e gusto. Sono questi <strong>it</strong>emi che saranno trattati nel corso degli incontrisull’educazione al consumo consapevole con gli“studenti” dell’Univers<strong>it</strong>à 50&più presso il puntovend<strong>it</strong>a di Massa.Il “Piano di studi” contempla tre aree tematiche: laprima tratta di Alimentazione e salute con “Occhioall’etichetta”, “Occhio al frigo”, “La salute nella rete”nei giorni 10 novembre, 24 novembre, 15 dicembre;la seconda si sofferma su Alimentazione egusto: il cibo tra sapore e cultura e nello specifico“Distinti salumi” e “Le forme del latte” il 12 e il 26gennaio, “Del testarolo” e “Nei panni di una cipolla”il 9 e il 23 febbraio, “Vino quotidiano: storia, qual<strong>it</strong>àe terr<strong>it</strong>orio del vino dei Colli di Candia e Lunigiana”il 9 marzo e “Signore, Composte!” su marmellate,confetture, miele il 23 marzo; nella terza ci sono iTuristi responsabili con il progetto Mondovivo diUnicoop Tirreno (6 aprile). Chiude la kermesse lavis<strong>it</strong>a al forn<strong>it</strong>ore Coop La bottega di Adò.Stessi temi, con un occhio in più al biologico e all’ambiente,per gli studenti dell’Un<strong>it</strong>re di Venturina(LI), sempre da novembre ad aprile.All’importanza del benessere si ispira anche la 28° edizionedella maratona sportiva C<strong>it</strong>tà di Livorno sabato8 e domenica 9 novembre: stand e nutrizionista a curadella Sezione soci livornese per promuovere i contenutidella campagna Coop Alimenta il tuo benessere.Alimentazione infine ma finalizzata alla solidarietàquella che sforna pizza per Cuore di Coop, il progettodelle adozioni a distanza di Avsi e Unicoop Tirreno.La degustazione di pizze organizzata dal Com<strong>it</strong>atosoci di Monticiano (Sezione soci Est Maremma) conraccolta di fondi a favore del Sostegno a distanzaavrà luogo venerdì 28 novembre presso la pizzeria“Il Borgo” a Monticiano, preceduta dalla proiezionedi un filmato e di testimonianze su Cuore di Cooppresso la Sala ARCI.Info e prenotazioni tel. 0577756902-756262-756600.consigli per gli acquistiChi ne volesse sapere di più sulla spesa quotidianapuò chiedere la consulenza di una dietista. Si chiama Iltutor della spesa ed è un progetto di spesa guidataa cura di dietiste Coop all’interno dell’IperCoop delcentro commerciale Euroma2 tutti i martedì e giovedìdel mese di novembre dalle 16 alle 19.Ci sono percorsi standard sulla qual<strong>it</strong>à e la sicurezzaalimentare, sulle diete, sulle etichette, sulle patologiealimentari, sui principi della corretta alimentazione eci sono i percorsi su richiesta: uno o più consumatoriinteressati possono chiedere la consulenza delladietista su alcune tematiche alimentari.24


infola vetrina dei sociSOCI A TEATROI biglietti per gli spettacoli del teatro Goldoni di Livornoe del Moderno di Grosseto si possono acquistare presso ibox office dei punti vend<strong>it</strong>a di Viareggio, Carrara, LivornoLa Rosa, Rosignano, Cecina, Follonica e c/o il chiosco delcentro commerciale “Fonti del Corallo” di Livorno.Gli spettacoli da non perdere a novembre20 Carmen Consoli Teatro Saschall Firenze26 Mariangela Melato Teatro Verdi Pisa30 Vinicio Capossela Teatro Goldoni Livorno30 Winx on ice Nelson Mandela Forum FirenzeSpettacoli nei teatri convenzionati con sconti per i sociUnicoop Tirreno nel mese di novembreTeatro Goldoni Livorno11-12 Robin Hood il musical di Beppe Dati con M.Frattini, regia Christian Ginepro14 Orchestra filarmonica di Torino25-26 Il giorno della tartaruga commedia musicale conC. Noschese e C, Ginepro, regia Saverio MarconiTeatro Cral Eni Livorno13 Un insol<strong>it</strong>o connubio voce e fisarmonicaTeatro dei Concordi Campiglia Mar<strong>it</strong>tima (LI)20 Carnet de notes con Franca ValeriTeatro Moderno Grosseto23 Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello con L. Gullotta30 Play discipline sportive tra ironia e poesiaTeatro Eliseo Roma11-30 Re Lear di William Shakespeare con Eros PagniTeatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi Roma11 Un giorno d’estate di Jon Fosse (fino al 7 dicembre)Teatro Quirino Roma18 Todo Modo di Leonardo Sciascia (fino al 7 dicembre)Teatro Valle Roma25 Il Vangelo secondo Pilato regia Glauco Mauri (finoal 14 dicembre)Teatro dell’Opera Roma12-13-14-15-16-18 Der Rosenkavalier regia NicolasJoel musica di R. Straussin calendarioHanno fotografato la propria c<strong>it</strong>tà, Piombino – le suestrade, le piazze, i vicoli –, poi hanno scelto le foto piùbelle e ne hanno ricavato un calendario che venderannoa cavallo tra novembre e dicembre in Piazza “Tre orologi”e al mercatino di Natale. Il ricavato sarà destinatoalla comun<strong>it</strong>à felina e canile municipale, all’acquisto dimateriale per la casa famiglia “G. Senni” e all’adozionedi una panchina per la conservazione dell’arredo urbano.Ad insegnare ai bambini delle scuole (V elementari primocircolo didattico) le tecniche di scatto, le inquadrature,la messa a fuoco e quant’altro sono stati i fotografi delFotoclub Il Rivellino mentre alla realizzazione, promozionee diffusione del calendario ha contribu<strong>it</strong>o la Sezionesoci piombinese. L’idea del calendario, che ha il Patrociniodel Comune di Piombino, nasce dal progetto “C<strong>it</strong>tà deibambini” promosso dall’amministrazione comunale.verso il nuovo CdAdella CooperativaA metà 2009 dovrà essere rinnovato il Consigliod’amministrazione di Unicoop Tirreno. Le procedureper formare la lista dei candidati al nuovo CdA per iltriennio 2009-2011 sono part<strong>it</strong>e secondo le modal<strong>it</strong>àpreviste dallo Statuto della Cooperativa. Il primoatto è stato la ratifica da parte dell’attuale Cda dellaCommissione Elettorale che deve elaborare la listadei candidati. Ognuno dei 29 Com<strong>it</strong>ati direttivi delleSezioni soci ha nominato un suo delegato. Il presidentedella Commissione è stato nominato dall’attualeCdA ed è Stefano Bassi, presidente del DistrettoTirrenico Coop. La lista dovrà essere sottoposta alvoto dei soci nelle assemblee separate delle Sezionisoci del prossimo anno.superlaurea in cooperazioneSeconda edizione del Master univers<strong>it</strong>ario di primolivello in organizzazione e management delle impresecooperative, organizzato per l’anno 2008-2009 dallaFacoltà di economia dell’Univers<strong>it</strong>à degli studi diFirenze, insieme a Legacoop Toscana e la Scuola diMontelupo, ist<strong>it</strong>uto nazionale di formazione. 432 oredi didattica in aula con approfondimenti in disciplineeconomico-gestionali e 300 ore di stage in impresecooperative toscane. Le domande di ammissione vannopresentate entro il 5 dicembre. La quota d’iscrizione è di3.500 euro da pagarsi in due soluzioni di pari importo.Sono previste borse di studio a totale copertura dellaquota di iscrizione per gli studenti meno abbienti e piùmer<strong>it</strong>evoli. Le lezioni inizieranno il 5 febbraio 2009 esi terranno il giovedì pomeriggio, il venerdì (mattinae pomeriggio) e il sabato mattina.INFO www.unifi.<strong>it</strong>/momico, e-mail: impresa.cooperativa@unifi.<strong>it</strong>; segreteria amministrativa postlaurea,via Micheli 30, Firenze, tel. 0552756602, e-mail:postlaurea@adm.unifi.<strong>it</strong>25


infocosa mi regali?“Tanti Regali” è la nuova promozione rivolta a tutti i soci che nonhanno ancora un libretto di depos<strong>it</strong>o a risparmio presso la Coop. Dal3 novembre al 28 febbraio 2009 ad ogni nuovo socio prestatore verràofferto un buono spesa da 10 euro, un buono da 100 punti Fidel<strong>it</strong>y e unpraticissimo gettone apricarrello.di Barbara SordiniDurerà esattamente quattromesi, dal 3 novembreal 28 febbraio 2009. Conil nome di Tanti regaliUnicoop Tirreno lanciauna nuova promozione peroffrire ai soci la possibil<strong>it</strong>àdi indirizzare i loro risparmiverso approdi sicuri eremunerativi in un periodosempre più caratterizzatoda pericolose turbolenzefinanziarie. È la secondavolta che Coop puntasu una promozione perl’adesione di nuovi social Prest<strong>it</strong>o sociale, e lo faanche stavolta con un’offerta semplice ma allettante chesi propone di avvicinare tanti soci a una forma di risparmiogarant<strong>it</strong>a e conveniente che non ha mai smesso diincontrare il favore di decine di migliaia di risparmiatori.Basta aprire un libretto di depos<strong>it</strong>o con un versamentodi almeno 100 euro per aggiudicarsi un buono spesa da10 euro e un buono da 100 punti Fidel<strong>it</strong>y. In più, chiaprirà un libretto nell’amb<strong>it</strong>o di questa promozione avràin omaggio un praticissimo gettone apricarrello.Abbiamo parlato di questa nuova promozione con NicolaFedeli, responsabile Promozione e sviluppo Prest<strong>it</strong>o socialee Servizi finanziari di Unicoop Tirreno: «Negli ultimimesi abbiamo assist<strong>it</strong>o ad un andamento particolarmentenegativo della Borsa, contrassegnato per altro dallacrisi di molti e prestigiosi ist<strong>it</strong>uti di cred<strong>it</strong>o americani edeuropei. In questo scenario di mercato, Coop mantieneLIBRETTO COOPCosti zero e rendimento certo: ecco i numeri del Librettodi depos<strong>it</strong>o Coop.Spese di apertura 0Spese di chiusura 0Spese di gestione 0R<strong>it</strong>enuta fiscale 20%Tassi applicatiimportifino a 2.500 euro 2,20%da 2.500 a 15.000 euro 2,50%da 15.000 a 31.776 euro 3,30%stabili i tassi di interesse deilibretti di Prest<strong>it</strong>o sociale equindi si propone come unaforma di investimento semprepiù attraente per queirisparmiatori che amanoil binomio sicurezza e convenienza».Facile aderire allaPromozione “TantiRegali”: basta recars<strong>it</strong>asso lordoall’ufficio Prest<strong>it</strong>o socialepresso il punto vend<strong>it</strong>a diriferimento, compilarel’appos<strong>it</strong>a domanda e illibretto è sub<strong>it</strong>o aperto.Questa promozione arrivadopo quella svoltasi la scorsa primavera che ha vistol’attivazione di 4.255 nuovi soci prestatori in soli tremesi. Entrando nei dati tecnici riguardanti il librettodi Prest<strong>it</strong>o sociale, è da ricordare che Coop applica trediversi tassi di interesse a seconda delle diverse fasce:il 2,20 per cento lordo fino a depos<strong>it</strong>i di 2.500 euro; il2,50 per cento lordo da 2.500 euro a 15.000 euro; il3,30 per cento lordo da 15.000 a 31.776 euro (tettomassimo di depos<strong>it</strong>o). Ma i vantaggi non finiscono qui:ogni operazione sul libretto è a costo zero, compresi glieventuali pagamenti con la carta SocioCoop e gli inviidegli estratti conto mensili.La Cooperativa assicura inoltre il rimborso al socio euna corretta e rigorosa tutela del cap<strong>it</strong>ale garant<strong>it</strong>aprincipalmente dalla solid<strong>it</strong>à patrimoniale dell’aziendae, ovviamente, dal marchio Coop. ■26


novembre giugno 2008 2008SCEGLI IL CARRELLO.Risparmia ogni giorno sulla tua spesa di sempre.Il Carrello della Spesa è una garanzia di risparmio quotidiano.Ogni giorno, Unicoop Tirreno ti offre al miglior prezzo sul mercato una serie di prodotti necessariper la tua spesa: prodotti freschi, prodotti a marchio Coop e di marche leader. Tutti selezionati e tuttia qual<strong>it</strong>à garant<strong>it</strong>a. In questo modo la convenienza non viene lim<strong>it</strong>ata a poche offerte, ma comprende tuttii prodotti del Carrello. È un nuovo modo di risparmiare che solo Unicoop Tirreno sa darti, per veniredavvero incontro alle tue esigenze di risparmio e di sicurezza.


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ECCO IL NOSTRO CONTRIBUTOA UNA SANAECONOMIA FAMILIARE.1 kg=1€COOP TAGLIA IL PREZZO DEL PANE:DIAMO VALORE ALLE COSE BUONE.


