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Enrico Mattei, un innovatore nell'Italia del dopoguerra

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La testimonianza<br />

<strong>Enrico</strong> <strong>Mattei</strong>, <strong>un</strong> <strong>innovatore</strong><br />

nell’Italia <strong>del</strong> <strong>dopoguerra</strong><br />

Un libro ne racconta la vita e la morte,<br />

ancora adesso avvolta dal mistero<br />

A cura di Paola Castellazzo<br />

“Nel 1961, <strong>un</strong> famoso giornalista americano scrisse che ‘<strong>Mattei</strong> era l’italiano<br />

più importante nel mondo dopo Cesare Augusto’. Forse è troppo, ma è stato certamente<br />

<strong>un</strong> uomo che ha cambiato la ‘storia <strong>del</strong> petrolio’, a livello mondiale”.<br />

L<strong>un</strong>edì 24 maggio alle 14.30 presso l’Auditorium Cristoforo<br />

Colombo, nella sede di Confindustria Genova, si<br />

è svolta la tavola rotonda, moderata da Gabriele Borga,<br />

presidente <strong>del</strong>la Innit, dedicata a “<strong>Enrico</strong> <strong>Mattei</strong>: l’Eni,<br />

l’Agip, il metano e i giovani”.<br />

Ospite d’eccezione Giuseppe Accorinti, quarant’anni<br />

all’interno <strong>del</strong>l’Eni, che ha reso <strong>un</strong>a preziosa testimonianza<br />

su <strong>Mattei</strong>, figura centrale nella storia <strong>del</strong> sistema industriale<br />

nazionale e internazionale. Una testimonianza, raccolta<br />

e raccontata nel suo ultimo libro, dal titolo “Quando<br />

<strong>Mattei</strong> era l’impresa energertica Io c’ero”, dedicato ad<br />

<strong>un</strong> uomo, amato e odiato, certamente conosciuto e apprezzato<br />

in tutto il mondo, artefice <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong><br />

mercato energetico e <strong>del</strong>la modernizzazione <strong>del</strong> suo Paese.<br />

‘Forum’ era presente all’incontro e ha ricostruito, attraverso<br />

i ricordi di Accorinti e <strong>un</strong>a ricerca biografica, la figura<br />

di <strong>Mattei</strong>.<br />

Perché scegliere di parlare oggi di <strong>Mattei</strong>?<br />

Ho deciso di scrivere il mio libro e di collaborare alla<br />

realizzazione <strong>del</strong>la fiction “Il caso <strong>Mattei</strong>” perché molti,<br />

soprattutto i giovani, non lo conoscevano neanche. Me ne<br />

resi conto quando andai a parlare agli studenti <strong>del</strong>la Facoltà<br />

di Ingegneria <strong>del</strong>l’Università di Potenza e a quelli<br />

<strong>del</strong>la Facoltà di Economia a Verona e ness<strong>un</strong>o di loro sapeva<br />

chi fosse e cosa avesse fatto per il suo Paese. Forse si<br />

è persa la sua memoria perché, come dicono alc<strong>un</strong>i, non<br />

ha lasciato <strong>un</strong> erede. Ma la realtà è che è morto a soli 56<br />

anni e ha lasciato migliaia di eredi: le persone che lo hanno<br />

conosciuto e hanno lavorato con lui. Ma eravamo giovani,<br />

i più vecchi, chi era in prima e seconda fila, aveva<br />

trentanove anni, come me, altri (circa 1.500 persone) ne<br />

avevano 35, i 2.000 ingegneri ne avevano trenta e i periti,<br />

i geologi, i geometri avevano tra i 20 e i trent’anni. Queste<br />

persone non sono state forse i suoi eredi? Io credo di<br />

si. Chi lo ha conosciuto non può che esserne rimasto colpito<br />

e influenzato.<br />

La mia vita e la mia carriera sono strettamente legate<br />

alla sua. Ero <strong>un</strong> impiegato di II categoria e <strong>Mattei</strong>, che mi<br />

aveva conosciuto pochi giorni prima, mi fece convocare a<br />

Br<strong>un</strong>ico. Era il 6 gennaio <strong>del</strong> 1958. Mi chiese “Ci sono<br />

altri giovani in gamba come lei?” Gli feci due nomi e lui li<br />

scrisse su <strong>un</strong>a scatola di fiammiferi, seppi poi che li aveva<br />

convocati.<br />

In 23 mesi venni trasferito cinque volte. Il 1 dicembre<br />

1960 arrivai a Genova. A soli 32 anni ero stato nominato<br />

Direttore di filiale in <strong>un</strong>a città dove si trovava tutto il gota<br />

