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due giorni per parlare di pace e proporre soluzioni concrete.

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SFP_010_ConfBook_08I 2-11-2010 14:13 Pagina 70<br />

WORLD CONFERENCE - 2 a EDIZIONE 2010<br />

STEVE KILLELEA<br />

Fondatore Institute for Economics and Peace, Australia<br />

Steve Killelea è un impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> successo nel campo dello sviluppo dell’alta tecnologia ed è<br />

attivo in prima linea in attività filantropiche de<strong>di</strong>cate allo sviluppo sostenibile e alla <strong>pace</strong>.<br />

Dopo il successo raggiunto dalle <strong>due</strong> società internazionali <strong>di</strong> software che ha fondato, Steve<br />

de<strong>di</strong>ca la maggior parte del suo tempo e del suo capitale allo sviluppo sostenibile e alla <strong>pace</strong>.<br />

Nel 2000 Steve ha fondato la propria fondazione privata, The Charitable Foundation (TCF),<br />

che lavora con le comunità più povere del mondo. TCF è una delle organizzazioni umanitarie<br />

d’oltre mare più gran<strong>di</strong> presenti in Australia. Il suo obiettivo è attuare interventi che possano<br />

cambiare la vita a più <strong>per</strong>sone possibile, soprattutto ai più poveri fra i poveri. TCF lavora attivamente<br />

nell’Africa Centrale e Orientale e in alcune parti dell’Asia.<br />

Steve Killelea è, inoltre, fondatore del Global Peace Index, il primo strumento <strong>di</strong> misurazione<br />

dello status pacifico dei paesi nonché <strong>di</strong> identificazione delle correlazioni insite nella <strong>pace</strong>.<br />

Con i dati raccolti e or<strong>di</strong>nati dalla Economist Intelligence Unit, GPI ha scatenato <strong>di</strong>battiti a livello<br />

governativo, nei me<strong>di</strong>a e negli atenei <strong>di</strong> tutto il mondo. Il Global Peace Index è oggi riconosciuto<br />

come il punto <strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> la misurazione dello status pacifico delle nazioni.<br />

La più recente iniziativa <strong>di</strong> Steve, l’Institute for Economics and Peace, è specializzata nelle relazioni<br />

fra business, <strong>pace</strong> ed economia. Si tratta <strong>di</strong> un istituto <strong>di</strong> ricerca in<strong>di</strong>pendente non a<br />

scopo <strong>di</strong> lucro che si prefigge <strong>di</strong> fornire alla comunità accademica, alla società civile, al settore<br />

privato, alle istituzioni internazionali e ai governi gli strumenti necessari all’applicazione<br />

proattiva della <strong>pace</strong> nel raggiungmento dei propri obiettivi.<br />

Steve siede attualmente in <strong>di</strong>versi organi consultivi, incluso l’International Crisis Group (ICG),<br />

Alliance for Peacebuil<strong>di</strong>ng e il Global Project on Measuring Progress of Societies dell’OECD.<br />

È, infine, Garante Internazionale del World Council of Religions for Peace.<br />

70<br />

COME LE RELAZIONI ECONOMICHE<br />

POSSONO PROMUOVERE LA PACE<br />

71<br />

ABSTRACT<br />

Il concetto <strong>di</strong> <strong>pace</strong> è <strong>di</strong>fficile da definire e da misurare. L’Institute of Economics and Peace (IEP)<br />

ha sviluppato, attraverso il Global Peace Index, un framework <strong>per</strong> definire la <strong>pace</strong> in<strong>di</strong>viduando<br />

i fattori che la creano e il relativo valore monetario. Ciò <strong>per</strong>mette agli o<strong>per</strong>atori del business<br />

<strong>di</strong> comprendere l’impatto della <strong>pace</strong> sui mercati, sui costi, sulle strutture e sui margini.<br />

La ricerca realizzata con i dati provenienti dal Global Peace Index, primo in<strong>di</strong>ce atto a misurare<br />

i livelli <strong>di</strong> <strong>pace</strong> delle nazioni del mondo, <strong>di</strong>mostra che le società che hanno governi con<br />

un buon funzionamento, un sano ambiente business, un elevato grado <strong>di</strong> libertà <strong>di</strong> informazione,<br />

bassi livelli <strong>di</strong> corruzione, alte <strong>per</strong>centuali <strong>di</strong> partecipazione all’educazione, rispetto dei<br />

<strong>di</strong>ritti umani e buone relazioni con gli stati vicini, hanno maggiori possibilità <strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentare<br />

bassi livelli <strong>di</strong> violenza.<br />

La <strong>pace</strong> ha anche un valore monetario esprimibile in termini <strong>di</strong> valore aggiunto al PIL globale<br />

derivante dal raggiungimento della <strong>pace</strong> a livello mon<strong>di</strong>ale.<br />

Se il costo dell’investire nella creazione della <strong>pace</strong> fosse minimo paragonato al potenziale <strong>di</strong><br />

<strong>per</strong><strong>di</strong>ta causato dalla violenza, allora i governi potrebbero liberare risorse <strong>per</strong> costruire società<br />

pacifiche, il mondo del business potrebbe convenientemente impegnarsi con governo e<br />

società civile <strong>per</strong> creare <strong>pace</strong> nei mercati in cui o<strong>per</strong>a.<br />

Lo IEP ha calcolato che l’impatto economico derivante dalla cessazione della violenza sarebbe<br />

stato pari a 7,4 trilioni <strong>di</strong> dollari americani (12,9% del prodotto lordo mon<strong>di</strong>ale) <strong>per</strong> il<br />

2009. È possibile ritenere che un aumento del 25% delle situazioni <strong>di</strong> <strong>pace</strong>, rientri nelle capacità<br />

umane. Se nel 2009 si fosse raggiunto un miglioramento del 25% dell’armonia globale,<br />

si sarebbero liberati 1,75 trilioni <strong>di</strong> dollari americani <strong>per</strong> altre attività economiche.<br />

Una riduzione parziale della violenza frutterebbe un sostanziale aumento del PIL globale, liberando<br />

ricchezza da destinare alle sfide che il mondo deve affrontare.

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