alta pressioneSpesso non ha sintomi e la causaè per lo più sconosciuta.Ma con un corretto stile di v<strong>it</strong>aprevenire l’ipertensione si può.di Barbara BernardinisaluteSi dice sempre che l’età porta consiglio... ma anche qualcheacciacco, specialmente se la condotta alimentare e lo stiledi v<strong>it</strong>a non sono stati proprio impeccabili. Tra i disturbipiù comuni l’ipertensione, cioè l’aumento della pressionesanguigna che nelle persone sane si aggira intorno al valoredi 120/80 mmHg (millimetro di mercurio) o meno. Secondogli esperti almeno una persona su 4 in età adulta, avrebbevalori di pressione più elevati e sarebbe quindi “iperteso”,ma le stime sono probabilmente molto ottimistiche e sir<strong>it</strong>iene che i malati possano essere addir<strong>it</strong>tura il 50 percento in più. «È molto difficile dire quanti ipertesi ci sianoin Italia – spiega il professor Giuseppe Germanò, docentedi medicina interna presso l’Univers<strong>it</strong>à “La Sapienza” diRoma – perché molti pazienti non vengono diagnosticati».A prima vista può apparire come un controsenso perché,se di “malattia” si tratta, il paziente dovrebbe accusaresintomi di malessere, invece non è così.al massimo«In molte persone l’ipertensione è asintomatica e non cisi accorge del problema, altre volte compare un po’ di maldi testa, ma non è quasi mai tale da far sospettare unapatologia», continua Germanò. Eppure, specialmente allasoglia dei 70 anni, sarebbe bene controllare la pressioneabbastanza spesso perché dopo quest’età l’ipertensione


arriva a colpire addir<strong>it</strong>tura il 60 per centodelle persone, e non è cosa da trascurare.«Nelle persone più anziane si tratta per lopiù dell’aumento della pressione massima(il numero più alto tra i due che rappresentanola misura. Ad esempio: 130/80, ndr)dovuta a un progressivo irrigidimento dellearterie», afferma Germanò. Per spiegarequesto caso con una metafora molto grossolanasi può paragonare il nostro sistemacircolatorio al sistema idraulico di casache porta acqua ai rubinetti del bagno,alla lavatrice e al giardino. Proprio comei tubi del giardino i nostri vasi sanguignisono condutture che entrano in pressionequando si apre la pompa dell’acqua, chenel nostro caso è rappresentata dal cuoreche pompa flussi continui di sangue incircolo. I vasi si distendono e si rilassano ar<strong>it</strong>mo col batt<strong>it</strong>o cardiaco, sotto la spintadel sangue pompato nelle arterie. Succedecosì che quando il cuore immette il sanguenel tubo, cioè nell’arteria, questa si dilataentrando in pressione. È il momento dellapressione massima, o sistolica, che normalmentenon supera i 120 millimetri dimercurio. Una volta che il flusso è passato eil cuore si riempie per preparare una nuovaspinta le arterie si rilassano e la pressionediminuisce: è la cosiddetta minima, ovverola diastolica, che si aggira intorno agli 80mm/hg. La g<strong>it</strong>tata cardiaca, il volume delsangue, l’elastic<strong>it</strong>à dei vasi influenzanoquanto il sangue preme sulle pareti incondizioni di riposo, un valore che, secondoi medici, non dovrebbe mai superare il lim<strong>it</strong>emassimo di 140/90.non mi va giùOltre questo lim<strong>it</strong>e si parla, appunto, diipertensione. «La causa dell’ipertensioneè sconosciuta nel 95 per cento dei casi– aggiunge Germanò – tanto che si parlaspesso di ipertensione essenziale, cioènon se ne conosce l’origine». I geni, comesempre, fanno la loro parte e i figli digen<strong>it</strong>ori ipertesi tenderanno a diventareipertesi, ma conta ancora di più lo stile div<strong>it</strong>a. «L’obes<strong>it</strong>à rappresenta la condizionepiù comune che determina l’insorgeredell’ipertensione – riprende Germanò –,ma anche il fumo, una dieta troppo riccadi sale, e persino lo stress». Ebbene sì, lostress, perché il nostro sistema cardiocircolatorioin realtà è molto più complesso de<strong>it</strong>ubi del giardino e della pompa dell’acqua,è un vero organo che reagisce agli stimoli,anche quelli dell’adrenalina causati dallostress, ed è regolato da un complicatosistema di interazione tra molecole e ormoni come il cosiddetto “sistemarenina-angiotensina”. È proprio su questo sistema che agiscono lamaggior parte dei farmaci anti-ipertensivi, un trattamento sintomaticoche ha il solo scopo di tenere sotto controllo i livelli di pressione senzacurare la causa.buona condottaMa non è poco, perché l’ipertensione è causa di problemi cardiovascolari,infarti, ictus e danno renale. Condizioni che possono diventare fatali. «Ormaiè dimostrato che anche nelle persone che non hanno altri fattori di rischio,l’ipertensione da sola può essere gravemente dannosa e predisporre aqueste malattie – dice Germanò –: per questo va curata anche se non dànessun sintomo apparente». Di qui l’inv<strong>it</strong>o alla prevenzione, controllandosila pressione di tanto in tanto (1 volta alla settimana dopo i 70 anni) e ,se necessario, alla cura che, prima dei farmaci, consiste in una corretta“igiene di v<strong>it</strong>a”. Fare esercizio fisico, non fumare, r<strong>it</strong>rovare il peso formasono regole fondamentali; ma solo una persona su dieci recepisce questomessaggio. Sarà per questo che le stime dell’Organizzazione Mondialedella San<strong>it</strong>à dicono che entro il 2025 sarà iperteso il 29 per cento dellapopolazione mondiale.■50% i casi stimati di ipertensione non diagnosticata nella popolazioneItaliana.15% i pazienti con ipertensione diagnosticata e “sotto controllo”.2-3% gli adolescenti che presentano livelli di pressione superiori alla norma.10 Kg di peso corporeo in meno corrispondono a una riduzione dellapressione sistolica di 5-20 mm/Hg.Ridurre a meno di 6 grammi la quant<strong>it</strong>à di sale al giorno riduce lapressione di 2-8 mm/Hg.ENTRO CERTI LIMITILe regole contro la pressione alta.> Prevenire: misurare la pressione periodicamente, anche con il “fai date”. Ricordarsi in questo caso di attendere qualche minuto seduti primadi effettuare la misurazione.> Ev<strong>it</strong>are fumo ed eccesso di alcol.> Ridurre la quant<strong>it</strong>à di sale a meno di 6 grammi al giorno.> Mantenere o riconquistare il “peso forma”; ev<strong>it</strong>are l’obes<strong>it</strong>à.> Fare regolarmente esercizio fisico.> Non trascurare né sospendere autonomamente l’eventuale cura prescr<strong>it</strong>tadal medico.La scala della pressione> Pressione ottimale: massima inferiore a 120 mmHg, minima inferiorea 80 mmHg> Pressione normale: massima inferiore a 130 mmHg, minima inferiorea 85 mmHg> Pressione alta normale: massima da 130 a 139 mmHg, minima tra 85e 89 mmHg> Ipertensione lieve: massima da 140 a 159 mmHg, minima tra 90 e 99mmHg> Ipertensione moderata: massima da 160 a 179 mmHg, minima tra 100e 109 mmHg> Ipertensione grave: massima uguale o superiore a 180 mmHg, minimauguale o superiore a 110 mmHgINFO www.siia.<strong>it</strong> (Società Italiana per l’Ipertensione Arteriosa) riporta icontatti di tutti gli specialisti sull’ipertensione in tutte le regioni <strong>it</strong>aliane.Tel. 028901194938


salute sani & salviabbasso la febbreUno studio pubblicato sulla prestigiosarivista “The Lancet” sostiene che i bambiniche nel primo anno di v<strong>it</strong>a hannoricevuto dosi elevate di paracetamoloper combattere la febbre hanno il 46per cento di probabil<strong>it</strong>à in più di svilupparel’asma negli anni successivi. Laricerca, effettuata su 20mila bambiniin 31 paesi, è di quelle a cui fare attenzione,dato che il paracetamolo èl’unico farmaco utilizzato nei bambiniper combattere la febbre a causa dellefrequenti reazioni avverse che i piccolihanno nei confronti dell’aspirina.ABCibo di Eugenio Del Tomala sol<strong>it</strong>a minestraRispolveriamo vecchie minestre e minestronia base di verdure, legumi e cereali, forsepassati un po’ di moda ma ricchi di v<strong>it</strong>amine,minerali, fibre e antiossidanti.Sani e sazianti.non sono solocanzonetteCanticchiare mentalmente una canzoneaiuta i malati di Parkinson a camminaremeglio. Lo ha stabil<strong>it</strong>o una ricerca dell’Univers<strong>it</strong>àGiapponese di Tsu doveun gruppo di scienziati ha dimostratoscientificamente l’efficacia della terapiamusicale per aiutare i pazientiaffetti da questa gravissima malattia.Il meccanismo di azione della musicasarebbe legato al r<strong>it</strong>mo della melodiache agisce come regolatore sulle strutturecerebrali del movimento. Si trattadi un esercizio che si può apprenderein poche sessioni durante le quali ilterapista seleziona una canzone adattae insegna al paziente come seguire ilr<strong>it</strong>mo “mentale” camminando.sole neroÈ stato messo a punto dall’Ist<strong>it</strong>utoSant’Anna di Pisa una varietà di pomodorocon la buccia scura e la polpa rossache riunisce le proprietà nutrizionali dipomodoro, uva e mirtilli, arrivando acontenere una quant<strong>it</strong>à di antiossidantisuperiore a qualsiasi altro frutto. La nuovavarietà è frutto di una selezione naturaleed è stata realizzata senza ricorrere alletecnologie degli Ogm, ma incrociandovarietà particolarmente ricche di “antociani”,preziose molecole antiossidantiresponsabili della colorazione scura delnuovo pomodoro che si chiama appunto“Sun-Black” (“Sole nero”).39Vorrei spendere qualche parola in favore di tutte le minestre, sia quellericche di verdure, sia quelle con cereali e legumi (pasta e fagioli, riso elenticchie) che potrebbero rappresentare un’alternativa meno caloricadella sol<strong>it</strong>a pastasciutta.Le variazioni gastronomiche in tema di minestre sono infin<strong>it</strong>e nelle regioni<strong>it</strong>aliane, ma purtroppo si tratta di un piatto in declino insol<strong>it</strong>o o quasisconosciuto ai più giovani.Nel celebre La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene l’Artusi giàlamentava: “...una volta si diceva che la minestra era la biada dell’uomo,oggi i medici consigliano di mangiarne poca per non dilatare troppo lostomaco e per lasciare la prevalenza al nutrimento carneo”.Attenzione però, i tempi sono cambiati! L’Artusi si riferiva alla metàdell’Ottocento, quando si doveva affrontare il lavoro dei campi con unnutrimento inadeguato e la carne era un lusso per pochi. Oggi la sedentarietàè sempre più diffusa e l’offerta energetica del cibo è sovrabbondanteal punto da dover spesso ricorrere ai cibi light o alle minestre sane esazianti. Allora ben vengano le rievocazioni storico-gastronomiche deiminestroni e delle zuppe <strong>it</strong>aliane perché ci sono almeno due validi motiviper riproporli: aumentare il consumo giornaliero di verdure, patrimoniodi v<strong>it</strong>amine, minerali, antiossidanti e fibre vegetali, e favorire il senso disazietà con ingredienti che non apportano troppe calorie, specialmentequando si ev<strong>it</strong>ano cereali e legumi (comunque da utilizzare solo“passati”per chi ha problemi di colon irr<strong>it</strong>abile). Un minestrone vegetale, sia purecon 30-40 grammi di riso o di pastina, dovrebbe diventare una buonaab<strong>it</strong>udine anche per i più giovani. Meglio se le verdure sono fresche distagione ma per chi non può dedicare troppo tempo alla cucina andràbene anche un minestrone del supermercato, con gli ingredienti giàpul<strong>it</strong>i e preparati, senza dimenticare che esistono anche degli ottimiprodotti surgelati.


anca di provaTamponata la falla del sistemafinanziario con potenti iniezioni difiducia formato biglietto di banca,garant<strong>it</strong>i i prest<strong>it</strong>i interbancari,coperti gli ist<strong>it</strong>uti di cred<strong>it</strong>o dalrischio di crack, tranquillizzati(più o meno) i risparmiatori,resta l’incogn<strong>it</strong>a sul futuro dellacosiddetta economia reale.Come ne usciremo?di Aldo BassonidossierE ora? Cosa succederà quando la crisi mondiale dellafinanza si trasferirà con tutto il suo carico da novantasull’economia reale? Alcune fabbriche stanno già licenziando.Altre riducono la produzione e spediscono incassa integrazione migliaia di lavoratori. L’inflazione, ibassi salari e la precarietà voluti da chi ci promettevache privatizzazioni e liberismo economico erano il nostroradioso futuro sono l’incubo di milioni di famiglie chenon ce la fanno più a sostenere le rate del mutuo e ilcosto della v<strong>it</strong>a. Come è potuto accadere tutto questo?«Nel ‘29 successe esattamente la stessa cosa – dice ilpremio Nobel per l’economia, l’anziano Paul Samuelson,in una delle interviste che, nonostante i suoi 93 anni,non si stanca di concedere a chiunque faccia squillare ilsuo telefono nell’Ufficio del M<strong>it</strong> che occupa dagli anniQuaranta –. Il percorso che ci ha portato a questo puntoè identico – dice il vecchio economista – una ricettadiabolica fatta di avid<strong>it</strong>à, indeb<strong>it</strong>amento, speculazione, dicui l’America ancora una volta porta la responsabil<strong>it</strong>à».L’America, appunto, il paese-guida del cap<strong>it</strong>alismo, ilfaro dell’economia di mercato che, a partire dai primianni Ottanta, ha dato il via alle pol<strong>it</strong>iche neoliberiste chehanno trasformato l’economia globalizzata in un grandeT<strong>it</strong>anic con tanto di prima, seconda e terza classe, la piùnumerosa, la più esclusa, la più povera, la più esposta aifreddi gorghi della tempesta.


