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PRESI NEL SACCHETTO - Nuovoconsumo.it

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NUOVO CONSUMOIl mensile per i soci Unicoop Tirreno • euro 1,50 • anno XVII • numero 174 • marzo 2008<strong>PRESI</strong> <strong>NEL</strong><strong>SACCHETTO</strong>Contro l’emergenza rifiutipiù raccolta differenziata,meno discarichee tecnologie adeguate.Come Coop riduce gli imballaggi.INSERTO CARRELLOStrane, ma vereAlla scoperta delle malattie rareIl mio piatto liberoDossier sulla sicurezza alimentareCasco in piediGuida all’acquisto dei caschiConvenienza e qual<strong>it</strong>à garant<strong>it</strong>etutti i giorni per voi.alle pagine 33, 34, 35 e 36


Il punto di Aldo BassoniMensile per il consumatoreSped<strong>it</strong>o in abbonamentoai soci di Unicoop TirrenoDirettore responsabileAldo BassoniRedazioneR<strong>it</strong>a NannelliBeatrice RamazzottiLuca RossiBarbara SordiniCristina VaianiHanno collaboratoFrancesca BaldereschiMartina BalocchiBarbara BernardiniAnna CiaperoniT<strong>it</strong>o CorteseEleonora CozzellaEugenio Del TomaDaniele FabrisCostanza GiambalvoMaria Carla GiuglianoCarlotta GrimaldiDario GuidiSilvia InghiramiGiovanni ManettiChiara MilanesiRoberto Minn<strong>it</strong>iGiorgio NebbiaPaola RamagliAnna SomenziSergio VeroliPaolo VolpiniMariano VottaProgetto graficoNeWork&BImpaginazioneMarco FormaioniCopertinaAgenzia Grazia NeriImpianti e stampaCoptip ModenaDirezione e redazioneSS1 Aurelia Km 237Frazione Riotorto - 57025 Piombino (LI)Tel. 0565/24720 - Fax 0565/24210e-mail: nuovoconsumo@unicooptirreno.coop.<strong>it</strong>Ed<strong>it</strong>oreVignale Comunicazioni srlPubblic<strong>it</strong>àGiemme Pubblic<strong>it</strong>à di Graziella Malfantivia Pacinotti, 12 - 57025 Piombino (LI)tel. 0565 49156 - 226433 - fax 0565 39003e-mail: graziella.malfanti@tiscali.<strong>it</strong>Responsabile pubblic<strong>it</strong>àRoberta CorridoriRegistrazione del Tribunale di Livornon° 695 del 24/07/2001Iscrizione ROC 1557del 4/09/2001Tiratura prevista: 465.900 copieChiuso in tipografia il 19/2/2008Stampato sucarta 100% riciclataSiamo donne o caporali?Lavoratrice, madre, casalinga comunque. La donnamodello 2008 alle prese con un’organizzazionesociale poco rispettosa delle sue esigenze e unamental<strong>it</strong>à maschile ancora tutta da cambiare.“Organizzazione di operaie, legislazionedel lavoro, emancipazione legale, divorzio,voto amministrativo e pol<strong>it</strong>ico.Tutto questo sì, è un comp<strong>it</strong>o immenso,eppure non è che la superficie: bisognariformare la coscienza dell’uomo e crearequella della donna!” Sono passati piùdi cento anni da quando la scr<strong>it</strong>triceSibilla Aleramo lanciava questo accoratoappello per l’emancipazione della donna.Oggi queste parole potrebbero sembrarelontane e vuote, come se il processo diemancipazione femminile fosse arrivatoal capolinea e la lotta per una effettivapar<strong>it</strong>à fra i sessi fosse ormai roba vecchiae superata. L’8 marzo ci ricorda anchequest’anno che il lungo cammino versola par<strong>it</strong>à non è ancora compiuto e cheanzi rischia di essere frenato, interrottoe ricacciato indietro su temi importanticome il lavoro, la tutela della matern<strong>it</strong>à,i servizi sociali, i dir<strong>it</strong>ti civili. L’attaccoforsennato ad una legge che ha debellatola piaga dell’aborto clandestinoe ha contribu<strong>it</strong>o a ridurre fortementeil ricorso a questascelta dolorosa edestrema, colpiscein primo luogo ladign<strong>it</strong>à delle donne.Ma in generalechiunque puòrilevare come, auna coscienza checresce, quella delladonna, non facciaancora riscontroun’adeguata organizzazionesocialerispettosa di esigenze,tempi, problematiche femminili.Se guardiamo la realtà delle cosecon l’occhio cr<strong>it</strong>ico di chi va oltre leapparenze, oggi la donna è schiava del“doppio lavoro”, quello di casalinga equello che dedica al processo produttivo;ancora oggi la donna, per un importanteincarico lavorativo, si vede spessoe volentieri preferire un uomo magarimeno capace di lei, prescelto solo peril “vantaggio” che gli deriva dall’esseremaschio. Basti pensare che le donne chesiedono in Parlamento – speriamo checambi qualcosa nella prossima legislatura– sono una assai esigua minoranza eancora rarissime sono le donne che, neigoverni della Repubblica, hanno ricopertoincarichi di ministro. Intendiamoci,nessuno può negare che le donne <strong>it</strong>alianeabbiano consegu<strong>it</strong>o importanti e significativeconquiste. Ma non possiamocerto affermare che sia stata percorsatutta quanta la strada che le separa dalladefin<strong>it</strong>iva e completa par<strong>it</strong>à con l’uomo.E soprattutto dobbiamo ammettereche a questo impetuosoprocessodi creazione di coscienzafemminilenon si accompagnaun’altrettantoforte e consapevole“riforma” dellacoscienza degliuomini.Cari colleghimaschietti, midispiace dirlo,ma siamo rimastiindietro...NUOVO CONSUMO7


In questonumerorubricheIl punto 7Siamo donne o caporali?Lettere 10Coop risponde 11Previdenza 12Scalino mobileChi protegge il c<strong>it</strong>tadino 13Segnali in codiceDillo a Nuovo Consumo 14Saldo a ostacoliPace verde 15Il buono, il brutto, il cattivoControcanto 21Fatti e misfattiProdotto a marchio 31Tabella di marciaSani & salvi 39ABCibo 39Cece ne fusseLa merce muta 45Il cambio delle gommeNel carrello 49A tavola 54Pasqua di mondoSpecie protette 57Nel regno del gialloPresidi Slow Food 57Più unico che raroConsumi in scena 66La strana coppiaNCLa v<strong>it</strong>a che vorrei 59Voglia di cambiaretra entusiasmo e paura.Tempi moderni 61Che gioie! 62Il lusso in tempi di crisi.Aria fresca 63Casanova 64Eureka Coop,oggetti di design per la casa.Cuore di Coop 6517 Prima pagina<strong>PRESI</strong> <strong>NEL</strong> <strong>SACCHETTO</strong>Risparmiare, riutilizzare, riciclare:37cosa fare contro l’emergenza rifiuti.Saluteattual<strong>it</strong>àCOOP INFOQuestionario di feeling 22A libretto aperto 23La vetrina dei soci 23Il deserto dei miracoli 24Storie di donne 25Strada maestra 27A buon punto 28Grazie Roma 29SALUTE / Strane, ma vere 37Riconoscere e curare le malattie rare.DOSSIER / Il mio piatto liberoGli <strong>it</strong>aliani e la sicurezza alimentare.41inserto carrello 3359 NCprodottiGUIDA ALL’ACQUISTO / Casco in piedi 46Metti il casco e guidi sicuro.GLI EXTRA / Bimbi a posto 48Piccoli sul seggiolone, gen<strong>it</strong>ori tranquilli.TIPICO / Figlio di latte 50Il formaggio fresco che fa la goccia.SALTIMBOCCA / Grand’uovo 52A Pasqua le mille forme del cioccolato.COTTI & CRUDI / Pasta celere 56Piatti veloci con la pasta sfoglia.NUOVO CONSUMO 9


FermopostaRedazione Nuovo ConsumoSS 1 Aurelia Km 237 - Frazione Riotorto, 57025 Piombino (LI)e-mail: nuovoconsumo@unicooptirreno.coop.<strong>it</strong>Quer pasticciaccio bruttoHo provato a seguire la ricetta dei ricciarelliusc<strong>it</strong>a sul numero di dicembredi Nuovo Consumo:uno schifo! Sicuramentemanca qualche spiegazione,di quellefondamentali perla riusc<strong>it</strong>a di unbiscotto come ilricciarello. Perfavore non fatemilavorare inutilmente...A.F., via e-mailMi dispiace che la ricettadei ricciarelli non abbia avutouna buona riusc<strong>it</strong>a. La ricetta è quellatramandata dal grande gastronomo PellegrinoArtusi, con l’aggiunta del bicarbonato sugger<strong>it</strong>a da unanota pasticceria senese, la Pasticceria Nocino attiva daglianni Cinquanta fuori Porta Pispini. Purtroppo si tratta diricette solo apparentemente semplici che richiedono moltapratica, ecco perché si dice che vengono bene solo a Siena,dove i gesti si tramandano nelle famiglie di generazionein generazione.Eleonora CozzellaGrezzi e raffinatiHo letto su Nuovo Consumo di dicembre l’articolo Zuccherosfilato, l’ho trovato interessante e corretto nel contenuto. Perrimanere in tema di zucchero, vorrei domandare quanticonsumatori di zucchero bianco sono a conoscenza che stannomangiando una miscela contenente ammoniaca e acidivari. Il prodotto di partenza (la barbabietola da zucchero)viene cotto con latte di calce, dove le albumine e i mineraliprecip<strong>it</strong>ano distrutti dalla reazione alcalina e dal calore.La sostanza risultante viene poi trattata con calce viva. Perl’ultimo passaggio, la raffinazione, vengono utilizzati acidocarbonico, acido solforico e altre sostanze chimiche. Dopo tal<strong>it</strong>rattamenti è facile supporre che quel prodotto cristallino ebianco non sia altro che una miscela di sostanze chimichecon tracce di barbabietole. Io uso molti prodotti a marchioCoop, ma tra questi si trova lo zucchero raffinato. Che nepensate se fosse sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con del vero zucchero di canna,magari equosolidale?E.N., via e-mailRisponde Claudio Mazzini, Responsabile Innovazione eValori di Coop Italia Direzione Qual<strong>it</strong>à.Provo a risponderle partendo dall’ultima sua affermazione.Coop ha da tempo uno zucchero di canna Solidalproveniente dalla cooperativa Cepicafè nel nord del Perù,certificato Transfair e per il momento è l’unica referenzadi zucchero a marchio Coop. Per quanto riguarda, invece,lo zucchero raffinato vorrei darle qualche informazione inpiù perché in realtà la lavorazione per ottenere lo zuccheronon è complessa e di norma richiede le seguenti operazioni.Con getti d’acqua ad alta pressione le barbabietole vengonoprelevate dai silos di stoccaggio e inviate in fabbrica per lalavorazione; durante il trasposto si provvede anche all’eliminazionedelle erbe, pietre, sassi e terra eventualmentecaricate con le bietole dal campo; quindi si procede allavaggio. I tuberi vengono poi trinciati e ridotti in striscesottili lunghe 10-15 centimetri. Le fettucce vengono poiimmerse in acqua a 70°C controcorrente e cedono quindi lozucchero che contengono per diffusione. Questa lavorazioneproduce le polpe esaur<strong>it</strong>e da un lato e dall’altro il cosiddetto“sugo greggio” con una concentrazione di zucchero pari al13-15 per cento. Tuttavia in questo processo alcune sostanzeorganiche e minerali estranee si sciolgono anch’esse nell’acqua;è pertanto necessario procedere alla fase di depurazioneper eliminare queste sostanze estranee (non zuccheri) chesuccessivamente impedirebbero la cristallizzazione dellozucchero stesso. Si procede pertanto con l’aggiunta di lattedi calce Ca (OH) 2e di anidride carbonica (CO 2) per farprecip<strong>it</strong>are la calce. Quindi vengono effettuate due filtrazioniper eliminare il carbonato di calcio formatosi, masopratutto le impur<strong>it</strong>à trascinate da quest’ultimo. Si passaalla concentrazione mediante boll<strong>it</strong>ura del liquido per farsì che l’acqua evaporilasciando unsugo denso a 70°Bx(corrispondentecirca al 63 percento di saccarosio).La successivacottura e centrifugazioneserve perseparare i cristallidi zucchero dal restodella soluzioneottenendo così lozucchero greggio.Infine si procedealla raffinazione:lo zucchero greggioviene sciolto in10 NUOVO CONSUMO


Coop rispondecentrifuga, filtrato, dopo di che subisce il procedimenodescr<strong>it</strong>to sopra di cottura e centrifugazione. Come vedenon si utilizzano né ammoniaca né acidi particolari, perciòla sicurezza non è a rischio. Dal punto di vista nutrizionalele caratteristiche nutr<strong>it</strong>ive dello zucchero grezzo nonsono diverse da quelle dello zucchero bianco. Lo zuccherogrezzo (che si ricava sia dalla canna da zucchero che dallabarbabietola) è semplicemente non del tutto raffinato.Le differenze di colore e sapore dipendono dalla presenzadi piccole quant<strong>it</strong>à di residui vegetali (melassa) che nonhanno particolari significati nutrizionali.T<strong>it</strong>oli di testaQuale socio Coop ricevo il vostro mensile regolarmente e vi devofare le mie congratulazioni. Quello che mi ha spinto a scrivervi,oltre la professional<strong>it</strong>à di tutto lo staff, è la bravura, la genial<strong>it</strong>àdel vostro “t<strong>it</strong>olatore”. Ha delle invenzioni che, come dei lampidi luce, ti invogliano, ti guidano e ti anticipano la letturadell’articolo sottostante; già da quando apri distrattamente larivista sei colp<strong>it</strong>o e la curios<strong>it</strong>à si accende. Grazie.L.G., via e-mailLa ringraziamo per l’attenzione che mostra verso NuovoConsumo e per i complimenti che rivolge alla redazione ein particolare al “t<strong>it</strong>olatore”. Ci teniamo a rivelarle che il“t<strong>it</strong>olatore” in realtà sono i “t<strong>it</strong>olatori” o meglio le “t<strong>it</strong>olatrici”che si divertono davvero molto nella ricerca del t<strong>it</strong>ologiusto che incuriosisca il lettore, lo spinga a leggere l’articolo,stimoli la sua fantasia. Liete di colpire nel segno... speriamoanche con il t<strong>it</strong>olo di questa lettera.R<strong>it</strong>a Nannelli e Cristina VaianiErrata corrige Nel numero di gennaio-febbraio(173) di Nuovo Consumo, a pagina 55, sono state invert<strong>it</strong>ele foto delle ricette. Ce ne scusiamo con i lettori.In garanziaHo acquistato presso un supermercato Coop un televisore e vorreisapere come dovrei comportarmi nel caso si dovesse rompere.LetteraI beni di consumo sono tutelati da una garanzia di due annidalla data di acquisto: inizia al momento della consegna escatta quando ci si rende conto che il prodotto non funziona,funziona male o è diverso da quanto ci si aspettava di acquistare.Il difetto deve comparire quindi entro 24 mesi dalla consegnadel bene, ma il tempo massimo a sua disposizione per denunciareil danno è di 2 mesi. Si arriva così a 26 mesi per la tuteladei consumatori che dovessero scoprire il difetto negli ultimigiorni di valid<strong>it</strong>à della garanzia. Dovrà perciò conservare loscontrino fiscale per 2 anni più 2 mesi dalla data di acquisto,ma le consigliamo di fare una fotocopia della documentazioneche con il tempo tende a sbiancarsi diventando illeggibile. Lericordiamo, inoltre, che per questi problemi dovrà sempre ecomunque rivolgersi al vend<strong>it</strong>ore, che è l’unico soggetto con ilquale ha intrattenuto un rapporto di compravend<strong>it</strong>a.Da dove vieni?Ho sent<strong>it</strong>o che le etichette delle passate di pomodoro devonoriportare la zona di coltivazione del prodotto utilizzato e lostabilimento di produzione. Vorrei sapere se e come Coop si èadeguata a questa normativa.via e-mailLa normativa prevede che si debba indicarela zona di coltivazione del pomodorofresco, chiarendo sia la zonadi coltivazione del pomodoro frescocoincidente con la regione oppure lostato dove il pomodoro fresco è statocoltivato. In tutte le nostre etichette, incorrispondenza della denominazionelegale del prodotto, indichiamo che s<strong>it</strong>ratta di pomodoro coltivato in Italia ei dati relativi allo stabilimento di produzione.L’indicazione della regione di coltivazione deve esserepresente nel caso in cui il prodotto sia una dop o un prodottotipico di una regione geografica, come la passata di Pachino e diSan Marzano. Le nostre passate non derivano dalla lavorazione diqueste specie di pomodoro, perciò non è necessaria l’indicazionedella regione di coltivazione.Servizio Filo Diretto di Unicoop Tirreno > Numero verde 800861081NUOVO CONSUMO 11


Previdenzaa cura di LiberEtàScalino mobileCome cambiano le regole per la pensione di anzian<strong>it</strong>à nelnuovo anno?LetteraNel 2008 si potrà ottenere la pensione di anzian<strong>it</strong>à a 58 anni(con 35 anni di contributi) anziché a 60 anni come prevedeva lariforma Maroni. Le nuove regole si basano su “scalini” e “quote”:aumenti dell’età minima combinati con coefficienti dati dallasomma dei requis<strong>it</strong>i anagrafici e contributivi.Durante il periodo più favorevole, tra il 1° gennaio 2008 e il30 giugno 2009, i lavoratori dipendenti potranno mettersi inpensione con 58 anni di età e 35 di contributi.Dal 1° luglio 2009, con la partenza del secondo scalino, entrain funzione la quota “95” in base alla quale l’età minima salerispettivamente a 59 e a 60 anni a seconda che si possano farvalere 36 o 35 anni di contributi.La s<strong>it</strong>uazione cambia di nuovo nel 2011 quando parte il terzoscalino abbinato alla quota “96”: quindi 61 anni con 35 dicontributi o 60 con 36.Dal 1° gennaio 2013 in poi scatta la quota “97” raggiungibilecombinando 62 anni di età e 35 di contributi o 61 di età e 36di versamenti.Per i lavoratori autonomi quote e scalini sono aumentati di unanno rispetto a quelli previsti per i dipendenti mentre chi ha 40anni e più di contributi potrà continuare ad andare in pensionea qualsiasi età a prescindere dalla categoria di appartenenza.Dal 1° gennaio 2008 è cambiato anche il regime delle finestreche passano da quattro a due.I lavoratori dipendenti potranno mettersi in pensione dal 1°gennaio dell’anno successivo se i requis<strong>it</strong>i sono stati maturatientro il primo semestre dell’anno (30 giugno) o dal 1° lugliosuccessivo se i requis<strong>it</strong>i sono stati raggiunti nel secondo semestre(31 dicembre).Vecchie regole per i lavoratori (fino a un massimo di 5.000 un<strong>it</strong>à)collocati in mobil<strong>it</strong>à sulla base di accordi sindacali stipulati entroil 15 luglio 2007.LiberEtà: e-mail redazione@libereta.<strong>it</strong>


Chi proteggeil c<strong>it</strong>tadinoSegnali in codiceSento parlare di un nuovo codice bancario ma non so bene dicosa si tratti. Potrei saperne di più?LetteraPer tutte le operazioni di incasso e pagamento disposte sia sulterr<strong>it</strong>orio nazionale che internazionale (nei 27 paesi dell’UnioneEuropea più Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia) dal 1°gennaio 2008 siamo tenuti a sost<strong>it</strong>uire le tradizionali coordinatebancarie, Abi, Cab e numero di conto, con l’Iban, il codice internazionaledi identificazione del conto corrente.L’Iban (International Bank Account Number) è un codice compostoda una serie di numeri e lettere e viene automaticamenteattribu<strong>it</strong>o a ogni rapporto bancario che identifica la nazione incui è tenuto il conto, la banca presso il quale tale conto è statoaperto, lo sportello e il conto corrente di ciascun cliente. Il codiceprevede, inoltre, dei caratteri di controllo. L’Iban è sempreindicato nella prima pagina dell’estratto conto corrente che il suoist<strong>it</strong>uto le invia periodicamente. In ogni caso lo si può richiedereal proprio ist<strong>it</strong>uto in qualsiasi momento.In sostanza per effettuare un bonifico è necessario acquisire ilcodice Iban dei conti correnti dei beneficiari, richiedendolodirettamente ai soggetti destinatari del bonifico che si intendeeffettuare. Nel caso, invece, si debba ricevere un bonifico, il clientedovrà comunicare il codice Iban relativo al proprio conto a chideve eseguire il bonifico a suo favore. È bene precisare che dopoil primo gennaio 2008 i bonifici disposti senza indicazione delcodice Iban del conto beneficiario saranno ancora accettati dalsistema bancario per un periodo di tempo trans<strong>it</strong>orio, la cuiscadenza è attualmente fissata al 1° giugno 2008.Per saperne di più In collaborazione con 14 associazionidei consumatori, l’Abi ha messo a punto la guida “Iban ebonifici. Guida all’utilizzo del codice unico bancario che sipuò scaricare gratu<strong>it</strong>amente all’indirizzo: www.c<strong>it</strong>tadinanzattiva.<strong>it</strong>/content/view/1331/555/Mariano Votta, ufficio stampaC<strong>it</strong>tadinanzAttivaC<strong>it</strong>tadinanzAttiva-P<strong>it</strong> Servizi: tel. 0636718555(da lun. a ven.: ore 9-13.30) fax 0636718333e-mail: p<strong>it</strong>.servizi@c<strong>it</strong>tadinanzattiva.<strong>it</strong>


Dillo aNuovo Consumoa cura di FederconsumatoriSaldo a ostacoliIn occasione dei saldi mi sono recata presso l’outlet chedista 20 chilometri da dove risiedo per acquistare uncapo d’abbigliamento che mi interessava. Arrivata nelcentro l’ho trovato e l’ho acquistato. Tornata a casa peròmi sono resa conto che il piumino di una nota marcaera difettato a causa di un taglio sotto la manica che aprima vista non era percepibile. Sono quindi tornatanel centro ripercorrendo i 20 chilometri e per tuttarisposta mi hanno detto che la merce in saldo non sicambia e si sono rifiutati anche di farmi un buono.Cosa posso fare?Anna, RomaEffettivamente molto spesso da parte dei negozianti vienenegato il dir<strong>it</strong>to a cambiare la merce in saldo. Tale pratica,essenzialmente illeg<strong>it</strong>tima, non ha alcun presupposto giuri-dico, poiché anche sulla mercein saldo, ma difettata, c’è ildir<strong>it</strong>to di cambio. Qualora unaltro capo per sost<strong>it</strong>uire il precedentenon sia più disponibilenel negozio deve comunqueessere effettuato un buono parial valore del prezzo pagato.Nel caso in cui il negozianterifiuti anche tale opzione leiavrà dir<strong>it</strong>to alla rest<strong>it</strong>uzionedell’intera cifra versata, in baseagli artt. 128 e ss. del Codicedel Consumo.Sergio Veroli, Vicepresidente FederconsumatoriTel. 0642020759/63 - fax 0647424809 - www.federconsumatori.<strong>it</strong>e-mail: federconsumatori@federconsumatori.<strong>it</strong>orario: da lun. a ven. 9.30-1714 NUOVO CONSUMO


