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Le Georgiche

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Claude Simon<br />

<strong>Le</strong> <strong>Georgiche</strong>


collana arno<br />

15


Claude Simon<br />

<strong>Le</strong> <strong>Georgiche</strong><br />

A cura di Domenico Pinto<br />

Traduzione di Emilia Surmonte


EXCEPTIONAL CIRCUMSTA<br />

BELOW MINIMUM SIZE<br />

Claude Simon<br />

<strong>Le</strong> <strong>Georgiche</strong><br />

Lavieri editore / ISBN 978-88-96971-18-5<br />

A cura di Domenico Pinto<br />

Traduzione di Emilia Surmonte<br />

Copyright © 2012 Ipermedium Comunicazione e Servizi s.a.s.<br />

Arno n.15<br />

Collana diretta da Domenico Pinto<br />

Titolo originale dell’opera : <strong>Le</strong>s Géorgiques<br />

© 1981 by <strong>Le</strong>s Éditions de Minuit<br />

Lavieri edizioni<br />

via IV Novembre, 19 - 81020 - S. Angelo in Formis (CE)<br />

via Canala, 55 - 85050 - Villa d’Agri (PZ)<br />

www.lavieri.it / info@lavieri.it


Sommario<br />

<strong>Le</strong> <strong>Georgiche</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7<br />

Tradurre Claude Simon . . . . . . . . . . . . . . . . . 357<br />

Claude Simon, dal plurale al plurale . . . . . . . . . . 363<br />

Postfazione di Emilia Surmonte


a Réa


<strong>Le</strong> <strong>Georgiche</strong>


<strong>Le</strong>s climats, les saisons, les sons, les couleurs,<br />

l’obscurité, la lumière, les éléments, les aliments, le<br />

bruit, le silence, le mouvement, le repos, tout agit sur<br />

notre machine et sur notre âme par conséquent.<br />

J.J. Rousseau, <strong>Le</strong>s Confessions


La scena è la seguente : in una stanza di vaste dimensioni un personaggio<br />

è seduto davanti ad una scrivania, una delle gambe piegata<br />

a metà sotto la sedia, il tallone del piede sollevato, il piede destro<br />

in avanti e in piano, la tibia formando con la coscia orizzontale un<br />

angolo di circa quarantacinque gradi, le braccia appoggiate sul<br />

bordo della scrivania, le mani sostenendo in alto un foglio di carta<br />

(una lettera ) su cui sono fissi gli occhi. Il personaggio è nudo.<br />

Benché di una certa età, come testimonia l’appesantimento del<br />

viso dai tratti marcati, dalle guance cascanti e pronunciate, la pratica<br />

regolare di esercizi fisici probabilmente, come in certi cavalieri<br />

o militari, ha conservato al corpo una robusta muscolatura, di cui,<br />

nonostante la pinguedine, si possono scorgere i rilievi sotto lo strato<br />

di grasso, essendo le pieghe del ventre disposte spontaneamente<br />

una sull’altra, possenti, come in quei vecchi lottatori il cui peso,<br />

anziché contrastare la forza, contribuisce ad aggiungervene. Un<br />

secondo personaggio, più giovane, anch’egli nudo, sta in piedi<br />

dall’altro lato della scrivania, nella posa classica dell’atleta a riposo,<br />

il peso del corpo caricato sulla gamba sinistra, il braccio destro<br />

penzoloni lungo il corpo, il braccio sinistro piegato a stringere sul<br />

petto un cartoncino rettangolare sul quale la mano viene a chiudersi.<br />

In lui, ugualmente, una pratica costante di esercizi fisici ha<br />

sviluppato una forte muscolatura, al momento senza difetti. È visibile<br />

il rigonfiarsi dei bicipiti del braccio piegato. Il torso, i cui<br />

pettorali e addominali sono nettamente disegnati, fa pensare a quei


piastroni delle corazze romane artisticamente modellati, che riproducono<br />

nel bronzo i dettagli di un eccellente studio dal vero. Nella<br />

parte inferiore del ventre, un po’ rigonfio e glabro, il sesso corto, che<br />

finisce come un capezzolo di mucca per via della piega del prepuzio,<br />

si appoggia sulle sacche piene dei testicoli che lo proiettano leggermente<br />

in avanti. Sotto la pelle sottile, si può seguire il percorso<br />

delle vene, più rilevate sugli avambracci, il dorso delle mani, le tibie<br />

e i piedi che queste avviluppano come le radici di un albero. Il contrasto<br />

tra la nudità dei due personaggi e l’ambiente, i mobili in stile,<br />

conferisce alla scena un carattere insolito, accresciuto inoltre dalla<br />

fattura del disegno eseguito su un foglio di carta (o su una tela a<br />

grana finissima) con l’aiuto di una mina in piombo accuratamente<br />

e continuamente (in maniera quasi maniacale) appuntita dall’artista<br />

durante il suo lavoro. Così come i corpi nudi sono disegnati con un<br />

distacco deliberato, riproducendo minutamente delle anatomie stereotipate<br />

apprese sui modelli classici, gli oggetti che li circondano,<br />

la stanza in cui si trovano i due personaggi, sono raffigurati con<br />

quella freddezza che caratterizza l’esecuzione dei progetti di architetti,<br />

i quali propongono agli sguardi non dei monumenti già esistenti<br />

ma combinazioni e assemblaggi di forme nati dalla loro immaginazione,<br />

che riconducono solo a se stessi, e le linee grigie, di<br />

un’incredibile finezza, assolutamente diritte o arrotondate seguendo<br />

curve perfette, tracciano confini non tra solidi (le carni, il legno, il<br />

marmo) e l’aria che li circonda, ma tra superfici bianche che si incastrano<br />

seguendo le loro curve e i loro angoli. È evidente che la lettura<br />

di un tale disegno non è possibile se non in funzione di un<br />

codice stilistico accettato preliminarmente da ciascuna delle due<br />

parti, il disegnatore e lo spettatore. Così, come in geometria descrittiva<br />

si conviene che due rette che si intersecano implicano – e non<br />

rappresentano – l’esistenza di un piano, lo spazio che i muri racchiudono<br />

è suggerito soltanto da qualche tratto che delinea gli spigoli<br />

dei diedri che essi formano tra loro o con il soffitto o anche il<br />

pavimento il cui disegno appare in una prospettiva rigorosamente<br />

calcolata. Al di fuori, attraverso i rettangoli degli alti finestroni, si<br />

scorge una lunga facciata (quella di qualche palazzo probabilmen-<br />

14


te) dalle tre fila di finestre sormontate da frontoni (triangolari al<br />

primo piano, ad arco di cerchio al secondo, mentre le finestre del<br />

terzo e ultimo piano sono incorniciate in una semplice modanatura),<br />

disegnata anch’essa con la paziente e meticolosa precisione di<br />

un alzato, solo al tratto, il tutto (come i mobili, la scrivania, la<br />

poltrona) senza ombreggiature, essendo riservate queste alla raffigurazione<br />

dei muscoli sui due corpi nudi che assumono in tale<br />

quadro assonometrico un risalto tanto più singolare in quanto<br />

nessuna ombra si allunga ai loro piedi, come se essi si trovassero lì,<br />

statuari e sbalzati in avanti, simili a personaggi staccati da un bassorilievo<br />

e incollati successivamente sul foglio di carta e non seduti<br />

su una sedia o in piedi sul pavimento dal freddo effetto geometrico.<br />

Sembra che l’artista, seguendo una selezione personale dei<br />

valori, abbia cercato, nella scena proposta, di differenziare nettamente<br />

i diversi elementi secondo un’importanza crescente nella<br />

sua mente come testimoniano le fatture specifiche con cui li ha<br />

raffigurati, ossia, primo : gli oggetti inanimati (oltre al pavimento,<br />

i muri, i mobili, le finestre e il paesaggio esterno, si possono vedere<br />

anche, raffigurati nello stesso modo, cioè al tratto : una grande<br />

mappa antica appesa su uno dei pannelli, con la rosa dei venti, le<br />

catene di montagne a forma di cumuli di terra, i profili frastagliati<br />

di una costa dai capi rocciosi, i fiumi sinuosi e ramificati – e anche<br />

un grosso mappamondo, circondato all’equatore da un anello zodiacale<br />

e montato su una base a tre piedi); secondo : la carne, i<br />

corpi con i muscoli, le vene, e gli effetti di chiaroscuro accuratamente<br />

disegnati e ombreggiati, del tutto simili a marmi grigiastri;<br />

terzo e ultimo : le teste dei due personaggi che non sono più soltanto<br />

disegnate e ombreggiate ma dipinte con colori macinati all’olio,<br />

esattamente come se si trattasse di statue di cui un burlone avesse<br />

incominciato a colorare i visi e le acconciature a imitazione dell’incarnato<br />

vero e dei capelli. Per uno di essi, quello che sta in piedi<br />

dall’altro lato della scrivania (malgrado l’esistenza di una sedia che<br />

sembra essere lì ad accogliere i visitatori), lo strato di pittura applicato<br />

sul marmo si ferma un po’ al di sotto del mento. I suoi capelli<br />

nerissimi sono riportati sulle tempie in ciocche come incollate<br />

15


da un colpo di vento che l’avesse investito dalle spalle. Il suo viso,<br />

dai tratti già induriti benché giovanili, è impassibile, mascherando<br />

forse una vaga ironia o un vago disprezzo. La testa è leggermente<br />

spinta all’indietro, in una posizione regolamentare di cui egli sembra<br />

esagerare di proposito la rigidità. Emana da lui qualcosa di al<br />

tempo stesso servile e altero, probabilmente la reazione istintiva di<br />

un uomo giovane in presenza d’una personalità più anziana e più<br />

importante. Su quest’ultima, seduta alla scrivania, il lavoro di coloritura<br />