la macchina perfettaAi piani alti della finanza avevano inventatola macchina perfetta per realizzare il sognomillenario dell’homo sapiens: i soldi chegenerano soldi ovvero la fabbrica dellafelic<strong>it</strong>à formato banconota. Nel 2006 iprof<strong>it</strong>ti delle principali aziende quotate aWall Street derivavano per oltre il 33 percento da attiv<strong>it</strong>à finanziarie. Lo stesso èaccaduto in Italia. Senza contare l’intreccioperverso e pervasivo tra banche e industriee tra tutti i principali attori di questo ballettoglobale che il ministro Tremonti haribattezzato “mercatismo”. Ma qualcosanon ha funzionato. E così, l’estate scorsa,quando i bagliori del temporale che si stavaper abbattere sulle borse cominciavano ailluminare le notti afose delle c<strong>it</strong>y, nellatesta dei manager del disastro si fece largoun pensiero fisso: come scendere dallamontagna di carta straccia accumulata inalmeno dieci anni di finanza supercreativasenza farsi troppo male. Questi supermanagerhanno legato l’economia alle sorti diprodotti finanziari che, da strumenti nati perfar funzionare il mercato, si sono trasformatiin alimenti avariati da dare in pasto alsistema economico che si è poi preso unagrave intossicazione. Tutti ne hanno fattouso per arricchirsi, piazzandoli anche inItalia ad inconsapevoli invest<strong>it</strong>ori, piccoli egrandi industriali, perfino comuni, provincee regioni. Incentivati da generose stockoption (premi in azioni) questi padronidella finanza globale hanno impacchettatoe venduto sul mercato deb<strong>it</strong>i d’ogni generepur di conseguire utili. E sono riusc<strong>it</strong>i atrascinare nella loro catena di sant’Antoniosciami di consumatori incoraggiati aindeb<strong>it</strong>arsi fino al collo per comprare casesempre più belle e costose, mastodonticisuv e merci d’ogni genere all’euforicogrido di “comprate sub<strong>it</strong>o i vostri desideri”come se nessuno, alla fine, dovesse maipagarli davvero quei sogni prodotti dalconsumismo esasperato che, nello spaziodi pochi giorni, sono diventati l’incubo delmondo. Quando le loro fabbriche di salsicceavariate guadagnavano si sono riemp<strong>it</strong>i letasche. Appena hanno cominciato a perderese ne sono andati con le tasche piene diliquidazioni milionarie lasciando sul lastricoi dipendenti delle loro corporation e gliingenui risparmiatori che si sono fidati deiloro illusionismi.soldi a palateCosì, per salvare questa gente e le lorobanche d’affari, le autor<strong>it</strong>à monetarie e i41AFFARI NOSTRIIl mio conto corrente in banca è garant<strong>it</strong>o?Lo è fino a 103mila euro dal Fondo interbancario e fino a 50mila eurodallo Stato. La tutela si estende anche ai conti on line, agli assegni e ailibretti di risparmio nominativi.Il fondo interbancario copre anche obbligazioni, t<strong>it</strong>oli di stato,fondi di investimento e polizze?No, il fondo copre solo i depos<strong>it</strong>i e non gli investimenti.Se il mio investimento non va bene la banca è tenuta a informarmi?Sì, nel caso si registri una perd<strong>it</strong>a pari o superiore al 30% del cap<strong>it</strong>aleinvest<strong>it</strong>o, la banca ha l’obbligo di informare il cliente.Se la mia banca fallisce come recupero i miei soldi?Dopo tre mesi si avrà un rimborso di 20mila euro. Il resto viene rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>oin base ai tempi stabil<strong>it</strong>i dal liquidatore.Ho dei Bot in banca, corro rischi?No, perché il dossier t<strong>it</strong>oli è di proprietà del cliente e rimane separatorispetto alle attiv<strong>it</strong>à della banca. I t<strong>it</strong>oli di stato sono garant<strong>it</strong>i dallo Statoche si impegna a rest<strong>it</strong>uire a chi li sottoscrive, a scadenze prestabil<strong>it</strong>e, lasomma invest<strong>it</strong>a oltre a un interesse.I libretti postali sono garant<strong>it</strong>i?Sì, dalla Cassa Depos<strong>it</strong>i e Prest<strong>it</strong>i, una società per azioni controllataper il 70% dallo Stato attraverso il Tesoro e per la restante parte dafondazioni, soprattutto bancarie. Il loro livello di garanzia è dunque deltutto assimilabile a quello offerto dai t<strong>it</strong>oli di stato <strong>it</strong>aliani.Come faccio a scoprire se tra i t<strong>it</strong>oli che possiedo ci sono prodottidi banche fall<strong>it</strong>e o in crisi?È necessario rivolgersi allo sportello, ma se il consulente finanziario nonvi soddisfa, potete inviare una lettera di richiesta alla quale la bancadeve rispondere fornendo tutti i dettagli dell’investimento. Sul s<strong>it</strong>o diFederconsumatori (www.federconsumatori.<strong>it</strong>) ci sono i moduli giàpredisposti per inoltrare la richiesta di delucidazioni alla banca.governi “iniettano” quasi ogni giorno quant<strong>it</strong>à spropos<strong>it</strong>ate di denaro,cost<strong>it</strong>uiscono fondi, stanziano centinaia di miliardi di dollari e di euro.Soldi a palate che non si trovano mai quando c’è da finanziare la scuola,la san<strong>it</strong>à e le pensioni, ma che saltano fuori come niente quando c’è dimezzo la sorte dei potenti e il destino del “sistema”. Qualcuno ci dovràpur spiegare perché in tutti questi anni le banche centrali hanno costrettogli stati nazionali a tagliare i servizi e i salari, ma mettono sub<strong>it</strong>o manoal portafoglio quando le banche piangono. «Mettiamola così – affermaBrancaccio, docente di macroeconomia all’Univers<strong>it</strong>à del Sannio – le lobbiesfinanziarie contano molto di più di quelle pol<strong>it</strong>iche e sindacali».In realtà questo andazzo stava bene a tutti. Stava bene agli americaniche così potevano consumare ben al di sopra delle loro possibil<strong>it</strong>à, stavabene al resto del mondo, Italia compresa, che così potevano esportaremerci nel più grande mercato mondiale. Stava bene a chi comprava e achi vendeva. Stava bene alle banche, stava bene a Bush che così potevadestinare risorse alle armi da mandare sui teatri di guerra iracheni eafgani: 700 miliardi di dollari in cinque anni, l’equivalente più o menodel fondo stanziato da Paulson per acquistare dalle banche i t<strong>it</strong>oli spazzatura.L’economia rateale, il deb<strong>it</strong>o infin<strong>it</strong>o figlio della guerra infin<strong>it</strong>a, siè attorcigliato su se stesso come un serpente. E alla fine si è mangiatola coda. In realtà le banche non volevano che i deb<strong>it</strong>ori pagassero i lorodeb<strong>it</strong>i altrimenti non avrebbero potuto riciclarli come fonte primaria diprof<strong>it</strong>to costante assicurato, certificato con la tripla A dalle società dirating e piazzato sui mercati finanziari ombra, quelli sponsorizzati dallebanche ma che non risultano nei loro bilanci. Dice Zigmunt Bauman, ilteorico della società liquida: «L’odierna crisi finanziaria non è il risultato


del fallimento delle banche, al contrario è il frutto deltutto prevedibile del loro successo che consiste nell’avertrasformato milioni di persone in deb<strong>it</strong>ori cronici». Neconsegue che i veri nemici della finanza siamo noi,poveri pagatori in contanti, puntuali estingu<strong>it</strong>ori di ratee mutui, ottusi consumatori che comprano solo quelloche si possono permettere.in fin dei contiMa anche il cliente insolvente alla fine viene al pettine. Ecosì la crisi dei cosiddetti mutui subprime (“appena” 200miliardi di dollari concessi ad acquirenti americani pocoabbienti) ha scoperchiato il vaso di Pandora della finanzadrogata con il suo carattere speculativo e parass<strong>it</strong>ario dicui alla fine pagano il conto i comuni c<strong>it</strong>tadini nella lorotriplice veste di lavoratori, consumatori e risparmiatori,sfruttati tre volte da un sistema che non riconosce altrodio all’infuori del prof<strong>it</strong>to. Come lavoratori ci ha impover<strong>it</strong>ie precarizzati perché dovevamo contribuire a renderecompet<strong>it</strong>iva la nostra economia, come consumatori ci hatartassati con gli aumenti e costretti anche a indeb<strong>it</strong>arci,come risparmiatori ci vorrebbe spennare dei poveri averiche, pur tra mille difficoltà, abbiamo messo da parte.E ora? Torna la domanda cruciale a cui per ora nessunosa dare una risposta che non vada al di là dei proclamie delle astratte professioni di fede nelle capac<strong>it</strong>à autorigeneratricidel mercato. Sarà. Intanto i risparmiatori(quelli che avevano in mano t<strong>it</strong>oli e fondi “sicuri”, noni correntisti) hanno già perso tanti soldi. «Nessunproblema per i conti correnti che il Governo garantisceulteriormente fino a 50mila euro oltre alla garanziainterbancaria che arriva a 103mila euro – sottolineaRosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori –.Chi dice che i risparmiatori non perderanno nemmenoun centesimo dice il falso perché la garanzia dello Statoè solo sui conti correnti. Il risparmiatore non investe ipropri soldi sui conti correnti, ma compra t<strong>it</strong>oli pubblicie t<strong>it</strong>oli privati. Ma mentre i primi sono abbastanzasicuri i secondi non lo sono affatto, e quindi è bene cheognuno si preoccupi di conoscere esattamente la proprias<strong>it</strong>uazione finanziaria».che ne sarà di noiE domani? La crisi finanziaria prima o poi finirà e lasceràsul campo morti e fer<strong>it</strong>i. Ma in attesa che la finanzariprenda fiato e il sistema si rigeneri da sé o – più probabilmente– con l’aiuto dello Stato, che ne sarà di chilavora e deve pagare il mutuo, di chi perde il lavoro, dichi non lo trova e dei tanti giovani precari o disoccupati?Insomma, la cura dei governi funzionerà? «Non è dettoche la cura funzioni – risponde Emiliano Brancaccio –.Può darsi invece che la crisi finanziaria si estenda all’economiareale e allora i governi farebbero bene a decideredi avviare massicci programmi di investimenti pubblicia sostegno della produzione e dell’occupazione». Piùo meno quello che avvenne negli Stati Un<strong>it</strong>i negli AnniTrenta e che è passato alla storia come il new deal.«Già, ma allora c’era un economista che si chiamavaKeynes e soprattutto un presidente degli Stati Un<strong>it</strong>i dinome Roosevelt».■la fine di Wall StreetIntervista a T<strong>it</strong>o BoeriCosa cambia con la crisi dell’economia e della finanzamondiale? Lo abbiamo chiesto al professor T<strong>it</strong>o Boeri,docente di economia all’Univers<strong>it</strong>à Bocconi di Milano.«La tempesta che stiamo vivendo è la fine di Wall Streetcosì come l’abbiamo conosciuta in questi anni, la finedi alcuni gruppi finanziari e della libertà di cui hannogoduto. Insomma non è la fine del mercato in assoluto,ma la fine di questo mercato. Ricordiamo comunqueche la crisi che stiamo vivendo è soprattutto una crisidi fiducia e per questo è una crisi generale che non puòche essere temporanea».Cosa c’è da sistemare in termini di regole delgioco?«Certo c’è il problema di rafforzare le regolamentazioni.Poi è emerso chiaramente come l’Europa debba dotarsidi un’agenzia tecnica di vigilanza unica, altrimenti sicontinua a procedere in ordine sparso perdendo semprepiù peso sulla scena dell’economia mondiale. Poi, inquesta s<strong>it</strong>uazione, e penso soprattutto agli Stati Un<strong>it</strong>i,sono emersi anche i profondi difetti di chi avrebbe dovutovigilare e non lo ha fatto».Inev<strong>it</strong>abile in questo contesto l’intervento dello Stato?«Qualcuno deve riempire i vuoti prodotti da mercati cheavevano cessato di operare. Questo qualcuno non puòche essere lo Stato. Ma deve essere un intervento conprecisi lim<strong>it</strong>i temporali, tenuto il più lontano possibiledalla pol<strong>it</strong>ica e dalle mani dei governi».Pensando all’Italia, quel che si teme è l’impattodella crisi sulle famiglie.«Veniamo da una fase di ormai 15 anni nella quale i salarisono sostanzialmente rimasti piatti. È chiaro che in questocaso, ogni rallentamento dell’economia – e ora più che di rallentamentopossiamo parlare di recessione – diventa difficileda gestire e rischia di produrre effetti davvero pesanti».L’Italia è uno dei paesi dove sono più forti le diseguaglianzesociali…«L’aumento delle diseguaglianze c’è stato soprattutto neiprimi Anni Novanta. Ma poi resta il fatto che una fetta semprepiù consistente della popolazione, anche solo a frontedi una stagnazione del proprio redd<strong>it</strong>o, si sente impover<strong>it</strong>a,visto il contesto in cui ci troviamo. E dunque gli effetti dellacrisi si fanno sentire ancor più pesantemente».Guardando invece alle pol<strong>it</strong>iche economiche, come siesce da questa crisi? La Social card e i provvedimentidella finanziaria vanno nella direzione giusta?«La Social card non provoca nessun trasferimento aipoveri, ma è semplicemente un modo carino per nascondereil fatto che c’è stato un aumento delle tasse. Invecequello che dovrebbe fare il Governo è proprio abbassarele tasse, come promesso in campagna elettorale. È questoil modo per stimolare la domanda di beni e rimettere inmovimento il mercato del lavoro».La figura dei consumatori, dei loro dir<strong>it</strong>ti, puòessere una chiave su cui impostare pol<strong>it</strong>iche economicheper il futuro?42


«Purtroppo in Italia i consumatori sono ancora poca cosa,il peso delle loro associazioni è poco rilevante. E questopesa perché per aprire i mercati e avere più concorrenza,cosa di cui abbiamo grande bisogno, partire dai bisognidelle famiglie è fondamentale».ridimensionarela finanzaIntervista a Emiliano Brancaccio«L’economia mondiale non è in crisi solo per la mancanzadi fiducia, è in crisi perché la continua e progressiva erosionedei redd<strong>it</strong>i ha determinato un calo della domandamondiale». Emiliano Brancaccio, docente di macroeconomiapresso l’Univers<strong>it</strong>à del Sannio, ha le idee piuttostochiare sulle ragioni della crisi. Ma è scettico sugli effettibenefici delle misure di salvataggio delle banche messe inatto dagli Stati e teme che le conseguenze sull’economiareale saranno pesantissime se lo Stato non assume unruolo diretto nella raccolta e nell’orientamento dei flussidi denaro.Professor Brancaccio, finalmente il Nobel a unkeynesiano.«Ma quale keynesiano, Krugman è un economista cheadopera una metodologia di tipo neoclassico sulla qualepropone l’introduzione di moderate pol<strong>it</strong>iche keynesiane.Per esempio, la sua interpretazione di questa crisifinanziaria è di tipo psicologico e soggettivista».Cioè?«A suo parere la crisi scaturisce dall’incepparsi delmeccanismo della fiducia, una volta ripristinato il qualetutto r<strong>it</strong>ornerà a funzionare come prima».Invece?«Invece questa posizione è cr<strong>it</strong>icata da chi pensa chela crisi sia dovuta fondamentalmente a colossali sperequazion<strong>it</strong>ra prof<strong>it</strong>ti e salari che hanno determinatoun calo della domanda mondiale al quale fino ad orahanno fatto fronte gli Stati Un<strong>it</strong>i grazie all’indeb<strong>it</strong>amentocolossale dei consumatori che poi ha prodotto la crisidei subprime».Un sistema che a quanto pare è saltato...«Infatti, nel momento in cui il sistema finanziariodegli Stati Un<strong>it</strong>i va in crisi perché non è più in grado disostenere l’assorbimento delle merci in eccesso, quelloche ci rimane è un regime di bassi salari che generainev<strong>it</strong>abilmente una crisi della domanda da cui c’è daaspettarsi un ulteriore calo dei consumi con tutto quelloche ne consegue».Ma non crede che il problema della fiducia suimercati finanziari esista davvero?«Certamente esiste, ma questi interventi dei governia sostegno delle banche si lim<strong>it</strong>ano a risolvere soloil problema della fiducia dei mercati, mentre lascianoinsoluta la questione di fondo che è all’origine di questacrisi, e cioè una più equa distribuzione del redd<strong>it</strong>o. Equindi io temo che, se non ci saranno interventi direttia sostegno della domanda, il salvataggio della finanza si