Paceverdea cura di GreenpeaceIl buono, il brutto,il cattivoIn Italia la domanda di parquet di lusso è in cresc<strong>it</strong>a. Nuovespecie esotiche compaiono di continuo sul mercato: varietàdi colori, toni e venature, caratteristiche tecniche e decoriper tutti i gusti. Non tutti, però, sono consapevoli delleconseguenze ambientali di queste nuove tendenze. Nomicome Wengè, Iroko e Doussiè dovrebbero mettere in allarmei consumatori. Spesso, infatti, si tratta di specie rare o minacciate,provenienti da paesi in cui i controlli sono scarsie il fenomeno del taglio illegale molto diffuso. Greenpeacediffonde la nuova guida al parquet Il buono il brutto e ilcattivo (scaricabile al link www.greenpeace.<strong>it</strong>/parquet),svelando tutti i trucchi per una scelta responsabile. Anchelegni di origine apparentemente più innocua – come il laricesiberiano o il pino che viene dalle regioni più nordiche dellaFinlandia e della Russia – provengono spesso da foreste primarieminacciate. Il prelievo, legale o illegale, sta portandoalcune specie particolarmente rare all’estinzione: è il casodel merbau indonesiano. Nella guida al parquet Greenpeaceha un<strong>it</strong>o un giudizio generale sulle condizioni delle speciedi legno impiegate alla s<strong>it</strong>uazione specifica nei paesi diprovenienza. L’obiettivo è indicare quali sono i fattori dirischio: dove il rischio è più alto, diventa più importantedotarsi di strumenti di prevenzione, come la certificazioneforestale. Esistono molti sistemi di certificazione forestale.Greenpeace, insieme alla maggior parte delle associazioniambientaliste internazionali, r<strong>it</strong>iene che il Forest StewardshipCouncil (FSC) sia il più affidabile fra loro. Il marchio FSCè l’unico in grado di assicurare una sufficiente affidabil<strong>it</strong>àdei controlli e delle verifiche su standard omogenei, la pienapreservazione della foresta e il rispetto dei dir<strong>it</strong>ti dei popoliindigeni che la ab<strong>it</strong>ano.Maria Carla Giugliano, Ufficio Stampa Greenpeace


Prima pagina<strong>PRESI</strong> <strong>NEL</strong> <strong>SACCHETTO</strong>Le cartoline da Napoli di questi ultimi mesi sono al tempostesso una triste realtà e il simbolo esasperato di una s<strong>it</strong>uazioneche rischia di finire fuori controllo se non si compionoscelte attente e oculate. Tra raccolta differenziata, discarichee incener<strong>it</strong>ori, una s<strong>it</strong>uazione d’emergenza in cui la societàdei consumi si trova costretta a gestire una grande quant<strong>it</strong>àdi rifiuti in spazi sempre più lim<strong>it</strong>ati e con metodi e tecnologienon sempre adeguati.di Aldo BassoniDalle case degli <strong>it</strong>aliani escono più di32 milioni di rifiuti con un incrementodel 2,7 per cento sul 2005. «Ma il datopiù inquietante è che nel periodo 2003-2006, mentre i consumi aumentano diappena il 2,9 per cento, i rifiuti cresconodell’8,3», dice il presidente dell’ApatGiancarlo Viglione a margine dellapresentazione del Rapporto rifiuti 2007.Se ci domandiamo da cosa dipendequesto “disallineamento” fra consumie rifiuti, viene spontaneo pensare agliimballaggi. La società dei consumi èanche la società delle scatole, delle vaschette,delle bottiglie di plastica, dellelattine e dei cartoni che sicuramenteproteggono meglio e impreziosisconoi prodotti, ma contribuiscono in manieracospicua a riempire i nostri giàtraboccanti sacchetti della spazzaturache quotidianamente depos<strong>it</strong>iamo inqualche cassonetto nella speranza dinon r<strong>it</strong>rovarceli tra i piedi. «Più scatolenon vuol dire prodotti migliori – affermaErmete Realacci, presidentedella Commissione ambiente dellaCamera dei deputati –. Penso che sianecessario reintrodurre trattamenti difavore per chi usa vuoti a rendere. LaCoop, ad esempio, utilizza ricarichedei detersivi. Sul riciclaggio in molteregioni si è lavorato bene ma sullariduzione a monte non si è fatto ancoranulla».Non faDIFFERENZAPurtroppo il ciclo delle merci non è nébreve né semplice. «La prima cosa da faresarebbe proprio produrre meno rifiuti– sottolinea Katia Ledonne dell’Ufficioscientifico di Legambiente –. Poi bisognaincrementare la raccolta differenziata,la discarica deve essere l’ultima scelta».Quello della raccolta differenziata è unfronte che avanza ma non abbastanza.«Nel 2006 il Nord è arrivato al 40 percento di raccolta differenziata, il Centroresta stabile al 20 e il Sud non va moltooltre il 10 per una media nazionale del25,8 per cento, molto al di sotto dell’obiettivostabil<strong>it</strong>o a suo tempo dallalegge Ronchi, il che significa che va fattoqualche sforzo in più», spiega Viglione.Insomma, l’Italia è ancora lontana dall’avereuna gestione integrata del ciclo deirifiuti. «Si deve partire da un incrementosignificativo della raccolta differenziata edel relativo sistema industriale di trattamento– riprende Realacci –. Uno degliNUOVO CONSUMO 17


strumenti su cui agire per incentivarecomportamenti virtuosi da parte dic<strong>it</strong>tadini e amministrazioni locali puòessere la leva fiscale». La bolletta deirifiuti è cresciuta in maniera esorb<strong>it</strong>ante.La gente fa fatica a capire e soprattuttosi sente deresponsabilizzata da chi dovrebbeaccompagnare serie pol<strong>it</strong>iche direcupero e smaltimento dei rifiuti solidiurbani con un’altrettanto seria pol<strong>it</strong>icadi incentivi sulle tariffe. «Nel nostroPaese mancano ancora una parte delleinfrastrutture necessarie per perfezionareil ciclo dei rifiuti, ma soprattutto mancanopol<strong>it</strong>iche a monte del ciclo stesso,con strumenti premiali e sanzionatori aseconda dei comportamenti adottati dac<strong>it</strong>tadini e aziende», aggiunge RobertoBarbieri, presidente della Commissioneparlamentare d’inchiesta sul ciclo deirifiuti. Anche la scienza è d’accordo.«Certo, se i c<strong>it</strong>tadini vedono che i lorocomportamenti virtuosi oltre a fare beneall’ambiente, fanno bene anche al portafoglio,si convinceranno più facilmentea collaborare con le amministrazioniper incrementare la raccolta differenziata»,dichiara Stefano Raccanelli, delConsorzio Interunivers<strong>it</strong>ario di Chimicaper l’Ambiente di Mestre. Il Comieco(Consorzio Nazionale Recupero e Riciclodegli Imballaggi a base Cellulosica) hafatto i conti: la mancata attivazionedella raccolta differenziata della carta edel cartone in Campania tra il 1999 e il2005 è costata 102 milioni di euro.Lezioni diRECUPEROEppure la Campania vanta il più importantepolo cartario del Mezzogiornocon ben 4 cartiere in grado di produrreoltre 180mila tonnellate l’anno dicarta riciclata. Ma le responsabil<strong>it</strong>àdei c<strong>it</strong>tadini vengono dopo quelle dichi li governa. «Dobbiamo scioglierei consigli comunali che non fanno laraccolta differenziata, perché chi nonrecupera i rifiuti fa un danno economicoe ambientale», dice TommasoLE CITTÀ PIÙ DIFFERENZIATEc<strong>it</strong>tà 2006 (%)Reggio Emilia 46,8Padova 38,9Torino 36,7Brescia 35,8Ravenna 35,6La classifica della raccolta differenziataper regioni vede al primo postoil Trentino (49,1) segu<strong>it</strong>o da Venetoe Lombardia. In coda il Molise conappena il 5 per cento di raccoltadifferenziata, mentre nella tanto discussaCampania, con il suo 11 percento, s<strong>it</strong>uazioni lim<strong>it</strong>e come quelladella provincia di Caserta – doveaddir<strong>it</strong>tura la raccolta differenziataè in calo – si accompagnano a s<strong>it</strong>uazionidi eccellenza come MercatoSan Severino (20mila ab<strong>it</strong>anti e 55per cento di raccolta differenziata);Scafati (50 mila ab<strong>it</strong>anti e 40 per centodi raccolta differenziata); Salernoche nel 2008 si appresta ad avviare unnuovo progetto di raccolta differenziatadomiciliare, il cosiddeto Portaa porta su cui tante amministrazionicomunali stanno già puntando.Sodano, Presidente della commissioneambiente del Senato. Ma il recuperoda solo non è la soluzione defin<strong>it</strong>iva alproblema del rifiuti. Così come nonlo sono le discariche e gli incener<strong>it</strong>ori.«Le discariche sono pericoloseperché a lungo andare inquinano epoi occupano suolo e modificano ilpaesaggio – osserva Katia Ledonne– ma siccome non possiamo abolire irifiuti per legge bisogna agire su tuttii fronti, riduzione, recupero, riuso».Poi però qualcosa bisognerà bruciareo, come si usa dire oggi, termovalorizzare.«Attenzione però a cosa cisi butta dentro i termovalorizzatorinel senso che la parte energetica deirifiuti deve essere preparata con cura,non possiamo bruciare tutto», precisaKatia Ledonne. Secondo uno studio diNomisma Energia, il combustibile darifiuti di qual<strong>it</strong>à (Cdr-Q) è talmentericco che vale la bellezza di 300 europer tonnellata, cioè 30 centesimi perchilogrammo. Dentro c’è dell’energiaperché ci sono imballaggi di cartae plastica: su 33 milioni di tonnellatedi rifiuti prodotti, il riutilizzoenergetico di soltanto 8 tonnellateconsentirebbe una riduzione dellabolletta dei rifiuti di un 20-30 percento l’anno che tradotto in soldonifa 100 euro in meno all’anno per lefamiglie. Insomma, perché buttare viaquesta ricchezza enorme? Basterebbefare una raccolta differenziata seria econsistente da cui ottenere un Cdrdi qual<strong>it</strong>à, prenderlo e scaraventarlosemplicemente in una centrale elettricao in un cementificio.Mi rifiutoEsperienze in tal senso ce ne sono già.A Venezia, per esempio, si va già incentrale elettrica con il Cdr. Come dire,fare di necess<strong>it</strong>à virtù. «Dei termovalorizzatorinon possiamo fare a meno– dice Roberto Barbieri – ma devonoessere costru<strong>it</strong>i con le migliori tecnologievalutandone attentamente l’impattoambientale complessivo. Se aumentanole emissioni, infatti, è anche vero chei termovalorizzatori “spengono” altrefonti inquinanti, quindi alla fine ilbilancio può essere comunque pos<strong>it</strong>ivo».Non tutti ovviamente la pensanocosì. «E le ceneri prodotte dai termovalorizzatoridove vanno? – si chiedeSodano –. In Germania, per esempio,vanno nelle miniere di salgemma, lenostre invece non lo sappiamo. Ancheil m<strong>it</strong>ico impianto di Brescia non ha unpiano per le ceneri». Insomma buonaparte della soluzione del problema deirifiuti è nelle mani della tecnologia. Piùraccolta differenziata, meno discariche,e termovalorizzatori efficienti. Bisognaagire su tutte le leve: a cominciare daquella della riduzione della produzionedi volumi spropos<strong>it</strong>ati di rifiuti. Ebisogna che ognuno faccia la sua partefino in fondo. A cominciare da chiamministra la cosa pubblica.18 NUOVO CONSUMO


32 milioni di tonnellatei rifiuti urbani prodotti nel 2006.550 chili la produzionedi rifiuti di ogni <strong>it</strong>aliano.50 incener<strong>it</strong>ori di cui quasi la metàsolo tra Emilia e Lombardia.123 euro è il costo del ciclo dei rifiuti.12,1 milioni di tonnellategli imballaggi immessi al consumo.Butta maleVi stupireste se qualcuno vi dicesse che ci stiamo mangiandoi nostri rifiuti? Forse sì, ma se ci pensiamo bene ci accorgiamoche è la pura ver<strong>it</strong>à. «Tutto quello che sconsideratamente buttiamoper terra come rifiuto, o liberiamo nell’aria sotto formadi fumi, o immettiamo nelle acque – dice il dottor StefanoRaccanelli del Consorzio Interunivers<strong>it</strong>ario di Chimica perl’Ambiente di Mestre –, prima o poi finisce che ce lo mangiamoo noi o i nostri figli». Banale, vero? Quel foglio buttato perterra o quella cicca o quella lattina o quel bicchiere di plasticalasciato in pineta dopo il picnic domenicale… Noi credevamodi essercene liberati, invece no. Prima o poi qualcuno se lomangia. Eppure dietro questa banal<strong>it</strong>à c’è semplicemente laprima legge della natura, quella che ha fatto capire all’uomocome gira il mondo e cioè che niente si crea e niente si distrugge.Tutto r<strong>it</strong>orna. E allora? «E allora vorrei che la gente capisseche i rifiuti non sono qualcosa di estraneo all’ambiente, nonce ne liberiamo per sempre, ma dobbiamo semplicementefare attenzione a come li trattiamo». Il dottor Raccanelli è un“cacciatore” di elementi inquinanti e pericolosi prodotti dalleindustrie che spesso finiscono nella catena alimentare. È lui checontrolla i prodotti a marchio Coop. Lui passa al setaccio glialimenti che finiscono sui banchi dei nostri supermercati. Edè lui che coordina e indirizza la ricerca di qualunque sostanzapotenzialmente dannosa alla salute dell’uomo. Una di questesostanze si chiama diossina.Non è che accanto all’emergenza rifiuti c’è anche un’emergenzadiossina, professore?«Diciamo che in Italia le diossine sono una presenza abbastanzacostante legata a problematiche industriali non risolte,mi riferisco in particolare alle fonderie che accumulano questienormi serbatoi inquinanti che sono le scorie siderurgicheche poi, a causa di normali eventi climatici, si disperdononell’ambiente e vanno a finire nella catena alimentare. Traccedi Pop (Persistant Organic Pollutant) – molecole sinteticheusate nell’industria che si degradano molto lentamente – sonostate trovate persino nel grasso dei pinguini che, com’è noto,vivono in terr<strong>it</strong>ori poco antropizzati».Ma sono davvero così pericolose queste sostanze?«Pericolose e persistenti perché si degradano molto lentamente.La diossina è cancerogena, reagisce col dna, puòprovocare mutazioni cellulari e, a seconda dell’organismonel quale agisce, provoca danni più o meno rilevanti. Perquesto la Comun<strong>it</strong>à Europea ha messo un lim<strong>it</strong>e di assunzionesettimanale di questa sostanza che non deve superarei 2 picogrammi per chilogrammo».Una delle fonti potenziali di diossina sono gli incener<strong>it</strong>ori.«Non tutti. Quelli di moderna e avanzata concezione emettonouna quant<strong>it</strong>à di diossina qualche centinaio di volteinferiore alla soglia di rischio grazie alle nuove tecnologiedi trattamento dei fumi».Allora possiamo stare tranquilli?«Ripeto, dipende molto dalla tecnologia di costruzione».Ma non dipende anche da cosa ci si butta dentro?«Non direi, a patto che si tratti solo di rifiuti solidi urbani enon di rifiuti speciali o pericolosi che devono essere smalt<strong>it</strong>iin ben altro modo».Quindi le ecoballe di Napoli le possiamo tranquillamentebruciare?«Se sono rifiuti urbani non vedo perché non possano essereimmesse in un impianto di termovalorizzazione purché benprogettato, costru<strong>it</strong>o e gest<strong>it</strong>o, fermo restando che sarebbemolto meglio, prima di bruciare, ridurre la produzione di rifiuti,recuperare ciò che può essere recuperato e riciclare».Ma non tutto si può riciclare.«È vero. Una parte dei nostri rifiuti si può riciclare, una parteno. La gente deve sapere che una bottiglia di plastica con lacarta appiccicata non si ricicla, e nemmeno una lattina dipiselli sporca è riciclabile. Però questa è la strada che dobbiamopercorrere per liberarci intelligentemente dei rifiutiche produciamo».NUOVO CONSUMO 19


RIUSI E COSTUMIGli imballaggi dei prodotti a marchio Coop rispettanol’ambiente secondo il principio delle 3R: Risparmiare,Riutilizzare, Riciclare. «Siamo riusc<strong>it</strong>i a risparmiare peso evolume su tutti i materiali – dice Ulisse Pedretti, responsabiletutela ambientale di Coop Italia – riducendo del 30per cento il peso del film plastico, inserendo il film senzapvc nella linea pellicole casa, abbiamo eliminatol’astuccio di cartone di cui la maionese in tubettopuò fare tranquillamente a meno, comepure il dentifricio il cui alluminio del tuboè stato sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da polietilene multistrato,abbiamo affiancato buste monodose allelattine nella linea petfood gatto, abbiamointrodotto l’avvolgente con nastro adesivonella linea caffè multipack e sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o labusta di plastica con nastro di carta deisacchetti della nettezza urbana. In questomodo abbiamo risparmiato quasi 1.000tonnellate in sei anni». Il riutilizzo è importanteper risparmiare anche la plastica.«Per questo abbiamo inser<strong>it</strong>o da tempo lericariche multidose richiudibili dei detergentiper la persona e per la casa» aggiungePedretti. Conti alla mano, altre 1.445 tonnellatedi plastica sono state sottratte alle discariche e agliincener<strong>it</strong>ori. Non solo. Ormai buona parte delleconfezioni dei detergenti sono fatte con almeno il 50per cento di plastica riciclata (in certi casi arrivanoal 70 e al 100 per cento: ammorbidenti concentrati,detergenti vetri e superfici dure). E aggiungiamo cosìai precedenti numeri altre 5.160 tonnellate di plasticariciclata. Inoltre, per alcuni dei propri prodotti abase di cellulosa, Coop ha ottenuto la certificazioneFsc che identifica i prodotti contenenti cellulosaproveniente da foreste gest<strong>it</strong>e in maniera corretta eresponsabile secondo rigorosi standard ambientali,sociali ed economici. Per ottenere questacertificazione occorre che almeno il 70per cento delle cellulose provengano daforeste certificate Fsc. «Coop ha sceltoinvece il metodo dei cred<strong>it</strong>i attraverso ilquale si obbliga l’impianto dell’azienda dacui proviene il prodotto ad usare almenoil 10 per cento del totale fabbisogno dicellulosa Fsc per l’intera produzione» spiegaPedretti. E siamo arrivati finalmente aipiatti e bicchieri monouso in PLA (acidopolilattico) derivato dall’amido di mais,quindi completamente naturale che assicurala totale biodegradabil<strong>it</strong>à nel rispettodell’ambiente.Risparmiare, riutilizzare, riciclare:le 3R di Coop.Ti va di imballare?«Esiste anche un’etichettatura specifica (l’applicazione èpart<strong>it</strong>a, ma occorrerà un po’ di tempo per essere a regimesu tutti i prodotti) dedicata allo smaltimento degli imballi edelle confezioni – spiega Pedretti –. È facilmente distinguibilesu sacchetti, vassoi, buste e confezioni col suo caratteristicomarchio di color grigio sul quale sono riportate le specifichedel materiale usato e le indicazioni su come smaltirlo».«C’è anche un progetto – cosiddetto della “monomaterial<strong>it</strong>à”che prevede un intervento per cercare di usare unsolo materiale per la produzione degli imballaggida trasporto (carta o plastica) in modo da facil<strong>it</strong>areil recupero e il riciclo che si accomuna allaproduzione di imballaggi pronti per il caricamentodegli scaffali ev<strong>it</strong>ando doppi o tripli imballaggi efacil<strong>it</strong>ando il servizio al cliente».Il prossimo passaggio potrebbe essere ancora piùaudace. «Per vendere due etti di ricotta si usa unavaschetta molto costosa e impattante in volume e peso– dice Giuliana Giuggioli, responsabile rete piccolisupermercati di Unicoop Tirreno –. Forse sarebbemeglio cominciare semplicemente ad incartare certialimenti, proprio come una volta, in modo da eliminaretutte quelle confezioni matrioska che non finiscono maicon sacchetti, dentro altri sacchetti e dentro vaschette.Sono sicura che i soci e i consumatori non hanno difficoltàa capire che questo è un lavoro molto importante e attualesu cui dobbiamo impegnarci tutti seriamente».Infine gli shoppers di plastica. «Per il momento non cisono nov<strong>it</strong>à, ma in attesa del bando dei sacchetti di plasticache dovrebbe decorrere dal 2010 – dice Pedretti – èin atto una sperimentazione con shoppers in Mater-BI(un polimero di fonte rinnovabile e fossile, interamentecompostabile, ndr) al termine della quale Coop decideràse proporlo in tutti i punti vend<strong>it</strong>a».20NUOVO CONSUMO


SI PUÒ FARELe soluzioni per la gestione dei rifiutisono essenzialmente di tre tipi:> discariche> incenerimento o termovalorizzazione> riciclaggioL’uso delle discariche non si prestacome unica soluzione permanente erischia di creare grandi concentrazioni dirifiuti tossici con inev<strong>it</strong>abili conseguenzesull’ambiente e la salute pubblica. Itermovalorizzatori, invece, sfruttanola combustione dei rifiuti per produrreenergia elettrica. Le emissioni di diossine– seppure in minime quant<strong>it</strong>à – e lostoccaggio delle ceneri provocano fort<strong>it</strong>ensioni sociali con le comun<strong>it</strong>à localianche se gli impianti moderni, se ben costru<strong>it</strong>ie gest<strong>it</strong>i, sono abbastanza sicuri.Una strada più complessa della logica dismaltimento in discarica o negli incener<strong>it</strong>oriè il riciclaggio con un approccioche investa l’intero processo produttivoa partire dall’uso di materiali biodegradabilie riciclabili come il vetro, i metallio i polimeri naturali. A monte delriciclaggio c’è la raccolta differenziatache, per essere efficace, ha bisogno di unprocesso di differenziazione attuato daisingoli utenti.Il riciclaggio apre un nuovo mercatoin cui nuove piccole e medie imprese“recuperano” i materiali riciclabili perrivenderli come materia prima o semilavoratialle imprese produttrici dei beni.Un mercato che si traduce in nuovaoccupazione.Eliminati i materiali riciclabili (vetro,metalli, carta) la parte restante deirifiuti viene separata in base al gradodi umid<strong>it</strong>à. Una parte dei rifiuti puòessere utilizzata per estrarre gas, liquidie combustibili solidi per un riutilizzocome compost fertilizzante o comemateria prima per determinati cicliproduttivi industriali (es. bioetanolo).Al termine del processo di selezione ilresiduo “a secco” dei rifiuti è l’idealeper trasformarsi in combustibile pertermovalorizzatori e cogeneratori.Infine la parte dei rifiuti non adattaalla combustione viene destinata alladiscarica.Non è semplice, ma si può fare.Controcantodi T<strong>it</strong>o CorteseFatti e misfattiI gravi fatti che denunciano il malessere dell’Italia,in balia di pol<strong>it</strong>ici senza scrupoli e problemi irrisolti.Durante le convulse giornate che hannoaccompagnato la fine del governo diRomano Prodi, tre fatti sono stati add<strong>it</strong>atialla pubblica opinione come simbolidel malessere del Paese: la spazzaturaammucchiata in Campania, la rinunciadel Papa ad accogliere il contestatoinv<strong>it</strong>o dell’univers<strong>it</strong>à di Roma, l’arrestodella moglie del ministro guardasigilli.Da noi è il chiacchiericcio televisivoda talk show a dettare le linee dell’indignazionecollettiva: ma forse c’è dadistinguere tra cose tanto diverse chesi sono affastellate insieme.L’orrenda vicenda delle discariche napoletaneè la conferma di squilibri terr<strong>it</strong>orialiche l’Italia si trascina da sempree che la pol<strong>it</strong>ica non ha dimostrato disaper affrontare con la determinazionee la lungimiranza necessarie: e questoè grave oggi come ieri e non deve piùessere domani. Le polemiche sulla mancataorazione di Benedetto XVI all’ateneoromano sono invece un episodioche si sarebbe potuto ev<strong>it</strong>are con l’usodi maggiore prudenza da varie parti: manon ci si venga a dire, per car<strong>it</strong>à, che illeg<strong>it</strong>timo dissenso di docenti e studentisu una discutibilissima iniziativa delrettore di quell’ateneo cost<strong>it</strong>uisse unatto eversivo, come lo si è voluto farapparire. Quanto agli arresti domiciliaridi una signora illustre va pur detto chese si è trattato di errore non è certo ilprimo nella storia giudiziaria del nostroPaese come di altri Stati di dir<strong>it</strong>to:quanta gente che non appartiene allaristretta cerchia dei vip ne subisce qua elà, senza che si ravvisi perciò la necess<strong>it</strong>àdi far cadere governi?Ma non c’erano forse, in quelle stessegiornate della caduta di Prodi, altrifatti da add<strong>it</strong>are come segni preoccupantidel malessere <strong>it</strong>aliano? Provo ac<strong>it</strong>arne alcuni.I dati Istat sulle famiglie <strong>it</strong>aliane che nonarrivano alla fine del mese. Un leaderche si ricandida alla guida dell’Italia edè assolto in un’aula di giustizia perchéaccusato di un reato – il falso in bilancio– che non è più tale per via di unalegge approvata quando l’imputatoera a capo del governo. Un presidentedi regione condannato a cinque anniper favoreggiamento di personaggidi mafia che, costretto a dimettersi,si accinge probabilmente a entrare inParlamento. La condanna, alla Corte digiustizia europea, del sistema televisivo<strong>it</strong>aliano che ha negato le frequenze a chine aveva dir<strong>it</strong>to per darle a un’em<strong>it</strong>tentedi proprietà dello stesso leader che siricandida alla guida dell’Italia... Occorrecontinuare?NUOVO CONSUMO 21


