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REGIONE<br />
LIGURIA<br />
Bollettino regionale di statistica<br />
N. 3 ANNO 1997<br />
1
Direttore Responsabile<br />
Dott. Ing. Guido Audasso<br />
Redazione:<br />
Segretaria di redazione: Sig.a Rosalba Plateroti<br />
Ufficio Statistica della <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong><br />
via Fieschi, 15 - 16121 Genova<br />
Tel. (010) 5485774<br />
Fax (010) 5700372<br />
Internet: http://www.regione.liguria.it/seggen/135/index.html<br />
E-mail: statistica@regione.liguria.it<br />
Fotocomposizione e stampa:<br />
Colombo Grafiche di Giancarlo Tiezzi<br />
via Pastonchi 14/16<br />
16144 Genova<br />
Autorizzazione Tribunale di Genova<br />
n. 12/97<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
c. 34 art. 2 n. 549/95 Genova<br />
n. 3 - 3° quadrimestre 1997<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong><br />
Ufficio Statistica<br />
E’ consentito avvalersi dei dati e dei testi pubblicati<br />
purchè ne sia indicata chiaramente la fonte.<br />
2
Premessa<br />
Con questo numero del bollettino, alla fine del primo anno di<br />
pubblicazione, sono state trattate la gran parte delle statistiche e delle<br />
informazioni presenti a livello regionale.<br />
La collaborazione al bollettino si è vieppiù allargata e coinvolge diversi<br />
soggetti, in questo numero viene accolto l’apporto dell’Università di<br />
Genova grazie alla Prof.ssa Paola Profumo, Direttrice de “ Istituto<br />
Botanico Hanbury ed Orto Botanico dell’Università” con un interessante<br />
capitolo dedicato all’Orto Botanico dell’Università e ai visitatori dei<br />
giardini. Non a caso tale apporto è inserito nell’ambito delle statistiche sul<br />
turismo in quanto evidenzia come attività scientifiche possono offrire lo<br />
spunto per interessanti iniziative di carattere economico-turistico che<br />
rappresentano uno degli sbocchi dell’economia ligure per i prossimi anni.<br />
L’obiettivo di una esposizione critica dei dati numerici per permettere<br />
una più completa valutazione degli stessi, dando nel contempo la possibilità<br />
di accedere alle informazioni più approfondite nelle singole materie, è stato<br />
raggiunto nei primi tre numeri del Bollettino, nel contempo cresce la<br />
richiesta di informazione statistica e un più consapevole utilizzo della<br />
stessa.<br />
3
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Per la sezione demografia:<br />
Per la sezione ambiente:<br />
Sig.na Maria Teresa Zunino<br />
(<strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong>)<br />
per il capitolo dedicato all’aria:<br />
Ing. Franco Aresca, Ing. Carlo Maierna,<br />
Dott.ssa Lidia Badalato<br />
(<strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong>)<br />
Prof. Stefano Kanitz<br />
(Università di Genova)<br />
per il capitolo dedicato all’acqua:<br />
Dott. Giovanni Garaventa, Ing. Giovanni Gallino,<br />
Dott.ssa Elisabetta Chiarandini, Dott. Gianfranco<br />
Benegiamo<br />
(<strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong>)<br />
Per la sezione turismo:<br />
Per la sezione lavoro:<br />
Sig.ra Marina Bellingeri<br />
(<strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong>)<br />
Proff.ssa Paola Profumo<br />
(Università di Genova)<br />
Dott.ssa Gabriella Canepa, Dott. Antonio Preiti,<br />
Dott.ssa Stefania Rizzieri<br />
(ILRES)<br />
Dott. Remo Rimotti, Dott.ssa Paola Repetto<br />
(<strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong>)<br />
4
LA GIUNTA REGIONALE<br />
Giancarlo Mori<br />
Presidente della Giunta Regionale<br />
Strutture: Rapporti Istituzionali, Relazioni esterne e comunicazioni; Rapporti col cittadino;<br />
Affari Giunta; Autonomie ed assetti istituzionali; Affari legislativi; Comitato di controllo;<br />
Statistica; Sistemi informatici; Avvocatura regionale; Programmazione; Controllo interno; Staff<br />
Centrale.<br />
Graziano Mazzarello<br />
Vicepresidente della Giunta Regionale e Assessore agli Affari europei; Infrastrutture e<br />
trasporti.<br />
Strutture: Affari europei e internazionali; Staff Vice Presidenza; Mobilità e grandi<br />
infrastrutture; Trasporti pubblici locali.<br />
Nicolò Alonzo<br />
Assessore all’Ambiente<br />
Strutture: Politiche e programmi ambientali; Risorse idriche; Gestione ciclo rifiuti; Ambiente<br />
marino e costiero; Valutazione d’impatto ambientale.<br />
Egidio Banti<br />
Assessore all’Agricoltura, Parchi, Zone montane, Caccia e pesca.<br />
Strutture: Politiche agricole, forestali e della montagna; Qualità delle produzioni e assistenza<br />
tecnica; Allevamento, caccia e pesca; Parchi e aree protette; Ispettorato funzioni agricole.<br />
Romolo Benvenuto<br />
Assessore all’Edilizia; Difesa del suolo; Protezione civile; Energia.<br />
Strutture: Protezione civile; Assetto idrogeologico e piani di bacino; Energia; Lavori pubblici;<br />
Edilizia.<br />
Franco Bertolani<br />
Assessore alla Sanità e Servizi sociali.<br />
Strutture: Attività tecniche sanitarie e controllo qualità; Personale sanitario; Gestione<br />
convenzioni e assistenza farmaceutica; Programmazione sanitaria patrimonio e investimenti;<br />
Programmazione interventi socio-sanitari e socio-assistenziali; Attività sanitaria a rilievo<br />
sociale; Attività socio-assistenziale e solidarietà sociale; Assistenza psichiatrica, aids e<br />
tossicodipendenze; Igiene pubblica e veterinaria.<br />
Mario Margini<br />
Assessore all’Industria, Commercio, Artigianato e Politiche attive del lavoro.<br />
Strutture: Sistema informativo del lavoro; Politiche di sviluppo industria e artigianato;<br />
Interventi per l’artigianato; Attività estrattive; Programmazione commerciale; Interventi<br />
commerciali; Politiche attive del lavoro; Attività formative; Interventi per l’occupazione.<br />
5
Fabio Morchio<br />
Assessore all’Urbanistica e Pianificazione territoriale.<br />
Strutture: Procedimenti concertativi; Procedimenti urbanistici e paesistici; Affari amministrativi<br />
dell’urbanistica; Tutela paesistica; Pianificazione territoriale e paesistica.<br />
Maria Paola Profumo<br />
Assessore al Turismo, Cultura, Sport e Tempo libero.<br />
Strutture: Programmi e strutture culturali; Promozione culturale; Programmi strutture<br />
turistiche; Organizzazione e promozione turistica; Sport e tempo libero; Istruzione e diritto allo<br />
studio.<br />
Fulvio Vassallo<br />
Assessore alle Risorse umane e finanziarie, Amministrazione Generale.<br />
Strutture: Risorse finanziarie; Bilancio; Ragioneria; Tributi; Risorse umane; Amministrazione<br />
personale; Amministrazione generale.<br />
6
IL CONSIGLIO REGIONALE<br />
GRUPPO PDS:<br />
Capogruppo Paolo Perfigli<br />
Nicolò Alonzo, Carla Barzaghi, Maria Bianca Berruti, Franco Bertolani, Danilo Bonamigo,<br />
Claudio Buscaglia, Valeria Cavallo, Fulvio Cerofolini, Luigi Collecchia, Ombretta Leardini,<br />
Mario Margini, Graziano Mazzarello, Maria Paola Profumo, Maria Mariella Ratti, Fulvio<br />
Vassallo, Moreno Veschi<br />
GRUPPO FORZA ITALIA:<br />
Capogruppo Franco Orsi<br />
Nicola Abbundo, Giobatta Cerruti, Felice Negri, Ernesto Bruno Valenziano<br />
GRUPPO POPOLARI:<br />
Capogruppo Massimiliano Costa<br />
Egidio Banti, Luciano Demichelis, Arturo Ivaldi, Giancarlo Mori<br />
GRUPPO ALLEANZA NAZIONALE:<br />
Capogruppo Vincenzo Plinio<br />
Gianfranco Gadolla, Geniuccio Chierico, Renato Scosceria<br />
GRUPPO DEMOCRATICI DI CENTRO/PARTITO REPUBBLICANO<br />
Capogruppo Francesco De Simone<br />
Paola Capelli<br />
GRUPPO C.D.U. - C.C.D.:<br />
Capogruppo Domenico Gianni Barci<br />
Edmondo Ferrero, Roberto Levaggi<br />
GRUPPO PATTO DEI DEMOCRATICI/SOCIALISTI ITALIANI:<br />
Capogruppo Giovanni Corradi<br />
Fabio Morchio<br />
GRUPPO PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA:<br />
Capogruppo Giuseppe Tarantino<br />
Franco Zunino<br />
GRUPPO LEGA NORD LIGURIA:<br />
Capogruppo Francesco Bruzzone<br />
Guido Bonino<br />
GRUPPO VERDI:<br />
Capogruppo Giovanni Borzone<br />
Romolo Benvenuto<br />
GRUPPO MISTO:<br />
Capogruppo Bruno Sessarego<br />
7
INDICE<br />
Premessa pag. 3<br />
In questo numero pag. 11<br />
Demografia pag. 13<br />
Ambiente pag. 23<br />
Turismo pag. 63<br />
Lavoro pag. 111<br />
Il prossimo numero pag. 147<br />
9
In questo numero<br />
Illustriamo quattro argomenti su questo numero del Bollettino di<br />
Statistica regionale:<br />
Demografia, Ambiente, Turismo e lavoro.<br />
Sono quattro temi di grande interesse e di ampia portata, la cui<br />
trattazione non ha lasciato adeguato spazio alle consuete rubriche dedicate<br />
alla Normativa e a Internet, che riprenderanno dal prossimo numero.<br />
La Demografia apre, come sempre, questo terzo numero del Bollettino<br />
con l’aggiornamento della popolazione residente nella nostra regione al 30<br />
giugno 1997.<br />
Si entra nel vivo della discussione con l’Ambiente, argomento di<br />
grande attualità che viene trattato in relazione all’acqua e all’aria e con alcuni<br />
appunti a livello nazionale.<br />
Si prosegue quindi con l’informativa riguardante il Turismo, uno dei<br />
principali motori dell’economia regionale, per prima viene illustrata<br />
l’evoluzione del fenomeno turistico con un apporto tratto dal X rapporto<br />
OSE “Turismo in <strong>Liguria</strong>”, a seguire il “movimento turistico” nell’ultimo<br />
anno con una interessante nota relativa al turismo provenienti dalle altre<br />
regioni e dai Paesi dell’Est. Chiude un apporto fornito dall’Università di<br />
Genova sui giardini Hanbury.<br />
Il capitolo dedicato al Lavoro ci pare particolarmente importante con<br />
una esposizione di grande valore sugli esiti occupazionali dei corsi di<br />
formazione professionale e con una illustrazione del problema a livello<br />
regionale. Precede tali esposizioni una nota sul problema del lavoro a livello<br />
nazionale.<br />
11
DEMOGRAFIA<br />
Viene presentato l’aggiornamento della popolazione residente nei<br />
comuni liguri al 30 giugno 1997, l’andamento complessivo è ancora<br />
in calo (-0,24% a livello regionale). Il saldo naturale negativo di 5786<br />
unità non è compensato dal saldo migratorio positivo pari a 1850<br />
unità. Sono stati evidenziati in grassetto i comuni dove il saldo<br />
demografico è, nel semestre, positivo.<br />
13
REGIONE LIGURIA<br />
Ufficio Statistica<br />
Provincia di IMPERIA<br />
Comune Popolaz. Nati Morti Iscritti Cancell. Popolaz. Variaz. Saldo<br />
01.01.97 30.06.97 Perc. Natur. Migrat. Demog.<br />
Airole 517 0 6 8 2 517 0,00% -6 6 0<br />
Apricale 580 4 3 5 3 583 0,52% 1 2 3<br />
Aquila di Arroscia 224 1 1 0 1 223 -0,45% 0 -1 -1<br />
Armo 129 0 1 0 0 128 -0,78% -1 0 -1<br />
Aurigo 361 2 3 3 3 360 -0,28% -1 0 -1<br />
Badalucco 1.338 3 13 4 29 1.303 -2,62% -10 -25 -35<br />
Baiardo 351 0 5 6 5 347 -1,14% -5 1 -4<br />
Bordighera 10.871 42 95 189 192 10.815 -0,52% -53 -3 -56<br />
Borghetto d'Arroscia 545 1 6 10 10 540 -0,92% -5 0 -5<br />
Borgomaro 953 2 13 15 17 940 -1,36% -11 -2 -13<br />
Camporosso 4.925 26 34 92 95 4.914 -0,22% -8 -3 -11<br />
Caravonica 285 2 2 2 5 282 -1,05% 0 -3 -3<br />
Carpasio 182 0 2 6 3 183 0,55% -2 3 1<br />
Castellaro 1.017 5 3 29 10 1.038 2,06% 2 19 21<br />
Castel Vittorio 426 2 7 5 5 421 -1,17% -5 0 -5<br />
Ceriana 1.348 8 21 34 15 1.354 0,45% -13 19 6<br />
Cervo 1.230 6 6 29 22 1.237 0,57% 0 7 7<br />
Cesio 244 2 1 10 2 253 3,69% 1 8 9<br />
Chiusanico 645 0 7 13 8 643 -0,31% -7 5 -2<br />
Chiusavecchia 466 3 8 10 11 460 -1,29% -5 -1 -6<br />
Cipressa 1.214 5 8 17 18 1.210 -0,33% -3 -1 -4<br />
Civezza 489 2 6 15 18 482 -1,43% -4 -3 -7<br />
Cosio di Arroscia 320 0 7 3 3 313 -2,19% -7 0 -7<br />
Costarainera 703 2 5 14 18 696 -1,00% -3 -4 -7<br />
Diano Arentino 598 2 7 9 22 580 -3,01% -5 -13 -18<br />
Diano Castello 1.737 3 10 48 29 1.749 0,69% -7 19 12<br />
Diano Marina 6.273 22 53 121 100 6.263 -0,16% -31 21 -10<br />
Diano San Pietro 1.027 1 5 13 11 1.025 -0,19% -4 2 -2<br />
Dolceacqua 1.876 7 11 39 27 1.884 0,43% -4 12 8<br />
Dolcedo 1.165 5 8 22 20 1.164 -0,09% -3 2 -1<br />
Imperia 40.565 130 273 530 409 40.543 -0,05% -143 121 -22<br />
Isolabona 669 4 6 15 10 672 0,45% -2 5 3<br />
Lucinasco 279 2 2 7 6 280 0,36% 0 1 1<br />
Mendatica 272 0 3 2 5 266 -2,21% -3 -3 -6<br />
Molini di Triora 740 1 4 15 19 733 -0,95% -3 -4 -7<br />
Montalto Ligure 414 3 5 10 3 419 1,21% -2 7 5<br />
(segue)
REGIONE LIGURIA<br />
Ufficio Statistica<br />
Provincia di IMPERIA<br />
Comune Popolaz. Nati Morti Iscritti Cancell. Popolaz. Variaz. Saldo<br />
01.01.97 30.06.97 Perc. Natur. Migrat. Demog.<br />
Montegrosso P. Latte 146 0 5 1 0 142 -2,74% -5 1 -4<br />
Olivetta San Michele 284 1 3 7 5 284 0,00% -2 2 0<br />
Ospedaletti 3.625 14 19 83 86 3.617 -0,22% -5 -3 -8<br />
Perinaldo 842 4 5 18 16 843 0,12% -1 2 1<br />
Pietrabruna 549 0 2 4 7 544 -0,91% -2 -3 -5<br />
Pieve di Teco 1.460 3 14 18 16 1.451 -0,62% -11 2 -9<br />
Pigna 1.037 0 15 12 8 1.026 -1,06% -15 4 -11<br />
Pompeiana 809 3 2 14 9 815 0,74% 1 5 6<br />
Pontedassio 1.863 12 11 35 28 1.871 0,43% 1 7 8<br />
Pornassio 647 0 8 5 2 642 -0,77% -8 3 -5<br />
Prelà 504 3 5 10 5 507 0,60% -2 5 3<br />
Ranzo 550 0 2 6 3 551 0,18% -2 3 1<br />
Rezzo 429 0 7 3 5 420 -2,10% -7 -2 -9<br />
Riva Ligure 2.969 8 21 50 66 2.940 -0,98% -13 -16 -29<br />
Rocchetta Nervina 296 2 1 2 8 291 -1,69% 1 -6 -5<br />
S. Bartolomeo al Mare 3.063 15 22 77 44 3.089 0,85% -7 33 26<br />
San Biagio della Cima 1.163 8 9 13 30 1.145 -1,55% -1 -17 -18<br />
San Lorenzo al Mare 1.334 5 4 47 36 1.346 0,90% 1 11 12<br />
San Remo 56.317 201 413 663 537 56.231 -0,15% -212 126 -86<br />
Santo Stefano al Mare 2.159 6 14 61 54 2.158 -0,05% -8 7 -1<br />
Seborga 345 1 1 12 9 348 0,87% 0 3 3<br />
Soldano 812 4 4 12 19 805 -0,86% 0 -7 -7<br />
Taggia 13.645 48 93 208 145 13.663 0,13% -45 63 18<br />
Terzorio 221 3 4 2 1 221 0,00% -1 1 0<br />
Triora 420 0 6 11 3 422 0,48% -6 8 2<br />
Vallebona 1.021 3 2 37 15 1.044 2,25% 1 22 23<br />
Vallecrosia 7.406 21 31 150 118 7.428 0,30% -10 32 22<br />
Vasia 451 2 1 7 1 458 1,55% 1 6 7<br />
Ventimiglia 26.945 114 122 291 312 26.916 -0,11% -8 -21 -29<br />
Vessalico 312 3 2 11 5 319 2,24% 1 6 7<br />
Villa Faraldi 456 1 3 11 4 461 1,10% -2 7 5<br />
TOTALE PROVINCIA 217.058 783 1.501 3.231 2.753 216.818 -0,11% -718 478 -240<br />
Elaborazione Ufficio Statistica <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong> su dati Istat
REGIONE LIGURIA<br />
Ufficio Statistica<br />
Provincia di SAVONA<br />
Comune Popolaz. Nati Morti Iscritti Cancell. Popolaz. Variaz. Saldo<br />
01.01.97 30.06.97 Perc. Natur. Migrat. Demog.<br />
Alassio 11.440 48 101 159 130 11.416 -0,21% -53 29 -24<br />
Albenga 22.447 106 149 409 222 22.591 0,64% -43 187 144<br />
Albisola Marina 5.707 19 33 106 113 5.686 -0,37% -14 -7 -21<br />
Albisola Superiore 11.479 37 77 159 190 11.408 -0,62% -40 -31 -71<br />
Altare 2.394 5 28 36 26 2.381 -0,54% -23 10 -13<br />
Andora 6.531 17 35 129 90 6.552 0,32% -18 39 21<br />
Arnasco 534 2 1 13 10 538 0,75% 1 3 4<br />
Balestrino 515 0 5 5 6 509 -1,17% -5 -1 -6<br />
Bardineto 651 3 5 15 8 656 0,77% -2 7 5<br />
Bergeggi 1.127 4 7 44 26 1.142 1,33% -3 18 15<br />
Boissano 1.961 13 10 57 62 1.959 -0,10% 3 -5 -2<br />
Borghetto S. Spirito 5.257 10 50 135 126 5.226 -0,59% -40 9 -31<br />
Borgio Verezzi 2.226 5 22 50 45 2.214 -0,54% -17 5 -12<br />
Bormida 479 1 4 0 3 473 -1,25% -3 -3 -6<br />
Cairo Montenotte 13.738 42 98 191 164 13.709 -0,21% -56 27 -29<br />
Calice Ligure 1.398 10 12 22 9 1.409 0,79% -2 13 11<br />
Calizzano 1.627 3 17 18 11 1.620 -0,43% -14 7 -7<br />
Carcare 5.743 15 65 87 61 5.719 -0,42% -50 26 -24<br />
Casanova Lerrone 836 1 6 25 13 843 0,84% -5 12 7<br />
Castelbianco 266 3 3 2 2 266 0,00% 0 0 0<br />
Castelvecchio di R.B. 198 1 3 5 1 200 1,01% -2 4 2<br />
Celle Ligure 5.380 23 34 76 85 5.360 -0,37% -11 -9 -20<br />
Cengio 4.056 8 29 38 75 3.998 -1,43% -21 -37 -58<br />
Ceriale 5.393 20 35 139 75 5.442 0,91% -15 64 49<br />
Cisano sul Neva 1.456 4 5 24 8 1.471 1,03% -1 16 15<br />
Cosseria 1.031 5 11 27 14 1.038 0,68% -6 13 7<br />
Dego 1.976 1 12 26 13 1.978 0,10% -11 13 2<br />
