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Processo alla Rete (free version) completo - Guido Scorza

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<br />

L'Italia
 dichiara
 guerra
 ai
 pirati
 anzi,
 ai
 porti
 nei
 quali
<br />

attraccano
anche
Galeoni
pirata.
<br />

Cose
d'altri
tempi
si
potrebbe
pensare
ma
si
sbaglierebbe.
<br />

E',
infatti,
proprio
questo
il
senso
del
provvedimento
con
il
<br />

quale
lo
scorso
primo
agosto
il
GIP
presso
il
Tribunale
di
Bergamo
<br />

ha
 ordinato
 “cautelativamente”
 a
 tutti
 gli
 ISP
 italiani
 di
 interdire
<br />

l'accesso
“
‐
all’indirizzo
www.thepiratebay.org;
‐
ai
relativi
alias
e
<br />

nomi
 di
 dominio
 presenti
 e
 futuri,
 rinvianti
 al
 sito
 medesimo;
‐
<br />

all’indirizzo
 IP
 statico
 83.140.176.146,
 che
 al
 momento
 risulta
<br />

associato
ai
predetti
nomi
di
dominio.
e
ad
ogni
ulteriore
indirizzo
<br />

IP
statico
associato
ai
nomi
stessi
nell’attualità
e
in
futuro.”.
<br />

Ma
cominciamo
dal
principio
ovvero
d<strong>alla</strong>
Baia.
<br />

The
 Pirate
 Bay
 è
 un
 sito
 internet
 attraverso
 il
 quale
 gli
<br />

utenti
 di
 tutto
 il
 mondo
 possono
 ricercare
 files
 torrent
 relativi
 a
<br />

musica,
 video,
 software,
 videogame
 ed
 ogni
 altro
 contenuto
<br />

digitale.
<br />

Si
tratta
di
un
progetto
internazionale
che,
ormai
da
anni,
è
<br />

divenuto
il
punto
di
riferimento
di
un
certo
modo
di
intendere
la
<br />

<strong>Rete</strong>
ed
ha,
proprio
per
questo,
già
in
passato,
formato
oggetto
di
<br />

attenzione
 –
 per
 usare
 un
 eufemismo
 –
 dei
 rappresentanti
 delle
<br />

major
dell'audiovisivo
e
delle
Auitorità
giudiziarie
di
diversi
Paesi.
<br />

Definire
la
Baia
come
un'isola
di
Pirati
nel
senso
deteriore
<br />

del
 termine
 come
 sembra
 fare
 il
 Giudice
 nell'Ordinanza
 con
 la
<br />

quale
ha
ordinato
ai
provider
italiani
–
quasi
che
fossero
la
Guardia
<br />

Costiera
 della
 <strong>Rete</strong>
 –
 di
 interdire
 ai
 naviganti
 battenti
 bandiera
<br />

tricolore
 di
 attraccare
 sulle
 spiagge
 dell'isola
 è,
 francamente,
<br />

riduttivo.
<br />

I
motori
della
Baia
indicizzano
ogni
giorno
milioni
di
files
<br />

torrent
 relativi
 a
 brani
 musicali
 di
 artisti
 emergenti
 che
 reietti
<br />

dalle
major
dell'audiovisivo
o,
piuttosto,
non
avendo
occasione
di
<br />

entrare
in

contatto
con
il
mondo
della
musica
che
conta
scelgono
<br />

la
<strong>Rete</strong>
come
modo
per
farsi
conoscere
o,
piuttosto,
documentari
e
<br />

reportage
che
riportano,
senza
censure
e
reticenze,
ciò
che
accade
<br />

negli
 angoli
 più
 remoti
 del
 Pianeta
 e
 che
 i
 media
 mainstream
<br />

scelgono
 di
 non
 raccontare
 o,
 infine,
 contenuti
 di
 elevato
 valore
<br />

culturale
 ma
 basso
 appeal
 di
 mercato
 e,
 dunque,
 praticamente
<br />

introvabili
sugni
scaffali
dei
mediastore
delle
nostre
città.
<br />

Difficile
 negare
 –
 ed
 è
 bene
 sottolinearlo
 per
 evitare
<br />

fraintendimenti
–
che
il
motore
di
ricerca
della
Baia
indicizzi
anche
<br />

contenuti
 digitali
 protetti
 da
 diritti
 d'autore
 e
 che,
 pertanto,
 in
<br />

questo
senso,
agevoli
il
download
non
autorizzato
di
tali
contenuti
<br />

ma,
 da
 qui
 a
 definire
 “fuori
 legge”
 l'intera
 Baia
 il
 passo
 non
 è
<br />

affatto
breve.
<br />

Miglia
 e
 miglia
 marine
 –
 per
 rimanere
 nella
 metafora
 –
<br />

infatti,
separano
chi
viola
gli
altrui
diritti
d'autore
da
chi
gestisce
<br />

12


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