Social<strong>it</strong>àQUESTIONARIODI FEELINGIl socio può approf<strong>it</strong>tare di un’occasione unica nella suamodal<strong>it</strong>à: rispondere al questionario allegato e mettersi incontatto diretto con la Cooperativa. Un’importante corrispondenzache servirà a Unicoop Tirreno per crescere e al socioper diventare ancora più protagonista. di Barbara SordiniToccare con mano. Ascoltare e recepiregli interessi e le aspettative dei soci diUnicoop Tirreno. Avere gli elementi perstilare una mappatura dei bisogni neivari terr<strong>it</strong>ori in cui la Cooperativa è presentee farsi carico delle esigenze dei socistessi. Ecco spiegato il perché e la sceltadi allegare a questo numero di NuovoConsumo un questionario, il primo dedicatoa tutti i soci di Unicoop Tirreno,che permetterà alla Cooperativa di avereun quadro abbastanza realistico su doveconcentrare la propriaattiv<strong>it</strong>à attraverso inuovi Com<strong>it</strong>ati soci.«È proprio ai Com<strong>it</strong>atiche riporteremo i risultatidi questa indagineconosc<strong>it</strong>iva – affermaMassimo Lenzi, direttoredelle Pol<strong>it</strong>icheSociali di UnicoopTirreno –. I dati e lerisposte che verrannofuori serviranno ancheper una verifica all’interno degli stessiCom<strong>it</strong>ati, in cui dovranno essere ricercatiquei soci attivi disposti a impegnarsiper perseguire quei determinatiinteressi. L’intento è anche quello dicoinvolgere un numero più ampio dipersone a partire dai soci non elettialle passate elezioni di ottobre per ilrinnovo dei Com<strong>it</strong>ati soci. D’altrocanto, sempre partendo dai dati delquestionario, verificheremo se quelCom<strong>it</strong>ato è promotore degli interessirichiesti e proposti daisoci. Ovviamente lanostra non è un’indaginedi marketing veroe proprio: potremmoinvece definirla unaricerca sulle esigenzedi social<strong>it</strong>à dei terr<strong>it</strong>ori,un censimento checi informi e ci rendapartecipi delle richiestee dei bisogni dei nostrisoci».Dimmi chi seiLa Cooperativa sta con i propri soci:risponde alle loro esigenze, li rendepartecipi delle proprie strategie, li coinvolgenegli organismi decisionali. Unquestionario è lo strumento più direttoper sondare gli interessi e le aspettativedei soci di Unicoop Tirreno, per capireil loro grado di soddisfazione e le aspettative.I soci che scelgono di risponderedevono per prima cosa compilare ledomande che riguardano i propri datianagrafici e l’eventuale indirizzo e-mailper entrare maggiormente in contattocon la Cooperativa. Dopo le presentazioni,l’indagine è suddivisa in tre sezion<strong>it</strong>ematiche per sondare gli interessi delsocio, il livello di partecipazione alleiniziative della Cooperativa, il grado diconoscenza degli organismi decisionalidi Unicoop Tirreno. La seconda sezioneparte dalla valutazione dell’impegno checiascun socio mette nei diversi amb<strong>it</strong>idi cui si occupa la Cooperativa o inquali amb<strong>it</strong>i vorrebbe si impegnasse dipiù; è richiesta inoltre una valutazionesulla distintiv<strong>it</strong>à di Unicoop Tirreno sualcuni temi in raffronto ad altri gruppidella Grande Distribuzione e quanto iservizi offerti dalla Cooperativa siano opotrebbero essere utili nella propria zonadi appartenenza. La terza sezione mettein stretta relazione il socio con il puntovend<strong>it</strong>a di riferimento e con i prodottiofferti, cercando di capire il perché dellascelta di un determinato negozio e l’attenzioneche il socio pone nella scelta deiprodotti. A margine di ciascuna domandao alla fine delle sezioni tematiche, èlasciato spazio a commenti e osservazionilibere perché Unicoop Tirreno è in attesadi conoscere il parere e il pensiero di tuttii propri soci.FACILE DA COMPILAREIl questionario è stato realizzato in collaborazione con l’équipe delprofessor Marco Frey della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisache curerà anche la raccolta dei dati e farà una sintesi dei risultati.L’inv<strong>it</strong>o che la Cooperativa fa ai propri soci è quello di risponderenumerosi e per questo ha cercato di rendere fruibile quanto piùpossibile lo stesso questionario e di consegnarlo compilato pressoil punto vend<strong>it</strong>a di riferimento. Altro importante dato è il fattoche non siamo di fronte a uno strumento anonimo, anzi. Ilsocio dovrà specificare bene i propri dati anagrafici in modo dacollocare in ogni specifico terr<strong>it</strong>orio delle specifiche risposte.Pochi i dati da ricordare:> ricevere il questionario allegato al numero di marzo 2008 diNuovo Consumo o richiederne copia presso il punto vend<strong>it</strong>a;> il questionario potrà essere scaricato on line dal portalewww.unicooptirreno.e-coop.<strong>it</strong>;> per rispondere c’è tempo fino il 30 aprile 2008;> il questionario compilato deve essere consegnato presso ilpunto vend<strong>it</strong>a o il punto di ascolto di riferimento.22 NUOVO CONSUMO


Serviziai sociA LIBRETTO APERTOUna promozione rivolta a tutti i soci che non hanno ancoraun libretto di depos<strong>it</strong>o a risparmio presso la Coop. Dal 21marzo al 21 giugno ad ogni nuovo socio prestatore verràofferto un buono sconto del valore di 10 euro e una borsinashopper di puro cotone.di Aldo BassoniSi chiama Promozione primavera edurerà esattamente tre mesi, dal 21marzo al 21 giugno, con l’obiettivodi offrire ai soci la possibil<strong>it</strong>à di indirizzarei loro risparmi verso approdisicuri e remunerativi in un periodosempre più caratterizzato da pericoloseturbolenze finanziarie.È la prima volta che Unicoop Tirrenopunta decisamente su una promozioneper l’adesione di nuovi soci al Prest<strong>it</strong>osociale. Lo fa con un’offerta semplice maallettante che si propone di avvicinare tantisoci a una forma di risparmio garant<strong>it</strong>ae conveniente che non ha mai smesso diincontrare il favore di decine di migliaiadi risparmiatori. Questa volta basta aprireun libretto di depos<strong>it</strong>o con un versamentodi almeno 100 euro per aggiudicarsi unbuono spesa generico del valore di 10euro da spendere in tutti i punti vend<strong>it</strong>adel Gruppo Unicoop Tirreno. In più, achi aderirà a questa iniziativa verrà fattoomaggio di una borsina in puro cotoneper lo shopping quotidiano.Di pari tasso«Negli ultimi mesi abbiamo assist<strong>it</strong>o adun andamento particolarmente negativodella borsa, perfino l’ultima asta di Botè stato contrassegnata da un sensibileabbassamento dei rendimenti, mentreCoop mantiene i suoi tassi di interessestabili e quindi sempre più interessantiper quei piccoli risparmiatori che amanoil binomio sicurezza e convenienza»,dice Fernando Pellegrini, responsabileFinanza di Unicoop Tirreno. Per aderirealla Promozione primavera basterà semplicementerecarsi all’ufficio Prest<strong>it</strong>o socialepresso il punto vend<strong>it</strong>a di riferimento ecompilare l’appos<strong>it</strong>a domanda a cui faràimmediatamente segu<strong>it</strong>o l’apertura dellibretto, su cui effettuare un versamentominimo di 100 euro. Per chi ancora nonlo sapesse, Coop applica tre diversi tassidi interesse per altrettante fasce che almomento sono i seguenti: il 2,20 percento lordo per importi fino a 2.500euro, il 2,50 tra 2.500 e 15.000, il 3,30,sempre lordo, per somme superiori a15.000 euro. Il tetto massimo di depos<strong>it</strong>oè di 31.776 euro. La Cooperativa assicurail rimborso al socio e una correttae rigorosa tutela del cap<strong>it</strong>ale garant<strong>it</strong>ainnanz<strong>it</strong>utto dalla solid<strong>it</strong>à patrimonialedell’azienda. Ogni operazione sul librettoè a costo zero, compresi gli eventualipagamenti della spesa tram<strong>it</strong>e cartaSocioCoop e la spedizione degli estratticonto mensili. Insomma, tanti vantaggie niente costi.LIBRETTO COOPNella tabella un esempiodei vari rendimenti su un librettodi depos<strong>it</strong>o in rapportoal cap<strong>it</strong>ale invest<strong>it</strong>o.Spese di apertura 0Spese di chiusura 0Spese di gestione 0R<strong>it</strong>enuta fiscale 12,50%Rendimentiimporti € tasso medio %lordo netto5.000 2,35 2,0510.000 2,42 2,1215.000 2,45 2,1520.000 2,66 2,3325.000 2,79 2,4431.776 2,90 2,54MUSICALa vetrinadei sociLivornoStagione di musica da camera 2007-08Teatro Cral Eni, v.le Ippol<strong>it</strong>o Nievo 38Giovedì 27 marzo ore 21Musica in Austria e Germania“Open ensemble”Pianoforte, violino, viola, violoncelloMusiche di Mozart, Schubert, SchumannGiovedì 24 aprile ore 21Musica francese nel XX secolo“Sestetto Ximenes”Giovedì 22 maggio ore 21Musica della poesia: il Lied tedesco“Duo Bacchelli-Rimicci”Mezzosoprano, pianoforteMusiche di Brahms, Mahler, SchumannIngresso 8 eurosoci CralEni e Coop 6 euroInfo 0586401308TERMEPortoferraio (LI)Terme San Giovanni(struttura convenzionata Asl)Portoferraio, Isola d’ElbaDal 20 aprile al 31 ottobreSconto del 20% sulle cure termali non inconvenzione Asl e sui trattamenti singoli oin abbinamento del centro benessere.Sono possibili trattamenti benessere alghelba,bagni salso-iodici, bagni gorgogliati, idromassaggi,inalazioni, nebulizzazioni, algoterapia, spugnatura,trattamento termale viso-collo, settimanesalute. I clienti della struttura termale possonousufruire di tariffe speciali presso gli alberghiconvenzionati con le Terme San Giovanni.Info 0565914680info@termelbane.comwww.termelbane.comPIOMBINODOMENICA IN... CASTELLOConcerti, incontri con scr<strong>it</strong>tori e registi,degustazioni di prodotti a marchioCoop. Una serie di domenicheal castello fino al 25 aprile 2008 promossedalla Sezione soci Piombino incollaborazione con l’assessorato allacultura del Comune di Piombino e lacircoscrizione Porta a Terra.NUOVO CONSUMO 23


ReportageIL DESERTO DEI MIRACOLI“Il naso non può non sentire gli odori,l’orecchio non udire i rumori, la bocca isapori. Solo il piede va dove vuole. Se sietequi oggi è perché fin qui avete guidato i vostripassi”. In tanti, al r<strong>it</strong>orno dal viaggioin Burkina Faso di metà gennaio, hannoraccontato questo detto burkinabè o selo sono appuntato sull’agenda dopoaverlo ascoltato nelle parole del vescovodi Dorì, il giorno in cui veniva inauguratala sala parto del Progetto Matteo aGorom Gorom e un bimbo appena natostrillava alla v<strong>it</strong>a.Il viaggio in Burkina Faso non è maiuguale. Ogni anno infatti cambiano icompagni di avventura e le tappe dell’<strong>it</strong>inerario,nascono nuovi progetti, nuovipreziosissimi pozzi, nuove strutture,come la sala parto, che salveranno lav<strong>it</strong>a a donne e bambini e che in certiluoghi sembrano quasi un miracolo,una magia nel deserto. Quello che noncambia è il Burkina Faso, l’accoglienzadella gente più povera del mondo eppurecosì dign<strong>it</strong>osa, a tratti altera. È un comportamentoche rimane impresso a ch<strong>it</strong>orna dal viaggio. Non a caso BurkinaFaso significa “patria degli uomini integri”e volle darglielo nel 1984 l’allorapresidente Thomas Sankara (assassinatonel 1987 durante il colpo di Stato cheportò alla presidenza Blaisè Compare,attuale capo di stato del Paese).SENTOla nostalgiaNon cambia neanche lo stato d’animodi chi compie il viaggio: smarrimento epreoccupazione prima di partire, entusiasmoed euforia durante la permanenza,nostalgia e stanchezza al rientro. «Ilgiorno dopo il r<strong>it</strong>orno a casa sono fin<strong>it</strong>ain ospedale – racconta la giovane attricelivornese Silvia Lemmi che con il collegaTrampoli, neonati e campi di fagiolini. Immagini e racconti diviaggio al r<strong>it</strong>orno dal Burkina Faso, dove il Progetto Matteo stacambiando la v<strong>it</strong>a a centinaia di persone. di Beatrice RamazzottiMacro Buldrassi aveva il comp<strong>it</strong>o diorganizzare animazioni, giochi di strada,raccontare fiabe e filastrocche per i bimbidei villaggi – forse perché gli ultimigiorni mi sono rilassata e ho mangiatociò che non dovevo. Niente di grave perfortuna… Quando si riparte?».Silvia e Marco hanno già adottato adistanza un bimbo di Casa Matteo.«Durante il viaggio ho cap<strong>it</strong>o che lamia missione è rendermi utile per glialtri, il Burkina me lo ha fatto capire».«Possiamo tornare il prossimo anno?»,le fa eco Marco e pensare che per convincerloa fare il viaggio ci è voluto piùdi un mese (ndr). È tornato a pezzi, mafelice, dopo giornate passate a camminaresu trampoli altissimi e a mettere inatto diavolerie che facevano impazzirenugoli di bambini. C’è una foto buffadove si vede il ragazzo seduto, circondatodai ragazzini, mentre si mette i trampoli.Nella seconda foto lui è in piedi,altissimo, e i bambini sono scomparsi:terrorizzati sono fugg<strong>it</strong>i a gambe levateper poi tornare da lui più allegri e curiosidi prima.Il testimoneSilvia è anche un’animatrice Coop dell’educazioneal consumo e sta lavorandoper organizzare incontri con le scuole eriproporre la sua esperienza di viaggioai ragazzi. «Siamo stati vicini al progettodai nostri uffici, prima emotivamentee poi concretamente, organizzandoeventi e raccolte fondi – racconta SilviaAmmannati, responsabile CostumerCare di Unicoop Tirreno –. Per me eraarrivato il momento di vedere con i mieiocchi, fare un po’ da testimone e tornareper raccontare, anche ai più scettici, cheil Progetto Matteo è una realtà concreta,che le nostre strutture hanno miglioratola v<strong>it</strong>a di tante persone». Come quella diJustine, mamma di 19 anni, che nellasala parto di Gorom Gorom ha dato allaluce il suo primo figlio e lo ha volutochiamare Ulivierì, con l’accento sulla i,alla francese, in onore di Walter Ulivieri,fondatore del Progetto Matteo. Ancheil giovane padre Armen ha tenuto inbraccio il bimbo (comportamento pocousuale da queste parti) accompagnandola sua sposa in quella struttura di quattrostanze, con letti veri, ecografo e incubatrice,ostetriche e infermiere costru<strong>it</strong>agrazie a Unicoop Tirreno, Comune e24 NUOVO CONSUMO


Pubblica Assistenza di Piombino. Inrealtà Ulivierì non è il primo nato, iltraguardo lo ha tagliato Lia, nata i primidi dicembre dopo che l’ostetrica e consiglieradi amministrazione Lia Burgalassiaveva allest<strong>it</strong>o la sala.Oh cheBELL’OSTELLODa Casa Matteo all’Hotel delle Dune,dove la delegazione ha soggiornato.Carlo Ciavoni, inviato del Venerdì e diViaggi di Repubblica ci fa i complimenti:«L’ostello è carino, il cibo è ottimo,potrebbe entrare nelle guide turistiche.Bisognerebbe solo migliorarne un po’la gestione». È proprio sulla formazionedelle infermiere, delle donne di CasaMatteo, dei ragazzi dell’hotel che il prossimoanno si concentreranno UnicoopTirreno e il Movimento Shalom. In unaterra dove l’aspettativa di v<strong>it</strong>a supera dipoco i 40 anni e l’età media è di 20 ann<strong>it</strong>rasmettere la continu<strong>it</strong>à dei progetti nonè cosa facile. Lo hanno cap<strong>it</strong>o invece icontadini di Kougussi che coltivano ifagioli TerraEquaacquistati e distribu<strong>it</strong>ida Coopin tutta Italia dagennaio ad aprile.Sono circa mille icontadini che oggihanno stipendiequi e garant<strong>it</strong>i,condizioni di v<strong>it</strong>ae lavoro migliori.Dal deserto diGorom Goromil piede ora toccale fertili terre coltivateprima dir<strong>it</strong>ornare in Italia.Quel piede che inBurkina ci è volutoandare e poi nonvede l’ora di r<strong>it</strong>ornarci.STORIE DI DONNEUn incontro con Dacia Maraini e il suo libroPassi affrettati, il regalo di Unicoop Tirreno atutte le dipendenti.di Barbara Sordini“Un atto di simpatia e di attenzioneverso tutte quelle donne che ancorasono prigioniere di un matrimonionon voluto, di una famiglia violenta,di uno sfruttatore, di una tradizione,di una discriminazione storica difficileda superare”. Con le parole di DaciaMaraini e con il suo nuovo libro Passiaffrettati, Unicoop Tirreno festeggia icento anni della festa delle donne,donando l’8 marzo una copia, inprima nazionale, di questo lavoro atutti i dipendenti. Il volume, che conil prezzo di copertina sostiene il Centroanti-violenza donna di Chieti, raccogliesette storie di donne, di diversearee del mondo, con religioni diversetra loro, con stili di v<strong>it</strong>a diversi, eppureaccomunate da una triste realtà:quello di essere v<strong>it</strong>time della violenza,a volte immotivata, a volte frutto diuna cultura arcaica. Passi affrettatiè anche uno spettacolo teatrale cheUnicoop Tirreno ha deciso di sostenerecon diverse programmazioni: il 4marzo, nel pomeriggio, presso i localimensa della sede della Cooperativa aVignale (Livorno). Dopo lo spettacolol’incontro è con l’autrice DaciaMaraini, presente anche alla replica,la sera del 4 marzo, a Piombino. Il14 marzo le scene di Passi affrettatiarrivano, sempre con il sostegno diUnicoop Tirreno, a Roma mentrela rappresentazione sarà inCampania sub<strong>it</strong>o dopo l’estate.Lo spettacolo consente a uominie donne di riflettere insieme sullarealtà della violenza fisica e psicologicaa cui soggiacciono le donne,sulla discriminazione di genere nelmondo del lavoro e nella societàmoderna. In questa direzione Passiaffrettati ha costru<strong>it</strong>o un modellodi intervento sia nelle scuole, coinvolgendostudenti e insegnantiattraverso lo strumento del teatro,sia nelle imprese con il progettopilota di Responsabil<strong>it</strong>à Sociale avviatoda Unicoop Tirreno e rivoltoai propri dipendenti.NUOVO CONSUMO 25


STRADA MAESTRASi chiama Proserpina e aiuta i ragazzi a... farsi strada da soli. Einsieme a Coop insegna i corretti stili di v<strong>it</strong>a. di Cristina VaianiRiconoscere segnali e pericoli, affrontarein modo autonomo e sicuro il percorsocasa-scuola, imparare insomma la strada.L’obiettivo di PRO.S.E.R.P.I.N.A. – ilprogetto-scuola-educazioneresponsabil<strong>it</strong>à-prevenzioneincidentistradali che si rivolgeagli alunni frequentanti leclassi della scuola primaria esecondaria di primo gradodell’Ist<strong>it</strong>uto comprensivo“Leonardo Da Vinci”, ai loro gen<strong>it</strong>orie alla c<strong>it</strong>tadinanza del quartiere – è formarepedoni e ciclisti consapevoli deirischi legati alla mancata osservanza dellenorme che regolano il comportamentostradale. Promuovere quindi l’uso dellabicicletta e la mobil<strong>it</strong>à pedonale neglispostamenti quotidiani in c<strong>it</strong>tà (perlavoro, scuola, spesa) perché fa bene allasalute e all’ambiente, magari prevedendointerventi di dissuasione della veloc<strong>it</strong>à edi messa in sicurezza di alcuni percorsi eattraversamenti fino ad auspicare progettidi ripensamento del contesto urbanoche prevedano di riservare alcune stradea pedoni e ciclisti o di realizzare unarete di piste ciclabili, protette o lontanedal traffico automobilistico, con tantodi segnaletica e parcheggi specifici perdue ruote. Il progetto è promosso dall’assessoratoalla pubblica istruzione delComune di Carrara in collaborazionecon la Circoscrizione di Avenza, l’Ist<strong>it</strong>utocomprensivo “Leonardo Da Vinci”,Automobil Club Massa Carrara, UnicoopTirreno, ASL 1 Educazione alla Salute,comando di Polizia Municipale.Passeggiandoin biciclettaTutela ambientale, educazione civica estradale, legal<strong>it</strong>à e rispetto delle norme,mobil<strong>it</strong>à sostenibile a piedi o in bici osu mezzi di trasporto collettivi, l’importanzadel movimento. Questo insegnaProserpina attraverso molteplici insegnanti,dai gen<strong>it</strong>ori ai nonni ai docenti,dai vigili urbani agli operatorisan<strong>it</strong>ari alle associazionidi volontariato, dall’Aci finoa Coop che, dopo 27 annidi educazione al consumoconsapevole nelle scuole,mette a disposizione delleclassi e delle famiglie coinvolte espertie animatori, gli stessi punti vend<strong>it</strong>a, inquesto caso di Avenza e Massa, e i sociper organizzare presidi e iniziative.Il tutto si tradurrà in animazioni e laboratori:nella scuola primaria per promuoverela cultura del pedibus in collaborazionecon la Polizia Municipale (propostatratta dal k<strong>it</strong> per docenti Alimenta il tuobenessere, edizioni Coop 2007) ma anchei corretti stili di v<strong>it</strong>a legati all’alimentazionee all’esercizio motorio; nella scuolasecondaria le animazioni avranno cometema i rischi derivanti dall’assunzionee dall’abuso di alcolici e farmaci in etàadolescenziale, “battaglia” intrapresada Coop nell’amb<strong>it</strong>o del carnevale diViareggio con l’iniziativa Non la bevo cheha già sensibilizzato numerose ist<strong>it</strong>uzionie amministratori. Saranno realizzatedimostrazioni al punto vend<strong>it</strong>a sul contenutoalcolico delle bevande e dei cibiche contengono insospettabili tracce dialcol, ma anche indagini e statistiche sullecause e le conseguenze degli incidentistradali, oltre che simulazioni “stradali”in piste attrezzate con segnaletiche eimpart<strong>it</strong>e nozioni di pronto soccorso.Per adulti e gen<strong>it</strong>ori questionari sulleab<strong>it</strong>udini relative alla guida e alla sicurezzaelaborato dai partner di progetto.Ad aprile è previsto un evento finale consimulazioni di guida, merende salutari,iniziative al punto vend<strong>it</strong>a.Educazioneal consumoCI VEDO CHIAROSugli ogm il Com<strong>it</strong>ato soci di MassaMar<strong>it</strong>tima (Sezione soci CollineMetallifere) vuole vederci chiaro. Tantoda organizzare per venerdì 14 marzodalle ore 16 presso la sede di viaMarconi 11 una conferenza-dibatt<strong>it</strong>osugli Organismi Geneticamente modificatiin collaborazione con l’associazioneDire Fare, con la BibliotecaComunale “Gaetano Baldi”, Liricain Piazza e Sportello Informa Donnadi Massa Mar<strong>it</strong>tima e con il patrociniodel Comune di Massa Mar<strong>it</strong>tima.La conferenza sarà tenuta da FabioPellegrini, responsabile Area Qual<strong>it</strong>àdi Unicoop Tirreno.CHE SARABANDA!Una vera e propria Sarabanda... così sidivertono i bambini del Laurentino:ogni ultimo venerdì del mese (ad eccezionedei mesi di luglio e agosto),dalle 17 alle 19,30 all’interno del supermercatoCoop fioccano le animazioniper i più piccoli. Laboratori di letturaanimata, scr<strong>it</strong>tura creativa, teatro, attiv<strong>it</strong>àlegate ai percorsi di educazioneal consumo consapevole e tanto altroancora organizzati dalla Sezione soci diRoma Laurentino in collaborazione conl’Associazione Culturale Il Nido dellaFenice. Nel mese di aprile l’iniziativasi svolgerà giovedì 24 anziché venerdì25 (festivo).GRAZIEDEI LIBRIL’insegnante Domenico Salatino ele responsabili della Biblioteca dellascuola “A. Tagliacozzo” in v. C.E.Gadda in Roma, Maria V<strong>it</strong>toriaStellato e Maria Luigia Di Maio,ringraziano la Coop per la gentiledonazione dei libri che hanno arricch<strong>it</strong>ola biblioteca della scuoladove da anni si tengono percorsidi lettura per gli alunni.NUOVO CONSUMO 27