è stato più ampio. Non contento di dipingere il viso massiccio<br />

e sanguigno, vagamente congestionato, la fitta capigliatura<br />

castana che comincia a ingrigire, l’artista, spingendosi oltre, ha<br />

vestito le spalle con una tunica blu Savoia, dal collo alto e rosso, su<br />

cui ricade la folta criniera. Lo strato di pittura blu si interrompe<br />

decisamente (tranne qualche sbaffo del pennello) al di sopra dei<br />

capezzoli, e la tunica è impreziosita da spalline a frange dorate che<br />

ricadono sulle braccia dalla carne grigiastra, nuda fino alle mani<br />

che il colorista ha, per così dire, inguantato di pelle umana, anche<br />

leggermente rubiconda, soprattutto verso l’estremità delle dita che<br />

si stringono sul foglio di carta d’un bianco avorio, dipinto minuziosamente<br />

a trompe-l’œil, con le blande ombre dovute alle piegature<br />

della carta e le righe di scrittura tracciate con un inchiostro<br />

color ruggine. È significativo che i due volti non siano solo abbozzati,<br />

come fa di solito un pittore quando comincia un quadro,<br />

dando qua e là qualche rapido tocco di colore per impostare l’armonia<br />

generale, salvo poi a ritornare su una parte o su un’altra,<br />

riprenderla anche interamente a seconda dell’evoluzione dell’opera<br />

in corso : proprio al contrario, la fattura di ognuno di essi è di un<br />

«rifinito» che arriva sino ai minimi dettagli (per esempio una verruca<br />

sul bordo di una delle narici del personaggio seduto) e che<br />

indica che l’artista non vi cambierà più nulla. Inoltre, benché<br />

l’ampia stanza prenda luce solo dalle tre alte finestre situate su<br />

uno stesso lato, la luce diffusa (all’opposto, tra l’altro, delle luci<br />

realiste e a contrasto di certi pittori olandesi) contribuisce ulteriormente<br />

all’insolito della scena, bagnando i visi da ogni parte, come<br />

quella, artificialmente riflessa, che viene proiettata dalle vetrate de-<br />

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gli studi di artisti dove, nel silenzio, posano su pedane i modelli<br />

nudi i cui fianchi respirano con calma senza interrompere l’immobilità<br />

dei loro corpi irrigiditi in pose da statue davanti a paraventi<br />

drappeggiati di serge verdi. Questo aggiunto all’assenza di ogni altro<br />

colore (tanto sui corpi ombreggiati che sul fondo, i mobili) e al<br />

fatto che l’artista ha curato quanto più possibile la finitura delle<br />

parti dipinte (solo un blu leggero, una semplice velatura, più indicativo<br />

che rappresentativo, è stato passato al di sopra del disegno<br />

minuzioso della struttura su cui insistono le finestre, e senza neanche<br />

arrivare alla parte superiore di queste) sembra confermare che<br />

non si tratta affatto di una tela incompiuta, ma di un’opera considerata<br />

dal suo autore come perfettamente ultimata e dove, per via<br />

del colore, sono intenzionalmente privilegiati e distinti dal contesto<br />

i due visi, le spalline dorate, le mani del personaggio seduto e la<br />

lettera che sta leggendo.<br />

Tuttavia, un esame più attento dell’immagine fa pensare che il<br />

suo autore abbia esitato quanto al momento dell’episodio che ha<br />

scelto di rappresentare. Si può vedere in effetti (benché sia stata<br />

accuratamente cancellata e appaia ora di un grigio pallidissimo,<br />

come fantomatico) che la mano destra del personaggio seduto è<br />

stata inizialmente disegnata in una posizione diversa : staccata dalla<br />

lettera che continua a tenere l’altra mano, si solleva un poco, le<br />

dita semi-aperte a ventaglio, in un gesto al tempo stesso distratto e<br />

imperioso, come quello di qualcuno che congedi un inferiore o un<br />

importuno, l’indice in direzione della porta. Rimane ancora aperta<br />

la domanda se questo gesto (questo congedo) si collochi prima che<br />

il destinatario abbia preso conoscenza del contenuto della lettera<br />

(che l’altro personaggio, dall’espressione leggermente beffarda<br />

a dispetto del suo atteggiamento rispettoso, sembra già conoscere),<br />

oppure durante la lettura, o dopo questa, al fine di salvaguardare<br />

la sua solitudine per leggerla ancora, poiché, mentre continua ad<br />

agitare lentamente la mano, l’uomo seduto non rialza la testa, lo<br />

sguardo costantemente puntato, come ipnotizzato, sul foglio di<br />

carta dispiegato.<br />

17


I<br />

Ha cinquant’anni. È generale d’armata dell’artiglieria in Italia. Risiede<br />

a Milano. Porta una tunica con collo e sparato ricamati d’oro.<br />

Ha sessant’anni. Sorveglia i lavori di completamento della terrazza<br />

del suo castello. È freddolosamente imbacuccato in una vecchia<br />

palandrana militare. Vede dei punti neri. La sera sarà morto. Ha<br />

trent’anni. È capitano. Va all’opera. Porta un tricorno, un’uniforme<br />

blu attillata in vita e uno spadino da cerimonia. Durante il<br />

Direttorio è ambasciatore a Napoli. Si sposa una prima volta nel<br />

1781 con una giovane protestante olandese. A trentotto anni è<br />

eletto contemporaneamente membro dell’Assemblea nazionale nei<br />

dipartimenti del Nord e del Tarn. Durante l’inverno 1807 dirige<br />

l’assedio di Stralsund nella Pomerania svedese. Compra un cavallo<br />

a Friedland. È un gigante. Scrive con fare scherzoso a un amico<br />

che è ingrassato troppo per la sua modesta stazza di cinque piedi e<br />

nove pollici. Nel 1792 è eletto alla Convenzione. Scrive alla sua<br />

intendente Batti di provvedere a far infoltire le siepi di biancospino.<br />

Cacciato da Napoli deve noleggiare precipitosamente una nave<br />

genovese per scappare. Crea una società con un certo Garrigou per<br />

lo sfruttamento delle miniere di ferro della valle dell’Aveyron. Vota<br />

la morte del re. È nominato rappresentante del popolo. Porta un<br />

bicorno ornato di piume tricolori, un’uniforme dai revers rossi,<br />

degli stivali con risvolto e una cintura ugualmente tricolore. Il 16<br />

ventoso dell’anno iii entra nel Comitato di salute pubblica. Da<br />

Milano stabilisce il cerimoniale per la visita dell’imperatore nel


egno d’Italia. In pieno Terrore è eletto segretario della Convenzione<br />

e salva una realista che sposerà in seconde nozze. Un rapporto<br />

dice di lui che ha una salute di ferro e un coraggio da leone. Per più<br />

di un anno tiene testa in Corsica con meno di duecento uomini<br />

agli insorti paolisti sostenuti dalle flotte di Hood e Nelson. È ferito<br />

alla gamba a Farinole. Il veliero su cui si è imbarcato a Napoli è<br />

catturato in mare da una nave corsara turca. Batte in ritirata con il<br />

suo reggimento attraverso il Belgio. Per quattro giorni è impossibile<br />

dissellare i cavalli. In Pomerania si lamenta del freddo, della sua<br />

salute e delle ferite. È membro del primo Comitato militare<br />

dell’Assemblea legislativa. Fa votare un decreto che condanna a<br />

morte i comandanti delle fortezze assediate che dovessero consegnarle<br />

al nemico. Sono perseguitati dall’aviazione e il reggimento<br />

subisce perdite considerevoli. La nave corsara turca lo consegna al<br />

bey di Tunisi. Siede nel Consiglio degli Anziani. Porta un tocco<br />

celeste, una cappa bianca drappeggiata, una cintura rossa i cui<br />

lembi ricadono sul fianco, delle calze e scarpe con la fibbia. Prende<br />

le difese dei babuvisti. Si adopera per far costruire la strada da Cahors<br />

ad Albi. La sera della domenica di Pentecoste riattraversa precipitosamente<br />

la Mosa prima che saltino i ponti. L’ispettore generale<br />

d’Orbey gli riconosce fermezza, competenza, educazione e capacità<br />

di comando. È decorato con la croce di Saint-Louis. Cattura e<br />

fa fucilare il capo delle truppe paoliste. A Tunisi compra uno stallone<br />

arabo a cui dà il nome di Moustapha in ricordo di Sidi Moustapha,<br />

il cognato del bey, che ha alleviato la sua prigionia. Raccomanda<br />

alla sua intendente di raccogliere molto letame. Con Carnot<br />

e Bubois-Crancé ottiene il maggior numero di voti all’elezione<br />

del secondo Comitato militare. Al suo ritorno dalla Prussia fa osservare<br />

a S.M. Imperiale che l’ha sempre servita con abnegazione e<br />

che è il solo dei generali della Grande Armata a non essere stato<br />

fatto ancora conte e a non aver ricevuto nessun appannaggio. La<br />

Mosa scorre nel fondo di una valle stretta tra rive scoscese e boscose.<br />

Una frotta di religiose in cornetta dalle ali bianche e ostacolate dalle<br />

lunghe gonne blu attraversa correndo il ponte insieme agli ultimi cavalieri<br />

in ritirata. Frusta il suo cavallo stremato con la dragona stac-<br />

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cata dalla guardia della sua sciabola. Il suo cattivo stato di salute gli<br />

impedisce di essere nominato al comando dell’artiglieria di un<br />

esercito in Spagna. Scrive a un amico che non vi sarà sparato neanche<br />

un colpo e che non c’è nessuna gloria da conquistare. È<br />

grand’ufficiale della <strong>Le</strong>gione d’onore. Dà alla sua intendente istruzioni<br />

