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luglio-agosto 2012 - Stazione Sperimentale del Vetro

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RIVISTA <strong>del</strong>la<br />

STAZIONE SPERIMENTALE DEL VETRO<br />

<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2012</strong> - n. 4 vol. 42<br />

sommario<br />

In questo numero ........................................... 2<br />

Riassunti ............................................................... 3<br />

Studi<br />

Nuove<br />

Valutazione<br />

soluzioni<br />

comparativa<br />

per la valorizzazione<br />

<strong>del</strong> rischio occupazionale<br />

di scorie<br />

e<br />

legato<br />

ceneri<br />

all’uso<br />

volanti<br />

di<br />

prodotte<br />

triossido<br />

dagli<br />

arsenico<br />

inceneritori<br />

e dei suoi sostituti<br />

di<br />

nella<br />

rifiuti<br />

produzione<br />

solidi urbani<br />

<strong>del</strong><br />

.....................................................<br />

vetro artistico muranese ............ 5<br />

New<br />

Valentina<br />

solutions<br />

Faggian,<br />

for the<br />

Nicola<br />

valorization<br />

Favaro,<br />

of<br />

Elisa<br />

glassy<br />

Giubilato,<br />

residues<br />

produced<br />

Lisa Pizzol,<br />

by<br />

Petra<br />

municipal<br />

Scanferla,<br />

waste<br />

Antonio<br />

incinerators..........................13<br />

Marcomini<br />

Sandro Hreglich, Roberto Falcone, Antonio Tucci,<br />

Nicola Favaro, Paolo Bertuzzi, Piero Ercole,<br />

Lodovico I risultati Ramon <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong> vetro nel 2011<br />

e le previsioni future..................................................... 15<br />

Sistemi CO.RE.VE. avanzati di recupero termico per forni da vetro.<br />

Sistema ibrido rigenerativo-recuperativo Centauro ..... 18<br />

Alessandro La pratica Mola, chimica Paolo dei vetrai Bortoletto, <strong>del</strong> Rinascimento<br />

Giampaolo Bruno,<br />

Ernesto La preparazione Cattaneo, <strong>del</strong>le Augusto materie Santero prime (I Parte).............. 24<br />

Cesare Moretti<br />

Il Capitolare degli Specchieri <strong>del</strong> 1764 ......................... 26<br />

Paolo Zecchin<br />

Borsa ESG 2014 di Studio<br />

“Giuseppe<br />

12ª Conferenza Europea<br />

Breviari”<br />

<strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

...................................<br />

.............................. 40<br />

38<br />

Innovazioni<br />

Processo innovativo per il riciclo <strong>del</strong> vetro.................... 43<br />

Agenda ................................................................. 40<br />

Associazioni<br />

AIHV ......................................................................... 48<br />

International Commission on Glass... 41<br />

In ricordo di Cesare Moretti ....................................... 55<br />

Glass Trend ................................................................ 56<br />

Dal mondo <strong>del</strong> vetro.................................... 43<br />

a Manifestazioni cura di Elisabetta Barbini ................................................. 60<br />

Agenda ................................................................. 63<br />

Direttore responsabile<br />

Antonio Tucci<br />

Redazione<br />

Elisabetta Erica Ladogana Barbini<br />

email: e-mail: ebarbini@spevetro.it<br />

eladogana@spevetro.it<br />

Impaginazione e grafica<br />

Betti Bertoncello<br />

Direzione e Redazione - Proprietà<br />

<strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Via Briati 10 - 30141 Murano (VE)<br />

Tel.: +39 041 2737011<br />

Fax: +39 041 2737048<br />

email: e-mail: mail@spevetro.it<br />

http:/ / www.spevetro.it<br />

Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale di Venezia n.271 in data 23.01.1971<br />

R.O.C. in data 23.01.1971- 3913 R.O.C. 3913<br />

Rivista Associata alla Unione<br />

Stampa Periodica Italiana<br />

Istruzioni per gli Autori<br />

La Rivista pubblica studi, ricerche ed esperienze sulla<br />

tecnologia e sulla scienza <strong>del</strong> vetro e e dei i materiali ad esso<br />

collegati. Chiunque può mandare elaborati, memorie, ecc. ecc.<br />

La Redazione si riserva o meno la loro pubblicazione.<br />

I testi, corredati da un breve riassunto di circa dieci righe, in<br />

italiano e inglese, dovranno pervenire in forma elettronica<br />

(preferibilmente in Microsoft Word).<br />

Immagini e tabelle dovranno essere in file separati: le<br />

immagini preferibilmente in formato tif o jpg (minimo 300<br />

dpi); le tabelle in Microsoft Excel o Microsoft Word. La<br />

Rivista diventa proprietaria dei lavori pubblicati e questi<br />

non possono essere riprodotti altrove senza autorizzazione.<br />

I testi accettati per la pubblicazione saranno considerati<br />

definitivi. Eventuali sostanziali variazioni dovranno essere<br />

concordati concordate con la Redazione.<br />

La Direzione è estranea alle tesi sostenute nei loro articoli<br />

dai singoli collaboratori. Questi assumono la piena<br />

responsabilità dei loro scritti.<br />

È vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi e <strong>del</strong>le<br />

illustrazioni senza la preventiva autorizzazione <strong>del</strong>la<br />

Redazione.<br />

1


in questo numero<br />

4-<strong>2012</strong><br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

I rivestimenti nanometrici (coating) conferiscono un notevole valore aggiunto al vetro piano utilizzato<br />

in edilizia e in altri settori industriali. Da tempo gli sforzi dei produttori sono indirizzati a migliorare<br />

le Da proprietà questo tecnologiche numero inizia <strong>del</strong> la vetro collaborazione piano per edilizia con per il Consorzio aumentare l’efficienza Recupero <strong>del</strong>le <strong>Vetro</strong> vetrate - COREVE in termini -,<br />

di comfort abitativo e risparmio energetico. Questi miglioramenti tecnologici sono ottenuti attraverso<br />

struttura operante nell’ambito <strong>del</strong> CONAI con l’obiettivo di migliorare quantità e qualità<br />

l’applicazione di film (o strati) sottili nanometrici (coating) sulla superficie <strong>del</strong> vetro attraverso diverse<br />

<strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riutilizzo <strong>del</strong> rottame di vetro, considerato ormai la principale materia<br />

tecniche di deposizione.<br />

prima<br />

In questo<br />

nella<br />

primo<br />

produzione<br />

articolo <strong>del</strong>la<br />

di<br />

Rivista<br />

vetro,<br />

(2011):<br />

in particolare<br />

“I fi lm sottili<br />

dei<br />

(coating)<br />

contenitori.<br />

su vetro:<br />

A<br />

caratteristiche,<br />

pag. 15 troverete<br />

materiali<br />

una<br />

e<br />

sintesi metodologie <strong>del</strong>l’ultimo di analisi” rapporto (Daneo, annuale Falcone, Sommariva, con i principali, Vallotto) lusinghieri, a pagina 5, vengono dati <strong>del</strong> descritti 2011. i materiali<br />

utilizzati per i coating, le principali tecniche di deposizione e vengono illustrati i vantaggi e i limiti <strong>del</strong>le<br />

A tecniche completamento analitiche oggi degli maggiormente articoli utilizzate che nei per numeri questo precedenti tipo di indagini. hanno illustrato gli studi<br />

condotti sulle materie prime sostitutive <strong>del</strong>l’arsenico nella produzione di vetro artistico<br />

di Il secondo tipo muranese, articolo a firma presentiamo di Mognato, Barbieri, a pag. 5 Nembro, una indagine Pace: “Una relativa semplice all’Analisi tecnologia per di proteggere Rischio<br />

Comparata, il vetro durante condotta l’attività di in cantiere” collaborazione (pagina 15), con ha il come Consorzio obiettivo Venezia la valutazione Ricerche, <strong>del</strong>l’effetto, tra il triossido in termini<br />

di resistenza, arsenico e <strong>del</strong>la le nuove tecnologia materie proposta, prime utilizzata sostitutive, per rimuovere in rapporto i difetti ai rischi sulla superficie la salute di pannelli umana di<br />

vetro, mediante prove meccaniche. Le prove sono state condotte secondo la norma UNI EN 1288-3:2001<br />

e all’esposizione dei lavoratori.<br />

su pannelli in vetro temprato termicamente e su pannelli di vetro stratificato; i dati ottenuti sono stati<br />

elaborati al fine di valutare la resistenza meccanica <strong>del</strong>le lastre di vetro, dopo trattamento di abrasione e<br />

Il levigatura, dottor Cesare secondo Moretti, la tecnologia da anni proposta attivo da <strong>Vetro</strong>care®. e appassionato collaboratore <strong>del</strong>la nostra Rivista,<br />

ci ha lasciati. Lo ricordiamo a pag. 55 e pubblichiamo la prima parte di uno studio che<br />

ci Nel aveva nostro consegnato consueto spazio pochi storico mesi presentiamo fa, senza l’articolo poterne leggere <strong>del</strong> Prof. le Fiori: bozze; “<strong>Vetro</strong> lo musivo ha riletto <strong>del</strong> VI il dottor secolo<br />

Sandro dagli scavi Hreglich, <strong>del</strong>la Basilica suo principale di San Severo partner a Classe di (Ravenna)”, tante altre ricerche a pagina 22. (pag. 24).<br />

Lo studio di tessere musive provenienti dagli scavi <strong>del</strong>la Basilica di San Severo a Classe ha costituito<br />

Tra l’occasione le Associazioni per un confronto che si fra dedicano le caratteristiche in Italia dei e vetri all’estero musivi allo <strong>del</strong>le studio chiese ravennati e alla promozione e la produzione <strong>del</strong><br />

vetro, vetraria parliamo coeva a Classe, in questo unico numero esempio <strong>del</strong>l’AIHV scoperto di e lavorazione di Glass Trend, di vetro con venuto servizi alla luce rispettivamente<br />

con gli scavi<br />

archeologici nel territorio attorno a Ravenna.<br />

a pag. 48 e a pag. 56.<br />

Nella rubrica “Aggiornamento normativo” (Battaglia, SSV) viene presentata una monografia con<br />

Da<br />

lo scopo<br />

giugno<br />

di riassumere<br />

<strong>2012</strong> la SSV<br />

il contenuto<br />

ha assunto,<br />

<strong>del</strong>la norma<br />

fino a<br />

UNI<br />

settembre<br />

EN 14181:2005<br />

2014, la<br />

“Emissioni<br />

Presidenza<br />

da<br />

<strong>del</strong>l’European<br />

sorgente fissa -<br />

Society Assicurazione of Glass <strong>del</strong>la qualità e organizza di sistemi quindi, misurazione assieme automatici” ad ATIV e il Decreto e all’Università Legislativo n. di 152/06. Parma, A<br />

la pagina 12ª 37 Conferenza il servizio. Europea <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, come dettagliato a pag. 40. È il più importante<br />

appuntamento scientifico internazionale <strong>del</strong> 2014, che si tiene dopo più di vent’anni<br />

nel nostro Paese: è un’occasione di grande rilevanza per offrire alla comunità vetraria<br />

internazionale l’immagine di un settore scientifico, tecnologico e industriale Antonio di prim’ordine. Tucci<br />

Antonio Tucci<br />

2


summaries<br />

riassunti<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Valutazione comparativa<br />

<strong>del</strong> rischio occupazionale<br />

legato all’uso di triossido<br />

di arsenico e dei suoi<br />

sostituti nella produzione<br />

<strong>del</strong> vetro artistico<br />

muranese<br />

Comparative human<br />

health risk assessment<br />

associated to the use of<br />

arsenic trioxide and its<br />

substitutes in the Murano<br />

glass production<br />

Valentina Faggian, Nicola<br />

Favaro, Elisa Giubilato, Lisa<br />

Pizzol, Petra Scanferla,<br />

Antonio Marcomini<br />

Riv. Staz. Sper. <strong>Vetro</strong> 42<br />

(<strong>2012</strong>), 4, p. 5-14<br />

Il triossido di arsenico, usato come additivo affinante e decolorante nei fusi vetrosi, è classificato<br />

come cancerogeno, mutageno e tossico, e per questo motivo il suo uso potrebbe essere a breve<br />

proibito secondo gli indirizzi <strong>del</strong> recente Regolamento REACH. Dal punto di vista tecnico, l’ossido<br />

di cerio e la loppa d’altoforno sono i candidati più promettenti per la sostituzione <strong>del</strong> triossido di<br />

arsenico. Al fine di valutare se l’uso di questi composti consenta anche di ridurre gli impatti sulla<br />

salute dei lavoratori, si è eseguita un’Analisi di Rischio Comparativa sviluppata attraverso tre fasi:<br />

(1) valutazione dei pericoli per la salute umana connessi all’uso di arsenico triossido o ossido<br />

di cerio e loppa d’altoforno; (2) stima <strong>del</strong>l’esposizione dei lavoratori per inalazione e contatto<br />

dermico alle sostanze di interesse e (3) quantificazione e comparazione dei rischi occupazionali<br />

associati all’uso <strong>del</strong> triossido di arsenico, <strong>del</strong>l’ossido di cerio e <strong>del</strong>la loppa d’altoforno.<br />

Arsenic trioxide, used as additive for refi ning and bleaching melting glass, is classifi ed as a<br />

carcinogenic, mutagenic and toxic substance, therefore its uses could be soon prohibited according<br />

to the recent REACH Regulation. In terms of technical performance, cerium oxide and blast furnace<br />

slag are the most promising candidates for substituting arsenic trioxide. In order to understand if<br />

these substances also allow to reduce occupational health impacts, a Comparative Risk Assessment<br />

was performed, according to the following three phases: (1) assessment of arsenic trioxide health<br />

hazard in comparison with cerium oxide and blast furnace slag; (2) estimation of inhalation and<br />

dermal contact exposure of workers to the substances of interest; (3) quantifi cation of health risks<br />

for glass workers associated to use of arsenic trioxide rather than cerium oxide and blast furnace<br />

slag.<br />

I risultati <strong>del</strong> riciclo<br />

<strong>del</strong> vetro nel 2011<br />

e le previsioni future<br />

The results of recycling<br />

in 2011 and future<br />

projections<br />

CO.RE.VE.<br />

Riv. Staz. Sper. <strong>Vetro</strong> 42<br />

(<strong>2012</strong>), 4, p. 15-23<br />

Il rapporto presenta i risultati sulla quantità di rottame di vetro riciclato nel nostro paese rapportato<br />

all’andamento degli ultimi dieci anni. Con l’aiuto di numerose tabelle, vengono forniti dettagli sul<br />

tasso di riciclo, sulle percentuali di vetro smaltito, sull’andamento <strong>del</strong>le quantità di raccolta dei<br />

rifiuti in vetro, per sistema di recupero e distribuzione geografica. Sono infine illustrati i benefici<br />

ambientali derivanti dal riciclo <strong>del</strong> vetro nel 2011, sia come risparmi energetici diretti e indiretti,<br />

sia come minor consumo di materie prime, sia come riduzione di CO 2<br />

. Gli obiettivi raggiunti sono<br />

stati ampiamente superiori rispetto a quanto fissato dal D.Lvo 152/2006.<br />

The report presents the results on the amount of recycled cullet in our country compared to the<br />

trend of the last ten years. With the help of several tables, many details on the recycling rate, on the<br />

percentage of disposed glass, on the trend of cullet collection according to the method of collection<br />

or to the geographical distribution are provided. Finally, the environmental benefi ts, deriving from<br />

recycling glass in 2011 both as direct and indirect energy savings and as lower consumption of<br />

raw materials or as a CO 2<br />

reduction are described. Achievements are far higher than the ones set<br />

by the D.Lvo 152/2006.<br />

3


4-<strong>2012</strong><br />

summaries<br />

riassunti<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

La pratica chimica dei<br />

vetrai <strong>del</strong> Rinascimento.<br />

La preparazione <strong>del</strong>le<br />

materie prime (I parte)<br />

The chemical practice<br />

of glassmakers in<br />

Renaissance recipe<br />

manuscripts.<br />

The dressing and<br />

treatment of raw<br />

materials (Part 1)<br />

Cesare Moretti<br />

Riv. Staz. Sper. <strong>Vetro</strong> 42<br />

(<strong>2012</strong>), 4, p. 24-39<br />

Nella maggior parte dei manoscritti di ricette vetrarie, un certo numero di capitoli è dedicato<br />

alla preparazione <strong>del</strong>le materie prime da utilizzare nelle composizioni vetrificabili per ottenere i<br />

diversi tipi di vetro. Si è ritenuto interessante, non solo dal punto di vista vetrario ma anche da<br />

quello più generale <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la chimica, analizzare e interpretare queste istruzioni. I ricettari<br />

esaminati coprono un arco di tempo dal XIV al XVII secolo, a cominciare dai Trattatelli Toscani,<br />

dal manoscritto di Montpellier e dal Ricettario Anonimo, per arrivare al testo di Antonio Neri e ai<br />

manoscritti di Giovanni Darduin e Gasparo Brunoro.<br />

In questa prima parte vengono sintetizzati e commentati i vari procedimenti citati nei ricettari,<br />

mentre nella seconda parte che seguirà verranno trascritti i testi estrapolati dai ricettari.<br />

In most of glass recipe notebooks a number of chapters deal with the preparation of raw materials<br />

to be used in the vitrifi able batch. It is interesting to analyze these treatments not only from the point<br />

of view of glass technology, but also for the history of ancient chemistry.<br />

The chapters regarding the preparation or treatment of raw materials are selected from the<br />

manuscripts and notebooks dating from 14th to 17th centuries and arranged into a list according<br />

to the material involved. The sources are the three parts of Trattatelli Toscani, the Montpellier<br />

manuscript, the Anonymous 16th century manuscript, the Antonio Neri book, the Giovanni Darduin<br />

notebook and the Gasparo Brunoro notebook.<br />

In this Part 1 all the procedures found in the recipe books are synthesized and commented, grouped<br />

per material treated. In the successive Part 2 we will transcribe the texts extrapolated from the<br />

manuscripts.<br />

4


studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Valutazione comparativa <strong>del</strong> rischio occupazionale<br />

legato all’uso di triossido di arsenico e dei suoi sostituti<br />

nella produzione <strong>del</strong> vetro artistico muranese<br />

Valentina Faggian, Nicola Favaro, Elisa Giubilato, Lisa Pizzol, Petra Scanferla, Antonio Marcomini<br />

1. Introduzione<br />

L’arte <strong>del</strong> vetro di Murano rappresenta un’unicità<br />

nel mondo e questa produzione si colloca da secoli<br />

sull’isola veneziana di Murano, dove si è stabilita<br />

con le caratteristiche di un vero e proprio distretto<br />

industriale. Sebbene questa realtà sia per lo più artigianale,<br />

cioè composta di piccole e micro-imprese,<br />

anch’essa è stata interessata dal recente Regolamento<br />

Europeo REACH [1], che disciplina l’utilizzo<br />

<strong>del</strong>le sostanze chimiche durante tutto il loro ciclo di<br />

vita, al fine di tutelare la salute <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>l’ambiente,<br />

spingendo l’industria europea a sostituire le<br />

sostanze che destano maggiori preoccupazioni con<br />

sostanze meno pericolose.<br />

Tra le molteplici sostanze chimiche che si utilizzano<br />

nella produzione <strong>del</strong> vetro artistico, troviamo<br />

il triossido di arsenico (As 2<br />

O 3<br />

), il quale, introdotto<br />

nella miscela vetrificabile in quantità variabili<br />

da 1 a 1,5 Kg per 100 Kg di sabbia [2], funge da<br />

additivo affinante e ossidante. Il triossido di arsenico<br />

è una sostanza riconosciuta come cancerogena<br />

per inalazione ed ingestione e tossica per tutte<br />

le vie di esposizione; esso diventa particolarmente<br />

pericoloso, nel comparto occupazionale <strong>del</strong> vetro,<br />

quando viene manipolato in forma di polvere fine<br />

durante la preparazione <strong>del</strong>la miscela vetrificabile e,<br />

alla temperatura di fusione <strong>del</strong> vetro, come sostanza<br />

volatile durante la lavorazione <strong>del</strong> fuso di vetro in<br />

fornace. Per queste sue caratteristiche l’As 2<br />

O 3<br />

è stato<br />

identificato dall’Agenzia Europea per le Sostanze<br />

Chimiche (ECHA) come “sostanza estremamente<br />

preoccupante” (Substances of Very High Concern -<br />

SVHC), per la quale, a breve, potrebbe entrare in<br />

vigore il divieto di utilizzo laddove l’uso non sia<br />

specificatamente autorizzato.<br />

Per tutti questi motivi la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Vetro</strong> (SSV), già da alcuni anni, ha dato avvio ad<br />

una collaborazione con gli artigiani muranesi per<br />

testare miscele alternative che utilizzano diversi additivi<br />

in sostituzione <strong>del</strong> As 2<br />

O 3<br />

, ancor oggi utilizzato<br />

in quantità rilevanti (nel 2008 si è registrato un<br />

utilizzo di circa 8 tonnellate). Per valutare le possibili<br />

alternative disponibili è stato promosso dalla<br />

<strong>Stazione</strong> sperimentale <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> un progetto di ricerca<br />

industriale dal titolo “Eliminazione dei composti<br />

<strong>del</strong>l’arsenico dalla miscela vetrificabile nelle produzioni<br />

artistiche muranesi e sostituzione con materie<br />

prime alternative non pericolose”. I risultati ottenuti<br />

dalla ricerca hanno dimostrano che i migliori sostituti<br />

sono il diossido di cerio (CeO 2<br />

) e la loppa d’altoforno.<br />

Nell’ambito di tale progetto, è stata predisposta una<br />

specifica linea di ricerca, i cui principali risultati<br />

vengono riportati nel presente articolo, che riguarda<br />

lo sviluppo di una analisi di rischio sanitario-ambientale,<br />

atta a comparare i rischi associati all’utilizzo<br />

odierno <strong>del</strong>l’ossido arsenioso rispetto alle altre<br />

sostanze sostitutive.<br />

Tale analisi si è sviluppata attraverso: (1) la valutazione<br />

e comparazione dei pericoli per la salute umana<br />

connessi all’uso <strong>del</strong> As 2<br />

O 3<br />

, <strong>del</strong> CeO 2<br />

e <strong>del</strong>la loppa<br />

d’altoforno; (2) lo sviluppo, per tutte le fasi di produzione<br />

<strong>del</strong> vetro, degli scenari di esposizione occupazionale;<br />

(3) la determinazione <strong>del</strong>l’esposizione<br />

a triossido di arsenico e ai sostituti identificati dalla<br />

SSV attraverso l’applicazione di tre diversi mo<strong>del</strong>li<br />

di stima <strong>del</strong>l’esposizione occupazionale (ECETOC<br />

TRA worker, MEASE e ART); (4) la stima e il confronto<br />

<strong>del</strong> rischio per la salute umana dei lavoratori<br />

<strong>del</strong> comparto associato all’esposizione alle sostanze<br />

di interesse.<br />

5


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

2. Materiali e metodi<br />

Per valutare se le sostanze sostitutive presentano un<br />

minore impatto sulla salute umana rispetto al composti<br />

<strong>del</strong>l’arsenico la procedura utilizzata ha previsto<br />

le seguenti attività: l’identificazione di tutte le<br />

fasi <strong>del</strong> ciclo di vita dei prodotti-sistemi indagati, lo<br />

sviluppo dei diagrammi di esposizione occupazionale<br />

e di descrizione degli scenari di esposizione,<br />

la raccolta dei dati di input utili alla stima <strong>del</strong>l’esposizione,<br />

l’identificazione <strong>del</strong> pericolo associato a<br />

ciascuna sostanza analizzata attraverso la scelta dei<br />

valori tossicologici di dose-risposta, la stima <strong>del</strong>l’esposizione<br />

attraverso l’applicazione dei mo<strong>del</strong>li di<br />

esposizione e infine la caratterizzazione <strong>del</strong> rischio.<br />

In Fig. 1 si riporta lo schema concettuale seguito nel<br />

corso <strong>del</strong>la presente ricerca.<br />

2.1. Identificazione <strong>del</strong>le fasi pericolose <strong>del</strong><br />

processo produttivo<br />

Il processo produttivo <strong>del</strong>le vetrerie muranesi può<br />

essere suddiviso in sette fasi principali seguite da<br />

ogni vetreria, comprendenti ciascuna alcune sottofasi,<br />

che possono invece essere diverse a seconda<br />

<strong>del</strong>la tipologia di prodotto lavorato nelle varie vetrerie.<br />

Uno schema-tipo <strong>del</strong> processo produttivo è<br />

presentato in Fig. 2, dove le fasi che potenzialmente<br />

possono causare un’esposizione ai composti <strong>del</strong>l’arsenico<br />

e ad altre sostanze chimiche da parte <strong>del</strong>l’uomo<br />

sono evidenziate con dei riquadri tratteggiati.<br />

Le sotto-fasi di produzione <strong>del</strong> vetro selezionate<br />

come potenzialmente pericolose sono: il trasporto/<br />

pesatura e la miscelazione <strong>del</strong>le sostanze da parte<br />

<strong>del</strong> composizioniere, la carica in fornace da parte<br />

<strong>del</strong> sottofonditore, la fusione/affinaggio <strong>del</strong>la miscela<br />

vetrificabile da parte <strong>del</strong> fonditore e la lavorazione<br />

di piazza da parte <strong>del</strong> levante e <strong>del</strong> maestro,<br />

infine la molatura eseguita sul vetro formato e raffreddato<br />

nel reparto moleria.<br />

Figura 1 - Schema concettuale di sviluppo <strong>del</strong>la linea di ricerca<br />

6


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Ricevimento<br />

FASE 1<br />

Magazzino<br />

materie prime<br />

Pesatura<br />

macroingredienti<br />

Pesatura<br />

microingredienti<br />

Omogeneizzazione<br />

cariche<br />

FASE 2<br />

ESPOSIZIONE<br />

POTENZIALE<br />

A POLVERI E<br />

VAPORI<br />

Carica forni<br />

fusori<br />

Affinaggio<br />

Manutenzione<br />

forni<br />

Riposo<br />

Forni di<br />

traghettamento<br />

FASE 3<br />

Trattamento<br />

stampi<br />

Lavoro di<br />

piazza<br />

Raffreddamento<br />

stampi<br />

FASE 4<br />

Trattamenti<br />

all’ iride<br />

Trattamenti<br />

termici<br />

Taglio e<br />

Arrotatura<br />

Linee di<br />

scavo<br />

FASE 5<br />

ESPOSIZIONE<br />

POTENZIALE<br />

AD AEROSOL<br />

Taglio con<br />

fiamma<br />

Verniciatura<br />

Lucidatura<br />

Sabbiatura<br />

Satinatura<br />

(Acidatura)<br />

FASE 6<br />

Stoccaggio<br />

Reparto<br />

imballaggio<br />

Spedizione<br />

pontile di carico<br />

FASE 7<br />

Figura 2 - Schema <strong>del</strong>le fasi principali di lavorazione <strong>del</strong> vetro di Murano<br />