SolidarietàA BUON PUNTOSotto Natale aumenta del mille per cento la donazionedei punti spesa in favore dei progetti di solidarietà dellaCooperativa. Lo straordinario successo della campagna “ANatale anche i punti sono più buoni”. di Cristina VaianiSono bastati uno slogan e dieci moneteda un euro riun<strong>it</strong>e a formare un alberodi Natale per richiamare l’attenzionedi migliaia di soci. Alla campagna disolidarietà A Natale anche i punti sonopiù buoni hanno risposto in massa i socidi Unicoop Tirreno: più di mille hannosostenuto le adozioni a distanza del progettoCuore di Coop donando un milionee 359mila punti mentrearrivano a 888 quelliche hanno destinato unmilione e 213mila puntial Progetto Matteo che inBurkina Faso ha portatoalla realizzazione di uncentro per l’accoglienzadi settanta bambini senzafamiglia, oltreché diun’infermeria, un ostello,una sala parto, pozzi perl’acqua. E, come se non bastasse, UnicoopTirreno ha scelto di raddoppiare il valoredei punti-solidarietà: a 500 punti corrispondonoadesso 10 euro. Diventa cosìsempre più grande il... cuore di Coop.Tradotta in cifre la solidarietà nataliziagarantirà a cento nuovi bambini in SudAmerica, Africa ed Est Europa cibo, educazionescolastica e cure mediche per unanno. Il Progetto Matteopotrà invece contare su24mila euro.Il “miracolo” dei punti– in un mese sono statidonati il doppio dei puntirispetto ai precedenti ottomesi – è stato possibilegrazie alla bontà dei sociche hanno scelto di destinarealla solidarietà unaparte dei punti accumulatiAbbigliamento, utensili dacucina, scarpe, giocattoli... unaconsistente quant<strong>it</strong>à di campionatura,ceduta gratu<strong>it</strong>amentedall’ufficio Category No fooddi Unicoop Tirreno, è stata inparte donata alla San Vincenzode Paoli e in parte venduta dalleSezioni soci nei mercatini eil ricavato destinato ai progettidi solidarietà.con la spesa. Somme sono state raccolteanche dai dipendenti e dalle Sezionisoci che hanno raccolto fondi tram<strong>it</strong>einiziative terr<strong>it</strong>oriali, cui si aggiungonoi versamenti dei forn<strong>it</strong>ori. 2.100 eurosono infine arrivati all’Avsi dalla vend<strong>it</strong>adei biglietti augurali. Al successodell’iniziativa ha poi contribu<strong>it</strong>o unacapillare campagna di comunicazioneche per raggiungere lo scopo si è serv<strong>it</strong>adei volantini distribu<strong>it</strong>i nei punti vend<strong>it</strong>a,dei presidi dei soci, dei biglietti diauguri, delle locandine, di NoiCoop, diNuovo Consumo, della intranet aziendale,del portale internet, di video proiezionie persino di un albero di Natale, quelloall’ingresso di Vignale, addobbato con lescatoline della solidarietà... da riempiredi punti.Tutto esaur<strong>it</strong>o al pranzo di solidarietà del Com<strong>it</strong>ato soci diCerveteri e Ladispoli. Hanno partecipato 216 persone, tracui molti giovani e bambini,tanti soci Coop e dipendenti,funzionari della Provincia edella Regione, rappresentantidella Cooplat e della pro loco, ipartner dell’iniziativa. Raccolti3.700 euro che saranno interamentedevoluti al ProgettoMatteo a sostegno del qualesono arrivate anche le testimonianzedi Caterina Balivoe Tiberio Timperi.Il Com<strong>it</strong>ato ringrazia per laBONTÀ LOROgentile disponibil<strong>it</strong>à e collaborazione Pasquale D’Amico,gli attori Alessandra Filotei e Gianluca Ansanelli che hannoallietato la serata con musica ecabaret, il Comune di Cerveteriche ha messo a disposizione laBiblioteca Comunale per laconferenza-dibatt<strong>it</strong>o e CaseGrifoni per l’esposizione fotografica.L’iniziativa è statapreceduta dall’esposizionedella mostra fotografica sulProgetto Matteo allest<strong>it</strong>a dalCom<strong>it</strong>ato soci di Velletri e gentilmenteconcessa ai colleghi diCerveteri.28 NUOVO CONSUMO


GRAZIE ROMADal 1 marzo al 30 aprile riparte la raccolta di fondiin favore delle famiglie bisognose nei punti vend<strong>it</strong>adi Roma e Provincia. Mentre il Buon fine si estendea tutti i super della Cap<strong>it</strong>ale. di Cristina VaianiAcquistando un cartoncino dellasolidarietà nei punti vend<strong>it</strong>adi Roma e Provincia dal 1 marzoal 30 aprile si partecipa all’iniziativa10 e lode promossa daUnicoop Tirreno in collaborazionecon l’Assessorato alla Tutela deiConsumatori e alla Lotta all’Usuradella Provincia di Roma e la Car<strong>it</strong>asdiocesana della Cap<strong>it</strong>ale. Per ognicartoncino acquistato saranno aggiuntiallo scontrino 10 centesimi;il ricavato sarà trasformato inbuoni spesa che la Car<strong>it</strong>as romanaconsegnerà a famiglie bisognose diRoma e Provincia. Raccolti nelleprecedenti edizioni (2004 e 2006)21mila euro.Decisamente a buon fine anche Buonfine il progetto inser<strong>it</strong>o due anni orsono nell’iniziativa del comune diLA CARICA DEI 101È davvero una carica dei 101 quella dei volontari di Ausilio per la spesa. Ed èproprio grazie a loro che il servizio di consegna gratu<strong>it</strong>a a domicilio della spesafunziona. In un anno hanno fatto e consegnato più di mille spese tra Follonica,Rosignano, Massa Mar<strong>it</strong>tima, Avellino e Cecina, raggiungendo 66 utenti.Attivato a settembre 2006 Ausilio è un progetto di Unicoop Tirreno svolto in collaborazionecon i soci attivi e le associazioni di volontariato del terr<strong>it</strong>orio, che prevedela consegna gratu<strong>it</strong>a a domicilio della spesa a soggetti non in grado diprovvedere autonomamente come gli anziani soli, le persone invalideo affette anche temporaneamente da patologie invalidanti segnalate daiServizi sociali. Dalla compilazione della lista alla spesa, dal pagamentodella merce alla consegna alla riscossione del dovuto, pensano a tuttoi volontari presenti nel punto vend<strong>it</strong>a e contattabili telefonicamente.Tornando ai dati, su 1.047 spese 555 sono state fatte a Follonica, 390 aRosignano, 45 a Massa Mar<strong>it</strong>tima, 31 a Avellino, 26 a Cecina. Il totaledei volontari e degli utenti iscr<strong>it</strong>ti è così suddiviso: volontari (in tutto 101)di cui 36 a Follonica, 24 a Rosignano e Massa Mar<strong>it</strong>tinma, 5 ad Avellino,12 a Cecina; utenti (in tutto 66) di cui 18 a Follonica, 19 a Rosignano,10 a Massa, 11 a Avellino, 8 a Cecina. Gli importi delle spese sono vari,curiosa la spesa minima di 2,24 euro consegnata a Follonica.Il servizio sarà prossimamente esteso a Piombino, Riotorto, Carrara,Roma. Per maggiori informazioni numero verde di Unicoop Tirreno:800861081.SolidarietàQuesti i negozi interessati dall’iniziativa10 e lode: Iper Roma Casilino, Super Roma LargoAgosta, Roma Laurentino, Roma Colli Aniene,Velletri, Genzano, Pomezia, Colleferro, Civ<strong>it</strong>avecchia,Cerveteri, Incoop Roma via Bettini, Roma viaCornelia, Fonte Nuova, Campagnano di Roma,Sant’Oreste, Rignano Flaminio.Roma Roma non spreca che, dopouna prima sperimentazione all’IperCasilino, si estende a tutti i Superdella Cap<strong>it</strong>ale.In accordo con il Comune e iCom<strong>it</strong>ati soci interessati sono stateindividuate tre organizzazioni terr<strong>it</strong>orialia cui destinare i prodotti non piùcommercializzabili che saranno consegnatisotto forma di pasti o pacchialle famiglie indigenti: la Comun<strong>it</strong>àdi S. Egidio nel XII municipio (per ilsupermercato di via Laurentina), laonlus Mangiatoia di Gesù bambino nelVI municipio (per il supermercato diLargo Agosta) e la Cooperativa socialeXXIX giugno nel V municipio (per ilsupermercato di Colli Aniene).OTTODI CUORIDonne solidali che festeggiano l’8marzo con Cuore di Coop. Accade aMontieri sabato 8 marzo presso laSala Polivalente dove alle 16,30, dopoil saluto dell’amministrazionecomunale che ha offertoil suo patrocinio e la sua collaborazionealla Sezione sociColline Metallifere, avrà luogola proiezione del filmato ist<strong>it</strong>uzionaledi AVSI sulle adozionia distanza con la testimonianzadi un rappresentante dellaDirezione Pol<strong>it</strong>iche Sociali diUnicoop Tirreno. Chiunquedesideri aiutare i bambini sostenutida Cuore di Coop puòdonare i punti spesa. Buffetcon omaggio floreale a tutte ledonne che interverranno.NUOVO CONSUMO 29


Prodottoa marchioTabella di marciaCalorie, zuccheri, grassi, sale per porzione e un consiglioper smaltire le calorie in eccesso. Sulle confezioni deiprodotti a marchio Coop tutte le informazioniper un corretto stile di v<strong>it</strong>a.di Anna SomenziLe etichettedei prodotti amarchio Coopdiventano veree proprie mappeper guidare iconsumatori ascelte alimentaripiù consapevoli.Sulle confezioninon ci sarà piùsolo la tabellaclassica con le indicazionidei nutrienti nelle loro quant<strong>it</strong>àper 100 grammi, ma anche una piccolascheda che indica in modo specifico inquella porzione le calorie e la presenzadi zuccheri, grassi, sale. Coop è la primacatena distributiva che – in collaborazionecon l’Inran (Ist<strong>it</strong>uto Nazionale di Ricercaper gli Alimenti e la Nutrizione) e con laCIAA (Federazione delle industrie agroalimentarieuropee) – adotta questa nuovatabella su alcuni componenti nutrizionalispecifici da tenere sotto controllo, inser<strong>it</strong>aben in evidenza sul fronte del prodotto.Muov<strong>it</strong>i muov<strong>it</strong>iLe dimensioni di un’etichetta nonconsentono di riportare un manualedi sana alimentazione ma, quando lospazio lo consente, è inser<strong>it</strong>a ancheun’altra piccola icona che dà qualchesuggerimento su come smaltire lecalorie in eccesso, aumentando l’attiv<strong>it</strong>àfisica. Si possono consumare100 Kcal correndo per sette minutio salendo scale per undici minuti oppurecamminando per trenta. L’iconamovimento ci aiuta e ci consola: unpacchetto di crackers si può utilizzareper arricchire i pasti e come sost<strong>it</strong>uivodel pane, come spuntino, ma se nonrientra nell’apporto giornaliero di caloriee nutrienti consigliato occorrono10 minuti di corsa per smaltirlo.L’etichetta è r<strong>it</strong>enuta la prima fonte diinformazione tra i soci Coop, il contenutodi grassi e il valore energetico rappresentanole informazioni più ricercatenelle tabelle nutrizionali dei prodotti amarchio. E alle richieste di avere informazionipiù pratiche risponde oggi lanuova etichetta: facile da leggere e dainterpretare.UN’ETICHETTADI VALORESulle etichette nutrizionali Coopla parola a Carlo Cannella, presidentedell’Inran.«Le etichette sono un importantestrumento di informazione dei consumatori:più sono semplici e chiare,tanto più il consumatore sarà nellecondizioni di scegliere e valutare. Intal senso il contributo delle aziende èmolto utile e l’iniziativa di Coop suiprodotti a marchio va senz’altro inquesta direzione». Sottolinea CarloCannella, presidente dell’Inran(Ist<strong>it</strong>uto Nazionale di Ricerca pergli Alimenti e la Nutrizione).Perché è importante avere informazioninutrizionali specifiche sul singolo prodotto,sulla porzione?«Perché la nostra alimentazione èla somma di tanti singoli prodottie porzioni. Le etichette Coop segnalanochiaramente i valori dellacomposizione in energia e nutrientiche vanno considerati per ev<strong>it</strong>areil sovrappeso e per mantenereil benessere. Mer<strong>it</strong>ano particolareattenzione calorie, sale, zuccheri,grassi, in quanto tali indicazionirappresentano un aiuto concretoper ev<strong>it</strong>are gli eccessi della societàdel benessere».E l’icona movimento?«Per uno stile di v<strong>it</strong>a sano è indispensabileassociare una corretta alimentazionea un’adeguata attiv<strong>it</strong>à fisica. Perciò ènecessario sensibilizzare il consumatorecontro la sedentarietà e la pigriziasoprattutto nel tempo libero».NUOVO CONSUMO 31


SaluteSTRANE, MA VERESono moltissime e tutte diverse tra loro, ma i sintomi– almeno all’inizio – sono generici e similialle malattie comuni. L’importanza di una diagnos<strong>it</strong>empestiva e dell’attenzione massimaa ogni più piccolo “segnale” per riconosceree curare le cosiddette malattie rare.di Barbara BernardiniEra il 1988 quando Dustin Hoffman e Tom Cruise emozionavanoil mondo con il film Rain Man. L’uomo dellapioggia. Era la storia di un ragazzo particolare, in cui unproblema gravissimo di relazione con gli altri si univaad una memoria geniale per i numeri. La malattiadell’adulto-bambino di Rain Man era la Sindromedi Asperger, una non comune forma di disordineneurologico appartenente allo spettro dell’autismo...una malattia “rara”. Senza averne forsel’intenzione, Hollywood puntava i riflettori suuna delle settemila patologie spesso dimenticatedalla medicina.Casi rariLe malattie rare, secondo ladefinizione corrente,colpiscono menodi 5 individuisu 10milae comprendono forme moltodiverse di patologie che vannodalla rarissima malattia diAnderson-Fabry, che colpisce“solo” un bambino su 117mila,fino alla più comune talassemiao il morbo di Chron. Se considerateglobalmente, queste malattiehanno un’importanza grandissimaper la salute umana. Ne è colp<strong>it</strong>o trail 6 e l’8 per cento della popolazioneeuropea, ovvero tra 24 e 36 milioni dipersone, equivalente alla somma dellapopolazione dell’Olanda, del Belgio edel Lussemburgo. Un eserc<strong>it</strong>o di pazienti,eppure spesso soli e disorientati di fronte asintomi strani che richiedono a volte annie anni per essere inquadrati in una diagnosi.«Il problema della diagnosi tempestiva è forseil nodo più difficile e importante da sciogliere– spiega Rossella Parini, responsabile del CentroFondazione Mariani per le Malattie Metabolichedell’Infanzia di Monza –. Non si tratta però diuna cattiva organizzazione san<strong>it</strong>aria, il problemaè che sono moltissime e tutte differenti mentre isintomi, specialmente all’inizio, sono generici emolto simili ad altre malattie comuni. Molti medicinon hanno l’occasione di incontrare queste malattieneppure una volta nel corso della loro carriera».NUOVO CONSUMO 37


SEGNALIdi soccorsoMa in un quadro che sembrerebbedesolante in realtà oggi c’è postoper una buona dose di ottimismoperché le malattie rare non sono piùinvisibili.«Mentre fino a pochi anni fa permolte sindromi non esisteva alcunacura – continua Parini – dal 2000 c’èstato un vero boom». È stata insommariconosciuta l’importanza di questemalattie e il dir<strong>it</strong>to di ogni pazienteall’aiuto della medicina. Di prevenzioneè difficile parlare perché l’80per cento delle malattie rare sonodi origine genetica, ma la ricerca haprodotto farmaci che possono salvarela v<strong>it</strong>a a molti pazienti e soprattuttoimpedire gli effetti a lungo terminedi alcune malattie, come appuntoquelle metaboliche, in cui l’accumulodi alcune sostanze prodotte dalle5 casi su 10milalo standard secondo cui unamalattia viene defin<strong>it</strong>a rara,ma la definizione cambiada paese a paese.5-8milale patologie stimate.200milale persone in Europa affetteda una patologia rara nellasua incidenza più elevata.L’80 per centodelle malattie rareha una causa genetica.1 malattia su 1.000beneficia di una conoscenzascientifica minima tale da consentirneuna cura adeguata.cellule a causa di meccanismi molecolaridifettosi diventa così tossico daindurre r<strong>it</strong>ardo della cresc<strong>it</strong>a, r<strong>it</strong>ardomentale, e da portare talvolta allamorte. «Un cambiamento importanteè rappresentato dalla terapia enzimaticasost<strong>it</strong>utiva – sottolinea Parini–: si tratta della somministrazionedi quella molecola attiva (l’enzima)che nei pazienti non funziona». Mala diagnosi rimane fondamentalecosì come la presa in carico di questipazienti da parte di centri specializzatiche sono stati ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i ormai sututto il terr<strong>it</strong>orio nazionale in modoche i medici di base possano orientaremeglio i loro pazienti a rischio.Parini raccomanda «uno sforzo diattenzione da parte dei medici percercare di inquadrare nel contestodella diagnosi, tutti (ma proprio tutti)i sintomi presentati dal paziente. Avolte, infatti, sono proprio questisegnali apparentemente insignificantima persistenti la spia di una malattiarara più o meno importante».SUA ECCELLENZA!Che cosa si fa in Italia.Fa piacere che l’Italia nel campo delle malattie rare non siail fanalino di coda. Non solo l’Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à haist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un appos<strong>it</strong>o Centro Nazionale Malattie Rare (accessointernet www.iss.<strong>it</strong>/cnmr) in cui i pazienti possono essereorientati in maniera capillare e ricevere ogni informazionecirca le diagnosi, le cure e le esenzioni dal ticket san<strong>it</strong>ario,ma tra le iniziative <strong>it</strong>aliane va certamente segnalata quelladell’Ospedale Pediatrico “Meyer” diFirenze, dove, sfruttando la nuovissimatecnologia di analisi denominataTandem Massa, negli ultimi 5 annisi sono potuti sottoporre a screeningper un largo gruppo di malattie rareben 145mila neonati. È bastata unagoccia di sangue nei primi giornidi v<strong>it</strong>a per salvare il futuro di 74bambini, identificati come portatoridi patologie. L’eccellenza del centrotoscano, che oggi offre lo screeningallargato alle neomamme di granparte della Toscana e dell’Umbira chene facciano esplic<strong>it</strong>a richiesta (ticketsan<strong>it</strong>ario di 42 euro) è stato recep<strong>it</strong>o come un passoestremamente importante, tanto che nella Finanziaria2008 è previsto uno stanziamento di 3 milioni di europer attrezzare i maggiori centri di neonatologia d’Italiacon la nuova strumentazione Tandem Massa. Inoltre, abreve, si renderà obbligatorio lo screening ad ogni nuovonato d’Italia, con test che potranno identificare fino a 150malattie diverse.InfoCentro Nazionale per le Malattie Rare: www.iss.<strong>it</strong>/cnmr;Organizzazione Europea per le Malattie Rare (EuroDis):www.eurodis.org;il s<strong>it</strong>o del servizio san<strong>it</strong>ario regionaledell’Emilia Romagna offre unelenco molto completo di patologiee indirizza direttamente all’area medicadi competenza: www.ospfe.<strong>it</strong>;www.malattie-rare.org.Tra i centri pubblici per le malattierare il centro dell’Ospedale Pediatrico“Meyer” di Firenze: tel. 0555662332e il Centro Fondazione Mariani perle malattie Rare dell’Infanzia pressol’Ospedale “San Gerardo” di Monza:tel. 036280771.38NUOVO CONSUMO