dettagliate per l’imbottigliamento del proprio vino. È inviato<br />

in missione presso l’armata del Nord. Con il suo collega Choudieu<br />

risparmia i duemila inglesi della guarnigione di Nieuport. Robespierre<br />

e diversi membri del Comitato di salute pubblica l’accusano<br />

di debolezza. Viene salvato dal Termidoro. Il sole illumina di<br />

una luce radente la mano che sfoglia i quaderni formato registro dalle<br />

pagine riempite con una scrittura regolare. È generale d’armata<br />

dell’artiglieria sul Reno. Compra in Svizzera una giumenta che<br />

chiama La Fribourgeoise. Fa un’ispezione delle piazzeforti dell’Italia<br />

del Nord. Ritira presso la ditta Gerit Wanhorsgstraten et Fils tre<br />

cambiali, una di 3669 lire in scadenza il 10 ventoso dell’anno 14,<br />

la seconda di 3974 lire in scadenza il 10 ventoso dell’anno 16, la<br />

terza di 4281 lire in scadenza il 10 ventoso dell’anno 18. La pelle<br />

rinsecchita della mano è di un ocra pallido, appena colorata di rosa<br />

sulle sporgenze delle ossa e solcata da migliaia di rughe, come fosse<br />

crêpe georgette. Firma a nome del Comitato di salute pubblica la<br />

promozione di Pichegru a comandante delle armate riunite della<br />

Mosella e del Reno. Acclude le sue congratulazioni personali al<br />

decreto. Esorta i rappresentanti a difendere la Mosa ad ogni costo.<br />

<strong>Le</strong> incollature dei cavalli sono inzuppate dal sudore che incolla i peli<br />

color mogano in ciuffi scuri. Si addensa in una schiuma grigia là dove<br />

sfregano le redini e sulle superfici interne delle cosce. Nel 1811 è governatore<br />

militare di Barcellona. Scrive di aver avuto un colpo<br />

apoplettico ma che si è completamente ristabilito. Scrive versi per<br />

un’attrice. La domenica di Pentecoste c’era un gran sole. Quando varcano<br />

il ponte il fondo stretto della valle è già invaso dall’ombra. La sua<br />

prima moglie muore dopo aver dato alla luce un figlio nel castello<br />

di Saint-M … Appena arrivato in Corsica scrive contento alla<br />

Convenzione Vado a Calvi, vi porto delle griglie per rendere incandescenti<br />

le palle, se i nemici verranno ad attaccarci non ci<br />

21


avranno, dovessi farmi saltare con la piazzaforte. A Milano la sua<br />

seconda moglie si fa seguire dappertutto da un negretto di nome<br />

Salem che lei si compiace di vestire all’orientale con un turbante e<br />

dei pantaloni a sbuffo. Si pettina alla greca per imitare Giuseppina<br />

de Beauharnais a cui dicono assomigli. Al suo arrivo a Barcellona si<br />

arruola nelle milizie popolari. Combatte durante l’inverno sul fronte<br />

di Aragon. Fa la campagna del Belgio. Fa la campagna d’Olanda.<br />

Fa la campagna svizzera. Fa due campagne in Italia. Fa la campagna<br />

di Prussia. Guida l’assedio di Ostalrich, in Spagna, quando la<br />

sua salute indebolita lo obbliga a lasciare il servizio. Uno stormo<br />

nero di cornacchie volteggia al di sopra della terrazza in un lento<br />

battito d’ali e uno schiamazzo di gridi striduli. È stanco. Chiude gli<br />

occhi. La macchia luminosa del registro dalle pagine rischiarate dal<br />

sole gli resta impressa sulla retina. Sotto le palpebre chiuse vede un<br />

rettangolo rosa che spicca su uno sfondo porpora. Il rettangolo scivola<br />

lentamente verso destra. Trattenuto lontano per circa vent’anni per<br />

via delle sue funzioni politiche, le missioni militari e i comandi<br />

può fare a casa sua solo brevi e rare apparizioni tra le quali intercorrono<br />

a volte molti anni. È denunciato al Comitato di salute<br />

pubblica dalla Società popolare di Bastia che l’accusa di aver riunito<br />

delle truppe a Calvi per la sua sicurezza personale. A nome del<br />

Comitato di salute pubblica scrive ai generali Jourdan, Moreau,<br />

<strong>Le</strong>chère e Kellerman che non può praticamente rifornirli né di<br />

muli, né di cavalli, né di denaro contante, né di viveri, né di foraggio.<br />

Li incita a prendere ciò di cui abbisognano dal nemico. Da<br />

dovunque si trovi scrive lunghe lettere alla sua intendente Batti per<br />

indicarle in modo dettagliato a seconda delle stagioni i lavori da<br />

fare sulle terre di sua proprietà. Si lamenta dello stato delle strade<br />

in Italia su cui spezza al tempo stesso le sue reni e le sue vetture. È<br />

cavaliere dell’ordine della Corona di ferro. Si rallegra dell’arresto<br />

dell’«infame Pichegru». Intenta un processo interminabile contro<br />

il suo socio Garrigou. Fa il conto delle sue spese di servizio di posta<br />

che invia al ministro della guerra. Ci sono 2 stazioni di posta da<br />

Primaro a Ravenna, 5 stazioni ½ di posta da Ravenna a Rimini, 8<br />

stazioni di posta da Rimini a Bologna, 3 ½ da Bologna a Modena,<br />

22


3 ½ andata e ritorno da Modena a Spilimberto, 3 ¾ da Modena a<br />

Formigui, etc. I cavalli di posta costano 3 l e 10 s da Milano. Alla<br />

battaglia per Verona, è gravemente ferito alla gamba durante l’attraversamento<br />

dell’Adige. Vota la pena di morte contro ogni emigrato<br />

rientrato in Francia che sarà preso con le armi in pugno.<br />

Sulla riva destra della Mosa la strada scende tra ville sontuose dai<br />

giardini fioriti (cespugli di ortensie dai grandi fiori celesti gli pare) e<br />

dai viali di ghiaia. Tutto è deserto. Uno dei cavalli zoppica. I calzoni<br />

di uno dei cavalieri sono strappati da una pallottola all’altezza del<br />

ginocchio. Dal buco scende un rivolo di sangue coagulato, nerastro,<br />

che sparisce nel gambale, continuamente rimpinguato da sangue fresco<br />

che scende a brevi fiotti, di un rosso vivo. Il 17 germinale informa i<br />

rappresentanti presso le armate dell’arresto dell’anarchico Choudieu<br />

e degli altri congiurati. Durante uno dei suoi giri d’ispezione<br />

ammira a Mantova la statua di Virgilio e si ferma sulla Trebbia per<br />

studiare il teatro delle battaglie di Annibale, di Souvaroff e di Mac-<br />

Donald. Scrive che l’armata che si troverà sulla riva sinistra sarà<br />

sempre battuta se non attacca dalla sua destra e viceversa. È membro<br />

dell’accademia di Milano. Fa un discorso alla Convenzione<br />

contro coloro che si oppongono alle nuove idee. Scrive a suo padre<br />

per dirgli della sua intenzione di sposare la giovane olandese che ha<br />

conosciuto all’opera di Besançon. Nella speranza di vincere la sua<br />

opposizione mette in risalto la consistenza della dote. È ricevuto in<br />

udienza dal bey di Tunisi che rimane su un divano ricoperto di seta<br />

verde in una sala dai muri decorati con armi d’ogni tipo. Fa aggiungere<br />

nel suo castello una terrazza rivolta a mezzogiorno. Ha<br />

undici anni. È seduto in platea accanto a sua nonna. Il vestito di<br />

quest’ultima è sobriamente chiuso al collo da un cammeo in cui spicca<br />

su uno sfondo malva una danzatrice pompeiana. Da un buco praticato<br />

nel sipario dipinto a trompe-l’œil, l’occhio del direttore guarda la<br />

sala piena di spettatori. <strong>Le</strong> donne agitano velocemente i loro ventagli.<br />

Alla domanda se Luigi Capeto meriti la morte, risponde sì. A causa<br />

dell’ostracismo della corte di Napoli occupa il tempo visitando<br />

le rovine di Ercolano e Pompei. Scrive Se avessimo dovuto l’anno<br />

scorso fare i calcoli seguendo le regole generali della guerra la no-<br />

23


stra campagna sarebbe finita a Bruxelles, mentre noi siamo arrivati<br />

fino ad Amsterdam. Scrive al suo amico il generale Miollis che in<br />

una tappa serale, a Goro, ha passato la notte con una giovane italiana.<br />

Dice che se le zanzare che infestano il delta del Po succhiano<br />

la ragazza, anche lui poteva fare altrettanto. Compra ad Amsterdam<br />

una giumenta di cinque anni, pelo baio al cento per cento,<br />

altezza 4 piedi 7 pollici con l’ippometro. Al suo arrivo a Strasburgo<br />

si scaglia con forza contro la sciatteria e la disorganizzazione che<br />

regnano nell’armata del Reno. Possiede nelle sue scuderie trentaquattro<br />

cavalli, giumente, muli, bardotti e un asino. Scrive che<br />

all’attraversamento del Tagliamento ce n’era per tutti e che se altri<br />

hanno colto rose lui ha raccolto solo spine. Scrive una diatriba<br />

contro Massena i cui carri sono la favola dell’esercito e che ha avuto<br />

l’indegnità di prestare solo 25 luigi a Soult rimasto sul campo di<br />

battaglia con una gamba rotta. Fa erigere per la prima moglie una<br />

tomba nel parco di sua proprietà. Tra le teste delle due spettatrici<br />

sedute davanti a lui vede la scena illuminata dalla ribalta delle luci.<br />

Il tenore cammina senza girarsi tenendo per mano la cantante vestita<br />

di un lungo abito bianco e con in testa una coroncina di fiori. Il gruppo<br />

attraversa lentamente lo spazio che separa le teste oscure delle due<br />

donne. Il suo incedere è interrotto da lunghe pause. Alla domanda se<br />

si debba soprassedere all’esecuzione di Luigi Capeto risponde che<br />

questa deve avvenire immediatamente. Scrive al prefetto di Charente-Maritime<br />

che ha tutte le ragioni di credere che suo fratello<br />

sia stato ucciso mentre era nell’armata del Reno e che il prigioniero<br />

può essere solo un impostore. Comunica a Hoche il biasimo<br />

che gli rivolge il Comitato di salute pubblica per aver lasciato partire<br />

senza scorta una diligenza nella regione infestata da Chouans.<br />

Smette di sfogliare i quaderni e guarda la sua mano nel sole che mette<br />

in evidenza le migliaia di rughe più o meno larghe che si accavallano,<br />

si incrociano, ma tutte orientate nello stesso verso, come dei corrugamenti<br />