iveli inefficace rispetto a una probabile crisi dei consumi,degli investimenti e dell’occupazione».Lei cosa propone?«Prima di tutto occorre ridimensionare i mercati finanziari,ma per fare questo serve che lo Stato non si lim<strong>it</strong>i a foraggiarele banche ma è necessario che assuma un ruolo diretto nellaraccolta e nell’orientamento dei flussi di denaro».In che modo?«Lo Stato intende intervenire a copertura dei deb<strong>it</strong>idelle banche acquistando azioni privilegiate, cioè senzadir<strong>it</strong>to di voto, invece dovrebbe entrare nella proprietàdelle banche altrimenti non potrà nemmeno rimuoverei manager incapaci, i quali continueranno ad operarecome prima».i risparmi dove li metto?Intervista a Beppe Scienza«Stare alla larga dal risparmio gest<strong>it</strong>o e scegliere inprima persona dove mettere i propri risparmi». Parola diBeppe Scienza, docente di matematica all’Univers<strong>it</strong>à diTorino, da anni in prima linea sul fronte della tutela deirisparmiatori con libri, articoli e interventi . «Non è veroche vi sia molta ignoranza finanziaria, come da un po’ripetono vari economisti al servizio di fondi comuni e gestioni.Un risparmiatore può far le scelte giuste, anche conpochissime conoscenze tecniche – continua il professore–, basta che segua pochi cr<strong>it</strong>eri semplici. Primo, rifiutarequalunque prodotto di cui non capisca alla perfezioneil funzionamento. Secondo, nel dubbio indirizzarsi versobuoni fruttiferi postali e t<strong>it</strong>oli di Stato».Mi permetto di aggiungere anche il Prest<strong>it</strong>o socialedelle Cooperative... Professore, però gli <strong>it</strong>aliani sifidano della propria banca.«Si fidano, perché dal 1929 mai nessuna banca <strong>it</strong>alianaè fall<strong>it</strong>a. La conseguenza è che così tendono a credereche anche le varie proposte d’investimento della bancasiano sicure. Errore! I soldi nei conti correnti sono sicuri,non i t<strong>it</strong>oli e le polizze che la banca propone».Come sarebbe?«Sarebbe che da quando le grosse banche sono stateprivatizzate, hanno cominciato a mettere i bastoni frale ruote di chi vuole gli investimenti più tradizionali etranquilli, per rifilargli invece fondi, gestioni e prodottiprevidenziali bislacchi».Può dimostrare quello che dice?«Circa dalla metà degli Anni Novanta le banche hannocominciato a scatenarsi per fare massimizzare i loroutili sommergendo i clienti di prodotti del risparmiogest<strong>it</strong>o. The Economist, precisamente nel numero del5 luglio 2003, riferiva di come tra il 1997 e il 2000,circa 280 miliardi di euro vennero spostati da t<strong>it</strong>oli diStato a fondi d’investimento. Le banche spingevanoquesti trasferimenti, perché coi fondi guadagnanomolti di più che con le commissioni d’acquisto chepaga chi fa da sé. La diffusione dei fondi comuni haspinto verso l’alto la redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à delle banche, scaricandoogni genere di rischio sui risparmiatori. Certoche qualche volta è andata anche bene. Ma l’ufficiostudi di Mediobanca ha dimostrato come alla lungail risparmio gest<strong>it</strong>o abbia regolarmente reso meno deibanalissimi Bot».Lei cosa allora suggerisce?«Intanto io suggerisco di disinvestire da qualunquegenere di fondo comune o gestione in fondi».Perché?«Da quando esistono, i fondi di investimento sono andatiregolarmente peggio dei mercati nei quali investivano, ifondi obbligazionari sono andati peggio di obbligazionie t<strong>it</strong>oli di Stato, i fondi azionari peggio delle azioni ecc. Epoi i fondi e le gestioni in fondi sono privi di trasparenza,non si sa cosa c’è dentro».Anche nei fondi pensione?«Certo. I fondi pensione potrebbero anche avere porcherianei portafogli, che tanto sono segreti. Infatti gli aderentiai fondi pensione non hanno dir<strong>it</strong>to di sapere quasi nullasu come vengono impiegati i loro soldi, tranne pochidati riassuntivi sulla ripartizione degli investimenti, maniente di più. Ecco perché chi ha trasfer<strong>it</strong>o il Tfr nei fondipensione incoraggiato da previsioni illusorie di facili emigliori rendimenti, corre il rischio di r<strong>it</strong>rovarsi tra 20 o30 anni con molto meno del suo collega di lavoro cheha tenuto il normale Tfr».Certo, un po’ dipende anche dalla capac<strong>it</strong>à di chigestisce i fondi, non crede?«Sì, ma dipende soprattutto dall’andamento dei mercatifinanziari; e, come confermano queste settimanedi crisi, gli andamenti dei mercati finanziari non sonoprevedibili, a differenza di quanto pretendono vari gurudell’economia».44


controcanto di T<strong>it</strong>o Cortese«il Prest<strong>it</strong>o socialeè solido,perché è solidala Cooperativa»La garanzia del Prest<strong>it</strong>o sibasa principalmente sullasolid<strong>it</strong>à della Cooperativae sull’impiego prudentedel risparmio. Tredomande fondamentalisul Prest<strong>it</strong>o sociale aFernando Pellegrini,responsabile finanzadi Unicoop Tirreno.cambia sistemaLa cr<strong>it</strong>ica di irresponsabil<strong>it</strong>à mossa da Putin al“sistema” Bush, espressione di un’economiacap<strong>it</strong>alistica senza regole che ha portatoall’arrembaggio finanziario globalizzato.L’attuale crisi finanziaria coinvolgeanche la Cooperativa?«L’attuale crisi finanziaria non coinvolge laCooperativa ma interessa principalmente epiù direttamente il sistema bancario internazionalee la capac<strong>it</strong>à di questo di adempiereagli obblighi verso i propri clienti».In che modo la Cooperativa garantiscela sicurezza del Prest<strong>it</strong>o sociale?«La garanzia sui Prest<strong>it</strong>i sociali che i socihanno confer<strong>it</strong>o alla Cooperativa risiedeprincipalmente nella solid<strong>it</strong>à dellaCooperativa, nella capac<strong>it</strong>à e nella forzapatrimoniale che detiene e che ha accumulatonegli anni della sua ultra sessantennaleesperienza fino a diventare una delle piùgrandi imprese cooperative del nostropaese. Questa solid<strong>it</strong>à nasce dall’esistenzastessa della Cooperativa, dalla sua estesarete di vend<strong>it</strong>a, e dal suo profondo radicamentoterr<strong>it</strong>oriale e sociale. Da qui, daquesto quotidiano lavoro di migliaia dipersone e attiv<strong>it</strong>à di vend<strong>it</strong>a sono trattele risorse economiche e finanziarie cherendono robusto il patrimonio della Coope quindi la sua capac<strong>it</strong>à di garantire latranquill<strong>it</strong>à del Prest<strong>it</strong>o sociale».Come vengono invest<strong>it</strong>i i risparmidei soci?«Le risorse della Cooperativa e il Prest<strong>it</strong>osociale sono utilizzati in investimenti finanziarie immobiliari secondo cr<strong>it</strong>eri di economic<strong>it</strong>àe prudenza, la cui composizione sibasa prevalentemente su t<strong>it</strong>oli di stato e suprodotti finanziari prontamente liquidabiliin modo da consentire sempre un rapido esicuro rimborso ai soci prestatori».45Nelle scorse settimane, quando la crisi finanziaria già scuoteva gli StatiUn<strong>it</strong>i influenzando tutti i mercati del mondo, il primo ministro russo Putinha usato parole dure per bollare la pol<strong>it</strong>ica dell’ex grande amico Bush:ha infatti accusato gli americani di “incapac<strong>it</strong>à di prendere decisioniadeguate” e ha denunciato “l’irresponsabil<strong>it</strong>à di un intero sistema cheha preteso una leadership mondiale”.Putin stesso, peraltro, ha dato una grande mano nell’ultimo decennio aconsolidare ed estendere il sistema ora chiamato in causa, che è direttaespressione di quell’economia cap<strong>it</strong>alistica non temperata da regoleche è stata importata in Russia e negli altri Paesi usc<strong>it</strong>i dall’esperienzadel comunismo del secolo scorso. Tanto che persino in Cina, dove pureil potere è rimasto nelle mani della vecchia oligarchia comunista, dilagaoggi quello che un tempo si chiamava cap<strong>it</strong>alismo selvaggio. Non ci sonodistinzioni ormai, sotto questo profilo, nel mondo: e appaiono davverosingolari, o piuttosto ipocr<strong>it</strong>i, lo stupore e l’indignazione manifestati un po’dovunque, Italia compresa, di fronte ai guasti largamente preannunciatidell’arrembaggio finanziario globalizzato. Se a prevalere è l’ideologia delfare denaro a ogni costo, ottenere il massimo prof<strong>it</strong>to senza guardareoltre, bandire ogni idea di solidarietà nell’organizzazione dell’economia,c’è poco da meravigliarsi dell’“irresponsabil<strong>it</strong>à” del sistema che ne deriva:chi si è fatto bandiera e strumento di arricchimenti fuori misura dovrebbeavere almeno il pudore di risparmiare le prediche a chi è rimasto v<strong>it</strong>timadella legge della jungla. E invece ci è toccato sentirle, anche da noi, questeprediche, proprio da chi ha scatenato l’assalto alle forme di salvaguardiasociale realizzate in decenni di progresso civile, l’attacco distruttivo allaprevidenza pubblica, alla san<strong>it</strong>à pubblica, all’istruzione pubblica, allacooperazione, alla tutela del lavoro e del risparmio.Quasi ottant’anni fa, di fronte a un’altra crisi devastante, la grande democraziaamericana reagì cambiando strada, si affidò a una pol<strong>it</strong>ica e a unpresidente capaci di dare al mercato regole rivolte all’interesse dell’interasocietà, non solo dei gruppi dominanti. L’augurio è che in questo novembre2008 sappia fare altrettanto, per il bene di tutti.


prodotti guida all’acquistoluci alla ribaltaVanno in pensione le vecchie lampadine a incandescenza: già tolte daipunti vend<strong>it</strong>a Coop nel 2010 spariranno dal commercio sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e dallefluorescenti compatte, un po’ più care ma più luminose e più durature.di Roberto Minn<strong>it</strong>iUna casa “ecologica” e meno dispendiosa. Un doppioobiettivo che in molti sognerebbero di realizzare, senon altro per alleggerire le bollette elettriche semprepiù impegnative in tempi di caro-petrolio. La soluzione,però, non è sempre complicata e dispendiosa. Per alcuniaccorgimenti basta prendere l’iniziativa e si può risparmiarepiù di quanto si pensa.Si può, per esempio, partire dalla luce. Il settoredell’illuminazione domestica ha, infatti, un’enormerilevanza energetica: secondo le stime dell’Enea laquota annua di energia elettrica destinata a tale uso è,complessivamente, superiore ai 7 miliardi di kilowattora,corrispondenti a circa il 13,5 per cento del consumo totaledi energia elettrica nel settore residenziale.Intervenire sull’illuminazione, dunque, può rilevarsi davveromolto interessante per chi vuole contenere le bollette.In più significa avvantaggiare l’ambiente: si riduce ilconsumo di combustibile, si inquina meno, si rende l’Italiapiù indipendente sotto il profilo dell’approvvigionamentodi energia.fuori commercioRispetto alla classica e vecchia lampadina a incandescenza(destinata a sparire dalla vend<strong>it</strong>a in Italia nel 2010, magià tolta dal commercio nei punti vend<strong>it</strong>a Coop), quellaa basso consumo o fluorescente compatta (Cfl) consentedi risparmiare fino all’80 per cento di elettric<strong>it</strong>à.Nulla a che vedere, insomma, con la cara e vecchialampada a incandescenza che ha uno scarsissimo rendimento(solo il 5 per cento dell’elettric<strong>it</strong>à consumataè convert<strong>it</strong>a in luce mentre il restante 95 è sprecato incalore). Certo, rispetto alla tradizionale lampadina, quellaa incandescenza ha il difetto di un costo di acquisto piùelevato, ma il risparmio è garant<strong>it</strong>o e la maggior spesaall’acquisto si recupera in tempi brevi. La v<strong>it</strong>a media diuna fluorescente, infatti, è notevolmente superiore: finoa 10mila ore, dieci volte la media del bulbo tradizionale.In più hanno una maggiore efficienza luminosa ed èproprio questa che le rende risparmiose sotto il profilodell’energia. Se infatti si considera il rapporto tra la luminos<strong>it</strong>à(misurata in lumen) e la potenza (misurata inwatt) si vedrà che mentre le lampade a incandescenzada 100W sono caratterizzate da un’efficienza luminosamodesta (14 lm/W) le Cfl corrispondenti da 20W hannoun’efficienza ben più elevata (60 lm/W). Basta dunquesost<strong>it</strong>uire anche solo tre lampadine tradizionali con trea basso consumo per avere la stessa quant<strong>it</strong>à di luce maridurre del 7 per cento i consumi annui totali di elettric<strong>it</strong>àcon un risparmio di circa 45 euro l’anno.energie sprecateIl segreto sta nella tecnologia: nel caso di una normalelampadina a incandescenza la corrente passa attraversouna spessa spirale di tungsteno che viene riscaldata fino46


lampadine a risparmio energeticomarca e modello Watt efficienza classe prezzo(lumen/Watt) energetica (euro)Philips Softone 20 58 A 14Beghelli Imediately 15 62,5 A 15Sylvania Mini-Lynx Spiral 20 47,5 B 8Osram El eco 21 21 60 A 17Osram Dulux El Globo 20 50 A 14Philips Sl 20 60 A 14Megaman 20 68,55 A 10,50Come scegliere una buona fluorescente? La rivista deiconsumatori francese 60 millions de consommateursha recentemente condotto un lungo test su diversi modelliin commercio e ha tratto dal lavoro di laboratoriouna serie di cr<strong>it</strong>eri di cui tenere conto per un acquistoconsapevole. Vediamo i principali.Equivalenza con le incandescenti. Le lampade a bassoconsumo sono concep<strong>it</strong>e per rimpiazzare le incandescentiper ciascuna gamma di potenza luminosa e il rapportotra le due è di cinque a uno: per esempio per sost<strong>it</strong>uireuna 100W a incandescenza bisogna scegliere una 20Wfluorescente. Tuttavia la prova d’uso ha dimostrato che lelampadine tradizionali fanno una luce più gradevole perl’occhio, sensibile alla brillantezza del filamento, rispettoalle fluorescenti che emettono una luce diffusa sull’interotubo, dunque è consigliabile una corrispondenza minore,di fattore 4: per sost<strong>it</strong>uire una 100W a incandescenza èmeglio scegliere una 25W fluorescente.Efficacia energetica. È il punto forte delle lampadinea basso consumo. È misurata con una scala che vadalla A (barra verde, la migliore) alla G (barra rossa,la meno buona): l’incandescente standard si collocanella E, l’alogena oscilla tra la C e la G, le buone fluorescentisi attestano sulla A. Attenzione però: alcunerivendicano abusivamente questa classe. Una sempliceverifica si può fare dividendo il valore del lumen peril watt (entrambi riportati nelle etichette): la classe Aè riservata alle lampade dai 50 lm/W in su (60 lm/Wè il massimo).Durata. Una buona fluorescente dura minimo 6mila ore,le migliori arrivano fino a 12mila. Tuttavia si constataqualche volta una durata molto inferiore: ciò dipendeo dalla cattiva qual<strong>it</strong>à della lampadina o dall’eccessivasollec<strong>it</strong>azione. In effetti oltre che al numero di accensionial giorno (meglio non superare il massimo di 8), bisognaconsiderare anche il tempo che le separa: se tra una el’altra trascorrono meno di due minuti, gli elettrodi dellalampadina si consumano rapidamente.a un paio di migliaia di gradi, in modo tale che essa producaluce. Il 90-95 per cento dell’energia impiegata vienetuttavia “bruciata”, solo il 5-10 per cento si trasformain luce vera e propria.Le fluorescenti compatte, invece, fanno parte della famigliadelle lampade a scarica e rappresentano la versionemoderna delle antiche lampade al neon. Il loro corpoin vetro è riemp<strong>it</strong>o con un gas di mercurio che vieneirradiato da una scarica elettrica, i raggi ultraviolettiemessi vengono poi trasformati da polveri fluorescenti inradiazioni luminose visibili. Nello zoccolo della lampada èsistemato l’impianto elettronico che permette, tra l’altro,alla lampade di avviarsi senza tremolii. Questo meccanismoconsente di utilizzare molto meglio l’energia e diconsumare fino all’80 per cento in meno di una lampadatradizionale per un’identica quant<strong>it</strong>à di luce.Anche per le lampadine a basso consumo c’è ovviamenteil rovescio della medaglia. Innanz<strong>it</strong>utto la presenza di mercurioe polveri fluorescenti, sostanze nocive per la salutedell’uomo e inquinanti per l’ambiente tanto che, giunte afine ciclo di v<strong>it</strong>a, vengono classificate, sia dalla normativaeuropea che <strong>it</strong>aliana, come rifiuti pericolosi. Non vannoin nessun caso gettate nella spazzatura né vanno rottema vanno riconsegnate presso i distributori di lampadeche hanno l’obbligo di riprenderle gratu<strong>it</strong>amente.Se il tubo si rompe inavvert<strong>it</strong>amente (ma è raro) ilmercurio si vaporizza istantaneamente senza rischioper la salute talmente la quant<strong>it</strong>à è piccola: tra l’1,5 e i5 milligrammi (massimo autorizzato), molto meno chenei vecchi termometri.■47