<strong>del</strong> petrolio italiano. All’epoca fu <strong>un</strong> vero scandalo: a<br />

quei tempi si diventava dirigente intorno ai 50 anni, dopo<br />

15 anni di fe<strong>del</strong>tà alla propria azienda. Io ero in Agip da<br />

soli quattro anni.<br />

Ricordo <strong>un</strong> altro aneddoto che può aiutarvi a capire<br />

chi fosse <strong>Mattei</strong> per chi ci lavorava insieme. Un giorno,<br />

mentre mi trovavo nel mio ufficio di Genova mi chiamò<br />

arrabbiato: “È vero che hai fatto ad <strong>un</strong>a nave di Panama il<br />

prezzo di 5lire e 50?” Io risposi di si, e mi giustificai dicendo<br />

che ero a Genova da tre mesi e che quella era la migliore<br />

occasione che mi era capitata fino a quel momento,<br />

<strong>un</strong>a nave da tremila litri, e avevo deciso di non perderla.<br />

Dovevamo far vedere che Genova c’era, che noi c’eravamo.<br />

<strong>Mattei</strong> mi rispose: “Ma io avevo detto di non scendere<br />

sotto le 6 lire…” poi fece <strong>un</strong>a pausa, e infine disse<br />

“Va bene”. Avevo rischiato ma <strong>Mattei</strong> era <strong>un</strong> uomo in<br />

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grado di capire e apprezzare l’iniziativa personale. Dopo<br />

poco più di <strong>un</strong> anno andai in Africa. La mia carriera continuava<br />

a decollare.<br />

Il giovane <strong>Mattei</strong>? non aveva voglia di studiare<br />

Dopo la sesta classe elementare venne mandato a studiare<br />

in <strong>un</strong>a scuola tecnica ma, a ottobre, prese tre materie:<br />

non aveva voglia di studiare. Il padre, maresciallo dei<br />

carabinieri, decise di mandarlo a lavorare e a 14 anni si ritrovò<br />

prima a verniciare letti, poi in <strong>un</strong>a conceria. A 23<br />

anni si trasferì a Milano e si mise a vendere vernici <strong>del</strong>l’azienda<br />

tedesca Max Mayer. Qui ebbe la prima intuizione:<br />

perché vendere piccoli imballi? Così si fece mandare grandi<br />

contenitori e creò l’industria Chimica Lombarda. Entrato<br />

nella Resistenza, venne arrestato ma riuscì a fuggire<br />

dal carcere, provocando <strong>un</strong> cortocircuito. Tutte le luci <strong>del</strong><br />

carcere si spensero e <strong>Mattei</strong> riuscì a fuggire.<br />

profonda a Caviaga, vicino a Milano, dove era stato scoperto<br />

il metano, durante la guerra, ma non era stato<br />

estratto per non consegnarlo nelle mani dei tedeschi.<br />

Non c’erano soldi per pagare gli operai e non poteva<br />

chiederli a Roma, che aveva detto di chiudere. Allora si<br />

rivolse al Presidente <strong>del</strong>la Banca Commerciale Mattioli,<br />

ma questi volle, a garanzia, l’azienda personale di <strong>Mattei</strong>,<br />

la ‘Chimica lombarda’. <strong>Mattei</strong> acconsentì dicendo:<br />

“Preferisco essere povero in <strong>un</strong> paese di ricchi che ricco<br />

in <strong>un</strong> paese di poveri”. Voleva garantire al Paese <strong>un</strong>’impresa<br />

energetica nazionale, in grado di assicurare quanto<br />

serviva ai bisogni <strong>del</strong>le famiglie e allo sviluppo <strong>del</strong>la piccola<br />

e media impresa, a prezzi più bassi rispetto a quelli<br />

degli oligopoli internazionali. <strong>Mattei</strong> sconvolse il mercato:<br />

il prezzo <strong>del</strong>la benzina in Italia divenne il più basso<br />

d’Europa.<br />

Il “metodo <strong>Mattei</strong>” e il “blitz di Cremona”<br />

La testimonianza<br />

La “disubbidienza” di <strong>Mattei</strong><br />

Nel maggio <strong>del</strong> 1945, <strong>Mattei</strong> venne nominato dal Governo<br />