del terreno. Si dirigono obliquamente cominciando dal taglio<br />

del palmo verso l’indice, ondeggiando, stringendosi o allontanandosi,<br />

infilandosi tra le basi delle dita come l’acqua di una corrente. Vede<br />

confusamente delle forme nere. Scrive una diatriba contro Sieyès e i<br />

24


preti. Si congratula con il suo amico Miollis che ha appena arrestato<br />

il papa. Invita il generale Murat a scendere da lui a Plaisance<br />

dicendogli che il suo cuoco lusingato dall’elogio che egli ha fatto<br />

della sua bravura desidera fargliela apprezzare ancora. A Stralsund<br />

la sua vecchia ferita alla gamba gli procura dei forti dolori quando<br />

deve rimanere troppo a lungo a cavallo. Scrive alla sua intendente<br />

che non gli restano più di quattro o cinque anni da vivere, che<br />

vuole godere in pace del tempo che separa la vita dalla morte e<br />

ordina che si affrettino i lavori della terrazza. Dopo aver lasciato<br />

l’armata vegeta ancora un anno, malato e solo, chiuso nel suo castello<br />

di Saint-M … Oltre il quaderno aperto sul tavolo e le volute del<br />

balcone può vedere in basso il cortile della caserma in cui si avvicendano<br />

i cavalieri. Questi ultimi indossano tuniche nere. Sulla pagina<br />

del registro il nome di Moustapha così come le tre righe dei suoi dati<br />

segnaletici sono sbarrate con tratti obliqui. La medesima penna dal<br />

tratto spesso ha aggiunto al di sotto : Morto a Saint-M … l’8 dicembre<br />

1811. Guarda la sua mano sul cui dorso due grosse vene grigio-blu in<br />

rilievo scavalcano i tendini corrispondenti all’anulare e all’indice. Tra<br />

l’indice e il pollice divaricato la pelle forma due pieghe che si intersecano,<br />

come membrane, di colore più rosa. Il quaderno è messo leggermente<br />

di traverso sul tavolo. La carta avorio dei fogli colpita dal sole<br />

riflette la luce che illumina dal basso il volto rugoso. Strizza gli occhi.<br />

<strong>Le</strong> pagine con le righe fatte a matita sono coperte dalla scrittura regolare<br />

del segretario. Sui margini sono riportati i nomi dei destinatari di<br />

ogni lettera : uomini d’affari, ministri, fornitori, amici, subalterni,<br />

colleghi, parenti, generali, domestici. Ordina dodici paia di calze di<br />

seta precisando che non porta giarrettiere. Tenta di recuperare tramite<br />

il suo avvocato una parte dei capitali investiti dopo il fallimento<br />

delle miniere di ferro. Assillato da richieste di denaro dalla<br />

sua seconda moglie e da suo figlio, risponde loro che per vivere ha<br />

solo la sua paga di generale e che gli utili della proprietà vengono<br />

inghiottiti dai debiti. Al Bardo ammira la voliera del bey piena di<br />

uccelli d’ogni specie e colore. Il rumore del loro cinguettio è assordante.<br />

Dice che la corte di Napoli complottava per farlo assassinare<br />

come gli inviati della Repubblica a Rastadt. Scrive a suo padre :<br />

25


La nostra conoscenza è dovuta al caso, ha qualcosa di romanzesco;<br />

vi basti per il momento che vi dica che è avvenuta a uno spettacolo.<br />

Dal pubblico che riempie la sala si alza un rumore confuso. Gli<br />

orchestrali accordano gli strumenti. Al di sopra dei suoni discordanti,<br />

incerti o bruscamente interrotti si sente ogni tanto la corda pizzicata<br />

dal primo violino che dà il la. Tra le due torri decapitate rimane della<br />

terrazza solo un piccolo terrapieno coltivato a orto e circondato dalle<br />

ortiche. Alcune piante avvizzite di pomodori e fagioli attaccate a canne<br />

sono accanto a cavoli da seme. Tre o quattro polli e un gallo gironzolano<br />

di qua e di là grattando la terra. In platea e sulla balconata i<br />

ventagli nelle mani delle donne palpitano di nuovo come ali di farfalla.<br />

All’assedio di Stralsund comanda più di quattromila artiglieri<br />

francesi, italiani, spagnoli, amburghesi, wurtemberghesi, badenesi,<br />

assiani o olandesi. Alloggia con il suo stato maggiore nel castello<br />

di Mittelhagen. Dorme nei palazzi. Dorme nelle stalle. Dorme<br />

nei boschi. Dorme sotto la tenda. Dorme in una chiesa incendiata.<br />

Dorme in un campo incolto, nascosto da erbe alte, in un cantiere abbandonato,<br />

rannicchiato sulla scala di un rifugio antiaereo dal fondo<br />

riempito d’acqua putrida. Durante la giornata sfugge ai suoi inseguitori<br />

frequentando ristoranti di lusso e bagni pubblici. Dorme coricato<br />

per terra, avvolto nel suo pastrano. Quando apre gli occhi al risveglio<br />

questi sono ostruiti da una materia granulosa, scintillante, di un<br />

bianco grigiastro e opaco. Il suo viso e il suo pastrano di stoffa scadente<br />

sono coperti di neve. Raccomanda di aver cura del suo materasso<br />

da campo in pelle di montone berbero. Il sipario dipinto in trompel’œil<br />

si solleva su uno sfondo scuro raffigurante delle grotte. <strong>Le</strong> ali dei<br />

ventagli smettono di agitarsi. La sera del 10-Agosto un decreto<br />

dell’Assemblea nazionale lo manda con Carnot il giurista, Prieur,<br />

Gasparin, Antonelle e sette altri rappresentanti ad annunciare alle<br />

armate la destituzione del re. La resistenza delle guardie svizzere si<br />

sta esaurendo. Dall’interno dell’Assemblea si possono sentire gli<br />

ultimi echi della sparatoria. Dal suo posto di guardia può vedere<br />

tutta l’enorme città adagiata tra le colline e il mare che scintilla in<br />

lontananza. Al di sopra dei tetti di tegole si ergono qua e là calotte e<br />

cupole dallo stile pesante e i campanili gotici della città vecchia. La<br />

26


città è scossa dalle esplosioni delle bombe che punteggiano il rumore<br />

della sparatoria e le raffiche delle armi automatiche. Siccome nessuna<br />

colonna di fumo si alza ne deduce che né da un lato né dall’altro si è<br />

fatta intervenire ancora l’artiglieria. Compone un epitaffio per la<br />

tomba della sua prima moglie. Sui praticabili sono disegnati a trompe-l’œil<br />

dei cumuli di rocce d’un bruno rossastro, come carbonizzate<br />

da un fuoco sotterraneo, ferruginose. Orfeo indossa una corta tunica<br />

alla greca. Sta in una posa di afflizione. <strong>Le</strong> sue gambe sono inguainate<br />

in calze rosa. Per decreto è autorizzato a sospendere provvisoriamente<br />

sia i generali che tutti gli altri ufficiali e funzionari pubblici<br />

o militari e a farli arrestare se necessario. Giura di mantenere la libertà<br />

e l’uguaglianza e di proteggere il mondo dai tiranni. Dopo la<br />

crisi apoplettica è talvolta soggetto a degli stordimenti. Vede volteggiare<br />

dei punti neri. Questi malesseri diventano sempre più frequenti.<br />

La tomba che ha fatto erigere per la sua prima moglie si<br />

trova in fondo a un vallone, vicino al ruscello del Callèpe, circondato<br />

da un bosco di pioppi Carolina. Dalla terrazza non si può vedere<br />

la tomba. Si scorgono soltanto le chiome dei pioppi Carolina le<br />

cui foglie sono agitate da un incessante tremolio, anche se non spira<br />

nessuna brezza, come se si muovessero da sole, in un silenzioso fruscìo,<br />

senza tregua. Scrive al Comitato di salute pubblica che nell’armata<br />

dei Pirenei Occidentali la penuria di camicie e di scarpe è spaventosa,<br />

che per mancanza di muli da trasporto l’attacco su Bilbao ha<br />

dovuto essere rinviato, che l’armata dei Pirenei Orientali è considerevolmente<br />

indebolita a causa delle diserzioni, che intere compagnie<br />

abbandonano bandiera e armi e se ne vanno. Al di sotto di<br />

lui può vedere il fogliame primaverile dei platani del viale, verde pallido.<br />

I germogli lanuginosi alla punta dei rami sono di un rosso<br />

anch’esso pallido. È armato di due bombe agganciate alla cintura e di<br />

una pistola. La città scossa da esplosioni è immobile sotto il sole. Il<br />

suolo del viale è cosparso qua e là di ramoscelli spezzati dalle pallottole.<br />

<strong>Le</strong> foglie sono ancora verdi ma cominciano ad appassire. Il tenore<br />

canta Euridice Euridice ombra cara ove sei A Calvi riesce a incendiare<br />

una fregata inglese che si era avventurata nella rada e a colarla<br />

a picco malgrado l’intervento di altre navi della flotta. Compra<br />

27


a Torino dei muli e dei cavalli che invia con una scorta militare alla<br />

sua intendente. Deplora che il mulo piemontese non valga quello<br />

berbero. Alla Restaurazione la sua vedova Adelaïde indirizza una<br />

richiesta di aiuto a Luigi xviii supplicandolo di dimenticare il<br />

pregiudizio legato al nome che porta. Ella ricorda che la sera del<br />

10-Agosto è riuscita a entrare nell’Assemblea mentre stavano abbattendo<br />

gli ultimi difensori delle Tuileries e a consegnare al re un<br />

biglietto del duca di Clermont-Tonnerre. Spuntando dalle ortiche<br />

al di sopra del bordo crollato della terrazza appare la testa del gallo.<br />

Questa si muove con circospezione a destra e a sinistra con scatti repentini<br />

che fanno oscillare la cresta fatta di materia carnosa e granulosa.<br />

Scrive a Hoche per metterlo in guardia contro un possibile sbarco<br />

delle forze inglesi a Belle-Isle dopo l’equinozio. Fa un’ispezione<br />

delle difese della costa ligure. Disegna una pianta della sua proprietà<br />

che invia alla sua intendente. Ci sono nove divisioni dal lato<br />

dei noci che è di colore giallo. La prima divisione comincia all’olmo<br />

campestre della pianura di <strong>Le</strong> Change scendendo nel frutteto.<br />