Sani & salviABCibodi Eugenio Del TomaSesso e volentieriAll’Univers<strong>it</strong>à della Virginia si studia unfarmaco che promette di cambiare inmeglio la v<strong>it</strong>a sessuale di molte coppie.Si tratterà di un gel a base di testosteronead uso esclusivo delle donne che dovrannosemplicemente spalmarlo su un braccioper ottenere, nell’arco di qualche ora, unaumento dell’energia e della libido similea quello indotto dal Viagra negli uomini.Gli esperimenti già in fase avanzata mostranoun aumento dell’interesse sessualedel 283 per cento!Chi ricerca trovaÈ tutta <strong>it</strong>aliana la ricerca che ha portatoa perfezionare una tecnica chirurgica ingrado di curare defin<strong>it</strong>ivamente il diabetedi tipo 2. Questa semplice operazionecondotta in laparoscopia interessa l’intestinodel paziente e ha portato finoraalla guarigione completa dei 12 pazienticurati. Un grande studio su altre duemilapersone è in corso per confermare i risultatidella scoperta.Luci e ombreRisparmiare energia potrebbe non esseresempre pos<strong>it</strong>ivo per la salute. Uno studioinglese, infatti, mostra che le lampadinea risparmio energetico sono responsabilidi molti episodi di emicrania in personeparticolarmente sensibili. Le caratteristicheluminose della luce a fluorescenzainoltre possono essere fastidiose perchi soffre di epilessia e causare in moltepersone senso di disagio. Non sembraperò che la luce in sé siain grado di causarealcun danno allasalute. In attesadi ulteriori studiconviene forsecontinuare a risparmiaresullabolletta.Cece ne fusseCeci, fagioli, lenticchie: ce ne vorrebberodi più per un’alimentazione equilibrata.Le statistiche confermano che inItalia c’è sempre meno interesse peri legumi. Sarebbe opportuno, invece,che, all’insegna della “varietà alimentare”,non si perdesse l’ab<strong>it</strong>udine diconsumare anche i legumi, se nonaltro per coerenza con le nostre radicimed<strong>it</strong>erranee che consideravano ilegumi la “carne dei poveri”, cioèla fonte di proteine e di energia deilavoratori manuali e di quanti nonpotevano permettersi una bisteccase non in qualche ricorrenza o in unpranzo di nozze.I fagioli hanno ancora un ruolo importantenella cucina toscana, comecontorno o nelle zuppe, piatti tipiciamati dai buongustai. Le lenticchie,complice una tradizione che le consideradi buon auspicio a fine anno,fanno la loro comparsa almeno nellefestiv<strong>it</strong>à natalizie.I ceci sono quasi sconosciuti tra lenuove generazioni, tanto brusco èstato il loro declino a partire dall’immediatodopoguerra. Ancora menoapprezzate le carrube, i lupini e lefave. I piselli, invece, sono stati salvatidalla tecnologia che ne ha fatto unpunto di forza tra i prodotti surgelatipiù grad<strong>it</strong>i e più comodamente utilizzabili.La soia, che nei primi annidello scorso secolo era consideratapoco più di una curios<strong>it</strong>à, è diventatanegli Stati Un<strong>it</strong>i il prodotto agricolodi maggior valore commerciale dacui si ricavano più proteine (circail doppio dei cereali) e più olio diqualunque altra fonte, ma in questocaso neppure il sostegno pubblic<strong>it</strong>arioha potuto imporre la soia comealimento di successo al di fuoridell’Estremo Oriente. La modernadietetica ha trovato nuovi spunti perriabil<strong>it</strong>are i legumi: la ricchezza difibra alimentare e in particolare dellafrazione solubile che è la più efficacenel modulare l’assorbimento dei carboidratie del colesterolo alimentare.Informazione utile in particolare peri diabetici che dovrebbero alternarepiù di frequente i legumi alle patateo al pane che, a par<strong>it</strong>à di contenutodi carboidrati, hanno un peggioreindice glicemico.Come ben sanno i vegetariani, unminestrone di cereali, legumi e verdurepuò rappresentare ancora oggiun piatto unico completo di tutti iprincipali nutrienti. Semmai sarà ilcaso, per chi soffre di meteorismo o dicol<strong>it</strong>e, di ripiegare su un minestrone“passato” così come i pediatri hannosempre sugger<strong>it</strong>o per i bambini.NUOVO CONSUMO 39


dossier / sicurezza alimentareIl mio piatto liberoConsumatori più esigenti, aziende più attente che in passato, minori rischi,ma i controlli sono ancora troppo frammentari. Sul fronte della sicurezza alimentaredubbi e sospetti, ma anche certezze a marchio Coop. di Dario GuidiSalmonelle, micotossine, coloranti oadd<strong>it</strong>ivi non autorizzati, presenza diresidui di metalli o altri inquinanti.Ogni tre mesi il sistema di allertaeuropeo squaderna, in una appos<strong>it</strong>arelazione, l’elenco delle semplicisegnalazioni e di quelli che, invece,diventano allarmi veri e propri suiprodotti alimentari. Prodotti fatti sottocasa, qui in Italia, oppure in altri paesieuropei, oppure – e in quant<strong>it</strong>à sempremaggiore – provenienti da Cina, Indiao da qualche altro remoto angolo dimondo. E alla fine, grazie anche allecronache di giornali e Tv, l’allarme“finisce” anche sulle nostre tavole:dall’influenza aviaria alle più recentimozzarelle alla diossina, passandoper una sfilza di altri casi. Inev<strong>it</strong>abileche questo continuo susseguirsi diemergenze in campo alimentare (magarianche raccontate con qualcheeccesso e approssimazione di troppo)non possa certo lasciare tranquillo ilconsumatore. Anzi, il rischio è che chideve fare la spesa scelga di rinunciareall’acquisto di determinati prodottie aumenti la propria sfiducia verso ilsistema di garanzie e controlli pubblicie delle imprese agroalimentari. Percontrastare questi rischi, autor<strong>it</strong>à eimprese stanno sviluppando nuovestrategie di approccio al tema dellasicurezza dei prodotti.C’è da fidarsi?Con Stefano Cinotti, direttoredell’Ist<strong>it</strong>uto Zooprofilattico dellaLombardia e dell’Emilia Romagnae membro del Consiglio Superioredi San<strong>it</strong>à, abbiamo cercato di fare ilpunto della s<strong>it</strong>uazione.Professor Cinotti rispetto a 10 annifa come giudica il livello di sicurezzadei prodotti alimentari Italiani?«Certamente rispetto a 10-15 annifa il livello di garanzie e sicurezza ècresciuto enormemente, e anche nelreport europeo delle allerta i rischilegati ai classici contaminanti (laNUOVO CONSUMO 41


DOSSIERsalmonella o i pesticidi) sono decisamentein calo. Questo è dovuto adalcuni fattori convergenti, a partireda quelli normativi: in questi ann<strong>it</strong>utta l’Unione Europea si è dotata distrumenti legislativi tesi ad aumentarela sicurezza in tutte le fasi della produzionecon regole stringenti per dirlaall’inglese “from farm to fork” (“dallafattoria al forchetta”). Ma certamenteun altro tassello fondamentale sonostati i consumatori, sempre più esigentie attenti, che grazie alle loroscelte hanno saputo premiare chi glioffriva le migliori garanzie, infinele grandi aziende alimentari e delladistribuzione <strong>it</strong>aliane che hannopuntato decisamente sui temi dellasicurezza».Quali sono oggi i principali fattoridi rischio e da dove vengono? «Se siguarda ai dati rilevati dal sistema diallerta comun<strong>it</strong>ario si scopre che iprincipali rischi legati agli alimentisono le micotossine, tossine prodottein natura da molti funghi enon eliminabili, ma solo riducibilicon una corretta gestione di tutta lafiliera produttiva, o i contaminantida imballaggi, ovvero sostanze usateper la fabbricazione dei conten<strong>it</strong>oriche possono in alcuni casi passareal prodotto. Questi nella poco invidiabileclassifica precedono di granlunga i residui da f<strong>it</strong>ofarmaci, i metallipesanti, gli add<strong>it</strong>ivi e i coloranti...».MARCHIOdi garanziaMa ovviamente l’impegno più rilevantedi Coop è quello rivolto aiprodotti a marchio, con un’enfas<strong>it</strong>utta indirizzata all’attiv<strong>it</strong>à di prevenzionecon una sorta di decalogo deiprincipi e delle regole cui si fa riferi-Dunque è cambiato qualcosa rispettoa qualche anno fa e perché? «Credoche il cambiamento principale sialegato da un lato alle disponibil<strong>it</strong>à dinuove metodologie di analisi, semprepiù sofisticate, dall’altro alla progressivadelocalizzazione delle produzioniche ci obbliga a pensare in terminidi analisi del rischio in modo totalmentedifferente. In effetti la cronacadegli ultimi anni mette sempre piùin luce quelli che in gergo tecnico sichiamano “rischi emergenti” quali appuntole micotossine, le segue a pag. 44MENU COOPQual<strong>it</strong>à, rispetto dell’ambiente, controlli attenti e regolechiare: Coop a difesa della salute del consumatore.Gli impegni di Coop sui temi delladifesa della salute del consumatoree dell’ambiente non rappresentanoun’iniziativa commerciale dell’ultimaora. Si tratta di una prior<strong>it</strong>à assoluta,di obiettivi da sempre previstinegli statuti delle Cooperative diConsumatori e Coop può documentareuna storia antica ricca di fatti erisultati concreti.In qual<strong>it</strong>à di...«Parlando di salubr<strong>it</strong>à la GrandeDistribuzione – spiega MaurizioZucchi, direttore qual<strong>it</strong>à di Coop Italia– ha responsabil<strong>it</strong>à precise sotto diversipunti di vista. Innanz<strong>it</strong>utto ha unaresponsabil<strong>it</strong>à diretta per le fasi di ricevimento,stoccaggio, manipolazione evend<strong>it</strong>a delle merci. Da questo punto divista ci sono alcuni concetti chiave chesono anche prior<strong>it</strong>à nei comportamenti:la rotazione delle merci, la gestione dellacatena del freddo e il rispetto dei tempidi conservazione».Altrettanto importante per Coop è poiil ruolo del “fattore umano”: l’addestramentoe, ancora di più, la formazionee la sensibilizzazione dell’addetto direparto sono elementi indispensabili percreare una cultura dell’igiene, una completaadesione e familiar<strong>it</strong>à al concettodi buone pratiche di lavorazione.«Su quest’area – continua Zucchi– è stato attuato in Coop un interventocapillare attraverso un ProgettoFormazione e Comunicazione rivolto atutti gli addetti per assicurare la massimaqual<strong>it</strong>à igienica al consumatorefinale». Ma Coop r<strong>it</strong>iene di dover svolgereun ruolo attivo anche a monte: inquella che viene chiamata la pol<strong>it</strong>icadi “non neutral<strong>it</strong>à” nei confronti dellaproduzione. «Nessun atteggiamentopoliziesco o, addir<strong>it</strong>tura, belligeranteverso i forn<strong>it</strong>ori – sottolinea Zucchi– ma solo senso di responsabil<strong>it</strong>à di unacatena distributiva che intende sviluppareun’azione di selezione dell’offertaproveniente dal mondo produttivo».42 NUOVO CONSUMO


mento, partendo dalla convinzioneche i prodotti a marchio di una catenadistributiva sono la testimonianzadei valori che contraddistinguonol’impresa stessa. Per questo il prodottoa marchio Coop deve essere sicuro,buono, etico, rispettoso dell’ambientee conveniente. Per ottenere questoCoop ha creato un sistema di garanzieche si articola sulle seguenti azioni:> Precauzione: principio applicato findagli anni Settanta, secondo il qualenel dubbio è meglio non corrererischi, quindi si eliminano quegliingredienti o quelle tecnologie su cui,benché ammessi dalla legge, vi sianodei dubbi sulla salubr<strong>it</strong>à.> Prevenzione: significa impostareun sistema di protezione volto aminimizzare i possibili rischi.> Controllo e filiera: significa controllosui punti vend<strong>it</strong>a, sui forn<strong>it</strong>ori, sullematerie prime, sui prodotti. La filieraè l’insieme degli operatori che concorronoalla produzione di un prodottoCoop. Per questo i controlli e le regoleriguardano ogni punto di rischio, dalprimo all’ultimo. È emblematicol’impegno Coop nella gestione dellegaranzie per i prodotti freschi dalleuova al latte, dal pesce alle carni. Icontrolli partono dalle materie primeutilizzate per la produzione deglialimenti destinati agli animali perpassare attraverso i mangimifici, gliallevamenti, i macelli, i laboratori dilavorazione e imballaggio. Un impegnoche sempre di più si estende almondo dei prodotti freschi industrialiquali, ad esempio, i salumi, i latticiniprodotti con latte “di filiera” Coop.> Gestione dei problemi: ovvero avereun sistema in grado di gestire tempestivamentecasi “cr<strong>it</strong>ici”.> Miglioramento continuo: confrontosistematico col mondo scientifico,mettersi sempre in discussioneper migliorare costantemente iprocessi produttivi, i prodotti, legaranzie stesse.«Per ottenere questi risultati – riprendeZucchi – gli strumenti fondamentali delsistema di garanzia passano ovviamenteper il processo di selezione e validazionedei forn<strong>it</strong>ori: ovvero forn<strong>it</strong>ori scelti dopoun’accurata istruttoria preliminarevolta a valutarne la capac<strong>it</strong>à a produrresecondo i nostri cr<strong>it</strong>eri. C’è da rispettareun rigoroso cap<strong>it</strong>olato di produzione:che è come la distinta dei materialicon cui è fabbricata una casa, e queldocumento vincolante in cui vengonodettagliati qual<strong>it</strong>à e tipologia dei materiali,parametri di sicurezza ulterioririspetto alle normative di legge. Infinec’è il sistema dei controlli: ovvero le analisie le ispezioni che vengono effettuateprima, durante e dopo la produzione,con interventi immediati in caso diirregolar<strong>it</strong>à che possono prevedere ancheil blocco degli acquisti, sanzionidi natura economica, rest<strong>it</strong>uzione delprodotto non conforme».Nel 2007 solo sul prodotto Coopindustriale sono state effettuate oltre 3milioni di analisi (oltre 10mila analisiper ogni giorno lavorato) e 320 ispezionipresso gli stabilimenti produttivi.A cui vanno aggiunte 183.898 determinazionianal<strong>it</strong>iche e 322 ispezionisui prodotti ortofrutticoli freschi a cuivanno aggiunte le 108.002 analisi e1.090 ispezioni presso allevamenti emacelli per le carni.RischioZEROPer poter migliorare continuamente eaggiornare le metodologie e gli standardda parte di Coop vengono poi intrattenuticostanti rapporti con la comun<strong>it</strong>àscientifica, per rafforzare l’autorevolezzadi Coop sulle proprie pol<strong>it</strong>iche di qual<strong>it</strong>àe anche per raccogliere informazion<strong>it</strong>empestive sui rischi emergenti. «Sonooltre 25 – afferma Zucchi –, tra cui 10Univers<strong>it</strong>à, gli ist<strong>it</strong>uti di ricerca con cuiabbiamo relazioni su argomenti chevanno dai coloranti agli add<strong>it</strong>ivi, dallatossicologia ai farmaci, dal benessereanimale ai contaminanti da imballaggi.Ricercando sempre per ciascunargomento il punto di eccellenza, perchéladdove c’è un rischio, Coop nonrischia. È nostra convinzione che il mercatopretenderà in maniera sempre piùstringente un elevato livello di garanziesia igieniche che, più in generale, qual<strong>it</strong>ativeper i prodotti alimentari. Questoè destinato a provocare una selezionesia a livello produttivo che distributivo,con una progressiva emarginazione delleaziende non in grado di rispondere inmaniera adeguata a queste richieste ma,d’altra parte, determinando importantiopportun<strong>it</strong>à di mercato per le aziendeche imbocchino decisamente la stradadella qual<strong>it</strong>à. Non vi è dubbio che, nonsolo in Italia, permangono lim<strong>it</strong>atearee produttive con comportamentiillec<strong>it</strong>i: pensiamo al settore carni conl’uso di anabolizzanti e farmaci nonconsent<strong>it</strong>i, allo scandalo della diossina,all’ortofrutta con l’abuso dei pesticidi,ma anche a prodotti come il vino e l’oliosoggetti a frodi via via più sofisticate edifficili da individuare. Coop intendefare, con la massima determinazione,la propria parte per contrastare questifenomeni, innanz<strong>it</strong>utto scegliendoforn<strong>it</strong>ori la cui affidabil<strong>it</strong>à e serietà siasempre più certa e documentata. Perdare concretezza a questo impegnosono state impegnate risorse moltosignificative: il Settore qual<strong>it</strong>à in CoopItalia e presso le Cooperative impegnacomplessivamente 84 persone con unbudget di oltre 15 milioni di euro».NUOVO CONSUMO 43


DOSSIERdiossine, le nanoparticelle ecc. ovverocontaminanti per i quali ancora nonè disponibile un’analisi del rischiocompleta nei sistemi di controlloefficaci al 100 per cento. Esiste poi unaltro rischio ancora più pericoloso edè il “rischio mediatico” contro il qualenon vi è sistema di garanzia che tenga,come nel caso dell’influenza aviariadove abbiamo assist<strong>it</strong>o a un crollo deiconsumi senza che vi fosse un realepericolo nel consumo di carne».Sempre prendendo i dati del rapportoosserviamo come tra le notifichecomplessive l’Italia ha contribu<strong>it</strong>oa livello europeo per oltre il 16per cento delle notifiche di allerta,ma per quanto riguardal’origine dei prodotti, quelli<strong>it</strong>aliani risultati irregolari sonostati solo il 3 per cento di tuttele notifiche: questo confermache la produzione <strong>it</strong>aliana è piùsicura? «Certamente la produzioneeuropea in generale, e quella <strong>it</strong>alianain particolare, offre livelli di sicurezzae garanzia credo senza pari, questononostante vi siano ancora piccolesacche di illegal<strong>it</strong>à sulle quali ilcontrollo pubblico ha il dovere divigilare, ma che la filiera stessa dovrebbeemarginare in quanto i danniche possono arrecare sono enormi.Tuttavia è evidente che le nuove fontidi approvvigionamento, la Cina perdirne una, ci obbligano a ragionarein termini di rischio diversamenteda prima».Dal suo osservatorio quali sono i principalipunti di forza e quale quelli didebolezza del sistema dei controlli?«Credo che i punti di forza siano lagrande qual<strong>it</strong>à e competenza mentrequelli di debolezza credo siano legatiall’estrema frammentazione e scarsaintegrazione tra i vari soggetti deputatiai controlli».Ci sono consigli pratici che si possonodare a un consumatore sia per quantoriguarda i comportamenti concreti siaper quanto riguarda il come informarsicorrettamente di fronte alle notiziedi problemi o allarmi?«Il primo consiglio è relativo alle etichette.Il consumatore deve impararea “leggere” l’etichetta non solo intermini di composizione nutr<strong>it</strong>ivama anche e soprattutto in ordine allacomposizione di add<strong>it</strong>ivi, edulcoranti,conservanti. Il secondo suggerimentoriguarda il sistema di comunicazionedelle ist<strong>it</strong>uzioni preposte alla sicurezzaalimentare. Ognuna diqueste ha la volontàdi comunicare coni consumatori attraversoi s<strong>it</strong>i web. Ognic<strong>it</strong>tadino, in caso di unas<strong>it</strong>uazione di emergenza, può verificarele informazioni correnti conquelle ufficiali del Ministero dellaSalute, delle Regioni e delle Provinceattraverso un semplice collegamentointernet. E questo è il modo miglioree più diretto di essere informato!».Le relazioni col mondo scientificosono da sempre uno dei punti di forzadi Coop che nel corso degli anni hasviluppato una rete di relazioni sututti i campi. Lei che per anni è statoil preside della facoltà di Medicinaveterinaria all’Univers<strong>it</strong>à di Bolognacome giudica questo approccio?«R<strong>it</strong>engo che la scelta di Coop di nonavere un proprio “com<strong>it</strong>ato scientifico”,ma di aver costru<strong>it</strong>o un sistema di relazionidiffuso e consolidato con tutte lemigliori univers<strong>it</strong>à e ist<strong>it</strong>uti di ricercasia vincente, in quanto non solo è riusc<strong>it</strong>aa fare da collante, ma a mettere “asistema” le competenze e le conoscenzesu tempi di grande interesse pubblico.Così come finanziare la ricerca pubblicadovrebbe essere un dovere per tutte leaziende <strong>it</strong>aliane».44 NUOVO CONSUMO


STATI DIALLERTACome funziona il sistema europeodi segnalazione e allarme.Si chiama sistema di allerta comun<strong>it</strong>arioed è una relazione trimestraleche raggruppa tutte le segnalazioniarrivate alla Commissione Europeada paesi membri relativamente aproblemi di sicurezza per la salutederivanti da prodotti e alimenti.Attraverso questo sistema le informazionisono rese tempestivamentedisponibili a tutti in mododa bloccare sul nascere i rischi.Le segnalazioni si suddividonoin semplici informazioni e veree proprie segnalazioni di allerta.Ad esempio, nella relazione peril terzo trimestre 2007 si trovano659 notifiche (erano state 799 nelprimo trimestre e 702 nel secondo)di cui 247 sono segnalazioni diallerta e 412 informazioni.Le notifiche provenienti dall’Italiasono state 108 (pari al 16,39 percento), ma solo 20 sono relativea prodotti nazionali. Le altre 88sono relative a problemi rilevatisu prodotti provenienti dall’estero.Guardando all’insieme dellesegnalazioni europee, 122 sono percasi di micotossine, 55 di salmonelle,mentre solo 3 sono relativeall’uso del colorante Sudan chetanto allarme aveva susc<strong>it</strong>ato neimesi precedenti. Undici sono lesegnalazioni relative all’uso di ogmnon autorizzati, 72 quelle per lapresenza di metalli pesanti. Suipaesi di produzione dei prodottioggetto di segnalazione, c’è unpo’ di tutto, da quelli africani apaesi dell’Est europeo. Poi c’è ovviamentela Cina. Ad esempio,tra le allerte riguardanti prodottidestinati a venire a contatto congli alimenti (piatti, pentole e altriutensili) ben 43 sono per prodotticinesi.La merce mutadi Giorgio NebbiaIl cambio delle gommeCe la farà la gomma naturale a sost<strong>it</strong>uire quella sintetica?La gomma, il materiale elastico chesi separa dalla secrezione (latice) dellepiante di Hevea, originarie dell’Amazzonia,restò una curios<strong>it</strong>à con lim<strong>it</strong>ateapplicazioni commerciali, fino aquando l’americano Charles Goodyear(1800-1860) scoprì, nel 1839, un sistema(la vulcanizzazione) capace d<strong>it</strong>rasformare il caucciù naturale in unmateriale elastico resistente ai solventi,agli sbalzi di temperatura e agli agentichimici e perfettamente adatto peril rivestimento e l’isolamento dei filielettrici, per copertoni di veicoli e pertanti altri usi che fecero salire alle stellela richiesta della gomma. Il Brasile, chedeteneva il monopolio della produzioneed esportazione del caucciù, fuinvest<strong>it</strong>o da un’ondata di ricchezza e dispeculazioni ma, come tutti i monopoli,anche quello della gomma brasiliananon durò a lungo. Nel 1876 un viaggiatoreinglese riuscì a portare via dalBrasile, clandestinamente, piantinedi Hevea che furono trapiantate inIndia, Malesia, Ceylon, Indocina. Aiprimi del Novecento, inglesi, francesie olandesi producevano caucciù nelleloro colonie dell’Estremo Oriente; alBrasile restavano vaste estensioni diforesta amazzonica distrutta. Lo sviluppodelle automobili, delle macchineelettriche e la prima guerra mondiale(1914-1919) resero insostenibile ladipendenza dei paesi industriali dallagomma proveniente da pochi paesilontani e furono condotte ricerche peridentificare piante contenenti laticeda cui fosse possibile ricavare caucciùsimile a quello delle piante di Hevea.Si prestavano bene alcuni arbusti coltivabilinei climi temperati; una vera epropria produzione di gomma naturale,alternativa a quella tropicale, fu intrapresadal 1930 in avanti nel Messico enegli Stati Un<strong>it</strong>i con le piante di guayule(Parthenium argentatum) e nell’Unionesovietica con le piante di kok-saghyz.Coltivazioni di guayule si ebbero anchein Puglia, dove il clima era favorevole.Nel frattempo i grandi progressi dellapetrolchimica permisero di ottenere sularga scala la gomma sintetica che benpresto fece concorrenza alla gommanaturale. Nel 2006 la produzione digomma sintetica è stata di 12 milionidi tonnellate mentre quella di gommanaturale di 9 milioni. Negli anniscorsi si è ricominciato a guardare dinuovo con interesse alla coltivazionedel guayule per motivi ecologici: lascars<strong>it</strong>à e l’aumento del prezzo del petrolio,la materia prima per la gommasintetica, e una crescente attenzionealla difesa delle foreste tropicalila cui distruzione – per lasciarespazio alle piantagioni diHevea – comporta erosione delsuolo, alterazioni climatiche,perd<strong>it</strong>a di biodivers<strong>it</strong>à. Infinela gomma guayule non provocaquelle allergie che talvolta sonoprovocate dall’uso di manufattidi gomma Hevea.NUOVO CONSUMO 45