per la liquidazione <strong>del</strong>l’A.G.I.P. Cominciò a fare le<br />

gare per la vendita <strong>del</strong>le attrezzature, ma le sospese, perché<br />

restò sorpreso dal fatto che, per quelli che sembravano<br />

quasi ferri vecchi, arrivassero molte offerte. Nel frattempo,<br />

si era convinto ad effettuare <strong>un</strong>a perforazione più<br />

Restò leggendario, ad esempio, il “metodo <strong>Mattei</strong>” per<br />

la realizzazione dei gasdotti, che considerava di massima<br />

urgenza per poter porre i politici dinanzi al fatto compiuto.<br />

I tecnici <strong>del</strong>l’Agip e <strong>del</strong>la Snam ricorsero a tutti gli<br />

espedienti di cui furono capaci per accelerare al massimo<br />

le “trattative”. Decine di chilometri di tubazioni furono<br />

stese nottetempo e all’alba, ufficialmente con la scusa di<br />

scavare <strong>un</strong>a piccola traccia, “solo” per verificare l’idoneità<br />

<strong>del</strong> terreno, in realtà stendendo direttamente i tubi. Centinaia<br />

di sindaci furono svegliati di soprassalto dalla notizia<br />

di questi abusivi passaggi, quando questi erano già stati<br />

completati e risotterrati.<br />

A Cortemaggiore viene trovato il petrolio<br />

Nel 1949, a Cortemaggiore, fu trovato il petrolio. In<br />

realtà, non era <strong>un</strong> grande giacimento. Anzi era <strong>un</strong>a piccola<br />

riserva assai poco significativa rispetto al fabbisogno<br />

energetico nazionale, ma ancora <strong>un</strong>a volta, la sua<br />

innata capacità di orientare la com<strong>un</strong>icazione gli permise<br />

di guadagnare le prime pagine dei giornali. Così<br />

le azioni <strong>del</strong>l’Agip salivano a valori senza precedenti e<br />

l’Italia, distrutta dalla guerra, si poteva illudere di aver<br />

trovato <strong>un</strong>a fonte di riscossa. Contemporaneamente,<br />

prendeva corpo l’idea di <strong>un</strong> super-ente (l’ENI) che<br />

avrebbe dovuto coordinare tutte le politiche energetiche<br />

<strong>del</strong> Paese.<br />

Il petrolio italiano, che sarebbe stato presto trasformato<br />

nella “Supercortemaggiore, la potente benzina italiana“,<br />

piaceva all’elettorato.<br />

foto in alto: a destra Giuseppe Accorinti<br />

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La testimonianza<br />

1953<br />

Il 21 gennaio viene approvata dal Senato la legge istitutiva<br />

<strong>del</strong>l’Eni che assorbiva l’Agip. Nasce il famoso<br />

marchio <strong>del</strong> ‘cane a sei zampe’. Inizialmente a quattro<br />

zampe, dopo <strong>un</strong> apposito concorso, <strong>Mattei</strong> gli fa aggi<strong>un</strong>gere<br />

altre due zampe per renderlo “amico <strong>del</strong>l’uomo<br />

a quattro ruote”.<br />

Poco dopo, in seguito ad <strong>un</strong> viaggio negli Stati Uniti,<br />

creò anche i Motel Agip e costituì la Liquigas e <strong>un</strong>a linea<br />

chimica per l’agricoltura.<br />

Le aziende principali <strong>del</strong> gruppo erano intanto diventate<br />

sei: Agip, Snam, Anic, Liquigas, Nuovo Pignone,<br />

Romsa.<br />

<strong>Mattei</strong> e lo spirito di frontiera<br />

La sua grande intuizione, già nella prima metà degli<br />

anni ‘50, fu quella che prima o poi i Paesi produttori di<br />

greggio si sarebbero riappropriati <strong>del</strong>le immense ricchezze<br />

<strong>del</strong> loro sottosuolo.<br />

E in previsione di ciò decise che bisognava anticipare i<br />

tempi e quindi definire con loro, da paese a paese, accordi<br />

di vero partenariato economico con ripartizione degli<br />

utili <strong>del</strong>le Compagnie e royalties per gli Stati al 50-50%.<br />

Egli cercó di far entrare l’Agip nel “Consorzio per l’Iran”,<br />

il cartello <strong>del</strong>le sette principali compagnie petrolifere<br />

<strong>del</strong> tempo che <strong>Mattei</strong> battezzó le Sette sorelle<br />

