marzo-aprile - Carte Bollate
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Su questa base si sviluppano, a volte<br />
con qualche eccezione, le norme penali<br />
e di esecuzione penale.<br />
Quando viene emessa una sentenza<br />
definitiva, si dovrebbe sapere in partenza<br />
che vi sono degli sconti di pena<br />
o possibilità di misure alternative alla<br />
reclusione, che saranno concesse proprio<br />
in funzione del comportamento<br />
del condannato e del suo percorso di<br />
recupero. Il giudice lo sa nel momento<br />
in cui quantifica la pena, ma dovrebbe<br />
saperlo anche il giornalista. Vogliamo<br />
prendercela con l’indulto che ha cancellato<br />
tre anni di pena per buona parte<br />
dei detenuti italiani Perfetto, ma ricordiamo<br />
anche che la recidiva tra chi<br />
ha usufruito di questa misura è stata<br />
del 21% contro il 70% delle medie nazionali.<br />
Vogliamo criticare il meccanismo della<br />
liberazione anticipata che riduce di<br />
un quarto la pena di chi non incorre<br />
in provvedimenti disciplinari durante<br />
la detenzione Facciamolo, magari<br />
suggerendo anche strategie alternative<br />
per mantenere l’autocontrollo nelle<br />
nostre carceri sovraffollate.<br />
Vogliamo mettere in discussione patteggiamenti<br />
e riti alternativi che rendono<br />
più veloci i processi Poi però<br />
non possiamo piangere sulle prescrizioni<br />
e sulla lentezza della macchina<br />
giudiziaria.<br />
Prendiamo il caso della rapina romana<br />
in cui è morto un ex brigatista e nella<br />
quale era coinvolto un detenuto in permesso<br />
premio. Anche qui si è sollevato<br />
un putiferio e a gettare benzina sul<br />
fuoco ci si è messo anche il “fratello<br />
d’Italia” Edmondo Cirielli.<br />
Alla legge che porta il suo nome dobbiamo<br />
il sovraffollamento delle carceri,<br />
ma il parlamentare è recidivo, adesso<br />
vorrebbe anche “rivedere le norme<br />
sull’ordinamento penitenziario e, in<br />
particolare, il sistema dei permessi<br />
premio e di altri benefici ai detenuti,<br />
perché capita spesso che molti, pur<br />
avendo commesso reati gravi, vengano<br />
messi in libertà anticipatamente a vario<br />
titolo”.<br />
Gli ha risposto la ministra Paola Severino:<br />
“L’esperienza dei permessi<br />
premio ai detenuti è positiva. Il caso<br />
di Roma è una eccezione. Quando un<br />
episodio di questo genere accade, la<br />
tendenza potrebbe essere quella di<br />
generalizzare. Ecco, io non vorrei che<br />
questo accadesse, anche nel rispetto<br />
dei tanti detenuti che, usciti in permesso<br />
premio, sono rientrati”.<br />
E fornisce dati: “abbiamo una media<br />
di circa mille permessi premio l’anno.<br />
Questa delimitazione ci consente<br />
di dire che in tutti gli altri casi il permesso<br />
premio ha funzionato ed è una<br />
misura molto importante perché è la<br />
misura con la quale si saggia, in qualche<br />
modo, la capacità del detenuto di<br />
rimanere fuori e di adempiere ad una<br />
sorta di patto di onore, che è quello di<br />
ritornare volontariamente in carcere.<br />
Dunque io non posso che dare una valutazione<br />
positiva dell’istituto”.<br />
Diciamo che la Carta serve anche a<br />
questo: ad affermare che non è ammessa<br />
l’ignoranza della legge e dunque<br />
chi scrive di carcere deve conoscere<br />
le norme che regolano l’esecuzione penale.<br />
Spesso si cerca il sensazionalismo nel<br />
commentare fatti che sono nella normale<br />
regola della legge e non si da spazio<br />
ad aspetti dell’esecuzione penale<br />
che dimostrano che quando lo Stato<br />
si sforza di rieducare davvero il detenuto<br />
si ottengono risultati fantastici.<br />
Fa notizia il detenuto in permesso che<br />
commette una rapina, ma non fanno<br />
notizia le migliaia di detenuti che usano<br />
questo tempo per lavori socialmente<br />
utili.<br />
Si indicano come socialmente pericolose<br />
le misure alternative se si registra<br />
un fallimento di cui le cronache<br />
si occupano, ma non si scrive mai,<br />
contestualmente,che il tasso di recidiva<br />
che è del 70% scende al 28% tra chi<br />
usufruisce di misure alternative.<br />
Il giornalista ha un suo compito sociale<br />
nel fornire una notizia, dipende da<br />
come la racconta. La sua è una grande<br />
responsabilità.<br />
La Carta delle pene e del carcere<br />
vuole esser un contributo a tutti gli<br />
operatori dell’informazione, un modo<br />
anche di crescita professionale nel<br />
comunicare il carcere, un’indicazione<br />
per un modo di operare che vorremmofosse<br />
in futuro patrimonio di tutti<br />
i giornalisti.<br />
Maurizio Bi a n c h i e<br />
Fe r n a n d o Moscatelli<br />
carte<strong>Bollate</strong><br />
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