Erli 248 1 2 14 2 259 4,44% -1 12 11<br />
Finale Ligure 12.491 28 89 111 136 12.405 -0,69% -61 -25 -86<br />
Garlenda 878 4 6 27 30 873 -0,57% -2 -3 -5<br />
Giustenice 850 3 6 11 7 851 0,12% -3 4 1<br />
Giusvalla 445 2 2 6 1 450 1,12% 0 5 5<br />
Laigueglia 2.378 9 16 33 43 2.361 -0,71% -7 -10 -17<br />
Loano 11.121 34 103 219 191 11.080 -0,37% -69 28 -41<br />
Magliolo 659 3 4 25 16 667 1,21% -1 9 8<br />
Mallare 1.308 8 14 14 17 1.299 -0,69% -6 -3 -9<br />
(segue)
REGIONE LIGURIA<br />
Ufficio Statistica<br />
Provincia di SAVONA<br />
Comune Popolaz. Nati Morti Iscritti Cancell. Popolaz. Variaz. Saldo<br />
01.01.97 30.06.97 Perc. Natur. Migrat. Demog.<br />
Massimino 132 0 0 2 1 133 0,76% 0 1 1<br />
Millesimo 3.362 11 18 46 29 3.372 0,30% -7 17 10<br />
Mioglia 596 1 7 8 9 589 -1,17% -6 -1 -7<br />
Murialdo 893 4 8 9 4 894 0,11% -4 5 1<br />
Nasino 239 0 3 7 3 240 0,42% -3 4 1<br />
Noli 2.898 8 18 69 24 2.933 1,21% -10 45 35<br />
Onzo 235 0 2 0 2 231 -1,70% -2 -2 -4<br />
Orco Feglino 838 1 3 10 25 821 -2,03% -2 -15 -17<br />
Ortovero 950 6 16 14 13 941 -0,95% -10 1 -9<br />
Osiglia 498 0 5 14 4 503 1,00% -5 10 5<br />
Pallare 939 3 7 12 9 938 -0,11% -4 3 -1<br />
Piana Crixia 842 3 7 7 12 833 -1,07% -4 -5 -9<br />
Pietra Ligure 9.391 24 68 173 198 9.322 -0,73% -44 -25 -69<br />
Plodio 555 2 2 7 17 545 -1,80% 0 -10 -10<br />
Pontinvrea 822 2 5 26 29 816 -0,73% -3 -3 -6<br />
Quiliano 7.168 24 38 91 100 7.145 -0,32% -14 -9 -23<br />
Rialto 527 2 3 9 9 526 -0,19% -1 0 -1<br />
Roccavignale 700 5 4 20 11 710 1,43% 1 9 10<br />
Sassello 1.778 2 31 27 19 1.757 -1,18% -29 8 -21<br />
Savona 64.205 201 460 647 658 63.935 -0,42% -259 -11 -270<br />
Spotorno 4.287 10 35 57 65 4.254 -0,77% -25 -8 -33<br />
Stella 2.867 6 15 66 66 2.858 -0,31% -9 0 -9<br />
Stellanello 695 4 5 14 13 695 0,00% -1 1 0<br />
Testico 205 2 3 5 1 208 1,46% -1 4 3<br />
Toirano 1.942 16 15 71 32 1.982 2,06% 1 39 40<br />
Tovo San Giacomo 2.056 4 10 81 17 2.114 2,82% -6 64 58<br />
Urbe 817 2 12 13 9 811 -0,73% -10 4 -6<br />
Vado Ligure 8.202 22 62 108 120 8.150 -0,63% -40 -12 -52<br />
Varazze 14.037 37 98 157 159 13.974 -0,45% -61 -2 -63<br />
Vendone 391 1 4 9 8 389 -0,51% -3 1 -2<br />
Vezzi Portio 620 3 5 16 8 626 0,97% -2 8 6<br />
Villanova d'Albenga 1.872 11 4 47 48 1.878 0,32% 7 -1 6<br />
Zuccarello 297 3 4 7 5 298 0,34% -1 2 1<br />
TOTALE PROVINCIA 282.080 918 2.076 4.306 3.758 281.470 -0,22% -1.158 548 -610<br />
Elaborazione Ufficio Statistica <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong> su dati Istat
REGIONE LIGURIA<br />
Ufficio Statistica<br />
Provincia di GENOVA<br />
Comune Popolaz. Nati Morti Iscritti Cancell. Popolaz. Variaz. Saldo<br />
01.01.97 30.06.97 Perc. Natur. Migrat. Demog.<br />
Arenzano 11.564 40 57 151 134 11.564 0,00% -17 17 0<br />
Avegno 2.083 10 13 62 66 2.076 -0,34% -3 -4 -7<br />
Bargagli 2.589 13 16 53 58 2.581 -0,31% -3 -5 -8<br />
Bogliasco 4.619 28 37 86 75 4.621 0,04% -9 11 2<br />
Borzonasca 2.125 8 24 24 11 2.122 -0,14% -16 13 -3<br />
Busalla 6.279 28 39 62 76 6.254 -0,40% -11 -14 -25<br />
Camogli 5.877 21 42 107 98 5.865 -0,20% -21 9 -12<br />
Campo Ligure 3.253 10 28 23 27 3.231 -0,68% -18 -4 -22<br />
Campomorone 7.740 27 48 94 97 7.716 -0,31% -21 -3 -24<br />
Carasco 3.179 17 14 65 83 3.164 -0,47% 3 -18 -15<br />
Casarza Ligure 5.319 24 23 103 71 5.352 0,62% 1 32 33<br />
Casella 3.141 16 20 58 58 3.137 -0,13% -4 0 -4<br />
Castiglione Chiavarese 1.447 5 13 43 29 1.453 0,41% -8 14 6<br />
Ceranesi 3.718 11 21 88 69 3.727 0,24% -10 19 9<br />
Chiavari 28.280 91 204 392 300 28.259 -0,07% -113 92 -21<br />
Cicagna 2.543 8 12 33 32 2.540 -0,12% -4 1 -3<br />
Cogoleto 9.489 38 67 123 100 9.483 -0,06% -29 23 -6<br />
Cogorno 5.327 29 28 118 82 5.364 0,69% 1 36 37<br />
Coreglia Ligure 239 1 5 5 2 238 -0,42% -4 3 -1<br />
Crocefieschi 545 0 8 5 2 540 -0,92% -8 3 -5<br />
Davagna 1.775 3 15 46 25 1.784 0,51% -12 21 9<br />
Fascia 139 0 2 4 3 138 -0,72% -2 1 -1<br />
Favale di Malvaro 499 5 7 4 2 499 0,00% -2 2 0<br />
Fontanigorda 369 1 2 5 3 370 0,27% -1 2 1<br />
Genova 653.529 2.164 4.336 4.254 4.230 651.381 -0,33% -2.172 24 -2.148<br />
Gorreto 180 0 3 3 0 180 0,00% -3 3 0<br />
Isola del Cantone 1.607 7 16 19 23 1.594 -0,81% -9 -4 -13<br />
Lavagna 13.202 46 111 253 179 13.211 0,07% -65 74 9<br />
Leivi 2.204 7 19 48 40 2.200 -0,18% -12 8 -4<br />
Lorsica 550 1 5 2 4 544 -1,09% -4 -2 -6<br />
Lumarzo 1.551 11 16 20 34 1.532 -1,23% -5 -14 -19<br />
Masone 4.248 12 30 15 27 4.218 -0,71% -18 -12 -30<br />
Mele 2.717 8 24 47 23 2.725 0,29% -16 24 8<br />
Mezzanego 1.250 3 9 29 23 1.250 0,00% -6 6 0<br />
Mignanego 3.547 7 26 48 57 3.519 -0,79% -19 -9 -28<br />
Moconesi 2.665 14 12 55 43 2.679 0,53% 2 12 14<br />
(segue)
REGIONE LIGURIA<br />
Ufficio Statistica<br />
Provincia di GENOVA<br />
Comune Popolaz. Nati Morti Iscritti Cancell. Popolaz. Variaz. Saldo<br />
01.01.97 30.06.97 Perc. Natur. Migrat. Demog.<br />
Moneglia 2.680 8 16 25 12 2.685 0,19% -8 13 5<br />
Montebruno 289 1 4 5 5 286 -1,04% -3 0 -3<br />
Montoggio 2.016 6 12 35 39 2.006 -0,50% -6 -4 -10<br />
Ne 2.435 7 19 24 46 2.401 -1,40% -12 -22 -34<br />
Neirone 954 2 7 44 15 978 2,52% -5 29 24<br />
Orero 609 1 6 4 1 607 -0,33% -5 3 -2<br />
Pieve Ligure 2.607 11 19 91 51 2.639 1,23% -8 40 32<br />
Portofino 591 3 3 7 7 591 0,00% 0 0 0<br />
Propata 156 0 5 4 0 155 -0,64% -5 4 -1<br />
Rapallo 29.308 94 208 475 382 29.287 -0,07% -114 93 -21<br />
Recco 10.373 25 57 167 145 10.363 -0,10% -32 22 -10<br />
Rezzoaglio 1.404 1 15 13 5 1.398 -0,43% -14 8 -6<br />
Ronco Scrivia 4.739 10 46 50 56 4.697 -0,89% -36 -6 -42<br />
Rondanina 107 1 0 0 0 108 0,93% 1 0 1<br />
Rossiglione 3.317 8 30 26 47 3.274 -1,30% -22 -21 -43<br />
Rovegno 593 0 10 13 4 592 -0,17% -10 9 -1<br />
San Colombano Cert. 2.484 7 17 25 44 2.455 -1,17% -10 -19 -29<br />
S. Margherita Ligure 10.840 39 75 147 109 10.842 0,02% -36 38 2<br />
Sant'Olcese 6.219 19 41 114 81 6.230 0,18% -22 33 11<br />
Santo Stefano d'Aveto 1.336 4 11 15 9 1.335 -0,07% -7 6 -1<br />
Savignone 2.998 11 24 61 52 2.994 -0,13% -13 9 -4<br />
Serra Riccò 7.806 28 61 85 127 7.731 -0,96% -33 -42 -75<br />
Sestri Levante 19.961 68 138 177 191 19.877 -0,42% -70 -14 -84<br />
Sori 4.470 16 26 66 46 4.480 0,22% -10 20 10<br />
Tiglieto 608 5 7 2 2 606 -0,33% -2 0 -2<br />
Torriglia 2.292 8 24 42 39 2.279 -0,57% -16 3 -13<br />
Tribogna 545 1 5 11 10 542 -0,55% -4 1 -3<br />
Uscio 2.283 8 17 42 43 2.273 -0,44% -9 -1 -10<br />
Valbrevenna 702 0 5 25 12 710 1,14% -5 13 8<br />
Vobbia 542 0 9 2 2 533 -1,66% -9 0 -9<br />
Zoagli 2.484 11 16 47 58 2.468 -0,64% -5 -11 -16<br />
TOTALE PROVINCIA 927.136 3.117 6.285 8.391 7.826 924.533 -0,28% -3.168 565 -2.603<br />
Elaborazione Ufficio Statistica <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong> su dati Istat
REGIONE LIGURIA<br />
Ufficio Statistica<br />
Provincia di LA SPEZIA<br />
Comune Popolaz. Nati Morti Iscritti Cancell. Popolaz. Variaz. Saldo<br />
01.01.97 30.06.97 Perc. Natur. Migrat. Demog.<br />
Ameglia 4.414 11 25 70 54 4.416 0,05% -14 16 2<br />
Arcola 9.802 43 60 218 137 9.866 0,65% -17 81 64<br />
Beverino 2.266 7 14 34 25 2.268 0,09% -7 9 2<br />
Bolano 7.161 19 47 132 106 7.159 -0,03% -28 26 -2<br />
Bonassola 1.026 1 8 7 10 1.016 -0,97% -7 -3 -10<br />
Borghetto di Vara 1.048 3 6 14 13 1.046 -0,19% -3 1 -2<br />
Brugnato 1.182 3 6 32 15 1.196 1,18% -3 17 14<br />
Calice al Cornoviglio 1.262 4 9 21 24 1.254 -0,63% -5 -3 -8<br />
Carro 666 2 15 12 9 656 -1,50% -13 3 -10<br />
Carrodano 560 3 5 6 6 558 -0,36% -2 0 -2<br />
Castelnuovo Magra 8.029 27 40 109 101 8.024 -0,06% -13 8 -5<br />
Deiva Marina 1.538 3 25 14 25 1.505 -2,15% -22 -11 -33<br />
Follo 5.753 24 30 96 111 5.732 -0,37% -6 -15 -21<br />
Framura 825 4 6 12 5 830 0,61% -2 7 5<br />
La Spezia 97.712 348 673 1.035 996 97.426 -0,29% -325 39 -286<br />
Lerici 11.675 29 96 165 209 11.564 -0,95% -67 -44 -111<br />
Levanto 5.798 13 41 50 22 5.798 0,00% -28 28 0<br />
Maissana 684 1 6 10 9 680 -0,58% -5 1 -4<br />
Monterosso al Mare 1.669 4 15 12 4 1.666 -0,18% -11 8 -3<br />
Ortonovo 8.311 27 24 118 83 8.349 0,46% 3 35 38<br />
Pignone 672 4 6 7 2 675 0,45% -2 5 3<br />
Portovenere 4.580 18 38 97 63 4.594 0,31% -20 34 14<br />
Riccò del Golfo 3.385 14 7 37 60 3.369 -0,47% 7 -23 -16<br />
Riomaggiore 1.933 5 19 17 30 1.906 -1,40% -14 -13 -27<br />
Rocchetta di Vara 826 1 8 12 7 824 -0,24% -7 5 -2<br />
Santo Stefano di Magra 8.171 22 40 120 107 8.166 -0,06% -18 13 -5<br />
Sarzana 20.142 69 114 232 222 20.107 -0,17% -45 10 -35<br />
Sesta Godano 1.616 6 18 26 19 1.611 -0,31% -12 7 -5<br />
Varese Ligure 2.517 6 33 25 13 2.502 -0,60% -27 12 -15<br />
Vernazza 1.152 2 12 6 6 1.142 -0,87% -10 0 -10<br />
Vezzano Ligure 7.501 30 47 121 115 7.490 -0,15% -17 6 -11<br />
Zignago 575 2 4 5 5 573 -0,35% -2 0 -2<br />
TOTALE PROVINCIA 224.451 755 1.497 2.872 2.613 223.968 -0,22% -742 259 -483<br />
Elaborazione Ufficio Statistica <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong> su dati Istat
REGIONE LIGURIA<br />
Ufficio Statistica<br />
TOTALE REGIONE LIGURIA<br />
Comune Popolaz. Nati Morti Iscritti Cancell. Popolaz. Variaz. Saldo<br />
01.01.97 30.06.97 Perc. Natur. Migrat. Demog.<br />
IMPERIA 217.058 783 1.501 3.231 2.753 216.818 -0,11% -718 478 -240<br />
SAVONA 282.080 918 2.076 4.306 3.758 281.470 -0,22% -1.158 548 -610<br />
GENOVA 927.136 3.117 6.285 8.391 7.826 924.533 -0,28% -3.168 565 -2.603<br />
LA SPEZIA 224.451 755 1.497 2.872 2.613 223.968 -0,22% -742 259 -483<br />
REGIONE LIGURIA 1.650.725 5.573 11.359 18.800 16.950 1.646.789 -0,24% -5.786 1.850 -3.936<br />
Elaborazione Ufficio Statistica <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong> su dati Istat
PER APPROFONDIRE<br />
ISTAT: Annuario statistico italiano - Roma 1997<br />
REGIONE LIGURIA: La popolazione in <strong>Liguria</strong> tra il XIX e il XX secolo -<br />
Genova 1992<br />
REGIONE LIGURIA: Movimento demografico - Genova 1997.<br />
22
AMBIENTE<br />
La rilevanza assunta negli ultimi due decenni dai problemi<br />
ambientali ha fatto si che questi orientassero e condizionassero le<br />
scelte e i principi ispiratori delle politiche regionali, nazionali e<br />
comunitarie.<br />
In questo capitolo vengono affrontati due temi specifici: quello<br />
delle acque e quello dell’aria con il necessario corollario dei dati e<br />
delle informazioni a livello regionale, premettendo due note<br />
informative a livello nazionale contenenti, la prima, informazioni a<br />
carattere generale delle diverse pressioni esercitate sull’ambiente, e,<br />
la seconda, una informativa della normativa ambientale intervenuta<br />
nell’ultimo anno, in particolare di quelle rilevanti a carattere<br />
statistico. Queste ultime note sono tratte da “RAPPORTO ANNUALE<br />
- La situazione del Paese nel 1996” dell’ISTAT.<br />
23
Le pressioni sull’ambiente<br />
• Anche se una quantificazione esauriente e statisticamente affidabile delle<br />
eco-industrie è attualmente molto problematica, alcune stime diffuse dalla<br />
Commissione Europea indicano che nel 1994 il fatturato del settore è<br />
quantificabile intorno a 17.000 miliardi di lire e gli occupati in circa<br />
100.000 unità. Rispetto ai paesi dell’Unione, l’Italia si colloca al quarto<br />
posto sia in termini di occupati sia di fatturato (10%), preceduta dalla<br />
Germania, dalla Francia e dal Regno Unito.<br />
• Nel 1996 è stato approvato un importante provvedimento che riordina la<br />
delicata materia dei rifiuti; inoltre, è stato emanato il secondo Programma<br />
triennale per le aree naturali protette.<br />
• Nei 12 maggiori comuni italiani la dotazione media di verde per abitante,<br />
pari a 8,9 metri quadrati, è appena al di sotto dei livelli minimi indicati<br />
dalla legge (9 metri quadrati).<br />
• Nel 1995 il 90% dei consumi energetici del settore dei trasporti è stato<br />
assorbito dal trasporto su gomma. Dal 1975 al 1994 l’autotrasporto delle<br />
merci è più che triplicato, passando da 62.795 a 187.148 milioni di<br />
tonnellate per chilometro mentre, nello stesso intervallo di tempo, il<br />
traffico delle merci su ferrovia ha subito un incremento del 48%. Nel 1995<br />
il numero di autovetture circolanti ha abbondantemente superato i 30<br />
milioni.<br />
• Nel 1996, la mobilità degli studenti delle dodici maggiori città italiane è<br />
stata prevalentemente caratterizzata da spostamenti realizzati a piedi<br />
(36%), in diminuzione rispetto al 1995 (38%), mentre l’automobile è stato<br />
il mezzo più utilizzato dai lavoratori (53%). La preferenza per<br />
l’automobile fa si che i tassi di motorizzazione siano molto alti e pari, in<br />
media, a circa 60 automobili ogni 100 abitanti. Il trasporto pubblico<br />
spesso non riesce a far fronte alla domanda di mobilità e l’offerta è molto<br />
variabile nei dodici comuni, passando da 2.000 posti per chilometro per<br />
abitante di Bari ai 20.000 di Milano. Per il governo della mobilità, solo il<br />
18% dei comuni tenuti ad adottare i “piani urbani del traffico” si sono<br />
dotati di questo strumento di programmazione.<br />
• il 12,3% del totale dei pesticidi diffusi nel 1995 nel territorio nazionale per<br />
uso agricolo risulta classificato come “molto tossico o tossico”; il 30% dei<br />
campioni di alimenti analizzati nel 1995 presentano residui di pesticidi,<br />
anche se il superamento dei limiti previsti dalla normativa è molto<br />
contenuto (2,8% dei campioni di ortaggi, 1,9% della frutta, 0,9% dei<br />
cereali).<br />
24
• Nel 1995 gli arrivi turistici registrati nelle strutture ricettive italiane<br />
(alberghi ed esercizi complementari) sono stati circa 67 milioni, con un<br />
incremento delle presenze, rispetto al 1990, del 13,5%. In media, si sono<br />
avuti 117 arrivi ogni 100 residenti, con un valore di 718 in Valle d’Aosta<br />
che, pur risultando una delle regioni con minori flussi turistici (1,3% degli<br />
arrivi totali), registra il maggiore impatto sull’ambiente. Con riferimento<br />
alla superficie territoriale, si sono osservati in media circa 223 arrivi per<br />
km. quadrato.<br />
• Gli ultimi tre anni accademici hanno fatto registrare un aumento del<br />
numero sia di corsi di laurea attivati sia di immatricolati nella formazione<br />
ambientale, in controtendenza rispetto all’andamento generale.<br />
25
La normativa e il controllo dell’ambiente<br />
Per quanto riguarda lo sviluppo della normativa ambientale italiana e,<br />
in particolare, di quella rilevante sotto il profilo statistico, si segnalano poche<br />
novità significative nel 1996.<br />
Con il DPCM 4 marzo 1996 è stata data attuazione ad alcune<br />
disposizioni previste dalla legge 36/94 sulle risorse idriche, emanata nel<br />
1994. Tra l’altro con questo decreto si determinano le direttive per il<br />
censimento delle risorse idriche, la disciplina dell’economia idrica, la<br />
protezione delle acque dall’inquinamento e si definiscono le metodologie<br />
generali per la programmazione di una razionale utilizzazione delle risorse<br />
idriche.<br />
Nel 1996 è stato inoltre emanato il secondo Programma triennale per le<br />
aree naturali protette, relativo al periodo 1994-96, deliberato a dicembre<br />
1995 dal comitato previsto dalla legge quadro sulle aree protette del 1991.<br />
Lo stesso comitato ha inoltre deliberato ed emanato l’aggiornamento<br />
dell’elenco ufficiale delle aree protette.<br />
Il programma, pur inserendosi nel più ampio Programma triennale per<br />
la tutela ambientale, ha contenuti circoscritti in quanto non è stata ancora<br />
realizzata la “Carta della natura”, nè sono state delineate le linee di assetto<br />
del territorio, previste dalla legge quadro. In queste condizioni, il programma<br />
si limita a fissare in circa 154 miliardi le risorse finanziarie disponibili e a<br />
ripartirle per le varie azioni e aree protette, nonchè a elencare alcune riserve<br />
marine che il Ministero dell’ambiente dovrà prossimamente istituire.<br />
La novità più importante da segnalare nel campo della normativa<br />