La parte piantata a ciliegi attraversa perpendicolarmente il campo<br />

fino al fossato. Fa utilizzare un nuovo affusto di cannone che sette<br />

uomini possono manovrare agevolmente al posto di dodici. L’ombra<br />

nodosa della mano che si allunga, deformata, in cima alla pagina<br />

di destra del quaderno formato registro copre le parole :<br />

notte sentiva i miei lamenti<br />

trovava su una bara quando<br />

cambiata l’Europa di volto<br />

movimento della rivoluzione<br />

correre rischi di ogni tipo<br />

più grandi pericoli ho proprio<br />

che concludono le sei prime righe redatte con una scrittura obliqua<br />

e bella, la penna a volte schiacciata con forza e schizzando un<br />

po’ nei pieni. La seconda divisione arriva fino al Carretal. La terza<br />

che segue è la divisione del grosso noce e di colore blu. La tomba<br />

si trova nella divisione blu. Il collo del gallo è coperto di piume<br />

rosse dai riflessi malva e rosa. A seconda delle posizioni della testa<br />

il sole gioca attraverso la cresta, la rischiara in trasparenza di un<br />

28


osso luminoso, come una lanterna, poi questa sembra spegnersi,<br />

violacea ed evanescente. Arriva allo spuntare del giorno all’arsenale<br />

di Peschiera. Si fa consegnare le chiavi dei magazzini e si accorge<br />

che contengono pezzi di artiglieria che non sono riportati nell’inventario.<br />

Scrive al ministro che i depositi dell’armata francese sono<br />

stati saccheggiati con la complicità degli ufficiali italiani. Ci sono<br />

due stazioni di posta da Borgo Buchiano a Lucca, 2 da Lucca a<br />

Viaregio, 1 da Viaregio a Pierro Santo, 1 da Pierro Santo a Massa,<br />

1 da Massa a Lavenza, 17 e 2/3 da Lavenza a Modena, etc. Attraverso<br />

le volute e le foglie di ghisa del balcone continua ad avvertire<br />

confusamente al di sotto di lui le ombre oscure dei cavalieri che si<br />

susseguono sullo sfondo di luce. Succedendosi a una quindicina di<br />

metri di intervallo escono da un portico nel muro dei dintorni,<br />

si muovono perpendicolarmente alla finestra, girano a sinistra e<br />

spariscono sotto un altro portico. I ferri dei cavalli risuonano sul<br />

selciato. Il rumore ripercosso dai muri è diverso quando entrano<br />

sotto il secondo portico. I busti vestiti di tuniche nere si dondolano<br />

piano al passo dei cavalli. <strong>Le</strong> loro ombre di statue equestri si allungano<br />

sul selciato con la stessa angolatura di quella proiettata sul<br />

quaderno dalla mano. Strizza gli occhi per leggere le parole :<br />

una tomba; la<br />

l’aurora mi ri<br />

l’avvenimento che ha<br />

il grande<br />

mi ha fatto<br />

in mezzo ai<br />

con cui cominciano le sei prime righe, redatte sulla parte della pagina<br />

che il sole colpisce, abbagliante. Volta varie pagine in un colpo<br />

solo. Nel 1792 dopo la distruzione del trono, quando il popolo<br />

francese riunì una convenzione nazionale, l’armata dei Coalizzati<br />

era a solo 40 leghe da Parigi, servivano degli uomini di polso in<br />

una sessione che si preannunciava tempestosa e in cui c’erano in<br />

apparenza più possibilità contro che a favore; gli ambiziosi non si<br />

misero molto in vista e il popolo voleva portare alla Convenzione<br />

degli uomini di carattere : io fui nominato. Nel movimento che fa<br />

29


per prendere l’angolo superiore delle pagine tra il pollice e l’indice<br />

le grinze e i rilievi delle vene si cancellano e la pelle si tende sul<br />

dorso della mano che sembra allora fatta d’un marmo liscio e rosato<br />

attraversato da un pallido groviglio bluastro. La più giovane<br />

delle due spettatrici ha i capelli raccolti in uno chignon. Sulla sua<br />

nuca sottile si arricciano dietro le orecchie alcune corte ciocche<br />

ribelli. La luce che proviene dalla scena crea riflessi madreperlacei<br />

su un lato del collo e il principio del seno scoperto dal decolleté.<br />

Il volo delle cornacchie si allontana a poco a poco. In realtà si<br />

scompone in una moltitudine di voli vorticosi, senza legami apparenti,<br />

così che lo sciame nero è animato da un doppio movimento<br />

: quello che lo porta via lentamente e, all’interno, la quantità<br />

di mulinelli, di ritorni indietro, di volute tracciate dentro piani<br />

verticali o obliqui che danno l’impressione di un disordine che<br />

non ha nessuna influenza tuttavia sullo spostamento dell’insieme,<br />

i ritardatari raggiungendo il gruppo ad ali spiegate mentre gli altri<br />

si mettono a volteggiare, come una serie di staffette. L’impronta<br />

luminosa lasciata sulla retina dal rettangolo del quaderno aperto<br />

diminuisce di grandezza mentre cambia colore, di un verde giada<br />

ora su fondo scuro. Fa realizzare il suo busto in un marmo grigio<br />

ocra leggermente venato di grigio scuro. È obbligato a sporgersi<br />

per vedere il tenore e il soprano che si sono di nuovo immobilizzati<br />

sulla scena proprio alla sinistra dell’intervallo tra le teste delle due<br />

donne. Da questa angolazione può vedere di sbieco il profilo del<br />

delicato viso della più giovane. Orfeo volta le spalle a Euridice che<br />

canta Che mai t’affanna in sì lieto momento Conversa in italiano<br />

con il bey a cui chiede di far rilasciare insieme a lui il vascello<br />

genovese e l’equipaggio che il bey si ostina a considerare «un bel<br />

bottino». Osserva che i volteggiamenti delle cornacchie all’interno<br />

del volo riguardano sempre due individui, probabilmente maschio<br />

e femmina, che volano di concerto e come per conto proprio (inseguimento<br />

amoroso, caccia di insetti ) ma senza per questo separarsi<br />

dal gruppo e smettere di seguire il suo spostamento. A nome<br />

del Comitato di salute pubblica informa il rappresentante Rittes, à<br />

Tolone, dello stato di grande indigenza in cui versa l’armata d’Ita-<br />

30


lia. Difende sulla tribuna della Convenzione le nuove disposizioni<br />

militari. Dice che quando si presentano agli uomini grandi verità<br />

bisogna aspettarsi grandi contraddizioni, che essi mettono in ridicolo<br />

colui che propone un’idea nuova e tacciano di disorganizzatore<br />

colui che offre soltanto una soluzione migliore. <strong>Le</strong> cornacchie<br />

sono ora radunate su tre degli alberi del frutteto che spariscono<br />

quasi sotto la loro massa nera, funebre, come escrementi. Sotto le<br />

sue palpebre chiuse i colori si invertono. Il rettangolo verde giada<br />

della finestra si scinde in due rettangoli ciliegia su fondo oliva.<br />

<br />

Per più di un’ora e fino al sopraggiungere della notte i tre cannoni<br />

in batteria mimetizzati dall’altro lato della strada forestale<br />

sparano senza interruzione. <strong>Le</strong> partenze producono un rumore assordante,<br />

seguito dal fischio della granata che decresce rapidamente.<br />

Un breve silenzio precede l’eco lontana dell’esplosione. I cavalli<br />

sono adunati in una radura a una cinquantina di metri dalla batteria.<br />

Mentre la giornata finisce i boati più o meno lontani dei bombardamenti<br />

si distanziano e si esauriscono a poco a poco. Nel crepuscolo<br />

e nel silenzio ristabilito la foresta che si intenebra lentamente<br />

esala un immobile e umido profumo vegetale. Il canto intermittente<br />

di un merlo si ripercuote qua e là sotto l’alta fustaia. A<br />

poco a poco la leggera bruma bluastra che trasuda dal fogliame si<br />

oscura e ben presto quest’ultimo si staglia nero contro il cielo. I<br />

cavalli adunati nella radura formano un gruppo scuro e confuso.<br />

Riflessi indefiniti luccicano sul cuoio liscio delle selle e sulle groppe.<br />

<strong>Le</strong> uniformi relativamente pulite e le facce degli artiglieri contrastano<br />

con quelle dei cavalieri dai tratti tirati, dalle barbe di più<br />

giorni e dai pastrani polverosi. I cavalieri guardano gli artiglieri<br />

seduti su delle casse mangiare una zuppa calda. Gli ultimi uccelli si<br />

sono zittiti da molto tempo quando risuona nel bosco lo stridio di<br />

una civetta. Gli uomini di guardia sobbalzano nervosamente. Malgrado<br />

la fatica i soldati stesi sul terreno avvolti nei loro pastrani si<br />

rigirano senza riuscire a prendere sonno. Gli uni dopo gli altri fini-<br />

31


scono per alzarsi e vanno e vengono senza meta, mentre alcuni si<br />

radunano intorno alla camionetta ricetrasmittente degli artiglieri e<br />

discutono con loro. Corre voce che i paracadutisti nemici si chiamino<br />

per raggrupparsi imitando il grido del gufo. Detta al segretario<br />

del Comitato di salute pubblica una lettera ai rappresentanti<br />

nell’armata di Sambre-e-Mosa. La scrittura del segretario è ornata<br />

da una quantità di svolazzi e infiorettature. Scrive E dove andrete<br />

Siete voi a dire che le nostre piazzeforti sulla Mosa non opporrebbero<br />

in caso di attacco alle spalle che una debole resistenza. Allora<br />

bisogna vincere. La camionetta lascia filtrare dalla portiera<br />

posteriore una luce fioca che illumina all’interno l’operatore seduto<br />

davanti alla sua postazione. Da questa provengono una serie di<br />

gracchiamenti alternati a voci indistinte e rotte. A volte l’operatore<br />

capta un’emittente lontana e per qualche istante fuoriescono dei<br />

frammenti di musica sincopata, di sinfonie o di opere, flebili, come<br />

affievolite dalla lontananza, tiepide e incredibili nella vasta foresta<br />

tenebrosa. Più o meno vicini continuano a risuonare a intervalli gli<br />

stridii di civette o di barbagianni. I soldati smettono di parlare e<br />

ascoltano l’oscurità. Come arrivando attraverso strati di tempo e<br />

spazio la voce fragile di un tenore canta Che farò senza Euridice <br />

Dove andrò senza il mio ben Euri …, poi l’apparecchio gracchia<br />

di nuovo. Quando il rumore di frittura finisce lascia il posto ai<br />

suoni ritmici di un sassofono, anch’essi quasi impercettibili, come<br />

se i suoni stessi scintillassero a una distanza considerevole nelle tenebre<br />