2.2. Definizione degli scenari di esposizione<br />

Sulla base <strong>del</strong>le 6 fasi di produzione <strong>del</strong> vetro selezionate<br />

come potenzialmente pericolose e individuate<br />

dallo schema di produzione <strong>del</strong> vetro di Fig. 2, sono<br />

stati sviluppati gli scenari di esposizione schematizzati<br />

nei diagrammi di esposizione riportati in Fig. 3.<br />

Dall’analisi dei diagrammi di esposizione si evince<br />

che le modalità di assunzione principali per i lavoratori<br />

sono l’inalazione di polveri, vapori o aerosol<br />

e il contatto dermico. In mancanza di dati sperimentali<br />

di monitoraggio, per riuscire a stimare l’esposizione<br />

associata alle diverse vie di esposizione è<br />

necessario applicare dei mo<strong>del</strong>li predittivi. I mo<strong>del</strong>li<br />

di stima <strong>del</strong>l’esposizione utilizzati nel presente studio<br />

verranno descritti nel paragrafo 2.5.<br />

Nel presente studio si è deciso di stimare l’esposizione<br />

per ognuna <strong>del</strong>le 6 fasi individuate come<br />

potenzialmente pericolose ipotizzando in un caso<br />

la totale mancanza di sistemi di prevenzione e protezione<br />

(“Scenario senza Misure di Prevenzione e<br />

Protezione”, NoMPP), nell’altro, al contrario, considerando<br />

l’utilizzo <strong>del</strong>le misure di prevenzione e<br />

protezione (“Scenario con Misure di Prevenzione e<br />

Protezione”, MPP).<br />

Lo scenario NoMPP è lo scenario che <strong>del</strong>inea l’ipotesi<br />

peggiore di esposizione alle sostanze oggetto<br />

<strong>del</strong> presente studio, in quanto esso non prende<br />

in considerazione né i dispositivi di protezione individuale,<br />

né le misure di prevenzione <strong>del</strong> rischio.<br />

Viceversa, lo scenario con MPP <strong>del</strong>inea l’ipotesi di<br />

7


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Figura 3 - Diagrammi di esposizione per le diverse sorgenti identifi cate<br />

esposizione in condizioni di sicurezza alle sostanze<br />

oggetto <strong>del</strong> presente studio, in quanto esso prende<br />

in considerazione i dispositivi di protezione individuale<br />

e le misure preventive di gestione <strong>del</strong> rischio<br />

previste per legge.<br />

2.3. Raccolta dei dati di input per ogni fase e<br />

scenario considerato<br />

Per ogni fase <strong>del</strong> processo produttivo e in base allo<br />

scenario analizzato sono stati raccolti i dati di input<br />

da utilizzare per implementare i mo<strong>del</strong>li per la stima<br />

<strong>del</strong>l’esposizione. Le determinanti richieste variano<br />

in base al mo<strong>del</strong>lo preso in considerazione, principalmente<br />

sulla base <strong>del</strong> dettaglio richiesto.<br />

La raccolta dei dati è stata eseguita a partire dalla<br />

consultazione di materiale di letteratura, ed è proseguita<br />

attraverso alcune visite presso una vetreria di<br />

Murano e la richiesta di dati alla SSV.<br />

2.4. Identificazione <strong>del</strong> pericolo associato a<br />

ciascuna sostanza analizzata (scelta dei valori<br />

tossicologici di dose-risposta)<br />

Come indicato dalla guida ECHA (2010) al capitolo<br />

R.8, il parametro tossicologico DNEL, Derived No<br />

Effect Level viene definito come “il livello di esposizione<br />

al di sopra <strong>del</strong> quale l’uomo non dovrebbe<br />

essere esposto” [3] ed è considerato il parametro<br />

dose-risposta di riferimento per la caratterizzazione<br />

<strong>del</strong> rischio.<br />

La derivazione di un DNEL è però alquanto complessa,<br />

soprattutto quando deve essere derivato da<br />

descrittori di dose (principalmente NOAEL o LOAEL)<br />

prodotti da studi su animali e/o per vie di esposizione<br />

differenti da quella di interesse.<br />

Alla luce di quanto affermato, nel caso in esame si<br />

è deciso di utilizzare il valore di DNEL quando è<br />

stato possibile ricavarlo dalla letteratura o derivarlo<br />

8


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

La stima per l’esposizione per inalazione viene<br />

calcolata automaticamente in termini di mg/m 3 per<br />

giornata lavorativa, cioè viene espressa come media<br />

ponderata sulle 8 ore di un turno completo di lavoro.<br />

La stima per contatto dermico è espressa come<br />

carico totale <strong>del</strong>la sostanza chimica assorbito dalla<br />

pelle durante un turno di lavoro (si ipotizza che la<br />

deposizione sia uniforme e che l’assorbimento sia il<br />

100%) e viene riportata come massa per chilogramseguendo<br />

le linee guida fornite dall’ECHA, mentre<br />

è stato utilizzato un valore limite occupazionale<br />

(Occupational Exposure Limit, OEL) se non<br />

era possibile ricavare tale valore. A tal proposito,<br />

per il diossido di cerio è stato utilizzato il valore<br />

di DNEL pubblicato sul sito ECHA nella sezione<br />

ECHA CHEM [4], mentre per il triossido di arsenico<br />

è stato utilizzato un OEL, definito Valore limite<br />

di soglia o ponderale - media ponderata nel tempo<br />

(Threshold limit value - Time weighted average,<br />

TLV - TWA) che è valido esclusivamente per l’esposizione<br />

per inalazione e che viene pubblicato<br />

con cadenza annuale dall’American Conference of<br />

Governmental Industrial Hygienists (ACGIH) degli<br />

Stati Uniti d’America. Per quanto concerne il valore<br />

di TLV utilizzato come limite per l’esposizione<br />

per inalazione a triossido di arsenico, esso è ricavato<br />

per l’ambito occupazionale, per la via di esposizione<br />

inalatoria e per una durata di esposizione cronica.<br />

Per l’esposizione per contatto dermico si sono utilizzati,<br />

per entrambe le sostanze, valori di DNEL.<br />

In particolare, per il diossido di cerio tale valore è<br />

pubblicato sul sito <strong>del</strong>l’ECHA nella sezione ECHA<br />

CHEM, mentre per il triossido di arsenico è stato<br />

derivato nel corso <strong>del</strong> presente studio da un valore<br />

di LOAEL ricavato dallo studio effettuato dal Bio<br />

Research Laboratories (1994) [5] seguendo le linee<br />

guida riportate nel capitolo R.8 <strong>del</strong>la guida ECHA e<br />

attraverso la collaborazione di un tossicologo.<br />

Da sottolineare che, per quanto concerne la via di<br />

esposizione per inalazione, si è scelto di analizzare<br />

esclusivamente il rischio legato agli effetti non cancerogeni<br />

derivanti da esposizione cronica, sebbene<br />

il triossido di arsenico non sia solamente molto tossico,<br />

ma anche cancerogeno per inalazione tanto da<br />

essere classificato in classe 1 secondo IARC [6;7]<br />

e in classe A dall’agenzia americana EPA [8]. Tale<br />

scelta è legata al fatto che non si ritiene significativo,<br />

in sede di analisi di rischio comparativa, confrontare<br />

le due sostanze per gli effetti cancerogeni, vista<br />

la natura non cancerogena, genotossica o mutagena<br />

<strong>del</strong> diossido di cerio [9].<br />

Sulla base di quanto esposto sopra, quando si farà<br />

riferimento alla via di esposizione per inalazione<br />

saranno considerati esclusivamente gli effetti non<br />

cancerogeni derivanti da esposizione cronica alle<br />

sostanze di interesse.<br />

Anche per la via di esposizione dermica si sono considerati<br />

solo gli effetti non cancerogeni derivanti da<br />

esposizione cronica. In questo caso però entrambe<br />

le sostanze non hanno natura cancerogena [9;10].<br />

2.5. Stima <strong>del</strong>l’esposizione<br />

Tra i mo<strong>del</strong>li per la stima <strong>del</strong>l’esposizione riconosciuti<br />

dalle linee guida europee, ne esistono diversi<br />

che potrebbero essere utilizzati per la valutazione<br />

<strong>del</strong>l’esposizione alle sostanze di interesse, ma nel<br />

presente caso di studio ne sono stati selezionati tre<br />

in base alle loro caratteristiche e in base ai requisiti<br />

richiesti per implementarli. Essi sono: ECETOC<br />

Targeted Risk Assessment Tool for worker (ECE-<br />

TOC TRA worker) [11;12], Metals’Estimation and<br />

Assessment of Substance Exposure (MEASE) [13]<br />

e Advanced Reach Tool (ART) [14]. L’ECETOC<br />

TRA worker e il MEASE sono mo<strong>del</strong>li di screening<br />

(cosiddetti “Tier 1”, ovvero Livello 1) che permettono<br />

di ottenere <strong>del</strong>le simulazioni cautelative a fronte<br />

<strong>del</strong>l’introduzione di dati di input generici e facilmente<br />

reperibili. I mo<strong>del</strong>li di esposizione di dettaglio<br />

(i cosiddetti mo<strong>del</strong>li “Tier 2”), come l’ART,<br />

permettono invece l’inserimento e l’analisi di informazioni<br />

sito-specifiche che consentono di ridurre<br />

l’incertezza associata alle stime di esposizione e, di<br />

conseguenza, di arrivare ad una stima <strong>del</strong> rischio più<br />

legata alle situazioni reali di utilizzo <strong>del</strong>le sostanze<br />

in esame. È bene tuttavia sottolineare che il mo<strong>del</strong>lo<br />

ART ha una limitazione importante per il caso in<br />

esame, in quanto non può valutare processi condotti<br />

ad alte temperature (quali quelli in fase di fusione e<br />

lavorazione di piazza).<br />

I mo<strong>del</strong>li selezionati prevedono l’inserimento dei<br />

dati di input per i parametri di interesse (vedi par.<br />

2.3) all’interno di apposite maschere e al termine<br />

<strong>del</strong> processo ciascun mo<strong>del</strong>lo fornisce in automatico<br />

la stima <strong>del</strong>l’esposizione.<br />

9


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

mo di peso corporeo per giornata lavorativa (mg/<br />

(kg bw<br />

*day).<br />

2.6. Caratterizzazione <strong>del</strong> rischio<br />

La caratterizzazione <strong>del</strong> rischio è l’ultima fase <strong>del</strong><br />

processo di valutazione e, nel caso sia quantitativa,<br />

essa si effettua comparando la stima di esposizione<br />

per ognuno degli scenari di esposizione prescelti<br />

con i corrispondenti valori di dose-risposta. In altre<br />

parole, si calcola il rapporto di caratterizzazione<br />

<strong>del</strong> rischio (Risk Characterization Ratio - RCR) tra<br />

il valore di esposizione calcolato con il mo<strong>del</strong>lo di<br />

stima <strong>del</strong>l’esposizione e il valore tossicologico di<br />

dose-risposta (eq. 1).<br />

=<br />

eq.1<br />

Il calcolo <strong>del</strong> RCR deve essere fatto separatamente<br />

per ciascuna <strong>del</strong>le vie di esposizione, mentre il RCR<br />

finale è risultato <strong>del</strong>la somma dei RCR per inalazione<br />

e contatto dermico. L’allegato I <strong>del</strong>la normativa<br />

REACH al punto 6.4 afferma che per ogni scenario<br />

di esposizione il rischio per l’uomo può essere<br />

considerato sotto controllo se i livelli di esposizione<br />

non superano il DNEL, cioè se il valore di RCR è<br />

inferiore ad 1 per ogni via di esposizione e come<br />

somma dei RCR associati a ciascuna via di esposizione<br />

analizzata.<br />

3. Risultati e discussioni<br />

3.1. Risultati <strong>del</strong>la stima <strong>del</strong> pericolo<br />

L’arsenico triossido è altamente tossico e sicuramente<br />

cancerogeno per inalazione [10], mentre per<br />

contatto dermico esistono poche evidenze di una<br />

sua tossicità cronica [15]. Per quanto concerne il<br />

diossido di cerio, non ci sono dati che mettano in<br />

luce effetti cancerogeni o mutageni imputabili a<br />

tale sostanza, mentre diversi studi evidenziano effetti<br />

tossici a carico <strong>del</strong>l’apparato respiratorio per<br />

esposizione cronica per inalazione [9]. Infine, per<br />

quanto riguarda la loppa d’altoforno, gli studi disponibili<br />

escludono una sua natura tossica e/o cancerogena,<br />

tesi avvalorata anche da una completa analisi<br />

di rischio prodotta dalla Steel Slag Coalition [16],<br />

un gruppo composta da 63 aziende coinvolte nella<br />

produzione di acciaio e scorie d’altoforno. Per tale<br />

motivo, quest’ultima è stata considerata non pericolosa<br />

e non si è proceduto alla derivazione di parametri<br />

tossicologici di dose-risposta e alla valutazione<br />

<strong>del</strong>l’esposizione.<br />

I parametri tossicologici di dose-risposta sono stati<br />

definiti invece per l’As2O3 e il CeO2, ma esclusivamente<br />

per gli effetti tossici non cancerogeni per<br />

l’esposizione cronica sia per inalazione che, in via<br />

cautelativa, per contatto dermico. Questi sono rispettivamente<br />

per l’inalazione un TLV-TWA pari a<br />

0,01 mg/m 3 per l’As 2<br />

O 3<br />

e un DNEL pari a 3 mg/m 3<br />

per il CeO 2<br />

, mentre per il contatto dermico si ha un<br />

DNEL pari a 0,003 mg/(kg bw<br />

*day) per l’As 2<br />

O 3<br />

e un<br />

DNEL pari a 8,33 mg/(kg bw<br />

*day) per il CeO 2<br />

.<br />

3.2. Risultati <strong>del</strong>la stima <strong>del</strong>l’esposizione<br />

Attraverso l’utilizzo dei mo<strong>del</strong>li ECTOC TRA worker,<br />

MEASE e ART è stato possibile stimare i valori<br />

di esposizione per i lavoratori in termini di mg/m 3<br />

per l’inalazione e in termini di mg/(kg bw<br />

*day) per il<br />

contatto dermico. Le stime di esposizione ottenute<br />

per le due sostanze, a parità di condizioni operative,<br />

si dimostrano molto simili e per alcune fasi addirittura<br />

uguali. Infatti, il triossido di arsenico e il diossido<br />

di cerio hanno caratteristiche fisiche analoghe<br />

e di conseguenza, secondo l’impianto logico che sta<br />

alla base dei mo<strong>del</strong>li utilizzati, le due sostanze vengono<br />

classificate nella medesima classe di fugacità<br />

e trattate allo stesso modo, portando a risultati simili<br />

in termini di stima <strong>del</strong>l’esposizione. I risultati <strong>del</strong>la<br />

stima <strong>del</strong>l’esposizione per inalazione e per contatto<br />

dermico sono riportati in Tab. I e Tab. II rispettivamente.<br />

Dai valori riportati nelle tabelle, si può notare che<br />

nei processi ad alte temperature il diossido di cerio<br />

volatilizza meno rispetto ai composti <strong>del</strong>l’arsenico,<br />

a causa <strong>del</strong>la sua maggiore temperatura di fusione.<br />

Tale aspetto porta a differenze di uno o due ordini di<br />

grandezza nelle stime di esposizione per inalazione<br />

di triossido di arsenico rispetto al diossido di cerio,<br />

sia col mo<strong>del</strong>lo ECETOC TRA worker, che con il<br />

mo<strong>del</strong>lo MEASE. È possibile affermare con certezza<br />

che le differenze nelle stime di esposizione sono<br />

associabili esclusivamente alla temperatura di fusione.<br />

Infatti, questa è l’unica determinante per la quale<br />

sono stati inseriti valori diversi rispettivamente per<br />

arsenico e cerio.<br />

10


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Tabella I - Stime di esposizione per inalazione ricavate con i tre mo<strong>del</strong>li di esposizione selezionati<br />

FASI<br />

TRASPORTO/<br />

PESATURA<br />

As As As<br />

INALAZIONE<br />

NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP<br />

ECETOC ECETOC MEASE MEASE ART<br />

As 2 O 3 CeO 2 O 3 CeO As 2 O 3 CeO 2 O 3 CeO O 3 CeO<br />

mg/m 3 2<br />

mg/m 3 mg/m 3 2<br />

mg/m 3 mg/m 3 mg/m 3 2<br />

mg/m 3 2<br />

mg/m 3 2<br />

mg/m 3 2<br />

mg/m 3<br />

30 30 0,06 0,06 30 30 0,075 0,075 4,2 4,2<br />

MISCELAZIONE 15 15 0,003 0,003 1,5 1,5 0,001 0,001 0,84 0,15<br />

CARICA 30 30 0,04 0,04 3 3 0,019 0,019 0,076 0,014<br />

FUSIONE/<br />

AFFINAGGIO<br />

6 0,6 0,03 0,003 0,4 0,06 0,005 0,001 NA NA<br />

LAVORAZIONE 10 1 0,05 0,005 0,2 0,05 0,008 0,002 NA NA<br />

MOLATURA 10 10 0,05 0,05 0,005 0,005


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Dalla valutazione dei risultati di rischio riportati in<br />

Tab. III e IV, è possibile constatare come il triossido<br />

di arsenico sia estremamente più preoccupante <strong>del</strong><br />

diossido di cerio nella lavorazione <strong>del</strong> vetro. Infatti,<br />

anche considerando lo scenario più cautelativo che<br />

prevede l’utilizzo di misure di prevenzione e protezione,<br />

permangono situazioni di rischio non accettabile.<br />

Al contrario, il diossido di cerio non desta mai<br />

preoccupazione nello scenario che considera le misure<br />

di prevenzione e protezione, mentre comporta<br />

rischio non accettabile per alcune fasi nella configurazione<br />

meno cautelativa <strong>del</strong>lo scenario NoMPP,<br />

che per questo motivo è stato ulteriormente indagato<br />

tramite il mo<strong>del</strong>lo di dettaglio ART. L’ART infatti<br />

è stato implementato solo per le fasi di pesatura,<br />

miscelazione e carica, ovvero quelle fasi per cui si<br />

verifica un rischio non accettabile per il cerio.<br />

Dall’analisi dei risultati di stima <strong>del</strong> rischio prodotti<br />

dal mo<strong>del</strong>lo ART, e riportati sempre in Tab. III, risulta<br />

evidente l’estrema differenza tra l’uso <strong>del</strong>l’arsenico<br />

e <strong>del</strong> cerio nella miscela vetrosa. Nel primo<br />

caso, infatti, si verifica un rischio non accettabile<br />

per tutte le fasi analizzate, mentre il cerio presenta<br />

rischio non accettabile per la sola fase di pesatura,<br />

evidenziando come l’esposizione potrebbe richiedere<br />

ulteriori analisi di dettaglio per poter escludere<br />

con certezza la mancanza di un rischio significativo<br />

per la salute umana.<br />

Conclusioni<br />

I risultati <strong>del</strong>l’analisi comparativa di rischio dimostrano<br />

che il triossido di arsenico causa rischi mag-<br />

Tabella III - Caratterizzazione <strong>del</strong> rischio dovuto a inalazione di arsenico triossido o diossido di cerio per ogni fase di produzione.<br />

FASI<br />

TRASPORTO/<br />

PESATURA<br />

MISCELAZIONE<br />

CARICA<br />

FUSIONE/<br />

AFFINAGGIO<br />

LAVORAZIONE<br />

MOLATURA<br />

As 2 O 3 CeO 2<br />

NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP<br />

ECETOC MEASE ART ECETOC MEASE ART<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile accettabile accettabile accettabile<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

accettabile na accettabile accettabile accettabile accettabile na<br />

accettabile na accettabile accettabile accettabile accettabile na<br />

accettabile accettabile na<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile accettabile accettabile na<br />

Tabella IV - Caratterizzazione <strong>del</strong> rischio dovuto a contatto dermico con arsenico triossido o diossido di cerio per ogni fase di<br />

produzione.<br />

As 2 O 3 CeO 2<br />

FASI NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP MPP<br />

ECETOC MEASE ECETOC MEASE<br />

TRASPORTO/<br />

PESATURA<br />

MISCELAZIONE<br />

CARICA<br />

FUSIONE/<br />

AFFINAGGIO<br />

LAVORAZIONE<br />

MOLATURA<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

non<br />

accettabile<br />

accettabile accettabile accettabile<br />

accettabile accettabile accettabile<br />

accettabile accettabile accettabile<br />

accettabile accettabile accettabile accettabile<br />

accettabile accettabile accettabile accettabile accettabile<br />

accettabile accettabile accettabile accettabile accettabile<br />

12


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

giori per la salute dei lavoratori rispetto a quelli<br />

stimati per l’utilizzo <strong>del</strong> diossido di cerio nella lavorazione<br />

<strong>del</strong> vetro. Questa situazione si verifica per<br />

tutte le fasi di produzione e lavorazione <strong>del</strong> vetro e<br />

per entrambi gli scenari di esposizione analizzati in<br />

questo lavoro.<br />

Le differenze tangibili, riscontrate tra le stime <strong>del</strong><br />

rischio associato all’uso di triossido di arsenico e le<br />

stime associate all’uso <strong>del</strong> diossido di cerio, dipendono<br />

solo marginalmente dai valori di esposizione<br />

alle sostanze analizzate, in quanto l’esposizione risulta<br />

simile o uguale per tutte le fasi di lavorazione<br />

<strong>del</strong> vetro, bensì sono maggiormente riconducibili<br />

alla tossicità <strong>del</strong>le due sostanze. Il diossido di cerio<br />

è, infatti, molto meno tossico <strong>del</strong> triossido di arsenico<br />

sia per inalazione che per contatto dermico. Inoltre,<br />

sebbene in questo studio si sia deciso di analizzare<br />

esclusivamente il rischio legato agli effetti non<br />

cancerogeni, i composti inorganici <strong>del</strong>l’arsenico, a<br />

differenza <strong>del</strong> diossido di cerio, sono riconosciuti<br />

come cancerogeni. Di conseguenza, l’utilizzo <strong>del</strong><br />

diossido di cerio comporta rischi meno rilevanti per<br />

la salute, non solo perché presenta un rischio per effetti<br />

non cancerogeni accettabile per tutte le fasi di<br />

produzione <strong>del</strong> vetro (ad eccezione <strong>del</strong>la sola fase di<br />

pesatura), ma anche perché non cancerogeno. È poi<br />

significativo evidenziare che il diossido di cerio viene<br />

utilizzato in quantità minori rispetto all’arsenico<br />

triossido (circa l’80-90% <strong>del</strong> peso in meno), e viene<br />

mescolato con la loppa d’altoforno, che risulta essere<br />

non pericolosa. Questa combinazione forma una<br />

valida e più sicura alternativa all’uso <strong>del</strong> triossido di<br />

arsenico. Ciò nonostante, è comunque buona norma<br />

ricordare che, a scopo cautelativo, per i lavoratori è<br />

importante proteggere le vie respiratorie, soprattutto<br />

in fase di composizione <strong>del</strong>la miscela, dotandosi di<br />

sistemi di protezione idonei.<br />

Con la consapevolezza <strong>del</strong>l’importante risultato<br />

messo in luce dall’analisi di rischio comparativo,<br />

si ritiene doverosa e importante una discussione<br />

sull’incertezza legata alla stima <strong>del</strong>l’esposizione.<br />

I mo<strong>del</strong>li utilizzati, infatti, nonostante siano i più<br />

avanzati finora sviluppati, permettono di analizzare<br />

scenari che non sempre riescono a descrivere<br />

in maniera dettagliata tutte le caratteristiche di un<br />

ambiente di lavoro reale, che presenta modalità dif-<br />

ferenti caso per caso. Per valutare quanto e in che<br />

modo le stime di esposizione dei mo<strong>del</strong>li si discostano<br />

dall’esposizione effettiva dei lavoratori, un’ulteriore<br />

attività da sviluppare dovrebbe consistere nel<br />

confronto dei valori stimati dai mo<strong>del</strong>li con un database<br />

di valori medi espositivi misurati durante apposite<br />

campagne di monitoraggio sul luogo di lavoro.<br />

Ringraziamenti<br />

Tale specifico studio sviluppato nell’ambito <strong>del</strong><br />

progetto “Eliminazione dei composti <strong>del</strong>l’arsenico<br />

dalla miscela vetrifi cabile nelle produzioni artistiche<br />

muranesi e sostituzione con materie prime alternative<br />

non pericolose” promosso dalla <strong>Stazione</strong><br />

<strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> è stato finanziato dal Ministero<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e<br />

<strong>del</strong> Mare Divisione V - Certificazione ambientale,<br />

prodotti chimici e acquisti pubblici verdi.<br />

Bibliografia<br />

[1] Regolamento (CE) n. 1907/2006 <strong>del</strong> Parlamento<br />

europeo e <strong>del</strong> Consiglio, Gazzetta Ufficiale<br />

<strong>del</strong>l’Unione europea <strong>del</strong> 30.12.2006, L 396, page 1.<br />

[2] Montagnani R, Campagna M, Gasparello S, Hreglich<br />

A, Apostoli P. (2006). L’esposizione ad arsenico<br />

nella produzione artigianale <strong>del</strong>la bacchetta di<br />

vetro. Risultati <strong>del</strong> monitoraggio biologico e indicazioni<br />

preventive. G Ital Med Lav Erg 28(2):158-162.<br />

[3] ECHA (2010). Guidance on information requirements<br />

and chemical safety assessment. ECHA,<br />

Helsinki, Finland. Allegato I, 1.0.1.<br />

[4] ECHA CHEM. Database <strong>del</strong>le sostanze registrate<br />

presso l’ECHA disponibile al seguente sito:<br />

http://echa.europa.eu/web/guest/information-onchemicals/registered-substances<br />

(consultato il<br />

20/03/<strong>2012</strong>).<br />

[5] BRL - Bio-Research Laboratories (1994). Final<br />

report for a 90-day inhalation neurotoxicity and<br />

toxicity study by exposure to a dry powder aerosol<br />

of ceric oxide in the albino rat. Prodotto da Bio-Research<br />

Laboratories, Montreal, Canada per Rhone-<br />

Poulenc Inc.<br />

13


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

[6] IARC (1980). Monographs on the Evaluation<br />

of Carcinogenic Risks to Humans. vol. 23, Some<br />

Metals and Metallic Compounds. IARC, Lyon.<br />

[7] IARC (2004). Monographs on the Evaluation<br />

of Carcinogenic Risks to Humans. Vol. 84, Some<br />

Drinking-water Disinfectants and Contaminants,<br />

including Arsenic.<br />

[8] US EPA (1984). Health Assessment Document<br />

for Arsenic. Research Triangle Park, NC: U.S. Environmental<br />

Protection Agency. EPA600823021F.<br />

[9] US EPA (2009). Toxicological review of Cerium<br />

Oxide and Cerium Compounds - Environmental<br />

Protection Agency. Washington. Disponibile al:<br />

http://www.epa.gov/iris/toxreviews/1018tr.pdf (consultato<br />

il 20/03/<strong>2012</strong>).<br />

[10] ATSDR (2007). Toxicological Profi le for Arsenic<br />

- Agency for Toxic Substances and Disease<br />

Registry. U.S. Department of Health and Human<br />

Services, Public Health Services. Disponibile al:<br />

http://www.atsdr.cdc.gov/ToxProfiles/tp.asp?id<br />

=22&tid=3 (consultato il 20/03/<strong>2012</strong>).<br />

[11] ECETOC (2004). Target Risk Assessment. Brussels,<br />

Belgium, European Centre for Ecotoxicology and<br />

Toxicology of Chemicals. Technical Report no. 93.<br />

[12] ECETOC (2009). Addendum to ECETOC Targeted<br />

Risk Assessment Report No. 93. ISSN-0773-<br />

8072-107.<br />

[13] EBRC (2007). MEASE - Occupational Exposure<br />

Assessment Tool for REACH. Disponibile<br />

al: http://www.ebrc.de/industrial-chemicals-reach/<br />

projects-and-references/mease.php (consultato il<br />

20/03/<strong>2012</strong>).<br />

[14] Fransman W, Cherrie J, van Tongeren M,<br />

Schneider T, Tischer M, Schinkel J, Marquart H,<br />

Warren N, Kromhout H, Tielemans E (2009). Development<br />

of a mechanistic mo<strong>del</strong> for the Advanced<br />

REACH Tool (ART). TNO Quality of Life (The Netherlands)<br />

Report n. V8667.<br />

[15] IPCS (2001). Environmental Health Criteria<br />

no. 224: Arsenic and Arsenic Compounds. World<br />

Health Organisation, International Programme on<br />

Chemical Safety. Disponibile al: http://www.who.<br />

int/ipcs/publications/ehc/ehc_224/en/ (consultato il<br />

20/03/<strong>2012</strong>).<br />

[16] Proctor DM, Shay EC, Fehling KA, Finley BL<br />

(2002). Assessment of human health and ecological<br />

risks posed by the uses of steel-industry slags in the<br />

environment. Human and Ecological Risk Assessment,<br />

8, 4, pp. 681-711.<br />

Autori<br />

Valentina Faggian, Elisa Giubilato, Lisa Pizzol, Petra<br />

Scanferla, Antonio Marcomini<br />

Consorzio Venezia Ricerche, Venezia<br />

e-mail: sp.cvr@vegapark.ve.it<br />

Nicola Favaro<br />

<strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, Murano<br />

e-mail: nfavaro@spevetro.it<br />

14


studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

I risultati <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong> vetro nel 2011<br />

e le previsioni future<br />

Nel 2011 la quantità di rifiuti d’imballaggio in vetro riciclata è cresciuta rispetto al<br />