Guidaall’acquistoCASCO IN PIEDISicuri fin sopra la testa con il casco, integrale, jet o apribile.di Roberto Minn<strong>it</strong>i46 NUOVO CONSUMOUno strumento in grado di salvare lav<strong>it</strong>a. Una difesa che svolge egregiamenteil suo ruolo, come testimoniano le statisticheche dimostrano come l’incidenzadella mortal<strong>it</strong>à tra i conducenti chesicuramente non la usano, soprattuttoin amb<strong>it</strong>o urbano, è doppia rispetto acoloro che gli si affidano.Il casco per un motociclista è una consuetudineda molti anni (risale al 1986la prima legge che ne fissava l’obbligatorietà),anche se ancora troppi “dimenticano”di indossarlo o lo calzanoin maniera scorretta. Ma a mettere arischio la propria v<strong>it</strong>a non sono coloro(per lo più i giovani) che sfidano le severesanzioni per mancato uso del casco (sanzionefino a 285 euro, fermo del mezzoe perd<strong>it</strong>a di 5 punti sulla patente) maanche molti ignari centauri che si affidanoa strumenti inadeguati, di cattivaqual<strong>it</strong>à realizzati al risparmio.La leggedei piccolinumeriLa prima caratteristicada tenere presente,dunque, in unacquisto dicui tuttisperiamo dinon dover mai sperimentarel’efficacia, è la sua omologazione.Con la premessache circolare con un elmettonon omologato è (anche dalpunto di vista del codice dellastrada) come non indossarloper niente, cerchiamo dicapire cosa assicura la seriedi numeri e lettere presentinell’etichetta cuc<strong>it</strong>a sulcinturino o all’interno delcasco. L’omologazioneè testimoniata dauna grande “E” inser<strong>it</strong>ain un cerchioinsieme a un numero che indica il paesenel quale è stata esegu<strong>it</strong>a (3 per l’Italia).Degli altri numeri che compaionosull’etichetta, la prima coppia indica laversione dell’omologazione. Sigle che testimonianocome i prodotti rispondanoalle caratteristiche minime di sicurezzastabil<strong>it</strong>e in tutta Europa.Fatta la prima verifica, valida a prescinderedal modello scelto e dalla cifrainvest<strong>it</strong>a, però, si devono passare inrassegna talmente tante caratteristichedifferenti tra i modelli in commercioda correre facilmente il rischio di rimanerespiazzati e... affidarsi al caso.Bene, dunque, riflettere sulla tipologiadi casco da indossare sulla nostra moto,sullo scooter o sul ciclomotore.Jet setOggi sul mercato si trovano essenzialmentetre tipi di elmetti: gli integrali,i jet e gli apribili (o modulari).Gli integrali sono i modelli cheprevedono la migliore coperturadella testa: hanno una mentonierafissa (la parte che protegge il mentoe gran parte della bocca). Questo nefa la tipologia più sicura in assoluto.Durante l’uso di tutti i giorni,però, possono risultare scomodi eper questo molti scelgono i jet . Èmolto importante anche considerarel’uso che si fa della due ruote primadi decidere. Durante i periodi piùcaldi, per esempio, e nelle caotichestrade c<strong>it</strong>tadine, infatti, un cascointegrale può risultare poco agevolee ridurre l’attenzione di chi guida.In questi casi un jet potrebbe essereutile per circolare a veloc<strong>it</strong>àmoderate.Oppure si può optare per un modelloche consente di alzare la mentoniera


quando fa più caldo e di trasformarsiin un’integrale al momento del bisogno.Rispetto a un vero integrale, purtroppo,questo tipo di casco sarà più pesantee rumoroso, ma si tratta di un buoncompromesso.Pro cap<strong>it</strong>eA questo punto sarà necessarioorientarsi sui materiali utilizzatidai produttori e dare un’occhiataal portafoglio, dato che sono questi(insieme alle caratteristiche estetiche)a determinare il prezzo del modello.I più economici sono realizzati intermoplastica. Il materiale non è digrandissima qual<strong>it</strong>à e spesso a questapecca si unisce la produzione in duesemigusci che vengono saldati insieme(ma non è detto che resistanobene agli impatti).Salendo lungo la scala di qual<strong>it</strong>àtroviamo i polimeri di carbonato(policarbonato). Questo tipo di materialiunisce buone caratteristiche diresistenza agli impatti e protezionecontro le penetrazioni a un prezzodi acquisto non proib<strong>it</strong>ivo.Un gradino più in alto siamo tra i caschiin fibra, che garantiscono leggerezza eresistenza. Se le fibre sono di carboniosiamo al top della qual<strong>it</strong>à ma anche deiprezzi.ChiusuraLAMPOUn particolare importante, ancora unavolta valido per ogni tipo di casco, è iltipo di chiusura adottato dalle case produttrici.Molti motociclisti consiglianoil tipo più vecchio, quello a doppia “D”.Di certo si tratta della chiusura più sicura,ma considerate ancora una voltal’uso che fate della vostra due ruote. Sevi fermate spesso, slacciate e allacciate ilvostro casco, finirete presto per pentirvidella scarsa pratic<strong>it</strong>à. Meglio un aggangiorapido che facil<strong>it</strong>i lo sganciamentoanche con i guanti.Caschimarca e modello tipo calotta interni prese d’aria prezzoAGV jet fibre amovibili 2 160MISTRAL FIBRAcompos<strong>it</strong>eAIROH jet policarbonato guanciali 2 129BLITZamovibiliBERIK jet policarbonato — nd 98SKILLM-ROBERT jet policarbonato — 1 115MR310NOLAN jet policarbonato amovibili 1 159N42 CLASSIC N-COM *AGV apribile resina amovibili nd 180LONGWAYtermoplasticaAIROH apribile policarbonato amovibili 4 170AR300CABERG apribile policarbonato amovibili nd 180RYNHONOLAN apribile policarbonato amovibili nd 274N102 CLASSIC N-COM *ROOF apribile fibre — nd 399BOXER STARcompos<strong>it</strong>eSHOEI apribile fibra amovibili nd 502MULTITECcompos<strong>it</strong>a AIM* predisposto per bluetoothIN COOPCasco moto Vertix Wind in promozione negliIperCoop e nei super dal 25 marzo al 9 aprileModello: Demi jetCalotta: in resina termoplastica Kynal<strong>it</strong> ultraleggerae resistenteVisiera: lunga con trattamento antiscratchProdotto in <strong>it</strong>aliaOmologazione <strong>it</strong>aliana: ECE 22/05Prezzo: 69,90 euroPer prima cosa va verificato che l’elmettonon stringa troppo, tenendoin conto che, con l’uso, l’imbott<strong>it</strong>uradiventerà più morbida e la primasensazione di disagio andrà diminuendocon il tempo. Allo stessomodo un modello adatto alla nostratesta non deve risultare molto largo:una volta calzato, insomma, nondeve muoversi od oscillare.Importante è che il casco non lim<strong>it</strong>ila visuale di chi guida. Tenete latesta dr<strong>it</strong>ta e provate a guardare dilato per verificare che l’angolo divisuale sia sufficiente.Diffidate di modelli molto economici:spesso proprio in questosettore prosperano i maghi dei “cloni”e dei modelli di scarsa qual<strong>it</strong>àe di pessima sicurezza. Anche tra imodelli omologati.Niente dubbi, invece, nello scartarel’usato: per quanto in buonostato apparente il casco non svelafacilmente la sua storia. Un modelloche sembra perfetto potrebbenascondere uno strato interno dipolistirolo danneggiato e dato cheproprio questa membrana serve adattutire i colpi, il risparmio nongiustifica il rischio.È buona norma sost<strong>it</strong>uire il casco dopoun po’ di anni. Colpi accidentali,calore e semplice invecchiamentopossono facilmente condizionarnela resistenza all’impatto.NUOVO CONSUMO 47


Gli extraBIMBIA POSTOSimpatici ai piccoli, utili per i geni-tori, i seggioloni vanno a ruba.Purché siano sicuri.di Daniele FabrisModelli che si dondolano elettricamente,si allungano o si accorciano a secondadell’età del bambino, diventano piccolesdraio oppure pratiche seggioline da agganciarea qualunque tavolo anche fuoridi casa. Il mondo dei seggioloni, comedel resto tutto il mercato dei prodottiper bambini, progredisce ogni annoverso formule in grado di catturare lasimpatia dei piccoli ma soprattutto deigen<strong>it</strong>ori che spendono per comperarli.Ma progredisce allo stesso modo anchela loro sicurezza? Scorrendo la lista degliarticoli r<strong>it</strong>irati dal mercato in diversi paesieuropei negli ultimi due anni ci sarebbeda dub<strong>it</strong>are. Nella lista comun<strong>it</strong>aria dei“cattivi”, infatti, colpisce non solo lapotenziale pericolos<strong>it</strong>à di prodotti cheormai fanno parte del corredo di ognineonato, ma anche la presenza nella listadi molti marchi <strong>it</strong>aliani generalmentesinonimo di qual<strong>it</strong>à. Episodi prontamenterilevati e corretti – ribattono leindustrie – ma forse anche il sintomoche non tutto in questo mercato vacome dovrebbe.Sicuro di séLe norme di sicurezza in questo settore,infatti, sono ancora recenti, e iproduttori cominciano solo adesso asensibilizzarsi. E così per i gen<strong>it</strong>ori cheprivilegiano la sicurezza nella scelta diquesti articoli restano poche armi. Unadelle principali è la scelta di articoligarant<strong>it</strong>i da un marchio di sicurezza,che testimonia il superamento di testrealizzati da un laboratorio indipendente.Il marchio si può trovare sullascheda del seggiolone, sull’etichetta osull’imballaggio. In ogni caso è beneassicurarsi che venga esplic<strong>it</strong>amentec<strong>it</strong>ata con sigla e numero la normaeuropea di riferimento.La presenza di un marchio di sicurezzasignifica che una commissione indipendenteha valutato i possibili rischi legatiall’utilizzo sia da parte del bambinoche da parte del gen<strong>it</strong>ore. I prodotticertificati sono sottoposti a prove pergarantire tre aspetti: sicurezza dei materiali,stabil<strong>it</strong>à e resistenza meccanica.Per i materiali si verifica che non sianotossici né infiammabili. Poi si controllache il prodotto non presenti bordi taglienti,piccole parti staccabili, punti dicompressione e intrappolamento, fori,fessure o aperture tra i 5 e i 12 mmdi diametro, dove potrebbero restareincastrate le d<strong>it</strong>a di un bambino. Pertestare la resistenza meccanica e la stabil<strong>it</strong>à,i seggioloni vengono sottopostia pesi in varie direzioni per controllareche non si ribaltino o si ripieghino, ei meccanismi di piegamento vengonoazionati per centinaia di volte di segu<strong>it</strong>oper verificarne la resistenza.Seduta stanteLe verifiche, inoltre, cercano di stabilirese il bambino possa scivolare in avantifuori dal sedile, se i braccioli offronoun’adeguata protezione laterale, se perpiegare o riporre il seggiolone si debbonosv<strong>it</strong>are le v<strong>it</strong>i, se lo schienale ha un’altezzadi almeno 25 cm (il minimo consigliatoper ragioni di sicurezza).È sempre comunque utile effettuare48 NUOVO CONSUMO


PICCOLA GRANDE COOPBiberon a marchio e baby promozioni. Uno specialetutto bimbo in Coop tra marzo e aprile.Baby boom in Coop. Tutto quello che serve per l’allattamento,lo svezzamento e l’igiene del bambino è compreso nella lineaCrescendo a marchio Coop. È il nuovo assortimento della piccolapuericultura a marchio in tutti gli Iper e i Super da marzo: piatti,posate, bicchieri e tazze salvagoccia, bavaglini monouso, biberone tettarelle, succhietti, anelli e pupazzi per le gengive, forbicine,spazzole e pettini, spugne, termometro bagno. Insomma propriotutto, Coop ha pensato anche alla sicurezza dei più piccoli con iparaspigoli, gli ammortizzatori, gli accessori elettrici per bambini,bloccatutto ecc. E non mancheranno le promozioni: dal 16al 31 marzo in tutti i punti vend<strong>it</strong>a di Unicoop Tirreno sarà inpromozione al prezzo di € 79 per i non soci e di 59 per i soci ilseggiolino auto Artsana, rivest<strong>it</strong>o in morbido tessuto sfoderabilee lavabile, schienale reclinabile in 4 posizioni, morbido cuscinoriduttore removibile, cinture di sicurezza a 5 punti regolabili inaltezza in 3 diverse posizioni, massimi comfort e sicurezza. Mentredal 25 marzo al 9 aprile la promozione interesserà solo gli ipercon una vasta gamma di articoli di piccola e grande puericulturatra cui: lettino con riduttore prima età amovibile (€ 49,90);passeggino 4 ruote con tettino (€ 20,90); passeggino 4 ruotegemellare (€ 129); set composto da navicella con maniglionetrasporto, seggiolino auto con coprigambe e cappottina,passeggino 4 ruote con schienale reclinabile(€ 249); rialza bimbo (€ 11,50); poltroncinaauto con poggiatesta (€ 69,90); seggiolone convassoio e porta-bicchiere (€ 39,90). Completanol’assortimento copertine per la culla in pileleggero o cotone, accappatoi spugna, setspugna 3 pezzi, composé culla o lettino trepezzi, borse per seggiolino auto, seggiolino adondolo manuale e automatico.qualche controllo “a occhio” al momentodell’acquisto, come consigliano le guidedi Eurosafe, l’associazione europea perla prevenzione degli incidenti e la promozionedella sicurezza. Per esempio,è importante assicurarsi che la base siaampia, che il seggiolone non sia troppoleggero (i più solidi sono i prodotti inlegno), che le imbracature passino inmezzo alle gambe e che siano resistentie facili da usare. Inoltre, è sempre buonanorma scegliere prodotti che riportano ilnome dell’importatore o del produttore eil numero di serie del prodotto, oltre alleinformazioni sul corretto uso (per esempiol’età e il peso massimo del bambino)e le avvertenze sui possibili pericoli (“nonlasciare il bambino incustod<strong>it</strong>o”).Nel carrello a cura di R<strong>it</strong>a NannelliMangia e camminaVenduto su una bancarella, cucinato al momento, infagottatoin un cartoccio, mangiato in piedi, senza orario,soprattutto risparmioso. Il cibo da strada – street food suonameglio – è una vera e proria moda e piace in particolareai giovani e alle donne che preferiscono assaggiare le special<strong>it</strong>àdel posto, dai felafel alle tortillas, dagli arrosticinialle piadine, gustandole in mezzo alla gente in una piazzao camminando davanti alle vetrine dei negozi. Che siauno stile di v<strong>it</strong>a o una necess<strong>it</strong>à, gli esperti giurano che la“cucina da passeggio” rispetto al fast food conserva tuttol’equilibrio delle diete tradizionali.I love shoppingIl tempo libero stringee sempre più personeanche nelle c<strong>it</strong>tà<strong>it</strong>aliane si affidano alpersonal shopper, il“professionista degliacquisti” che viened’oltreoceano, persmaltire noiose commissioniquotidiane– posta, lavanderia,farmacia, spesa –, per prenotazioni di ristoranti e concerti,ricerca di regali per il diretto interessato o per particolariricorrenze. L’esperto di shopping può accompagnare i clientiper i negozi, oppure acquistare gli oggetti per conto loro;costa da 10 euro in su per le commissioni quotidiane e apartire da 20 euro per le consulenze particolari.Il piccolo cuocoBaby chef crescono. Dai libri a internet ai videogiochi, i bambiniimparano a impastare, manipolare, r<strong>it</strong>agliare un biscotto o lapizza fin dai quattro anni. Si divertono un mondo con Giulia,passione cucina, il videogioco con cui è possibile realizzare– virtualmente, s’intende – cinquanta piatti selezionati damenu di celebri cuochi, o navigando sul s<strong>it</strong>o dell’UnioneEuropea www.eu.minichefs.eu: semplici ricette da sperimentaree risposte on line degli chef al forum con gen<strong>it</strong>ori, insegnantie mini cuochi. E in America c’è già un supermercato tuttoper loro dove fare la spesa e cucinare giocando.NUOVO CONSUMO 49


TipicoFIGLIO DI LATTESe c’è la goccia è fiordilatte,il formaggio frescoche si scioglie in bocca.di Eleonora CozzellaForma: tondeggiante, eventualmentecon testina, oppure a nodino, a treccia,a parallelepipedo. Peso: dai venti ai cinquecentogrammi. Colore: tipico, biancolatte. Pasta: morbida, leggermenteelastica. Pelle: fine, liscia, omogeneae lucente. Odore: fragrante, di lattefresco delicatamente acidulo. Origine:latte vaccino crudo. Segni particolari:al taglio o alla pressione delle d<strong>it</strong>a rilascia“la goccia”, un liquido lattiginoso,segno della sua freschezza.Ecco la carta di ident<strong>it</strong>à del fiordilatte,uno dei formaggi freschi a pasta filatapiù amati sulle tavole <strong>it</strong>aliane. La suastruttura fibrosa eppure tenera, dovutaalla filatura in fogli molto sottili, gliconferisce una consistenza gustosa damordere che però si scioglie in bocca.Il suo colore candido uniforme è uninno al prodotto della mung<strong>it</strong>ura cheviene lavorato da mani sapienti durantetutto il periodo dell’anno. L’aromacaratteristico è dato dai fermentilattici (simili a quelli dello yogurt,Lactobacillus bulgaricus e Streptococcusthermophilus) che rendono questolatticino non solo buono al palato,ma anche utile per l’equilibrio dellaflora batterica del nostro organismo.Senza contare che è fonte preziosa dicalcio, utile specialmente alle donnee ai bambini, e di proteine di elevatovalore biologico.Pappa realeNon è un caso quindi che il fiordilattesia, per eccellenza, un prodotto semplicema insieme nobile. In tutti i sensi.Così quando nel 1889 re UmbertoI di Savoia e la consorte Margher<strong>it</strong>aandarono in vis<strong>it</strong>a a Napoli e la sovranavolle assaggiare la pizza, di cuiaveva tanto sent<strong>it</strong>o parlare ma chenon conosceva, il pizzaiolo chiamatoad accontentare la regia richiesta nepreparò una proprio col prelibatofiordilatte. Il pizzaiolo ingaggiato dalCapo dei Servizi di Tavola della RealCasa si chiamava Raffaele Espos<strong>it</strong>o egestiva con la moglie Maria GiovannaBrandi la pizzeria “Pietro... e bastacosì”. Secondo quanto si tramanda,Don Raffaele ideò la pizza che ancoraoggi porta il nome della regina scegliendoil pomodoro per darle il coloree questo latticino per adornare dimorbidezza vellutata la pasta liev<strong>it</strong>atae cotta a regola d’arte. E infatti neldisciplinare che “codifica” la futurapizza napoletana Stg (cioè Special<strong>it</strong>àtradizionale garant<strong>it</strong>a), tra i protagonistidella vera margher<strong>it</strong>a garant<strong>it</strong>afigura proprio il fiordilatte.Un prodotto caseario peraltro moltoantico, stando anche alle testimonianzestoriche. Già Columella,scr<strong>it</strong>tore latino esperto di agricoltura,50NUOVO CONSUMO


nella sua opera De re rustica raccontadi un “formaggio premuto a manoche rappreso dentro il mastello mentreè intiepid<strong>it</strong>o, si taglia e, sopragettatovisi l’acqua bollente con lemani spreme in forma di bozzo”. S<strong>it</strong>ratta di una descrizione sinteticache comunque non è molto diversadall’attuale preparazione delle pastefilate, anche se ovviamente solodopo alcuni secoli si arriverà a unadefinizione più precisa delle diversetipologie di latticini, antenati diquelli che consumiamo oggi.AgrodolceIn particolare il fiordilatte vanta unatradizione artigianale in tutta l’Italiadel centro-sud (e infatti è statorichiesto il riconoscimento della denominazionedi origine protetta sottoil nome di Fior di Latte AppenninoMeridionale) e tra le zone a maggiorevocazione ci sono la provincia diLatina con la c<strong>it</strong>tadina di Aprilia etutta quella estesa area agricola cheè l’Agro Pontino, famoso proprioper i latticini.Un terr<strong>it</strong>orio anticamente paludoso,ma che nel corso dei secoli lo sforzotenace degli uomini è riusc<strong>it</strong>o abonificare e a rendere verde, fertilee osp<strong>it</strong>ale: i primi tentativi furonodel popolo dei Volsci, poi i romani eanche alcuni pontefici, allora sovranidello Stato Pontificio, come LeoneX che aveva affidato il comp<strong>it</strong>o distudiare gli interventi da effettuareaddir<strong>it</strong>tura a Leonardo Da Vinci. Apoco a poco l’area è stata strappataalla palude e dagli anni Trenta delNovecento è ricca di vaste campagnedove pascolano le mucche da cui siottiene il latte fresco per il gustosoprodotto. È importante notare, infatti,che l’alimentazione di questibovini è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a prevalentemente daleguminose (vecce, trifoglio incarnatoe subterraneum) e cereali (avena, orzo,mais) che rendono il latte particolarmentericco di aromi.PASSATIal caglioIl latte intero arriva fresco al caseificiodove viene riscaldato a una temperaturadi 33-38 gradi centigradi. E,sub<strong>it</strong>o dopo il riscaldamento, vieneaggiunto un siero innesto naturalederivante dalla precedente lavorazionedi latte vaccino. Quindi c’è l’aggiuntadi caglio naturale liquido di v<strong>it</strong>ello,che dà il via al processo di coagulazione(della durata di circa 20-40minuti). A questo punto si procedealla rottura della cagliata, per otteneregranuli delle dimensioni di unanocciola. Ecco che la fermentazionenaturale comporta la maturazionedella cagliata che avviene dopo 3-5ore da quando è stato aggiunto ilcaglio. Per un prodotto genuino egustoso i casari ev<strong>it</strong>ano di usare durantela lavorazione correttori chimicidi pH, purtroppo molto usati nelleproduzioni industriali.A maturazione avvenuta la cagliataviene ridotta in listarelle, poi messenegli appos<strong>it</strong>i recipienti con acquamolto calda (quasi bollente) per esserefilate. Una volta ottenuti i singolipezzi, sono immessi in vasche diacqua fredda per rassodarsi. Prontiper arrivare nei nostri piatti.A pezzi eBOCCONCINIA questo punto non resta che l’imbarazzodella scelta tra i bocconcini(i formati più piccoli, da gustare inun paio di morsi) o le forme piùgrandi da tagliare a fette. Ottimo damangiare da solo – magari con un filodi olio extravergine d’oliva – o nellediverse preparazioni: dalla sempliceeppure sapor<strong>it</strong>issima “caprese”, doveil fiordilatte si lega al pomodoro conun po’ di olio e una foglia di basilico,alla pasta al forno e alle lasagne, dallamozzarella in carrozza alla parmigianadi melanzane. E ovviamentesulla pizza e nel ripieno di focaccee calzoni. Insomma, se è un piacerefredda, diventa una poesia nellericette dove si fonde col calore e filaad ogni forchettata.STIAMO FRESCHIÈ arrivato il Latte Fresco Alta Qual<strong>it</strong>à Coop.Sicuro, nutriente, buono. È il nuovoLatte Fresco Alta Qual<strong>it</strong>à a marchioCoop che nasce da un’accurataselezione degli allevamentie da controllirigorosi che garantisconola sicurezza del prodotto.Un più blando processodi pastorizzazione rispettoal normale lascia piùintegro e completo il prodotto,eccellente sotto ilprofilo della sicurezza, deivalori nutrizionali e dellecaratteristiche organolettiche.Prodotto secondole regole della Qual<strong>it</strong>à Sicura Coopriconoscibili dal quadrifoglio sulconten<strong>it</strong>ore: provenienzada allevamenti <strong>it</strong>alianiselezionati, alimentazionedelle mucche a base dimangimi scelti e priva diogm, controlli sull’interafiliera. Il conten<strong>it</strong>ore intetratop, completamentericiclabile, consente dimantenere intatto il gustoe il valore nutrizionaledel latte grazie anche aun comodo tappo richiudibile.NUOVO CONSUMO 51


SaltimboccaGRAND’UOVODecorate, “animate”, farc<strong>it</strong>e... Le uova di Pasqua come opere d’arte.Se non potete permettervi un Fabergésalutate la primavera con un uovodi fine cioccolato. Come il gioiellosmaltato e dorato che l’orefice CarlFabergé creò per lo zar AlessandroIII anche l’uovo decorato dai maestripasticcieri <strong>it</strong>aliani, con la glassa o lafrutta secca, è un’opera d’arte.«Tipicamente <strong>it</strong>aliana è la decorazionea cornetto, con il ghiaccio reale,a base di bianco d’uovo per realizzarefoglie e fiori – spiega AngeloDi Masso, uno dei vinc<strong>it</strong>ori delbronzo per l’Italia ai mondiali dipasticceria 2007 –. Oppure si usa ilmarzapane, per fare piccole figure».La sua special<strong>it</strong>à sono però ovettifarc<strong>it</strong>i con crema al lampone e aifrutti di bosco e uova stilizzate confrutta secca. E ancora uova spruzzatecon burro di cacao per ottenere unaspetto vellutato, con cioccolatospeziato alla cannella, allo zafferano,all’arancio, al pepe oro, al pepe diSarawak e, per i bambini, cioccolatoal latte con cereali.di Silvia InghiramiMeravigliosaCREATURAMa la creativ<strong>it</strong>à dei pasticcieri non siesaurisce qui: i maestri cioccolatieriAlessandro Savone ed EleonoraFedeli si ispirano per le loro uovaartistiche a spazio, mare e terra,meraviglie del globo interpretate inchiave stilizzata ed evocativa; oppurepreparano ovetti di 40 grammi ricopertidi granella di nocciola.52NUOVO CONSUMO