presidi Slow Foodr<strong>it</strong>ratto di signoraDa una tradizione familiare molisana la Signora, un salume antico chesa di finocchietto selvatico e agrumi.di Francesca BaldereschiLa Signora è un insaccato di carne suinatradizionale di Conca Casale, piccolo comunetra i monti sopra Venafro, in Molise. I segretidella sua preparazione sono custod<strong>it</strong>i daun piccolo gruppo di anziane signore cheperpetuano una tradizione norcina vecchiadi secoli. Come tutti i salumi tradizionali laSignora era prodotta solo nei giorni più rigididell’inverno, per essere consumata poi nella stagione estiva,destinata ai “signori”( il medico, il notaio ecc.) come omaggioper ricambiare una cortesia o un favore. Da ogni maiale sipoteva ricavare una sola Signora e quindi, inev<strong>it</strong>abilmente,il valore del salume aumentava. Oggi si utilizzano ancheparti della coscia e il controfiletto. La lavorazione inizia conlo sminuzzamento a punta di coltello delle carni, una partea grana fine e una parte a grana doppia per migliorarnel’amalgama; si procede, poi, alla concia con pepe nero ingrani, coriandolo, peperoncino rosso in polvere e finocchiettoselvatico. L’impasto è quindi lasciato maturare per alcune oreprima di procedere con l’insaccatura. Intanto il budello ciecodel maiale, la cosiddetta zia, viene accuratamente lavato, conun procedimento del tutto particolare che prevede l’utilizzodi farina grezza di mais, succo di arancia e limone, acetoe vino. L’insaccatura è effettuata a manocon l’ausilio di una specie di imbuto. Ed èquesta la fase in cui la perizia dell’artigianoassume un ruolo fondamentale: per unacorretta stagionatura, infatti, è necessarioche l’impasto sia distribu<strong>it</strong>o in modo piùche uniforme, avendo cura di riempire benetutte le pieghe del budello. A questo punto, ilsalume viene legato con uno spago e posto ad affumicare peralcuni giorni in locali idonei. La stagionatura, data la grandepezzatura, si protrae per almeno sei mesi, a seconda delledimensioni del budello. La produzione delle Signore fino apoco tempo fa era esclusivamente familiare ma, grazie allavoro del Presidio – appoggiato dall’amministrazione delpiccolo comune di Conca Casale –, un produttore ha decisodi produrre nuovamente per il mercato questo salumeantico. I suini sono biologici, allevati semibradi e alimentaticon scarti di cucina, vegetali e sfarinati; niente mangimi ointegratori. Ha il sapore e la consistenza di un salame crudoa grana grossa; in evidenza il finocchietto selvatico e unanota d’agrumi. Si taglia a fette spesse e tradizionalmentel’abbinamento ideale è con un rosso molisano, ad esempioun Biferno o un Molise Doc.nel carrello a cura di R<strong>it</strong>a Nannellia carte scoperteLontani i tempi in cui gli <strong>it</strong>aliani diffidavano della monetaelettronica in cresc<strong>it</strong>a di un più 3,5 per cento. Secondol’Osservatorio Assofin-Crif-Eurisko ad avere maggiorsuccesso nel 2007 le carte prepagate (+46,3 per cento),arrivate a quota 5,8 milioni. Piacciono soprattutto aigiovani che le preferiscono ai contanti per viaggi epassaggi a livelloQuali e quante bevande alcoliche possiamo concederciprima di metterci al volante? Non esistono livelli di consumoalcolico sicuri alla guida. Già un’alcolemia (tasso alcolico nelsangue) al di sotto di 0,5 grammi per l<strong>it</strong>ro di alcol – il lim<strong>it</strong>elegale del tasso alcolemico per la guida – corrisponde a unostato di ebbrezza che può abbassare la soglia di attenzione,ridurre la percezione del rischio e la prontezza dei riflessi.Mettono in guardia al riguardo le tabelle esposte in certilocali per obbligo di legge che consentono di fare, attraversosemplici calcoli, un’autovalutazione della concentrazionedi alcol nel sangue. A ogni bevanda corrisponde un livelloteorico di alcolemia che cambia a seconda del sesso, del49transazioni on line. Ma tra gli oltre 75 milioni di carte incircolazione anche le giovanissime contactless: sfruttandola tecnologia a sfioramento consentono pagamentidi piccoli importi avvicinando la carta a un lettore senzainserirla nel terminale e senza dig<strong>it</strong>are il pin. Ma perqueste siamo solo all’inizio.peso corporeo e della condizione dello stomaco (pienovuoto).Un bicchiere di vino a gradazione alcolica 12%bevuto a stomaco vuoto, per fare un esempio, producelivelli di alcolemia pari a 0,51 in una donna di 45 chili edi 0,35 in una donna di 65 chili; a stomaco pieno i valorisarebbero stati rispettivamente di 0,29 e 0,20. Lo stessobicchiere di vino, bevuto a digiuno da un uomo di 65 chilie da uno di 80, farebbe scendere i livelli a 0,27 nel primocaso e a 0,22 nel secondo; a stomaco pieno gli stessi casidarebbero rispettivamente 0,16 a 0,13. Se si assumono piùbevande alcoliche, basta sommare i valori indicati in tabellaper ciascuna bevanda consumata.


fiori di formaggioQui sono nati il mestieredel norcino, il tartufo nero,caciotte e caciocavalli.La terra magica e ancora“naturale” della Valnerina.di Eleonora Cozzellaprodotti tipicoQuesta era terra di transumanza. In inverno i pastoripartivano con i loro greggi per raggiungere le pianuredella Maremma e del Lazio. Poi a primavera tornavanocon gli animali nelle vallate ricche di prati della Valnerina,terra magica e verde tagliata dalle acque del fiume Nera.Oggi la transumanza è scomparsa, le pecore vengonoportate agli alpeggi montani d’estate mentre nelle vallatesi sono diffusi gli allevamenti di bovini da latte. Lattedi pecora e latte di vacca in quant<strong>it</strong>à tali da dar v<strong>it</strong>a auna produzione di formaggi importante. Ecco caciotte,caciocavallo, mozzarelle, pecorino e ricotta, special<strong>it</strong>à diquesto straordinario angolo di Umbria.Terra SantaMille chilometri quadrati, chiusi tra una corona di monti ein mezzo l’unica pianura, il Pian Grande di Castelluccio, a1.500 metri d’altezza. E dieci comuni – Cerreto di Spoleto,Cascia, Monteleone, Norcia, Poggiodomo, Preci, Scheggino,Sellano, Santa Anatolia, Vallo di Nera – che mettono insiemequindicimila ab<strong>it</strong>anti appena. Natura selvaggia e montagnedifficili da attraversare l’hanno resa per secoli un luogo mistico,tanto che da qui hanno preso il largo le storie spir<strong>it</strong>uali dipersonaggi come Santa R<strong>it</strong>a, San Benedetto, Santa Scolastica.Una terra magica, insomma, sotto la maestà dell’Appennino,dove la natura ha ancora il suo primato, segnando la geografiae i tempi della v<strong>it</strong>a, nonostante l’avanzare inesorabiledella modern<strong>it</strong>à. Qui, tra i profumi dei boschi, i corsi d’acqua,50


prodotti cotti & crudiin tutte le salseSalsa rossa o verde, rafano, senape o mostarda...tutte le salse che si sposano con il boll<strong>it</strong>o.di Silvia InghiramiL’accostamento di saporepiù particolare al boll<strong>it</strong>o èil rafano, la cui radice vienegrattugiata e addolc<strong>it</strong>a conun po’ di zucchero. La cucinaemiliana e piemonteseprevedono pangrattato eaceto (possibilmente balsamico),ma altre ricetteconsigliano di amalgamarlain cottura a burro, brodo,farina. Non mancano versionipiù golose in cui si aggiunge panna e senape.Anche della salsa verde, altra “sposa” ideale del boll<strong>it</strong>o,si trovano tanto nei libri di cucina quanto in commerciosvariate ricette: sol<strong>it</strong>amente gli ingredienti sono prezzemolo,acciughe, capperi, mollica di pane, aglio, olio eaceto, a piacere tuorli d’uovo sodo e un po’ di zucchero;esistono due varianti, una con l’aggiunta di passata dipomodoro, l’altra con un pizzico di peperoncino.Leggermente più laborioso il “bagnetto rosso”, per cui ènecessario far cuocere in pentola pomodori con aglio e cipollatr<strong>it</strong>ati (a piacere carota); una volta giunti a bollore unire aceto,zucchero e sale (eventualmente peperoncino) e poi cuocere percirca due ore. Dopo essere stata setacciata la salsa va rimessasul fornello finché non raggiunge una certa dens<strong>it</strong>à e infinecond<strong>it</strong>a con olio oppure mischiata alla senape.oggi sposiDal profumo intenso e dal sapore aspro, è la senape la vera“sposa” del boll<strong>it</strong>o, la più usata perché non richiede preparazione,si conserva agevolmente, non apporta troppe caloriee si può abbinare a numerosi piatti.La sua è una lunga storia: applicata nell’antich<strong>it</strong>à sullapelle per calmare i dolori muscolari e reumatici, parefosse già conosciuta in Cina 3.000 anni prima di Cristoe i Romani ne sfruttavano le proprietà antiossidanti perconservare frutta, verdura, succhi di frutta e mosto di vino,sfruttandone le proprietà antiossidanti. La salsa, ricavatadai semi, dovrebbe invece avere origini francesi: il mer<strong>it</strong>odell’invenzione se lo attribuiscono gli ab<strong>it</strong>anti di Digione,dove vi è infatti una lunga e riconosciuta tradizione,52ma la prima corporazionedi “senapieri” nacque nel1500 ad Orleans, e solo 50anni dopo fu la volta dellac<strong>it</strong>tà della Borgogna.Coltivata oggi su scala industriale,la senape provienesoprattutto da Francia eGermania; i semi macinativengono impastati con aceto,birra o vino e mescolaticon altri ingredienti. Vienechiamata anche mostarda (da mustum ardens, mostoche arde) secondo la tradizione francese (moutarde) einglese (mustard). Ciò genera confusione in Italia, doveper mostarda si intende una specie di macedonia di fruttasciroppata con semi, farina o olio di senape. Hanno in comunela provenienza dalla stessa pianta e l’abbinamentoideale con la carne boll<strong>it</strong>a.frutto mistoPreparata per secoli dalle famiglie contadine che univanofarina, senape, aceto, frutta (mele e pere acerbe) e mosto divino, oggi esistono mostarde diverse da local<strong>it</strong>à a local<strong>it</strong>à: lacremonese, più diffusa, dai coloratisismi frutti interi immersinello sciroppo (ciliege, pere, mele cotogne, mandarini, fichi,albicocche, pesche); la mantovana di mele cotogne, con fruttiinteri e sapore più delicato; la veneta (vicentina) a base dipolpa di mele cotogne con aggiunta di frutta cand<strong>it</strong>a; lamostarda di Voghera con frutta cand<strong>it</strong>a intera immersa insciroppo aromatizzato alla senape, apprezzata, secondoquanto riporterebbe una lettera al podestà della c<strong>it</strong>tadina,già nel XIV secolo da Gian Galeazzo Visconti.Anche quella astigiana è fatta con il mosto d’uva cotto efrutta di stagione, ma non presenta traccia di senape: gliintend<strong>it</strong>ori la accompagnano alla polenta, ai boll<strong>it</strong>i e aiformaggi stagionati ma la mangiano anche come un dolcefine pasto. Infine troviamo sotto il nome di mostarda lasiciliana, preparata con mosto cotto e farina di senape,che si usa servire come dessert a battesimi, cresime efidanzamenti, e la bolognese che è una marmellata dalsapore asprigno con cui si riempiono dolci e ravioli. ■


prodotto a marchiochi fa da séDal cacciav<strong>it</strong>e al seghetto, dal metro al martello alla lima: oltre cento attrezziper il fai da te a marchio Coop, sicuri, resistenti, adatti a diverse esigenze.di Anna SomenziSi sono spesi in Italia oltre10 miliardi di euro nel 2007in prodotti per il bricolagedomestico. Siamo ancora degliapprendisti rispetto adaltri paesi europei, come laGran Bretagna o la Francia,dove si spende il doppio, mai numeri in continua cresc<strong>it</strong>adimostrano quanto piacciaanche agli <strong>it</strong>aliani – e nonsolo agli uomini – il fai date, sistemare un rubinetto,preparare e appendere dellemensole, cambiare una serratura.Il vero bricoleur nascespinto dalla necess<strong>it</strong>à di fareun po’ di manutenzione allacasa o alla macchina, poipassa rapidamente a qualchelavoro di falegnameria.Basta avere gli attrezzi giusti.mani d’oroCoop offre in questo settore una linea di 115 attrezzi:dal cacciav<strong>it</strong>e a taglio alle lime, dai martelli ai seghetti,dalle pinze alle spatole alle livelle. Pensati per un consumatorenon professionista, sono prodotti sicuri, adattia diverse esigenze. La resistenza di gran parte degliattrezzi è certificata dal marchio di qual<strong>it</strong>à/sicurezzaGS, un marchio volontario, apprezzato e considerato alivello europeo che garantisceappunto la prestazione dell’utensilee l’impiego in condizionidi sicurezza. La linea diutensileria manuale Cooppone particolare attenzione aicr<strong>it</strong>eri di ergonomia: i manicidi cacciav<strong>it</strong>e, pinze, tronchesiecc. sono in bi-materiale, conla parte da impugnare (quellagrigia) in materiale antiscivoloper facil<strong>it</strong>are e rendere sicuroil loro utilizzo. ■A CHIARE LETTERELe informazioni che accompagnano gli attrezzi sono chiaree fanno riferimento al loro corretto utilizzo e alle lorospecifiche caratteristiche. Tutti i prodotti sono realizzatisecondo il protocollo Sa8000 che garantisce la tutela deidir<strong>it</strong>ti dei lavoratori; sulle confezioni è riportato il marchioGS, un marchio volontario che certifica la qual<strong>it</strong>à deiprodotti. C’è anche l’etichetta grigia Coop per l’ambienteper un corretto smaltimento dei materiali d’imballo.53In offerta soci dal 16 al 30 novembrein tutti i punti vend<strong>it</strong>a di Unicoop TirrenoBis padelle CoopDiametro cm 24 e 28Acciaio inox 18/10Triplo fondoManico soft-touchAdatta a qualsiasi fonte di calorePrezzo soci: 31,50 euro (non soci 39,90 euro)