2010 <strong>del</strong> 6,7%, passando da 1.471 Kt a 1.570 Kt. Il tasso di riciclo ha superato il 68%.<br />

Imballaggi in vetro immessi al consumo: 2.306.951 t.<br />

15


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

SERIE STORICA DEI RISULTATI DI RICICLO NEL PERIODO 2002 - 2011 (Kton)<br />

Immesso<br />

al consumo<br />

1.970 2.107 2.141 2.117 2.133 2.157 2.139 2.065 2.153 2.307<br />

Riciclo 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570<br />

I risultati di riciclo sono stati ampiamente superiori rispetto all’obiettivo a suo tempo<br />

fissato dal D.lgs. 152/06.<br />

PROGRAMMA RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI AL 2013 (Kton)<br />

Previsioni di riciclo<br />

80%<br />

75%<br />

70%<br />

65%<br />

60%<br />

55%<br />

50%<br />

Immesso<br />

al consumo<br />

2.307 2.249 2.272<br />

Riciclo 1.570 1.596 1.626<br />

Obiettivi<br />

di Riciclo<br />

68,1% 71,0% 71,6%<br />

16


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Raccolta<br />

Nel 2011 la raccolta differenziata nazionale dei rifiuti di imballaggio in vetro è cresciuta<br />

<strong>del</strong> 6%, raggiungendo 1.682.000 ton.<br />

ANDAMENTO RACCOLTA RIFIUTI D'IMBALLAGGIO IN VETRO PERIODO 2002 - 2011<br />

Kton<br />

1.800<br />

1.600<br />

1.400<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011<br />

ANNO<br />

Il Coreve, attraverso apposite convenzioni locali, ha gestito direttamente 1.386.000 ton.<br />

di rifiuti d’imballaggio in vetro, corrispondenti all’82% <strong>del</strong>la raccolta differenziata <strong>del</strong><br />

vetro in Italia.<br />

RACCOLTA IMBALLAGGI DI VETRO 2011: 1.682.000 Ton.<br />

296 Kton<br />

1.386 Kton<br />

17


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Sono 6.083 i Comuni convenzionati con Coreve (circa il 75% <strong>del</strong> totale), direttamente<br />

o attraverso il proprio gestore <strong>del</strong>egato. Gli abitanti coinvolti superano i 50.100.000 e<br />

risultano pari a circa l’84% <strong>del</strong>la popolazione italiana.<br />

ANDAMENTO CONVENZIONI - CONFRONTO 2011/2010<br />

2011<br />

% sul<br />

totale<br />

2010<br />

% sul<br />

totale<br />

Δ Δ %<br />

Comuni 6.083 75% 5.894 73% 189 3%<br />

Popolazione servita 50.140 84% 49.090 82% 1.050 2%<br />

Convenzioni attive 359 - 343 - 16 4%<br />

RACCOLTA DEL ROTTAME DI VETRO DA IMBALLAGGIO<br />

SUDDIVISA PER MACRO-AREE (Kton) - ANNO 2011<br />

Kton<br />

1.800<br />

1.600<br />

1.400<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Nord Centro Sud TOTALE<br />

Gestione<br />

Indipendente<br />

Gestione<br />

Consortile<br />

Raccolta<br />

complessiva<br />

Resa<br />

Pro Capite<br />

182 47 67 296<br />

911 223 252 1.386<br />

1.093 270 319 1.682<br />

39,9 22,9 15,3 28,0<br />

18


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Riciclo<br />

Nell’ultimo anno, il riciclo dei rifiuti di imballaggio in vetro provenienti dalla raccolta<br />

nazionale ha raggiunto il quantitativo di 1.570.404 ton.<br />

A questo risultato ha concorso l’utilizzo <strong>del</strong>la sabbia di vetro ottenuta dal recupero<br />

secondario dei cascami dei lettori ottici di cernita degli inerti diversi dal vetro (ceramiche,<br />

porcellane, pietre ecc.) e <strong>del</strong>le frazioni fini, come sabbia di vetro, il cui impiego nei<br />

settori industriali, anche diversi da quello vetrario, è leggermente diminuito.<br />

Nella figura seguente è riportato il riciclo totale di rifiuti d’imballaggio nazionale suddiviso<br />

per settori industriali di utilizzo.<br />

Settore<br />

<strong>Vetro</strong> Cavo<br />

Come emerge dal grafico, il settore vetrario rimane tuttora il naturale sbocco per il riciclo<br />

dei rifiuti d’imballaggio in vetro raccolti in ambito nazionale che, dalla nascita <strong>del</strong><br />

Coreve sino a oggi, è cresciuto di circa il 49%, a fronte di una crescita dei quantitativi<br />

di vetro complessivamente riciclati <strong>del</strong> 41%.<br />

19


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

ANDAMENTO DEL RICICLO DEI RIFIUTI D'IMBALLAGGIO<br />

NEL SETTORE VETRARIO - PERIODO 2002-2011 (Kton)<br />

Kton<br />

2.200<br />

2.000<br />

1.800<br />

1.600<br />

1.400<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011<br />

riciclo<br />

tot<br />

riciclo<br />

imb<br />

1.453 1.556 1.647 1.719 1.843 1.852 1.820 1.764 1.908 2.052<br />

1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.286 1.376 1.351 1.441 1.548<br />

In questi anni le aziende vetrarie si sono attrezzate, non solo per garantire la completa<br />

valorizzazione <strong>del</strong> vetro raccolto dai comuni in modo differenziato, ma hanno addirittura<br />

incrementato ulteriormente la loro capacità di riciclo.<br />

Le importazioni e il vetro non imballaggio (vetro piano) vanno a coprire, quindi, fabbisogni<br />

che altrimenti rimarrebbero insoddisfatti, soprattutto quelli di rottame di vetro<br />

incolore.<br />

20


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

RICICLO TOTALE PER FLUSSI DI PROVENIENZA NEL SETTORE VETRARIO<br />

Kton<br />

2.200<br />

2.000<br />

1.800<br />

1.600<br />

1.400<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011<br />

Importazioni<br />

<strong>Vetro</strong><br />

piano<br />

Riciclo<br />

imballaggi<br />

Riciclo<br />

totale<br />

173 221 259 300 246 264 202 231 201 223<br />

244 213 184 208 341 302 242 182 265 282<br />

1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.286 1.376 1.351 1.441 1.548<br />

416 434 444 508 1.843 1.852 1.820 1.764 1.908 2.052<br />

21


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Risparmi ambientali nel settore vetrario: sintesi risultati 2011<br />

Il riciclo <strong>del</strong> vetro nel ciclo di produzione in vetreria, nel corso <strong>del</strong> 2011, ha consentito<br />

di ottenere notevoli vantaggi ambientali, che riepiloghiamo nella tabella a seguire:<br />

Risparmi energetici indiretti, pari a circa:<br />

Risparmi energetici diretti, pari a circa:<br />

Risparmi energetici complessivi, anno 2011<br />

192.032 TEP* (rispetto all’impiego di sole<br />

materie prime di origine minerale)<br />

116.159 TEP (rispetto all’impiego di sole<br />

materie prime di origine minerale)<br />

308.191 TEP pari a circa 3.097.887 barili di<br />

petrolio<br />

Minor consumo di materie prime minerali**,<br />

a parità di vetro prodotto, pari a circa:<br />

3.181.000 tonnellate di cui:<br />

Sabbia 1.968.854 ton.<br />

Soda<br />

566.165 ton.<br />

Calcare<br />

359.419 ton.<br />

Dolomite 174.939 ton.<br />

Feldspato 57.571 ton.<br />

Altre<br />

54.052 ton.<br />

Riduzione diretta di emissioni di CO 2<br />

eq<br />

(materie prime e fonti energetiche):<br />

Riduzione indiretta di emissioni di CO 2<br />

eq<br />

(materie prime e fonti energetiche):<br />

847.686 tonnellate di CO 2<br />

eq<br />

1.183.667 tonnellate di CO 2<br />

eq<br />

Riduzione totale emissioni di CO 2<br />

eq,<br />

anno 2011:<br />

2.031.352 tonnellate di CO 2<br />

equivalenti, pari<br />

alla circolazione evitata, per un anno, di circa<br />

1.289.747 autovetture utilitarie Euro5 (con<br />

una percorrenza media di 15.000 Km)<br />

*: TEP (tonnellate equivalenti di petrolio)<br />

**: pari ad un volume di 1.871.001 metri cubi<br />

22


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

RAGGIUNGIMENTO OBIETTIVI<br />

L’obiettivo di riciclo raggiunto nell’anno 2011 è pari al 68,1% <strong>del</strong>l’immesso al consumo.<br />

Nella seguente tabella sono riepilogati gli elementi utilizzati per il calcolo <strong>del</strong> tasso<br />

di riciclo 2011:<br />

U.M. 2011<br />

Immesso al consumo ( t ) 2.306.951<br />

Riciclo ( t ) 1.570.302<br />

Recupero energetico ( t ) -<br />

Recupero totale ( t ) 1.570.302<br />

% Recupero totale<br />

su immesso al consumo<br />

( % ) 68,3 %<br />

Nella tabella successiva è riportata la serie storica dei risultati di riciclo nel periodo<br />

2002 - 2011:<br />

U.M. 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011<br />

Immesso al<br />

consumo<br />

(kt) 1.970 2.107 2.141 2.117 2.133 2.157 2.139 2.065 2.153 2.403<br />

Riciclo (kt) 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570<br />

Recupero<br />

energetico<br />

(kt) - - - - - - - - - -<br />

Recupero<br />

totale<br />

% Recupero<br />

totale su<br />

immesso al<br />

consumo<br />

(kt) 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570<br />

% 52,6 53,2 56,2 57,2 58,9 60,4 65,0 66,0 68,3 68,3<br />

Nel periodo considerato, a fronte di una crescita <strong>del</strong>l’immesso al consumo degli imballaggi<br />

in vetro <strong>del</strong> 22%, le quantità riciclate sono aumentate di oltre il 51%.<br />

Fonte: CO.RE.VE. Consorzio Recupero <strong>Vetro</strong> - info@coreve.it<br />

Ufficio Stampa: Massimo Tafi<br />

uffi ciostampa@coreve.it - tel. 02 48012961 - cell. 335 7171005<br />

23


4-<strong>2012</strong><br />

studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

LA PRATICA CHIMICA DEI VETRAI DEL RINASCIMENTO<br />

La preparazione <strong>del</strong>le materie prime (I Parte)<br />

Introduzione e descrizione dei procedimenti<br />

Cesare Moretti<br />

Introduzione<br />

Nella maggior parte dei manoscritti di ricette vetrarie<br />

un certo numero di capitoli è dedicato alla<br />

preparazione <strong>del</strong>le materie prime da utilizzare nelle<br />

composizioni vetrificabili per ottenere i diversi tipi<br />

di vetro (da quelli incolori sino alla vasta gamma<br />

di vetri colorati, trasparenti e opachi). Si è ritenuto<br />

interessante, non solo dal punto di vista vetrario, ma<br />

anche da quello più generale <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la chimica,<br />

analizzare e interpretare queste istruzioni, verificando<br />

le eventuali differenze tra ricettari diversi.<br />

L’esito di tale indagine viene riportato in questo lavoro<br />

che è suddiviso in due parti:<br />

prima parte, in cui vengono presentate l’introduzione<br />

e la descrizione dei procedimenti di preparazione<br />

<strong>del</strong>le materie prime riportati in otto diversi ricettari<br />

databili tra il 14° e il 17° secolo;<br />

seconda parte, in cui vengono trascritti i testi integrali<br />

dei procedimenti di preparazione <strong>del</strong>le materie<br />

prime riportati nei vari ricettari, con relativi commenti<br />

di dettaglio sulle ricette effettuati dall’autore.<br />

In questa ricerca sono stati considerati i ricettari, di<br />

origine o derivazione veneziana, cioè i tre Trattatelli<br />

Toscani (14°-15° secolo), il manoscritto rinvenuto<br />

all’Ecole de Médicine de Montpellier (datato 1536),<br />

il ricettario Anonimo <strong>del</strong> Cinquecento, il testo di<br />

Antonio Neri (1612), il ricettario di Giovanni Darduin<br />

(1644) e il ricettario di Gasparo Brunoro (ms.<br />

redatto a Danzica nel 1645).<br />

In questi ricettari i capitoli dedicati alla preparazione<br />

<strong>del</strong>le materie prime sono numerosi: 17 nei Trattatelli<br />

Toscani, 11 nel Montpellier, 13 nell’Anonimo,<br />

32 in Neri, 16 nel Darduin, 36 in Brunoro.<br />

I materiali di cui si danno istruzioni per la preparazione<br />

risultano essere ben 32, incluse anche alcune<br />

materie sussidiarie (cioè quelle che servono alla<br />

preparazione <strong>del</strong>le materie primarie) come gli acidi<br />

(aqua forte, aqua regia). Come si vedrà dall’elenco,<br />

si va dall’Acqua forte allo Zolfo, passando per tutta<br />

una serie di materie come gli ossidi di ferro, di rame,<br />

di piombo, di stagno, di manganese, di cobalto e i<br />

cosiddetti “sali”, prodotti di lisciviazione come il<br />

sal alcali, il sale di tartaro, il sale di soda (sale di<br />

vetro o bollito). Importanti e circostanziati sono poi<br />

i trattamenti dei metalli come l’argento e l’oro, metalli<br />

che vengono “calcinati” per poterli introdurre<br />

in forma adeguata nella ricetta vetrificabile per fare<br />

vetri come il calcedonio (invenzione <strong>del</strong> 15° secolo)<br />

e il rosechiero o rubino all’oro (invenzione <strong>del</strong> 17°<br />

secolo).<br />

Lo studio iniziale è consistito nella estrazione, dagli<br />

otto ricettari, dei vari capitoli relativi alla preparazione<br />

dei materiali, associandoli in un elenco alfabetico,<br />

a seconda <strong>del</strong> materiale trattato.<br />

Antonio Neri, al capitolo 37 1 , illustra perfettamente<br />

la filosofia che spingeva i vetrai a preparare essi<br />

stessi i loro materiali fondamentali; egli infatti dice:<br />

…è necessario prima insegnare le preparationi di<br />

alcune cose minerali per tale compositione, che<br />

se bene alcune di esse si trovano publicamente da<br />

comprare, tuttavia desideroso che l’opera riesca di<br />

tutta perfettione, mi è paruto a proposito mostrare il<br />

1<br />

Il titolo <strong>del</strong> capitolo 37 di Neri è: Modo di calcinare il tartaro e unirlo con il Rosechiero che fa apparire i vaghi scherzi di molti colori<br />

con ondeggiamenti in essi, e gli da l’opaco come hanno de naturali orientali<br />

24


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

L’antimonio (antimonio)<br />

La preparazione <strong>del</strong>l’antimonio (ved. Figura 2), elemento<br />

importante sia nella primitiva tecnica di decolorazione<br />

<strong>del</strong> vetro per la sua azione ossidante sul<br />

ferro (sostituito poi dal biossido di manganese), sia<br />

soprattutto nella produzione di vetri opachi bianchi<br />

e gialli (per formazione di antimoniato di calcio o<br />

di antimoniato di piombo), deriva dalla probabile<br />

difficoltà ad usare il solfuro di antimonio (stibina),<br />

cioè il minerale più diffuso in natura. I vetrai veneziani<br />

“bruciavano” il solfuro di antimonio prima<br />

<strong>del</strong>l’inserimento nella ricetta (vedi Moretti e Hremodo<br />

più esquisito e chimico, acciò i periti e curiosi<br />

possino fare da loro ogni cosa e più perfetta e con<br />

minore spesa, perché non è dubbio alcuno che in<br />

questa arte quando le materie sono bene preparate<br />

e che i colori dei metalli sono bene aperti e separati<br />

dalla loro impurità e terrestreità, quali per ordinario<br />

impediscono l’ingresso di loro tinture nel vetro e<br />

la loro unio ne per minima, all’hora tingono il vetro<br />

di colori vivi splendenti e va ghi, che di gran lunga<br />

sempre avanzano quelli che volgarmente e ordinariamente<br />

si fanno nelle fornace.<br />

Bisogna tenere presente che l’industria chimica in<br />

grado di fornire prodotti chimicamente definiti e di<br />

composizione costante nel tempo si sviluppa solo<br />

nel 19° secolo; in precedenza i materiali utilizzati<br />

erano prodotti naturali di composizione variabile e<br />

con diversi gradi di impurezze e/o inquinanti che<br />

potevano mettere in discussione la bontà dei risultati<br />

e che quindi dovevano essere sottoposti ad un<br />

procedimento di purificazione, come dice appunto il<br />

Neri nella nota qui riportata. Non solo, alcuni prodotti<br />

dovevano essere ricavati da altri con un processo<br />

chimico artigianale (calcinazione, dissoluzione,<br />

distillazione, concentrazione, precipitazione ecc.),<br />

spesso di derivazione alchemica.<br />

La derivazione alchemica è particolarmente intuibile<br />

nelle procedure spesso complicate (forse più<br />

complicate <strong>del</strong> necessario) e ripetitive illustrate da<br />

Antonio Neri, che alchimista in effetti lo era.<br />

In questa prima parte <strong>del</strong> lavoro si cerca di mettere<br />

in evidenza i processi principali citati nelle ricette<br />

(e i dubbi che si pongono in alcuni casi). Lo scopo<br />

è quello di dare una panoramica sintetica dei vari<br />

procedimenti, raggruppati per materiale e per tecnologia<br />

simile. È stato costruito inoltre il quadro sinottico<br />

che segue questa panoramica per facilitare<br />

la comprensione dei processi e permettere dei più<br />

agevoli confronti.<br />

Nella seconda parte <strong>del</strong> lavoro, i commenti di dettaglio<br />

sulle ricette integralmente trascritte sono riportati<br />

nelle note alle trascrizioni.<br />

Descrizione dei procedimenti<br />

La preparazione degli acidi<br />

(aqua forte e aqua regia)<br />

Per l’acqua forte o acido nitrico (ved. Figura 1) la<br />

prescrizione prevede il trattamento <strong>del</strong> salnitro con<br />

allume di rocca oppure vetriolo romano (entrambi<br />

sono dei solfati) con la misteriosa aggiunta di un’oncia<br />

per libbra di arsenico cristallino; la reazione avviene<br />

in fase solida, entro bocce di vetro (storte) ben<br />

lutate, con sviluppo di vapori di ossidi di azoto di<br />

colore rossastro, che dovrebbero poi sciogliersi in<br />

acqua (in un recipiente collegato) a formare l’acido<br />

nitrico. La ricetta di Neri, mentre è molto dettagliata<br />

sul modo di lutare le giunture <strong>del</strong>la storta, ad evitare<br />

la fuoriuscita dei gas di azoto, non dà spiegazioni<br />

dettagliate su come i gas vengano a contatto con<br />

l’acqua, né è chiara la funzione <strong>del</strong>l’arsenico cristallino<br />

che a suo dire è materia segreta e non ordinaria<br />

che oltre a dare più forza a l’acqua aiuta a cavare<br />

meglio gli spiriti dei materiali.<br />

L’acqua regia, di cui tratta ancora Neri, ricetta ripetuta<br />

anche da Brunoro, viene fatta aggiungendo <strong>del</strong><br />

cloruro ammonico all’acqua forte, formando quindi<br />

una miscela di acido nitrico e acido cloridrico.<br />

L’acetato di piombo (anima di Saturno)<br />

Si forma per trattamento <strong>del</strong> litargirio o <strong>del</strong>la biacca<br />

con acido acetico. L’acetato idrato di piombo,<br />

bianco (Zucchero di Saturno) viene poi calcinato<br />

e si ottiene una variante (probabilmente nella forma<br />

cristallina) di minio (Zolfo o Rosso di Saturno),<br />

sempre di colore rosso come il cinabro. In alcune<br />

ricette si suggerisce di non utilizzare questa variante<br />

di minio ottenuto partendo dalla biacca, per motivi<br />

non chiari.<br />

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4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Fig. 1: Distillazione nella preparazione <strong>del</strong>l’acqua forte (acido Nitrico). Immagine tratta da pag. 442 (Libro X) di<br />

Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950<br />

26<br />

Fig. 2: Processo di distillazione per separare il mercurio (quick silver) dalla ganga, tratta da pag. 427 (Libro IX) di<br />

Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

glich 1984 e 2005). Una soluzione, precedente in<br />

ordine di tempo e originale in quanto non citata in<br />

altri ricettari, è quella indicata nella ricetta 22 <strong>del</strong><br />

Brunoro, che consiste nel calcinare il solfuro di antimonio<br />

misto a cloruro ammonico e tartaro per ottenere,<br />

probabilmente, in superficie un sale di antimonio<br />

di colore giallo (probabilmente antimoniuro di<br />

potassio) che viene usato come colorante <strong>del</strong> vetro,<br />

mentre sotto la superficie si formerebbe <strong>del</strong> tartaro<br />

emetico (tartrato potassico e antimonile) da utilizzare<br />

in medicina.<br />

L’argento e la medicina per il calcedonio<br />

(argento calcinato)<br />

Le tecniche per il trattamento <strong>del</strong>l’argento metallico<br />

onde renderlo “calcinato” o come sale, cioè in forma<br />

più solubile nel vetro, sono tra i capitoli più ampiamente<br />

trattati nei ricettari. L’argento è fondamentale<br />

per la produzione <strong>del</strong> vetro calcedonio, probabile<br />

invenzione di Anzolo Barovier (metà <strong>del</strong> 15° secolo),<br />

un vetro tuttora molto ricercato ma di difficile<br />

produzione. Le ricette che parlano <strong>del</strong> trattamento<br />

<strong>del</strong>l’argento sono una quindicina e le tecniche sono<br />

molto varie e presentano un notevole interesse dal<br />

punto di vista chimico: la più semplice consiste nella<br />

dissoluzione <strong>del</strong> metallo in acqua forte con aggiunta<br />

poi di sale comune o di acqua di mare così<br />

da far precipitare il cloruro d’argento; altra tecnica,<br />

interessante, consiste nel mettere a contatto <strong>del</strong>la<br />

soluzione di nitrato d’argento una piastra di rame,<br />

sulla quale, per scambio cationico, si andranno a<br />

depositare fiocchi di argento colloidale. Altro modo<br />

consiste nel calcinare l’argento misto a zolfo (tecnica<br />

che ricorre come vedremo anche per altri metalli)<br />

con probabile formazione di solfuro d’argento.<br />

Ancora, si può calcinare una lega di argento e stagno<br />

con formazione di una calcina di ossido di stagno e<br />

d’argento, con il che si raggiungerebbe lo scopo di<br />

avere un composto di argento e stagno utile alla formazione<br />

<strong>del</strong> colore nel vetro.<br />

Infine si può fare una amalgama di argento in mercurio<br />

cui si aggiunge <strong>del</strong> sale comune, facendo poi<br />

evaporare il mercurio (ved. Figura 3) si otterrebbe<br />

ancora una volta il cloruro d’argento. Alcune di queste<br />

ricette sono rese ancora più complesse dall’inserimento<br />

anche di altri ossidi o elementi coloranti per<br />

aggiungere ulteriori tonalità cromatiche. La miscela<br />

risultante viene indicata come una “medicina” per<br />

fare appunto il calcedonio.<br />

Acciaio (azzal)<br />

Consiste nella ossidazione a caldo <strong>del</strong>l’acciaio per<br />

ottenere superficialmente un ossido di ferro che, ancora<br />

caldo, viene subito immerso in aceto (a quale<br />

scopo, non è chiaro).<br />

Azzurro (azuro)<br />

Con due tecniche diverse si prepara un colorante<br />

azzurro per il vetro, partendo dalla zaffera (ossido<br />

di cobalto misto a silice) che, trattata con olio di<br />

tartaro, viene calcinata. La seconda tecnica è meno<br />

chiara, in quanto non si capisce se viene trattata con<br />

sale comune direttamente la zaffera, oppure l’azzurro<br />

prima preparato.<br />

Azzurro come quello d’Alemagna<br />

Si tratta di fare una imitazione <strong>del</strong>l’azzurro d’Alemagna<br />

(azzurro <strong>del</strong>la Magna - carbonato basico di<br />

rame) calcinando o distillando mercurio misto a zolfo<br />

e a cloruro ammonico, senza comprendere cosa si<br />

possa ottenere.<br />

Cristallo di Rocca e ciottoli di quarzo<br />

(cogoli <strong>del</strong> Tesin)<br />

Il cristallo di rocca o di montagna, la roccia di quarzo<br />

(in alcune ricette indicata come pietra bianca o<br />

marmo bianco) e i ciottoli raccolti nell’alveo <strong>del</strong> fiume<br />

Ticino dovevano essere frantumati e trasformati<br />

in polvere sottile per poter essere usati come vetrificante<br />

nelle ricette, quindi venivano prima portati<br />

al calor rosso in apposito forno, poi versati in acqua<br />

fredda; si aveva una prima grossolana frantumazione,<br />

seguita dal trattamento in mortaio di porfido o di<br />

vetro. Il cristallo di rocca serviva come vetrificante<br />

soprattutto nella produzione dei vetri fatti per imitare<br />

le pietre dure (zoje false), mentre il quarzo dei<br />

ciottoli <strong>del</strong> fiume Ticino veniva utilizzato, per la sua<br />

purezza, per fare il vetro “cristallo”, vetro trasparente<br />

quasi incolore, sviluppato nella metà <strong>del</strong> XV<br />

secolo a Murano.<br />

Crocum ferri o Croco di Marte (ossido di ferro)<br />

Questa è una <strong>del</strong>le preparazioni più frequenti nei<br />

ricettari esaminati, ne sono state rinvenute una ventina.<br />

La tecnica consiste nel calcinare <strong>del</strong> ferro in<br />

lastra o in limature nel forno a riverbero (calchera)<br />

sino ad ossidazione <strong>del</strong>lo stesso. Le varianti di questa<br />

procedura consistono nel trattare prima la limatura<br />

con aceto o con acqua forte o con acqua regia e<br />

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4-<strong>2012</strong><br />

studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

nel calcinare il sale ottenuto per precipitazione dalla<br />

soluzione. Altra soluzione consiste nel calcinare la<br />

limatura di ferro o acciaio con zolfo (in un caso misto<br />

a sale comune) con aggiunta poi di aceto, o con<br />

immersione <strong>del</strong> calcinato caldo in aceto.<br />

Ferretto di Spagna e Ramina, gli ossidi di rame<br />

Numerose ricette si riferiscono alla preparazione <strong>del</strong><br />

cosiddetto “ferretto di Spagna”, altre invece alla “ramina”<br />

rossa o alla ramina di tre cotte (nera); sono<br />

una decina per tipo. Esaminando i titoli e il contenuto<br />

di queste ricette si evidenziano due interrogativi.<br />

Il primo è cosa si intendesse esattamente per Ferretto<br />

di Spagna, cioè se esso indicasse un ossidulo di<br />

rame di colore rosso o un ossido rameico di colore<br />

nero; in effetti M.P. Merrifield dà l’interpretazione<br />

che con tale nome si intendesse l’ossidulo rosso<br />

(vedi nota 92 nella trascrizione), di colore analogo<br />

alla Hematite, ossido di ferro (da cui l’ambiguità <strong>del</strong><br />

nome “ferretto” riferito all’ossido di rame).<br />

Il secondo quesito è di capire perché certe volte<br />

l’ossido di rame viene chiamato ferretto di Spagna e<br />

altre ramina rossa o ramina di tre cotte; quindi non<br />

è chiaro in cosa consista la differenza tra ferretto e<br />

ramina.<br />

Le tecniche per fare il ferretto consistono nel calcinare<br />

rame in lamine sottili (in alcuni casi miste<br />

a zolfo o a vetriolo) in crogioletto o pentola coperti,<br />

quindi in carenza di ossigeno e con formazione<br />

quindi <strong>del</strong>l’ossidulo rosso; l’ossidulo poi, trattato<br />

con aceto, si trasformerebbe (con la licenza <strong>del</strong> dubbio)<br />

in ossido nero. In altra tecnica, se la calcinazione<br />

avviene in crogiolo aperto, con presenza di<br />

ossigeno, l’ossido nero formatosi verrebbe estinto<br />

ancora caldo in olio di lino per ridurlo ad ossidulo<br />

rosso.<br />

Le tecniche per fare la ramina rossa (Cu 2<br />

O) consistono<br />

ancora nel calcinare il rame ridotto in lamine<br />

sottili, a temperatura inferiore a quella di fusione<br />

(1083°C), in ambiente con carenza di ossigeno (ambiente<br />

chiuso, murato) e/o nel gettare l’ossido formatosi<br />

in aceto, così da mantenerlo in forma ridotta.<br />

La ramina di tre cotte, ossido rameico nero (CuO),<br />

viene ottenuta o dalla ramina rossa per ulteriore calcinazione<br />

in ambiente o contenitore aperto (tegami<br />

di terracotta) o direttamente dal metallo (in scaglie<br />

o lamine “grossette”) ossidato in ambiente aperto.<br />

Altra tecnica singolare, che ricorda quella citata per<br />

l’argento, consiste nello sciogliere il rame in acqua<br />

forte e nell’immergere poi nella soluzione una piastra<br />

di ferro; per scambio cationico si avrebbe deposito<br />

sul ferro di fiocchi di rame colloidale.<br />

Manganese<br />

Il manganese, posto in una cazza di ferro, viene arrostito<br />

sulla bocca <strong>del</strong> forno, quindi annaffiato ancora<br />

caldo con <strong>del</strong>l’aceto, lavato con acqua ed essiccato.<br />

Si segnala anche la preparazione di un composto<br />

colorante (da aggiungere alla miscela vetrificabile)<br />

ottenuto dalla fusione di una miscela di manganese,<br />

sale di vetro e sale di tartaro, che sarebbe quindi costituito<br />

da un manganato di sodio e potassio.<br />

Metalli<br />

In una ricetta <strong>del</strong> Montpellier si indica che si possono<br />

calcinare i metalli ferro, rame, argento e oro, con<br />

l’aggiunta di solfuro di arsenico (orpimento), in un<br />

vaso di vetro posto nella cenere.<br />

In altra ricetta, l’oro in foglia, messo in crogiolo<br />

coperto, alternato a sale comune, viene calcinato in<br />

forno a riverbero: si ottiene oro frangibile da usare<br />

assieme all’argento per fare il rubino all’oro.<br />

L’ottone, lega di rame, zinco e stagno, diversamente<br />

chiamato Orpello, Tremolante o Canterello a seconda<br />

<strong>del</strong>lo spessore <strong>del</strong>le lamelle, posto in crogioletti<br />

coperti viene calcinato a formare una miscela di ossido<br />

di rame (CuO) e ossidi di zinco e stagno che<br />

danno al vetro un bel colore verde; se nel crogiolo si<br />

alternano anche strati di zolfo, sembrerebbe formarsi<br />

l’ossidulo (Cu 2<br />

O), sempre assieme agli ossidi di<br />

zinco e stagno, utilizzato per i vetri rossi trasparenti,<br />

i gialli e il calcedonio.<br />

Piombo (Litargirio e Minio)<br />

Il litargirio o monossido di piombo (PbO) di colore<br />

giallo si ottiene calcinando il piombo metallico portato<br />

a temperatura di fusione (327°C) in fornello; il<br />

minio o tetrossido di piombo (Pb 3<br />

O 4<br />

) di colore rosso<br />

si otteneva invece calcinando la biacca (carbonato<br />

basico di piombo) mista a sale comune. Nel precedente<br />

capitolo relativo all’anima di Saturno si è visto<br />

che il minio o Rosso di Saturno si otteneva, con un<br />

percorso più lungo, sempre dalla biacca, ma passando<br />

però prima attraverso la formazione <strong>del</strong>l’acetato<br />

di piombo, che poi veniva calcinato.<br />

Nella chimica industriale il minio viene ottenuto invece<br />

calcinando a temperatura più elevata (480°C)<br />

il litargirio.<br />

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4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Fig. 3: Processo di distillazione nella preparazione <strong>del</strong>l’antimonio o solfuro di antimonio, da pag. 429 (Libro IX) di<br />

Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950<br />

Fig. 4: Forno di arrostimento <strong>del</strong> minerale di stagno, da pag. 349 (Libro VIII) di Georgius Agricola, De Re Metallica,<br />

1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950<br />

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4-<strong>2012</strong><br />

studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Piombo e stagno (calcina di piombo stagno)<br />

Piombo e stagno metallici, in rapporti diversi a seconda<br />

<strong>del</strong> vetro da ottenere (lattimo e smalti o gialli<br />

allo stannato di piombo) vengono calcinati assieme<br />

in “fornello”; la “calcina” ottenuta viene ben lavata<br />

con acqua, il residuo dei metalli viene calcinato<br />

nuovamente sino a completa ossidazione con<br />

formazione di ossido stannico (SnO 2<br />

- cassiterite)<br />

e/o stannato di piombo (a seconda <strong>del</strong> rapporto tra<br />

piombo e stagno). Sono da sottolineare le indicazioni<br />

circa le origini <strong>del</strong> Piombo, che di solito proviene<br />

da Ragusa, mentre lo Stagno viene dalla Fiandra;<br />

in altre ricette si dice che si usa il peltro (splaiter)<br />

come fonte di piombo, e si definisce lo stagno come<br />

quello <strong>del</strong> canaletto o di restelo, definizioni riferite<br />

alle modalità di raccolta <strong>del</strong> metallo nel processo di<br />

riduzione dall’ossido.<br />

Stagno (calcina di stagno di colore beretin)<br />

Lo Stagno metallico messo in un contenitore a forma<br />

di elmo (posto sopra un treppiede) viene portato<br />

a fusione (231,85°C) per riscaldamento a legna, si<br />

forma una schiuma scura che macinata viene ulteriormente<br />

calcinata a formare l’ossido stannoso<br />

(SnO) di colore grigio (beretin) (ved. Figura 4).<br />

Precipitato da usare per il rosechiero<br />

Strana ricetta in base alla quale si preparerebbe un<br />

prodotto (riducente?) da usare per il vetro rosso trasparente;<br />

<strong>del</strong> mercurio viene sciolto in acqua forte<br />

particolare (contiene ad abundantiam anche vetriolo,<br />

allume di rocca e ulteriore salnitro), la soluzione<br />

viene poi calcinata sulla cenere per far evaporare il<br />

mercurio, senza comprendere cosa si possa ottenere.<br />

Sal alcali<br />

Il “sal alcali” è un prodotto non univocamente definito,<br />

in qualche caso esso corrisponde al “sale di<br />

soda”. In una ricetta <strong>del</strong>l’Anonimo, unica <strong>del</strong> suo<br />

genere, il sal alcali sarebbe invece un idrato di sodio<br />

o di potassio ottenuto trattando la cenere (sodica o<br />

potassica) con la calcina viva.<br />

Sale decrepitato, fusibile<br />

Due ricette <strong>del</strong> ricettario anonimo trattano di questo<br />

sale che si ottiene per trattamento <strong>del</strong> sale comune,<br />

prima “decrepitandolo”, cioè eliminando per riscaldamento<br />

le molecole d’acqua che i cristalli di cloruro<br />

sodico contengono e poi sciogliendolo in acqua;<br />

dalla soluzione riprecipita un sale <strong>del</strong>iquescente<br />

(“fusibile come cera”). Meccanismo chimicamente<br />

poco chiaro.<br />

Sale di Tartaro<br />

Se la lisciviazione <strong>del</strong>le ceneri sodiche (allume catina)<br />

trova una giustificazione nella eliminazione dei<br />

composti contenenti impurezze importanti di ferro e<br />

di composti organici, la lisciviazione <strong>del</strong> tartaro <strong>del</strong>le<br />

botti, dopo la sua calcinazione, ci sembra abbia<br />

meno significato in quanto tale prodotto contiene<br />

tenori molto limitati di ossido di ferro (0,07%); è<br />

comunque confermato da alcune ricette che il tartaro<br />

calcinato veniva lisciviato ottenendo un prodotto<br />

che veniva aggiunto direttamente alla cenere sodica<br />

oppure alla lisciva <strong>del</strong>la stessa per avere (secondo<br />

l’opinione di Neri) un fondente più abbondante e di<br />

qualità migliore.<br />

Sale di vetro o cenere lisciviata (bollito)<br />

La lisciviazione <strong>del</strong>le ceneri (allume catina o polverino<br />

e barilla di Alicante) serviva ad avere un<br />

fondente esente da impurezze di ferro e composti<br />

organici che davano un colore non gradito al vetro.<br />

La cenere, pestata sottile in mortaio di pietra con pestello<br />

di legno e setacciata, veniva sciolta in acqua e<br />

bollita in caldaia ben stagnata, per farne lisciva; eliminato<br />

l’insoluto, questa veniva poi concentrata per<br />

far precipitare il sale (carbonato sodico) che veniva<br />

poi asciugato in tegami non vetrificati (ved. Figure<br />

5 e 6).<br />

Con la stessa tecnica venivano lisciviate le ceneri di<br />

altri arbusti quali la felce, i gusci e le gambe di fave,<br />

i cavoli, i rovi, la saggina, i giunchi e le cannucce di<br />

laguna, la borràgine; si otteneva un fondente a base<br />

soprattutto potassica. Neri giudica che, ad esempio<br />

con la felce, si poteva ottenere un fondente che dava<br />

un vetro cristallo più dolce <strong>del</strong>l’ordinario.<br />

Soda da vetro<br />

La cenere di felce viene fusa e fatta colare, serve<br />

come fondente.<br />

Tartaro <strong>del</strong>le botti (feccia di vino, gripola)<br />

Il tartaro <strong>del</strong>le botti di vino rosso posto in forno a<br />

riverbero o in pentole di terracotta, sopra i carboni<br />

accesi, viene fatto bruciare sino a che non fuma più<br />

(con l’attenzione di non spingere la calcinazione oltre<br />

un certo punto): il tartaro deve restare nero per<br />

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4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Fig. 5: La preparazione <strong>del</strong>la soda, da pag. 561 (Libro XII) di Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover,<br />

L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950<br />

Fig. 6: Bollitura di soluzioni saline sfruttando sorgenti naturali di vapori caldi, da pag. 555 (Libro XII) di Georgius<br />

Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950<br />

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4-<strong>2012</strong><br />

studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

dei residui carboniosi, non deve diventare bianco.<br />

Con ciò mantiene la funzione riducente utile nella<br />

produzione di vetri come i rossi al rame o per fare i<br />

gialli ambra.<br />

Verderame<br />

Il Verderame, o Verdigris, acetato basico di rame, si<br />

ottiene trattando rame in foglie sottili con sale ammonico<br />

e aceto; oppure trattando lastre di rame con<br />

vapori di aceto o ancora con i vapori che si sviluppano<br />

dalla fermentazione <strong>del</strong> letame. Il Verderame<br />

viene citato nella ricetta 65 <strong>del</strong>l’Anonimo per fare il<br />

ferretto di Spagna.<br />

Vetriolo<br />

Vetriolo romano purificato per dissoluzione e ricristallizzazione<br />

viene usato per fare, assieme al salnitro,<br />

un’acqua forte “potentissima”.<br />

Vetriolo di Venere si ottiene calcinando in crogioletto<br />

lamine di rame alternate a zolfo; sciolto in acqua<br />

il vetriolo ottenuto lo si fa ricristallizzare, usando<br />

le feccie nere (costituite probabilmente da ossido di<br />

rame) mescolate a <strong>del</strong>la zaffera per colorare il vetro<br />

in “acquamarina meravigliosa”.<br />

Zaffera<br />

La zaffera era costituita da ossido di Cobalto diluito,<br />

in varie proporzioni, con sabbia silicea. L’ossido<br />

puro veniva lisciviato più volte con acqua contenente<br />

sale comune oppure veniva calcinato nell’era o<br />

nel forno stesso e raffreddato poi con aceto.<br />

Zolfo, solfare<br />

Lo zolfo veniva trattato con una lisciva di soda oppure<br />

lisciva di calcina e cenere di faggio per purificarlo<br />

e ottenere lo zolfo fisso (concentrato) e/o<br />

bianco, non combustibile (utilizzato per fare il rosechiero).<br />

Con altra tecnica si trattano i fiori di zolfo in olio<br />

comune e poi si aggiunge aceto fortissimo che fa<br />

precipitare lo zolfo fisso (usato sempre per il rosechiero).<br />

Considerazioni finali<br />

Considerando le diverse tecnologie chimiche utilizzate<br />

dai vetrai nel trattare o preparare i loro materiali,<br />

che abbiamo qui sinteticamente riassunto, dobbiamo<br />

notare che alcune metodiche si ripetono con<br />

una certa frequenza.<br />

Ad esempio, l’operazione di calcinare un metallo<br />

misto a zolfo è indicata per l’argento, il mercurio<br />

(nella preparazione <strong>del</strong>l’azzurro come quello di Alemagna),<br />

l’acciaio e il ferro, il rame (per fare il ferretto<br />

di Spagna e il Vetriolo di Venere) e l’ottone (per<br />

fare l’ossidulo di rame).<br />

Altra tecnica di uso frequente è il raffreddamento<br />

(spegnimento, immersione) dei calcinati in aceto,<br />

così per la limatura di acciaio (nel fare il Crocum<br />

ferri), il manganese e la zaffera; l’aceto serve anche<br />

a dei lavaggi, come nel caso <strong>del</strong>la limatura di ferro<br />

lavata prima o dopo la calcinazione. L’aceto ricorre<br />

inoltre in molti trattamenti, come nella formazione<br />

<strong>del</strong>l’Anima di Saturno per attacco <strong>del</strong> Litargirio,<br />

<strong>del</strong>la Biacca o <strong>del</strong> Ferretto di Spagna e per formare<br />

il Verderame per attacco sul rame metallico; ancora<br />

aceto troviamo nel trattamento dei fiori di zolfo<br />

bolliti in olio comune per farne precipitare lo zolfo<br />

fisso.<br />

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4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

Dell’utilizzo <strong>del</strong>lo scambio cationico tra una soluzione<br />

di un sale e un metallo, abbiamo già messo<br />

in evidenza la particolarità che ricorre sia nel caso<br />

<strong>del</strong>l’argento (piastra di rame a contatto con una soluzione<br />

di nitrato d’argento), sia nel caso <strong>del</strong> rame<br />

(piastra di ferro a contatto con una soluzione di<br />

nitrato di rame); si ha passaggio <strong>del</strong> metallo dalla<br />

soluzione alla piastra con deposito di fiocchi colloidali<br />

utilizzabili nella ricetta vetrificabile meglio <strong>del</strong><br />

metallo, in quanto più solubili o di più facile dispersione.<br />

Altra particolarità che è stata già segnalata, riguarda<br />

la calcinazione <strong>del</strong> solfuro di antimonio con tartaro<br />

e cloruro ammonico; l’ipotesi sui prodotti ottenuti<br />

in tale reazione non è stata verificata praticamente,<br />

ed è quindi è da prendere con riserva.<br />

In conclusione, le reazioni chimiche che risultano<br />

evidenziate nelle prescrizioni presenti nei ricettari<br />

vetrari sono molto interessanti, in quanto danno una<br />

idea <strong>del</strong>la chimica così come praticata nei secoli dal<br />

14° al 17°, in una fase di passaggio dall’alchimia<br />

alla chimica a fini produttivi; sarebbe auspicabile e<br />

utile effettuare una verifica con analoghe prescrizioni<br />

presenti in ricettari relativi ad altri settori.<br />

Resta un senso di ammirazione per i nostri antenati<br />

vetrai, che per avere il materiale vetro necessario<br />

alla lavorazione manuale dovevano prima prepararsi<br />

le sostanze da inserire nella composizione vetrificabile,<br />

sommando quindi insieme una capacità di<br />

manipolazione plastica <strong>del</strong> vetro ad una conoscenza,<br />

per quanto necessario, dei processi chimici.<br />

QUADRO SINOTTICO<br />

DEI PROCEDIMENTI<br />

Acqua forte<br />

Acido Nitrico (per sciogliere l’Argento e il Mercurio)<br />

a) Salnitro + allume di rocca o vetriolo romano + Arsenico<br />

cristallino ( Neri 38)<br />

Acqua regia<br />

Acido Nitrico e Acido Cloridrico (per sciogliere l’oro e i metalli<br />

nobili)<br />

a) Acqua forte + sale ammonico a più riprese, eliminando<br />

la “terrestreità” insoluta (Neri 40, Brunoro 11)<br />

Anima di Saturno<br />

Acetato di piombo (in alternativa al minio per fare gli smalti)<br />

a) Litargirio + Aceto distillato, precipita l’acetato di<br />

piombo lattiginoso (Neri123, Brunoro 21)<br />

b) Biacca (cerussa) + Aceto distillato (si forma sale o<br />

zucchero di Saturno cioè l’acetato idrato di piombo, bianco,<br />

che viene poi calcinato a formare lo Zolfo o rosso di<br />

Saturno cioè una variante di Minio di colore rosso come il<br />

cinabro (Neri 91, Brunoro 93)<br />

Antimonio<br />

Antimoniuro di potassio e tartaro emetico (?) – colorante giallo<br />

e medicina<br />

a) Sale ammonico + tartaro + antimonio solfuro + calcinazione<br />

(Brunoro 22)<br />

Argento calcinato:<br />

a) Dissoluzione in acqua forte e aggiunta sale comune<br />

o acqua di mare con formazione di cloruro d’argento<br />

(Montpellier 65, Darduin 99)<br />

b) Dissoluzione in acqua forte e scambio cationico con<br />

<strong>del</strong> rame metallico con sviluppo di fiocchi di argento colloidale<br />

sul rame stesso (Brunoro 1)<br />

c) Calcinazione <strong>del</strong>l’argento misto a zolfo - aggiunta al<br />

calcinato di Bolo Armeno, Cinabro e ossido di rame, per<br />

avere la “medicina” per fare il calcedonio (Montpellier 78,<br />

Brunoro 176, Anonimo 15)<br />

d) Calcinazione di una lega tra argento e stagno fusi assieme<br />

(Brunoro 51)<br />

e) Calcinazione <strong>del</strong>l’amalgama di argento e mercurio,<br />

mista a sale comune, sino ad evaporazione <strong>del</strong> mercurio;<br />

si aggiunge poi cloruro di mercurio, sale ammonico, cinabro<br />

e zolfo sempre per preparare la “medicina” per il<br />

calcedonio (Brunoro 178, Montpellier 91, Anonimo 105)<br />

f) Dissoluzione <strong>del</strong>l’argento e, a parte, di mercurio in<br />

acqua forte; riunite le soluzioni, si aggiungono altri coloranti<br />

come la zaffera, il manganese, il ferretto di Spagna,<br />

il Croco di Marte, l’ossido di rame, lo smalto azzurro, il<br />

cantarello, il vetriolo ecc. sempre per fare il calcedonio<br />

(Neri 42, Neri 43, Neri 44) (Brunoro 54)<br />

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4-<strong>2012</strong><br />

studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Azzal (acciaio)<br />

a) Calcinazione di una barra di acciaio, raffreddata,<br />

spenta, in aceto<br />

Azzurro<br />

a) Zaffera in olio di tartaro, seccata al fuoco (Montpellier<br />

31)<br />

b) Azzurro (o zaffera?) trattato con sale comune<br />

Azzurro come quello d’Alemagna<br />

c) Calcinazione (o distillazione) di Argento vivo + fiori<br />

di zolfo + sale ammonico (Neri 111, Brunoro 23)<br />

Cristallo di Rocca e ciottoli di quarzo<br />

a) Si calcina il Cristallo di Rocca (di Montagna) in crogiolo<br />

coperto, quando caldo lo si getta in acqua fredda<br />

per fare una prima frantumazione, macinazione da continuare<br />

poi su porfido o su mortaio di vetro (Brunoro 14).<br />

In Brunoro 15, per un probabile errore di trascrizione, si<br />

asserisce di gettare il Cristallo di Rocca infuocato nell’acqua<br />

regia<br />

b) Pietra bianca o marmo bianco cioè ciottoli di quarzo<br />

o cristallo di rocca o montagna, scaldata al calor rosso in<br />

fornetto, viene gettata in acqua per frantumarla grossolanamente<br />

(Primo Tratt. Toscano 31, Secondo Tratt. Toscano<br />

25, Terzo Tratt. Toscano 10), granuli ridotti a polvere<br />

sottile su mola di porfido (Terzo Tratt. Toscano 10)<br />

Crocum ferri o Croco di Marte<br />

(ossido di ferro)<br />

a) Lastre di ferro messe nella calchera (forno a riverbero)<br />

per almeno 24 ore, si forma ossido superficiale (Secondo<br />

Tratt. Toscano 7 e 26)<br />

b) Limatura di ferro trattata con acqua forte (acido nitrico),<br />

si evapora la soluzione e si calcina il precipitato in<br />

forno a riverbero (Secondo Tratt. Toscano 37) (Neri 18)<br />

c) Limatura di ferro trattata con acqua regia, segue evaporazione<br />

(Neri 19) (Brunoro 10 e 282)<br />

d) Limatura di ferro lavata con aceto forte, viene poi calcinata<br />

in forno di riverbero (Secondo Tratt. Toscano 38)<br />

(Brunoro 7) (Neri 17 e Brunoro 121 fanno solo il trattamento<br />

con aceto senza la calcinazione)<br />

e) Limatura di ferro o acciaio mista a zolfo, calcinata<br />

in tegame non vetrificato, aggiungendo poi aceto (Terzo<br />

Tratt. Toscano 6)<br />

f) Limatura di acciaio calcinata (Montpellier 55) e gettata<br />

in aceto (Anonimo 95, Darduin 108)<br />

g) Ferrugine pesto misto a sale comune e zolfo, impastato<br />

con aceto a farne pani da calcinare in forno per 8 o 10<br />

giorni (Montpellier 58)<br />

h) Limatura di acciaio mista a zolfo, messa in crogiolo e<br />

calcinata in fornello e poi ricalcinata nell’era <strong>del</strong>la fornace<br />

