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Dispensa Crispi e Giolitti PDF - Istitutocardarelli.it

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do 1866-1870, essi comprendevano il 31% dell’intera<br />

spesa pubblica <strong>it</strong>aliana. Il 1866 fu in assoluto il più<br />

negativo dei primi quindici e difficili anni dell’Italia<br />

un<strong>it</strong>a: dopo aver sub<strong>it</strong>o le sconf<strong>it</strong>te di Custoza e Lissa,<br />

il governo fu costretto ad ist<strong>it</strong>uire il cosiddetto corso<br />

forzoso, cioè ad emettere carta moneta svalutata, non<br />

convertibile in oro.<br />

Per far fronte al disastro finanziario, i governi della<br />

Destra procedettero allora a massicce vend<strong>it</strong>e di proprietà<br />

demaniali e alla confisca (e all’immediata vend<strong>it</strong>a)<br />

dei beni ecclesiastici. La maggior parte del denaro,<br />

però, non venne da queste operazioni di vend<strong>it</strong>a,<br />

che permisero a numerosi speculatori di acquistare<br />

estese porzioni di terra a prezzi estremamente vantaggiosi;<br />

il peso del risanamento finanziario dello stato,<br />

in ultima analisi, fu scaricato sui c<strong>it</strong>tadini, mediante il<br />

sistematico ricorso alle imposte indirette sui beni di<br />

largo consumo (come gli alcolici, il sale e il tabacco).<br />

Nel dicembre 1868 venne introdotta la più odiosa di<br />

tali imposte, la cosiddetta tassa sul macinato, che<br />

veniva riscossa dai mugnai, quando i contadini portavano<br />

il proprio grano al mulino, ed era versata in<br />

proporzione alla quant<strong>it</strong>à di cereali trasformata in farina.<br />

La gente fece ricorso agli ep<strong>it</strong>eti più infamanti<br />

per definire quella tassa, che venne chiamata imposta<br />

sulla fame e imposta sulla miseria, visto che il pane<br />

era ancora il principale (per non dire unico) alimento<br />

della maggioranza della popolazione. Nei primi mesi<br />

del 1869, la | pianura Padana, soprattutto, fu teatro di<br />

numerosi tumulti diretti contro I l’odiata tassa sul macinato:<br />

in tutta l’Italia, si ebbero 257 morti, 1099 fer<strong>it</strong>i<br />

e 3788 arresti.<br />

Il fenomeno del brigantaggio nell’Italia<br />

meridionale<br />

I disordini contro la tassa sul macinato, nella maggior<br />

parte dei casi, ebbero origine spontanea e furono pure<br />

e semplici esplosioni della collera popolare. Solo in alcuni<br />

casi è documentato il tentativo di qualche gruppo<br />

di democratici e di repubblicani di trasformare il moto<br />

in una rivoluzione diretta contro la monarchia; in altri<br />

contesti, invece, apparvero manifesti che inneggiavano<br />

al papa o addir<strong>it</strong>tura al governo austriaco.<br />

II legame della protesta sociale con i vecchi governi<br />

deposti o con altri avversari del nuovo Regno d’Italia<br />

è ancora più evidente nel Sud, dove la lotta armata<br />

contro lo stato un<strong>it</strong>ario non fu la semplice fiammata<br />

di una stagione, ma durò per circa dieci anni. Occorre<br />

tener presente, per collocare nella giusta luce i fatti,<br />

che i governi della Destra estesero sub<strong>it</strong>o e senza modificazioni,<br />

al resto del paese, la legislazione vigente<br />

nel Regno di Sardegna. A segu<strong>it</strong>o di questa piemontesizzazione,<br />

in un primo tempo erano stati inviati al<br />

Sud moltissimi funzionari originari del Nord, con il<br />

risultato che le popolazioni meridionali non ebbero<br />

affatto l’impressione che si fosse verificato un processo<br />

di unificazione nazionale, ma piuttosto si sentirono<br />

v<strong>it</strong>time di una pura e semplice invasione straniera.<br />

Oltre tutto, dobbiamo ricordare che, tra le nuove leggi<br />

piemontesi esportate al Sud vi erano anche quelle sul<br />

libero scambio e sulla coscrizione obbligatoria, fino<br />

ad allora sconosciuta in Sicilia. L’adozione del liberismo<br />

economico permise l’ingresso nel paese, senza<br />

nessun ostacolo, dei manufatti br<strong>it</strong>annici a basso costo;<br />

nel Sud ciò provocò la rovina di moltissimi artigiani<br />

e la chiusura di tutti gli impianti industriali che<br />

il governo borbonico aveva tentato di attivare. Quanto<br />

alla coscrizione, è stato stimato che, solo in Sicilia,<br />

siano stati 25 000 i giovani che si diedero alla macchia<br />

negli anni immediatamente seguenti il 1861, per<br />

ev<strong>it</strong>are l’odiato servizio mil<strong>it</strong>are obbligatorio.<br />

La protesta contro il governo straniero e contro la<br />

povertà si incanalò ben presto nella direzione della<br />

rivolta armata, che le autor<strong>it</strong>à cercarono di squalificare<br />

facendo sistematico uso del termine brigantaggio.<br />

In pratica, si cercò di presentare come un fenomeno<br />

di criminal<strong>it</strong>à comune quella che, invece, agli occhi<br />

dello storico appare una vera e propria guerra civile<br />

con importanti risvolti di tipo pol<strong>it</strong>ico e sociale. Molte<br />

bande di briganti, infatti, erano appoggiate e finanziate<br />

dal governo borbonico, in esilio a Roma (almeno<br />

fino al 1870); inoltre, per capire le dimensioni del<br />

fenomeno, si tenga presente che lo stato <strong>it</strong>aliano fu<br />

costretto a impiegare nel Sud circa 120 000 soldati<br />

e i propri migliori generali. Secondo i dati ufficiali<br />

forn<strong>it</strong>i nel 1863, dopo circa un anno e mezzo di<br />

guerra, 1038 uomini erano stati trovati in possesso<br />

di armi e fucilati sommariamente, 2413 erano stati<br />

uccisi in combattimento e 2768 erano stati presi<br />

prigionieri. Anche se, per gli anni seguenti, è difficile<br />

fornire delle cifre precise, tutti gli storici concordano<br />

nell’affermare che la lotta al brigantaggio<br />

provocò più v<strong>it</strong>time di tutte le guerre del Risorgimento<br />

prese insieme.

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