ambientale è costituita dal provvedimento che riordina la materia dei rifiuti,<br />
approvato in Consiglio dei ministri il 30 dicembre 1996 ed emanato nel 1997<br />
(decreto legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997).<br />
A seguito del referendum dell’aprile 1993, abrogativo delle disposizioni<br />
sui controlli ambientali da parte delle Aziende USL, il sistema dei controlli è<br />
in fase di riorganizzazione che procede con estrema lentezza.<br />
Soltanto a gennaio 1996 è stato approvato con DPCM lo statuto<br />
dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA), istituita<br />
con legge del 1994, che attribuisce ad essa, tra l’altro, il compito prioritario<br />
di rilanciare la politica dei controlli ambientali. Ad agosto ‘96 si è provveduto<br />
alla nomina del Direttore dell’ANPA, rendendo quindi l’agenzia operativa.<br />
Non è ancora completata la rete delle ARPA (agenzie regionali per la<br />
protezione dell’ambiente) alle quali è attribuito il compito di svolgere attività<br />
di monitoraggio, controllo, pianificazione, ricerca, programmazione per il<br />
risanamento e la bonifica in campo ambientale. Nel 1996 sono state istituite<br />
con leggi regionali e provinciali le agenzie della <strong>Liguria</strong>, Valle d’Aosta,<br />
Trento e Bolzano, che si vanno ad aggiungere a quelle del Piemonte,<br />
26
Toscana ed Emilia-Romagna già costituite in precedenza. In totale, dunque,<br />
sono soltanto sette le regioni e provincie autonome che a fine 1996 avevano<br />
provveduto a dare attuazione alla legge 61 del 1994; e solamente due Giunte<br />
regionali (Toscana ed Emilia-Romagna) avevano provveduto alla nomina dei<br />
direttori generali delle agenzie.<br />
Poichè le ARPA sono uno strumento indispensabile del controllo<br />
dell’ambiente, si comprende facilmente il danno provocato dal loro troppo<br />
lento decollo. Un esempio può venire dal settore delle acque interne e<br />
marine. I controlli ai quali ogni anno sono soggette hanno lo scopo di<br />
classificare le acque, in base al risultato delle analisi relative ad alcuni<br />
indicatori di inquinamento (coliformi, streptococchi, salmonelle, tensioattivi),<br />
in balneabili e non balneabili. Affinchè la classificazione sia corretta, la<br />
frequenza dei campionamenti è definita dal DPR dell’8 giugno 1982 e, nel<br />
caso in cui i punti individuati non siano esaminati adeguatamente<br />
(campionamento parziale o assenza totale di campionamento), i tratti<br />
corrispondenti di costa sono comunque dichiarati per legge non balneabili. In<br />
tal caso, il danno arrecato all’attività turistica è facilmente immaginabile.<br />
Nel 1995 i chilometri di costa classificata come non balneabile per<br />
insufficienza o assenza totale di controlli è risultata pari a 1.216 chilometri<br />
(17% del totale). In particolare, 77,8 chilometri di costa sono stati classificati<br />
come non balneabili poichè non sufficientemente campionati (la legge impone<br />
che si effettuino 11 campionamenti per punto di costa individuato, tranne<br />
alcuni casi derogati). La quota maggiore (93%) spetta alla Puglia e in<br />
particolare alle province di Bari, con 65,6 chilometri di costa<br />
insufficientemente controllata, Brindisi (4,9) e Foggia (2,0). La costa<br />
dichiarata non balneabile per assenza totale di campioni è di 1.138 chilometri,<br />
distribuiti maggiormente nelle isole: in particolare, 439 chilometri in Sicilia,<br />
pari al 40% della lunghezza della costa siciliana e 496 in Sardegna,<br />
corrispondenti al 30% della costa sarda. In Toscana risultano non balneabili<br />
per assenza di controlli 92 chilometri di costa in provincia di Livorno e<br />
Grosseto; in Puglia 67 chilometri e in Calabria 26 chilometri.<br />
27
I servizi a rete: acquedotti, fognature e depuratori<br />
Allo stato attuale la conoscenza dello stato di fatto delle infrastrutture<br />
esistenti per la fornitura dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione è<br />
dovuta alle indagini fatte per la redazione del "Piano regionale di<br />
risanamento delle acque".<br />
Tali indagini sono state eseguite con la collaborazione dei soggetti<br />
incaricati della gestione dei servizi stessi che, in generale, si identificano nei<br />
comuni o in consorzi degli stessi; è utile ricordare che, ai sensi della legge<br />
36/94 (legge Galli), saranno i Comuni e le Province a dover procedere ad un<br />
ulteriore rilevamento delle strutture esistenti al fine di poter redigere i Piani<br />
di intervento per ovviare alle inefficienze dei sistemi acquedottistici, di<br />
fognatura e depurazione. La realizzazione delle opere previste nei piani di<br />
intervento dipenderà dagli Enti gestori che dovranno assicurarne la copertura<br />
finanziaria con parte degli introiti tariffari.<br />
Per quanto riguarda lo stato attuale delle reti acquedottistiche si può<br />
dire che le situazioni sul territorio sono quanto mai variegate laddove si va da<br />
comuni perfettamente serviti dal punto di vista quantitativo e qualitativo a<br />
comuni che manifestano carenze, più o meno evidenti, nella fornitura della<br />
risorsa acqua.<br />
La difficoltà di emettere un giudizio, in assoluto, sul grado di efficienza<br />
della fornitura del servizio è accentuata nei casi assai frequenti, vista la<br />
vocazione turistica di molte località liguri, in cui si debba far fronte a punte<br />
estive caratterizzate anche da raddoppi delle presenze; sovente servizi<br />
acquedottistici soddisfacenti per tre stagioni all’anno si rivelano<br />
assolutamente inadeguati nel periodo estivo.<br />
A titolo informativo si fa rilevare che nella Provincia di Imperia<br />
vengono considerati, perlomeno in alcuni periodi dell'anno, carenti nella<br />
fornitura del servizio 35 dei 67 comuni, nella Provincia di Savona 53 dei 69<br />
comuni, nella Provincia di Genova 46 dei 67 comuni e nella Provincia della<br />
Spezia 17 su 32 comuni; in realtà i dati succitati non devono essere<br />
considerati così allarmanti come potrebbero sembrare in quanto, in alcuni<br />
casi, le carenze sono veramente minime e, a volte, dovute al fatto che<br />
vengono sovrastimati gli standard di riferimento per i comuni montani,<br />
considerati pari a 250 litri per abitante al giorno.<br />
Per ovviare ai problemi succitati occorrerà intervenire sia sulle reti di<br />
distribuzione, limitandone le perdite per quanto possibile, sia realizzando<br />
schemi strategici di approvvigionamento che, attraverso un'interconnessione<br />
ed un'integrazione tra le più importanti reti di adduzione, consentano di<br />
trasferire la risorsa laddove si manifesta la domanda.<br />
Al momento attuale sono in fase di realizzazione importanti opere di<br />
questo tipo come, ad esempio, l’interconnessione degli acquedotti del<br />
comune di Genova, che consentirà un utilizzo ottimale delle reti di<br />
distribuzione attuali a partire dai punti di approvvigionamento attuali, ed il<br />
raddoppio dell’acquedotto del Roja, che consentirà di ovviare ai problemi<br />
che si manifestano, soprattutto in estate, nel ponente ligure (più in particolare<br />
28
nella provincia di Imperia e nel ponente della provincia di Savona, zone per<br />
le quali è in corso di realizzazione un progetto globale di ottimizzazione<br />
dell’uso della risorsa idrica).<br />
Un ulteriore sforzo andrà fatto al fine di incentivare il riuso delle acque<br />
reflue nell’industria e nell’agricoltura al fine di eliminare, o quanto meno<br />
attenuare, l’impatto dovuto al fatto che tali settori si approvvigionano con<br />
acqua destinabile al consumo umano.<br />
Lo stato attuale delle infrastrutture nel campo della raccolta e dello<br />
smaltimento delle acque reflue di origine civile è, in linea di massima, meglio<br />
conosciuto in ragione del fatto che le stesse, per la loro natura sono site in<br />
corrispondenza dei centri abitati.<br />
Va innanzitutto rilevato che è ancora lungi dall’essere realizzato uno<br />
schema di fognatura separato in tutto il territorio regionale; in molti casi<br />
esistono tuttora reti miste, in cui sono convogliate acque reflue propriamente<br />
dette ed acque meteoriche, causando sovente il cattivo funzionamento delle<br />
opere di depurazione.<br />
Tuttavia si può stimare che al momento attuale circa l’85% della<br />
popolazione è servito da rete fognaria, mentre per contro soltanto il 63% è<br />
dotato di un idoneo sistema di depurazione.<br />
Il problema principale si pone, una volta di più, nel servizio dei comuni<br />
costieri dove, nel periodo estivo, si rilevano fenomeni abnormi di aumento<br />
della popolazione ed è aggravato dal fatto che in tali comuni esistono centri<br />
storici dotati di reti vetuste sulle quali è difficile intervenire senza aggravare i<br />
problemi di traffico, anche solo pedonale, per periodi piuttosto lunghi.<br />
I comuni costieri manifestano anche una notevole carenza di aree a<br />
disposizione per la realizzazione degli impianti di depurazione per cui<br />
sovente gli stessi devono essere realizzati su rilevati a mare predisposti a tale<br />
scopo.<br />
Per tale ragione i programmi di intervento regionale hanno favorito la<br />
realizzazione di opere consortili a servizio di più comuni costieri, come ad<br />
esempio nel caso del levante della provincia di Savona e del ponente di quella<br />
di Imperia, soprattutto in occasione di acquisizione di consistenti fonti di<br />
finanziamento statali.<br />
Si ritiene utile mettere in evidenza che la carenza di impianti di<br />
depurazione secondari, con fase di depurazione biologica, non ha in realtà<br />
costituito un ostacolo all’utilizzo delle acque marine per la balneazione, in<br />
ragione del fatto che i semplici impianti di pretrattamento esistenti, dotati di<br />
lunghe condotte di scarico a mare con diffusore terminale, hanno garantito la<br />
qualità delle acque stesse.<br />
Impianti di depurazione consortile sono stati realizzati anche nelle valli<br />
Bormida di Spigno, Stura e Scrivia laddove le condizioni favorevoli al<br />
trasporto dei reflui consigliavano il convogliamento degli stessi in siti idonei<br />
alla realizzazione di impianti di medie dimensioni.<br />
Nel prossimo futuro particolare cura andrà riservata al completamento<br />
ed all’ottimizzazione delle reti fognarie dei comuni costieri ed alla<br />
realizzazione, o al completamento, dei loro sistemi di depurazione.<br />
29
Il Piano regionale di risanamento delle acque<br />
(PRRA)<br />
Il “Piano regionale di risanamento delle acque” della <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong> è<br />
il documento di programmazione regionale per la protezione e l’utilizzo della<br />
risorsa idrica e conseguentemente per la programmazione di interventi in<br />
materia di opere attinenti i servizi di acquedotto, fognatura depurazione; la<br />
redazione di tale Piano compete alle Regioni ai sensi della legge 319/76, art.<br />
10.<br />
La <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong> ha approvato il PRRA con deliberazione del<br />
Consiglio regionale in data 28/7/1982, n. 50, ed ha provveduto al suo<br />
aggiornamento con deliberazione del Consiglio regionale in data 3/7/1991, n.<br />
53.<br />
Il PRRA è stato redatto previa consultazione degli enti locali; una vera<br />
e propria procedura per la sua redazione, modifica ed aggiornamento è stata<br />
codificata soltanto con la legge regionale 16/8/1995, n. 43.<br />
Il PRRA, partendo dalla rilevazione dello stato di fatto delle<br />
infrastrutture esistenti atte a garantire i servizi di acquedotto, fognatura e<br />
depurazione, individua le opere necessarie a soddisfare gli standard prefissati<br />
per tali servizi e, attraverso l’introduzione di criteri di priorità, indirizza<br />
l’utilizzazione delle risorse finanziarie destinate alla realizzazione delle opere<br />
stesse.<br />
Il PRRA individuava, altresì, gli ambiti territoriali ottimali (stimati in<br />
numero di otto) per la gestione dei servizi; ciò non risulta più in linea coi<br />
dettami della legge 36/94 con cui viene istituito il servizio idrico integrato e<br />
nel rispetto della quale la <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong> ha provveduto ad individuare nelle<br />
singole province gli ambiti territoriali ottimali per la gestione del servizio.<br />
Prima di dare un’idea di quali sono le principali componenti in cui è<br />
articolato il PRRA si ritiene utile ricordare che tale piano è strettamente<br />
legato ad altri strumenti di pianificazione quali i piani di bacino da redigere ai<br />
sensi della legge 183/89 ( che in fase di prima stesura dovranno tenere conto<br />
del PRRA ed ai quali il PRRA stesso dovrà poi essere adeguato) ed il Piano<br />
regolatore generale degli acquedotti che in pratica ne ricalca i contenuti.<br />
Il PRRA è sostanzialmente un documento suddiviso in tre parti: una<br />
prima relativa all’inquadramento del territorio con analisi della demografia e<br />
dell’uso della risorsa idrica, una seconda relativa all’analisi della domanda da<br />
soddisfare in materia di acquedotti contenente le proposte di intervento per<br />
ovviare alle carenze nella fornitura del servizio tenendo conto dello stato di<br />
fatto delle strutture esistenti ed una terza relativa all’analisi della domanda da<br />
soddisfare in materia di raccolta e depurazione delle acque reflue urbane<br />
contenente le proposte di intervento per ovviare alle carenze nella fornitura<br />
del servizio tenendo conto dello stato di fatto delle strutture esistenti. Il<br />
PRRA è completato da una raccolta monografica per comune sullo stato di<br />
fatto e sulle proposte di intervento riguardanti le infrastrutture.<br />
Si fa rilevare che è in corso uno studio nell’ambito delle attività<br />
connesse all’applicazione della legge 36/94, che prevede l’aggiornamento<br />
30
dello stato di fatto delle opere esistenti e di quelle da realizzare, necessario<br />
per la predisposizione dei piani di intervento previsti dalla legge suddetta; di<br />
tale studio si terrà conto in occasione del prossimo aggiornamento del<br />
PRRA.<br />
In materia di servizi acquedottistici, al fine di dare un’idea<br />
dell’importanza degli investimenti necessari per i conseguimento degli<br />
obiettivi preposti (consistenti nella fornitura di una dotazione idrica di 250<br />
litri per abitante al giorno, elevata a 400 litri nel caso dei comuni di<br />
dimensione maggiore) si riporta di seguito una tabella con investimenti<br />
distinti per provincia, distinguendo tra interventi prettamente comunali ed<br />
interventi strategici, consistenti in infrastrutture di captazione ed adduzione a<br />
servizio di più comuni.<br />
Provincia Opere comunali<br />
(milioni di lire)<br />
Interventi strategici<br />
(milioni di lire)<br />
Totale<br />
(milioni di lire)<br />
Imperia 90.270 179.150 269.420<br />
Savona 86.670 55.100 141.770<br />
Genova 95.320 286.660 381.980<br />
La Spezia 36.390 137.480 173.870<br />
TOTALE 308.750 658.390 967.040<br />
In materia di servizi di raccolta acque reflue e loro trattamento<br />
dovranno essere realizzati sistemi che consentano di rispettare la legge<br />
regionale 43/95. Si è privilegiato, ove possibile, il convogliamento dei reflui<br />
in impianti consortili che consentano di realizzare il minor numero di<br />
impianti, soprattutto per quanto riguarda il servizio nei comuni costieri,<br />
condizionati sovente dalla difficoltà di reperire aree idonee alla localizzazione<br />
dei depuratori.<br />
Il PRRA, per conseguire quanto sopra descritto, prevede l’uso dei<br />
depuratori riportati nella seguente tabella suddivisi per provincia.<br />
Provincia Impianti esistenti Impianti da<br />
Totale<br />
realizzare<br />
Imperia 41 37 78<br />
Savona 45 21 66<br />
Genova 52 92 144<br />
La Spezia 55 50 105<br />
TOTALE 193 200 393<br />
31
La realizzazione degli interventi necessari al conseguimento degli<br />