(Neri 16) (Brunoro 18)<br />

i) Limatura di acciaio mista a zolfo, messa in crogiolo e<br />

calcinata e poi gettata in aceto (Anonimo 66)<br />

Ferretto di Spagna (ossido di rame)<br />

a) Si calcina il rame in pentola non vetrificata, coperta<br />

(quindi in carenza di ossigeno), si forma l’ossidulo “rosso<br />

come sangue” (o crocum di rame), che poi viene trattato<br />

con aceto col che si ottiene un ossido (nero o rosso?) che<br />

colora il vetro in verde (Terzo Tratt. Toscano 7)<br />

b) Si calcinano lamine sottili di rame miste a zolfo in<br />

crogioletti da orefici coperti, lutati, in forno a vento; si<br />

ottiene ossido di colore nericcio-rossiccio che dovrebbe<br />

essere ancora l’ossidulo (Neri 14) (Brunoro 283) (Brunoro<br />

4)<br />

c) Calcinazione di lamine sottili di rame miste a vetriolo<br />

(di Venere o Romano?) in crogiolo (aperto?) vicino<br />

all’occhio <strong>del</strong>la fornace; dovrebbe in questo caso formarsi<br />

l’ossido CuO ( Neri 15) (Brunoro 5)<br />

d) Calcinazione di lamine sottili di rame miste a zolfo<br />

in crogioletto in fornace, si forma ossido nero che, estinto<br />

in olio di lino, si trasforma in ossidulo Cu 2<br />

O rosso come<br />

sangue (Anonimo 64)<br />

e) Verderame (acetato di rame) o Ferretto di Spagna (ossido<br />

di rame) trattato con aceto, concentrata la soluzione<br />

precipitano i cristalli (lapilli) di acetato di rame (?) (Anonimo<br />

65)<br />

f) Calcinazione di lamine di rame tra due mattoni nel<br />

forno e poi si fa bollire in aceto l’ossido ottenuto (Anonimo<br />

96) (simile a Darduin 296)<br />

Manganese<br />

a) Manganese di Piemonte posto in cucchiaio (cassa) di<br />

ferro, arrostito nella bocca <strong>del</strong>la fornace poi sbruffato con<br />

aceto, lavato con acqua ed essiccato (Neri 13, Brunoro 9)<br />

b) Miscela colorante preparata (con calcinazione e fusione)<br />

con sale di cristallo, sale di tartaro e manganese,<br />

probabilmente si forma un manganato di sodio e di potassio<br />

(Brunoro 327)<br />

Metalli in genere<br />

a) Si calcina in vaso di vetro, messo nella cenere, un<br />

metallo ( ferro, rame, argento, oro) cui viene aggiunto<br />

<strong>del</strong>l’orpimento (solfuro di arsenico) (Montpellier 37) - ricetta<br />

confusa<br />

Oro<br />

a) Oro in foglia (ottenuto battendo dei ducati ) messo<br />

in crogiolo coperto, alternato a sale comune, calcinato in<br />

fuoco di riverbero; si ottiene oro calcinato frangibile da<br />

usare con l’argento per fare il rubino (?) (Darduin 98)<br />

Orpello, Tremolante, Cantarello<br />

(lega di rame, zinco e stagno)<br />

a) L’orpello o Tremolante tagliato in pezzetti e messo<br />

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4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

in crogioletto coperto e lutato a calcinare ma senza che<br />

fonda, si forma un ossido di rame (CuO o Cu 2<br />

O ?) misto<br />

ad ossido di zinco e stagno che dà al vetro un colore intermedio<br />

tra l’acqua marina e il colore <strong>del</strong> cielo (Neri 20)<br />

b) Il Cantarello tagliato in piccoli pezzi, messo in crogiolo<br />

a strati alterni con zolfo, calcinato, poi, pesto e<br />

setacciato, viene ricalcinato in tegame di terra coperto e<br />

forma l’ossidulo di rame misto a ossido di zinco e stagno,<br />

da usare per i vetri rossi trasparenti, i gialli e il calcedonio<br />

(Neri 21, Brunoro 6)<br />

Piombo (Litargirio e Minio)<br />

a) Piombo metallico portato a fusione (327°C) in fornello<br />

(?) si ossida a monossido di colore giallo (Litargirio)<br />

che viene estratto man mano (Neri 62, Brunoro 12)<br />

b) Biacca alternata a strati di sale comune purificato,<br />

calcinata per nove giorni, porta alla formazione <strong>del</strong> Minio<br />

di colore rosso come il cinabro (Montpellier 53)<br />

Piombo e stagno (calcina di piombo stagno)<br />

a) Piombo e Stagno metalli calcinati assieme in fornello,<br />

il calcinato viene lavato con acqua per ricuperare i residui<br />

metallici sottili da ricalcinare. Con la calcina, fritta<br />

di cristallo e tartaro si fa il vetro base o Materia per fare<br />

tutti gli smalti (Neri 93, Brunoro 13)<br />

b) Piombo e stagno metallici calcinati in gran fuoco,<br />

senza i lavaggi di cui sopra (Darduin 96 e 97)<br />

Precipitato (da usare per il rosechiero)<br />

a) Acqua forte, vetriolo romano, salnitro, allume di rocca,<br />

argento vivo, il tutto in beuta per sciogliere il mercurio,<br />

poi a caldo sulla cenere per calcinarlo e avere un<br />

additivo da usare per fare il rosso trasparente o rosechiero<br />

Ramina rossa e ramina di tre cotte<br />

(ossidi di rame)<br />

a) Lamine sottili di rame, calcinate, si forma l’ossido<br />

rosso che viene gettato in urina per raffreddarlo e mantenerlo<br />

in forma ridotta (Montpellier 77)<br />

b) Lamine sottili di rame, murate (in fornello o nell’era,<br />

ma a temperatura tale che non si abbia fusione <strong>del</strong> metallo)<br />

quindi messe in ambiente con carenza di ossigeno, si<br />

ha formazione <strong>del</strong>l’ossidulo rosso (Neri 24) (Brunoro 16)<br />

c) La ramina rossa o di prima cotta (ossidulo), messa<br />

su tegami di terracotta, viene ulteriormente calcinata in<br />

fornello o nell’era, per trasformarla nell’ossido rameico o<br />

di terza cotta di colore nero (Neri 25)<br />

d) Scaglie di rame, prodotte dai calderai nel battere il<br />

rame, vengono lavate con acqua e poste in tegami di terra<br />

cotta nell’era <strong>del</strong> forno; si forma direttamente l’ossido<br />

nero (quindi senza passare attraverso l’ossido rosso) (Neri<br />

28) (Brunoro 3)<br />

e) Lamine “grossette” di rame poste nel fornello ad alta<br />

temperatura si ossidano superficialmente; l’ossido viene<br />

tirato via, pestato e setacciato e ricalcinato (non è chiaro<br />

se ricalcina l’ossido o la lamina cui ha tolto l’ossido superficiale)<br />

(Darduin 102)<br />

f) Procedimento diverso, si scioglie il rame in acqua<br />

forte, poi si immerge nella soluzione una piastra di ferro,<br />

si ha scambio cationico tra rame e ferro, con deposito di<br />

rame colloidale, polverulento (Brunoro 2)<br />

Sal alcali<br />

a) Cenere + calcina viva (ossido di calcio), si fa lisciva e<br />

si ottiene probabilmente <strong>del</strong>l’idrato sodico<br />

Sal decrepitato, fusibile, preparato<br />

a) Si scioglie <strong>del</strong> sale comune in acqua e si fa bollire<br />

sino a precipitazione <strong>del</strong> sale; si ripete più volte e si ottiene<br />

<strong>del</strong> sale fusibile come cera (cioè <strong>del</strong>iquescente) (Terzo<br />

Tratt. Toscano 58)<br />

b) Variante <strong>del</strong>la precedente, in quanto il sale viene prima<br />

scaldato a secco (finchè scoppietta, per togliergli quindi<br />

la decrepitazione, cioè far uscire l’acqua madre contenuta<br />

nei cristalli); seguono poi ripetute dissoluzione in<br />

acqua e riprecipitazioni. Si ottiene un sale <strong>del</strong>iquescente,<br />

fusibile come cera (Anonimo 68)<br />

c) Sale comune trattato con calce viva, si calcina la miscela<br />

e poi si scioglie in acqua, si filtra, si raffredda e si fa<br />

precipitare; il prodotto ottenuto dovrebbe essere l’idrato<br />

sodico che però viene chiamato ancora, come nei due casi<br />

precedenti, sale fusibile (Anonimo 70)<br />

Sal di tartaro<br />

a) Tartaro <strong>del</strong>le botti di vino rosso, calcinato senza che<br />

divenga bianco, in “pignata” di terra tra carboni accesi o<br />

nel fornello, sciolto in acqua e fatta lisciva, che filtrata,<br />

viene poi concentrata così che precipiti il sale di tartaro;<br />

l’operazione si ripete più volte sino ad ottenere un sale<br />

bianchissimo che verrà aggiunto in proporzione <strong>del</strong> 10%<br />

alla cenere sodica (al polverino di allume catina oppure<br />

alla Barilla, soda di Alicante) per fare un Cristallo fino<br />

(Brunoro 24, Neri 11)<br />

Sale di vetro o cenere lisciviata<br />

a) Le cenere sodica (precisata come Polverino o Barilla<br />

di Alicante, nel Neri) viene pestata sottile in mortaio<br />

di pietra, con pestello di legno (per non inquinarla con<br />

mortai di metallo), viene poi setacciata e sciolta in acqua<br />

e bollita in caldaia ben stagnata, per farne lisciva (mescolando<br />

sempre con mestolo non metallico, di legno);<br />

si filtra e si elimina l’insoluto. Sono previste aggiunte di<br />

tartaro per migliorare la qualità e quantità <strong>del</strong> sale ottenuto.<br />

La lisciva viene poi concentrata per far precipitare<br />

il sale, che viene tolto man mano e messo ad asciugare in<br />

tegami non vetrificati (Terzo Tratt.Toscano 1 e 2) (Neri 1)<br />

(Anonimo 1 e 103) (Brunoro 54)<br />

b) Cenere di felce viene lisciviata come quella sodica,<br />

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4-<strong>2012</strong><br />

studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

darà un sale fondente potassico che Neri dice produrre un<br />

vetro Cristallo più dolce <strong>del</strong>l’ordinario; aggiunge anche<br />

che, non mettendoci il tartaro come nelle precedenti ricette,<br />

se ne può fare un vetro di colore giallo dorato splendido<br />

(Neri 5)<br />

c) Cenere di diversi arbusti (gusci e gambe di fave, cavoli,<br />

rovi, saggina, giunchi e cannucce di laguna) lisciviata<br />

dà luogo a un sale fondente (a base potassica) (Neri<br />

6) (Brunoro 109)<br />

d) Cenere di borrana (borràgine) lisciviata dà egualmente<br />

un sale per farne fondente, in questo caso ne fa pani<br />

da fritta con aggiunta di quarzo e limatura d’ottone per<br />

ottenere un vetro <strong>del</strong> colore rosso <strong>del</strong>la lacca (Primo Tratt.<br />

Toscano 36)<br />

e) Con il sale <strong>del</strong>la calcina (che serve forse per legare i<br />

mattoni dei muri o per l’intonaco) costituito probabilmente<br />

da carbonato di calcio mescolato al sale di polverino in<br />

proporzione <strong>del</strong> 2%, si ottiene un fondente che darà <strong>del</strong><br />

vetro comune o <strong>del</strong> cristallino o <strong>del</strong> cristallo assai “vago<br />

e bello” (Neri 7)<br />

Soda da vetro<br />

a) Cenere di felce fusa in crogiolo, viene fatta colare da un<br />

pertugio e usata come fondente (Primo Tratt.Toscano 34)<br />

Solfere fisso (vedi zolfo)<br />

Stagno (calcina di stagno)<br />

a) Stagno metallico messo in un catino metallico a forma<br />

di elmo, viene scaldato all’aperto per calcinare e ricalcinare<br />

lo stagno a ossido stannoso (finchè diventa grigio<br />

ovvero beretin) (Darduin 100)<br />

Tartaro<br />

a) Tartaro <strong>del</strong>le botti (feccia di vino - gripola) viene posta<br />

in forno a riverbero (calchera) ben caldo si lascia ardere<br />

(calcinare) sino che diventa nero - serve per fare il vetro<br />

giallo ambra (Secondo Tratt. Toscano 8 e 27)<br />

b) Il tartaro di vino rosso, in pezzi, non la polvere, messo<br />

in pignatte di terra nuove tra i carboni accesi, si fa bruciare<br />

sino a quando non fuma più (Neri 41, Brunoro 17,<br />

Darduin 102). Del tartaro calcinato se ne aggiunge dieci<br />

libbre per caldaia alla lisciva di cenere per fare il cristallo<br />

(Brunoro 8)<br />

Verderame<br />

a) Rame in foglia sottile, tagliato a piccoli pezzi, oppure<br />

limatura di rame viene mescolato a sale ammonico (come<br />

cimentazione) e trattato quindi con aceto, per 11 giorni<br />

(Secondo Tratt. Toscano 44)<br />

b) In alternativa si copre un vaso contenente aceto e orzo<br />

con una lamina di rame, posto il tutto al sole, in pochi<br />

giorni si formerà sulla lastra il verderame o acetato di<br />

rame (Secondo Tratt. Toscano 44)<br />

c) Una lastra di rame posta in una olla, messa ben chiusa<br />

sotto il letame, viene attaccata dai vapori corrosivi (ossido<br />

di azoto, ammoniaca ecc.) che si sviluppano dal letame<br />

stesso (Darduin 109)<br />

Vetriolo<br />

a) Si purifica il vetriolo romano (solfato di ferro) per<br />

eliminarne le feccie gialline (zolfo?) e fare ricristallizzare<br />

il solfato in lapilli, che si userà per fare, col salnitro, l’acqua<br />

forte (Neri 39)<br />

b) Si calcinano in crogioletto lamine di rame alternate<br />

a zolfo; si ha formazione di vetriolo di Venere (solfato di<br />

rame) o ossido di rame (?) (Neri 31 e 131 e 132) che si<br />

scioglie in acqua e si fanno precipitare i lapilli (cristalli)<br />

(Neri 133). Le fecce di colore nero (ossido di rame?) mescolate<br />

a zaffera servono per fare una acquamarina meravigliosa.<br />

Ricette tutte confuse, poco chiare.<br />

Zaffera<br />

a) La zaffera, ossido di cobalto (in questo caso puro,<br />

non miscelato a sabbia silicea), viene lisciviata per tre<br />

volte con acqua contenente sale comune (Primo Tratt. Toscano<br />

25)<br />

b) Si calcina la zaffera (anche in questa ricetta l’ossido<br />

di cobalto sembra puro) prima in tegami di terra, entro la<br />

camera <strong>del</strong> forno (nell’era?) e poi, posta in un cazza di<br />

ferro, entro al forno, raffreddandola quindi con getti di<br />

aceto; poi macinata e lavata con acqua (Neri 12, Brunoro<br />

19)<br />

c) Si calcina la zaffera nella calchera (forno a riverbero)<br />

con un calo in peso <strong>del</strong> 16% (Darduin 209)<br />

Zolfo, solfare<br />

a) Si tratta lo zolfo con una lisciva di soda per purificarlo<br />

e ottenere lo zolfo “fisso” (concentrato, depurato,<br />

buono per fare il rosechiero)<br />

b) Si bollono i fiori di zolfo in olio comune per un’ora,<br />

poi si aggiunge aceto fortissimo che fa precipitare lo zolfo<br />

fisso (utile sempre per il rosechiero) (Neri 126, Brunoro<br />

20)<br />

c) In una lisciva di calcina (?) e cenere di faggio si fa<br />

bollire lo zolfo, che diventa bianco e non combustibile (?),<br />

fisso utile per fare il rosechiero (rosso al rame usato negli<br />

smalti su oro) (Neri 130)<br />

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4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

GLOSSARIO<br />

Delle materie citate nelle ricette<br />

(Versione 8 giugno 2006)<br />

Acciale: acciaio<br />

Aceto distillato: aceto di vino, distillato<br />

Acqua forte: acido nitrico misto ad acido solforico (?)<br />

Acqua regia: acido nitrico misto ad acido cloridrico<br />

Acqua salsa: acqua di mare<br />

Allume di rocca, allume di rocho: kalinite, solfato idrato di<br />

alluminio e potassio<br />

Amalgama: amalgama tra mercurio e metalli nobili (argento, oro)<br />

Anima di Saturno: acetato neutro di piombo ottenuto per trattamento<br />

<strong>del</strong> Litargirio con aceto<br />

Antimonio: antimonio ossido o solfuro<br />

Antimonio crudo: antimonio solfuro, stibina<br />

Argento fino: argento ad alto titolo<br />

Argento vivo: mercurio<br />

Arsenico cristallino: triossido di arsenico As 2<br />

O 3<br />

Arzento di coppella: argento ottenuto da fusione ossidante di<br />

una lega piombo argento in un forno a riverbero detto coppella<br />

Arzento sulimado: argento vivo sublimato, sublimato corrosivo,<br />

cloruro di mercurio HgCl 2<br />

Azzal (limadura): acciaio<br />

Azzurro d’Alemagna (azuro <strong>del</strong>la Magna): carbonato basico<br />

di rame<br />

Azzurro oltremarino: azzurro di Berlino, il più bello e puro<br />

colore azzurro <strong>del</strong>l’antichità (civiltà mesopotamiche, Egitto),<br />

si otteneva macinando la pietra preziosa lapislazzuli<br />

Biacca, sbiacca: carbonato basico di piombo<br />

Calcina: calcina di piombo, calcina di stagno, calcina di piombo<br />

stagno, è il risultato <strong>del</strong>l’ossidazione a caldo dei metalli<br />

piombo e stagno da soli o mescolati assieme. Nella calcina di<br />

piombo-stagno si ha presenza di stannato di piombo mescolato<br />

a biossido di stagno (cassiterite). La calcina di piombo stagno<br />

serviva alla produzione dei vetri opachi bianchi (lattimo)<br />

e gialli (anime)<br />

Canterello: detto anche orpello, tremolante, ottone (lega di<br />

rame e zinco) in fogli sottili<br />

Capo morto di vetriolo: residuo che rimane nel fondo dei recipienti<br />

in cui si è fatta la distillazione <strong>del</strong> vetriolo, costituito da<br />

ossido di ferro<br />

Cenaprio, cinabro: solfuro di mercurio di colore rosso (HgS)<br />

Cerussa di piombo, cerusa: biacca, carbonato basico di piombo,<br />

PbCO 3<br />

Corchoni: vedi croco di ferro<br />

Cristallo di rocca o cristallo di Montagna: quarzo ialino (SiO 2<br />

)<br />

trasparente, incolore, si presenta in natura in cristalli ben formati<br />

che possono raggiungere il peso di qualche chilogrammo<br />

Croco di ferro, crocum ferri: detto anche Croco di Marte o<br />

Zafferano di Marte, sostanza di colore rossastro in buona parte<br />

costituita da ossido di ferro (Fe 2<br />

O 3<br />

)<br />

Croco di Marte: vedi croco di ferro<br />

Croco di rame: detto anche croco di Venere, ossido di rame<br />

Fereto o Ferretto di Spagna: ossido di rame<br />

Ferro (limatura di): limature di acciaio<br />

Gialolin de vero de piombo: giallolino, prodotto vetroso, basso<br />

fondente, chiamato “anima” dai vetrai, opacizzato in giallo<br />

mediante antimoniato di piombo e/o stannato di piombo<br />

Gripola ovvero tartaro: gruma <strong>del</strong>le botti di vino, di solito vino<br />

rosso, utilizzata come riducente nei vetri rossi al rame<br />

Lacca chermisi: lacca tratta dal kermes, anche Lacca di Firenze<br />

Limagia di ferro: limatura di ferro<br />

Litargirio: Monossido di piombo giallo, PbO<br />

Lume di piuma: allume di piuma, solfato di ferro e potassio<br />

Manganese di Piemonte: pirolusite, biossido di manganese,<br />

usato in piccole percentuali come decolorante, o, in tenori più<br />

elevati, come colorante ametista<br />

Marmo bianco: probabilmente riferito a ciottoli di quarzo e<br />

non a calcare, carbonato di calcio 8di norma non indicato nei<br />

ricettari sino al 19° secolo)<br />

Mercurio: mercurio metallico (Hg) usato per fare amalgama<br />

coi metalli come oro e argento<br />

Minio: tetrossido di piombo rosso, Pb 3<br />

O 4<br />

Oro: oro metallico usato per fare il rosechiero o rubino all’oro,<br />

dal 17° secolo<br />

Orpimento: auripigmento, solfuro di arsenico giallo bruno<br />

(As 2<br />

S 3<br />

)<br />

Pietra bianca: quarzo in ciottoli o in roccia<br />

Piombo da Ragusi (Ragusa): piombo metallico proveniente da<br />

Ragusa (Dalmazia)<br />

Piombo splaiter: piombo o lega di piombo (peltro)<br />

Polverino: allume catina in polvere<br />

Rame: rame metallico (Cu)<br />

Rame nero: ossido rameico (CuO) di colore nero detto anche<br />

rame di terza cotta<br />

Ramina rossa; protossido di rame Cu 2<br />

O di colore rosso, detto<br />

anche ramina di prima cotta<br />

Ritargirio, ritrigerio: Litargirio, monossido di piombo PbO<br />

Salarmoniaco, sale armonico: sale ammonico, cloruro d’ammonio,<br />

NH 4<br />

Cl<br />

Sale comune: cloruro sodico<br />

Sale di piombo bianco: idrocerussite, carbonato idrato di<br />

piombo, 2PbCO 3<br />

. Pb(OH)<br />

2<br />

Sale di Saturno bianco,dolce come zucchero: vedi Anima di<br />

Saturno<br />

Sale di tartaro: sale, a base di carbonato di potassio, ottenuto<br />

dalla lisciviazione <strong>del</strong> tartaro calcinato<br />

Salnitro, salnitrio: nitrato potassico, KNO 3<br />

Soda di Alicante, barilla: ceneri <strong>del</strong>la pianta salsola sativa<br />

Solfere citrino: zolfo<br />

Stagno <strong>del</strong> canaletto: stagno metallico<br />

Stagno de Fiandra: stagno metallico proveniente dalla Fiandra<br />

Tartaro calcinato: carbonato di potassio K 2<br />

CO 3<br />

Vetriolo di Venere: vetriolo azzurro.solfato idrato di rame,<br />

CuSO 4<br />

.5H 2<br />

O<br />

Vitriolo Romano: vetriolo verde, solfato idrato di ferro,<br />

37


4-<strong>2012</strong><br />

studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

FeSO 4<br />

.7H 2<br />

O<br />

Zafaro, zaffaro: ossido di cobalto, CoO, diluito in sabbia silicea<br />

Zelamina: giallamina, calamina: carbonato di zinco ZnCO 3<br />

Zolfo di Saturno (Rosso di saturno): tetrossido di piombo<br />

Pb 3<br />

O 4<br />

, minio<br />

Zucchero di Saturno: acetato idrato di piombo,<br />

Pb(C 2<br />

H 2<br />

O 2<br />

)<br />

2 .3H 2 O<br />

CHIMICA VETRAI - Bibliografia<br />

Ricettari<br />

Anonimo, Recette per fare vetri colorati et smalti<br />

d’ogni sorte havute in Murano 1536, Ms. n. H486, Biblioteque<br />

de l’Ecole de Medicine di Montpellier (Francia)<br />

Antonio Neri, L’arte Vetraria <strong>del</strong> Neri - a cura di Rosa<br />

Barovier Mentasti - Edizioni “Il Polifilo” Milano, 1980<br />

Antonio Neri, L’arte Vetraria - Introduzione e cura di<br />

Ferdinando Abbri, 2001, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze<br />

Dell’Arte <strong>del</strong> vetro per Musaico- tre trattatelli dei secoli<br />

XIV e XV ora per la prima volta pubblicati. Trattato<br />

Primo, anonimo; Trattato Secondo, Benedetto di Baldassarre<br />

Obriachi, fiorentino; Trattato Terzo, anonimo, <strong>del</strong><br />

MCCCCXLIII. Ristampa dal Manoscritto n. 797 all’Archivio<br />

di Stato di Firenze; testo pubblicato da Gaetano<br />

Milanesi nel 1864 a Bologna, ristampa fotomeccanica nel<br />

1968, Editrice Forni - Bologna<br />

Giovanni Darduin, In nomine Domini Nostri Jesu<br />

Christi Beataeque Virginis Matris Mariae, anno a Nativitate<br />

Domini Millesimo Sexcentesimo Quadrigesimo<br />

Quarto, die secunda mensis Martii, Joannes Darduino<br />

quondam Nicolai : Copie de tutti li secreti de smalti cavate<br />

dalli libri et altre carte <strong>del</strong>la buona memoria di mio<br />

padre…, Archivio di Stato, Venezia (Miscellanea di atti<br />

diversi manoscritti, F. 41)<br />

Manoscritto Anonimo <strong>del</strong> ‘500, proprietà privata<br />

Manoscritto 5461 <strong>del</strong>la Biblioteca Casanatense in<br />

Roma, redatto a Danzica il 13 gennaio 1645 (Sperimentato.<br />

da Gasparo Brunoro detto 3 Corone da Muran di<br />

Venezia, mastro di Cristal e di colori famosissimi…)<br />

Saggi e Fonti<br />

1. AA.VV., 1986, La fabbrica dei colori: pigmenti e<br />

coloranti nella pittura e nella tintoria, Il Bagatto, Roma<br />

2. Georgius Agricola, De re Metallica, Tradotto da Hoover<br />

H.C., Hoover L.H. dall’edizione latina <strong>del</strong> 1556, Dover<br />

Publications, Inc. - New York 1950 (prima edizione:<br />

The mining Magazine, London 1912)<br />

3. Gettens R.J. 1986, in La fabbrica dei colori: pigmenti<br />

e coloranti nella pittura e nella tintoria, Il Bagatto, Roma<br />

4. Gettens R.J.,Stout G.L., 1966, Painting materials. A<br />

short encyclopedia, Dover Publications, New York (ristampa<br />

<strong>del</strong>l’originale <strong>del</strong> 1942 edito da D. Van Nostrand<br />

Company)<br />

5. Harley R.D., 1970, Artists pigments c. 1600-1835, a<br />

study in english documentary sources, New York, American<br />

Elsevier Pub. Co., p. 89<br />

6. Mainieri F.R., 2002, Il cinabro, in R. Varoli-Piazza (a<br />

cura di) Raffaello, La Loggia di Amore e Psiche alla Farnesina,<br />

Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (MI), pag. 181-197<br />

38


4-<strong>2012</strong> studies<br />

studi<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

7. Merrifield, M. P., 1999, Medieval and Renaissance<br />

Treatises on the Arts of painting , Dover Publications Inc.<br />

New York (prima edizione Londra 1849)<br />

8. Moretti C., 2002, Glossario <strong>del</strong> vetro Veneziano, dal<br />

Trecento al Novecento, Marsilio editori, Venezia<br />

9. Moretti C., Gratuze B., 1999, Vetri rossi al rame e avventurina.<br />

Confronto di analisi e ricette, Rivista <strong>Stazione</strong><br />

<strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, n. 3, pagg. 147-160<br />

10. Moretti C., Hreglich S., 1984, Opacifi cation and colouring<br />

of glass by the use of “anime”, Glass Technology,<br />

vol. 25, n. 6, p.p. 277-282<br />

11. Moretti C., Hreglich S., 2005, Tecniche di produzione<br />

dei vetri opachi impiegate dai vetrai veneziani tra il XV<br />

e XX secolo, Rivista <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, n.<br />

5-2005, p. 15-32<br />

12. Moretti C., Toninato T., 1987, “Cristallo” e “<strong>Vetro</strong> di<br />

piombo” da ricettari <strong>del</strong> ‘500, ‘600, ‘700, Rivista <strong>Stazione</strong><br />

<strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, n. 1, pagg. 31-40<br />

13. Moretti C., Toninato T., 2001, Ricette vetrarie <strong>del</strong><br />

Rinascimento, Trascrizione da un manoscritto anonimo<br />

veneziano, Marsilio editori, Venezia<br />

14. Moretti C., Salerno C.S., Tommasi Ferroni S., 2004,<br />

Ricette Vetrarie Muranesi- Gasparo Brunoro e il manoscritto<br />

di Danzica, Istituto centrale <strong>del</strong> restauro/Nardini<br />

editore<br />

15. Salerno C.S., Tommasi Ferroni S., 1999, Pigmenti a<br />

base di vetro nella pittura rinascimentale e barocca da<br />

ricettari muranesi editi ed inediti, Rivista <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, n. 6, pp. 293-302<br />

16. Salerno C.S., Tommasi Ferroni S., 1998, Pigments a<br />

base de verre dans la peinture de la Renaissance et du Baroque<br />

d’après des traités de Murano édités et inédits, Atti<br />

Congresso Art et Chimie, La Couleur, Parigi, pagg. 43-47<br />

17. Salerno C.S., 2001, Lo smaltino e i gialli di fornace:<br />

loro produzione e i metodi di applicazione, Atti <strong>del</strong> Convegno<br />

Fotonica y Arte, Barcellona, maggio 2001, pag. 51<br />

18. Stout, G.L., 1966, Artists Pigments, c. 1600-1835, a<br />

study in english documentary sources, New York, American<br />

Elsevier Pub. Co., p. 129<br />

19. Zecchin L., 1986, Il Ricettario Darduin, un codice<br />

vetrario <strong>del</strong> seicento trascritto e commentato, edito a cura<br />

di A. Tucci e M. Verità (<strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>)<br />

e R. Barovier Mentasti, da Arsenale editrice, Venezia,<br />

pagg. 265<br />

20. Zecchin L., 1987, <strong>Vetro</strong> e Vetrai di Murano, Volume<br />

I, editore Arsenale editrice, Venezia<br />

21. Zecchin L., 1989, <strong>Vetro</strong> e Vetrai di Murano, Volume<br />

II, editore Arsenale editrice, Venezia<br />

22. Zecchin L., 1990, <strong>Vetro</strong> e Vetrai di Murano, Volume<br />

III, editore Arsenale editrice, Venezia<br />

Enciclopedie - Dizionari - Manuali<br />

Dizionario <strong>del</strong> dialetto veneziano di Giuseppe Boerio<br />

(1829) seconda edizione aumentata e corretta, Venezia,<br />

Premiata Tipografia di Giovanni Cecchini editore, 1856<br />

(ristampa anastatica Aldo Martello Editore, Milano, 1971)<br />

Dizionario <strong>del</strong> restauro e <strong>del</strong>la diagnostica, Cristina<br />