La proposta di Fabrizio Donatone, vinc<strong>it</strong>oredel Premio Speciale Stampa agli ultimicampionati mondiali di pasticceria,è l’“uovo animato”. Con le sue creazionila Pasqua diventa molto bizzarra: «Midiverto a trasformare l’uovo in pulcino,pinguino, rana, orsetto, gatto o volpe,lasciando sempre trapelare la rotond<strong>it</strong>àdella forma» – racconta Donatone –.Attraverso il cioccolato si possono esprimeretante cose, basta la fantasia». Ma lascelta non può basarsi solo sull’aspetto:naturalmente quello che conta è la materiaprima. «L’elemento caratteristico– spiega Donatone – è l’origine del cacaoche dà al cioccolato la sua personal<strong>it</strong>à».La preferenza può andare dal cacao sudamericanoo a quello nordafricano; DiMasso, ad esempio, r<strong>it</strong>iene tra i miglioriin assoluto quello venezuelano.In tutti iSENSILa produzione di qual<strong>it</strong>à artigianale puòpermettersi un cioccolato monorigine,ma le imprese per di più procedonoad operazione di assemblaggio di cacaoproveniente da vari paesi, con il risultatoche il sapore può risultare piuttostostandard. Da un punto di vista tecnico ilprodotto industriale ha raggiunto livelliqual<strong>it</strong>ativi anche elevati ma l’omologazioneha fatto perdere ai consumatori ilpiacere di scoprire la particolar<strong>it</strong>à degliaromi. «Bisognerebbe riallenare i sensiad assaporare gli alimenti – consiglia DiMasso –. Provate ad annusare le cose chemangiate senza lasciare tutto il comp<strong>it</strong>oal palato». Per il cioccolato i suggerimentidei maestri del gusto stanno ottenendorisultati confortanti, infatti in commerciose ne trovano sempre più tipologie evarietà con indicazioni della provenienzad’origine e della quant<strong>it</strong>à di cacao contenuto.La ricerca della qual<strong>it</strong>à ha quindidato i suoi frutti, come dimostra la cresc<strong>it</strong>adel consumo di cioccolato: secondo l’Aidi(Associazione industrie dolciarie <strong>it</strong>aliane)le vend<strong>it</strong>e di uova pasquali (di coniglietti egallinelle) sono cresciute del 2,4 per centoattestandosi a 12.600 tonnellate.SplendidoFONDENTEIn media un <strong>it</strong>aliano mangia 4 chilogrammidi cioccolato in un anno, contro11,6 di un c<strong>it</strong>tadino svizzero, 10,7 di unbelga, 10,5 di un danese.La preferenza è accordata al cioccolatofondente, anche nelle uova: «Un quartodelle vend<strong>it</strong>e di uova sono del tipo al latte– riferisce Luigi Biasetto, pluridecoratomaître patissier, allenatore della squadra<strong>it</strong>aliana all’ultima Coppa del Mondo – etre quarti di fondente: un dato significativoche indica come il pubblico comincia comprendere e ricercare la qual<strong>it</strong>à delbuon cioccolato».Ma come individuare un prodottobuono da uno scadente? La lettura dell’etichettapuò venirci in aiuto prima dieffettuare un acquisto, per conoscere inparticolare il rapporto tra cacao e zucchero.Per gli esperti, però, la quant<strong>it</strong>àdi cacao non va considerata l’unicoelemento guida, perché un cioccolatopuò essere eccellente tanto con unapercentuale del 64 per cento come del70; entrano in gioco altri fattori, a partiredal processo di torrefazione delle fave dicacao. «Il cioccolato – spiega Biasetto– non deve essere né troppo scuro nétroppo chiaro. Nel primo caso un’elevatatorrefazione delle fave di cacao fa sì chegran parte degli aromi spariscano irrimediabilmente,nel secondo è evidenteun’eccessiva dose di zucchero.OVO SODO«L’aspetto luminoso, con riflessi doratie rossicci, conferma invece l’utilizzodi ottime fave – continua Biasetto –,quelle che molti artigiani stanno promuovendocon successo. La dic<strong>it</strong>uramonorigine nell’etichetta delle uova,cioè la loro provenienza da un unicocru, è garanzia di purezza, quella chespesso è compromessa dalla miscela dipercentuali differenti».L’importante è allora non farci guidarenell’acquisto solo dalla bellezza delpackaging, fatto di carte e stoffe coloratee fiocchi imponenti, o dalla curios<strong>it</strong>àper la sorpresa. Solo in Italia il regalinonascosto è un elemento imprescindibiledell’uovo di Pasqua e a volte questoporta a non guardare la materia prima.Con il risultato di r<strong>it</strong>rovarci con uninutile pupazzetto o un improbabileportachiavi e un cioccolato sottile edal sapore deludente. Meglio allorascegliere un uovo che ci dia garanzie diqual<strong>it</strong>à (e perché no, accordando fiduciaai prodotti del consumo equo e solidaleche sostengono le popolazioni di paes<strong>it</strong>radizionalmente produttori di cacao)e poi abbinare un dono personalizzatoche farà la gioia di chi lo riceve.CHE BELLA SORPRESAEquosolidale sia il cioccolato che la sorpresa. È l’uovo di Coop, quello della lineaSolidal prodotto dalle cooperative della Repubblica Dominicana, del Belize, delCosta Rica, del Ghana, dell’Equador, del Paraguay. È l’uovo certificato Fairtrade chegarantisce ai produttori del Sud del mondo una retribuzione adeguata per il lorolavoro e un margine per migliorare la v<strong>it</strong>a delle loro comun<strong>it</strong>à.È l’uovo con sorprese al 100 per cento equosolidali:oggetti artigianali provenientida realtà del circu<strong>it</strong>o equo SriLanka, India, Indonesia.È l’uovo fatto di cioccolato amarchio Fairtrade che si distingueper l’alta percentualedi cacao e l’esclusione di grassivegetali alternativi al burro dicacao. Una scelta di qual<strong>it</strong>à edi solidarietà.NUOVO CONSUMO 53


A tavolaPasqua di mondoRicette a cura di Paola Ramagli foto Carlo BonazzaConsigli dietetici a cura di Chiara Milanesi, dietistaIngredienti: 10 uova, g 500 di salsiccia, 1 cipolla, 1 bustina dipangrattato, prezzemolo tr<strong>it</strong>ato, 1 pizzico di noce moscata, olio perfriggere, sale e pepeRassodare 8 uova, passarle nell’acqua fredda e sgusciarle.Mischiare in un recipiente la salsiccia con la cipolla tr<strong>it</strong>ata,2 tuorli, il prezzemolo, il sale, il pepe, la noce moscata etanto pangrattato che sia sufficiente a formare un compostoomogeneo. Appiattire con le mani bagnate una dose d<strong>it</strong>r<strong>it</strong>o sufficiente da rivestire un uovo e avvolgerlo intornocontinuando per tutte le uova. Spennellare le polpette ottenutecon l’albume leggermente sbattuto e impanarle con ilpangrattato rimasto. Farle cuocere a fuoco medio nell’oliocaldo fino a quando saranno dorate e croccanti.Uova scozzesiSCOZIAPREPARAZIONE Facile ● TEMPO 30 min. ● COSTO economicoLA DIETISTA 870 Kcal a porzionePiatto ricco di proteine nobili ma anche di grassi saturi, meglionon eccedere.Ingredienti: kg 2 di patate, 3 uova, 1 bicchiere di farina azzime, 1bicchiere di noci tr<strong>it</strong>ate, sale, sugo a piacereBollire le patate in acqua salata e schiacciarle quando sonoancora calde quindi mescolarle in un recipiente con leuova, la farina azzime e le noci. Lavorare bene l’impastoe formare degli gnocchetti di forma regolare. Cuocere inacqua bollente per due minuti e scolare con la schiumarolaper non romperli. Condire a piacere con burro, salvia egrana, pomodoro o qualunque altro sugo.Gnocchi di pesachISRAELEPREPARAZIONE Facile ● TEMPO 40 min. ● COSTO economicoLA DIETISTA 530 Kcal a porzioneGrazie alla farina senza liev<strong>it</strong>o e alle fibre delle noci è adatto a chisoffre di intolleranze e stipsi con gonfiore intestinale.54 NUOVO CONSUMO


Ingredienti: Kg 2 di puntine di maiale, 1 cipolla, 3 spicchi d’aglio,3 peperoncini rossi, l 1/2 di passata di pomodoro, g 60 di zuccherodi canna, l 1/2 di birra scuraPer la marinata: g 250 di olio, succo di 2 lime, 1 cucchiaino dipepe nero, 2 spicchi di aglio pestato, 1 piccola cipolla tr<strong>it</strong>ata, basilico,timo e maggiorana tr<strong>it</strong>ati, 1 cucchiaino di saleTagliare le costine a pezzi abbastanza piccoli, sminuzzare lacipolla, l’aglio e il peperoncino e unirvi il pomodoro, lo zuccheroe la birra. Versare tutto in una casseruola insieme allacarne e portare a ebollizione quindi abbassare la fiamma e farcuocere per un’ora parzialmente coperto. Assaggiare la salsa eaggiungere, se occorre, altro peperoncino, quindi trasferire lacarne in un recipiente non di metallo, coprirla con la marinatae conservarla una notte in frigo. Scolare le puntine, sistemarlesotto un grill già caldo per 15 minuti voltando e ungendo conla marinata rimasta.Per le patate Ingredienti: 8 patate, 2 cipolle affettate fini, 2 peperoncinirossi, 2 spicchi d’aglio, g 60 di burro, g 350 di yogurt, g 400di formaggio grattugiato, kg 1 di pomodori freschi, olio per friggereCuocere le patate in forno per 30 minuti, lasciarle raffreddare,tagliarle a metà, togliere un po’ di polpa quindi dividerle ancora.Per preparare il chili fare imbiondire nel burro la cipolla, ipeperoncini e l’aglio, spostare dalla fiamma e unire lo yogurt eil formaggio. Riportare sul fuoco e mescolare bene. Friggere lepatate, scolarle, coprirle con il chili con queso e accompagnarecon una dadolata di pomodori.Puntine di maialepiccante con patateal chili con quesoMESSICOPREPARAZIONE Media ● TEMPO 90 min. ● COSTO medioLA DIETISTA 900-1000 Kcal a porzioneLa cottura nella birra rende digeribile la carne e, grazie ai suoienzimi, ha un effetto immunostimolante che rende pronte e attivele difese dell’intestino.Ingredienti: kg 1 di ricotta, g 45 di burro, g 300 dipanna, g 100 di mandorle pelate, g 100 di cand<strong>it</strong>i,g 100 di uvetta, 6 tuorli, cardamomo, 2 cucchiai dizucchero vanigliato, 4 cucchiai di zuccheroMescolare lo zucchero con il burro fino afarlo diventare spumoso e bianco, aggiungereun tuorlo alla volta finché lo zuccherosia completamente disciolto e aggiungere lapanna, lo zucchero vanigliato, un pizzico dicardamomo e la ricotta. Mettere sotto pesoil composto per due ore, per far perderel’acqua in eccesso e farla risultare più soffice.Mescolare quindi con l’uvetta rinvenuta e lemandorle e i cand<strong>it</strong>i tr<strong>it</strong>ati. Quando l’impastoè ben amalgamato metterlo in una teglia tipicapasquale a forma di colomba, campanellao agnellino, stendendo sul fondo della cartada forno. Coprire con un piatto e mettere dinuovo sotto peso in frigo per 12 ore.PasxhaRUSSIAPREPARAZIONE Media ● TEMPO 30 min.● COSTO medioLA DIETISTA 770 Kcal a porzioneCalcio e v<strong>it</strong>amina D delle uova rinforzano dentie ossa. Il contenuto di fibre di mandorle e cand<strong>it</strong>icopre l’intero fabbisogno giornaliero di fibra.NUOVO CONSUMO 55


Cotti& crudiPASTA CELEREAntipasto o dessert, in pochiminuti, con la pasta sfoglia.di Costanza GiambalvoVol-au-vent e millefoglie, canapè e strudel,quiches e cannoli. Salato e dolce, lapasta sfoglia accomuna gli opposti. Conil suo gusto neutro si sposa alla crema comealla verdura, alla frutta come ai salumi.Averla in casa è una salvezza: in una manciatadi minuti permette di inventare un secondo oun dessert, di preparare uno sfizioso antipastoo anche semplicemente di riutilizzare i formaggiavanzati in una torta appet<strong>it</strong>osa. La pratic<strong>it</strong>à d’usoè l’imperativo che si sono date le aziende che laoffrono già stesa e in versione fresca o surgelata. Nonsolo: molti prodotti (soprattutto nella versione dafrigorifero che va per la maggiore) sono già dotati dicarta forno in modo che non serve neppure ungere lateglia e la pasta, una volta srotolata, è sub<strong>it</strong>o pronta peressere infornata.Su di giriLa comod<strong>it</strong>à è tale che pochissimi tentano di farla in casa,anche perché la preparazione è piuttosto laboriosa, soprattuttose si segue la ricetta classica inventata nella seconda metàdel 1700 da Antonin CarAntonin Caréme che prevede i seicanonici “giri di pasta”. Un pasticcere esperto vi dirà chenon è affatto difficile cimentarsi con la sfoglia se si conoscee si padroneggia la tecnica: la pazienza verrà premiatadal sapore, superiore nella preparazione artigianale chepreferisce il burro alla margarina e ai grassi idrogenati.«La produzione industriale dà ottimi risultati– riconosce Fabrizio Donatone, vinc<strong>it</strong>ore allaCoppa del Mondo di pasticceria nel 2007– ma la differenza fondamentalecon quella di un pasticcere stanella materia prima: noi scegliamoil grasso nobile, loro grassi vegetali edemulsionanti». La margarina ha, infatti,il vantaggio di essere più economicadel burro e, secondo alcuni, rende anchepiù facile la preparazione dell’impasto.Sfoglia di leggerezzaLe tecniche avanzate assicurano, però, unrisultato sempre uguale e sicuro, cioè unasfoglia friabile, a sottili lamelle ben staccate esollevate tra loro.Le uniche note stonate arrivano dai valori nutrizionali:la pasta sfoglia ha decisamente un’altapercentuale di grassi e un elevato valore energetico.Le chilocalorie ogni 100 grammi di pasta variano inmedia da meno di 400 (391-3) a circa 430 mentre igrassi oscillano da 23,5 a 25,5. Per questo sul mercatosono arrivati anche nuovi prodotti che promettonola fatidica “leggerezza”: ma attenzione a leggere benel’etichetta perché, se quasi scompare il colesterolo,aumentano le chilocalorie. Tra le nov<strong>it</strong>à più interessantivi sono piuttosto sfoglie senza grassi idrogenatia salvaguardia della salute più che della linea.56 NUOVO CONSUMO


SpecieprotettePresidiSlow FoodNel regno del gialloDa secoli nel paesaggio e nell’economiatoscani: l’olio giallo di Lucca Dop.di Anna CiaperoniDerivato dalla varietà Frantoio per il 90 per cento e per ilrestante 10 dalle cultivar Leccino più altre varietà minori,l’olio extravergine d’oliva Lucca Dop ha un gusto dolcee delicato, con una spiccata sensazione di piccante e amaro,caratteristico di altri oli d’oliva toscani. Per questo è particolarmenteadatto sia per i condimenti a crudo che peraccompagnare le tipiche zuppe e gli altri piatti della sapidacucina regionale. Di colore giallo con riflessi verdi più o menointensi, ha una bassa acid<strong>it</strong>à totale non superiore allo 0,5 percento e un sentore di fruttato che varia da leggero a medio.Da sempre vanto del terr<strong>it</strong>orio della lucchesia, l’olio d’olivaper secoli è stato un punto di forza del paesaggio agrario edell’intera economia dell’area tanto che, nella fase di avviodella produzione industriale dell’extravergine, diverse aziendesi sono dislocate proprio nel terr<strong>it</strong>orio di Lucca. La confermadell’importanza della coltivazione dell’olivo si ha anche dallatoponomastica della provincia dove diverse local<strong>it</strong>à hannonomi derivanti dalla coltivazione dell’olivo, come Ulettori,Ulivella, Oliveto, Olivetucci. Le particolari caratteristicheambientali e pedoclimatiche della zona hanno determinatoun contesto particolarmente vocato per la coltivazionedell’olivo. Terreni poveri e difficili, con appezzamenti terrazzati,a ridosso delle Alpi Apuane e dell’Appennino, ma conbuona piovos<strong>it</strong>à, cost<strong>it</strong>uiscono condizioni favorevoli per ilsano sviluppo degli oliveti. La produzione dell’extravergineLucca Dop interessa tanto il terr<strong>it</strong>orio della piana della c<strong>it</strong>tàcapoluogo che della Garfagnana e della Versilia. Il disciplinareproduttivo prevede che la raccoltadelle olive venga effettuata a mano ocon strumenti agevolatori, che sianomol<strong>it</strong>e entro tre giorni dalla raccoltae che tutte le fasi di produzione,trasformazione e imbottigliamentovengano effettuate nel terr<strong>it</strong>orioprevisto, per salvaguardarne le proprietàorganolettiche. L’etichetta, oltre alladenominazione Lucca Dop, riporta illogo che raffigura un cerchio con bordiirregolari e sagomati simile a un timbrodi cera lacca di colore verde scuro.Più unico che raroIl carciofo Bianco di Pertosa, ottimo damangiare crudo, ideale per il pinzimonio.di Francesca BaldereschiPertosa, un paese con poco più di 600ab<strong>it</strong>anti, 70 chilometri a sud di Salerno,è nota per le sue grotte: straordinariecav<strong>it</strong>à naturali nate in segu<strong>it</strong>o a fenomenicarsici, risalenti a oltre trentacinquemilioni di anni fa; si sviluppano peroltre 2.500 metri con caverne e gallerieimponenti attraversate da corsi d’acquanavigabili tra stalatt<strong>it</strong>i e stalagm<strong>it</strong>i.Ma a Pertosa si coltiva anche una varietà di carciofi fra lepiù insol<strong>it</strong>e della penisola: il carciofo Bianco di Pertosao del basso Tanagro, il fiume che attraversa tutta la zonadi coltivazione, posta fra i 300 e i 700 metri sul livello delmare. Il nome esprime la sua caratteristica più evidente: è uncarciofo di colore chiarissimo, verde tenue, bianco argenteo.Le infiorescenze sono grandi, rotonde, globose, senza spine,con un caratteristico foro alla somm<strong>it</strong>à. Ad oggi appena treettari sono destinati al carciofo Bianco, divisi fra una trentinadi contadini che coltivano perlopiù per il consumo familiarein piccoli appezzamenti ai bordi dei campi. Una realtà produttivamarginale, eppure le potenzial<strong>it</strong>à di questo prodottosono straordinarie. Le rare qual<strong>it</strong>à organolettiche, un<strong>it</strong>e allasua salubr<strong>it</strong>à, fanno del carciofo Bianco un possibile trainoper tutta l’economia agricola della zona. I produttori, chesi sono sub<strong>it</strong>o riun<strong>it</strong>i in un consorzio, sono supportati daglistudi e dalla consulenza scientifica della dottoressa Rosa Pepe,ricercatrice presso l’Ist<strong>it</strong>uto Sperimentale per l’Orticolturadi Pontecagnano, il cui direttore, il professor V<strong>it</strong>angeloMagnifico, è sicuramente uno dei massimi esperti al mondodi carcioficoltura. L’obiettivo è di r<strong>it</strong>rovare un mercatoper questo prodotto unico, coinvolgendo innanz<strong>it</strong>utto laristorazione locale. Dato che questo carciofo è eccellentesott’olio, a Pertosa è già in fase diattuazione un progetto che permetteràdi realizzare un modernocentro di confezionamento deicarciofini in olio extravergine dioliva Dop Colline Salern<strong>it</strong>ane.Un ottimo carciofo da mangiarecrudo, magari in pinzimonio.NUOVO CONSUMO 57


NCLA VITA CHE VORREIVado, questa volta ho deciso chevado... e invece resto. Otto <strong>it</strong>alianisu dieci vogliono cambiare v<strong>it</strong>a maspesso non hanno il coraggio di farlo.Sognano di diventare ricchi, di trovareun nuovo lavoro, di avere un fisicoperfetto, di realizzare ciò che per varimotivi hanno lasciato incompiuto, diincontrare il vero amore, di chiudereuna storia ormai stanca.Puntoe a capo«I cambiamenti nella v<strong>it</strong>a sono determinanti.Che sia il lavoro, la casa, ilpaese o il partner si tratta di mutamentiesterni che sono spesso intimamenteconnessi a mutamenti interiori– spiega Mariacandida Mazzilli,psicologa e psicoterapeuta responsabiledel s<strong>it</strong>o www.psicologiadonna.<strong>it</strong> –.Il cambiamento è comunque semprefonte di stress perché in questa fasetutto si muove e anche il corpo e lamente reagiscono. Perciò ci si devepreparare bene perché il passaggio ètutt’altro che semplice. Il problemanasce quando facciamo resistenza alcambiamento, anziché accoglierlocome incentivo a ri-raccontare la nostrav<strong>it</strong>a». E allora ogni scusa è buonaper rinunciare alla “v<strong>it</strong>a nova” chedesideriamo al r<strong>it</strong>orno da un viaggio,all’inizio dell’anno quando si fa lalista dei buoni propos<strong>it</strong>i per i mesi avenire, dopo una crisi, il giorno delcompleanno o a primavera quandotutto si risveglia.«Gli uomini, in generale, fanno anchepiù fatica a fare punto e a capo– aggiunge Mazzilli –, fanno piùVoglia di cambiare quello che non vanella propria v<strong>it</strong>a, di ricominciare dacapo, di rinnovarsi, ma anche pauradella nov<strong>it</strong>à, di lasciare il certo per l’in-certo. Voltare pagina non è facile, manon è mai troppo tardi.di R<strong>it</strong>a NannelliNUOVO CONSUMO 59


esistenza al cambiamento e spesso losubiscono dall’esterno senza avere unruolo attivo. Così l’uomo “cambia”quando proprio non può farne a meno(un trasferimento obbligato, unaseparazione sub<strong>it</strong>a ecc.), e rispettoalla donna elabora con più difficoltàil distacco, preferendo spessolasciare tutto com’è e “tirare avanti”.La donna è per natura più inclinea dialogare con se stessa, a mettersiin discussione, e il cambiamento èparte integrante della sua v<strong>it</strong>a ancheda un punto di vista fisiologico (lacomparsa del ciclo, la gravidanza,l’allattamento, la menopausa)».La metamorfosiMa qual è la molla che ci spinge acambiare rotta?Risponde Mazzilli: «Ogni trasformazioneinizia, di sol<strong>it</strong>o, con un’inquietudineindefin<strong>it</strong>a a cui è difficiledare un nome, si prende coscienzache la nostra v<strong>it</strong>a non ci soddisfapiù: alla base della metamorfosi c’èqualcosa che finisce il suo corso. Mala voglia di voltare pagina, l’entusiasmoper la nov<strong>it</strong>à si accompagnaa manifestazioni esteriori (cambiodi acconciatura, di abbigliamento,maggiore cura del corpo) e, contemporaneamente,a una buona dose diansia, di paura del nuovo e addir<strong>it</strong>turadi senso di colpa perché chi ci staintorno si accorge del cambiamentoe magari mostra di non approvarlo.Siamo preda di forti confl<strong>it</strong>ti: peresempio il desiderio di autonomiasi scontra con la paura di rimaneresoli e di essere abbandonati. Quandoinvece riusciamo a liberarci dai condizionamenti,dobbiamo fare i conticon la nostra responsabil<strong>it</strong>à, con lanostra libertà di scegliere: la nuovas<strong>it</strong>uazione può diventare, per altriversi, più scomoda e difficoltosadella precedente». Infatti: ci sentiamopiù a nostro agio in casa nostra,in un ambiente noto e sicuro o inCAMBIAMENTO LENTOQualche consiglio utile per rifarsi una v<strong>it</strong>a.Anche se ogni storia è un caso a sé.Innanz<strong>it</strong>utto prendere coscienza che ogni cambiamento ha un prezzo dapagare, fatto di confl<strong>it</strong>ti personali e con gli altri, di cr<strong>it</strong>iche, di paure e sensidi colpa. Occorre saper affrontare i confl<strong>it</strong>ti e il dissenso, imparare a gestirel’ansia, non crollare davanti ai rimproveri e ai ricatti affettivi.Riuscire a distinguere tra un malessere esistenziale e un’inquietudine momentanea:se la differenza tra le proprie aspirazioni e la realtà è davvero grandeanalizzare la propria esistenza e rivedere e correggere ciò che non ci rendefelici. Spesso una semplice riflessione ev<strong>it</strong>a azzardi e delusioni.Concedersi tempo, soppesare e maturare bene il desiderio di cambiare.Un “piano d’azione” ben defin<strong>it</strong>o facil<strong>it</strong>a il raggiungimento delle mete stabil<strong>it</strong>e,diminuisce il rischio di fallimento e di conseguenti ripercussioni sull’autostimae sulla fiducia in se stessi e sulle proprie capac<strong>it</strong>à.Procedere a piccoli passi, ascoltando i consigli di un amico fidato o di unfamiliare, stando da soli – perché non affrontare le emozioni e i confl<strong>it</strong>tiinteriori ci distrae da noi stessi –, osservando quello checi succede intorno.Accettare la possibil<strong>it</strong>à di sbagliarsi. È indispensabileper imparare dagli errori e migliorare eventuali progettifuturi. Insomma non considerare irrevocabili leproprie decisioni.Non soffocare mai quelle “voci di dentro” che cidicono che qualcosa non va. Per riempire un bicchieredi una bevanda nuova bisogna svuotarlodi quella vecchia.una strada sconosciuta in una c<strong>it</strong>tàsconosciuta? Tutto ciò che è pocofamiliare ci attrae e ci spaventa allostesso tempo e meno sappiamo piùè grande la paura e il refrain “vorrei,non vorrei” rischia di suonare dentrodi noi all’infin<strong>it</strong>o.Ricomincioda zeroAllora, scherzandoci un po’ su, prendiamocarta e penna e pensiamo aqualcosa che vogliamo cambiare emettiamo nero su bianco le risposte.Cosa voglio cambiare? Quali risultativoglio ottenere? Quali effetti produrrànella mia v<strong>it</strong>a questo cambiamento?Quanto tempo mi serve per ottenereil risultato voluto? Immaginandomia risultati raggiunti come mi sento?Quali imprevisti potrei incontrare ecome eventualmente li affronterò?Certo è che la capac<strong>it</strong>à di affrontareuna crisi è, secondo gli esperti, innata,implica una personal<strong>it</strong>à solida, apertae fiduciosa, ma in parte può esseresviluppata e migliorata. In questol’immaginazione aiuta: proviamoa visualizzare come ci piacerebbeessere tra un paio d’anni, dove e conchi... Con un pizzico di creativ<strong>it</strong>àsi può ricominciare da zero comecantava Éd<strong>it</strong>h Piaf. E non è ma<strong>it</strong>roppo tardi.60 NUOVO CONSUMO