obiettivi perseguiti, consistenti sostanzialmente nell’adeguamento delle reti di<br />
raccolta dei reflui e nella costruzione o completamento degli impianti di<br />
depurazione a servizio delle stesse, richiede un forte investimento, come si<br />
può rilevare dalla tabella di seguito riportata.<br />
Provincia Reti fognarie<br />
(milioni di lire)<br />
Collettori<br />
(milioni di lire)<br />
Depuratori<br />
(milioni di lire)<br />
Totale (milioni<br />
di lire)<br />
Imperia 67.780 104.170 54.600 226.550<br />
Savona 107.180 41.270 82.830 231.280<br />
Genova 240.660 80.210 189.510 510.380<br />
La Spezia 142.650 39.140 41.000 222.790<br />
TOTALE 558.270 264.790 367.940 1.191.000<br />
Da quanto sopra evidenziato si vede che l’impegno finanziario<br />
necessario per la realizzazione delle opere risulta sproporzionato con i fondi<br />
messi a disposizione dai bilanci degli enti pubblici per cui appare ormai<br />
necessario affidare la realizzazione delle opere alle Autorità d’Ambito da<br />
costituire ai sensi della legge 36/94 che potranno avvalersi, ove possibile, di<br />
rientri tariffari per garantire la copertura finanziaria di quelle opere che<br />
vengano ritenute prioritarie ed indispensabili.<br />
32
Gli scarichi idrici<br />
La restituzione all’ambiente delle acque reflue costituisce l’ultimo atto, ma<br />
non per questo il meno importante, della gestione del ciclo dell’acqua; infatti,<br />
dalle modalità dello scarico dipende la conservazione dei caratteri qualitativi<br />
della risorsa idrica e quindi dell’idoneità d’uso a cui essa è destinata.<br />
Il catasto degli scarichi, realizzato nel 1995 dalle Amministrazioni provinciali<br />
liguri secondo le indicazioni di cui alla Legge 319 del 10 maggio 1976,<br />
costituisce un fondamentale strumento di natura tecnico-amministrativa per<br />
la gestione del comparto idrico naturale e, specificatamente, per la previsione<br />
degli effetti prodotti dalla pressione antropica e produttiva sull’ambiente. Il<br />
grande numero di dati raccolti nel corso di tale attività ha reso essenziale<br />
l’utilizzo di modalità informatiche d’archiviazione per garantire l’omogeneità,<br />
la gestione e l’aggiornamento ottimali delle informazioni rilevate nonché la<br />
possibilità di elaborare statistiche riepilogative per i diversi livelli<br />
amministrativi o i singoli bacini idrografici.<br />
Il Sistema Informativo Ambientale regionale gestisce dati relativi alle diverse<br />
entità di interesse ambientale, tra le quali rientra anche il catasto degli<br />
scarichi i cui principali obiettivi sono l’individuazione e la localizzazione di<br />
tutti gli scarichi allo scopo di conoscere le fonti potenziali di inquinamento, i<br />
principali agenti inquinanti ed i corpi idrici ricettori. Utilizzando i dati resi<br />
disponibili dal catasto risulta che i volumi complessivamente scaricati sono<br />
distribuiti come illustrato dalla successiva figura 1, dalla quale si può notare<br />
che poco meno della metà dei reflui proviene dalla Provincia di Genova,<br />
mentre la restante quota è ripartita, quasi in eguale misura, tra Imperia, La<br />
Spezia e Savona.<br />
Figura 1<br />
Percentuale dei volumi scaricati da ogni Provincia<br />
I numerosi dati associati ai 4649 scarichi rilevati dalle Amministrazioni<br />
provinciali (dei quali 3296 a Genova, 362 ad Imperia, 673 a La Spezia e 318<br />
33
a Savona) sono di seguito statisticamente elaborati per corpo ricettore e, nei<br />
casi in cui questa informazione è disponibile, per la tipologia di attività che li<br />
ha prodotti.<br />
Nella figura 2 sono riportati, suddivisi per Provincia, i quantitativi totali di<br />
acque reflue scaricati e quelli che hanno subito un trattamento di<br />
depurazione; i valori percentuali dei volumi d’acqua sottoposti a trattamento<br />
prima dello scarico sono pari al 68% per Genova, 26% Imperia, 38% La<br />
Spezia e 78% Savona, con una media regionale del 58%.<br />
Figura 2<br />
Scarichi complessivi e depurati<br />
34
I principali corpi idrici utilizzati, per lo scarico delle acque reflue, sono<br />
costituiti dai corsi d’acqua superficiali e dalle acque marine costiere che<br />
insieme raccolgono oltre il 99% dei volumi prodotti (figura 3), gli altri<br />
ricettori censiti (suolo, acque di transizione e invasi artificiali) hanno una<br />
quota complessiva dello 0,68%.<br />
Figura 3<br />
Volume percentuale scaricato nei ricettori censiti<br />
35
La situazione di maggiore dettaglio, riportata nella figura 4, mostra come a<br />
livello provinciale l’utilizzo dei due principali corpi idrici ricettori appena<br />
visti segua un andamento piuttosto differente, con i rapporti tra volumi<br />
scaricati in acque superficiali e in acque costiere elencati nella successiva<br />
tabella.<br />
Provincia Rapporto tra i volumi scaricati<br />
in acque superficiali e<br />
costiere<br />
Imperia 5,02<br />
Savona 3,30<br />
Genova 0,66<br />
La Spezia 0,61<br />
L’analisi dei dati disponibili mette in evidenza che gli scarichi sono tutti<br />
depurati nel caso in cui il recapito sia costituito dalle acque di transizione, il<br />
trattamento interessa la metà circa degli scarichi in acque costiere, il 64% per<br />
i corsi d’acqua superficiali e solo una frazione trascurabile nel caso degli<br />
invasi artificiali e del suolo.<br />
Figura 4<br />
Scarichi per tipologia di ricettore<br />
I volumi complessivamente scaricati, con l’esclusione di quelli per cui non è<br />
stato possibile accertare l’attività, provengono per circa due terzi da<br />
pubbliche fognature e per il rimanente terzo da attività di commercio, mentre<br />
dalle restanti attività si ha una quota pari a circa il 2%.<br />
36
La successiva figura 5 mette a confronto, per tipologia di attività che li ha<br />
prodotti, i volumi totali d’acqua reflua scaricati e quelli sottoposti ad un<br />
preventivo trattamento di depurazione.<br />
Figura 5<br />
Attività originanti gli scarichi.<br />
Queste quantità in percentuale risultano essere massime nel caso<br />
dell’industria estrattiva 75% e minime per le attività agricole 2%, nel caso di<br />
pubbliche fognature tale valore è pari al 43%.<br />
Attività Volume depurato (%)<br />
Industria estrattiva 75<br />
Commercio 51<br />
Pubblica fognatura 43<br />
Industria 20<br />
Agricoltura 2<br />
Non nota 95<br />
37
Confrontando tra loro l’andamento percentuale del numero di scarichi rilevati<br />
e quello dei volumi di acque reflue stimati si notano delle consistenti<br />
differenze, a seconda della tipologia di attività, come rappresentato nella<br />
figura 6.<br />
Figura 6<br />
per tipologia di attività<br />
Numero di scarichi e volumi di reflui percentuali<br />
Questa diversa distribuzione comporta che il volume medio di reflui rilasciati<br />
annualmente da ogni scarico risulta notevolmente variabile a seconda<br />
dell’attività: i valori massimi si riscontrano per le attività commerciali<br />
181.780 mc/anno e le pubbliche fognature 154.053 mc/anno, mentre quelli<br />
minimi per le attività industriali 4.085 mc/anno.<br />
Attività<br />
Volume medio scaricato<br />
(mc x 1000 / anno)<br />
Commercio 182<br />
Pubblica fognatura 154<br />
Agricoltura 55<br />
Industria estrattiva 20<br />
Industria 4<br />
38
I dati raccolti dalle Province, qui riportati in sintesi per esigenze di brevità,<br />
nonostante siano soggetti alle incongruenze derivanti dall’impossibilità di<br />
reperire le informazioni in modo completo e dall’adozione di valori spesso<br />
stimati per i volumi dei reflui prodotti, consentono comunque di configurare,<br />
almeno a grandi linee, lo stato degli scarichi in <strong>Liguria</strong>.<br />
Tipologia di ricettore utilizzato<br />
Scarichi totali censiti<br />
Provincia Ricettore Numero totale<br />
scarichi<br />
Volume annuo<br />
acque reflue<br />
(mc x 1000)<br />
Genova acque costiere 143 122020,83<br />
acque di transizione 1 135,00<br />
corsi d'acqua di<br />
3077 80348,19<br />
superficie<br />
invasi artificiali 1 0,35<br />
suolo 74 2796,77<br />
Totale Genova 3296 205301,14<br />
Imperia acque costiere 26 12237,35<br />
corsi d'acqua di<br />
336 61389,36<br />
superficie<br />
Totale Imperia 362 73626,71<br />
La Spezia acque costiere 127 59363,82<br />
corsi d'acqua di<br />
540 36091,23<br />
superficie<br />
invasi artificiali 6 286,23<br />
Totale La<br />
673 95741,28<br />
Spezia<br />
Savona acque costiere 42 23869,42<br />
corsi d'acqua di<br />
276 78772,03<br />
superficie<br />
Totale Savona 318 102641,45<br />
Totale <strong>Liguria</strong> 4649 477310,57<br />
39
Scarichi censiti dotati di impianto di depurazione<br />
Provincia Ricettore Numero scarichi<br />
depurati<br />
Volume annuo<br />
acque reflue<br />
(mc x 1000)<br />
Genova acque costiere 60 84441,67<br />
acque di transizione 1 135,00<br />
corsi d'acqua di superficie 1980 55798,99<br />
invasi artificiali 1 0,35<br />
suolo 3 1,49<br />
Totale Genova 2045 140377,50<br />
Imperia acque costiere 13 7528,83<br />
corsi d'acqua di superficie 230 11386,60<br />
Totale Imperia 243 18915,43<br />
La Spezia acque costiere 75 7161,58<br />
corsi d'acqua di superficie 455 29116,88<br />
invasi artificiali 4 1,35<br />
Totale La<br />
534 36279,81<br />
Spezia<br />
Savona acque costiere 16 10109,80<br />
corsi d'acqua di superficie 62 70449,19<br />
Totale Savona 78 80558,99<br />
Totale <strong>Liguria</strong> 2900 276131,73<br />
40
Tipologia di attività originante lo scarico<br />
Scarichi totali censiti<br />
Provincia Attività originante lo scarico Numero<br />
totale<br />
Volume annuo<br />
acque reflue<br />
PF IN AG CO IE NN scarichi (mc x 1000)<br />
Genova X 770 114566,65<br />
X 1689 6499,59<br />
X 14 1009,28<br />
X 369 53067,01<br />
X 6 261,21<br />
X 448 29897,40<br />
Totale Genova 3296 205301,14<br />
Imperia X 174 22974,87<br />
X 127 559,37<br />
X 4 2,01<br />
X 25 48827,61<br />
X 2 63,03<br />
X 30 1199,82<br />
Totale Imperia 362 73626,71<br />
La Spezia X 321 68010,96<br />
X 2 2,74<br />
X 1 24,12<br />
X 208 8199,14<br />
X 7 17,56<br />
X 134 19486,76<br />
Totale La Spezia 673 95741,28<br />
Savona X 267 30456,71<br />
X 7 394,00<br />
X 7 610,00<br />
X 3 14,00<br />
X 34 71166,74<br />
Totale Savona 318 102641,45<br />
Totale <strong>Liguria</strong> 4649 477310,57<br />
PF = Pubblica fognatura<br />
IN = Industria<br />
AG = Agricoltura<br />
CO = Commercio<br />
IE = Industria estrattiva<br />
NN = Non nota<br />
41
Tipologia di attività originante lo scarico<br />
Scarichi censiti dotati di impianto di depurazione<br />
Provincia Attività originante lo scarico Numero<br />
scarichi<br />
Volume annuo<br />
acque reflue<br />
PF IN AG CO IE NN depurati (mc x 1000)<br />
Genova X 205 60510,74<br />
X 1171 901,59<br />
X 8 1,16<br />
X 295 50595,86<br />
X 4 260,08<br />
X 362 28108,07<br />
Totale Genova 2045 140377,50<br />
Imperia X 139 17338,99<br />
X 68 552,65<br />
X 19 206,60<br />
X 1 0,03<br />
X 16 817,17<br />
Totale Imperia 243 18915,43<br />
La Spezia X 200 11926,88<br />
X 2 2,74<br />
X 1 24,12<br />
X 200 5475,80<br />
X 5 5,16<br />
X 126 18845,10<br />
Totale La Spezia 534 36279,81<br />
Savona X 57 11507,56<br />
X 2 609,30<br />
X 1 0,00<br />
X 18 68442,13<br />
Totale Savona 78 80558,99<br />
Totale <strong>Liguria</strong> 2900 276131,73<br />
PF = Pubblica fognatura<br />
IN = Industria<br />
AG = Agricoltura<br />
CO = Commercio<br />
IE = Industria estrattiva<br />
NN = Non nota<br />
42
Le risorse idriche<br />
Per ampliare le conoscenze sul sistema delle utilizzazioni idriche in <strong>Liguria</strong>, è<br />
stato effettuato, nel corso del 1993, un censimento presso i Comuni al fine di<br />
raccogliere informazioni specifiche in merito.<br />
Di seguito viene presentata una sintesi dei dati raccolti relativi all’utilizzo<br />
delle risorse idriche.<br />
Il campione preso in esame comprende 149 comuni su 235, corrispondente<br />
ad una popolazione pari all’82% del totale.<br />
a) Utilizzo delle risorse idriche a livello regionale<br />
RISORSA IDRICA PRELIEVO %<br />
m 3 /anno<br />
sorgenti 44.076.907 18<br />
fiumi 41.664.743 17<br />
bacini 63.943.799 26<br />
falda drenante 900.000 0<br />
pozzi 86.238.911 36<br />
risorse extra-regionali 7.342.427 3<br />
TOTALE 244.166.786 100<br />
Nell’istogramma a torta, sono state rappresentate le percentuali di utilizzo<br />
delle varie risorse idriche per l’intero territorio regionale.<br />
pozzi<br />
36%<br />
falda drenante<br />
0%<br />
risorse extraregionali<br />
3%<br />
bacini<br />
26%<br />
sorgenti<br />
18%<br />
fiumi<br />
17%<br />
43
) Utilizzo delle risorse a livello provinciale<br />
Nella Provincia di Imperia, con i dati forniti da 47 comuni su 67, che<br />
rappresentano circa il 71 % della popolazione; l’acqua prelevata dalle risorse<br />
idriche ammonta a 36.898.513 m3/a che corrisponde al 15,1% dei prelievi<br />
censiti ed è così ripartita:<br />
Comuni<br />
sorgenti 23,9%<br />
Fiumi 0,3%<br />
Bacini 2,4%<br />
Falda 0,3%<br />
Pozzi 73,4%<br />
Costieri<br />
87%<br />
popolaz.<br />
Comuni<br />
montani<br />
13%<br />
popolaz.<br />
Sorgenti 13,3% Sorgenti 88%<br />
Fiumi 0,4% Fiumi 0<br />
Bacini 2,8% Bacini 0<br />
Falda 0 Falda 2%<br />
Pozzi 83,5% Pozzi 10%<br />
100% 100%<br />
I dati confermano che i comuni costieri si approvvigionano prevalentemente<br />
da pozzi e in misura inferiore da sorgenti, mentre, per i comuni montani, la<br />
principale risorsa idrica è rappresentata dalle sorgenti.<br />
Nella Provincia di Savona, 33 comuni su un totale di 69 hanno fornito<br />
informazioni complete o parziali, rappresentando circa il 38 % della<br />
popolazione residente; si ritiene il campione scarsamente significativo.<br />
L’acqua prelevata dalle risorse idriche ammonta a 22.658.252 m3/anno, pari<br />
al 9,3 % dei prelievi censiti ed è così ripartita:<br />
comuni<br />
Sorgenti 26,5%<br />
Fiumi 8,2%<br />
Bacini 0,2<br />
Falda 0<br />
Pozzi 65,1%<br />
costieri<br />
86% popolaz.<br />
comuni<br />
montani<br />
14%<br />
popolaz.<br />
Sorgenti 18,5% sorgenti 45,3%<br />
Fiumi 0 fiumi 27,2%<br />
Bacini 0 bacini 0,7%<br />
Falda 0 falda 0<br />
Pozzi 81,5% pozzi 26,8%<br />
100% 100%<br />
44
Nella Provincia di Genova i comuni che hanno fornito informazioni<br />
complete o parziali sono 43 su un totale di 67, rappresentando circa il 94 %<br />
della popolazione.<br />
La popolazione residente ammonta a 936.737 abitanti; l’acqua prelevata dalle<br />
risorse idriche ammonta a 140.472.708 m3 annui, pari al 57,5 % dei prelievi<br />
censiti ed è così ripartita:<br />
comuni<br />
sorgenti 6%<br />
fiumi 21,8%<br />
bacini 45,4%<br />
falda 0<br />
pozzi 26,8%<br />
costieri<br />
89% popolaz.<br />
comuni<br />
montani<br />
11%<br />
popolaz.<br />
Sorgenti 2,3% sorgenti 71,1%<br />
Fiumi 21,7% fiumi 22,6%<br />
Bacini 47,8% bacini 2,8%<br />
Falda 0 falda 0<br />
Pozzi 28,2% pozzi 3,5%<br />
100% 100%<br />
Si osserva come l’utilizzo delle risorse nella provincia di Genova differisca<br />
fortemente dalle altre, abbastanza allineate tra loro, per la disponibilità di<br />
grossi bacini.<br />
I dati della provincia di Genova, costituendo il 57,5 dei prelievi censiti,<br />
influenzano fortemente i valori medi regionali.<br />
Molto importanti sono i pozzi (la fascia costiera al di fuori del bacino di<br />
utenza genovese ricorre prevalentemente a questa risorsa), è importante<br />
anche l’uso di acque fluviali, sia nei comuni costieri che montani.<br />
Anche in questa provincia i comuni montani ricorrono principalmente alle<br />
sorgenti e raramente ai pozzi.<br />
Nella provincia di La Spezia, i comuni che hanno fornito informazioni<br />
complete o parziali sono 26 su un totale di 32 e rappresentano il 94% della<br />
popolazione residente, pertanto il campione è molto significativo.<br />
L’acqua prelevata dalle risorse idriche ammonta a 37.683.183 m3 annui pari<br />
al 15,4 % dei prelievi censiti, cui vanno aggiunti 7.350.000 m3/anno di<br />
provenienza extra regionale (dalla Soc. Acquedotti Tirreni).<br />