il frantoio sul lagoProducono olio, marmellate,miele, cosmetici.La famiglia Battaglinie la sua azienda-frantoiosul lago di Bolsena, forn<strong>it</strong>oridi pâté e olio alla Coop.di Cristina Vaianiprodotti dal forn<strong>it</strong>oreVedi le dolci colline sul lago e sub<strong>it</strong>o capisci da dove provienel’armonia di quel sapore e quel colore verde dai riflessi dorati.Implicati nella singolar<strong>it</strong>à di quest’olio, sintesi ed equilibrioarmonici di amaro e pungente, sono l’aria salubre, la naturavulcanica del terreno e la “giusta” vicinanza del lago che,almeno a giudicare dalla bontà dei risultati, cost<strong>it</strong>uisconoun microclima ottimale alla coltivazione dell’olivo. Tanto cheviene quasi da chiedersi: ma è un olio diverso quello chenasce sul lago? «Senza dubbio l’olio risente dell’ambiente,del clima, del tipo di terreno e dell’esposizione a mezzogiorno– risponde Andrea Battaglini che insieme al padre Brunoe al fratello Stefano manda avanti il frantoio e l’azienda difamiglia –. L’uliveto è esposto al sole, il terreno è vulcanico,in zona collinare, quella che dà i frutti migliori. All’armoniadel gusto contribuisce poi la “giusta” combinazione dellequattro varietà di olive (moraiolo, caninese, frantoio, leccino)che da sempre coltiviamo». Completano l’opera i “segretidi famiglia” di cui sono depos<strong>it</strong>ari unici il figlio e i nipoti delcapostip<strong>it</strong>e Nazareno che, acquistando i terreni già coltivatia olivi, in collina e al sole, e un frantoio tradizionale, cost<strong>it</strong>uìnel 1935 il primo nucleo di quella che sarebbe diventatal’azienda agricola Battaglini di oggi.ne abbiamo da vendereBruno, l’indiscusso pilastro aziendale anche alla venerandaetà di 84 anni, e i figli Andrea e Stefano hanno realizzatonuove piantagioni – l’azienda ammonta a 35 ettari di cui14 coltivati a olivi per un totale di circa 5.000 piante dellequattro varietà –, si sono messi a produrre e selezionareinfin<strong>it</strong>e altre special<strong>it</strong>à – dalle salse ai pâté alle marmellate –,hanno aperto un punto vend<strong>it</strong>a diretto e ricavato graziosi


agr<strong>it</strong>urismo dai vecchi casali del nonnoe dall’antico frantoio. Basta entrare nelnegozio attiguo al frantoio per farsiun’idea di quanto i Battaglini ne abbianoletteralmente... da vendere.Pâté, salse, creme, sott’oli, spezie essiccate,marmellate, miele (anche biologico),aceto balsamico e ovviamentel’olio extravergine di oliva nelle versionifruttato leggero, affiorato, biologico,speziato e aromatizzato alla paprica,al ginepro, alla salvia, al rosmarino,al tartufo, ai porcini, al basilico, perc<strong>it</strong>arne alcuni. E a ciascun olio la suabottiglia: la marasca, la quadrotta, larotonda, l’elegantissima, la dorica, lacostolata, la magnum. Ma non è tuttoqui l’assortimento Battaglini. A ben guardareci sono anche le creme viso, corpo e mani, glishampoo, i solari e le saponette, perché incasa Battaglini si producono anche cosmetici,ovviamente all’olio extravergine d’oliva.Di tanta bontà ha approf<strong>it</strong>tato UnicoopTirreno inserendo in tutti gli Iper e i Superdel Lazio l’olio extravergine Frantoio AnticaTuscia 75 cl mentre in esclusiva per l’Iperdi V<strong>it</strong>erbo ha scelto la linea dei condimentiFattoria Antica Tuscia – Il parco delle delizieche comprende le salse Rossa bruschetta,Tartufella, Rucola, Piccantina, Funghi, le cremeOlive e peperoni, Carciofi, Olive e melanzane,il Crostino di fegatini.gira mondoExtraordinary, magnificient, sensational, nonserve conoscere la lingua inglese per cogliereil significato dei commenti che arrivanoall’indirizzo di posta elettronica del frantoiodi Bolsena. C’è anche chi si definisce simpaticamente“desperate” per aver terminato...la scorta d’olio e così l’olio Battaglini volaa Berlino, in Olanda, Francia, a Londra, inDanimarca, Giappone, Stati Un<strong>it</strong>i.Tra i migliori oli d’Italia, amatissimo daglistranieri, non passa anno che non compaiain prestigiose riviste specializzate e nelleguide ai migliori oli d’Italia di qual<strong>it</strong>à accertatae ai migliori extravergini di Slow Foode dell’Associazione <strong>it</strong>aliana sommelier.La lista dei riconoscimenti, delle menzionie dei premi è poi interminabile. Tanto perc<strong>it</strong>are i più recenti, 5 olive con lode è ilpunteggio massimo che gli accordano ifrancesi nel 2003, è tra i migliori oli di olivadel mondo in tutte le classifiche stilate da<strong>it</strong>edeschi, svetta tra le top 5 olandesi nel2007 e si aggiudica il quarto posto all’edizione2008 della Fiera internazionaledegli oli biologici di Norimberga.a cura diMa da dove viene tutta questa qual<strong>it</strong>à? «È la cura incondizionatadelle olive, dalla coltivazione alla raccolta alla macinazione, a farela differenza», lascia intendere Battaglini chiarendo che a volteanche semplici accorgimenti che possono sembrare irrilevanti,come la scelta della cassetta per raccogliere le olive, contribuisconoad innalzare la qual<strong>it</strong>à del prodotto. Insomma si punta tuttosulla valorizzazione e sulla cura della materia prima seguendocon esperienza e rigore i vari passaggi dell’<strong>it</strong>er produttivo, dallepratiche agronomiche alla trasformazione con tecnologia a ciclocontinuo, a freddo, nel frantoio biologico aziendale.«Influiscono sulla qual<strong>it</strong>à finale il metodo di coltivazione e quello diraccolta – spiega Battaglini – che viene fatta a mano direttamentedalla pianta, il controllo rigoroso delle piante e dei parass<strong>it</strong>i maanche tutta una serie di accorgimenti, ad esempio nella fase diraccolta, destinati ad ev<strong>it</strong>are che l’oliva si rovini. Ai fini della qual<strong>it</strong>àsono importanti anche il lavaggio, lo scarto delle olive troppopiccole o rovinate; bisogna inoltre ev<strong>it</strong>are che durante la lavorazione lapolpa delle olive entri in contatto con l’ossigeno e ridurre quanto piùpossibile il tempo tra il momento della raccolta e quello della mol<strong>it</strong>ura:più passano le ore più l’oliva si deteriora. Per conservare al meglio lenaturali sostanze contenute nelle olive fresche, queste devono essereinfine mol<strong>it</strong>e a freddo (temp. max 27° C) entro 12/24 ore dalla raccolta».Insomma non c’è tempo da perdere.la macina del tempoEcco perché nel momento di punta, da fine ottobre a fine dicembre, nel frantoiosi avvicendano più persone: via via che si raccolgono, le olive vengonoindirizzate al frantoio, attraversano un percorso di vasche, tubi, lavatrici,frang<strong>it</strong>oi, dove vengono lavate, defogliate e macinate con tutti i noccioli. Lapolpa così ottenuta passa nelle centrifughe dove viene separata dai nocciolie dall’acqua e sgorga dal rubinetto liscia… come l’olio. Che, a secondadelle necess<strong>it</strong>à, viene imbottigliato direttamente alla fonte o trasfer<strong>it</strong>o nellecisterne dove è conservato sotto azoto in locale climatizzato.In un’ora si ottengono all’incirca 300 chilogrammi di olio ma le olive sono tante:«prestiamo anche servizio di mol<strong>it</strong>ura per conto terzi; chi vuole può portarci leproprie olive su appuntamento e noi le maciniamo». Ed è ammesso il baratto:«a volte ci pagano con lo stesso olio che produciamo per loro».Inoltre c’è il negozio, sempre aperto, «facciamo vis<strong>it</strong>e guidate e degustazioni,soprattutto d’estate, anche a tema». E ricorda quella volta che fuorganizzata la degustazione per gli appassionati delle Cinquecento e ilpiazzale dell’azienda si riempì di auto d’epoca.■AZIENDA AGRICOLA E FRANTOIO BATTAGLINIVia Cassia Km 111,700 - Bolsena (VT) - tel.-fax 0761798847e-mail: oliodibolsena@frantoiobattaglini.<strong>it</strong>; www.frantoiobattaglini.<strong>it</strong>Per avere i prodotti Battaglini direttamente a domicilio inviare una mail oaccedere alla vend<strong>it</strong>a on line attraverso appos<strong>it</strong>o link presente sul s<strong>it</strong>o.Per soggiornare negli agr<strong>it</strong>urismo Battaglini www.agr<strong>it</strong>urismo-bolsena.<strong>it</strong>; e-mail: battaglini@agr<strong>it</strong>urismo-bolsena.<strong>it</strong>55


a tavola ricette a cura di Paola Ramagli foto Carlo Bonazzaconsigli dietetici a cura di Chiara Milanesi, nutrizionistaQuant<strong>it</strong>à nutrienti/bilancio nutrienti:scarso ● sufficiente ●● buono ●●●menu con la polentasformato di polentae provolapolenta al neroIngredientiper 4 persone:1 confezionedi polenta rapidakg 1 di seppie½ bicchieredi vino bianco½ bicchiere di olioextravergine d’oliva1 cucchiaio di conservadi pomodorocipolla, prezzemoloaglio, peperoncinobrodo di pesce q.b.sale e pepepreparazione:tempo:30 min.costo:Ingredienti per 4 persone:g 350 di farina di maisg 120 di speckaffettato sottileg 250 di provola dolcedl 5 di latteg 50 di farina biancag 50 di burrog 150 di parmigianograttugiato2 spicchi d’agliosale e pepePreparare la polenta con 1,25 l<strong>it</strong>ri di acqua salata quindiincorporare e amalgamare lo speck tagliato a pezzetti erosolato con l’aglio e mettere il composto in uno stampo.Fare fondere in un tegame il burro, aggiungere la farinabianca e mescolare lontano dal fuoco. Diluire la pastellaottenuta con il latte, aggiustare di sale e far addensaresul fuoco. Unire a fuoco spento alla crema ottenuta laprovola a scaglie e il parmigiano, pepare e mescolarefinché i formaggi saranno fusi. Sformare la polenta su unpiatto da portata, versare sopra la salsa e servire.LA DIETISTA 620 Kcal a porzionepreparazione:tempo:40 min.costo:Carboidrati ●●● Proteine ●● Grassi ●●● Colesterolo ●●Più attenti e pronti a scuola con questo piatto ricco dizinco (mais), selenio (speck), calcio e magnesio dellaprovola.Valido abbinamento un Chiaretto del GardaDoc (rosato) fresco e piacevole.Tr<strong>it</strong>are la cipolla con l’aglio, il prezzemolo e il peperoncinoe farla rosolare nell’olio. Unire le seppie tagliate a listarellee private delle vescichette d’inchiostro (da conservare)e farle insaporire aggiungendo il vino e la conserva.Fare cuocere fin quando saranno morbide aggiungendose necessario, il brodo di pesce. Unire, quando sarannoquasi cotte, le vescichette d’inchiostro e fare addensareil sugo. Preparare una polentina, metterla su un vassoioe condirla con il sugo nero.LA DIETISTA 420 Kcal a porzioneCarboidrati ●●● Proteine ●● Grassi ● ColesteroloLo zinco, abbondante nelle seppie e nel mais, e gli antiossidantidelle verdure ci proteggono da virus e batteri.Con la polenta e il nero di seppia suggeriamo unrosso d’annata, a scelta, di media robustezza,ma non troppo tannico.56


cestini di polentacon salsicciaIngredienti per 4 persone:g 600 di farina di mais8 salsiccepassata di pomodoro4 scalogni1 costa di sedano2 spicchi d’aglio1 mazzetto di basilicoolio extravergine d’olivasale e pepepreparazione:tempo:40 min.costo:polenta e prugneIngredienti per 4 persone:g 350 di farina di maisg 500 di prugne secchedl 5 di latteg 100 di burrog 10 di zuccherocannella in polveresalepreparazione:tempo:30 min.costo:Tr<strong>it</strong>are l’aglio, gli scalogni e il sedano e fare soffriggerenell’olio aggiungendo il basilico e il pomodoro. Aggiungerele salsicce spellate e tagliate a pezzi, aggiustare di salee pepe e lasciare cuocere per circa 30 minuti. Fare lapolenta, preparare dei cestini quando è ancora ben caldae versarvi sopra il sugo.LA DIETISTA 810 Kcal a porzioneCarboidrati ●●● Proteine ● Grassi ●●● Colesterolo ●●Piatto antianemico grazie allo scalogno ricco di ferro diorigine vegetale, biodisponibile come quello della carnestagionata di maiale.Una buona idea potrebbe essere una Barberapiemontese.Preparare la polenta con il latte, 7,5 dl d’acqua e unpizzico di sale. Lavare e snocciolare le prugne, farle cuocereper 30 minuti a fuoco basso aggiungendo l’acquaquando occorre, la cannella e lo zucchero. Sgocciolare leprugne appena cotte e condirle con metà burro. Versarela polenta nei piatti, distribuirvi sopra il burro rimasto ele prugne. Servire ben caldo.LA DIETISTA 390 Kcal a porzioneCarboidrati ●●● Proteine ●● Grassi ● Colesterolo ●Un dolce adatto anche ai celiaci. Non c’è glutine, mamolto calcio, molte proteine e il prezioso potassio di cuisono ricche le prugne secche.57