TERRA BRUCIATAChe fine faranno il Sole, la Terra e gli altri pianeti?di Paolo VolpiniTempimodernia cura di R<strong>it</strong>a NannelliMentre la f<strong>it</strong>ta agenda quotidiana ci incatena al presente e ilfuturo è poco più dell’ora dopo, la scienza guarda molto più inlà... fino alla fine del mondo.Come cambierà e per quanto tempo vivrà la Terra? I modell<strong>it</strong>eorici ci dicono che fra oltre 5 miliardi di anni il Sole diventeràuna stella gigante rossa che espandendosi ci inghiottirà. In realtàl’evoluzione sarà più complessa e la v<strong>it</strong>a sulla Terra finirà moltoprima. Dimensioni e temperatura del Sole stanno, infatti, lentamentema inesorabilmente aumentando, gli oceani evaporerannoe il vapore acqueo contribuirà a far crescere ancora la temperatura;i raggi ultravioletti del Sole distruggeranno le molecole d’acqua, igas atmosferici si disperderanno nello spazio, e la Terra diventeràun pianeta completamente arido e caldissimo. In segu<strong>it</strong>o il Sole,all’età di 12 miliardi di anni (fra quasi 7,5 miliardi di anni) siespanderà repentinamente fino a diventare almeno 200 volte piùgrande. Mercurio e Venere non avranno scampo.Il destino della Terra non è invece chiaro. Sarà inglobata dal Sole,oppure, seppur arroventata dal grande calore, potrebbe allontanarsie sopravvivere. L’orb<strong>it</strong>a della Terra subirà, infatti, importantivariazioni a causa di effetti delle maree e per la diminuzione dellaforza di grav<strong>it</strong>à del Sole, che perderà circa il 25 per cento dellapropria massa attraverso imponenti venti di particelle.I flash dell’elio saranno il canto del cigno del Sole. L’elio, prodottodalla fusione nucleare dell’idrogeno, si fonderà a sua volta, creandoun nucleo di carbonio e ossigeno.Mentre gli strati esterni della stella si espanderanno nello spaziogenerando un’enorme “nebulosa planetaria”, il nucleo ancora moltocaldo formerà una minuscola stellina: una “nana bianca”.Quel che resta del sistema solare è destinato a raffreddarsi finquasi allo zero assoluto (-273 °C): una fredda e scura “nana nera”con intorno le ceneri dei pianeti superst<strong>it</strong>i.DI NUOVO SOLEAnno nuovo ciclo solare nuovo. Un ciclo solare – durata 11 anni– è caratterizzato dal passaggio da un minimo a un massimodi attiv<strong>it</strong>à, per poi tornare a un periodo di minimo. Durante ilperiodo di massimo si registra un picco di macchie, eruzionie tempeste solari, in grado di disturbare le telecomunicazionie danneggiare le apparecchiature elettromagnetiche. Ebbene,dopo il massimo del 2000-2003, il Sole era sceso al minimo allafine del 2007. L’avvio del nuovo ciclo solare è stato confermatoall’inizio di quest’anno dalla comparsa a elevate lat<strong>it</strong>udini delleprime macchie solari caratterizzate da una polar<strong>it</strong>à magneticainvert<strong>it</strong>a rispetto alle macchie del ciclo precedente. Il nuovociclo raggiungerà il massimo nel 2011.La guerra dei RosesLa coppia scoppia... sempredi più. Oltre 60miladivorzi in Italia solo nel2006, con un aumentodi “addii” pari a quellodegli ultimi dieci annimessi insieme: 15mila inpiù. Tra le cause innanz<strong>it</strong>uttoil progressivo deterioramentodel rapporto,a seguire l’insofferenzaverso la v<strong>it</strong>a coniugale,ragioni economiche e lascoperta di un tradimento,in pochi lasciano lamoglie o il mar<strong>it</strong>o per un nuovo amore. In ogni caso manoal portafoglio: si parte da duemila euro, ma se inizia “laguerra dei Roses” la spesa è senza tetto.A tutto gasAddio spesa da soli, oggi il carrello si riempie in gruppo, coni Gas – gruppi d’acquisto –. Nati da un’esigenza economica,i Gas sono anche un modo per sentirsi “alternativi” all’economiaglobale. Acquistare prodotti sani, che non sfruttanol’ambiente o i lavoratori, e risparmiare: queste le linee guidadei Gas i cui partecipanti compilano una lista della spesa chesi va a sommare alle altre liste e poi si fa un ordine finale.Quando arriva la merce dal produttore viene suddivisa trale famiglie e ognuno paga la sua parte.La stagione dell’umoreNiente colori cupi e musi lunghi, a primavera va di modail buonumore. Tinte chiare e luminose, gambe in libertà,tessuti leggeri per ab<strong>it</strong>ini – con la v<strong>it</strong>a segnata da cinturealte di pelle –, spolverini e cardigan. Lampi di colore ancheai piedi con sandali dai tacchi vertiginosi e zeppe-sculture.Spir<strong>it</strong>osi gli accessori: collanone a forma di stella o di maxicerchio, borse simili a cestini da picnic.NUOVO CONSUMO 61


CHE GIOIE!A tutto si rinuncia, ma non a togliersi uno “sfizio”ogni tanto, alla faccia della crisi. di Carlotta GrimaldiSe a giugno sarà in programma aParma Il senso del lusso, mostra mercatointernazionale dedicata ai benidi lusso, appunto, qualcosa vorrà purdire. Ovvero che il mondo del lussoha aperto le porte dei suoi paradisiincantati e ha iniziato a conquistarefette di mercato sempre più ampie.Nonostante gli addetti ai lavori dicanoche il mercato è in affanno, concedersiqualche lusso rimane un obiettivo eun’aspettativa per molti. Anche percoloro che, magari, faticano un po’ afar quadrare i conti. Ma com’è possibile?Semplice: rinunciando a molto,ANNI D’OROQuello che dieci o vent’anni fa potevaessere considerato un lusso adesso nonlo è più. L’automobile, la Tv, le vacanzeal mare non sono più un traguardoirraggiungibile. D’altra parte quelloche oggi è un lusso non lo era neglianni dal boom economico fino agliOttanta-Novanta. Oggi è un lussomangiare frutta e verdura genuinee bere latte appena munto, mentreun tempo era all’ordine del giorno;oggi è un lusso avere un’occupazionestabile e duratura, un tempo era lanormal<strong>it</strong>à; oggi è un lusso avere figli,un tempo era la logica conseguenza diun matrimonio. Ma soprattutto oggi èun lusso guardare al futuro: un tempoera il motore della v<strong>it</strong>a.ROBA DA RICCHICurios<strong>it</strong>à dal mondo del lusso sfrenato.Reggiseno in diamanti È rivest<strong>it</strong>o con più di 2.500 diamanti, per un totale dioltre 100 carati incastonati in una struttura d’oro bianco da 300 grammi. Valutato1 milione di euro.Town House Si trova a Milano ed è il primo hotel a sette stelle in Europa: 25su<strong>it</strong>es, servizi extra lusso: maggiordomo 24 ore su 24, baby s<strong>it</strong>ter, noleggio di autodi lusso.Dolce da 25mila dollari e pizza da 2mila sterline. “Semplici” manicaretti accomunatidall’essere fatti oltre che con ingredienti pregiatissimi con lamine d’orocommestibili.Privilegi vip È il primo club della moda, di tutto quello che è più fashion, per fardiventare star le persone comuni, facendole entrare in posti esclusivi. L’iscrizioneal club (molto cara, naturalmente) consente di indossare ab<strong>it</strong>i e gioielli alla moda,di avere a completa disposizione un manager che cura l’immagine, una poltronain prima fila in occasione delle sfilate di moda, yacht a noleggio, biglietti di teatroimpossibili da avere... Se volete curiosare www.privilegevip.comma non a un oggetto o a una sensazioneche nell’immaginario di tutti èirraggiungibile.Libero accessorioQuesto è diventato oggi il lusso: è ungioiello, un accessorio particolare, unviaggio o una crema miracolosa. Certonon parliamo di quei lussi che solo ipetrolieri arabi o i nuovi magnati russipossono permettersi, ma di quelle piccole-grandisoddisfazioni a cui anchel’<strong>it</strong>aliano medio non riesce proprio arinunciare. Il cliente del “lusso” ha dai35 ai 55 anni, può essere uomo o donna,si informa sulle riviste patinate eha un livello culturale medio-alto epreferisce spendere poche volte, ma pergli acquisti giusti. O meglio privilegiala qual<strong>it</strong>à alla quant<strong>it</strong>à. Sia che si trattidi un ab<strong>it</strong>o – di gran lusso gli ab<strong>it</strong>i e lecamicie, soprattutto da uomo, realizzatesu misura –, di un viaggio – beauty farme fattorie immerse nel verde la fanno dapadrone – o di un’auto – le sportive dac<strong>it</strong>tà ormai costano più di una berlina– la scelta è orientata alla qual<strong>it</strong>à, allaricerca del dettaglio e dei materiali, allalinea, al design. Tutti ingredienti base perun risultato di lusso. Forse, senza volerscendere nel sociologico, non è cambiatotanto il lusso in sé, quanto il concetto dilusso e la percezione che ne ha la gente.Potremmo dire che dall’essere associatoa qualcosa di difficile da trovare, lussosignifica oggi “qualcosa che non si puònon avere”. Insomma per ciò che ci piacesi fanno follie...62NUOVO CONSUMO


Aria frescaa cura di Barbara BernardiniAVE CESAREUn tessuto ci salveràdai campi elettromagnetici.Ormai è certo, con il proliferare di ripet<strong>it</strong>ori telefonici,elettronica a basso prezzo e diavolerie di ogni sorta viviamocostantemente immersi in un campo elettromagnetico. Perschermarci da questo continuo bombardamento potremmoandare in giro vest<strong>it</strong>i di gomma o metallo ma a tutto discap<strong>it</strong>odel look. Se questo intenso campo magnetico facciadavvero male alla salute è, in parte, ancora da dimostrare,anche se numerosi studi hanno sugger<strong>it</strong>o che contribuiscaallo sviluppo dei tumori. In ogni caso meglio difendersi.La soluzione arriva da un progetto tutto <strong>it</strong>aliano checombina la nostra storica tradizione tessile con la ricercaavanzata dei laboratori del Pol<strong>it</strong>ecnico di Milano. Si trattadi un particolare tessuto fatto di una flessibilissima magliametallica capace di schermare verosimilmente campifino a 40 GHertz. La sua valid<strong>it</strong>à verrà testata presso illaboratorio CESARE di Milano, acronimo che non si riferisceal famoso Giulio ma al Centro Studi e ApplicazioniRadioelettriche. Se tutto andrà per il meglio, questa magliaservirà innanz<strong>it</strong>utto per fabbricare tessuti schermanti dautilizzare in campo aeronautico e per la protezione delleopere d’arte, in secondo luogo per sfornare schermanti cheimpediscano le interferenze tra gli strumenti elettroniciindispensabili, ad esempio, nelle corsie degli ospedali dovesi fa il mon<strong>it</strong>oraggio dei pazienti, e per schermare telecomandiil cui segnale fa andare in tilt l’antifurto o l’aperturaautomatica del cancello. E i vest<strong>it</strong>i arriveranno mai? Gliesperti sono pos<strong>it</strong>ivi al riguardo, dato che le caratteristichedel tessuto ne fannoun materiale estremamenteversatile.C’è da scommetteredunque che il primogiaccone anti-elettrosmogfarà presto la suacomparsa in passerellasbaragliando i concorrenti.NUOVO CONSUMO 63


CASANOVAInusuali, dalle forme più strane, banali,ma necessari, ecologici. Con la primalinea Coop di oggetti di design la casasi rinnova e il bello diventa funzionale.di Martina BalocchiSe cercando tra i prodotti per la casatroverete una spugna dalla formainusuale, niente di strano. Stessacosa se vi imbattete in uno stendinoper biancheria con una cappottinamai vista prima o in una bacinellaresa maneggevole dalle sue formearrotondate.È la nuova linea di prodotti a marchioCoop che presto sarà disponibile in unaselezione di punti vend<strong>it</strong>a in tutta Italiae che è stata presentata il 15 febbraio alsalone Eataly di Torino dopo il debuttoal Torino World Design Cap<strong>it</strong>al 2008.Eureka!Si chiama Eureka Cooped è una linea compostada dodici oggetti diuso quotidiano, banalima necessari, presentinelle case di ognuno dinoi, ripensati da dodiciprogettisti tra i più rappresentatividella nuovagenerazione del design<strong>it</strong>aliano coordinati daGiulio Iacchetti. Nefanno parte anche unosturalavandini con pinzettaper recuperare gli oggetti piùpiccoli, un guanto togli-pelucchiappendibile nell’armadio, un setdi 12 mollette monomateriche, unbattipanni di nuova concezione. C’èdavvero da sbizzarrirsi: uno scopinoda bagno che si riempie con liquidoigienizzante, un’asticella lavatoiocomoda anche quando si è in viaggio,feltrini adesivi a dimensionevariabile e sapone di Marsiglia dallapratica forma per un progetto chemette insieme i valori tradizionalidi Coop e le forme più modernedel design. Tutto è cominciato nel2005 quando furono presentati ventiprototipi in vari supermercatiattraverso una mostra <strong>it</strong>inerante,sottoponendoli al giudizio di soci econsumatori che, con il loro voto,hanno premiato i migliori e sceltoquelli che poi sarebbero stati messisugli scaffali.ComplimentiD’ARREDOTutti prodotti in Italia rispettano rigorosamentegli standard ecologici diCoop allo stesso prezzo dei rispettivibeni di largo consumo tradizionali.Considerando quanto gli <strong>it</strong>aliani c<strong>it</strong>engono ad avere una bella casa – masenza spendere un cap<strong>it</strong>ale –, c’è dascommettere che il progetto avrà unagrande eco. Da una recente indagine,infatti, è risultato che quasi la metàdel Belpaese – dai 18 anni in su – desidererebbeper la propria ab<strong>it</strong>azioneoggetti di design; in particolare, adavere maggiormente occhio esteticosarebbero le persone più colte, chiviaggia molto (non solo fisicamente,64 NUOVO CONSUMO


COLPO DI SPUGNANella linea Eureka Coop soluzioni innovativeche rendono più allegre anche le mansionicasalinghe più noiose. Ecco alcuni esempi.La bacinella per il bucato progettatada Ragni risulta piùmaneggevole grazie a unaparticolare forma che nefavorisce la presa avvicinandoil baricentro al corpo...nello svolgimento delleattiv<strong>it</strong>à domesticheè grad<strong>it</strong>issimoogni tipo diaiuto. Semprein tema bucato,le mollette in policarbonato diIacchetti sono più pratiche diquelle tradizionali: grazie ad uncurioso gioco di leve non sono dotate di molle che sispezzano o schizzano via. Spostandosi in cucina, spicca laspugna, pensata da Contin, che si può appendere graziea una fessura che agevola anchela pulizia di posate e bicchieri:un irresistibile ornamento percannelle e lavabi.ma anche abbandonandosi allesuggestioni del cinema o navigandonel vastissimo mondo di internet) ochi vive nei grandi centri urbani. Edal 1998 a oggi la domanda collettivadi design è quasi raddoppiata, grazieanche alla diffusione delle tecnologienella v<strong>it</strong>a di tutti i giorni. Soprattuttole donne prestano grande attenzionealla ricerca del bello e del particolare:sono esigenti e investono molto denaroper rendere confortevole bagnoe cucina.Così il bello si fonde con il funzionalegrazie alla creativ<strong>it</strong>à inconfondibilmentemade in Italy.Insiemein collaborazione con www.avsi.orga cura di R<strong>it</strong>a NannelliABBASSO LA GUERRA...È il messaggio forte e chiaro di un bambinoalbanese che grazie al Sostegno adistanza può studiare, giocare con gli amici,fare una passeggiata in riva al mare.Quello che sembra scontato per i bambini di questa partedel mondo, non lo è affatto per quelli, moltissimi, dei paesipoveri, dove la guerra e la miseria rendono “eccezionale”giocare con gli amici, leggere un libro, fare una passeggiatasulla spiaggia. Dall’Albania ci è arrivata, tra le altre, la letteradi una coordinatrice locale della Fondazione Avsi cheattraverso la v<strong>it</strong>a di un ragazzino, Denis Shaku, descrive las<strong>it</strong>uazione difficile del paese, l’importanza del lavoro svoltocon i bambini dagli educatori e dai volontari, il ruolo deisoci di Unicoop Tirreno che sostengono il progetto Cuore diCoop. Nella busta oltre alla lettera c’erano la foto di Denische gioca in riva al mare con altri due bambini e un suodisegno che parla più di tante parole: una pistola con unacroce sopra.«Denis durante questo periodo ha avuto l’influenza a causadi tantissimi cambiamenti del tempo, ma soprattutto dellepessime condizioni della casa in cui vive. Le condizioni div<strong>it</strong>a continuano a peggiorare; la crisi energetica che ha colp<strong>it</strong>otutta l’Albania ha reso più difficili le condizioni di v<strong>it</strong>a,soprattutto quelle igieniche, perché mancando la luce mancaanche l’acqua.Denis ha fin<strong>it</strong>o la terzaelementare con deibuoni risultati. Con lachiusura della scuolastatale, Denis con glialtri bambini ha cominciatole attiv<strong>it</strong>à estivenel nostro CentroDiurno Eden. Duranteil giorno nel Centro si organizzano tantissime attiv<strong>it</strong>à ricreative,ma anche lezioni per svolgere i comp<strong>it</strong>i di scuola. Due volte allasettimana i bambini accompagnati dagli educatori del centro edell’Équipe di strada vanno in spiaggia. Queste g<strong>it</strong>e sono stateaccolte molto bene dai ragazzi che al mare si divertono molto.E tutto questo è stato possibile anche grazie al vostro aiuto.Grazie a voi questi ragazzi possono fare quello che fanno i lorocoetanei. E ne sono felicissimi!».Per informazioni sul Sostegno a distanza: tel. 0547360800(dal lun. al ven.: orario 9-13/14-18); fax 0547611290e-mail: sostegno.distanza@avsi.orgNUOVO CONSUMO 65


Consumi in scenadi Giovanni ManettiLa strana coppiaÈ arrivata l’era della post-pubblic<strong>it</strong>à in cui uno spot ne c<strong>it</strong>a un altro di successo.Vedere quello Infostrada – con la coppia Fiorello-Mike Bongiorno – per credere.Continuano le storie minimali di un’improbabile coppiatelevisiva che sembra essere diventata molto più stabiledelle coppie vere o di fatto che ci sono in Italia: Fiorelloe Mike Bongiorno. Come tutte le coppie ben formate, idue partner sono diversissimi: l’uno giovane e ag<strong>it</strong>ato dauna dinamismo quasi nervoso; l’altro giunto già a un’etàveneranda che non mostra di provare imbarazzo per deimovimenti che si sono fatti un po’ rigidi e legnosi. Mala forza della coppia sta nel fatto che incarnano ciascunoun’era della televisione: Mike la Tv degli inizi; Fiorellola post-televisione, quella che riduce a “due – iperbolici– minuti” lo show del sabato sera. Ebbene questa coppiaè protagonista in questo periodo di un curioso spot checoglie la quintessenza della pubblic<strong>it</strong>à commerciale. Loabbiamo detto tante volte, la pubblic<strong>it</strong>à commerciale funzionasecondo un meccanismo di spostamento connotativosecondo cui il prodotto promosso non viene quasi maiillustrato nelle sue caratteristiche oggettive,ma viene messo in parallelo con un qualcheelemento – anche del tutto disomogeneorispetto al prodotto, come ad esempio unfilm cult e, che so io, una birra – che faparte dell’enciclopedia di riferimento delpubblico ed è da questo valorizzato e amato, in modoche il giudizio pos<strong>it</strong>ivo relativo all’uno si sposti sull’altro.Ebbene questo meccanismo astratto viene perfettamenteillustrato nello spot su Infostrada – disarmante nella suasemplic<strong>it</strong>à e nella sua astratta raffinatezza – che gira orasul piccolo schermo.Nella prima scena Mike dice con la sua ab<strong>it</strong>uale enfasi:“Grappa Infostrada, sempre più in alto!”. Dopo una scenaintercalata con la voce off che illustra le caratteristichedell’abbonamento telefonico Infostrada, c’è la secondascena in cui Fiorello proclama: “Infostrada lava piùbianco!” a cui Mike soggiunge: “Che più bianco non sipuò!”. Il tutto appare surreale. Ma non allo spettatorein possesso di una buona memoria pubblic<strong>it</strong>aria chericonosce la c<strong>it</strong>azione di due spot di successo nel passatotelevisivo, il primo relativo alla Grappa Bocchino,interpretato dallo stesso Mike, quando era giovane, ilsecondo relativo a un famoso detersivo.Siamo alla post-pubblic<strong>it</strong>à che non va piùa cercare all’esterno il valore da spostaresul prodotto, ma lo cerca in se stessa e inun proprio passato in cui ad essere cult èla pubblic<strong>it</strong>à stessa.SPOT Bella topolona!Il “Bella topolona” dello spot delGorgonzola sta facendo indispettiretantissime donne. Perché? Cisono tre risposte plausibili: questedonne non vivono in Toscana (dovela parola topolona non ha un significatooffensivo, bensì affettuosoe amichevole); non ricordano chenello spot precedente una ragazzacon un ingombrante décolleté ciinv<strong>it</strong>ava a provare il formaggio con“le pere”; non tengono conto chein Tv si vede di peggio. Pensiamoa programmi da nudisti come CiaoDarwin e pubblic<strong>it</strong>à dove la donnaè sinonimo di regolar<strong>it</strong>à intestinale(le supposte EvaQu, lo yogurtActivia) o semplicemente un’iconascema e sessuale per pubblicizzarequalsiasi servizio o oggetto debbarichiamare l’attenzione di maschifamelici (gli esempi si sprecano!). Inconfronto il “Bella topolona” appareil più ingenuo dei complimenti e ilcameriere molto meno misoginodi tanti pubblic<strong>it</strong>ari e ideatori dispettacoli televisivi realmente offensivi.(B.R.)66 NUOVO CONSUMO

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