Per quanto riguarda le risorse presenti all’interno della provincia, il loro<br />
utilizzo è così ripartito:<br />
sorgenti 9,5%<br />
Fiumi 1,1%<br />
Bacini 0<br />
Falda 0<br />
Pozzi 89,4%<br />
45
Comuni<br />
costieri<br />
90% popolaz.<br />
comuni<br />
montani<br />
10%<br />
popolaz.<br />
Sorgenti 3,8% sorgenti 72,2%<br />
Fiumi 0,8% fiumi 4%<br />
Bacini 0 bacini 0<br />
Falda 0 falda 0<br />
Pozzi 95,4% pozzi 23,8%<br />
100% 100%<br />
La principale fonte è rappresentata dai pozzi e, in secondo luogo, dalle<br />
sorgenti. Le integrazioni dall’esterno alimentano i comuni costieri,<br />
concentrati nella pianura alluvionale del fiume Magra, e la città della Spezia.<br />
Queste integrazioni pesano il 19,5% sul totale delle risorse endogene, per cui<br />
risultano essere la seconda fonte di acqua potabile dopo i pozzi.<br />
Rispetto alle altre province, le acque di sorgente forniscono quantitativi<br />
inferiori, anche se sono utilizzate in grande misura dai comuni montani che<br />
non hanno integrazioni dall’esterno.<br />
RISORSA IDRICA<br />
PRELIEVO<br />
m 3 /anno<br />
TABELLA RIEPILOGATIVA<br />
regionale Imperia Savona Genova La Spezia<br />
sorgenti 44.076.907 18 23,9 26,5 6 7,9<br />
Fiumi 41.664.743 17 0,3 8,2 21,8 0,9<br />
Bacini 63.943.799 26 2,4 0,2 45,4 0<br />
falda drenante 900.000 0 0.3 0 0 0<br />
Pozzi 86.238.911 36 73,4 65,1 26,8 74,9<br />
Risorseextrareg (*) 3 16,3<br />
ionali 7.342.427<br />
TOTALE 244.166.786 100 100 100 100 100<br />
Note:<br />
Per la provincia di Imperia il dato è calcolato sul 71% della popolazione<br />
residente, per la provincia di Savona sul 38%, per la provincia di Genova sul<br />
94% e per la provincia di La Spezia sul 94%.<br />
(*) risorse idriche in provincia della Spezia.<br />
46
c) Qualità dell’acqua prelevata<br />
Per quanto riguarda la qualità delle acque prelevate, l’unico problema<br />
emergente sul territorio regionale risulta localizzato nel comune di Ceriale,<br />
dovuto all’inquinamento da nitrati della falda idrica di Ceriale (SV),<br />
provocato da colture floricole ed orticole intensive in serra e in campo<br />
aperto.<br />
Non si prevede che tale situazione possa migliorare in futuro, in<br />
considerazione dell’agricoltura della zona in continua espansione; per ridurre<br />
eventuali possibili rischi per la popolazione l’acqua erogata nel comune di<br />
Ceriale viene attualmente diluita con acqua proveniente dagli acquedotti del<br />
comune di Albenga.<br />
Per acquisire nuove risorse idriche, il Servizio Igiene intende approntare uno<br />
studio di fattibilità per una ricerca d’acqua in nuove zone collinari o nell’alta<br />
valle del rio Torsero, per giungere ad una eventuale dismissione dei punti di<br />
emungimento attualmente utilizzati.<br />
L’Usl 2 ritiene che la soluzione per il superamento dell’attuale esigenza sia<br />
quella di prevedere lo sfruttamento della falda idrica del bacino del Centa che<br />
tramite l’esistente collegamento tra gli acquedotti potrebbe erogare acqua sia<br />
ad Albenga sia a Ceriale.<br />
47
La qualità dell’aria<br />
Il monitoraggio sistematico dell’inquinamento atmosferico nella nostra<br />
regione è stato avviato nel 1984, epoca in cui è entrata in funzione la “rete<br />
regionale di rilevamento della qualità dell’aria”.<br />
Inizialmente tale rete era costituita da due mezzi mobili, cinque<br />
postazioni fisse di rilevamento, tre centri provinciali di raccolta ed<br />
elaborazione dati ubicati rispettivamente presso la Provincia di Genova, la<br />
Provincia di Savona e la Provincia della Spezia, nonchè da un centro<br />
regionale di raccolta ed elaborazione dati.<br />
Le postazioni fisse di rilevamento, tre a Genova, una a Cairo<br />
Montenotte (SV) ed una a Ceparana (SP), erano in grado di trasmettere i<br />
dati rilevati (parametri chimici e meteoclimatici), tramite linea telefonica, ai<br />
rispettivi centri provinciali di ricezione ed elaborazione dati ed al centro<br />
regionale.<br />
Nel tempo la rete regionale è stata sottoposta a diversi interventi di<br />
ristrutturazione e di ampliamento, l’ultimo dei quali ha riguardato in<br />
particolare la Provincia di Imperia ed ha comportato l’acquisizione, anche<br />
per questa provincia, di un centro di raccolta dati collegato al centro<br />
regionale e di una cabina di rilevamento rilocabile, entrati in funzione nel<br />
marzo del 1995.<br />
A fine 1994 la <strong>Regione</strong> ha disposto il passaggio in proprietà alle<br />
Amministrazioni provinciali della rete regionale, riservandosi il mantenimento<br />
di proprietà del solo centro regionale di ricezione ed elaborazione dati.<br />
Contemporaneamente negli anni sono nate diverse reti sia pubbliche<br />
che private.<br />
La rete pubblica più significativa sia per numero di postazioni che per i<br />
risultati conseguiti, in termini di conoscenza dei reali livelli di inquinamento<br />
sul territorio, è quella della Provincia di Genova, ciò grazie anche ad una<br />
adeguata gestione delle attrezzature e ad una attenta lettura dei dati da parte<br />
dei tecnici provinciali.<br />
La rete di rilevamento di cui si è dotata nel tempo l’Amministrazione<br />
provinciale di Genova consente di tenere sotto controllo sia l’inquinamento<br />
urbano dovuto essenzialmente al traffico veicolare che quello di tipo<br />
industriale.<br />
Tale rete ha avuto il suo avvio, nel 1989, su istanza dei cittadini<br />
residenti nei pressi della Acciaierie di Cornigliano. Si è poi arricchita di<br />
postazioni ed attrezzature, a seguito soprattutto dei finanziamenti che la<br />
Provincia di Genova ha ottenuto dal Ministero dell’Ambiente in base ai<br />
“Programmi triennali per la tutela ambientale”.<br />
Sul territorio della Provincia di Genova è inoltre attivo il P.M.P. della<br />
U.S.L. n. 3 che gestisce, in particolare, una rete deposimetrica, in funzione<br />
dal 1986, con postazioni di misura nelle Acciaierie di Cornigliano e nella<br />
48
Circoscrizione di Cornigliano, una rete nella zona di Arenzano e Cogoleto ed<br />
un mezzo mobile.<br />
Per quanto concerne le reti pubbliche delle altre province al 1 Gennaio<br />
1995 si aveva la seguente situazione:<br />
• la Provincia di Imperia aveva in fase di collaudo il nuovo centro<br />
provinciale di ricezione ed elaborazione dati e la stazione di monitoraggio<br />
acquisita insieme al centro, inoltre, l’ulteriore stazione di sua proprietà<br />
risultava inattiva, in quanto in attesa di essere collegata al nuovo centro.<br />
Pertanto nel presente testo non vengono riportati dati in riferimento al<br />
territorio imperiese;<br />
• in Provincia di Savona oltre alla stazione di Cairo Montenotte, ceduta<br />
dalla <strong>Regione</strong> in proprietà all’Amministrazione provinciale, risultavano<br />
attivi una stazione fissa di monitoraggio ed un laboratorio mobile del<br />
P.M.P. della U.S.L. n. 2;<br />
• in Provincia della Spezia oltre alle stazioni di Ceparana e Sarzana<br />
(quest’ultima in fase di collaudo), cedute dalla <strong>Regione</strong> in proprietà<br />
all’Amministrazione provinciale, risultava attiva una rete di monitoraggio<br />
del Comune della Spezia, della quale tuttavia non pervengono in <strong>Regione</strong> i<br />
risultati del monitoraggio.<br />
Le reti private più significative, anche da un punto di vista della<br />
conoscenza della qualità dell’aria sul territorio, oltre che del controllo degli<br />
insediamenti produttivi ai quali sono riferite, sono le tre reti ENEL di<br />
Genova, Vado Ligure e La Spezia e la rete della ex Società ACNA di<br />
Cengio.<br />
La conoscenza della qualità dell’aria sul territorio regionale risulta<br />
fortemente sbilanciata. La situazione, comunque, è in via di evoluzione.<br />
La Provincia di Imperia ha acquisito nel corso del 1995 una ulteriore<br />
stazione di monitoraggio.<br />
La Provincia di Savona nel 1996 ha acquisito un nuovo centro di<br />
ricezione ed elaborazione dati e tre nuove stazioni di monitoraggio ed ha in<br />
corso una fornitura di ulteriori attrezzature.<br />
La Provincia della Spezia sta pensando di dotarsi di un nuovo centro di<br />
ricezione ed elaborazione dati al quale far pervenire tutti i dati di<br />
inquinamento rilevati sul proprio territorio.<br />
Si ritiene infine utile evidenziare che, al di là del numero di postazioni<br />
dislocate sul territorio, la conoscenza della distribuzione dei livelli di<br />
inquinamento è anche determinata da ulteriori fattori. Innanzitutto è<br />
necessario che i dati rilevati siano affidabili, ed un dato è affidabile quando:<br />
• le metodiche di rilevamento adottate sono quelle previste dalla normativa<br />
o comunque standardizzate e confrontabili con queste;<br />
49
• le modalità di gestione, manutenzione e calibrazione delle attrezzature e di<br />
validazione dei dati sono adeguate, sistematiche e standardizzate<br />
(metodiche comuni a tutti garantiscono la confrontabilità dei dati).<br />
E’ inoltre opportuno conoscere la rappresentatività dei singoli dati; ciò<br />
al fine di minimizzare il numero di postazioni di misura necessarie a<br />
caratterizzare una data zona o una determinata dinamica di inquinamento e<br />
poter così utilizzare al meglio le risorse a disposizione.<br />
Per affrontare e risolvere nel modo migliore le problematiche sopra<br />
accennate è necessario l’impegno e la collaborazione di tutti gli Enti preposti<br />
al controllo e dei privati gestori di reti. In questo senso è già stato compiuto<br />
un proficuo lavoro ovviamente da completare.<br />
La <strong>Regione</strong>, dal canto suo, nell’assumersi, relativamente alle<br />
problematiche in argomento, un ruolo che vuole essere propositivo, di<br />
indirizzo e di coordinamento, apprezza l’apporto di chiunque voglia<br />
contribuire e mettere a disposizione la propria esperienza nel campo.<br />
50
Controllo Standards di qualità dell’aria. anno<br />
1994-95<br />
Nel seguito vengono presentati i quadri riassuntivi delle elaborazioni<br />
previsti dal DPCM 23.2.83 e dal DPR 203/88.<br />
Nel periodo considerato nella Provincia di Genova sono stati<br />
controllati i seguenti standards di legge:<br />
• P.T.S. (Polveri Totali Sospese): 23 standards controllati, di cui 5 da parte<br />
della Rete ENEL di Genova. Per quanto riguarda l’efficienza di<br />
rilevamento si nota come solo in 6 stazioni, di cui 5 relativi alla Rete<br />
ENEL, è stato superato il numero minimo di dati giornalieri necessario<br />
per una valutazione inequivocabile del rispetto sia della media che del 95°<br />
percentile. In 3 stazioni non è stato raggiunto nemmeno il numero di 100<br />
dati giornalieri, minimo necessario per una valutazione statistica del<br />
rispetto del limite. In nessun caso è stato rilevato il superamento dello<br />
standard.<br />
• SO2: 21 standards controllati, di cui 5 da parte della Rete ENEL di<br />
Genova. Per quanto riguarda l’efficienza di rilevamento si nota come solo<br />
in 7 stazioni, tra cui le 5 della Rete ENEL, è stato superato il numero<br />
minimo di dati giornalieri necessario per una valutazione inequivocabile<br />
del rispetto della mediana annuale, mentre il numero minimo di dati<br />
giornalieri per la valutazione inequivocabile della mediana invernale è<br />
stato superato in 9 stazioni, tra cui 5 della rete ENEL. Invece il 98°<br />
percentile delle concentrazioni giornaliere può essere valutato<br />
inequivocabilmente in 13 stazioni, tra cui le 5 della Rete ENEL. In nessun<br />
caso è stato rilevato il superamento dello standard.<br />
• NO2: 11 standards controllati. Per quanto riguarda l’efficienza di<br />
rilevamento si nota come solo in 7 stazione è stato superato il numero<br />
minimo di dati giornalieri necessario per una valutazione inequivocabile<br />
del rispetto del 98° percentile. In nessun caso è stato rilevato il<br />
superamento dello standard.<br />
• CO: 12 standards controllati. Nessun superamento della media oraria; 77<br />
superamenti della media di 8 ore.<br />
• O3: 8 standards controllati. Sono stati registrati 32 superamenti.<br />
Nella Provincia di Savona sono stati controllati i seguenti standards di<br />
legge:<br />
• P.T.S.: sono stati controllati 7 standards, di cui 6 dalle stazioni della Rete<br />
ENEL di Vado Ligure. Non è stato registrato alcun superamento.<br />
• SO2: sono stati controllati 7 standards, di cui 6 dalle stazioni della Rete<br />
ENEL di Vado Ligure. Non è stato registrato alcun superamento.<br />
51
Nella Provincia di La Spezia sono stati controllati i seguenti standards<br />
di legge:<br />
• P.T.S.: è stato controllato 1 standard. Non è stato registrato alcun<br />
superamento.<br />
• SO2: è stato controllato 1 standard. Non è stato registrato alcun<br />
superamento.<br />
Nella Provincia di Imperia non è stato controllato alcun standard di<br />
legge.<br />
52
P.T.S. Periodo 1/4/94 - 31/3/95. SO2 Periodo 1/4/94 - 31/3/95.<br />
Sito n° dati Media 95° perc. n° dati Mediana Mediana inv. 98° perc.<br />
giornalieri (mgr/m3) (mgr/m3) giornalieri (mgr/m3) (mgr/m3) (mgr/m3)<br />
lim.: 150 lim.: 300 lim.: 80 lim.: 130 lim.: 250<br />
Ge-Brignole 306 50 82 322 26 34 53<br />
Ge-Valbisagno 273 40 67 267 13 15 51<br />
Ge-Valpolcevera 334 44 84 311 24 27 44<br />
Ge-Multedo 137 37 37 144<br />
Ge-Sardegna 134 27 27 56<br />
Ge-XX Settembre 82 126 188 272 16 21 41<br />
Ge-Quarto 304 10 9 27<br />
Ge-Acquasola 321 23 26 58<br />
Ge-Bobbio 91 64 103<br />
Ge-Sciesa 315 64 104<br />
Ge-Scarpanto 237 105 224<br />
Ge-Magazzini Generali 266 64 101 253 5 5 69<br />
Ge-Rimessa AMT 90 120 231 107 37 37 85<br />
Ge-Serra 322 87 150 359 30 32 57<br />
Ge-Calasanzio 279 71 144 310 15 16 35<br />
Ge-Raggio 312 77 140 325 11 11 45<br />
Ge-ILVA 245 119 211 337 21 19 44<br />
ENELGE1-Ponte Etiopia 122 27 44 136 39 108<br />
ENELGE1-Ist. Casaregis 195 22 40 193 40 40 69<br />
ENELGE2-Pacinotti 355 14 30 355 51 60 89<br />
ENELGE3-Belvedere 356 12 28 354 48 50 80<br />
ENELGE4-Sopraelevata 346 69 99 335 40 42 86<br />
ENELGE6-S.Bart.Fossato 355 8 22 342 42 36 61<br />
BUSALLA 213 3 3 4<br />
AVEGNO 283 89 261<br />
ARENZANO-Silces 0<br />
ARENZANO-C.Sportivo 205 50 83 292 9 11 23<br />
COGOLETO-Pleiadi 280 44 81 306 16 22 57<br />
CEPARANA (SP) 262 44 70 292 9 11 23<br />
CAIRO MONTENOTTE (SV) 263 76 143 306 16 22 57<br />
ENELVA1-Scuole medie dato non perv. 40 72 dato non perv. 9 15 38<br />
ENELVA2- Porto Vado " 21 42 " 18 25 86<br />
ENELVA3-Scuole elemen. " dato non disp. dato non disp. " dato non disp. dato non disp. dato non disp.<br />
ENELVA4-Capo Vado " 17 37 " 22 28 65<br />
ENELVA5-Acquedotto " 32 56 " 8 12 32<br />
ENELVA6-Ciade " 32 51 " 3 5 18<br />
ENELVA7-Valleggia " 29 53 " 14 18 43<br />
53
NO2 Periodo 1/1/94 - 31/12/94.<br />
Sito n° dati 98° percent. N° superi orari<br />
orari (mgr/m3) a 200 µg/m3<br />
lim.: 200<br />
Ge-Brignole 7761 190 86<br />
Ge-Valpolcevera 7761 96 3<br />
Ge-Multedo 1102 145 0<br />
Ge-Sardegna 1173 145 4<br />
Ge-XX Settembre 5856 190 80<br />
Ge-Quarto 6976 103 0<br />
Ge-Gastaldi 6786 179 29<br />
Ge-Firenze 6897 154 15<br />
Ge-Acquasola 5937 105 0<br />
Ge-Masnata 7215 196 110<br />
Ge-Serra 7426 120 4<br />
CO Periodo 1/1/94 - 31/12/94.<br />
Sito n° dati max media oraria N° superi max media 8 ore N° superi<br />
orari (mgr/m3) orari (mgr/m3) 8 ore<br />
lim.: 40 a 40 mg/m3 Lim.: 10 a 10 mg/m3<br />
Ge-Brignole 7717 19 0 13 4<br />
Ge-Multedo 1094 21,4 0 9,8 0<br />
Ge-Sardegna 1173 23,6 0 14,6 20<br />
Ge-XX Settembre 7081 21,9 0 11,9 8<br />
Ge-Quarto 5977 8,8 0 3,8 0<br />
Ge-Gastaldi 7844 20,8 0 12,2 21<br />
Ge-Firenze 6976 7,9 0 4,8 0<br />
Ge-Acquasola 7247 8,1 0 4,2 0<br />
Ge-Masnata 8441 20,2 0 11,7 9<br />
Ge-ANPI Cornigliano 8170 18,8 0 10,4 1<br />
Ge-D'Andrade 1727 14,6 0 10 3<br />
Ge-Gramsci 5113 25 0 12,6 11<br />
54
O3 Periodo 1/1/94 - 31/12/94.<br />
Sito n° dati max media oraria N° superi orari<br />
orari (mgr/m3) a 200 µg/m3<br />
lim.: 200<br />
Ge-Brignole 7924 112 0<br />
Ge-Multedo 1112 135 0<br />
Ge-Sardegna 1173 43 0<br />
Ge-Quarto 8131 271 25<br />