Giannini, Roberta Roani, Nardini editore, 2003 (seconda<br />

edizione)<br />

Dizionario di Alchimia - Paracelso, Gino Testi, a cura<br />

di Stefano Andreani, ristampa 1998, Edizioni Mediterranee<br />

Roma<br />

Dizionario di Merciologia e di Chimica Applicata,<br />

Vittorio Villavecchia, 1902, A. Donath editore, Genova<br />

Enciclopedia Internazionale <strong>del</strong>la Chimica, 1969,<br />

Edizioni PEM<br />

Glossare-index des termes techniques utilisés dans<br />

la Sedacina, in Pascale Barthelemy, 2002, La Sedacina<br />

ou l’œuvre au crible- L’alchinìmie de Guillaume Sedacer,<br />

carme Catalan de la fi n du XIVe siécle, I, Études et outils,<br />

S.E.H.A. Paris, ARCHÈ Milano, 2002, pp. 209-327<br />

Il Vocabolario Treccani, 1997, Istituto <strong>del</strong>la Enciclopedia<br />

Italiana<br />

L’Encyclopedie de Diderot et D’Alembert, Recueil<br />

des planches, sur les Sciences, les Arts liberaux, et les<br />

Arts Mècaniques avec leur explication, Paris, Henri Veyrier,<br />

1955<br />

La Piccola Treccani, Dizionario Enciclopedico, 1997<br />

Istituto <strong>del</strong>la Enciclopedia Italiana<br />

Lessico Farmaceutico Chimico, G. B. Capello, Venezia<br />

1748, edit. Domenico Lovisa ( Bibliot. Marciana<br />

Venezia, 32C119)<br />

Manuale di Chimica, N. A. Lange, 1970, Uses Utet -<br />

Sansoni Edizioni Scientifiche- Firenze<br />

39


4-<strong>2012</strong><br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Together with:<br />

- XXIX A.T.I.V. Conference<br />

- GlassTrend Seminar<br />

- ICG Annual Meeting<br />

- ESG Annual Meeting<br />

- ICG Technical Committees<br />

Parma (Italy), 22-25 September 2014<br />

L’ESG - European Society of Glass - è l’unico organismo europeo esclusivamente dedicato a promuovere<br />

e diffondere la scienza <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> e la tecnologia <strong>del</strong>l’industria di riferimento. È una struttura<br />

no-profit, senza una sede fissa e una struttura stabile, costituita nell’ottobre 1990 e ne fanno parte<br />

istituti e imprese di quattordici nazioni diverse, rappresentati in un Council e uno Steering Committee<br />

che si riuniscono di norma una volta l’anno.<br />

La <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> è socio fondatore <strong>del</strong>l’ESG e ne ha assunto la Presidenza<br />

per il biennio <strong>2012</strong>-2014. In questo periodo la SSV è impegnata a organizzare assieme all’<br />

ATIV - Associazione Tecnici Italiani <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, organismo senza finalità di lucro che ha lo scopo<br />

istituzionale di promuovere scambi e approfondimenti tecnico-scientifici nel settore e conta circa<br />

80 associati -, la dodicesima edizione <strong>del</strong>la Conferenza Internazionale che si tiene ogni due anni nel<br />

Paese che assume la Presidenza <strong>del</strong>l’Associazione.<br />

La SSV ha già organizzato a Venezia nel 1993 la seconda Conferenza ESG sul tema “Fundamentals<br />

on Glass Science and Technology”, che ha tenuto i suoi lavori presso la Scuola Grande San Giovanni<br />

Evangelista; l’edizione 2014 avrà luogo a Parma, presso il Campus Universitario, in collaborazione<br />

con la locale Università, dal 22 al 24 settembre. Scopo <strong>del</strong>l’iniziativa è quello di presentare e discutere<br />

mezzi e possibilità di migliorare le caratteristiche e le prestazioni dei prodotti vetrari nelle loro<br />

diverse applicazioni.<br />

40


Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong> 4-2011<br />

Il Campus Universitario <strong>del</strong>l'Università di Parma<br />

Le precedenti edizioni, che si sono svolte nel 2008 a Trenčin (Slovacchia), nel 2010 a Magdeburgo<br />

(Germania) e nel <strong>2012</strong> a Maastricht (Olanda), hanno registrato una presenza media di 550 persone,<br />

prevalentemente di estrazione industriale ed accademica, con particolare partecipazione di tecnici e<br />

studiosi di aerea germanica.<br />

Il Comitato Organizzatore ha operato la scelta di adottare criteri di massima economicità per le spese<br />

di organizzazione, sia per rispetto alle condizioni generali <strong>del</strong> Paese, sia per incrementare la presenza<br />

di tecnici, ricercatori e studenti; si ritiene che comunque nel 2014 le presenze saranno inferiori a<br />

quelle registrate nelle precedenti edizioni.<br />

La Conferenza intende approfondire sei temi individuati sulla base di specifiche necessità industriali<br />

e <strong>del</strong>le tendenze scientifiche più attuali:<br />

1. Tecnologia <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

2. <strong>Vetro</strong> e Ambiente<br />

3. Proprietà e Misure<br />

4. Vetri Speciali<br />

5. Igiene e Sicurezza<br />

6. <strong>Vetro</strong> in Edilizia e Architettura.<br />

41


4-<strong>2012</strong><br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Per la migliore riuscita <strong>del</strong>l’evento, che rappresenta una vetrina importante per la comunità vetraria<br />

nazionale e occasione di confronto, dopo più di vent’anni, con il settore accademico e industriale<br />

internazionale, è stato costituito un Comitato Scientifico Internazionale composto da 13 persone,<br />

di cui 7 italiani:<br />

o Ruud Beerkens Direttore tecnico generale CelSian Glass & Solar B.V.<br />

o Paolo Colombo Università di Padova - Ingegneria<br />

o Alicia Duran Istituto di Ceramica Vidrio Madrid<br />

o Piero Ercole Consulente Vetrario<br />

o Nicola Favaro Direttore dei Laboratori SSV<br />

o Angelo Montenero Università di Parma - Dip. Chimica<br />

o Fabiano Nicoletti Honorary President of ICG<br />

o John Parker Università di Sheffield<br />

o Gianni Royer Carfagni Università di Parma - Ingegneria<br />

o Bianca Maria Scalet CRC Siviglia<br />

o Masahiro Tsatsumisago Osaka Prefecture University Sakai<br />

o Roger Ulrich Direttore HVG Francoforte<br />

o René Vacher Université de Montpellier<br />

Il Comitato Organizzatore è composto da SSV, ATIV e Università degli Studi di Parma, con il<br />

supporto di Assovetro. La Presidenza <strong>del</strong>la Conferenza è congiuntamente assicurata da Stefano Manoli,<br />

Direttore Generale Delegato <strong>del</strong>la SSV e Alessandro Bandini, Presidente ATIV.<br />

Durante la Conferenza si terranno i lavori di alcune organizzazioni, nazionali ed internazionali: attualmente<br />

sono previste riunioni di ATIV, <strong>del</strong> Glass Trend Seminar, l’Annual Meeting di ICG con le<br />

periodiche riunioni dei Technical Committees e i lavori annuali di ESG.<br />

Per la partecipazione è importante ricordare le seguenti scadenze:<br />

31 dicembre 2013 presentazione dei lavori con abstract in inglese (lingua ufficiale) con indicazione<br />

di preferenza (orale o poster)<br />

31 gennaio 2014 notifica <strong>del</strong>l’accettazione <strong>del</strong>l’abstract<br />

30 giugno 2014 iscrizione con pagamento a condizioni di favore<br />

31 <strong>luglio</strong> 2014 presentazione <strong>del</strong>la versione finale <strong>del</strong> lavoro, orale o poster.<br />

Tutti i lavori presentati entro quest’ultima data saranno pubblicati in versione elettronica e resi disponibili<br />

ai partecipanti. Le presentazioni successive saranno invece scaricabili, alla fine <strong>del</strong>la manifestazione,<br />

dal sito www.esg2014.it.<br />

Alcuni articoli selezionati saranno inoltre pubblicati sulla Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Vetro</strong> (formato elettronico) e su Glass Worldwide, giornale ufficiale <strong>del</strong>l’ATIV (formato cartaceo).<br />

I lavoro <strong>del</strong>la Conferenza e gli eventi collaterali si svolgeranno nell’arco di quattro giorni di cui tre,<br />

da martedì 23 settembre e giovedì 25, dedicati alle varie sezioni nelle quali si articolerà la manifestazione.<br />

Nei locali ove si terrà la Conferenza saranno allestiti spazi commerciali per agevolare la comunicazione<br />

<strong>del</strong>le aziende che intendono promuovere le proprie attività, e a breve verrà predisposto<br />

un programma per gli sponsor. È prevista una cena sociale in una location caratteristica <strong>del</strong> territorio<br />

parmense e gli accompagnatori potranno dedicarsi alla visita <strong>del</strong>le numerose attrattive locali.<br />

Informazioni generali:<br />

www.esg.2014.it<br />

info@esg2014.it<br />

42


innovazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

Processo innovativo<br />

per il riciclo <strong>del</strong> vetro<br />

Si apre un nuovo mercato, in grado di dare vita<br />

a un business interessante a livello industriale<br />

Che il vetro da raccolta differenziata venga riciclato per il circa il 70% dei consumi nazionali è noto a<br />

molti. Che sia un materiale unico, perché riciclabile al 100%, all’infinito e senza alcun decadimento<br />

qualitativo bensì senza aggiunta di materie prime vergini, altrettanto. Ma non tutti sanno che, grazie<br />

alla ricerca in un Ateneo d’eccellenza italiano, per il Consorzio <strong>del</strong> Recupero <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> sarà forse presto<br />

possibile andare oltre gli importanti traguardi già raggiunti e riciclare fino al 100% anche quella quantità<br />

di scarti vetrosi che, fino ad oggi, erano destinati per ragioni qualitative allo smaltimento in discarica,<br />

soprattutto per la presenza d’inquinanti purtroppo non compatibili con le attività di riciclo tradizionali,<br />

principali (settore vetrario per oltre il 99%) o secondarie (settore ceramico, laterizi, per meno <strong>del</strong>l’1%).<br />

Come? Grazie a Pa.Di.Ve.R, un materiale innovativo, brevettato di recente, capace di contenere, in peso,<br />

dal 70% al 90% di vetro di scarto oggi non riciclabile ed essere perfino lavorato “a secco” per la realizzazione<br />

di rivestimenti ed elementi ecosostenibili d’arredo e di design, come piastrelle, top per cucine,<br />

sanitari e altri manufatti per l’edilizia. Alla base <strong>del</strong>la scoperta, c’è anche l’ingegnerizzazione <strong>del</strong>le<br />

formulazioni di questo impasto che necessita, durante fase di consolidamento a caldo, di temperature decisamente<br />

più basse (dai 200°C ai 350°C in meno) di quelle richieste dai tradizionali processi ceramici.<br />

Pa.Di.Ve.R è frutto <strong>del</strong>la “Ricerca made in Italy” effettuata da EcoTecnoMat, lo “spin off” <strong>del</strong>l’Università<br />

di Reggio Emilia e Modena, con un partner privato (M. Ingrami). Lo spin off è nato allo scopo<br />

d’individuare materiali e tecnologie innovativi o impieghi alternativi dei rifiuti, come il vetro di scarto,<br />

oggi destinati alla discarica.<br />

Il Presidente di EcoTecnoMat, Nino Campani, dichiara: “Non esiste al mondo un impasto costituito da<br />

una così alta percentuale di vetro di recupero e da processi e fasi di lavorazione così sostenibili e versatili,<br />

se si esclude la tradizionale rifusione <strong>del</strong> vetro per produrre nuovi contenitori. Con questo impasto<br />

si apre ora un nuovo mercato, in grado di dare vita a un business interessante a livello industriale e di<br />

favorire e promuovere l'occupazione attraverso lo sviluppo di fi liere innovative in termini di processo e<br />

di prodotto.”<br />

• Si chiama Pa.Di.Ve.R ed è un impasto unico in grado di far recuperare e riutilizzare, a secco,<br />

fi no all’ultima scheggia, anche il vetro di scarto<br />

• L’ha messo a punto EcoTecnoMat. - “spin off” <strong>del</strong>l’Università di Reggio Emilia e Modena -<br />

che lavora all’individuazione di impieghi alternativi <strong>del</strong> vetro destinato alla discarica<br />

• Finanziatori <strong>del</strong>l’attività di ricerca commissionata a EcoTecnoMat sono ANCI (Associazione<br />

Nazionale Comuni Italiani) e il Consorzio Recupero <strong>Vetro</strong> - CoReVe - il cui obiettivo comune<br />

è migliorare costantemente la raccolta e il riciclo <strong>del</strong> vetro.<br />

43


4-<strong>2012</strong><br />

innovazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Esempi di superfi ci ceramiche e rivestimenti in Pa.Di.Ve.R<br />

Con Pa.Di.Ve.R le aziende che operano negli ambiti <strong>del</strong>l’ecodesign, <strong>del</strong>la bioarchitettura, <strong>del</strong>le ceramiche<br />

o dei materiali da rivestimento e <strong>del</strong>l’arredamento, così come le imprese di costruzione e così<br />

via, hanno la possibilità di entrare in un nuovo scenario industriale e di ottenere una serie di vantaggi<br />

economici anche grazie al miglioramento <strong>del</strong>l’efficienza energetica. Questo impasto garantisce inoltre<br />

l’accesso alle certificazioni ECOLABEL (il marchio europeo di qualità ecologica) e LEED (il sistema<br />

statunitense di classificazione <strong>del</strong>l’efficienza energetica e <strong>del</strong>l’impronta ecologica degli edifici).<br />

Gianpaolo Caccini, Presidente di Coreve, dichiara: “Pa.Di.Ve.R rappresenta una realtà molto promettente<br />

per l’impiego secondario <strong>del</strong> vetro di scarto, che potrebbe permettere a questo rottame - opportunamente<br />

bonifi cato e processato - di essere anch’esso riciclato in un nuovo ciclo produttivo e di ridiventare<br />

una risorsa”. Continua Caccini: “Speriamo così di riuscire a riciclare effi cacemente anche quelle<br />

frazioni di scarto che non trovano oggi una nuova vita in vetreria, a causa <strong>del</strong>le scarse caratteristiche<br />

qualitative di partenza o perché perse nelle operazioni di trattamento e rimozione <strong>del</strong>le impurità.”<br />

Molti i vantaggi che la ricerca oggi in corso di EcoTecnoMat, finanziata dal fondo per le sperimentazioni<br />

istituito da un accordo Anci-Coreve, può contribuire ad apportare. Tra questi, i principali sono:<br />

- riduzione <strong>del</strong>l’estrazione di materie prime tradizionali per l’edilizia - attività notoriamente “energivora”<br />

- e dei relativi costi;<br />

- risparmi energetici molto elevati per l'abbassamento <strong>del</strong>le temperature necessarie per la ‘cottura’;<br />

44


innovazioni Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

Oggetto di design (ciotola) in Pa.Di.Ve.R<br />

- risparmio economico per gli investimenti industriali grazie all’impiego di macchine formatrici<br />

già esistenti nell'industria alimentare e <strong>del</strong>la ceramica;<br />

- promozione di una “società <strong>del</strong> riciclo”, come chiede l’Europa, caratterizzata da mercati e consumatori<br />

più consapevoli, ma anche da cittadini e amministratori pubblici che sostengano il settore<br />

degli acquisiti verdi.<br />

Più il vetro raccolto in modo differenziato in Italia sarà di buona qualità, migliori saranno i risultati di<br />

riciclo, minori gli scarti prodotti durante le fasi di trattamento e i costi da sostenere, maggiori al tempo<br />

stesso i vantaggi ambientali ed economici che ne derivano. Questo è il compito <strong>del</strong> Coreve che, oltre a<br />

fare campagne di sensibilizzazione rivolte sia ai cittadini sia alle istituzioni, da anni si occupa insieme ad<br />

ANCI anche di finanziare (con un fondo a ciò dedicato) progetti sperimentali volti a diffondere le migliori<br />

pratiche nella raccolta differenziata e individuare impieghi alternativi <strong>del</strong> vetro destinato alla discarica.<br />

Tutto questo potrebbe rappresentare un grande passo in avanti in un’epoca che guarda alla Green Economy<br />

come a una possibile strategia per uscire dalla crisi di molti comparti produttivi (come quello<br />

ceramico e <strong>del</strong>l’edilizia in generale, per esempio) e per garantire uno sviluppo più sostenibile <strong>del</strong>la<br />

nostra società e dei consumi, partendo da un ambito territoriale ben identificato e dalle sue peculiarità.<br />

Il principio è quello <strong>del</strong>l’urban mining, cioè <strong>del</strong> rifiuto inteso come risorsa da estrarre da veri e propri<br />

giacimenti metropolitani.<br />

45


4-<strong>2012</strong><br />

innovazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Questo progetto, nato a Modena, guarda quindi a un futuro prossimo in cui anche dal vetro di scarto (non<br />

idoneo a produrre nuovi imballaggi in vetro) potranno essere realizzati prodotti di qualità, che andranno<br />

dai rivestimenti e complementi d’arredo (come piastrelle, top per cucina, lampade, sanitari ecc.) ad altri<br />

manufatti per l’edilizia e il settore <strong>del</strong>le costruzioni (laterizi, autobloccanti, pavimentazioni stradali,<br />

arredi urbani ecc.).<br />

Lampade (design) realizzate in pasta di vetro<br />

In particolare, con l’industrializzazione di materiali promettenti quali Pa.Di.Ve.R, le aziende che operano<br />

negli ambiti <strong>del</strong>l’eco-design, <strong>del</strong>la bioarchitettura, <strong>del</strong>le ceramiche o dei materiali da rivestimento<br />

e <strong>del</strong>l’arredamento, così come le imprese di costruzione, potrebbero avere la possibilità di entrare in un<br />

nuovo scenario industriale e ottenere una serie di vantaggi economici, connessi non solo all’efficienza<br />

energetica e all’approvvigionamento di materie prime locali a basso impatto ambientale, ma anche dal<br />

sostegno <strong>del</strong> mercato e dei cosiddetti acquisti verdi <strong>del</strong>la pubblica amministrazione (D.M. 203/2003 e<br />

ss.mm.ii).<br />

È quindi fondamentale che tutti gli attori interessati svolgano un ruolo attivo e concreto, per la corretta<br />

gestione dei rifiuti e per il buon esito di queste iniziative di potenziale sviluppo economico.<br />

46


innovazioni Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

Oggetto promozionale tipico <strong>del</strong> territorio modenese, in pasta di vetro<br />

CO.RE.VE - Consorzio Recupero <strong>Vetro</strong> - è il consorzio senza fi ni di lucro che ha per scopo il raggiungimento<br />

degli obiettivi di riciclo e recupero dei rifi uti di imballaggio in vetro prodotti sul territorio<br />

nazionale. È stato istituito dai principali gruppi vetrari italiani il 23 ottobre 1997 in ottemperanza al<br />

Decreto Legislativo 22/97 per gestire il ritiro dei rifi uti in vetro provenienti dalla raccolta differenziata,<br />

per predisporre le linee guida per le attività di prevenzione e per garantire l’avvio al riciclo <strong>del</strong> vetro<br />

raccolto. Un’organizzazione moderna i cui obiettivi sono la costante ricerca di nuove soluzioni che possano<br />

migliorare e ottimizzare la catena di montaggio <strong>del</strong> rottame di vetro.<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

CO.RE.VE. Consorzio Recupero <strong>Vetro</strong> - info@coreve.it<br />

Ufficio Stampa: Massimo Tafi<br />

uffi ciostampa@coreve.it - tel. 02 48012961 - cell. 335 7171005<br />

47


4-<strong>2012</strong><br />

associazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

A.I.H.V.<br />

Association Internationale pour l'Histoire du Verre<br />

Comitato Nazionale Italiano<br />

Presentazione <strong>del</strong> Comitato Nazionale Italiano <strong>del</strong>l’AIHV<br />

Il Comitato Nazionale Italiano <strong>del</strong>l’Association Internationale pour l’Histoire du Verre (A.I.H.V.) è<br />

una Associazione culturale senza scopo di lucro, il cui fine è di proporre e adottare ogni iniziativa atta a<br />

far avanzare gli studi storici, archeologici, artistici e museografici (ivi inclusi i problemi di tecnologia e<br />

di conservazione) nel campo <strong>del</strong>la plurimillenaria storia <strong>del</strong> vetro, alla cui fioritura l’Italia in generale e<br />

Venezia in particolare hanno dato nel corso dei secoli contributi determinanti.<br />

Il Comitato persegue, in ambito italiano, gli scopi <strong>del</strong>la Association Internationale pour l’Histoire du<br />

Verre fondata a Liegi (Belgio) nel 1956, con la quale mantiene costanza di rapporti anche attraverso la<br />

nomina di un <strong>del</strong>egato italiano nel Comitato Esecutivo <strong>del</strong>la stessa. È una libera associazione di studiosi,<br />

esperti, docenti, funzionari preposti alla tutela dei beni culturali e a istituzioni scientifiche e museali<br />

pubbliche e private, che riconoscono nella storia <strong>del</strong>l’arte vetraria e <strong>del</strong>la sua tecnologia una <strong>del</strong>le testimonianze<br />

più antiche e significative <strong>del</strong>la civiltà mediterranea ed europea.<br />

Il Comitato Italiano nacque nel 1978 a Venezia su impulso <strong>del</strong> veneziano Astone Gasparetto, appassionato<br />

studioso <strong>del</strong>la secolare storia <strong>del</strong> vetro <strong>del</strong>la sua città. Dopo Astone Gasparetto, venne guidato da<br />

Giandomenico Romanelli, da Wladimiro Dorigo e da Ermanno Arslan; esso svolge da alcuni anni<br />

una intensa attività scientifica e culturale che si è concretata in molteplici iniziative di notevole interesse,<br />

come il XIV Congresso Internazionale <strong>del</strong>la A.I.H.V. (Venezia e Milano, 1998) e le Giornate Nazionali<br />

di Studio sul vetro.<br />

Negli anni, il Comitato ha sviluppato un progetto scientifico editoriale sempre più articolato e complesso<br />

che si è concretizzato nella catalogazione e nella successiva pubblicazione <strong>del</strong> Corpus <strong>del</strong>le Collezioni<br />

<strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>. Si tratta di una operazione culturale eccezionale per mole e sistematicità, che mette a disposizione<br />

degli studiosi un eccezionale patrimonio di studio e bibliografico, che non ha confronti in altre<br />

nazioni d’Europa.<br />

Nel 1994 esce il primo volume <strong>del</strong> Corpus <strong>del</strong>le collezioni archeologiche <strong>del</strong> vetro nel Veneto, dedicato<br />

ai vetri antichi <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> di Murano. L’impresa, realizzata grazie all’impegno dei Presidenti e<br />

dei Membri dei consiglio direttivo che si sono succeduti negli anni e alla preziosa collaborazione degli<br />

studiosi che hanno realizzato lo studio e la catalogazione dei vetri per i diversi volumi, è poi continuata<br />

con la pubblicazione di altri volumi dedicati ai vetri dei Musei di Adria (1996), Padova (1998), Concordia<br />

e Polesine (1998), Verona (1999), Este (2000), Belluno-Treviso-Vicenza (2003), cui segue un<br />

48


associazioni Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

volume complessivo di sintesi sulle collezioni venete nel 2004. Per il completamento <strong>del</strong>la catalogazione<br />

<strong>del</strong>le collezioni archeologiche in questa regione sono in fase di studio gli ultimi due volumi, che riguarderanno<br />

i vetri <strong>del</strong> Museo Nazionale Archeologico di Quarto d’Altino.<br />

L’iniziativa negli ultimi anni ha superato i confini regionali, coinvolgendo altre Regioni: in Lombardia<br />

sono stati editi tre volumi per i Musei di Cremona e Pavia (altri sono in studio), in Friuli Venezia Giulia<br />

il volume <strong>del</strong> Museo Archeologico di Udine e i tre volumi dei vetri <strong>del</strong> Museo Nazionale Archeologico<br />

di Aquileia (il terzo e ultimo è uscito in maggio 2009); altri progetti riguarderanno le collezioni dei Musei<br />

di Trieste, di Cividale e <strong>del</strong> territorio. È in programma un volume di carattere fotografico che illustri<br />

i migliori oggetti integri presenti nei Musei di Udine ed Aquileia. Anche in queste Regioni, come nel<br />

Veneto, fondamentale è stato l’apporto finanziario pubblico e <strong>del</strong>le fondazioni bancarie.<br />

Già il volume <strong>del</strong> Museo di Udine e quelli di Cremona e di Pavia comprendevano materiali post classici;<br />

nel 2006 poi, il Comitato ha avviato un progetto più sistematico <strong>del</strong> Corpus <strong>del</strong>le collezioni <strong>del</strong> vetro<br />

post-classico nel Veneto con la pubblicazione dei vetri <strong>del</strong>l’Ottocento custoditi presso il Museo <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

di Murano. Il progetto, assai ambizioso, intende provvedere ad una catalogazione sistematica <strong>del</strong>le collezioni<br />

di vetro nel territorio successiva a quella archeologica. Tra il 2006 e il 2011 sono usciti 4 volumi<br />

dedicati ai vetri attribuiti dagli autori alla fabbrica di Antonio Salviati. Questa collana, oltre a presentare<br />

materiali inediti, rappresenta per gli studiosi, collezionisti e appassionati di vetro artistico un punto di<br />

partenza per confronti, spunti di ricerca e approfondimenti.<br />

Il Comitato ha dato seguito ad altri importanti iniziative: dal 1990 sono stati<br />

editi sei Contributi storico-tecnici, tra i quali ricordiamo i glossari <strong>del</strong> vetro<br />

archeologico e post-classico, le indagini analitiche sulle origini <strong>del</strong>la vetraria<br />

veneziana e la disamina di alcuni dei numerosi ricettari vetrari muranesi.<br />

Dal 1995, con cadenza quasi annuale, sono state organizzate in tutta Italia le<br />

“Giornate Nazionali di studio sul vetro”, ormai momento d’incontro obbligato<br />

per quanti in Italia studiano le problematiche <strong>del</strong> vetro. La prima edizione<br />

si svolse a Venezia (1995), seguita da Milano (1996 e 1997), Napoli (1998<br />

e 2001), Massa Martana (1999), Genova (2000), Spoleto (2002), Ferrara<br />

(2003), Pisa (2004), Bologna (2005). Nel 2006, si è organizzato un incontro<br />

di studio a Udine in ricordo di Wladimiro Dorigo, mentre nel 2007 le Giornate<br />

ebbero luogo a Venezia, nella splendida cornice <strong>del</strong> Museo Correr. Nel<br />

2009, le Giornate di Studio si sono tenute a Trieste e a Pirano (Slovenia) e per<br />

la prima volta hanno rivestito un carattere internazionale, avendo coinvolto<br />

l’Istituto per il Patrimonio Mediterraneo <strong>del</strong>l’Università Primorska, di Capodistria (Slovenia) oltre che i<br />

Musei Civici di Trieste, e con il sostegno <strong>del</strong>la Soprintendenza per i Beni Archeologici <strong>del</strong> Friuli Venezia<br />

