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CESENA IN ATTUAZIONE DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE D

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VARIANTE PTCP – RELAZIONE GENERALE<br />

Sez. IV – MISURE E AZIONI – AREE <strong>DI</strong> SALVAGUAR<strong>DI</strong>A<br />

4.1.8.3 Realizzazione di pompaggi verso la media e alta pianura della risorsa idrica proveniente<br />

dal Po<br />

Si tratta di un’azione già ampiamente prevista nella Romagna e quindi anche per il territorio provinciale,<br />

che usufruisce delle acque del Canale Emiliano Romagnolo (CER).<br />

4.1.8.4 Riutilizzo irriguo dei reflui depurati - aspetti quantitativi<br />

Nel PTA regionale è stata valutata la fattibilità tecnica dell’utilizzo irriguo dei reflui depurati sugli<br />

impianti presenti in regione di potenzialità superiore ai 10.000 A.E.<br />

Attraverso una serie di considerazioni è risultato che, mediamente, la superficie territoriale - agricola<br />

necessaria per l’impianto in Romagna dovrebbe essere compresa tra i 200 e i 350 ettari ogni<br />

2.000 m 3 /giorno di scarico (10.000 A.E medi).<br />

Con l’ausilio delle Carte Tecniche Regionali si è quindi valutata la disponibilità di un’area agricola,<br />

sufficientemente ampia, localizzata nei pressi dell’impianto, asservibile preferibilmente a gravità o al più<br />

in pompaggio su aree comunque di pianura, eventualmente utilizzando come vettore un tratto di uno scolo<br />

preesistente, dal quale prelevare a valle tutto l’immesso e da qui partire con l’impianto in pressione.<br />

Per la stima sui singoli impianti si è considerato il volume giornaliero scaricato nel periodo estivo. E’<br />

stato, inoltre, valutato se i singoli areali infrastrutturabili fossero posizionati o meno in zone di conoide<br />

con situazioni di ricarica degli acquiferi in quanto, in tale condizione, le sostanze tradizionali (in<br />

particolare azoto) presenti negli scarichi di origine civile e industriale, ma soprattutto quelle pericolose di<br />

derivazione produttiva potrebbero raggiungere le falde dando luogo a fenomeni di ulteriore inquinamento.<br />

La presenza di ricarica degli acquiferi di conoide risulta quindi peggiorativa dell’opportunità di impianto,<br />

rendendo necessarie approfondite indagini sulle caratteristiche medie dei reflui impiegati e sulle nuove<br />

aziende manifatturiere allacciate.<br />

Su tutti gli impianti considerati, per i quali risulta in toto o parzialmente fattibile l’utilizzo irriguo, al fine<br />

di valutare dove è prioritario intervenire, sono stati considerati i seguenti elementi:<br />

1. l’opportunità di impiego irriguo attribuendo il peso 1 se l’ipotetica area di impianto è correlata,<br />

per l’irrigazione attuale, o ad affluenti appenninici (che presentano le maggiori criticità in termini<br />

di reperimento della risorsa) o a prelievi autonomi prevalenti dalle falde e fuori dall’areale di<br />

conoide; attribuendo il peso 0,5 se sono utilizzate le stesse fonti ma con localizzazione sull'areale<br />

di ricarica della conoide;<br />

2. la possibilità di aumentare significativamente il livello di impiego dei reflui; sono state al<br />

riguardo condotte stime di larga massima circa il recupero dell’acqua una volta scaricata nelle reti<br />

naturali o artificiali, attribuendo il peso 1 ad un “uso estivo attuale” inferiore al 25% e 0,5 ad un<br />

“uso estivo attuale” compreso tra il 25 e il 45%;<br />

3. il livello di compromissione delle aste fluviali principali ritenendo che se lo scarico avviene<br />

direttamente su di esse o nelle immediate vicinanze (in termini di apporto idraulico) il<br />

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