Ge-Gastaldi 7457 116 0<br />
Ge-Firenze 7280 175 0<br />
Ge-Acquasola 8079 247 7<br />
Ge-Immacolata 2708 119 0<br />
55
Valutazioni igienico sanitarie sui dati di qualità<br />
dell’aria<br />
La valutazione igienico-sanitaria dei livelli di inquinamento atmosferico<br />
esistenti nella regione <strong>Liguria</strong> e dei possibili effetti sulla salute ad essi<br />
associabili presuppone la conoscenza della natura ed entità delle fonti di<br />
inquinamento (impianti di combustione fissi asserviti ad edifici adibiti ad<br />
abitazioni o servizi, traffico motorizzato, impianti industriali) ed i risultati di<br />
rilevamenti effettuati nel territorio.<br />
Per inquinamento atmosferico si intende ogni modificazione della<br />
normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica, dovuta alla<br />
presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche<br />
tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria; da<br />
costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute<br />
dell’uomo; da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi<br />
dell’ambiente; alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali<br />
pubblici e privati (art. 2, DPR n. 203, 24 maggio 1988).<br />
L’inquinamento dell’aria costituisce uno dei principali se non il<br />
maggiore fattore ambientale di rischio per l’uomo e numerose sono le<br />
patologie sul cui sviluppo e decorso si ritiene che esso possa influire:<br />
affezioni respiratorie acute e croniche (bronchite, enfisema, asma, influenza,<br />
rinite, etc.), alterazioni del sistema nervoso, intossicazioni, irritazioni oculari<br />
e neoplasie (in particolare polmonari).<br />
Una corretta impostazione delle ricerche sugli effetti dell’inquinamento<br />
atmosferico richiede che si tenga conto dell’abitudine al fumo di tabacco e di<br />
eventuali esposizioni professionali, a causa del ruolo “confondente” che<br />
possono esercitare tali fattori, notoriamente correlati alle patologie<br />
respiratorie tumorali e non.<br />
L’inquinamento dell’aria determina anche alterazioni del “comfort”:<br />
esalazioni moleste, riduzione della visibilità, danneggiamento di materiali e<br />
costruzioni, compromissione delle colture e della vegetazione, etc.<br />
Il fenomeno fu ritenuto inizialmente circoscritto a zone, dove, per<br />
particolari situazioni (addensamento di fonti di emissioni industriali,<br />
condizioni meteoclimatiche e topografiche sfavorevoli) si erano verificati, per<br />
brevi periodi, elevati livelli di inquinamento con gravi ripercussioni sulla<br />
popolazione: a Donora (USA, 1948), a Londra (UK, 1952), etc. Erano<br />
inoltre note fin dagli anni ‘40-’50 situazioni particolari di inquinamento<br />
atmosferico locale come la presenza di “smog” ossidante nella Contea di Los<br />
Angeles (che venne dapprima attribuito ad emissioni industriali e poi, più<br />
propriamente, identificato come la risultante di complesse reazioni<br />
fotochimiche sugli inquinanti provenienti dal traffico veicolare) e lo “smog”<br />
riducente di Londra, New York e poi Milano (riconducibile agli impianti di<br />
riscaldamento domestico dell’epoca).<br />
56
Il ripetersi in vari Paesi di episodi “acuti” e di drammatiche sequele,<br />
confermò ben presto che l’inquinamento atmosferico costituiva un problema<br />
mondiale che richiedeva soluzioni radicali.<br />
L’inquinamento atmosferico è dovuto alle emissioni provenienti da<br />
varie attività umane, riassumibili sinteticamente in tre categorie: impianti fissi<br />
di combustione, impianti produttivi e traffico motorizzato.<br />
Gli inquinanti atmosferici si possono distinguere in “primari”, cioè<br />
emessi direttamente da una sorgente e “secondari”, quando si formano<br />
nell’atmosfera per reazioni ossidanti o fotochimiche da uno o più inquinanti<br />
primari.<br />
Gli inquinanti primari sono costituiti da aerosol (particelle solide o<br />
liquide di diverse dimensioni, denominate anche “polveri”, “fumi”, “nebbie”),<br />
da gas e da vapori.<br />
Gli aerosol significativi sotto il profilo sanitario sono costituiti da<br />
particelle di diametro inferiore a 100 µm e qualitativamente comprendono<br />
sostanze carboniose, metalli e loro sali, nitrati, solfati, pollini, etc.<br />
Le particelle di diametro superiore a 100 µm, per la loro tendenza a<br />
sedimentare in prossimità della sorgente di emissione, hanno interesse per<br />
l’uomo quale fattore di alterazione del comfort (per l’insudiciamento che<br />
provocano) e non della salute, in quanto praticamente non inalabili.<br />
Fra i gas e i vapori vanno ricordati, in primo luogo, per la loro<br />
presenza ubiquitaria, tanto nei centri urbani che a distanza da essi:<br />
• gli ossidi di zolfo (SOx) emessi sia da processi industriali che da<br />
combustioni;<br />
• gli ossidi di azoto (NOx) provenienti soprattutto dal traffico veicolare ma<br />
anche da processi industriali e dalle combustioni;<br />
• i composti di carbonio (COx) derivanti da processi di combustione in<br />
genere;<br />
• le sostanze organiche emesse da fonti di diverso tipo.<br />
Gli inquinanti cosiddetti secondari provengono, come già detto, da<br />
reazioni ossidanti e fotochimiche di quelli primari. I più noti sono: l’ozono e<br />
altri radicali liberi, i quali si formano per interazione degli NOx con gli<br />
idrocarburi per effetto delle radiazioni solari (reazioni fotochimiche); la SO 3, ,<br />
che, in presenza di umidità atmosferica, deriva per ossidazione della SO 2 e<br />
successivamente si trasforma in acido solforico.<br />
57
Considerazioni conclusive sotto il profilo igienico<br />
sanitario<br />
La valutazione igienico-sanitaria dei risultati raccolti mediante la rete di<br />
rilevamento degli inquinanti atmosferici in <strong>Liguria</strong> (come quella di<br />
qualsivoglia altra rete o singola stazione di rilevamento) deve<br />
necessariamente basarsi innanzi tutto sul confronto dei livelli misurati con i<br />
limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e limiti massimi di<br />
esposizione o standards di qualità (DPCM 28/3/83) o valori limite di qualità<br />
dell’aria (DPR 203/88) previsti dalla normativa nazionale italiana (VLQA).<br />
Tale confronto costituisce un sicuro punto di riferimento per emettere<br />
un primo giudizio sanitario sulla esistenza o meno di un rischio per la salute<br />
della popolazione. Come noto, il rispetto degli standards di qualità dell’aria o<br />
dei valori limite di qualità dell’aria costituisce infatti il presupposto<br />
indispensabile per garantire la protezione della salute pubblica da effetti<br />
sfavorevoli dell’inquinamento o quanto meno per ridurre a livelli accettabili<br />
quegli inquinanti che sono noti o sospettati per essere dannosi alla salute<br />
dell’uomo e/o compromettere la qualità della vita.<br />
In altri termini si ritiene che la presenza di un inquinante atmosferico a<br />
concentrazioni e per tempi di esposizione inferiori agli standards di qualità<br />
non dovrebbe determinare effetti sfavorevoli sull’organismo. E’ ovvio che<br />
per gli inquinanti con azione cancerogena, per i quali non esistono standard<br />
di qualità ma livelli cui corrisponde una certa probabilità del verificarsi<br />
dell’evento temuto, il rispetto di tali livelli equivale ad una situazione da<br />
ritenersi accettabile.<br />
I VLQA si riferiscono all’ambiente esterno e non tengono conto della<br />
presenza dello stesso inquinante all’interno degli ambienti confinati. Inoltre<br />
essi non debbono essere considerati per la valutazione degli episodi di<br />
esposizione ad elevati livelli per una brevissima durata di tempo. Come per<br />
altri matrici ambientali (acqua potabile, alimenti, etc.) i VLQA vengono<br />
fissati per singoli parametri e non tengono conto direttamente delle<br />
interazioni fra i suddetti (effetti additivi, sinergici).<br />
Qualora i livelli di inquinamento misurati siano di poco inferiori ai<br />
VLQA, non risulta garantita una protezione assoluta di tutta la popolazione,<br />
in particolare dei gruppi ad elevata sensibilità (ad altro rischio).<br />
Sotto questo profilo, per quanto riguarda la situazione in <strong>Liguria</strong>, in<br />
base all’esame dei dati di qualità dell’aria 1994-1995 si osserva che almeno<br />
per due inquinanti (pulviscolo sospeso totale e biossido di zolfo) non si sono<br />
evidenziate situazioni a rischio nelle aree dove sono state effettuate le misure<br />
in continuo. Esistono tuttavia alcuni recenti dati relativi alla frazione<br />
respirabile del pulviscolo sospeso totale (PM 10 ), resi noti dalla<br />
58
Amministrazione Provinciale di Genova, indicanti la possibilità che in due<br />
zone il valore guida (non imperativo), pari a 60 µg/mc, suggerito dalla<br />
normativa nazionale, per questa frazione di pulviscolo sospeso, sia stato<br />
praticamente raggiunto e superato. Ciò appare di notevole interesse sotto il<br />
profilo igienico-sanitario in quanto, in base alla più recente letteratura<br />
scientifica, effetti sull’organismo umano potrebbero verificarsi anche a<br />
concentrazione di PM 10 inferiori a 50 µg/m 3 . Taluni esperti ritengono tuttavia<br />
che non sia il pulviscolo totale sospeso o le sue frazioni a provocare<br />
direttamente i danni alla salute ad esso attribuiti (gli studi sperimentali su<br />
modelli animali indicano una relativamente scarsa tossicità di tale inquinante)<br />
ma che i suoi livelli siano invece soltanto indicatori della presenza<br />
contemporanea di altri inquinanti. Altri esperti avanzano l’ipotesi (suffragata<br />
da alcuni studi su modelli animali) che siano invece possibili notevoli effetti<br />
dannosi a livello degli alveoli polmonari soprattutto da parte delle particelle<br />
di più piccole dimensioni, fino ad 1/1000 di µm.<br />
Sotto il profilo sanitario andrebbe pertanto chiarito il rapporto che<br />
esiste in <strong>Liguria</strong> fra i livelli di pulviscolo totale e quelli, presenti nelle stesse<br />
zone, di PM 10 .<br />
Passando agli altri inquinanti ed in particolare al monossido di carbonio<br />
e biossido di azoto, si osserva che per il monossido di carbonio si sono<br />
verificati sporadici superamenti dei valori limite in quattro stazioni urbane del<br />
comune di Genova: Brignole (4 volte), XX Settembre (3 volte), Corso<br />
Sardegna (11 volte) e Piazza Masnata (10 volte).<br />
Per il biossido di azoto esiste il rischio di superamento del valore limite<br />
nelle seguenti zone: Brignole, XX Settembre, Piazza Masnata.<br />
Per l’ozono si sono osservati 25 superi a Quarto e 7 ad Acquasola<br />
nonchè livelli elevati in Corso Firenze. Anche i livelli di ozono misurati nella<br />
zona urbana centrale di Savona risultano non trascurabili.<br />
In tale situazione appare auspicabile che, dopo avere opportunamente<br />
approfondito l’aspetto della rappresentatività spaziale delle stazioni di<br />
rilevamento (ad esempio mediante confronto con i livelli rilevati ad una certa<br />
distanza ed altezza e con l’aiuto di modelli diffusionali), si programmi una<br />
sorveglianza dell’andamento degli indicatori e degli eventi sanitari che<br />
potrebbero essere associati all’inquinamento atmosferico.<br />
Poichè non esistono patologie o sintomatologie specifiche attribuibili<br />
all’inquinamento atmosferico gli effetti sulla popolazione si potrebbero<br />
desumere da studi epidemiologici che dimostrino una associazione<br />
significativa fra andamento (e/o livelli) di inquinanti atmosferici ed alcuni<br />
indicatori sanitari quali ad es. la mortalità generale (giornaliera), la mortalità<br />
(giornaliera) per malattie respiratorie e/o cardiocircolatorie, il numero<br />
giornaliero di ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie, etc. Altri studi<br />
potrebbero essere eseguiti in campioni di popolazione variamente esposti con<br />
59
l’obiettivo di associare l’andamento degli inquinanti con una variazione di<br />
indici di funzionalità respiratoria oppure con una maggior frequenza di<br />
sintomatologie respiratorie o infine con aggravamenti di pazienti già affetti da<br />
malattie respiratorie o cardiocircolatorie.<br />
In base ai dati a disposizione si ritiene che sia da escludere,<br />
ammettendo una buona rappresentatività dei livelli misurati per il pulviscolo<br />
sospeso totale ed il biossido di zolfo, che si siano verificati degli effetti a<br />
breve termine (associati ai livelli medi giornalieri degli inquinanti) nella<br />
popolazione nei maggiori centri urbani liguri (Genova, La Spezia) ed in<br />
alcuni minori (Vado Ligure, Quiliano, Cairo Montenotte), attribuibili a questi<br />
due inquinanti. Non esistono comunque segnalazioni o indicazioni in tal<br />
senso provenienti dalle strutture pubbliche (USL, Ospedali) regionali a tale<br />
riguardo.<br />
Per quanto riguarda gli altri inquinanti rilevati (monossido di carbonio,<br />
biossido di azoto, piombo, ozono, etc.) attribuibili prevalentemente (anche se<br />
non esclusivamente) al traffico motorizzato, i cui livelli rilevati erano in<br />
diversi casi vicini ai rispettivi VLQA e, in taluni casi li hanno superati, anche<br />
in questo caso non esistono segnalazioni da strutture sanitarie pubbliche che<br />
permettano di attribuire gli episodi di maggior inquinamento con la più<br />
frequente comparsa o con l’aggravamento di sintomatologie attribuibili ai<br />
suddetti inquinanti.<br />
Tuttavia, come già detto, sulla scorta della bibliografia più recente sugli<br />
effetti possibili di tali inquinanti sull’uomo, appare indispensabile<br />
programmare una sorveglianza epidemiologica che tenga conto di tali livelli.<br />
Per il passato recente, risulterebbe in corso di ultimazione (1995-1996)<br />
una ricerca condotta a Genova dall’IST (comunicazione personale del Prof.<br />
Puntoni) sui vigili urbani, con la quale si sarebbe confermato un aumento<br />
significativo degli indicatori biologici di esposizione (negativa la ricerca per<br />
gli indicatori biologici di danno) nei soggetti il cui ambiente di lavoro è<br />
costituito da arterie stradali con più elevato livello di inquinanti atmosferici<br />
da traffico motorizzato.<br />
Inoltre la Provincia di La Spezia aveva richiesto nel 1992 una<br />
valutazione del possibile impatto sulla salute della popolazione dell’area di<br />
La Spezia, da parte della centrale termoelettrica ENEL.<br />
L’indagine ha messo in luce che i dati disponibili non erano sufficienti<br />
per permettere una valutazione specifica oggettiva della situazione, per<br />
quanto riguarda le patologie di tipo respirato acuto e cronico (non tumorali)<br />
associabili all’inquinamento atmosferico. L’analisi della mortalità per tumori<br />
nell’area di La Spezia ha evidenziato un rischio più elevato per tumore al<br />
polmone, in entrambi i sessi, nel Comune di La Spezia e negli otto Comuni<br />
che lo circondano, rispetto ai restanti 23 Comuni con un chiaro gradiente che<br />
decresce dalla città verso le aree meno urbanizzate. Inoltre una elevata<br />
frequenza di pneumoconiosi associate a specifici ambiente di lavoro.<br />
60
La presenza di numerosi tumori della pleura (mesoteliomi), non solo<br />
fra gli uomini, ma anche nel sesso femminile avvalorerebbe l’ipotesi di<br />
un’esposizione a fibre di amianto presenti nell’ambiente ad un livello di gran<br />
lunga più elevato di quello di altre aree urbane non portuali (Milano, Roma,<br />
ecc.) ove tali neoplasie sono estremamente più rare.<br />
Non sono noti risultati di altri studi a carattere scientifico che abbiano<br />
messo in relazione lo stato di salute di gruppi di popolazione in <strong>Liguria</strong> e<br />
livelli di inquinamento atmosferico, utilizzando la necessaria corretta<br />
impostazione ossia tenendo conto dell’abitudine al fumo di tabacco e di<br />
eventuali esposizioni professionali, a causa del ruolo “confondente” che<br />
possono esercitare tali fattori, notoriamente correlati alle patologie<br />
respiratorie tumorali e non.<br />