Giulia. Nel 2010 le Giornate di Studio si sono tenute a Trento e nel 2011 all’Università <strong>del</strong>la Calabria,<br />

nei pressi di Cosenza. Nei convegni viene approfondito il tema <strong>del</strong> vetro come oggetto archeologico,<br />

d’uso comune, prodotto d’arte, come oggetto tecnologico, con analisi tecnico-scientifiche pubblicate nei<br />

relativi Atti.<br />

Il Comitato Italiano ha un sito web, www.storia<strong>del</strong>vetro.it, che viene continuamente aggiornato con le<br />

notizie che riguardano la sua attività e dove recentemente sono stati inseriti aggiornamenti bibliografici<br />

che riguardano i titoli di articoli sulla storia <strong>del</strong> vetro pubblicati nelle Riviste, negli Atti dei Congressi e<br />

in volumi dedicati, negli anni dal 2000 al 2006, e dal quale sono ricuperabili i Bollettini di Informazione<br />

Vetraria pubblicati dal Comitato a partire dal 1993.<br />

49


4-<strong>2012</strong><br />

associazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Il Comitato Italiano, nato e cresciuto a Venezia, ha articolato<br />

la propria attività grazie ad un consiglio reclutato in tutte le<br />

regioni italiane, tenendo contatti importanti con Università<br />

e Centri di Ricerca di tutta Italia; molti soci partecipano attivamente<br />

ai Congressi organizzati in campo internazionale<br />

sia dalla AIHV Internazionale che da altri organismi dedicati<br />

allo studio <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong> vetro nei suoi vari aspetti.<br />

Il Consiglio Direttivo resta in carica per tre esercizi ed è<br />

attualmente composto dai seguenti membri (2011-2014):<br />

Presidente:<br />

Vice Presidente:<br />

Segretaria:<br />

Delegata alla collana ‘800 :<br />

Tesoriere:<br />

Consiglieri:<br />

Presidente Onorario:<br />

Revisori dei Conti:<br />

Cesare Moretti<br />

M.Giuseppina Malfatti<br />

Maria Grazia Diani<br />

Francesca Seguso<br />

Guido Zanin<br />

Luciana Mandruzzato, M. Cristina Tonini, Marina Uboldi,<br />

Annamaria Larese<br />

Ermanno Arslan<br />

Cesare Angelantoni, Sandro Pezzoli<br />

Pubblicazioni disponibili<br />

AIHV Association Internationale pour l’Histoire du Verre<br />

Comitato Nazionale Italiano<br />

Pubblicazioni (elenco aggiornato al 31 dicembre 2011):<br />

Corpus <strong>del</strong>le Collezioni Archeologiche <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> nel Veneto<br />

1. Giovanna Luisa Ravagnan, Vetri antichi <strong>del</strong> Museo Vetrario di Murano,1994 (€ 31,00)<br />

2. Simonetta Bonomi, Vetri antichi <strong>del</strong> Museo Archeologico nazionale di Adria, 1996 (€ 31,00)<br />

3. Girolamo Zampieri, Vetri antichi <strong>del</strong> Museo Civico Archeologico di Padova, 1998 (€ 39,00)<br />

4. Annamaria Larese, Enrico Zerbinati, Vetri antichi di raccolte concordiesi e polesane, 1998<br />

(€ 39,00)<br />

5. Giuliana Facchini, Vetri <strong>del</strong> Museo Archeologico <strong>del</strong> teatro Romano di Verona e di altre collezioni<br />

veronesi, 1999 (€ 41,00)<br />

6. Alessandra Toniolo, Vetri antichi <strong>del</strong> Museo Archeologico di Este, 2000 (€ 46,00)<br />

7. Claudia Casagrande, Francesco Ceselin, Vetri antichi <strong>del</strong>le province di Belluno, Treviso e Vicenza,<br />

2003 (€ 50,00)<br />

8. Annamaria Larese, Vetri antichi <strong>del</strong> Veneto, 2004 (€ 60,00)<br />

50


Atti <strong>del</strong>le Giornate Nazionali di Studio<br />

1^ Giornata nazionale di Studio (Venezia, 2 dicembre 1995), Il vetro dall’antichità all’età contemporanea,<br />

a cura di Gioia Meconcelli Notarianni e Daniela Ferrari, 1996 (€ 18,00)<br />

2^ Giornate Nazionali di Studio (Milano, 14-15 dicembre 1996), Il vetro dall’antichità all’età contemassociazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

Corpus <strong>del</strong>le Collezioni <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> post-classico nel Veneto<br />

1. Aldo Bova, Attilia Dorigato, Puccio Migliaccio, Vetri artistici <strong>del</strong> primo Ottocento, Museo <strong>del</strong><br />

<strong>Vetro</strong> di Murano, Marsilio editori 2006 (€ 30,00)<br />

2. Attilia Dorigato, Aldo Bova, Puccio Migliaccio, Vetri artistici. Antonio Salviati 1866-1878,<br />

Museo <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> di Murano - Catalogo Generale II, Marsilio editori 2008 (€ 35,00)<br />

3. Attilia Dorigato, Puccio Migliaccio (con la collaborazione di Vladimiro Risca), Antonio Salviati<br />

1866-1877, Museo <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> di Murano-vol.II, Marsilio editori 2010 (€ 35,00)<br />

4. Aldo Bova, Puccio Migliaccio, Vetri artistici. Antonio Salviati e la Compagnia Venezia Murano,<br />

in corso di stampa, marzo 2011 (€ 35,00)<br />

Corpus <strong>del</strong>le Collezioni <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> in Lombardia<br />

1. Aa. Vv., Cremona e Provincia, 2004<br />

2.1 Claudia Maccabruni, Maria Grazia Diani, con la collaborazione di Francesca Rebajoli, Pavia.<br />

Età Antica, 2004<br />

2.2 Cristina Tonini, Pavia. Età Medievale e Moderna, 2004<br />

Corpus <strong>del</strong>le Collezioni <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> in Friuli Venezia Giulia<br />

1. Maurizio Buora e altri, Vetri antichi <strong>del</strong> Museo Archeologico di Udine - I vetri <strong>del</strong>la collezione<br />

Di Toppo e materiali da altre collezioni e da scavi recenti, 2004 (€ 50,00)<br />

2. Luciana Mandruzzato, Alessandra Marcante, Vetri antichi <strong>del</strong> Museo Archeologico Nazionale di<br />

Aquileia - La vetreria da tavola, 2005 (€ 50,00)<br />

3. Luciana Mandruzzato, Alessandra Marcante, Vetri Antichi <strong>del</strong> Museo Archeologico Nazionale di<br />

Aquileia - Balsamari, olle, pissidi, 2007 (€ 50,00)<br />

4. Luciana Mandruzzato (a cura), testi di Annalisa Giovannini, Luciana Mandruzzato, Alessandra<br />

Marcante (e Fulvia Ciliberto). Vetri Antichi <strong>del</strong> Museo Archeologico Nazionale di Aquileia -<br />

Ornamenti e oggettistica e vetro pre- e post-romano, 2009 (€ 50,00)<br />

Collana Contributi Storico tecnici<br />

1. Tullio Toninato, Marco Verità, Riscontri analitici sulle origini <strong>del</strong>la vetraria veneziana, 1990<br />

(€ 5,00, soci 3,75), esaurito<br />

2. Tullio Toninato, Cesare Moretti, Ricettari muranesi (XVI-XX secolo), 1991 (€ 5,00, soci 3,75),<br />

esaurito<br />

3. Vincenza Orfanelli, Stefania Vellani, I vetri di Monte Bibele (Monterenzio-Bologna), 1992<br />

(€ 5,00, soci 3,75), esaurito<br />

4. Daniela Ferrari, Annamaria Larese, Gioia Meconcelli Notarianni, Marco Verità (traduzione in<br />

inglese D.B. Whitehouse), Glossario <strong>del</strong> vetro antico, 1998 (€ 5,00)<br />

5. Daniela Stiaffini, Repertorio <strong>del</strong> vetro post-classico, 2004 (€ 13,00)<br />

6. Daniela Ferrari, Annamaria Larese, Gioia Meconcelli Notarianni, Marco Verità (traduzione in<br />

francese di Marie-Dominique Nenna e Veronique Arveiller-Dulong), Glossario <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> Archeologico,<br />

2004 - poche copie rimaste<br />

51


4-<strong>2012</strong><br />

associazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

poranea: aspetti tecnologici, funzionali e commerciali (c/o Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche<br />

di Milano: fax +39 02 86452796)*<br />

3^ Giornata Nazionale di Studio (Milano, 31 ottobre 1997), Il vetro fra antico e moderno. Le più recenti<br />

scoperte archeologiche. Un secolo di produzione e designer <strong>del</strong> vetro italiano (1897-1997), a cura di<br />

Daniela Ferrari, Gioia Meconcelli,1999 (€ 15,00)<br />

4^ Giornate Nazionali di Studio (Napoli, 5-7 marzo 1998), Il vetro in Italia meridionale e insulare (Primo<br />

Convegno multidisciplinare), a cura di Ciro Piccioli e Francesca Sogliani, 1999 (€ 43,70 c/o interservicesas@libero.it)*<br />

5^ Giornata Nazionale di Studio (Massa Martana - PG, 30 ottobre 1999), Vetri di ogni tempo, produzione,<br />

commerci, iconografi e, a cura di Daniela Ferrari, 2001 (€ 15,00)<br />

6^ Giornate Nazionali di Studio (Genova 11-12 marzo 2000), La circolazione <strong>del</strong> vetro in Liguria:<br />

produzione e diffusione. Comunicazione su aggiornamenti e novità <strong>del</strong> vetro in Italia, a cura di Daniela<br />

Ferrari e Bruno Massabò, 2003 (€ 18,00)<br />

7^ Giornate Nazionali di Studio (Napoli, 5-6-7 dicembre 2001), Il vetro in Italia meridionale ed insulare<br />

(Secondo Convegno multidisciplinare), a cura di Ciro Piccioli e Francesca Sogliani, 2003 (c/o interservicesas@libero.it)*<br />

8^ Giornate Nazionali di Studio (Spoleto, 20-21 aprile 2002), Il vetro nell’Alto Medioevo, a cura di Daniela<br />

Ferrari, 2005 (€ 18,00)<br />

9^ Giornate Nazionali di Studio (Ferrara, 13-14 dicembre 2003), Il vetro nell’Alto Adriatico, a cura di<br />

Daniela Ferrari, Anna Maria Visser Travagli, 2007 (€ 20,00, soci 15,00), poche copie<br />

10^ Giornate Nazionali di Studio (Pisa, 12-14 novembre 2004), Trame di luce. Vetri da fi nestra e vetrate<br />

dall’età romana al Novecento, a cura di Daniela Stiaffini e Silvia Ciappi, 2010 (€ 20,00)<br />

11^ Giornate Nazionali di Studio (Bologna, 16-18 dicembre 2005), Produzione e distribuzione <strong>del</strong> vetro<br />

nella storia: un fenomeno di globalizzazione, Giugno 2011<br />

12^ Giornate Nazionali di Studio (Venezia, 19-21 ottobre 2007), Il <strong>Vetro</strong> nel Medioevo tra Bisanzio,<br />

l’Islam e l’Europa, in corso di stampa<br />

13^ Giornate Nazionali di Studio (Trieste-Piran, 30-31 maggio 2009), La diffusione e la produzione <strong>del</strong><br />

vetro sulle sponde <strong>del</strong> Mare Adriatico nell’antichità, a cura di Maurizio Buora, 2010 (€ 20,00), esaurito<br />

da ristampare, si può inviare in PDF<br />

14^ Giornate Nazionali di Studio (Trento, 16-17 ottobre 2010), Per un corpus dei bolli in Italia; Castello<br />

<strong>del</strong> Buonconsiglio Trento, in corso di stampa<br />

15^ Giornate Nazionali di Studio (Cosenza, 9-11 giugno 2011), in corso di redazione<br />

Atti Incontri di Studio<br />

Incontro di Studio in Ricordo di Wladimiro Dorigo, La statistica applicata all’archeologia, Udine, Castello,<br />

Sala <strong>del</strong>la Contadinanza, 11 novembre 2006, Atti in Quaderni Friulani di Archeologia n. 16 (2006)<br />

(€ 15,00), poche copie rimaste<br />

<strong>Vetro</strong> Notizie, Bollettino Annuale di Informazione Vetraria<br />

n. 1, 1993; n. 5, 1997; n. 6, 1998 (numero speciale); n. 7, 1999; n. 8, 2000; n. 9, 2001 (€ 5,00)<br />

Gli studiosi interessati possono ordinare le pubblicazioni (ad eccezione di quelle esaurite o contrassegnate<br />

con*) inviando una e-mail a: info@storia<strong>del</strong>vetro.it. I soci godono di uno sconto <strong>del</strong> 30%.<br />

Il sito web <strong>del</strong> Comitato nazionale Italiano AIHV (www.storia<strong>del</strong>vetro.it) contiene varie sezioni con utili<br />

informazioni sulla organizzazione e sulle attività <strong>del</strong> Comitato.<br />

52


associazioni Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

A.I.H.V. - Association Internationale<br />

pour l'Histoire du Verre<br />

L’AIHV è stata fondata nel 1956 da Joseph Philippe, all’epoca Direttore <strong>del</strong> Museo Curtius di Liegi<br />

(Belgio). Il primo congresso <strong>del</strong>l’associazione, che si chiamava allora “Journées internationales du<br />

verre”, ebbe luogo in questa stessa città nel 1958, in occasione <strong>del</strong>l’Esposizione Internazionale 1 .<br />

L’AIHV è una associazione internazionale consacrata esclusivamente allo studio <strong>del</strong> vetro, alla sua<br />

utilizzazione, alla sua storia e alle sue qualità estetiche, dall’antichità ai nostri giorni. Obiettivo <strong>del</strong>l’Associazione<br />

è riunire archeologi, storici <strong>del</strong>l’arte, artisti, collezionisti, conservatori museali, scienziati e<br />

ricercatori dediti alla storia <strong>del</strong> vetro di tutti i paesi <strong>del</strong> mondo.<br />

Ogni tre anni viene organizzato un Congresso, che permette di presentare <strong>del</strong>le comunicazioni sulle<br />

ricerche in corso e di visitare esposizioni dedicate al vetro; inoltre, in occasione dei congressi si organizzano<br />

visite in musei, gallerie e collezioni private: si tratta di interessanti occasioni di incontro, in un<br />

ambiente piacevole, che permettono di condividere il comune interesse dei partecipanti per la storia <strong>del</strong><br />

vetro. L’ultimo congresso si è svolto a Salonicco, in Grecia, nel settembre 2009.<br />

I precedenti si sono svolti a: Leida (1962); Damasco (1964); Ravenna e Venezia (1967); Praga (1970);<br />

Colonia (1973); Berlino e Lipsia (1977); Londra e Liverpool (1979); Nancy (1983); Madrid e Segovia<br />

(1985); Basilea (1988); Vienna (1991); Paesi Bassi (1995); Venezia e Milano (1998); New York e Corning<br />

(2001); Londra (2003); Anversa (2006).<br />

Il prossimo Congresso AIHV, che sarà il 19°, si terrà a Pirano, in Slovenia, nel settembre <strong>2012</strong>.<br />

L’Associazione è retta da uno Statuto basato sulla legge Olandese. Le lingue ufficiali sono l’inglese, il<br />

tedesco e il francese; in occasione <strong>del</strong>le conferenze e nelle relative pubblicazioni di Atti, gli Annales, le<br />

comunicazioni possono essere presentate in queste tre lingue. Per le normali comunicazioni destinate ai<br />

soci si utilizzano invece soltanto l’inglese e il francese.<br />

L’adesione all’AIHV è aperta a tutti gli interessati; gli studenti sono ammessi gratuitamente, mentre per<br />

gli altri è prevista una quota annuale di iscrizione. Attualmente gli iscritti sono circa 500, appartenenti a<br />

33 paesi. L’AIHV è diretta da un Consiglio Direttivo e da un Comitato Esecutivo, eletti dall’Assemblea<br />

Generale dei soci, che si riunisce in occasione di ciascun Congresso internazionale.<br />

Consiglio Direttivo e Comitato Esecutivo (2009-<strong>2012</strong>)<br />

Attualmente il Consiglio Direttivo è così composto:<br />

Presidente (dal 2003):<br />

Vice Presidente:<br />

Tesoriere:<br />

Segreteria Generale:<br />

Membri:<br />

Marie-Dominique Nenna (Francia)<br />

Irena Lazar (Slovenia)<br />

Huib Tijssens (Olanda)<br />

Jane Sha<strong>del</strong> Spillmann (USA)<br />

Despina Ignatiadou (Grecia), David Whitehouse (USA).<br />

53


4-<strong>2012</strong><br />

associazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Membri <strong>del</strong> Comitato Esecutivo sono:<br />

Fatma Marii (Giordania), Yoko Shindo Takahsahi (Giappone),<br />

Maria Grazia Diani (Italia), Sylvia Fuenfschilling<br />

(Svizzera), Lisa Pilosi (USA), Marianne Stern (Olanda) e<br />

i presidenti dei Comitati Nazionali <strong>del</strong>l’AIHV.<br />

Presidenti sono stati: Axel von Saldern (1983-1991)<br />

David Whitehouse (1991-1995)<br />

Gioia Meconcelli Notarianni (1995-1998)<br />

Jennifer Price (1998-2003).<br />

Comitati Nazionali<br />

In alcuni paesi, i soci AIHV hanno formato dei Comitati Nazionali. Il Consiglio Direttivo incoraggia<br />

sempre i soci dei paesi che non hanno tali Comitati ad organizzarli; questi Comitati organizzano Conferenze<br />

ed iniziative per promuovere la storia <strong>del</strong> vetro tra un Congresso internazionale AIHV e il successivo.<br />

Attualmente sono attivi i seguenti Comitati nazionali:<br />

Regno Unito: British Committee - www.historyofglass.org.uk<br />

Italia: Comitato Nazionale Italiano AIHV - www.storia<strong>del</strong>vetro.it<br />

Francia: Association Française pour l’Archéologie du Verre - A.F.A.V. - www.afaverre.fr<br />

Israele: National Committee<br />

Pubblicazioni<br />

L’AIHV pubblica direttamente gli Atti dei Congressi Internazionali, negli “Annales du Congrès de l’Association<br />

Internationale pour l’Histoire du Verre”. I volumi degli Annales sono gratuiti per i soci che<br />

sono in regola con la quota associativa, mentre gli studenti li possono acquistare a metà prezzo, durante<br />

il periodo di preparazione <strong>del</strong>la loro tesi di laurea 2 .<br />

Inoltre l’AIHV ha pubblicato (fino al 1983) nove “Bullettins des Journées Internationales du Verre”, per<br />

diffondere le notizie circa le più recenti scoperte e per presentare le collezioni di vetri dei seguenti paesi:<br />

Polonia, Siria, Cecoslovacchia, Belgio, Tunisia, Germania, Regno Unito, Italia.<br />

Attualmente, con periodicità semestrale, l’AIHV invia ai soci una newsletter elettronica, che comprende<br />

i principali aggiornamenti circa le conferenze, le esposizioni temporanee e i principali aggiornamenti<br />

bibliografici sulla storia <strong>del</strong> vetro, dall’età preromana alla contemporaneità, oltre all’archeometria e alla<br />

conservazione.<br />

Note<br />

1<br />

Una sintesi <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’AIHV si trova nella Prefazione a fi rma di Marie-Dominique Nenna, negli Annales <strong>del</strong> Congresso<br />

di Anversa, pubblicati nel 2009 (pp. ix-xiii).<br />

2<br />

Per informazioni sulla disponibilità attuale dei volumi si veda il sito uffi ciale www.aihv.org.<br />

54


Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

4-<strong>2012</strong><br />

In ricordo di Cesare Moretti<br />

Ricordare Cesare Moretti è<br />

da un certo di punto di vista ripercorrere<br />

i rapporti tra SSV e<br />

l’industria <strong>del</strong> vetro muranese.<br />

Continuo è stato infatti, sia<br />

con Cesare che con le vetrerie,<br />

il rapporto di collaborazione, e<br />

frequenti i momenti di scambio<br />

di reciproco interesse e stimolo<br />

tra la scienza e la tecnologia, tra<br />

l’innovazione e la tradizione, tra<br />

le conoscenze di base e la pratica<br />

quotidiana di impresa.<br />

Dopo aver conseguito la laurea<br />

in Chimica Industriale a Padova,<br />

Cesare Moretti, nella seconda<br />

metà degli anni 50, ha svolto alla<br />

SSV un periodo di addestramento<br />

presso il laboratorio chimico,<br />

allora nucleo originario <strong>del</strong>l’Istituto,<br />

da cui si sono poi sviluppate<br />

altre competenze. La sua attività<br />

professionale non si è però<br />

realizzata in ambito veneziano,<br />

ove operava la società vetraria<br />

di proprietà <strong>del</strong>la famiglia, ma si<br />

è indirizzata verso nuove esperienze<br />

e sfide di tipo industriale.<br />

In quegli anni sorgeva a San Vito<br />

al Tagliamento, in Friuli, una<br />

nuova società, la Sirix Intervitrum<br />

SpA, specializzata nella<br />

produzione di tubo di vetro continuo<br />

per uso prevalentemente<br />

farmaceutico. Cesare Moretti ne<br />

assunse la direzione tecnica, che<br />

mantenne per molti anni anche<br />

quando la società venne assorbita<br />

dal gruppo Bormioli Rocco di<br />

Parma, e contribuì a migliorare<br />

una tecnologia complessa impiegata<br />

in pochi stabilimenti in<br />

tutto il mondo.<br />

Costanti furono i rapporti con la<br />

SSV, sia perché frequenti i suoi<br />

soggiorni a Venezia, sia per la familiarità<br />

e la frequentazione con<br />

i tecnici <strong>del</strong>l’Istituto che aveva<br />

conosciuto e apprezzato nei suoi<br />

“stage” e che hanno consentito di<br />

approfondire conoscenze specifiche<br />

ed affinare competenze nel<br />

settore <strong>del</strong>la resistenza chimica<br />

<strong>del</strong> vetro e <strong>del</strong> rapporto contenitore/farmaco,<br />

fondamentale per<br />

assicurare al mercato un prodotto<br />

affidabile e chimicamente<br />

idoneo all’impiego per cui viene<br />

progettato e realizzato.<br />

Per alcuni anni il dottor Moretti<br />

è stato componente <strong>del</strong> Comitato<br />

Tecnico Scientifico <strong>del</strong>la SSV,<br />

organismo costituito per dare<br />

rappresentanza alle esigenze tecniche<br />

<strong>del</strong>l’industria con l’obiettivo<br />

di promuovere iniziative e<br />

indirizzare investimenti e risorse<br />

nell’interesse <strong>del</strong>le vetrerie.<br />

La sua prevalente attenzione,<br />

diventata esclusiva con l’abbandono<br />

di cariche e responsabilità<br />

industriali, è stata però orientata<br />

allo studio <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la tecnologia<br />

vetraria, frutto ed eredità<br />

<strong>del</strong>la sua originale formazione,<br />

di cui era molto orgoglioso.<br />

È autore di varie pubblicazioni<br />

su temi di carattere tecnico e<br />

storico (ricettari vetrari, materie<br />

prime, metodi di indagine tecniche<br />

di lavorazione). Sostenitore<br />

e assiduo collaboratore <strong>del</strong>la<br />

nostra Rivista, ha qui pubblicato,<br />

negli anni, numerosi studi e<br />

articoli divulgativi.<br />

Membro <strong>del</strong>l’Association International<br />

pour l’Histoire du Verre<br />

e <strong>del</strong> Comitato Nazionale Italiano<br />

<strong>del</strong>la stessa AIHV, nel 2002<br />

entra a far parte <strong>del</strong> Consiglio direttivo,<br />

ne diviene Presidente nel<br />

2008 ed è confermato alla presidenza<br />

nel 2011. La sua presenza<br />

all’interno <strong>del</strong> Comitato Italiano<br />

<strong>del</strong>l’AIHV ha rappresentato un<br />

rilancio <strong>del</strong>le iniziative associative,<br />

frutto di un costante appassionato<br />

impegno, volto a promuovere<br />

le iniziative editoriali, come le<br />

Giornate Nazionali di Studio sul<br />

<strong>Vetro</strong>, celebrate annualmente, e i<br />

contatti con i colleghi, sviluppati<br />

attraverso una fitta rete di relazioni<br />

nazionali e internazionali.<br />

Dalla sua fondazione, nel 2010, è<br />

stato membro <strong>del</strong> Comitato Promotore<br />

<strong>del</strong>l’iniziativa “Altino -<br />

Vetri di Laguna”.<br />

Curioso, appassionato, aperto al<br />

dialogo e impegnato nella diffusione<br />

<strong>del</strong>le conoscenze: questi<br />

gli aspetti che hanno sempre<br />

caratterizzato la sua attività e la<br />

sua ricerca. È così che vogliamo<br />

ricordarlo.<br />

55


4-<strong>2012</strong><br />

associazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

GLASS TREND<br />

Glass Technology REsearch and New Developments<br />

Glass Trend è un Consorzio di Ricerca e Sviluppo costituito nel 2001 e raggruppa rappresentanti <strong>del</strong>l’industria<br />

<strong>del</strong> vetro, istituzioni di ricerca e innovazione, nonché fornitori di macchine, impianti e servizi con<br />

l’obiettivo di trovare e promuovere applicazioni <strong>del</strong>le scienze e <strong>del</strong>la tecnologia <strong>del</strong> materiale al settore<br />

industriale.<br />

Il Consorzio ha quindi il fine di aggregare e stimolare risorse e iniziative per valorizzare le opportunità<br />

e i punti di forza <strong>del</strong> vetro a vantaggio dei produttori, dei fornitori e dei consumatori attraverso azioni e<br />

progetti pre-competitivi di ricerca, innovazione e di trasferimento di know-how.<br />

I settori di punta cui si volge l’attenzione di Glass Trend sono la fusione <strong>del</strong> vetro, la tecnologia di processo,<br />

le materie prime, il riciclo, la formatura <strong>del</strong> vetro, l’efficienza energetica, l’impatto ambientale:<br />

lo stesso nome testimonia nella lingua inglese la mission <strong>del</strong> Consorzio, “Glass Technology REsearch<br />

and New Developments”.<br />

A giugno <strong>2012</strong> aderivano al Consorzio 49 membri di 18 differenti paesi, tutti presenti in un Council che<br />

definisce le attività e le iniziative ed elegge un General Managing Board (4 membri) che si occupa di predisporre<br />

il programma annuale, studiare nuove attività, definire i costi di iscrizione. L’Advisory Board (5<br />

membri) determina invece il programma dei seminari, la selezione e la valutazione di rapporti e di studi,<br />

l’individuazione di nuovi temi di ricerca e sviluppo e definisce gli Study Tours e ogni altra iniziativa.<br />

Le attività <strong>del</strong> Consorzio si sviluppano principalmente su quattro direttrici:<br />