« … oggetto dei desideri di molti cavalieri ebbi la meglio su<br />

tutti, la signorina H …r appartiene a una delle migliori famiglie<br />

di Amsterdam, la concordanza dei nostri gusti …» Il tenore sta ora<br />

completamente sulla sinistra della scena (in modo che sportosi questa<br />

volta in avanti e sulla destra per scorgerlo può vedere nello stesso<br />

tempo di profilo il viso della ragazza che ha girato anche lei la<br />

testa verso sinistra). Orfeo si trova vicino a un praticabile che va<br />

dal pavimento fino alle graticce come un pilastro fatto di rocce<br />

ammucchiate, semplificate dal decoratore in forme geometriche,<br />

degli spigoli vivi separando i piani che disegnano triangoli o trapezi<br />

dipinti in ocra rossa, rosso mattone, bruno rossastro o bruno<br />

32


scuro a seconda della loro disposizione per dare infine l’impressione<br />

del rilievo. Nell’intervallo si accalcano intorno a due donne molti<br />

giovani dalle parrucche incipriate, dalle redingote e dalle tuniche<br />

strette in vita e che si svasano al di sotto come gonne. I colori sono :<br />

blu nattier, grigio trianon, rosa, argento, perla, blu reale ravvivato<br />

da macchie rosse ai risvolti. <strong>Le</strong> decisioni del Comitato di salute<br />

pubblica sono ricopiate in un quaderno di fogli cuciti insieme e<br />

senza copertina. Il rettangolo luminoso che persiste sulla retina<br />

nell’oscurità purpurea delle palpebre chiuse si allunga ora nel senso<br />

della larghezza, stringendosi nel mezzo, disegnando una sorta di<br />

clessidra orizzontale o piuttosto di diabolo, rosso lampone. Si dilata<br />

fino a riempire tutto lo spazio visibile al centro del quale appare<br />

una minuscola luna malva. Verso le due del mattino una colonna<br />

di camion coperti si ferma sulla strada forestale all’altezza della batteria.<br />

All’interno dei camion gli uomini sono seduti uno di fronte<br />

all’altro su sedili paralleli, i fucili verticali tra le ginocchia. Nell’oscurità<br />

si distinguono solo i primi di ogni fila, i più vicini alla parte<br />

posteriore dei veicoli. Non parlano. Non rispondono alle domande<br />

dei cavalieri e degli artiglieri che chiedono loro se appartengano<br />

alla divisione attesa come rinforzo. Hanno l’aria di spaventati e<br />

stanchi. Sente un tocco leggero sul dorso della mano. Riapre gli<br />

occhi. <strong>Le</strong> ali trasparenti della mosca brillano al sole come mica. La<br />

sua ombra trasparente e mostruosa allungata in diagonale sembra<br />

trasportata da uno slancio statico, ritta su lunghe zampe filiformi<br />

che disegnano con il corpo un angolo acuto mentre le ali ripiegate<br />

si allungano dietro di essa come una coda. All’interno della camionetta<br />

ricetrasmittente una musica di danza suona dolcemente. I<br />

capi della colonna di autocarri si avvicinano ai graduati dell’artiglieria<br />

per chiedere la strada da fare e dispiegano una carta geografica<br />

che illuminano con due lampadine tascabili. Dopo essersi informati<br />

si trattengono ancora un poco e discutono a bassa voce<br />

lontano dagli uomini. Nel gruppo qualcuno dice che i tedeschi<br />

hanno oltrepassato la Mosa in serata su uno sbarramento che ci si<br />

è dimenticati di far saltare. La voce preoccupata d’uno degli ufficiali<br />

dice Questa cosa costerà cara. Quando il collo del gallo si ritrae<br />

33


le piume si arruffano in orizzontale e il loro colore ramato vira al<br />

bruno. Quando si allunga si adagiano di nuovo, di nuovo bronzo<br />

chiaro attraversato da riflessi. Nel movimento che fa la mano per<br />

cacciare la mosca le dita si distendono e la pelle si piega di nuovo<br />

in innumerevoli rughe ondeggianti al di sopra dei tendini e delle<br />

vene rilevate. Con gli occhi chiusi sente i ferri dei cavalli che martellano<br />

il selciato. Dal loro rumore improvvisamente diverso propagato<br />

dalla volta può indovinare il momento in cui ogni cavaliere<br />

entra sotto il portico. La fattura è redatta su un foglio dalla trama<br />

d’un bianco verdastro, l’inchiostro è marrone-nero, la scrittura è<br />

quella molto regolare di un contabile : Fornito al Signor Generale<br />

L.S.M. da Richard gioielliere della Cour de Harlay n. 21 : un collier<br />

di 63 castoni di brillanti montati a giorno dal peso di 21 cti /4/32,<br />

con manifattura : 4.300 f ; un pettine a forma di diadema con rivestimento<br />

di 109 brillanti montati a giorno dal peso di 17 ct i/4/8 :<br />

2.460 f ; un paio di orecchini e pendenti di 36 brillanti montati a<br />

giorno dal peso di 10 cti /8/6/32, con manifattura : 1.960 f ; un collier,<br />

un paio di orecchini e una costola di pettine in corallo, il<br />

pettine intonato al pettine in diamanti, con astuccio : 225 f , etc.<br />

Resiste sulla tomba solo una pietra rettangolare in un groviglio di<br />

rovi, sfaldata dalle gelate invernali e la cui iscrizione, semiricoperta<br />

da licheni è difficilmente leggibile. Il baccano delle conversazioni,<br />

le luci scintillanti dei lampadari, i riflessi cangianti delle stoffe, la<br />

musica, si fondono in una sorta di amalgama confuso di colori<br />

chiari, di suoni tenui, come un rumore, un luccichio lontanissimo<br />

nelle tenebre, una minuscola e irreale agitazione da qualche parte<br />

in fondo alla notte. Lo stridio della civetta si fa sentire due volte,<br />

vicinissimo. <strong>Le</strong> sue missioni continue presso le armate lo tengono<br />

lontano dagli avvenimenti del Terrore. Rientra a Parigi solo dopo<br />

la promulgazione delle leggi di Pratile. È allora che viene eletto<br />

segretario alla Convenzione. Nessuno pensa che le truppe ben<br />

equipaggiate che sono improvvisamente apparse nella città e hanno<br />

aperto il fuoco agiscano per ordine del governo. In realtà nessuno<br />

sa veramente chi spara su chi. Dopo i primi scambi disordinati<br />

di pallottole una sorta di armistizio tacito sembra essersi instaurato<br />

34


nel settore. La mancanza di sonno e il vettovagliamento costituiscono<br />

la loro preoccupazione principale. Deve lottare contro la<br />

sonnolenza e le palpebre gli bruciano. Anche con gli occhi chiusi<br />

può sentire sul suo viso la lieve agitazione delle foglie del platano<br />

che ora nascondono e ora lasciano passare i raggi del sole. <strong>Le</strong> foglie<br />