Concludendo, i dati emersi dal rilevamento degli inquinanti atmosferici<br />
in <strong>Liguria</strong> (1994-1995), soprattutto entro il territorio del Comune di Genova,<br />
indicano una presenza significativa di inquinanti attribuibili in buona parte al<br />
traffico motorizzato. Tenuto conto dei livelli osservati appare opportuno<br />
promuovere un programma di sorveglianza epidemiologica utilizzando gli<br />
indicatori sanitari disponibili e monitorando le patologie respiratorie presso le<br />
strutture del SSN (USL, Aziende Ospedaliere). Potrebbe venire altresì<br />
avviato qualche studio su campioni di popolazione usufruendo della<br />
collaborazione dei sanitari del SSN che operano all’interno e/o al di fuori<br />
delle strutture ospedaliere.<br />
61
PER APPROFONDIRE<br />
ISTAT: Rapporto annuale - la situazione del paese nel 1996 - Roma 1997<br />
REGIONE LIGURIA:<br />
“PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO<br />
DELLE ACQUE” Aggiornamento - DCR 53<br />
del 3/7/91 (Elaborazione <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong>)<br />
“CENSIMENTO DEI CORPI IDRICI”<br />
Aggiornamento (Elaborazione <strong>Regione</strong> <strong>Liguria</strong>)<br />
“DATI SULLA QUALITA’ DELL’ARIA 1994-<br />
1995” - Genova 1996<br />
62
TURISMO<br />
Il Turismo rappresenta una delle principali oltre che tradizionali<br />
fondi di reddito per la <strong>Liguria</strong>, perciò questo argomento è stato<br />
trattato in maniera diffusa con due articoli tratti dal X rapporto OSE:<br />
“Turismo in <strong>Liguria</strong> - evoluzione della domanda negli anni 90 -<br />
Prospettive per il 2000” Quindi si prosegue con un confronto del<br />
movimento turistico ligure nel periodo 1996-97 suddivisa per le<br />
cinque Aziende di promozione turistica, infine la rilevazione dei<br />
turisti provenienti dalle diverse regioni nel periodo aprile-settembre<br />
1997.<br />
Ancora interessante è la rappresentazione dei turisti provenienti<br />
dai paesi dell’Est.<br />
Infine il capitolo si conclude con una illustrazione dei giardini<br />
Hanbury e sui suoi visitatori.<br />
63
L’evoluzione della clientela turistica in <strong>Liguria</strong><br />
negli anni Novanta, potenzialità ed aree critiche<br />
Il quadro regionale di periodo<br />
L’analisi dei dati relativi alle dinamiche turistiche registrate dal 1990 al<br />
1996 evidenzia per la <strong>Liguria</strong> una flessione di 1.071.386 presenze alberghiere<br />
(-8,29%).<br />
<strong>Liguria</strong>. Arrivi e presenze complessive ed alberghiere<br />
Periodo 1990-1996<br />
Anni Arrivi complessivi* Presenze complessive* Arrivi Alberghieri Presenze Alberghiere<br />
1990 3.498.466 20.812.633 2.833.342 12.921.476<br />
1991 3.299.706 19.818.706 2.673.418 12.254.232<br />
1992 3.165.041 16.291.589 2.785.753 12.575.437<br />
1993 2.929.906 14.645.465 3.296.134 11.656.395<br />
1994 3.059.515 14.974.409 2.672.020 11.908.102<br />
1995 3.191.573 15.663.349 2.775.868 12.153.119<br />
1996 3.161.111 15.438.028 2.737.919 11.850.090<br />
* Si ricorda che il dato relativo alle presenze extralberghiere rilevato da fonti ufficiali non<br />
è attendibile per la mancata rilevazione dei dati relativi alle seconde case e alle<br />
abitazioni in affitto. Il dato qui sopra riportato ha quindi un valore puramente indicativo.<br />
Dall’analisi delle dinamiche emerge che:<br />
• nell’intervallo di tempo considerato le presenze alberghiere in <strong>Liguria</strong><br />
passano da 12.921.476 unità nel 1990 a 11.850.090 nel 1996;<br />
• l’analisi dei valori fatti registrare dalle presenze alberghiere in serie storica<br />
evidenzia una diminuzione fino al 1993 seguita da una lieve ripresa;<br />
• il rapporto presenze/arrivi si mantiene costante su una durata media di<br />
soggiorno di 4,3% gg.;<br />
• il calo della domanda è imputabile alla componente italiana che ha fatto<br />
registrare un decremento del 14,1% (da 9.959.212 unità nel 1990 a<br />
8.556.394 unità nel 1996). La componente estera si incrementa invece<br />
dell’11,2% (da 2.962.264 unità nel 1990 a 3.293.696 unità nel 1996).<br />
Le motivazioni alla base di tali dinamiche negative non sono<br />
riconducibili solo a fattori specifici dell’area di riferimento ma sono anche il<br />
portato, da un lato, delle condizioni economiche dell’Italia, e, dall’altro, delle<br />
modificazioni intervenute nella domanda turistica.<br />
L’involuzione dei cicli economici ha comportato una generale riduzione dei<br />
consumi ed in modo particolare di quelli turistici ritenuti non indispensabili.<br />
La minore disponibilità alla spesa per tali consumi - fenomeno che ha<br />
64
coinvolto, in particolare, il turismo familiare - ha modificato l’atteggiamento<br />
del turista nella formulazione delle scelte per il proprio tempo libero, in<br />
direzione di una maggiore oculatezza nella destinazione delle risorse e di una<br />
maggiore attenzione al rapporto qualità/prezzo.<br />
Le ripetute svalutazioni della lira nel corso degli ultimi anni hanno<br />
rappresentato per il mercato turistico italiano e ligure, in particolare, una<br />
“boccata d’ossigeno”. Il maggior numero di stranieri che ha scelto la <strong>Liguria</strong><br />
come meta delle proprie vacanze, anche in considerazione di un rapporto di<br />
cambio favorevole fra moneta estera e lira italiana, non ha, però, in termini<br />
numerici, controbilanciato la perdita registrata nella quota della domanda<br />
italiana. Se a ciò si aggiunge il fatto che modificazioni nel rapporto di cambio<br />
fra le monete estere e la lira italiana a favore di quest’ultima faranno venir<br />
meno le “convenienze economiche” degli stranieri a trascorrere la vacanza in<br />
Italia e, specificatamente, in <strong>Liguria</strong>, appare evidente la necessità di<br />
individuare delle strategie competitive di rilancio per il comparto.<br />
Per quanto riguarda i cambiamenti intervenuti nella domanda turistica,<br />
si osserva che queste possono essere ascritte sia alle modalità temporali “di<br />
fare vacanza”, sia a quelle di tipo organizzativo. In riferimento alle prime si<br />
rileva una tendenza a frazionare il periodo di vacanza nel corso dell’anno in<br />
modo da rendere più dinamica l’alternanza lavoro-quotidianità e tempo<br />
libero. Allo stesso tempo, il consumatore turista è portato a distinguere tra la<br />
“grande vacanza” e la “piccola vacanza”, dove il termine “grande” non è<br />
tanto riferito alla quantità di tempo libero disponibile, quanto, piuttosto, alla<br />
distanza della meta turistica. Nella maggior parte dei casi, infatti, la “grande<br />
vacanza” viene effettuata non nelle regioni contermini ma in località italiane<br />
sufficientemente lontane dal proprio contesto di riferimento o fuori dai<br />
confini nazionali.<br />
Per quanto riguarda i cambiamenti intervenuti nell’organizzazione della<br />
vacanza, si fa riferimento alle modalità di scelta della meta turistica e della<br />
struttura per il soggiorno. Il frazionamento delle vacanze nel corso dell’anno,<br />
alcune riconducibili anche solo al fine settimana, ha, infatti, indotto uno<br />
spostamento dei tempi di scelta della località da parte del consumatore<br />
turista, tempi che sono sempre più vicini alla data di partenza comportando<br />
prenotazioni all’ultimo minuto.<br />
L’insieme di tali modificazioni implica per il mercato turistico non<br />
poche conseguenze.<br />
In primo luogo l’involuzione del ciclo economico ha “colpito” in<br />
maniera particolare il segmento del turismo familiare, ovvero quello che<br />
tradizionalmente si rivolge alla <strong>Liguria</strong>. In termini di flussi quantitativi ciò ha<br />
determinato sia una riduzione delle presenze complessive (e specificatamente<br />
di quelle alberghiere), sia una contrazione della durata del soggiorno.<br />
65
Gli effetti connessi alla svalutazione della lira hanno, in linea generale,<br />
comportato un aumento delle presenze straniere, aumento che si è rivelato<br />
diffuso su quasi tutto il territorio regionale, ma che si è dimostrato non<br />
sufficiente a colmare la perdita delle presenze italiane.<br />
In secondo luogo, le modificazioni verificatesi nelle modalità temporali<br />
ed organizzative della vacanza hanno indotto:<br />
• una perdita di quella quota di turisti che ha scelto di effettuare la “grande<br />
vacanza” fuori dai confini regionali;<br />
• un probabile aumento di domanda di vacanze di breve durata, esplicitata<br />
soprattutto dal consumatore che effettua la scelta della località all’ultimo<br />
minuto.<br />
Ai fattori di origine esterna che hanno condizionato l’andamento<br />
turistico della <strong>Liguria</strong> si sono accompagnati fattori endogeni riconducibili al<br />
gap esistente tra domanda ed offerta in termini di strutture ricettive e di<br />
ambiente turistico complessivo.<br />
Con riferimento alla discrasia fra domanda ed offerta di strutture<br />
ricettive si rileva:<br />
• un processo di progressiva contrazione degli esercizi alberghieri avvenuto<br />
in numerose località, soprattutto del ponente ligure e che ha coinvolto -<br />
oltre alle imprese marginali del settore - anche quelle in cui ingenti<br />
investimenti di ristrutturazione rendevano più conveniente la cessazione<br />
dell’attività e la trasformazione dell’immobile in alloggi residenziali;<br />
• la carenza di strutture di dimensioni medio-grandi tali da soddisfare le<br />
esigenze dei grandi intermediari turistici (Tour Operators);<br />
• la scarsa presenza di strutture come le RTA, strutture che sono sempre<br />
più richieste in quanto consentono al turista un maggior grado di libertà<br />
pur garantendo gamme di servizi propri della struttura alberghiera.<br />
Non c’è dubbio che le modificazioni intervenute nella domanda<br />
complessiva si traducono, soprattutto, nella richiesta di una maggiore<br />
flessibilità gestionale ed organizzativa delle strutture ricettive esistenti. Il<br />
termine flessibilità va inteso in riferimento sia ai tempi di apertura della<br />
struttura stessa (allungamento della stagione turistica), sia alla disponibilità di<br />
camere e servizi con standard qualificati per tutto il periodo di apertura della<br />
struttura. Dal punto di vista micro, ovvero della singola azienda, ciò<br />
comporta la messa a punto di un sistema di gestione in grado di raggiungere<br />
un profitto nella condizione di non piena occupazione della struttura.<br />
Quanto al gap esistente fra domanda ed offerta in termini di ambiente<br />
turistico complessivo, si fa osservare come il “salto di qualità” esistente fra<br />
l’essere una regione che accoglie semplicemente turisti e una regione turistica<br />
“attiva”, ovvero che programma il proprio sviluppo turistico, consiste nel<br />
66
formulare delle strategie in grado di valorizzare le risorse ambientali esistenti<br />
e di produrre combinazioni ottimali fra le stesse.<br />
Relativamente alle dinamiche rilevate nelle singole aree provinciali si<br />
riporta, di seguito, una sintesi dei trend di periodo e delle principali<br />
determinanti all’origine dei fenomeni.<br />
Provincia di Imperia<br />
Fra le quattro province è quella che fa registrare nel periodo 1990-’96<br />
una flessione di presenze alberghiere fra le più rilevanti (-292.252 unità pari<br />
ad un decremento del 9,1%).<br />
Molteplici i motivi all’origine del fenomeno: perdita di attrattività<br />
dell’area a favore della vicina Costa Azzurra; contrazione delle strutture<br />
alberghiere e dei relativi posti letto; calo della domanda nel segmento<br />
climatico-invernale; diminuzione del ruolo “catalizzatore” di S. Remo nei<br />
confronti di flussi turistici diversificati; decremento del numero di arrivi<br />
internazionali (-9,7%) nel momento in cui in <strong>Liguria</strong> la componente straniera<br />
ha giocato un ruolo compensativo nei confronti del calo della componente<br />
italiana.<br />
All’interno dell’area provinciale si sono registrati andamenti<br />
differenziati per ambiti. In particolare l’area dell’estremo Ponente è quella<br />
che fa riscontrare le dinamiche più negative. Al contrario il Dianese<br />
rappresenta il comprensorio con le migliori performance: infatti, rispetto alle<br />
altre località della provincia, riesce ad accrescere la propria quota di mercato<br />
nel comparto alberghiero e a mantenere un’elevata incidenza di clientela<br />
estera (35,6% delle presenze totali) anche grazie ad un processo di<br />
aggiustamento del rapporto prezzo/qualità.<br />
Provincia di Savona<br />
La provincia denuncia nel periodo considerato un calo abbastanza<br />
contenuto delle presenze alberghiere (-6,6%) pari ad una flessione di 396.613<br />
unità. Tenuto presente che la provincia di Savona concentra quasi la metà dei<br />
flussi turistici della <strong>Liguria</strong> il minor calo registrato nella domanda assume<br />
senza dubbio un significato positivo.<br />
Le determinanti del fenomeno si possono ricondurre ai seguenti fattori:<br />
presenza di uno “zoccolo duro” di domanda costituito da un turismo<br />
familiare che si caratterizza per un elevato grado di fedeltà all’area e per la<br />
vicinanza di zone di residenza; crescita dei soggiorni brevi (“piccole<br />
vacanze”) e del turismo di fine settimana; soddisfacente rapporto<br />
prezzo/qualità dei servizi alberghieri; tenuta del segmento climaticoinvernale;<br />
recente affermazione di nuovi prodotti turistici (escursionismo,<br />
sport ecc.) anche in funzione di un rapporto più sinergico costa-entroterra;<br />
67
localizzazione nella provincia di centri a vocazione turistica consolidata;<br />
prossimità alle aree metropolitane della Padania.<br />
Relativamente alle località vanno segnalate le performance positive di<br />
Alassio (questa località mantiene nel tempo la prima posizione in <strong>Liguria</strong><br />
nella graduatoria dei centri con il più alto numero di presenze alberghiere),<br />
Finale e Varazze che, grazie a iniziative finalizzate alla diversificazione del<br />
prodotto, sono riuscite a conservare negli ultimi 6 anni i livelli di domanda<br />
esistenti.<br />
Provincia di Genova<br />
Una lettura dei dati statistici di tale provincia deve tener conto dei<br />
mutamenti intervenuti nella dinamica, in calo tra il 1990 e il 1993, quindi in<br />
sensibile ripresa negli anni successivi. Nel confronto fra il 1990 e il 1996<br />
l’area evidenzia una flessione pari a 356.041 unità (-12,5%) da imputare<br />
interamente alla componente italiana (-21,7%).<br />
Le ragioni alla base degli andamenti flettenti variano in funzione delle<br />
caratteristiche dell’offerta dei diversi ambiti.<br />
Nel Golfo Paradiso e nel Tigullio si registra una sostanziale tenuta<br />
quale risultante di dinamiche opposte fra le località, correlate alla capacità di<br />
attrarre flussi stranieri (Portofino) e alle modificazioni operate nelle strutture<br />
ricettive in termini quanti-qualitativi (Rapallo, Sestri Levante, Recco).<br />
Il capoluogo accusa perdite rilevanti di presenze alberghiere fra il 1990<br />
e il 1993 (-365.349 unità pari ad una contrazione del 28,6%) ma recupera<br />
negli anni successivi riportandosi su livelli prossimi, anche se ancora inferiori,<br />
all’inizio periodo. Per Genova le determinanti del trend flettente vanno<br />
individuate nella forte contrazione del turismo di affari connesso alla crisi<br />
economico-produttiva della città, nella generale caduta del turismo<br />
congressuale e infine nella gestione insoddisfacente delle Colombiane. A<br />
partire dal ‘94 la crescita dei flussi turistici è da ricondurre al successo<br />
dell’Acquario e dei grandi eventi organizzati in quegli anni (Euroflora, Tall<br />
Schip, ecc.) ed alla progressiva affermazione turistica della città entrata<br />
ormai a far parte dei circuiti internazionali.<br />
Provincia di La Spezia<br />
E’ l’area provinciale che accusa il calo più contenuto (-2,9%<br />
corrispondente ad una flessione di 26.480 gg./presenza fra il 1990 e il 1996)<br />
