CESENA IN ATTUAZIONE DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE D
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VARIANTE PTCP – RELAZIONE GENERALE<br />
Sez. IV – MISURE E AZIONI – AREE <strong>DI</strong> SALVAGUAR<strong>DI</strong>A<br />
legislativa della Regione Emilia Romagna 16 gennaio 2007 n. 96 che regolamenta anche l'utilizzo di dette<br />
deiezioni.<br />
Oltre alle riduzioni conseguenti a tali misure, già considerate nello scenario “aggiuntivo” al 2016 (PTA<br />
regionale) sono indicate ulteriori azioni puntuali, da valutare sulla base delle specificità locali e di<br />
un’analisi costi-efficacia delle singole misure o di una combinazione delle stesse:<br />
➢ Riduzione dei limiti dei nutrienti in uscita dai depuratori: abbassare ulteriormente i limiti relativi<br />
alle uscite dai depuratori, oltre quanto consentito dagli allegati alla parte terza del D.lgs. 152/06<br />
(Tabella 2 dell’Allegato 5), anche se tecnicamente, non è prevedibile riuscire ad andare molto al<br />
di sotto di tali limiti e quindi conseguire risultati di significativo rilievo.<br />
➢ Realizzazione di ulteriori vasche di prima pioggia: oltre che per le nuove urbanizzazioni di<br />
significativa estensione, dovrebbe progressivamente interessare anche gli scaricatori dei centri<br />
abitati maggiori di 10.000 residenti, che non scaricano nei corpi idrici significativi o di interesse e<br />
quelli degli abitati minori di 10.000 residenti che scaricano sulle aste principali, in relazione alla<br />
possibilità di disporre di aree per la costruzione di accumuli temporanei; ciò privilegiando i punti<br />
attualmente più impattanti in termini di volumi e aste interessate. Si ricorda che spesso, lo scarico<br />
delle acque di prima pioggia, che “lavano” le reti fognarie, avviene temporalmente prima<br />
dell’incremento di deflusso naturale sull’asta drenante e quindi l’impatto, sia pure temporaneo, è<br />
spesso molto elevato, non soltanto per l’inquinamento “chimico”, ma soprattutto per quello<br />
biologico (IBE).<br />
➢ Riuso spinto delle acque reflue e impieghi anche in settori diversi dall’irriguo: nel settore<br />
industriale (ad esempio come acque di raffreddamento), per il lavaggio di strade, per gli spurghi<br />
delle fognature, etc.<br />
➢ Contenimento emissioni oltre le BAT: per talune aree critiche vi è l’opportunità di indirizzare le<br />
scelte del settore industriale verso tecnologie impiantistiche che maggiormente si avvicinano, in<br />
termini di emissioni e quindi di impatti ambientali, alle BAT più aggiornate, cioè alle migliori<br />
tecniche economicamente disponibili, per migliorare ulteriormente le caratteristiche degli<br />
scarichi, accettando la possibilità di sensibili aggravi economici, da recuperare anche con<br />
l’incentivazione pubblica.<br />
➢ Incremento dei rilasci legati al DMV;<br />
➢ Vettoriamenti degli scarichi su reti a minore impatto: gli scarichi dei grossi depuratori possono<br />
subire un vettoriamento e quindi lo scarico su reti diverse dal ricettore attuale, in relazione a<br />
minori impatti sulle aste principali, a più lunghi tragitti sulle reti di bonifica, quindi con maggiori<br />
possibilità autodepurative, favorendo in questo modo anche gli impieghi irrigui.<br />
➢ Vettoriamento di acque da Po (CER): apporto, tramite pompaggio, di acque da Po a fini irrigui.<br />
➢ Disinfezione su impianti i cui reflui possono incidere sulle caratteristiche di balneabilità delle<br />
acque marine: anche oltre la fascia dei 10 Km dalla costa, può essere opportuno prevedere la<br />
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