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CESENA IN ATTUAZIONE DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE D

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VARIANTE PTCP – RELAZIONE GENERALE<br />

Sez. IV – MISURE E AZIONI – AREE <strong>DI</strong> SALVAGUAR<strong>DI</strong>A<br />

➢<br />

➢<br />

controlli di campo – vigilanza;<br />

controlli analitici sulla qualità delle acque.<br />

La normativa regionale, in coerenza con le disposizioni dell’Allegato III della direttiva CEE 91/676,<br />

attraverso la L.R. n. 50/95, la D.C.R. 570/97 prima e la Deliberazione Assemblea Legislativa n. 96/2005<br />

poi, ha previsto diverse misure obbligatorie contenute nelle norme tecniche di attuazione e l’adozione<br />

della carta regionale della vulnerabilità in scala 1:250.000.<br />

Oltre alla normativa specifica e vincolante, la Regione Emilia-Romagna, in recepimento alla Direttiva<br />

CEE 91/676, ha promosso anche l’attuazione volontaria di metodi di coltivazione, tra cui le pratiche di<br />

fertilizzazione a minor impatto ambientale, con l’obiettivo di ridurre l’input in azoto e contenere le<br />

perdite.<br />

Le principali linee d’intervento applicate sono rappresentate dalla Produzione Biologica e Produzione<br />

Integrata. Entrambe le azioni comportano ulteriori obblighi sia rispetto alle prescrizioni normative<br />

regionali sia al Codice nazionale di Buona Pratica Agricola.<br />

4.1.4 Misure obbligatorie previste dalla Regione Emilia-Romagna per la tutela qualitativa<br />

Nell'ambito delle misure obbligatorie, si segnalano in particolare:<br />

4.1.4.1 Direttiva concernente indirizzi per l’applicazione del DLgs 152/99 approvata con<br />

deliberazione della Giunta Regionale n. 1053 del 9 giugno 2003<br />

La deliberazione della Giunta Regionale n. 1053 del 9 giugno 2003 approva la “Direttiva concernente<br />

indirizzi per l'applicazione del D.Lgs. 152/99 come modificato dal D.Lgs. 258/2000 recante disposizioni<br />

in materia di tutela delle acque dall'inquinamento”.<br />

Con la direttiva sono date, in particolare, disposizioni riguardanti:<br />

1. la disciplina degli scarichi e il regime autorizzativo delle acque reflue domestiche e assimilate,<br />

delle acque reflue urbane derivanti dagli agglomerati con popolazione inferiore a 2.000 A.E.<br />

nonché degli scarichi di sostanze pericolose;<br />

2. la tipologia e la caratterizzazione tecnica dei sistemi individuali di trattamento da applicarsi agli<br />

insediamenti, installazioni, edifici/nuclei isolati che scaricano acque reflue domestiche in ricettori<br />

diversi dalla rete fognaria;<br />

3. i criteri applicativi dei sistemi individuali di trattamento da applicarsi agli scarichi di acque reflue<br />

domestiche degli insediamenti, installazioni, edifici/nuclei isolati ed alle acque assimilate alle<br />

domestiche nonché i valori limite di emissione.<br />

4.1.4.2 Riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell’articolo 99, del DLgs 152/06<br />

Il regolamento D.M. 185/03 stabilisce le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue domestiche,<br />

urbane ed industriali attraverso la regolamentazione delle destinazioni d’uso e dei relativi requisiti di<br />

qualità, ai fini della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche. Il riutilizzo deve avvenire in<br />

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