Dispensa Crispi e Giolitti PDF - Istitutocardarelli.it
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2. Nel 1870 esistevano in Italia 9000 imprese industriali<br />
con circa 400 000 dipendenti in totale: la<br />
maggioranza dei lavoratori era impiegata in imprese<br />
artigiane; persisteva, specie nel settore tessile, il<br />
lavoro a domicilio; forte era ancora la presenza di<br />
donne e bambini; il lavoro era spesso stagionale e<br />
legato all’attiv<strong>it</strong>à agricola. Non . esisteva ancora un<br />
vero e proprio proletariato di fabbrica. Le categorie<br />
più “sindacalizzate” erano i tipografi, i ferrovieri, gli<br />
addetti all’abbigliamento, gli operai della manifattura<br />
tabacchi<br />
e delle aziende del gas, gli scaricatori dei porti.<br />
Nel 1870 gli orari di lavoro erano in media di 12-<br />
14 ore giornaliere (16 d’estate); non esisteva alcuna<br />
tutela per il lavoro delle donne e dei bambini. Negli<br />
anni Settanta si formò un consistente nucleo di salariati<br />
agricoli, a segu<strong>it</strong>o dei lavori di bonifica nella<br />
bassa Padana: questi braccianti dettero v<strong>it</strong>a a grandi<br />
lotte (nel 1884-85) che presero il nome di la boje<br />
(cioè la pentola bolle e trabocca).<br />
3. Con la Prima Internazionale (1864) e la Comune<br />
di Parigi (1871) si diffuse in Italia il movimento<br />
anarchico, promosso da Michail Baku-nin, che soggiornò<br />
in Italia dal 1864 al 1867. Le sezioni <strong>it</strong>aliane<br />
dell’Internazionale erano 130 con circa 30000 aderenti<br />
nel 1874. Gli anarchici subentrarono ai mazziniani<br />
nel controllo del movimento sindacale. Il<br />
declino dell’influenza mazziniana fu causato dalla<br />
radicalizzazione dello scontro e dalla posizione fortemente<br />
cr<strong>it</strong>ica di Mazzini nei confronti della Comune<br />
di Parigi. Gli anarchici <strong>it</strong>aliani cercarono di<br />
provocare insurrezioni nel 1874 in Emilia e nel 1877<br />
presso Bene-vento (nel Matese). Entrambi i tentativi<br />
fallirono. Mentre perdeva terreno l’anarchismo,<br />
prendeva piede la tendenza socialista. Nel 1881 Andrea<br />
Costa, ex anarchico, fondò il Part<strong>it</strong>o socialista<br />
rivoluzionario diRomagna; nel 1882, in Lombardia,<br />
venne fondato il Part<strong>it</strong>o operaio.<br />
4. Nel 1889 nacque la Lega socialista milanese, su<br />
iniziativa di Filippo Turati e Anna Kuliscioff. Nel<br />
1891 fu fondata a Milano la prima Càmera del lavoro.<br />
Tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli<br />
anni Novanta si svilupparono Leghe di resistenza dei<br />
braccianti e cooperative nella bassa padana.<br />
Nel 1892 si svolse un Congresso da cui nacque il<br />
Part<strong>it</strong>o socialista. Al Congresso parteciparono 200<br />
delegati in rappresentanza di 324 associazioni; 80<br />
dei delegati erano anarchici. Dopo le prime discussioni<br />
in comune, si consumò la rottura tra anarchici<br />
e socialisti: questi ultimi dettero v<strong>it</strong>a al PLI (Part<strong>it</strong>o<br />
dei lavoratori <strong>it</strong>aliani), che l’anno dopo prenderà il<br />
nome di PSLI (Part<strong>it</strong>o socialista dei lavoratori <strong>it</strong>aliani)<br />
per diventare nel1895 PSI (Part<strong>it</strong>o socialista<br />
<strong>it</strong>aliano).<br />
la crisi di fine secolo<br />
Non appena furono note le dimensioni del disastro di<br />
Adua (la più pesante sconf<strong>it</strong>ta sub<strong>it</strong>a da un eserc<strong>it</strong>o coloniale<br />
in Africa) il governo <strong>Crispi</strong> dovette dimettersi<br />
immediatamente. Nel marzo 1896 tornò al potere la<br />
Destra e a capo del governo fu nominato Antonio di<br />
Rudinì (1839-1908) che, come <strong>Crispi</strong>, era convinto che<br />
l’Italia fosse minacciata da un duplice pericolo, proveniente<br />
dai cattolici (ostili al Risorgimento e allo stato<br />
un<strong>it</strong>ario, che aveva abol<strong>it</strong>o il potere temporale del papa)<br />
e dai socialisti. Pertanto, si continuò a r<strong>it</strong>enere che lo<br />
stato dovesse rispondere con la massima decisione ad<br />
ogni segno di sovversione rivoluzionaria, e che ogni<br />
rivendicazione popolare, di qualsiasi genere, dovesse<br />
essere spenta sul nascere con la forza.<br />
Questo principio ispiratore trovò la sua più coerente applicazione<br />
a Milano, nel maggio 1898; quando venne<br />
proclamato lo sciopero generale, per protestare contro<br />
l’aumento del prezzo del pane, le autor<strong>it</strong>à fecero intervenire<br />
l’eserc<strong>it</strong>o. Le truppe, comandate dal generale<br />
Bava-Beccaris. sciolsero con la violenza tutte le dimostrazioni<br />
e gli assembramenti popolari, mentre la c<strong>it</strong>tà<br />
si ricoprì di barricate come nel 1848. Tra il 7 e il 10<br />
maggio 1898, Milano fu teatro di un durissimo scontro<br />
che provocò 82 morti (80 civili e 2 poliziotti), 450 fer<strong>it</strong>i<br />
e migliaia di arresti. Turati (che pure aveva cercato<br />
di placare gli animi dei dimostranti) venne processato<br />
e condannato a dodici anni di carcere. Più di cento<br />
giornali (sia socialisti che cattolici) furono soppressi,<br />
mentre vennero sciolti in numero elevatissimo : gruppi<br />
parrocchiali, le associazioni diocesane, le Camere del<br />
Lavoro e le cooperative operaie. Oltre tutto il re Umberto<br />
I (che aveva sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o V<strong>it</strong>torio Emanuele II nel<br />
1878) si congratulò con Bava-Beccaris e gli conferì<br />
un’alta onorificenza.<br />
Il punto di massima tensione della cosiddetta crisi di<br />
fine secolo fu raggiunto negli anni 1899-1900, quando<br />
il successore di Antonio di Rudinì. generale Luigi Pelloux<br />
(1839-1924), in qual<strong>it</strong>à di Presidente del Consiglio,<br />
presentò alla Camera una serie di<br />
che<br />
proibivano lo sciopero<br />
degli operai addetti a un pubblico servizio, affidavano<br />
ai prefetti \:-. facoltà di sciogliere o di impedire<br />
le riunioni tenute all’aperto, lim<strong>it</strong>avano Li libertà<br />
di stampa e davano all’autor<strong>it</strong>à giudiziaria la possibil<strong>it</strong>à<br />
di sopprimere le associazioni r<strong>it</strong>enute pericolose<br />
per l’ordine e la sicurezza delle stato. Quando fu il<br />
momento di discutere tali proposte di legge in Parlamento,<br />
l’opposizione repubblicana e socialista ricorse<br />
&\Yostruzionis}f>>: ogni deputato che prendeva la parola,<br />
parlava per moltissime ore di segu<strong>it</strong>o, in modo da