semiseriadi Simona Marchinila v<strong>it</strong>a è bella......basta sapersi rinnovare.CULTURA,TEMPO LIBERO,INNOVAZIONEOggi voglio raccontare una bella storia, spunto di riflessionee fonte di incoraggiamento a vivere. Sì, perché trai danni del consumismo e del liberismo selvaggio, il piùgrave è la negazione del futuro. Pensateci bene: tuttospinge a mordere la v<strong>it</strong>a al momento, senza progettoe senza programma. C’era una volta una giovinettavenuta dall’Umbria con gli studi magistrali grazie aisacrifici della mamma sarta e del babbo capocantiere.La Rosanna trova lavoro come tata presso una buonafamiglia romana e cresce due bambini che le restanoaffezionatissimi. Poi trova un’altra famiglia con cuiresta altri 12 anni e così via, fino alla pensione. LaRosanna compra una casina coi risparmi in periferiae vive di ricordi, di fotografie, e di periodici incontricon i suoi “bambini”. Compie 70 e poi 80 anni. Un belgiorno, all’ottantaduesimo compleanno, dà una festain un ristorante famoso e inv<strong>it</strong>a i suoi “figlioli”, almenoquelli presenti in c<strong>it</strong>tà. Al brindisi finale annuncia:“Ragazzi miei adorati, vi ho voluti qui per salutarvi,perché mi trasferisco in Marocco”. Tutti restano sbalord<strong>it</strong>i!E lei: “Sì, proprio così. Ho comprato una bellacasa, ho anche la cameriera, sapete?”. “Ma come fai,tata, con il francese?” chiedono loro. Rosanna: “Beh,lo imparerò, no?“.Baci, abbracci, lacrime, raccomandazioni. Dopo qualchemese due suoi “figli” vanno a trovarla. Una regina! Nelquartiere è bastato chiedere di Rosanna per sentirsirispondere: “Maman Rosanna? El hab<strong>it</strong>e la bas!” E lei,rosea e felice, li ha accolti nella sua piccola reggia conl’entusiasmo di chi ricomincia daccapo. Non pensate checi sia qualcosa da imparare? Sul coraggio, sull’amoreper la v<strong>it</strong>a, sulla voglia di futuro.Diario di un tatooggi il baby s<strong>it</strong>ter è maschio.Acqua tonicagli sport che si fanno in piscina.58


diario di un tatoPazienza, disponibil<strong>it</strong>à, fantasia, capac<strong>it</strong>à di capire i bambini.Chi lo ha detto che la baby s<strong>it</strong>ter non può essere maschio?di Barbara AutuoriTramontata da un pezzo l’epoca delle tate stile MaryPoppins, inizia adesso quella del baby s<strong>it</strong>ter maschio.Una tendenza inglese dal momento che a Londra edintorni sono sempre di più le famiglie che affidanoi pargoli invece che alla tradizionale nanny (la tatanostrana) al manny (dall’unione di man e nanny). Unmaschio, insomma, che si occupa della cura ed educazionedei bambini di casa con grande professional<strong>it</strong>à.Una scelta che può presentare dei vantaggi rispettoalla tradizionale figura femminile? «In termini assoluti,avere un maschio o una femmina come baby s<strong>it</strong>ternon fa una grossa differenza – spiega la psicologaSusanna Coen Pirani –. La capac<strong>it</strong>à di entrare insintonia con i bambini prescinde dal sesso. Un uomopuò avere le qual<strong>it</strong>à per svolgere questo lavoro tantoquanto una donna».gioco da ragazziPazienza, disponibil<strong>it</strong>à, fantasia, creativ<strong>it</strong>à, doti indispensabiliper chi si occupa di bambini, che non sonoesclusivo monopolio del gentil sesso. «Anzi. Non èraro che nel gioco, dove la regressione all’infanzia ènecessaria per raggiungere il terreno dei più piccoli,gli uomini siano più bravi». Eterno Peter Pan o meno,il baby s<strong>it</strong>ter maschio può avere un suo ruolo ins<strong>it</strong>uazioni particolari. «Penso alle mamme single o aquelle famiglie dove la figura paterna è più assente– afferma l’esperta –. In questi casi, soprattutto inpresenza di figli maschi, un tato può rappresentare unbuon punto di riferimento, a patto che sappia essereautorevole senza rinunciare all’affettiv<strong>it</strong>à». A spezzareuna lancia a favore del baby s<strong>it</strong>ter in pantaloni èCaterina Mirenzi, t<strong>it</strong>olare della C/Work Agency diRoma che fa ricerca e selezione di personale in questoamb<strong>it</strong>o. «Mi cap<strong>it</strong>a spesso di fare colloqui con ragazziadattissimi per questo lavoro: si tratta soprattuttodi giovani studenti che vogliono fare gli insegnanti,che hanno già avuto esperienze nei campi estivi perbambini o che fanno gli allenatori. Figure che proponiamo,per esempio, a famiglie con figli in età scolare».Ugualmente efficienti delle colleghe nello svolgere letipiche incombenze, dall’accompagnamento allo sportall’assistenza nei comp<strong>it</strong>i, sono magari più disponibilia improvvisare una part<strong>it</strong>a di pallone o una corsa inbicicletta al parco. continua >>59


secondo tradizioneNonostante questo, però, la risposta da parte dellefamiglie <strong>it</strong>aliane non sembra per il momento del tuttoentusiastica. «La maggior parte non l’ha mai preso inconsiderazione (almeno fino ad oggi). Culturalmenteè ancora considerata una “cosa strana”», confermaMirenzi. Resistenze che affondano le radici in paurea volte inconfessabili. «L’interesse di un uomo versoi bambini susc<strong>it</strong>a sempre molti sospetti di morbos<strong>it</strong>à– spiega Coen Pirani –. Nell’immaginario collettivopoi chi accudisce i nostri figli resta sempre una figurafemminile». Un approccio molto tradizionalista, difficilema non impossibile da modificare, così come dimostral’esperienza di Arianna Garlati. Educatrice di scuoladell’infanzia a Milano e mamma di Lorenzo e Giulio nonha dubbi: «Il baby s<strong>it</strong>ter maschio l’ho provato e me lotengo ben stretto». Da quasi due anni, infatti, a prendersicura dei suoi due maschietti di sette e tre anni e mezzoc’è Matteo, 22 anni, studente univers<strong>it</strong>ario. «La scelta– ammette Arianna – è stata del tutto casuale: ero allaricerca di una baby s<strong>it</strong>ter e Matteo, che conoscevo giàcome ex alunno, si è fatto avanti».un baby s<strong>it</strong>ter in famigliaSeppur agevolata dalla precedente conoscenza, tuttavia,questa candidatura inaspettata qualche perpless<strong>it</strong>à l’hasollevata anche in Arianna e suo mar<strong>it</strong>o: «Ci impensierivasoprattutto la gestione del più piccolo, dal pannolinoalla nanna. Ma dopo un breve “inserimento”, Matteoè diventato anche più bravo di noi». Responsabile,disponibile, sempre pronto a giocare con i bambiniin modo creativo ma, allo stesso tempo, autorevole ecapace di far rispettare le regole fondamentali, Matteoper Arianna e i suoi è diventato non solo un aiuto domesticoprezioso ma praticamente uno della famiglia.«I bambini lo adorano, noi ci fidiamo ciecamente di lui:certo, la gente si stupisce di vederlo arrivare a scuolao in piscina e, soprattutto all’inizio, le altre mamme michiedevano se mi fidassi». Condizionamenti culturaliche, in un primo momento, non hanno risparmiatoneppure il papà di Lorenzo e Giulio: «Era scettico eforse anche un po’ geloso – riflette Arianna –. Ma ogn<strong>it</strong>imore è svan<strong>it</strong>o non appena ha visto quanto fosserofelici i nostri figli per il loro baby s<strong>it</strong>ter».Alla faccia dei pregiudizi.■A PROVA DI BIMBOEcco qualche consiglio utile per scegliere il/lababy s<strong>it</strong>ter, in gonnella o pantaloni che sia.> Non focalizzarsi solo sulle esperienze specifichedel candidato: spesso quello che contadi più non è nel curriculum. Un colloquio informale,magari un caffè a quattr’occhi, puòessere utile per approfondire la conoscenza.> Assistere a una prova con i bambini: il coinvolgimentoin un’attiv<strong>it</strong>à quotidiana è un testvalido per valutare pazienza e disponibil<strong>it</strong>à.> Non sottovalutare il gradimento dei bambini:non sempre quello che piace ai gen<strong>it</strong>oricoincide con ciò che serve ai figli.60NANNY CERCASIDal passaparola agli annunci sulle bachechedi asili nido, ludoteche e scuole: diverse lemodal<strong>it</strong>à per trovare un/una baby s<strong>it</strong>ter esempre più numerosi gli indirizzi on line dovesi incrociano domanda e offerta. Ecconealcuni:> Su www.mamma.<strong>it</strong>, www.bambinopoli.<strong>it</strong> e www.gliaffidabili.<strong>it</strong> si trovano archivi edatabase che raccolgono richieste e offerte dilavoro su tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale.> Molto diffuse anche le agenzie che selezionanofigure professionali per esigenze più specifichecome nel caso della C/Work Agency diRoma (www.c-workagency.com) o di www.totalnannies.com e www.nannytata.comper chi cerca baby s<strong>it</strong>ter straniere.


a veloc<strong>it</strong>àspazialeSatell<strong>it</strong>i e sonde in gare diveloc<strong>it</strong>à interstellare.di Paolo VolpiniCon le proprie gambe non si va molto lontano: l’uomo piùveloce del mondo, il recordman olimpico Usain Bolt, ha corsoi 100 metri piani in 9,69 secondi, a una media di “appena”37,157 Km/h. Dopo i cavalli, i treni, le auto e gli aerei, il genereumano si è lanciato nell’esplorazione dello spazio, raggiungendoveloc<strong>it</strong>à che fino a un secolo fa appartenevano al mondodella fantascienza. Vi è mai cap<strong>it</strong>ato di avvistare un satell<strong>it</strong>eartificiale, un puntino luminoso che si muove velocementetra le stelle? Vi siete chiesti “a quanto va?”.Prendiamo ad esempio la ISS (Stazione SpazialeInternazionale), attualmente in orb<strong>it</strong>a con un equipaggiodi 3 astronauti a bordo.La ISS ruota intorno alla Terra a circa 350 km di quota,alla fantastica veloc<strong>it</strong>à di 7,7 km al secondo, pari a circa27.700 km/h.Questo significa che gli astronauti percorrono un’orb<strong>it</strong>ain 91 minuti. In altre parole, fanno il giro del mondoquasi 16 volte al giorno!Se in un lontano futuro dovessero entrare in funzionegli autovelox anche nello spazio, la “polizia orb<strong>it</strong>ale”avrebbe il suo bel daffare per tarare le veloc<strong>it</strong>à massimeconsent<strong>it</strong>e. In ver<strong>it</strong>à, per viaggiare verso altri pianeti ènecessario preoccuparsi della veloc<strong>it</strong>à minima, cioè almeno11,2 Km al secondo (cioè 40.300 Km/h), la cosiddetta“veloc<strong>it</strong>à di fuga” che consente di sfuggire alla grav<strong>it</strong>àdel nostro pianeta. Vediamo alcuni record detenuti dallesonde interplanetarie.La sonda Voyager 1 è l’oggetto costru<strong>it</strong>o dall’uomopiù lontano dal nostro pianeta: si trova ormai a oltre 16miliardi di km dalla Terra e si sta allontanando dal SistemaSolare a una veloc<strong>it</strong>à di 17 km/sec (61.200 Km/h).Ma tra le sonde attualmente in funzione la più veloce èla New Horizons, diretta verso Plutone a 64.800 km/h(18 Km/sec). La veloc<strong>it</strong>à di punta, raggiunta al passaggiovicino al pianeta Giove, è stata di ben 82.800 Km/h (23Km/sec). Il record assoluto fu però stabil<strong>it</strong>o nel lontano1976, dalla sonda Helios 2, diretta verso il Sole: siavvicinò alla nostra stella alla strabiliante veloc<strong>it</strong>à di250mila Km/h (circa 70 Km/sec).■61tempi moderni a cura di R<strong>it</strong>a Nannellinoi siamo i giovaniLeggono il doppio dei maschi, vedono più film e spettacol<strong>it</strong>eatrali, ascoltano più musica, vis<strong>it</strong>ano di più mostre emusei. Dai dati dell’ultima indagine Nielsen sul mondogiovanile le ragazze tra i 14 e i 24 anni hanno una marciain più in tutte le attiv<strong>it</strong>à culturali, anche in quelle legatea internet e alla tecnologia. Attive e interessatissime aisocial network e ai blog, in realtà una vera e propriamania trasversale con una cresc<strong>it</strong>a tra il 2007 e il 2008del 45 per cento. Differenze di sesso a parte, ai giovanipiace soprattutto la musica (62 per cento le ragazze, 46i ragazzi), segu<strong>it</strong>a con un po’ di distacco da cinema, Tv,libri. Passioni sempre meno forti col passare dell’età.libero accessorioPiccola guida agli accessori di moda questo autunnoinverno.Perché la differenza la fanno i dettagli...> Chiamateli scarpe alte o stivaletti corti, basta calzarli.Di moda anche stivali altissimi ben oltre il ginocchio escarpe-piedistallo con tacchi a spillo o zeppe – ancheinsieme – alte fino a 18 centimetri. Strano, ma sonocomode.> Stufe delle calze in tinta un<strong>it</strong>a? Sbizzarr<strong>it</strong>evi con collantcolorati e fantasia e calze a rete.> La borsa è a busta, piccola, dalla caratteristica formarettangolare e piatta. Da portare in mano o sottobraccio,di giorno e di sera.> Cinture basse su gonne a v<strong>it</strong>a alta, su cardigan epersino sui cappotti.> Nero o coloratissimo, in forme raffinate, guai a usciresenza ombrello anche quando c’è il sole.> Qualunque cosa “abbiate in testa” l’importante è chesia appariscente e originale: scegliete cappelli frivoli,fiori grandi.> Se possibile anche più grandi della stagione passata. Percollane e bracciali via libera alla fantasia e al colore.> Un tocco di rosso fuoco al guardaroba... con i guantialla mano.> Collane, braccialetti, cinture, occhiali da sole, borse:gli accessori vanno indossati tutti insieme, senza badareagli eccessi.