1. organizzazione di seminari su temi specifici di interesse industriale;<br />

2. organizzazione di visite guidate a impianti e stabilimenti;<br />

3. progetti di ricerca e innovazione industriale;<br />

4. organizzazione di corsi di specializzazione e perfezionamento ad alto livello sulla tecnologia <strong>del</strong><br />

vetro e la produzione.<br />

Nel primo caso segnaliamo le ultime iniziative che si sono svolte in concomitanza con altre manifestazioni<br />

scientifiche e in occasione <strong>del</strong>le riunioni <strong>del</strong> Council, senza quindi ricorrere a costi aggiuntivi a<br />

carico dei consorziati:<br />

-<br />

Glass Melt Quality & Glass Defects<br />

-<br />

Reach & Raw Materials & Recycling in the Glass Industry<br />

-<br />

Glass, Furnaces and Refractory Materials<br />

56


associazioni Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

-<br />

Sensor & Control in Glass Furnaces<br />

-<br />

Mathematical Mo<strong>del</strong>ling of Glass Melting Process<br />

-<br />

Energy Efficient & Environmentally Sound Glass Production<br />

-<br />

Heat Transfer & Heat Energy.<br />

Nel corso <strong>del</strong> <strong>2012</strong> verrà organizzato un Seminario su Alternative Raw Materials and Advanced Batch<br />

Pre-treatment for Glass Melting.<br />

Le visite guidate sono organizzate su temi specifici e riguardano impianti industriali e centri di ricerca e<br />

innovazione di particolare richiamo. Nel corso <strong>del</strong> <strong>2012</strong> è stato organizzato un tour tecnico in Italia, descritto<br />

nelle pagine seguenti. Negli anni precedenti sono state visitate industrie con particolari esperienze<br />

nel risparmio energetico e controllo ambientale (Germania, Spagna e Stati Uniti).<br />

I progetti di ricerca riguardano temi individuati dal Board e dal Council e sono organizzati su un periodo<br />

bi o triennale, con la partecipazione di aziende e centri di ricerca che finanziano l’iniziativa, ma sono i<br />

soli beneficiari dei risultati.<br />

Sono in corso i seguenti progetti, che contano dai sei agli otto partners e prevedono più fasi di lavoro,<br />

rese via via operative dai positivi risultati immediatamente precedenti e che comprendono anche sperimentazioni<br />

su base industriale:<br />

-<br />

LowNox Regenerative Glass Furnace (2006-2010)<br />

-<br />

Sulphur Chemistry in Alkali Free/Lean Glasses (LCD, E-glass, borosilicate glasses) (2007-2009)<br />

-<br />

Batch Pelletizing & Pellet Pre-heating by Glass Furnaces Flue Gases (2008-2010).<br />

Ricerche più recenti sono in fase di avvio o di avanzata fase progettuale e riguardano:<br />

-<br />

Energy Balance Mo<strong>del</strong>ling of Glass Furnaces<br />

-<br />

Refractory-glass Melt Interaction: Blister Formation<br />

-<br />

Gui<strong>del</strong>ines for Refractory Selection of Glass Furnaces<br />

-<br />

Novel Feeder & Fore-hearth Conception to Obtain Improved Glass Homogenization and<br />

Energy Savings<br />

-<br />

Control of Color & Optimizing Batch Chemistry and Fining for Amber Component Glasses<br />

Fining & Transparency of <strong>Vetro</strong>Clean (Solar) Glass.<br />

Altri temi sono allo studio e verranno definiti in accordo con i consorziati. Sono proposti argomenti quali<br />

affinaggio, controllo di formazione alla goccia, feeders ad alta efficienza energetica.<br />

I corsi vengono organizzati su richiesta <strong>del</strong>le società presso i propri stabilimenti e riguardano la tecnologia<br />

<strong>del</strong> vetro o il processo produttivo. Il prossimo avrà luogo a Eindhoven, Olanda, nel settembre<br />

<strong>2012</strong>; durerà cinque giorni e verterà sui temi: proprietà <strong>del</strong> vetro, fusione, forni, emissioni ed efficienza<br />

energetica, chimica <strong>del</strong> vetro.<br />

L’iscrizione al Glass Trend è libera e comporta una quota annuale pari a Euro 3.500,00 circa.<br />

I consorziati hanno diritto a partecipare a tutte le attività <strong>del</strong> Consorzio e a contribuire allo sviluppo dei<br />

temi di attività. La partecipazione alle conferenze è gratuita (2 rappresentanti) e i tour prevedono una<br />

riduzione per i consorziati.<br />

57


4-<strong>2012</strong><br />

associazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Presidente è Ruud Beerkens (CelSian); i riferimenti per eventuali contatti<br />

sono:<br />

Elize Harmelink<br />

CelSian Glass & Solar b.v.<br />

De Rondom 1<br />

5612 AP Eindhoven<br />

P.O. Box 6235<br />

5600 HE Eindhoven, The Netherlands<br />

Tel. +31-88 866 2501<br />

elize.harmelink@celsian.nl<br />

Prof. Ruud Beerkens<br />

Glass Trend Study Tour<br />

7-11 maggio <strong>2012</strong><br />

Glass Trend ha recentemente organizzato, in collaborazione con SSV, uno Study Tour in alcuni siti<br />

industriali <strong>del</strong>l’Italia <strong>del</strong> Nord, iniziativa periodicamente realizzata dal consorzio. Vi ha partecipato un<br />

gruppo di tecnici di società consorziate, con un minimo di 8 persone e un massimo di 15 persone nei<br />

diversi giorni, provenienti da Slovacchia, Belgio, Francia, Spagna, Italia, Repubblica Ceca e Olanda e<br />

appartenenti al settore produzione e tecnologia di processo <strong>del</strong>l’industria <strong>del</strong> vetro.<br />

Primo appuntamento il 7 maggio a Brusnengo (Biella) per visitare la Sasil, specializzata nella fornitura<br />

di materie prime per vetro e ceramica e nella tecnologia di riciclo <strong>del</strong> rottame, in particolare per purificare<br />

e macinare scarti altrimenti destinati a discarica e impiegati nella produzione di contenitori e lana di<br />

vetro. Interesse ha suscitato l’illustrazione <strong>del</strong> processo di produzione, <strong>del</strong> sistema di preriscaldamento<br />

<strong>del</strong>la miscela e i progetti per la produzione di vetro schiuma partendo dalle scorie di impianti di incenerimento<br />

di rifiuti solidi urbani.<br />

Nella serata <strong>del</strong> 7 maggio il prof. Ruud Beerkens, capo <strong>del</strong>egazione, ha illustrato ai componenti <strong>del</strong><br />

viaggio, nel corso di un seminario specifico, due temi legati a “Concepts for energy & emission friendly<br />

glass melting - evolution or devolution in glass melting” e “Overview of methods to recover Energy from<br />

fl ue gases of glass furnaces - impact on glass furnace energy consumption”.<br />

L’indomani, 8 maggio, si è svolta una visita allo stabilimento Bormioli Luigi di Abbiategrasso specializzato<br />

nella produzione di articoli per profumeria e cosmetica e contenitori di alta gamma per liquori.<br />

Il forno è equipaggiato con il sistema Centauro, messo a punto da Stara Glass, un sistema ibrido che<br />

utilizza aria preriscaldata da recuperatori (sezione a bassa temperatura) e rigeneratori (end-port) per<br />

un intervallo di temperature più elevate fino a 1200°-1250°C, in grado di soddisfare anche altre utenze<br />

all’interno <strong>del</strong>la fabbrica.<br />

58


associazioni Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

È stata poi raggiunta la Refel a San Vito al Tagliamento (PN), società appartenente al gruppo RHI che<br />

produce refrattari elettrofusi soprattutto per l’industria <strong>del</strong> vetro, ma anche per l’industria siderurgica,<br />

<strong>del</strong> cemento, <strong>del</strong>la ceramica.<br />

Giovedì 10 maggio è stato<br />

visitato il nuovo stabilimento<br />

<strong>del</strong>la Sangalli, ubicato a San<br />

Giorgio di Nogaro, che ha<br />

iniziato nel giugno 2011 l’attività<br />

di produzione <strong>del</strong> vetro<br />

float chiaro ed extra chiaro,<br />

nonché specializzata nella laminazione,<br />

in uno stabilimento<br />

molto moderno e ad alta efficienza<br />

energetica, con un impianto di controllo emissioni comprendente uno scrubber (Ca(OH)2) per<br />

De Sox, un precipitatore elettrostatico per le polveri e un SCR (De NOx).<br />

L’ultima giornata, venerdì 11 maggio, è stata<br />

dedicata a visitare i laboratori <strong>del</strong>la SSV a<br />

Murano con particolare attenzione alle esperienze<br />

maturate nel settore <strong>del</strong>le proprietà<br />

chimiche e fisiche <strong>del</strong> vetro, <strong>del</strong>lo studio <strong>del</strong>le<br />

materie prime anche alternative, <strong>del</strong>le emissioni<br />

e <strong>del</strong> risparmio energetico (2 laboratori<br />

mobili), <strong>del</strong>la mo<strong>del</strong>listica e <strong>del</strong>la resistenza<br />

meccanica. Sono stati inoltre illustrati i progetti<br />

di ricerca in corso sviluppati in proprio e<br />

in collaborazione con finanziamenti pubblici.<br />

Tutti i partecipanti hanno espresso vivo interesse<br />

per le opportunità di visita e approfondimento e tramite il prof. Beerkens hanno manifestato apprezzamento<br />

per le iniziative e le realizzazioni visitate.<br />

Precedenti esperienze <strong>del</strong> gruppo Glass Trend hanno riguardato un tour negli Stati Uniti sui nuovi approcci<br />

alla fusione <strong>del</strong> vetro (2007) e in Germania e Spagna sul recupero degli affluenti gassosi e controllo<br />

emissioni (2010).<br />

59


4-<strong>2012</strong><br />

manifestazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

Giornata A.T.I.V.<br />

Il nuovo quadro normativo italiano nell’uso strutturale<br />

<strong>del</strong> vetro. Cosa cambierà?<br />

Parma, 21 giugno <strong>2012</strong><br />

Nelle aperture <strong>del</strong>le mie case il<br />

vetro occupa il posto che la pietra<br />

preziosa assume tra gli altri<br />

materiali… Il supermateriale<br />

vetro, come lo utilizziamo ora, è<br />

una meraviglia. Aria nell’aria,<br />

per bloccare l’aria o mantenerla<br />

all’interno. Luce nella luce, per<br />

diffondere o deviare la luce…<br />

Con queste parole Frank Lloyd<br />

Wrigth sintetizzava l’enorme potenzialità<br />

espressiva <strong>del</strong> vetro.<br />

Negli ultimi anni il vetro si sta<br />

affermando anche come vero e<br />

proprio materiale strutturale, per<br />

la costruzione di travi portanti,<br />

scale, parapetti, solai, coperture<br />

di grande luce, e la straordinaria<br />

eleganza di queste strutture si<br />

combina perfettamente con l’alto<br />

contenuto tecnologico di edifici<br />

ultramoderni, nonché col restauro<br />

conservativo o la ristrutturazione<br />

di monumenti di particolare<br />

pregio storico-architettonico.<br />

<strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, in collaborazione con<br />

il Dipartimento di Chimica Generale<br />

e Inorganica, Chimica<br />

Fisica, Chimica Analitica e il<br />

Dipartimento di Ingegneria Civile<br />

e <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong> Territorio<br />

e Architettura <strong>del</strong>l’Università<br />

degli Studi di Parma con il<br />

patrocinio <strong>del</strong>l’Ordine degli Architetti,<br />

Pianificatori Paesaggisti<br />

Conservatori <strong>del</strong>la Provincia<br />

di Parma e l’Ordine degli Ingegneri<br />

<strong>del</strong>la Provincia di Parma.<br />

L’iniziativa s’inserisce nell’ambito<br />

<strong>del</strong>le attività istituzionali<br />

<strong>del</strong>l’Associazione per promuovere<br />

la formazione, la specializzazione<br />

e l’aggiornamento<br />

tecnico scientifico dei tecnici<br />

vetrai e dei professionisti che<br />

quotidianamente si trovano a lavorare<br />

con questo splendido materiale.<br />

Quest’incontro è stato<br />

un’occasione per diffondere<br />

la cultura <strong>del</strong>la progettazione<br />

e approfondire gli aspetti<br />

normativi che caratterizzano<br />

le costruzioni in vetro. Esistono<br />

ottime scuole di ingegneria<br />

che insegnano a costruire con<br />

legno, acciaio, cemento armato<br />

ma sono pochissime le occasioni<br />

di approfondimento per le costruzioni<br />

in vetro. Per costruire<br />

con il vetro bisogna essere molto<br />

Si intitola “Il nuovo quadro normativo<br />

italiano nell’uso strutturale<br />

<strong>del</strong> vetro. Cosa cambierà?”<br />

la Giornata che è stata organizzata,<br />

presso il Centro Congressi<br />

Santa Elisabetta al Campus<br />

<strong>del</strong>l’Università di Parma il<br />

21 giugno scorso, dall’A.T.I.V.<br />

- Associazione Tecnici Italiani<br />

60


manifestazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

più precisi che con altri materiali:<br />

le tolleranze sono limitate, le<br />

movimentazioni <strong>del</strong>icate, i ritocchi<br />

in opera quasi impossibili e<br />

la preparazione di tutta la filiera<br />

produttiva e costruttiva gioca un<br />

ruolo fondamentale.<br />

Nell’ambito di questa Giornata,<br />

una serie d’interventi dei più<br />

affermati studiosi provenienti<br />

da Università italiane hanno illustrato<br />

e spiegato le norme per<br />

la progettazione, l’esecuzione<br />

e il controllo di costruzioni con<br />

elementi strutturali in vetro, le<br />

problematiche generali legate<br />

alla progettazione strutturale <strong>del</strong><br />

vetro. In particolare, sono state<br />

sviscerate le problematiche legate<br />

ai sistemi di facciata continua<br />

in vetro ad alta tecnologia<br />

e le innovazioni di progetto e<br />

prodotto in un quadro normativo<br />

complesso.<br />

Il Prof. Gianni Royer Carfagni<br />

<strong>del</strong>l’Università degli Studi di<br />

Parma ha aperto la giornata con<br />

un intervento mirato alla progettazione,<br />

esecuzione e controllo<br />

di costruzioni ed elementi strutturali<br />

in vetro, distinguendo tra<br />

norme di prodotto e norme per<br />

le costruzioni e indicando i requisiti<br />

essenziali per la sicurezza<br />

in uso e la resistenza meccanica<br />

e la stabilità. Non esiste un’unica<br />

norma per l’utilizzo <strong>del</strong> vetro<br />

strutturale, quanto piuttosto un<br />

quadro di norme tecniche complesso<br />

e articolato che presiede<br />

alla marcatura CE <strong>del</strong>l’involucro<br />

vetrato e dei suoi componenti.<br />

Il Prof. Royer ha quindi completato<br />

la presentazione con un’attenta<br />

analisi sui requisiti di base<br />

<strong>del</strong>la norma CPR 305/2011 che<br />

fissa le condizioni armonizzate<br />

per la commercializzazione<br />

dei prodotti da costruzione, sulla<br />

marchiatura dei prodotti CE,<br />

sulle norme tecniche armonizzate,<br />

sulla PR EN 13474 che è il<br />

progetto di norma europea, tuttora<br />

non approvata, e sulle raccomandazioni<br />

<strong>del</strong> CNR.<br />

Secondo il Prof. Franco Mola<br />

<strong>del</strong> Politecnico di Milano, il vetro<br />

è un materiale largamente<br />

utilizzato nell’architettura, che<br />

ha trovato, negli ultimi decenni,<br />

un impiego sempre più vasto in<br />

un ambito fortemente connotato<br />

sotto l’aspetto strutturale. Lo<br />

sviluppo <strong>del</strong>l’impiego di vetro<br />

trova la sua ragione nell’avanzamento<br />

<strong>del</strong>la tecnologia connessa<br />

alla sua produzione, al suo<br />

sinergico inserimento in sistemi<br />

costruttivi affidabili, nonché<br />

al progresso <strong>del</strong>le conoscenze<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la scienza dei<br />

materiali, <strong>del</strong>la sperimentazione<br />

e nella formulazione di raffinati<br />

mo<strong>del</strong>li di comportamento teorici.<br />

Considerando le caratteristiche<br />

proprie <strong>del</strong> vetro quale materiale<br />

strutturale, la progettazione<br />

di strutture in vetro deve essere<br />

condotta con grande attenzione<br />

e richiede conoscenze particolari,<br />

in genere non necessarie nel<br />

progetto di strutture con altri<br />

materiali fragili. Per migliorare<br />

le caratteristiche <strong>del</strong> vetro quale<br />

materiale strutturale, sono stati<br />

prodotti nuovi tipi di vetro (vetro<br />

temperato, vetro stratificato,<br />

vetro retinato, tenacizzato, armato...)<br />

che ne hanno permesso<br />

un impiego sempre più esteso,<br />

specialmente nella costruzione<br />

di edifici alti o aventi geometrie<br />

complesse e particolari. Ma l’utilizzo<br />

di vetri altamente tecnici<br />

nella progettazione di edifici<br />

complessi richiede analisi raffinate<br />

e approfondite per evitare<br />

insuccessi, le cui conseguenze<br />

possono essere particolarmente<br />

gravose in termini di sicurezza<br />

e rischi economici. Il Prof. Mola<br />

ha quindi illustrato i principi generali<br />

riguardanti la progettazione<br />

di edifici alti (ad esempio, la<br />

progettazione <strong>del</strong>le facciate di<br />

Palazzo Lombardia) e la struttura<br />

di una facciata di particolare<br />

complessità. L’analisi di un insuccesso<br />

generato dalla rottura<br />

di una lastra e le conclusioni finali<br />

sulla misura <strong>del</strong>la sicurezza<br />

hanno completato la presentazione.<br />

Il Prof. Luigi Biolzi <strong>del</strong> Politecnico<br />

di Milano ha tenuto<br />

un’interessante relazione sulle<br />

problematiche generali legate<br />

alla progettazione strutturale in<br />

vetro. Dopo aver illustrato alcune<br />

<strong>del</strong>le realizzazioni più significative<br />

a livello mondiale di<br />

strutture in vetro, ha indicato le<br />

potenzialità <strong>del</strong> vetro come materiale<br />

strutturale, ma non solo.<br />

Il vetro, infatti, ha la capacità<br />

di trasmettere immagini da un<br />

ambiente all’altro (trasparenza),<br />

luci, colori, sagome (traslucenza)<br />

e informazioni (stampe,<br />

ologrammi, proiezioni). Il vetro<br />

ha la capacità di variare colore,<br />

caratteristiche chimiche e fisiche<br />

in funzione <strong>del</strong>l’ambiente<br />

circostante (vetri elettrocromici,<br />

gascromici, a cristalli liquidi…);<br />

il vetro ha inoltre le proprietà di<br />

riflessione, trasmissione o rifrazione,<br />

caratteristiche che possono<br />

essere esaltate e utilizzate per<br />

molti scopi (ad esempio, vetri<br />

dicroici).<br />

Il Prof. Biolzi ha quindi completato<br />

la sua presentazione con<br />

61


4-<strong>2012</strong><br />

manifestazioni<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

l’analisi <strong>del</strong> comportamento <strong>del</strong><br />

vetro come materiale da costruzione,<br />

indicando come aumentare<br />

la sicurezza <strong>del</strong>le strutture in<br />

vetro migliorando le caratteristiche<br />

<strong>del</strong> materiale o inserendo in<br />

parallelo elementi resistenti.<br />

Il Dr. Ennio Mognato, <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong><br />

<strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>, ha<br />

presentato le prove di qualificazione<br />

di vetri per uso strutturale,<br />

illustrando le direttive <strong>del</strong>le normative<br />

che saranno introdotte<br />

nel corso dei prossimi mesi.<br />

Il Prof. Paolo Rigone, <strong>del</strong>l’Unione<br />

Nazionale Costruttori<br />

Serramenti Alluminio Acciaio<br />

Leghe (Uncsaal), ha presentato<br />

una relazione sulle innovazioni<br />

di progetto e prodotto di facciate<br />

continue vetrate, in un quadro<br />

normativo complesso parlando<br />

di funzioni, tecnologie costruttive,<br />

prestazioni e normative tecniche.<br />

La facciata di un edificio,<br />

che rappresenta l’involucro, è il<br />

filtro complesso e multifunzionale<br />

tra esterno e interno rispetto<br />

all’edificio, e ha la funzione di<br />

trasmettere alla struttura portante<br />

i carichi permanenti (peso<br />

proprio) e accidentali (vento, sisma,<br />

urti), di difendere gli spazi<br />

interni dagli agenti esterni, di regolare<br />

la trasmissione dei flussi<br />

energetici tra interno ed esterno,<br />

di consentire l’illuminazione naturale<br />

e la visibilità, di permettere<br />

di conformare gli spazi interni<br />

e di regolare il passaggio di persone<br />

e cose. L’involucro di vetro<br />

deve avere le seguenti prestazioni:<br />

resistenza meccanica, tenuta<br />

all’acqua, permeabilità all’aria,<br />

prestazioni di interfaccia (dilatazioni,<br />

deformazioni <strong>del</strong>la struttura<br />

portante, collegamento alla<br />

struttura portante, coordinamento<br />

<strong>del</strong>le tolleranze...), comportamento<br />

termico, controllo <strong>del</strong>l’irraggiamento<br />

solare, controllo<br />

<strong>del</strong> flusso luminoso, isolamento<br />

acustico, comportamento al fuoco,<br />

durabilità e affidabilità.<br />

L’Ing. Francesco Lorenzi <strong>del</strong>la<br />

Società Focchi SpA ha dedicato<br />

la presentazione all’importanza<br />

<strong>del</strong>la normativa armonizzata per<br />

costruttori di facciate e produttori<br />

di serramenti, mettendo in luce<br />

quelle che sono al momento le<br />

normative di riferimento seguite<br />

nell’esecuzione di una facciata,<br />

mentre l’Ing. Massimo Fioraso<br />

<strong>del</strong>la Società Fischer Italia<br />

ha tenuto una relazione sull’evoluzione<br />

dei sistemi di fissaggio,<br />

introducendo a conclusione<br />

l’Arch. Giorgio Strappazzon<br />

che ha illustrato il progetto <strong>del</strong><br />

nuovo Orto Botanico di Padova.<br />

Nel Corso <strong>del</strong>la Giornata<br />

A.T.I.V., che ha visto la presenza<br />

di circa una settantina di partecipanti<br />

rappresentanti di industrie<br />

vetrarie, progettisti, serramentisti,<br />

è stato inoltre presentato<br />

“Progettare con il <strong>Vetro</strong> Strutturale”,<br />

il corso di formazione<br />

<strong>del</strong>la durata di due giorni che si<br />

terrà nella primavera <strong>del</strong> 2013<br />

presso l’Università degli Studi<br />

di Parma, rivolto all’intera filiera<br />

produttiva e costruttiva<br />

<strong>del</strong>le strutture in vetro.<br />

Il Corso verterà sulle seguenti<br />

tematiche:<br />

•Mo<strong>del</strong>lazione <strong>del</strong>la resistenza<br />

meccanica <strong>del</strong> vetro. Interpretazione<br />

statistica.<br />

•Ridondanza, robustezza, requisito<br />

“fail safe”. Strutture<br />

di prima, seconda e terza<br />

classe.<br />

•Azioni particolari sulle vetrature.<br />

Azione sismica; stati<br />

di coazione per variazioni<br />

termiche.<br />

•Metodi di primo, secondo<br />

e terzo livello per il dimensionamento<br />

<strong>del</strong>le strutture di<br />

vetro.<br />

•Mo<strong>del</strong>li di calcolo.<br />

•Regole pratiche di progettazione.<br />

•Esempi.<br />

•Procedure di accettazione e<br />

controllo. Ruolo <strong>del</strong> progettista,<br />

<strong>del</strong> direttore dei lavori,<br />

<strong>del</strong> collaudatore e <strong>del</strong>l’esecutore.<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

Segreteria A.T.I.V.<br />

ativ@ativ-online.it<br />

62


agenda<br />

Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong> 4-<strong>2012</strong><br />

Agenda <strong>2012</strong><br />

September<br />

5-7<br />

12-14<br />

19-20<br />

23-26<br />

October<br />

1-2<br />

1-3<br />

23-26<br />

November<br />

15-16<br />

Agenda 2013<br />

March<br />

20-22<br />

March<br />

20-22<br />

June<br />

2-7<br />

July<br />

1-5<br />

September<br />

3-4<br />

September<br />

3-5<br />

September<br />

10-12<br />

October<br />

23-26<br />

Agenda 2014<br />

Cambridge<br />

UK<br />

Las Vegas (NV)<br />

USA<br />

Aachen<br />

Germany<br />

Goslar<br />

Germany<br />

Arques<br />

France<br />

Cincinnati (OH)<br />

USA<br />

DÜsseldorf<br />

Germany<br />

Parma<br />

Italy<br />

Mumbai<br />

India<br />

Mexico City<br />

Mexico<br />

San Diego (CA.)<br />

USA<br />

Prague<br />

The Czech Republic<br />

Orlando (Fl)<br />

USA<br />

Dubai<br />

UAE<br />

Las Vegas (NV)<br />

Atlanta (GA)<br />

USA<br />

Milano<br />

Italy<br />

SGT Annual Meeting <strong>2012</strong><br />

www.sgt.org<br />

GlassBuild America<br />

e-mail: attend@glassbuildingamerica.com - www.glassbuildamerica.com<br />

55th Colloquium on Refractories<br />

ECREF - European Centre for Refractories GmbH<br />

www.feuerfest-kolloquium.de<br />

10th International Symposium on Crystallization from Glasses and Liquids.<br />

e-mail: joachim.deubener@tu-clausthal.de - www.crystallization-<strong>2012</strong>.de<br />

XXII ICF/EDG Technical Exchange Conference hosted by Arc International<br />

73rd Conference on Glass Problems - Annual Conference organized by the Glass Manufacturing<br />

Industry Council (GMIC) in conjuction with Alfred University<br />

www.introequipcon.com<br />

Glasstec <strong>2012</strong><br />

International Trade Fair for Glass Production - Processing - Products<br />

www.glasstec-online.com<br />

XXVII A.T.I.V. Conference: “From a grain of sand to the strength of a structure”<br />

Hollow & Flat Glass Session: innovations in raw materials.<br />

Engineering & Architectural Sessions: special glass structures<br />

Centro Congressi Santa Elisabetta Campus Universitario<br />

www.ativ-online.it<br />

Glasspex India 2013<br />

Every two years Glasspex India will offer international companies the ideal platform for a targeted<br />

presentation to the Indian glass market<br />

Bombay Convention & Exhibition Centre<br />

www.glasspex.com<br />

GlassLat 2013 Mexico<br />

The only exhibition in Mexico specializing in architectural and automotive glass industry<br />

Centro Banamex<br />

www.glasslat.com<br />

PacRim 10, 10th Pacific Rim Conference on Ceramic and Glass Technology<br />

e-mail: mmaham@ceramics.org - www.pacrim10.org<br />

XXIII International Congress on Glass<br />

e-mail: secretary@czech-glass-society.cz<br />

Glass Solutions 2013<br />

www.quartzltd.com<br />

Gulf Glass 2013 - Dubai World Trade Centre<br />

www.glassinthegulf.com<br />

GlassBuild America<br />

Annual, all-encompassing event that will bring the entire glass and fenestration industries together<br />

in one venue for the first time in North America<br />

www.glassbuildamerica.com<br />

Vitrum<br />

International trade show specialized in machinery, equipment and systems for flat, bent and hollow<br />

glass and in glass and processed products for industry - Fiera Milano<br />

www.vitrum-milano.it<br />

September<br />

22-25<br />

Parma<br />

Italy<br />

ESG 2014: A.T.I.V. (Associazione Tecnici Italiani <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong>) - <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />

e-mail: ferrari@ativ-online.it - www.ativ-online.it<br />

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