Dispensa Crispi e Giolitti PDF - Istitutocardarelli.it
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Settanta, più di centomila <strong>it</strong>aliani erano andati a cercare<br />
lavoro all’estero; la maggior parte di loro, però,<br />
era part<strong>it</strong>a dal Veneto (che era una delle più povere<br />
regioni del Nord), si era diretta verso paesi europei<br />
ed aveva fatto r<strong>it</strong>orno entro breve tempo. Il flusso crescente<br />
di emigranti verso l’America, invece, era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />
in prevalenza da poveri braccianti meridionali.<br />
Nel quinquennio 1886-1990, la media annuale delle<br />
partenze si aggirava intorno alle 222 000 un<strong>it</strong>à; nei<br />
primi quattordici anni del Novecento, il fenomeno<br />
non solo non mutò di segno, ma addir<strong>it</strong>tura si aggravò<br />
ulteriormente, raggiungendo la propria punta massima<br />
nel 1913, anno che registrò ben 873 000 espatri.<br />
La nasc<strong>it</strong>a del Part<strong>it</strong>o socialista<br />
Dopo la morte di Depretis, nel luglio 1887 divenne<br />
presidente del Consiglio il siciliano Francesco <strong>Crispi</strong><br />
(1818-1901); rispetto al suo predecessore, <strong>Crispi</strong> si<br />
mostrò sub<strong>it</strong>o più animato da una maggiore intransigenza<br />
e dal desiderio di trasformare l’Italia in uno<br />
stato rispettato dalle grandi potenze. Pertanto, <strong>Crispi</strong><br />
decise di tenere per sé anche i Ministeri dell’Interno<br />
e degli Esteri, in modo da poter controllare personalmente<br />
tutti i principali aspetti della v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica. Affascinato<br />
dall’esempio di Bismarck, <strong>Crispi</strong> cercò con<br />
ogni mezzo di rafforzare i poteri del governo, a scap<strong>it</strong>o<br />
del Parlamento, tenendo spesso un comportamento<br />
autor<strong>it</strong>ario che sfiorò la d<strong>it</strong>tatura vera e propria.<br />
In campo internazionale, <strong>Crispi</strong> rafforzò i legami mil<strong>it</strong>ari<br />
dell’Italia con la Germania e, di conseguenza,<br />
entrò in netto contrasto con la Francia; le relazioni tra<br />
Italia e Francia divennero talmente tese che si giunse<br />
ad una sorta di guerra economica tra i due paesi, combattuta<br />
con le armi dell’embargo e della tariffa doganale.<br />
Le esportazioni <strong>it</strong>aliane calarono di circa il 40%,<br />
con gravissime ripercussioni sia al Nord (esportatore<br />
di seta) che al Sud (esportatore di vino e di prodotti<br />
agricoli).<br />
In questo contesto, non meraviglia che siano emersi<br />
movimenti e part<strong>it</strong>i finalizzati a difendere gli interessi<br />
dei lavoratori. Nel 1892, in agosto, a Genova nacque il<br />
Part<strong>it</strong>o socialista, di ispirazione marxista, che ne. giro<br />
di alcuni anni riuscì a trovare adesione di massa sia fra<br />
gli operai della nascente industria sia fra i braccianti<br />
e i contadini (soprattutto al Nord). Nell’immediato, il<br />
PSI non aveva alcun obiettivo e: tipo rivoluzionario,<br />
ed anzi rifiutava esplic<strong>it</strong>amente il modello<br />
basato sulle cospirazioni segrete e i tentativi insurrezionali<br />
Per il momento, il part<strong>it</strong>o degli operai doveva<br />
concentrare tutte le proprie energie in lotte finalizzate<br />
solamente al raggiungimento d: miglioramenti della<br />
v<strong>it</strong>a dei lavoratori.<br />
Il Prologo dello Statuto del nuovo part<strong>it</strong>o, pertanto,<br />
affermava esplic<strong>it</strong>amente che esso voleva impegnarsi<br />
simultaneamente su. 1 fronte sindacale (assegnando<br />
alle Camere del Lavoro il comp<strong>it</strong>o ci<br />
I coordinare le azioni finalizzate a ottenere salari più<br />
elevati e condizioni d: lavoro più umane) e sul fronte<br />
pol<strong>it</strong>ico; in questo secondo campo, però, la meta più<br />
realistica individuata non era la conquista del potere,<br />
bensì L rafforzamento di una rappresentanza parlamentare<br />
che, per via legale, introducesse riforme e<br />
cambiamenti a livello sociale.<br />
L’instaurazione del socialismo sarebbe stata possibile<br />
solo quando la società, nel suo complesso, avesse già<br />
sub<strong>it</strong>o profonde trasformazioni: la rivoluzione, a quel<br />
punto, non sarebbe stata altro che il sigillo finale ad un<br />
mutamento di fatto già avvenuto, per via del tutto pacifica,<br />
nella lunga durata. Il principale leader socialista<br />
<strong>it</strong>aliano che teorizzò questa concezione gradualista fu<br />
Filippo Turati (1857-1932), che fu per diversi decenni<br />
il più prestigioso esponente del nuovo part<strong>it</strong>o. Fino al<br />
1914, la sua posizione cercò di mantenersi equidistante<br />
sia rispetto ai teorici dell’insurrezione improvvisa,<br />
del colpo risolutivo, dei sosten<strong>it</strong>ori dell’idea secondo<br />
cui solo la violenza era creatrice di storia, sia nei<br />
confronti del revisionismo di Bernstein, che in pratica<br />
privava le masse popolari del sogno messianico di<br />
un mondo completamente liberato dall’oppressione e<br />
dallo sfruttamento.<br />
II Movimento operaio in Italia dalla<br />
fondazione delle Società di mutuo<br />
soccorso alla nasc<strong>it</strong>a del Part<strong>it</strong>o socialista<br />
(1848 - 1892)<br />
1. 1848: l’associazione operaia non è più reato. Con la<br />
concessione dello Statuto albertino, nel Regno di Sardegna<br />
nacquero le prime associazioni dei lavoratori, le<br />
Società di mutuo (reciproco) soccorso. Erano associazioni<br />
volontarie, che avevano come scopo l’assistenza<br />
reciproca tra i lavoratori: gli associati versavano una<br />
quota di iscrizione e contributi periodici e ricevevano<br />
dalla società un sussidio in caso di disoccupazione,<br />
invalid<strong>it</strong>à, malattia. Ricordiamo che a quei tempi non<br />
esisteva alcuna forma di assistenza e di previdenza per<br />
i lavoratori (pensione e assistenza san<strong>it</strong>aria, in caso di<br />
malattia e infortuni). Nate sull’esempio delle società<br />
inglesi (friendly societes) e francesi (secours mutuels)<br />
di fine Settecento, esse si diffusero soprattutto in Piemonte,<br />
Liguria, Lombardia e Toscana. Dopo l’un<strong>it</strong>à<br />
nazionale il movimento si estese a tutto il paese. Nel<br />
1872 si contavano circa 1150 società (contro le 450<br />
del 1862). Al Congresso di Roma del 1871 gran parte<br />
delle società erano controllate dai mazziniani.