acqua tonicaPer lo sci, il tennis, il karatè, la bicicletta. L’allenamento oggisi fa in piscina, esercizi aerobici e di resistenza, più equilibrio e agil<strong>it</strong>àe ovviamente muscoli tonici.di Benedetta D’AlessandroAllenarsi sospesi nell’acqua, con la sensazione di leggerezzae agil<strong>it</strong>à come non cap<strong>it</strong>a sulla terraferma. E usciredalla vasca ancora più tonici e preparati ad affrontare lesfide sportive più classiche. Il training in acqua finalizzatoalla preparazione per le più tradizionali attiv<strong>it</strong>à sportiveda terra è, infatti, sempre più diffuso nelle piscine d’Italia.«Si tratta senza dubbio di una delle ultime nov<strong>it</strong>à in fattodi attiv<strong>it</strong>à fisica in vasca – conferma Paolo Michielotto,docente di f<strong>it</strong>ness in acqua alla facoltà di Scienze motoriedell’Univers<strong>it</strong>à di Torino –. L’allenamento in acquaconsente, infatti, un lavoro molto intenso, necessarioper esempio a chi svolge attiv<strong>it</strong>à agonistica, ma con unsovraccarico lim<strong>it</strong>ato: in questo modo il rischio di traumiè ridotto al minimo».stasera mi buttoIn acqua, infatti, si mettono in moto gli stessi muscoliimpegnati nell’attiv<strong>it</strong>à a terra, ma l’assenza di grav<strong>it</strong>àalleggerisce il peso che normalmente si scarica su schienae articolazioni. «A questo si associano poi lavori aerobici,muscolari e di resistenza che possono essere finalizzatiall’allenamento di discipline specifiche». Dalla biciclettaa tutti gli sport da combattimento, passando per lo scifino ad arrivare al tennis e al golf. «Per attiv<strong>it</strong>à come laboxe e il karatè – spiega l’esperto – l’esercizio in piscinapuò senz’altro incidere pos<strong>it</strong>ivamente sull’equilibrioe sull’agil<strong>it</strong>à oltre a facil<strong>it</strong>are la precisione del gesto:mantenere le traiettorie è molto più difficile a causa dellamaggiore resistenza dell’acqua». E per chi ha programmatoanche quest’anno la tradizionale settimana bianca,un tuffo in piscina sarebbe assolutamente consigliabile.Sci, snowboard, sci di fondo possono, infatti, trovarefacilmente in acqua attiv<strong>it</strong>à propedeutiche per affrontarela vacanza invernale in piena forma. «La vasca è senzadubbio un luogo ottimale per riattivare la muscolaturain vista di sciate in tranquill<strong>it</strong>à – sottolinea Michielottoche fa parte anche del team di insegnanti dell’associazionemantovana Aquaf<strong>it</strong>ness (www.aquaf<strong>it</strong>ness.<strong>it</strong>) cheorganizza stage formativi in tutta Italia –. Per chi amapercorrere piste più o meno ripide è necessario lavoraresu un buon potenziamento gambe. Alcune serie di balziavanti e indietro così come di salti controllati moltoalti possono agevolare una buona ripresa dell’apparatomuscolare».fino in fondoConsigli utili anche per chi pratica lo snowboard mentrechi ama trascorrere il proprio tempo sulle piste dedicateallo sci di fondo dovrà lavorare di più sulla resistenza.«In questo caso ci sono meno rischi di traumi ma va62


le v<strong>it</strong>e degli altri a cura di Barbara Autuorigrande comeuna casaALLA LEGGERAIn piscina da 0 a 100 anni.Tornare indietro con gli anni, a quando da bambini sisguazzava felici e senza pensieri. È quello che accade oggiin tante piscine nostrane, attrezzate e organizzate peroffrire corsi ad hoc agli anziani. «Perché il lavoro in acquapresenta solo vantaggi e nessuna controindicazione»,conferma Paolo Michielotto che aggiunge: «Liberandole articolazioni dal peso corporeo si annulla anche lasensazione di dolore legata a certi movimenti. E cosìl’acqua aiuta a r<strong>it</strong>rovare quella mobil<strong>it</strong>à e scioltezza cheè venuta gradualmente a mancare sulla terraferma». Unbeneficio tanto più prezioso quanto più si va avanti congli anni. Soprattutto se raggiunto in assoluta sicurezza eassecondando le proprie caratteristiche e capac<strong>it</strong>à fisiche.«Per gli over 60 la ginnastica dolce in vasca è quantodi più efficace e sicuro si possa consigliare: in acqua siazzerano tutti i lim<strong>it</strong>i legati ai cambiamenti dovuti all’etàe si torna a nuotare come da piccoli». Un tuffo nel passatoche rende migliore – e più sano – il presente.aumentata la capac<strong>it</strong>à di sopportare la fatica, avverte ildocente che a riguardo consiglia un allenamento basatosulla corsa in acqua: ideale sarebbe alternare quellaprolungata sul posto a quella in avanzamento. Esistonopoi tutta una serie di esercizi che possono riprendere glistessi movimenti terrestri, esegu<strong>it</strong>i in versione liquida:dallo slalom al passo da fondista che, anche in questocaso, hanno il vantaggio di alleggerire le articolazionidi anche, ginocchia e caviglie. E se l’aspetto terapeuticodel training in acqua non è certo una nov<strong>it</strong>à, può peròrappresentarlo se associato a sport “esplosivi” come iltennis o il golf: «Si tratta di discipline cosiddette monolateraliperché impegnano soprattutto un lato del corpo– spiega Michielotto –. In questo caso, spesso i problemifisici maggiori sono a carico della schiena e delle spalle: illavoro in vasca può essere molto utile per compensare illato debole e agire in modo da riequilibrare la postura».Pettorali, deltoidi, trapezio e dorsali possono dunqueessere fatti lavorare in acqua proprio con l’obiettivo dicontrobilanciare l’asimmetria che caratterizza questeattiv<strong>it</strong>à sportive. Esercizi alla portata di tutti e che nonrichiedono l’ausilio di particolari attrezzi. Giusto perla boxe esistono guantoni più leggeri, ma di sol<strong>it</strong>o perl’allenamento in acqua sono sufficienti poche e semplicicose come il tubo o le cavigliere. Il resto ce lo mette lapreparazione e l’esperienza dell’insegnante. ■63Basta poco per dare una mano achi ha bisogno. L’esperienza di unagiovane assistente sociale che “fa lacuoca” per una Casa di accoglienza.Ventisei anni, assistentesociale a Massa, RossanaTognoni da oltre due anniva a cucinare come volontariaper gli osp<strong>it</strong>i di unaCasa di accoglienza dellasua c<strong>it</strong>tà.Come hai scelto questotipo di volontariato?«La Casa, gest<strong>it</strong>a dall’AssociazioneVolontariAscolto e Accoglienza(ass.avaa@virgilio.<strong>it</strong>), si trovanel mio vecchio quartiere,dove rappresenta una realtàimportante ma anche controversada più di vent’anni.Spinta dalla curios<strong>it</strong>à hovoluto vedere con i miei occhi di cosa si trattasse».E che cosa hai trovato?«Un’uman<strong>it</strong>à variegata cap<strong>it</strong>ata lì per i motivi più diversi: dachi vive per strada alla badante rimasta temporaneamentesenza lavoro. La Casa ha nove posti e accoglie personesenza fissa dimora offrendo loro cena, letto e colazioneal massimo per una settimana. Resta aperta dalle 19 alle7 e gli osp<strong>it</strong>i non possono r<strong>it</strong>ornare prima di due mesi. Unservizio importante sul terr<strong>it</strong>orio: solo l’anno scorso sonopassati dalla Casa 328 persone».Qual è il tuo impegno nella Casa?«Due volte a settimana vado a preparare la cena e doporiassetto la cucina. Siccome la notte la fanno solo i volontariuomini, ho trascinato in quest’avventura ancheil mio babbo».Momenti difficili?«Cap<strong>it</strong>a l’ubriaco che non può entrare e allora ti gridacontro o quello che si lamenta del v<strong>it</strong>to. Qualche intemperanzaverbale che, di sol<strong>it</strong>o, è compensata dai sinceriringraziamenti degli altri osp<strong>it</strong>i».Cosa ti resta quando finisci il turno?«Le loro storie. Ascoltarle è come aprire tante finestresu un mondo del tutto sconosciuto. Da qualche tempoai volontari si sono aggiunti dei giovani scout: il confrontodiretto con persone disagiate dai barboni agliextracomun<strong>it</strong>ari è il modo migliore per combattere ilpregiudizio».


assoloDai viaggi al cibo, dai divertimential benessere: se non ci fosseroi single a spendere...di Alessia QuiriconiVacanze su misura, cibi monodose, accessori per la cucina,libri per cuori sol<strong>it</strong>ari o in cui si spiegano i trucchi di unaspesa intelligente. L’”universo” dei single rappresentauna fetta molto appetibile di mercato, un mercato che sabene quanto conta per loro risparmiare tempo a favoredel lavoro e soprattutto dello svago.tutto si fa per loroI single <strong>it</strong>aliani – il 12,4 per cento della popolazioneadulta, 6 su 10 sono donne, sol<strong>it</strong>amente di età inferioreai 45 anni – hanno una buona disponibil<strong>it</strong>à economica,sono propensi a viaggiare e a curare il loro aspetto fisico,a far uso delle tecnologie più avanzate, a leggere, andareal cinema o a teatro. Ed è così che le aziende alimentari,del divertimento, dei viaggi e della cultura sfornano prodottiad hoc. Insalate miste già cond<strong>it</strong>e, frutta e verdurapronte all’uso, paste surgelate, un dolcetto per colmaremagari una carenza affettiva la fanno da padroni neicarrelli dei single. Fenomeno studiato e commentatoanche dal più importante Club <strong>it</strong>aliano per single, quellodi Eliana Monti che ha rilevato l’apertura della GrandeDistribuzione organizzata alle esigenze dei single conprodotti che solo qualche tempo fa erano praticamenteintrovabili. Ma c’è anche l’alternativa a una cena in sol<strong>it</strong>ario,anche questa cuc<strong>it</strong>a addosso a loro: l’usc<strong>it</strong>a concolleghi e amici per un happy hour. Ci si trova tra le 19e le 20 in un locale alla moda e con 8-10 euro si riesce amangiare un po’ di tutto, a bere un cocktail e a passarequalche ora in compagnia.meno siamo peggio stiamoAlcuni sondaggi del Club Monti dicono che i cuori sol<strong>it</strong>arispendono molto per mantenersi in forma e paganomolto di più le vacanze. Per non parlare poi di quantocosti aff<strong>it</strong>tare un appartamento in una metropoli comeRoma, Milano o Torino, dove i monolocali si pagano inproporzione più del doppio rispetto a un appartamentoadatto per una famiglia con 2 figlie. Poi il single non puòdividere spese fisse come acqua, luce, gas, riscaldamento,aff<strong>it</strong>to o mutuo e pulizie della casa. E che dire deglisprechi? Il latte aperto, i tortellini consumati a metà oun semplice cambio di programma che fa finire molteprovviste in pattumiera. Forse la vera svolta sarebbetrovare l’anima gemella, perché vivere da soli continuaa essere un lusso.■aria fresca a cura di Barbara Bernardiniprossima stazioneStazioni di informazionedisseminate dappertutto in c<strong>it</strong>tà:con i Talking Points perdersisarà impossibile.A chi non è cap<strong>it</strong>ato almeno una volta di perdersi in unanuova c<strong>it</strong>tà, di cercare invano un parcheggio, un ristorante,una stazione del tram, e magari di chiedere goffamentea tre persone la stessa informazione in una lingua stranierasenza riuscire a cavare un ragno dal buco. Ebbene,presto verrà in aiuto la tecnologia con veri e propri angelicustodi elettronici. Si chiamano Talking Points e sonostati ideati dagli ingegneri dell’Univers<strong>it</strong>à del Michigan.Si tratta di stazioni di informazione che idealmente sarannodisseminate ad ogni angolo della c<strong>it</strong>tà, capaci difornire informazioni di qualsiasi genere in tempo realesul trag<strong>it</strong>to che si sta percorrendo – strade, ma ancheai musei, cinema, servizi presenti nella zona – e persinodi avvertirci se in un negozio poco distante è tempodi saldi. Naturalmente non lo faranno in automatico: ibuoni consigli potranno essere consultati all’occorrenzaattraverso un congegno appos<strong>it</strong>o in dotazione al turistache opera in modal<strong>it</strong>à bluetooth e che potrà ricevereinformazioni scr<strong>it</strong>te o raccontate da una voce guida. Perora il congegno ha le dimensioni di un libro, ma prestogli ingegneri del Michigan saranno in grado di ridurne ledimensioni a quelle di un palmare e in futuro, perché no,di incorporare il dispos<strong>it</strong>ivo nei normali telefoni cellulari.Non saranno solo passanti e turisti a trarre vantaggiodai Talking Points ma anche il commercio dato che nelleinformazioni è presumibile che venga trasmessa un po’di pubblic<strong>it</strong>à. Ma, in realtà, la tecnologia dei TalkingPoints è stata inventata per aiutare nel percorso urbanole persone non vedenti, informandole anche su ostacoliimprevisti su un percorso ab<strong>it</strong>uale.64


consumi in scena di Giovanni Manettiil testimonialPanariello-Briatore nell’ultimo spotdella Wind. Quando il personaggio famosoche fa da testimonial diverte e convince.SPOT una bocca esplosivaCi sono alcune aziende che noncambiano mai spot pubblic<strong>it</strong>ario.Un esempio è il collutorioListerine, un prodotto piuttostorecente nell’immaginariocommerciale <strong>it</strong>aliano, che inpoco tempo si è guadagnato lasua bella fetta di mercato tra icultori dell’igiene orale. Neglispot Listerine la scena clou rimanela stessa: quella di un uomo– o di una donna – di fronteallo specchio del bagno che insegu<strong>it</strong>o a un piccolo sorso dicollutorio assiste sorpreso allamicro esplosione che avvienenella sua bocca, guance gonfiee botto in sottofondo. Quellache all’inizio poteva sembrareuna scena troppo violenta siè guadagnata curios<strong>it</strong>à e insegu<strong>it</strong>o apprezzamento. Pare,infatti, che niente meglio diquell’esplosione orale rappresentilo scopo del collutorioListerine. (B.R.)La pubblic<strong>it</strong>à fa spesso uso di testimonial, di personaggi famosi che,proprio come in tribunale, testimonino della bontà di un certo prodotto. Ilmeccanismo è quello per cui si vuole trasferire sul prodotto la credibil<strong>it</strong>à,il valore, l’affettiv<strong>it</strong>à che il pubblico tributa ai suoi beniamini.Ma non sempre l’operazione è efficace: affinché il trasferimento avvengadeve scattare una magica scintilla che metta in evidenza unasegreta affin<strong>it</strong>à tra il prodotto e il personaggio famoso testimonecome avviene, ad esempio, nell’elegante spot con Carla Bruni (la sipuò considerare simpatica o no) che promuove un’auto di lusso. Maaltrettanto non avviene (nonostante la simpatia del personaggio) conAlessia Marcuzzi che reclamizza un prodotto buono per l’intestino. Inaltri casi ancora il meccanismo di efficacia scatta quando il personaggiotestimone è pienamente se stesso e gioca il ruolo per cui è conosciutoe amato, senza nessuna forzatura rispetto al fatto di interpretare unospot pubblic<strong>it</strong>ario finalizzato al consumo. È il caso di Panariello nellapromozione televisiva di Wind. La scena è quella di una coppia sedutaai due capi di un tavolo lunghissimo, proprio come quelli nobiliari a cuici hanno ab<strong>it</strong>uato le narrazioni massmediologiche, ma con forti trattidi una certa volgar<strong>it</strong>à, dovuta allo sfarzo e all’ostentazione di una ricchezzaopulenta e senza tradizione: flabelli, tappeti zebrati, poltronecon cornici dorate e quella di lui con una grande “N” di Napoleone.Panariello è acconciato con i capelli lunghi fin sulla nuca, tanto da farloassomigliare ad uno dei personaggi più famosi e più ricchi del jet set,Franco Briatore, recentemente novello sposo della Gregoraci. E quellache si vede è appunto la scena da un matrimonio di quel tipo. Lui, conun megafono dorato (data la distanza!) chiede a lei se può far portarvia gli antipasti per passare ai primi. Lei, armeggiando con un telefonino,lo informa che ha inv<strong>it</strong>ato un po’ di amici. Che arrivano e sono uncentinaio. Lui, sorpreso del numero, le chiede: “Ciccia! Ma quanto tiè costato?”. Lei risponde che con Wind l’sms costa solo sei centesimi.A questa magica parola Panariello-Briatore si riscuote dal precedenteaccenno di taccagneria e con aria di superior<strong>it</strong>à dice: “Centesimi? Mache li fanno ancora?”. E con noncuranza fa roteare in aria manciate dibanconote. Divertente ed efficace.66

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