hanno la forma di stelle a tre punte. Sotto le palpebre le due parti<br />

della clessidra orizzontale si separano per formare due sfere distinte<br />

che si fondono nell’opacità brunastra. Solo persiste un vago luccichio.<br />

La prima notte le grida ininterrotte del neonato e le due bombe<br />

agganciate alla cintura che gli premono sulle costole gli impediscono<br />

di trovare il sonno. Approfittando della tregua, scivola una<br />

mattina nelle strade e riesce a raggiungere il mercato. La maggior<br />

parte delle bancarelle è chiusa a eccezione di qualcuna assediata dai<br />

compratori. Un colpo esplode, mandando in frantumi un pezzo<br />

della vetrata, generando del panico. Ne approfitta per comprare un<br />

pezzo di formaggio che spezza in due e ficca nelle giberne accanto<br />

alle bombe. Corre voce una sera che stanno per toglier loro l’acqua.<br />

Riempiono precipitosamente tutti i recipienti che riescono a trovare<br />

e decidono di dare l’assalto l’indomani all’alba passando dai tetti<br />

all’immobile che occupano le guardie. Controlla le sue bombe e<br />

la sua pistola. Pensa che sarà ucciso. Nel mese di giugno 1789 il 7°<br />

reggimento di artiglieria nel quale presta servizio è chiamato a<br />

Parigi. Con molti altri ufficiali dichiara al colonnello che è deciso<br />

a disertare se il governo intende impiegare la forza contro il popolo.<br />

I rami intrecciati del platano lasciano sulla sua retina un’impronta<br />

che sposa vagamente la forma di un 7 le cui estremità e il vertice<br />

dell’angolo sono appesantiti da palline, simili a nodosità, come se<br />

il segno fosse stato tracciato con l’inchiostro su una carta assorbente,<br />

la penna incerta bloccandosi un attimo nei cambiamenti di<br />

direzione, la carta assorbendo l’inchiostro in macchie rotonde. Il 7<br />

dapprima turchese su fondo arancione si deforma ondeggiando, arricchendosi<br />

in basso di una linea orizzontale, come una Z, mentre<br />

vira al blu scuro, indaco cerchiato di nero su fondo giunchiglia. Da<br />

Mittelhagen informa la sua intendente che approfitta di un convoglio<br />

per inviarle una giumenta saura bella faccia, due balzane an-<br />

35


teriori, una posteriore lato destro, di 7 anni compiuti, altezza 4<br />

piedi 9 pollici totali con l’ippometro, comprata nel Meclemburgo<br />

Strelitz e che ha chiamato Saléma. L’episodio successivo si svolge<br />

due giorni dopo la notte passata vicino agli artiglieri. Al di là del<br />

suo carattere sanguinoso, la sua importanza deriva dal fatto che<br />

segnerà per i sopravvissuti la fine della fase cosiddetta coerente della<br />

battaglia, o piuttosto che non ci sarà più da quel momento in<br />

poi nessun tipo di ordine, neanche catastrofico. Si troveranno allora<br />

tra Mosa e Sambre al di fuori di qualsiasi sistema strutturato, da<br />

soli o in gruppuscoli sparuti in un’erranza totale, senza informazioni,<br />

orientandosi a vista con la posizione del sole, fiaccati dallo sfinimento<br />

e dalla mancanza di sonno. E dove andrete Verso le quattro<br />

del mattino gli artiglieri ricevono l’ordine di ripiegare. Sono<br />

partiti da tempo quando i cavalieri si rimettono in sella all’alba e si<br />

dispongono in colonne. Tutta la giornata battono in ritirata su una<br />

strada ingombra di convogli di ogni tipo militari e civili, di veicoli<br />

abbandonati o incendiati (sembra che i bombardamenti più consistenti<br />

abbiano avuto luogo nelle loro retrovie), di soldati più o<br />

meno sbandati e di rifugiati che interrogano al loro passaggio gli<br />

ufficiali senza ottenere risposta. Alcune granate cadono talvolta<br />

qua e là nei campi, come lanciate a caso. Una di queste, di un enorme<br />

calibro, sviluppa un’immensa colonna di fumo nero che ristagna<br />

a lungo, verticale, nell’aria calma. Il tempo è sempre bello.<br />

Formazioni di aerei li sorvolano a più riprese ad alta quota senza<br />

attaccarli. Verso la metà del pomeriggio lo squadrone prende una<br />

strada secondaria e fa sosta in un piccolo villaggio abbandonato dai<br />

suoi abitanti che i cavalieri ricevono ordine di fortificare per la difesa.<br />

Tuttavia la loro preoccupazione principale è trovare di che<br />

mangiare, ma alcune truppe in ritirata hanno già saccheggiato le<br />

case e trovano soltanto dei sigari e dei boccali di frutta sciroppata<br />

che svuotano direttamente facendo scivolare i frutti in bocca con le<br />

dita. Verso la fine del giorno appaiono dei ricognitori nemici ma<br />

ripiegano subito. A mezzanotte i cavalieri ricevono l’ordine di ritirarsi<br />

nel silenzio più assoluto. Strappano tutti i tessuti che riescono<br />

a trovare (copriletti, coperte, stracci) per avvolgervi alla meno peg-<br />

36


gio gli zoccoli dei cavalli che conducono per le briglie un chilometro<br />

circa prima di montare in sella. Cavalcano allora nelle tenebre,<br />

il loro avanzare è spesso interrotto da lunghe soste inspiegabili durante<br />

le quali restano immobili, rannicchiati sulle cavalcature. Scrive<br />

al Comitato di salute pubblica che cercano di assassinarlo e che<br />

diversi suoi ufficiali che lo precedevano per ragioni di servizio sulle<br />

strade che doveva percorrere sono caduti in imboscate e sono stati<br />

uccisi. Sobbalzano talvolta al fischio brusco di un razzo che si alza<br />

al loro passaggio, trascinando dietro di sé nel cielo nero una scia di<br />

scintille. A un certo punto superano una lunga colonna di camion<br />

incendiati, alcuni rovesciati nel fossato, che finiscono di bruciare<br />

sprigionando un puzzo di gomma e di carni bruciate. Distinguono<br />

vagamente alcuni corpi carbonizzati ritorti sui volanti dei veicoli,<br />

altri inforcando delle motociclette coricate sul lato. All’incrocio<br />

disseminato di crateri le rovine di alcune case bruciano ancora, le<br />

travature crollate lambite da fiammelle silenziose che sembrano inseguirsi<br />

lentamente lungo le travi, illuminando figure oscure di<br />

uomini e donne muniti di secchi o carichi di fardelli che si fermano<br />

un istante per guardare i cavalieri con occhi smarriti, poi riprendono<br />

il loro andirivieni. È da più di quarantotto ore ormai che i<br />

cavalieri non hanno dormito e lottano come possono contro il sonno,<br />

assopendosi di tanto in tanto, con i busti curvi che oscillano<br />

avanti e indietro al passo dei cavalli. Quando spunta di nuovo il<br />

giorno cavalcano in una vasta pianura praticamente brulla, sprovvista<br />

di alberi, punteggiata appena qua e là di radi boschetti e che<br />

non offre nessuna possibilità di riparo. Non ci sono sulla strada che<br />

percorrono né profughi, né convogli, né tracce di alcun tipo di<br />

combattimento. Non si sente nessuna eco di battaglia né di bombardamento,<br />

neanche in lontananza. Scrutano nervosamente il cielo<br />

senza nuvole, ad eccezione di alcune sottili strisce orizzontali a<br />

est che il sorgere del sole tinge di rosa. Man mano che il sole si alza<br />

nel cielo proietta in avanti le loro ombre distese e pallide di statue<br />

equestri, a forma di insetti giganti sulle zampe allungate che sembrano<br />

ritrarsi e distendersi di volta in volta senza avanzare. La luce<br />

è di una qualità perlacea e si schiarisce a poco a poco. <strong>Le</strong> ombre<br />

37


cominciano ad accorciarsi quando esplodono i primi colpi di arma<br />

da fuoco. Alcuni cavalli si impennano o cadono di schianto e la<br />

testa dello squadrone che si era avviata sulla destra per una scorciatoia<br />

ritorna disordinatamente verso l’incrocio delle strade dove si<br />

scontra con i cavalieri dell’ultimo plotone attaccati alle spalle e che<br />

arrivano al galoppo. Capiscono allora di essere caduti in un’imboscata<br />

e di essere tutti sul punto di morire. Subito dopo aver scritto<br />

questa frase si rende conto che è praticamente incomprensibile per<br />

chi non si sia trovato in una situazione simile e rialza la mano. Tra<br />

la base del pollice e quella dell’indice la rete di rughe flaccide poi<br />

increspate avvolge il portapenne in curve quasi parallele. Alzando<br />

lo sguardo incontra in successione la parte superiore del foglio di<br />

carta coperto di cancellature, il bordo del tavolo, poi le volute e le<br />

foglie di ghisa del balcone oltre le quali continuano a scorrere le<br />

incerte forme nere. Si toglie gli occhiali e può vedere chiaramente<br />

nel cortile della caserma i cavalieri dai busti diritti vestiti di tuniche<br />

nere gallonate di rosso, con i loro stivali neri e lucenti, i loro pantaloni<br />

blu Savoia e i loro kepi cilindrici e neri. I riflessi del sole<br />

danzano sulle groppe spazzolate dei cavalli color mogano.<br />

fetné . . . . . . . . . . . . F<br />

Zobeide .......... F<br />

Zizialé ........... F<br />

négémet .......... F<br />

giafar . ........... M<br />

abdelmelek ........ M<br />

barmécide ......... M<br />

Zoran ............ M<br />

almakadan ........ M<br />

Kalil ............. M<br />

Karcas ........... M<br />

némana .......... F<br />

Simostafa ......... M<br />

naraïs . . . . . . . . . . . . M<br />

nadam ........... M<br />

dalhuc ........... M<br />

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Kallacahabalaba .... F<br />

Kokopilesobe ....... M<br />

hicar ............ M<br />

pharam .......... M<br />

Xailoum .......... M<br />

La lista dei nomi di cavalli si snoda in una lunga colonna al<br />

margine di una delle pagine di un quaderno dai fogli anch’essi<br />

semplicemente cuciti a mano. Sul primo sono scarabocchiati senza<br />

nessuna preoccupazione di bella grafia le parole Memorie sulla mia<br />

ambasciata a Napoli e la mia prigionia a Tunisi. Per mantenere il<br />

carattere personale di quelle note o forse per vanità sono redatte<br />

in italiano : … alcuni schiavi ricamente vestiti mi presentavano al<br />

Bey facendomi passare per une lunga oscura scala che termina sotto<br />

una grande uccelliera così piena di differenti uccelli che io ero stordito<br />

dal loro canto. Vidi il Bey sopra un soffa, di piccola statura,<br />

occhio vivo, sembianza viva. La sua camera contiene pochi mobili,<br />

ma molte armi. Vi ho contato 17 paia di pistole, 17 sciabole, piche<br />

e stili. Osservai una cosa sorprendente, ed è che il suo primo Ministro<br />

Jusuf non ha più di 22 anni, era un Georgiano grasso, fresco e<br />

polputo. Io ero un barbaro ma… A volte uno dei cavalli giovani si<br />

impaurisce (un rumore o soltanto qualche carta sollevata dal vento)<br />

e fa uno scarto. Controllato dal suo cavaliere piega i garretti<br />

scalpitando e i suoi ferri picchiettano sul selciato. Uno dietro l’altro<br />

e preceduti dalle loro ombre s’ingrandiscono a mano a mano che si<br />

avvicinano prima di girare ad angolo retto, profilandosi un attimo<br />

in controluce poi sparendo sotto il portico. Scrive al generale Mack<br />

reclutato dal re di Napoli : … una cosa è essere nello studio e lì stilare<br />

un piano d’attacco e altra cosa eseguirlo : nel lavoro di studio<br />

niente disturba la mente, il tempo e la riflessione le appartengono :<br />

in battaglia la sconfitta o il successo dipendono da un istante : il rumore,<br />

il pericolo, il fumo sono altrettanti ostacoli che impediscono<br />

di veder chiaro e … Il montante centrale della finestra e due delle<br />

traverse rimaste impresse sulla sua retina formano una croce che<br />

delimita quattro quadrati turchesi che deviano lentamente a destra<br />

su un fondo rosso scuro … in mezzo ai maggiori pericoli ho molto<br />

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spesso creduto di vedere l’ombra di questa donna adorata coprirmi<br />