<strong>Mattei</strong> e la politica: “I politici li pago come i<br />

taxi, faccio <strong>un</strong>a corsa, scendo e pago”<br />

Aveva solo avversari in politica sia in Italia sia all’estero.<br />

Di lui si diceva che avesse introdotto la corruzione in politica.<br />

Fu oggetto di numerose campagne di discredito ma non<br />

rispose mai agli articoli che uscivano contro di lui sui quotidiani.<br />

Rispose solo <strong>un</strong>a volta a Montanelli che lo aveva definito<br />

<strong>un</strong> “corruttore incorruttibile”. Iniziò a stampare libri in<br />

versione privata che contenevano tutti gli articoli usciti su<br />

di lui, in tutto raccolse 10.000 articoli suddivisi in 36 libri.<br />

Come leader, come imprenditore, come manager: aveva<br />

la grandissima capacità di motivare le persone. Ma non<br />

solo. Era <strong>un</strong>o che aveva intuizioni eccezionali, anche nelle<br />

cose più impensabili.<br />

La “damnatio memoriae”<br />

area cattolica. Eppure nei libri sulla resistenza di lui non si<br />

parla mai. Solo poche righe…<br />

1962: cosa successe veramente?<br />

L’8 gennaio, prima di decollare per il Marocco con il<br />

presidente <strong>del</strong>l’Eni, il pilota <strong>del</strong>l’aereo scoprì, durante <strong>un</strong><br />

controllo, <strong>un</strong> cacciavite fissato con <strong>del</strong> nastro adesivo ai<br />

tubi interni in lamiera, che col calore <strong>del</strong> motore acceso<br />

sarebbe caduto dentro il motore bloccandolo. <strong>Mattei</strong> teme<br />

per la sua incolumità, e non fidandosi <strong>del</strong> Sifar (Servizio<br />

informazioni forze armate), arruola <strong>un</strong> gruppo di ex<br />

partigiani per la sua difesa.<br />

Il 27 ottobre il “Morane Saulnier 760” proveniente da<br />

Catania e diretto a Linate precipita a Bascapè (Pavia).<br />

Muoiono il presidente <strong>del</strong>l’Eni, il pilota Irnerio Bertuzzi,<br />

e il giornalista americano William Mc Hale. L’inchiesta,<br />

finita nel 2005, stabilì che si era trattato di <strong>un</strong> attentato.<br />

I moventi non mancavano: le sette sorelle avrebbero<br />

tratto vantaggio dalla sua scomparsa, la Cia lo per i suoi<br />

accordi con la Russia, lo accusava di essere venuto meno<br />

all’Alleanza Atlantica, l’Oas francese vedeva male l’emancipazione<br />

algerina. E in Italia? In Italia <strong>Mattei</strong> non era solo<br />

l’ago <strong>del</strong>la bilancia <strong>del</strong> potere, era il potere. Ma era nello<br />

stesso tempo, antitetico allo Stato, che surrogava.<br />

“Io – dice Accorinti – lo avevo incontrato poche settimane<br />

prima <strong>del</strong>la tragedia. Mi raccontò che stava partendo<br />

per gli Usa dove era atteso da Kennedy. Prima di andarsene<br />

mi disse: “Non fidarti degli americani…”… io all’ipotesi<br />

di <strong>un</strong> incidente non ho mai creduto”.<br />

ENI<br />

Eni, ex Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), è <strong>un</strong>’azienda<br />

creata dallo Stato Italiano come ente pubblico,<br />

nel 1953, sotto la presidenza di <strong>Enrico</strong> <strong>Mattei</strong>, convertita<br />

in società per azioni nel 1992. È <strong>un</strong>’impresa<br />

presente in 77 paesi con circa 78.400 dipendenti, impegnata<br />

nella ricerca, produzione, trasporto, trasformazione<br />

e commercializzazione di petrolio e gas naturale,<br />

nella petrolchimica, ingegneria e costruzioni.<br />

La rivista ‘Forbes’ pubblica <strong>un</strong>a classifica sui maggiori<br />

2.000 gruppi a livello mondiale: l’azienda si classifica<br />

al 38º posto, prima tra le aziende italiane.<br />

Fonte: www.eni.com<br />

Alla liberazione, <strong>Mattei</strong> fu <strong>un</strong>o dei sei esponenti <strong>del</strong><br />

CLN alla testa <strong>del</strong>la manifestazione di Milano.<br />

Nel 1947 <strong>Mattei</strong> darà origine all’Associazione Partigiani<br />

Cristiani, formazione che raggruppava i partigiani di<br />

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