di un’egida e aprirmi un varco attraverso i pericoli; tutti gli anni<br />

io … Sobriamente chiuso al collo da un cammeo pompeiano il<br />

davantino della camicetta della vecchia signora dal viso ingessato<br />

è ricamato con una moltitudine di perle nere a forma di piccoli<br />

cilindri che riflettono luci discrete, bruno dorate, rosa, turchesi.<br />

Ella respira con difficoltà, la bocca aperta agli angoli che scendono<br />

a forma di croissant rovesciato come in quei Pierrot infarinati o in<br />

quelle maschere convenzionali della tragedia, pienotta e flaccida,<br />

coperta da una cipria grigia. Il tenore rimane ora silenzioso ai piedi<br />

dell’ammasso di rocce rossastre, fermo in un atteggiamento d’afflizione<br />

ispirato da uno di quei quadri ispirati a loro volta ai classici<br />

che rappresentano dei funerali o qualche catastrofe biblica, peste,<br />

disfatta, massacro. Copre con una mano il suo viso abbassato, il<br />

braccio sinistro leggermente arretrato, la mano aperta, come se volesse<br />

allontanare da sé qualche visione o qualche importuno che<br />

egli rifiuta di ascoltare. Dal coro delle fanciulle tutto sulla destra<br />

della scena si innalza un concerto di voci cristalline.<br />

RIEPILOGO<br />

nell’anno 13 avevo avuto dall’arabo moustapha :<br />

Saléma<br />

odaïde<br />

giumente almaïde pelo grigio<br />

palmire<br />

zéraïde<br />

giumenta fatmé pelo<br />

puledro haraïs baio<br />

cavallo Zoran pelo<br />

abdelmelek nero<br />

cavallo pharaon pelo grigio topo<br />

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Il tetto delle scuderie è per metà crollato come le travi dell’intelaiatura<br />

d’un legno grigio e corroso dalle intemperie. Sul poggio<br />

di fronte alla terrazza, oltre il frutteto, un cane raduna la sera le<br />

mucche sparse nel prato, correndo dall’una all’altra e mordendole<br />

ai garretti. <strong>Le</strong> mucche galoppano goffamente. I suoni confusi dei<br />

campanacci attaccati al loro collo e i latrati del cane giungono affievoliti<br />

e con un attimo di ritardo, come se dovessero attraversare<br />

uno spesso strato di vetro, una pellicola al tempo stesso trasparente<br />

e opaca che isolasse il viso dal mondo esterno. I venti d’autunno<br />

hanno quasi interamente spogliato delle loro foglie le cime dei<br />

pioppi Carolina ora nudi che si muovono con rigidità. Nel racconto<br />

che fa degli avvenimenti, O. narra che ai primi spari uno sconosciuto<br />

lo prende per il braccio e lo trascina correndo. Attraversano<br />

così il viale per mettersi al riparo dal fuoco aperto dal campanile<br />

della chiesa. Una folla eterogenea di passanti sorpresi dal fuoco e<br />

tra i quali si trovano donne e bambini si ammassa nel locale in cui<br />

hanno trovato riparo. Nessuno capisce cosa stia succedendo. Un<br />

giovanotto distribuisce fucili a quelli che arrivano. Ne ottiene uno<br />

ma se lo fa rubare quasi subito. Un neonato piange ininterrottamente.<br />

Il breve combattimento dell’imboscata in cui è caduto lo<br />

squadrone sembra finito. Tutto è ora silenzioso. Un attimo dopo<br />

vede un mosaico di poligoni irregolari di diverse dimensioni, grigio<br />

chiaro, grigio bluastro, gesso, ocra o rosa. È carponi a terra. Al<br />

centro del sentiero, nella striscia risparmiata dalle ruote dei veicoli,<br />

piccoli ciuffi d’erba, minuscole piante dalle foglie a stella e dentellate<br />

spuntano tra i sassi. Non sente più sparare le mitragliatrici. La<br />

sua ombra celeste di quadrupede si allunga alla sua destra, dilatata.<br />

Circa due ore più tardi, cavalca di nuovo al fianco di un altro cavaliere<br />

dietro al capo dello squadrone e a un luogotenente (riferisce<br />

in un romanzo le circostanze e il modo in cui le cose si sono svolte<br />

nel frattempo : tenendo conto della diminuzione delle sue facoltà<br />

di percezione dovuta alla fatica, alla mancanza di sonno, al rumore<br />

e al pericolo, delle inevitabili lacune e deformazioni della memoria,<br />

si può considerare questo racconto come una relazione dei fatti<br />

quanto più possibile fedele : l’incrocio e i campi disseminati di cor-<br />

41


pi, il ferito insanguinato, il morto steso dal lato opposto del fossato,<br />

la sua progressiva ripresa di coscienza, la sua brusca decisione,<br />

la sua corsa affannosa nel risalire la collina sui prati interrotti da<br />

siepi di biancospino, il superamento della strada in cui pattugliano<br />

le automitragliatrici nemiche, la sua marcia nella foresta (E dove<br />

andrete ), la sua sete, il silenzio del sottobosco, il canto del cuculo,<br />

i rumori lontani di bombardamenti, l’incontro imprevisto dei due<br />

ufficiali sopravvissuti all’imboscata, l’ordine neghittoso che riceve<br />

di salire su uno dei due cavalli da soma condotti dall’attendente,<br />

l’attraversamento della città bombardata, etc.). La strada che viene<br />

dal Belgio e si dirige a sud di Maubeuge verso la Sambre si estende<br />

diritta approssimativamente da est a ovest tra Solre-le-Château e<br />

Avesnes, fiancheggiata d’alberi da frutto, salendo e scendendo dolcemente<br />

a seconda delle lievi ondulazioni del terreno. <strong>Le</strong> banchine<br />

e i fossati sono disseminati di rottami d’ogni tipo, camion e macchine<br />

incendiate o abbandonate, carretti rovesciati, cavalli morti,<br />

etc., e soprattutto di un’incredibile quantità di carte o di biancheria<br />

sparse d’un bianco vivo nel verde. Prova la sensazione di essere<br />

separato dal mondo esterno dalla pellicola screpolata e bollente<br />

che formano sul suo viso non solo lo sporco ma anche il suo stato<br />

di estrema spossatezza. Lotta come può contro il sonno che gli<br />

appesantisce le palpebre, oscillando avanti e indietro sulla sella al<br />

passo del cavallo. Vede confusamente i busti rigidi dei due ufficiali<br />

stagliarsi scuri in controluce su un fondo luminoso, dondolandosi<br />

sulle loro selle senza avanzare. A un incrocio vede il cartello di un<br />

palo indicatore che porta la dicitura : Wattignies-la-Victoire 7 km<br />

sottolineata da una freccia puntata verso destra. Poco dopo l’attraversamento<br />

del villaggio di Sars-Poteries i due ufficiali saranno abbattuti<br />

quasi a bruciapelo da un paracadutista nemico imboscato<br />

dietro una siepe. Con l’attendente fanno dietrofront e si lanciano<br />

al galoppo inseguiti dal tiro del paracadutista. L’attendente ha la<br />

coscia scalfita da una pallottola. Appena ritornati nel villaggio rimettono<br />

i cavalli al passo, poi si fermano. Restano lì al centro della<br />

strada (in effetti il villaggio sembra essere costituito solo da due file<br />

di case basse in mattoni rosso scuro o violacei, che si estendono per<br />

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più di un chilometro su entrambi i lati della strada rettilinea, alternandosi<br />

talvolta con degli orticelli) disseminata di rottami, non<br />

lontano da un cavallo morto quasi interamente ricoperto, benché<br />

il tempo sia asciutto, da uno strato liquido di fango ocra. Deve<br />

essere approssimativamente mezzogiorno. Il sole è alto nel cielo e<br />

le loro ombre equestri intrecciate formano una macchia nera sotto<br />

di loro. Dove andrete <br />

43


Lavieri<br />

Nella stessa collana<br />

1. Arno Schmidt, Dalla vita di un fauno<br />

2. Marco Palasciano, Prove tecniche di romanzo storico<br />

3. Maurizio Rossi, Mare Padanum<br />

4. Walter Kempowski, Tadellöser & Wolff. Un romanzo borghese<br />

5. Arno Schmidt, Brand’s Haide<br />

6. Giovanni Cossu, Turritani<br />

7. Gherardo Bortolotti, Tecniche di basso livello<br />

8. Arno Schmidt, Specchi neri<br />

9. Antonio Pizzuto, Sinfonia (1927)<br />

10. Ulrike Draesner, viaggio obliquo (poesie 1995-2009)<br />

11. Marco Ceriani, Memoriré<br />

12. Hans Henny Jahnn, 13 storie inospitali<br />

13. Enzo Di Mauro, Il tempo che non venne<br />

14. Stefano Gallerani, Albacete


E allora forse quell’incontro : l’ultimo colloquio (o l’ultimo scontro)<br />

tra i due uomini, i due fratelli che dopo ciò non dovevano vedersi<br />

mai più : l’arrivo come sempre all’improvviso, inatteso del colosso<br />

che aveva appena attraversato una volta ancora indenne le trappole<br />

del destino : cacciato, espulso a dispetto di ogni prassi per la slealtà di<br />

una corte nemica, l’odio di quella sorella della regina che egli aveva<br />

rovesciato, praticamente consegnato ai corsari, prigioniero, liberato,<br />

inseguito di nuovo da altri corsari, mezzo annegato in una tempesta,<br />

sbarcando finalmente a Genova, facendosi portare direttamente<br />

(guidato, avvertito da quale istinto, quale premonizione ) là dove<br />

in mezzo a qualche campo o a qualche bosco rimanevano aggrappati<br />

non solo un ammasso di vecchie pietre ma la parte più segreta, più<br />

viscerale di se stesso.<br />

Finito di stampare nel mese di novembre 2012<br />

presso Grafica Nappa s.r.l., Aversa (CE).<br />

ISBN 978-88-96971-18-5<br />

€ 25,00 (i.i.)<br />

ISBN 978-88-96971-18-5<br />

9 7 8 8 8 9 6 9 7 1 1 8 5

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