grazie alla forte crescita del turismo internazionale (+25% le presenze<br />
alberghiere) che compensa il trend negativo della componente italiana (-<br />
12,2%).<br />
68
Questa provincia si caratterizza per valori naturalistico-anbientali di<br />
grande pregio che da sempre hanno esercitato un forte appeal tale da favorire<br />
un elevato grado di fedeltà da parte di una clientela di élite.<br />
L’analisi degli andamenti per ciascuna località ha, infatti, evidenziato<br />
come sia stata l’area delle Cinque Terre quella che ha consentito il<br />
mantenimento nel tempo dei flussi turistici sui livelli dimensionali di inizio<br />
periodo. Infatti gli altri centri costieri hanno fatto registrare dinamiche<br />
flettenti di diversa entità.<br />
In sintesi le località turistiche più colpite dal decremento sono quelle in<br />
cui la presenza di un prodotto turistico ormai maturo in un mercato<br />
altamente competitivo non è stata in grado di attrarre sufficienti flussi<br />
turistici. Le strategie finalizzate a contenere i costi e quindi anche i prezzi,<br />
hanno consentito, laddove sono state applicate, di recuperare un margine di<br />
competitività, ma appare evidente che la loro applicazione non possa che<br />
essere limitata nel corso del tempo.<br />
La formulazione di strategie alternative pertanto non può che<br />
riguardare, facendo riferimento alla matrice prodotti/mercati, o “vecchi<br />
prodotti” per “nuovi mercati” di riferimento, oppure “nuovi prodotti” per<br />
“vecchi mercati”.<br />
Individuare “nuovi prodotti” per “vecchi mercati” significa far<br />
riferimento sia a prodotti già esistenti su altre aree e che, quindi, appaiono<br />
nuovi per il mercato di riferimento, sia a prodotti nuovi in assoluto. Poichè<br />
quest’ultima ipotesi appare estremamente difficile da realizzare per il mercato<br />
ligure, l’interesse degli operatori dovrebbe incentrarsi sull’individuazione di<br />
quei supporti (legislativi, finanziari, di servizi, etc.) atti a favorire la crescita<br />
di prodotti che siano ritenuti nuovi solo per l’area di riferimento.<br />
Le novità insite nei prodotti possono anche consistere in una<br />
differenziazione di quelli esistenti ovvero nell’utilizzo, in maniera combinata<br />
e graduata, a seconda delle località, di tutte le risorse disponibili in un’ottica<br />
di area o località sistemica. Il che significa che il prodotto dovrà differenziarsi<br />
sempre di più attraverso la valorizzazione e l’integrazione del mix di<br />
peculiarità ambientali, culturali, folkloristiche, gastronomiche, infrastrutturali<br />
presenti in una data area. Non appare, infatti, casuale il fatto che la crescita<br />
dei flussi turistici si sia verificata proprio nelle località che hanno saputo<br />
costruire nuovi mix di offerta ambiente-cultura-folklore (ad esempio Cervo,<br />
Triora, Moneglia), e in quelle che tradizionalmente possono “contare” su<br />
peculiarità ambientali tali da essere considerate uniche nel loro genere<br />
(Portofino, Cinque Terre).<br />
69
Il movimento turistico in <strong>Liguria</strong> - Confronto<br />
1996/1997<br />
Il 1997 è stato un anno positivo per il turismo in <strong>Liguria</strong>, il complesso<br />
delle presenze è infatti aumentato di oltre il 3%, con un notevole incremento<br />
dei turisti stranieri pari a quasi il 6%. Nel complesso si è però trattato di un<br />
turismo più di passaggio, le presenze infatti sono aumentate solo dello<br />
0,52%, con un notevole calo delle presenze straniere (-3,59%) compensato<br />
dall’aumento delle presenze italiane (+2,1%).<br />
Analizzando il dato per Azienda di promozione turistica rileviamo<br />
andamenti diversi.<br />
Gli arrivi di turisti stranieri rappresentano una costante positiva,<br />
rispetto al 1996, che va da un +3,96% di Genova a una +7,28% della Riviera<br />
delle Palme (Provincia di Savona).<br />
Per contro le presenze dei turisti stranieri sono in calo, rispetto al 1996,<br />
raggiungendo un -6,77% proprio nella Riviera delle Palme, tranne che nelle<br />
Cinque Terre e Golfo dei Poeti (ossia nella Provincia di La Spezia) dove<br />
viceversa presentano un incremento dell’8,63%.<br />
Per quanto riguarda i turisti italiani siamo in presenza di un aumento<br />
degli arrivi in tutte le Aziende, tranne un lieve calo dello 0,34% nella Riviera<br />
dei Fiori (Provincia di Imperia), le presenze aumentano in tutta la <strong>Regione</strong>,<br />
anche nella Riviera dei Fiori si riscontra un +1,08%, tranne che nelle Cinque<br />
Terre dove si è in presenza di un calo del 2,97%.<br />
70
A.P.T. "RIVIERA DEI FIORI"<br />
PRESENZE<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 11981 17366 43784 91998 126861 123249 158662 125377 136245 73730 9705 10138 929096<br />
1997 8111 15069 53939 77379 148843 116688 143481 120975 127106 64245 10562 8188 894586<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 -3,71%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 223063 213891 146523 156648 120773 184053 223278 351641 156034 58298 46536 97434 1978172<br />
1997 211310 216361 165280 142102 128109 179144 228114 361807 176706 65049 35864 89666 1999512<br />
ARRIVI<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 1,08%<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 2788 5024 15377 27035 33748 27326 25522 20944 26007 20674 3846 3190 211481<br />
1997 2988 5512 19233 24486 41279 25528 27160 20472 28859 20397 4385 3335 223634<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 5,75%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 28561 33218 36834 55016 37877 48475 46441 72254 43696 21691 17411 24829 466303<br />
1997 33096 33954 43851 50713 41136 43234 45282 65055 40607 26068 14600 27117 464713<br />
-71 -<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 -0,34%
A.P.T. "RIVIERA DELLE PALME"<br />
PRESENZE<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 8139 14921 42073 101208 154730 171778 253861 186457 201984 93092 11707 8851 1248801<br />
1997 7481 14115 71855 93632 165349 144372 198001 183086 186673 77701 15237 6756 1164258<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 -6,77%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 406069 385499 278585 296663 254542 552440 639012 884240 378891 61223 48298 153145 4338607<br />
1997 356637 380625 340669 254675 298160 559600 662182 913399 438184 72112 42067 147461 4465771<br />
ARRIVI<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 2,93%<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 1525 5221 14556 27731 36185 31678 31238 23534 29925 22543 2827 2301 229264<br />
1997 2077 4725 25872 30542 41978 27478 29083 24004 31820 21420 4521 2444 245964<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 7,28%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 35789 37023 40172 78092 45434 100619 84100 118424 52980 18217 14876 31197 656923<br />
1997 30557 40234 64322 58206 61034 86346 89358 125258 61220 20709 11902 33055 682201<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 3,85%<br />
- 72 -
A.P.T. "GENOVA"<br />
PRESENZE<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 22888 21621 29099 37813 40416 46026 52383 56469 48701 43441 31711 22195 452763<br />
1997 18564 21560 33429 34824 46952 43001 50935 50738 45522 42049 25188 20858 433620<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 -4,23%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 60306 62730 63581 84699 69039 68746 75018 82500 63786 84716 68349 55701 839171<br />
1997 56102 56973 70410 71976 74322 73353 76947 82608 72289 86862 65597 60454 847893<br />
ARRIVI<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 1,04%<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 6388 6991 10506 14787 16364 16770 18829 21263 18904 16854 10867 7430 165953<br />
1997 6421 7588 12523 14755 19433 16742 20871 22623 19319 16429 8915 6907 172526<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 3,96%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 22758 22829 24418 38967 29211 28329 25906 25808 28444 34368 29323 22189 332550<br />
1997 21857 22999 29752 32893 33579 30908 27522 28521 31279 34220 27201 23401 344132<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 3,48%<br />
- 73 -
A.P.T. "TIGULLIO"<br />
PRESENZE<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 4462 4676 16035 29971 47883 51214 60588 59316 60241 34777 10097 5734 384994<br />
1997 6564 7134 17893 24206 57159 44366 55131 56575 63350 37588 6583 4528 381077<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 -1,02%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 52179 46934 46791 77220 59187 90706 106644 156574 69046 39069 26366 32112 802828<br />
1997 47759 53740 63030 62148 67769 83877 113413 167973 82362 46431 20165 34189 842856<br />
ARRIVI<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 4,99%<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 1373 1986 6014 11868 18976 16841 17171 14622 20920 15137 4521 1754 131183<br />
1997 1341 2524 6461 10705 22599 17480 17910 16353 22553 15991 3301 1936 139154<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 6,08%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 10326 10542 16533 31102 23483 30082 23239 28599 22029 18978 11814 9777 236504<br />
1997 9000 12121 21944 26480 27230 25247 23490 28893 24316 20924 9005 11384 240034<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 1,49%<br />
- 74 -
A.P.T. "CINQUE TERRE E GOLFO DEI POETI"<br />
PRESENZE<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 3936 5346 11037 25649 43149 33283 37931 32909 45736 29541 5611 3827 277<strong>955</strong><br />
1997 3055 4576 15770 24456 48513 35558 43246 35473 48301 31489 6440 5060 301937<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97- 96 8,63%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 26003 26249 37776 59461 49066 61618 79829 118388 56662 33943 27719 21097 597811<br />
1997 18109 23794 44259 50139 54848 56032 74063 116913 62381 33617 22972 22924 580051<br />
ARRIVI<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97- 96 -2,97%<br />
Stranieri<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 1256 1770 4021 9081 15802 11970 12731 11070 15840 10714 1919 1490 97664<br />
1997 1141 1701 5915 8871 17154 12516 13855 10954 15336 11359 2264 1755 102821<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97- 96 5,28%<br />
anno gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 8744 10178 16155 26549 22820 24176 20843 28606 21542 13759 11578 8370 213320<br />
1997 6534 10469 20449 24191 24606 21021 20132 28529 23847 15745 8941 10017 214481<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97- 96 0,54%<br />
- 75 -
A.P.T. LIGURI<br />
Presenze 1996-1997<br />
TOTALI PRESENZE<br />
Stranieri<br />
gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALE<br />
1996 51406 63930 142028 286639 413039 425550 563425 460528 492907 274581 68831 50745 3293609<br />
1997 43775 62454 192886 254497 466816 383985 490794 446847 470952 253072 64010 45390 3175478<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 -3,59%<br />
gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALE<br />
1996 767620 735303 573256 674691 552607 957563 1123781 1593343 724419 277249 217268 359489 8556589<br />
1997 689917 731493 683648 581040 623208 952006 1154719 1642700 831922 304071 186665 354694 8736083<br />
Stranieri/Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 2,10%<br />
gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALE<br />
1996 819026 799233 715284 961330 965646 1383113 1687206 2053871 1217326 551830 286099 410234 11850198<br />
1997 733692 793947 876534 835537 1090024 1335991 1645513 2089547 1302874 557143 250675 400084 11911561<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 0,52%<br />
- 76 -
A.P.T. LIGURI<br />
Arrivi 1996-1997<br />
TOTALE ARRIVI<br />
Stranieri<br />
gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 13330 20992 50474 90502 121075 104585 105491 91433 111596 85922 23980 16165 835545<br />
1997 13968 22050 70004 89359 142443 99744 108879 94406 117887 85596 23386 16377 884099<br />
Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 5,81%<br />
gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 106178 113790 134112 229726 158825 231681 200529 273691 168691 107013 85002 96362 1905600<br />
1997 101044 119777 180318 192483 187585 206756 205784 276256 181269 117666 71649 104974 1945561<br />
Stranieri/Italiani<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 2,10%<br />
gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. TOTALI<br />
1996 119508 134782 184586 320228 279900 336266 306020 365124 280287 192935 108982 112527 2741145<br />
1997 115012 141827 250322 281842 330028 306500 314663 370662 299156 203262 95035 121351 2829660<br />
VARIAZIONE PERCENTUALE 97-96 3,23%<br />
- 77 -
TOTALE PRESENZE STRANIERI 1996-1997<br />
REGIONE LIGURIA<br />
600000<br />
500000<br />
1996<br />
1997<br />
400000<br />
300000<br />
200000<br />
100000<br />
0<br />
gen.<br />
feb.<br />
mar.<br />
apr.<br />
mag.<br />
giu.<br />
lug.<br />
ago.<br />
set.<br />
ott.<br />
nov.<br />
dic.<br />
gen.<br />
feb.<br />
mar.<br />
apr.<br />
mag.<br />
giu.<br />
lug.<br />
ago.<br />
set.<br />
ott.<br />
nov.<br />
dic.<br />
TOTALE PRESENZE ITALIANI 1996/1997<br />
REGIONE LIGURIA<br />
1800000<br />
1600000<br />
1400000<br />
1996<br />
1997<br />
1200000<br />
1000000<br />
800000<br />
600000<br />
400000<br />
200000<br />
0<br />
78
TOTALE ARRIVI STRANIERI 1996/1997<br />
REGIONE LIGURIA<br />
160000<br />
140000<br />
1996<br />
1997<br />
120000<br />
100000<br />
80000<br />
60000<br />
40000<br />
20000<br />
0<br />
gen.<br />
feb.<br />
mar.<br />
apr.<br />
mag.<br />
giu.<br />
lug.<br />
ago.<br />
set.<br />
ott.<br />
nov.<br />
dic.<br />
gen.<br />
feb.<br />
mar.<br />
apr.<br />
mag.<br />
giu.<br />
lug.<br />
ago.<br />
set.<br />
ott.<br />
nov.<br />
dic.<br />
TOTALE ARRIVI ITALIANI 1996/1997<br />
REGIONE LIGURIA<br />
300000<br />
250000<br />
1996<br />
1997<br />
200000<br />
150000<br />
100000<br />
50000<br />
0<br />
79
I turisti italiani in <strong>Liguria</strong> - Semestre aprile -<br />
settembre 1997<br />
Nel corso del 1997 è iniziata la rilevazione anche della provenienza per<br />
regione dei turisti italiani.<br />
Al momento si è in grado di diffondere il dato per il semestre aprilesettembre.<br />
Il panorama statistico è limitato dal fatto di essere in presenza di un<br />
fenomeno confrontabile sul territorio, ma non temporalmente.<br />
Come era prevedibile la maggior consistenza di turisti italiani proviene<br />
per la gran parte dalle due regioni limitrofe Lombardia e Piemonte, che<br />
distaccano tutte le altre sia per gli arrivi che, in misura maggiore, per le<br />
presenze.<br />
L’andamento degli arrivi è abbastanza costante nei 6 mesi considerati,<br />
tranne l’ovvio picco di agosto, mentre per le presenze si registra un<br />
andamento crescente fino al picco di agosto e poi il calo di settembre,<br />
saranno interessanti i dati del periodo successivo per verificare l’andamento<br />
nel periodo autunno-inverno.<br />
Un dato interessante è la presenza di un turismo interno molto attivo,<br />
infatti la <strong>Liguria</strong> rappresenta la 5° regione per gli arrivi e la 6° per le<br />
presenze, il miglior “piazzamento” avviene nella APT di Genova dove le<br />
presenze liguri sono subito dopo quelle della Lombardia, del Piemonte e del<br />
Lazio.<br />
80
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE ARRIVI APT 'RIVIERA DEI FIORI'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 7.150 6.593 10.528 11.645 13.679 8.499 58.094<br />
Valle d'Aosta 241 236 321 283 224 404 1.709<br />
Lombardia 12.915 12.104 13.032 12.211 17.203 10.016 77.481<br />
Bolzano-Bozen 325 311 208 170 149 102 1.265<br />
Trento 295 209 352 92 150 184 1.282<br />
Veneto 2.289 2.655 1.733 1.377 2.431 1.790 12.275<br />
Friuli-Venezia Giulia 306 331 235 221 372 294 1.759<br />
<strong>Liguria</strong> 2.032 2.036 1.999 2.090 1.899 2.110 12.166<br />
Emilia-Romagna 3.291 2.678 1.750 1.764 3.033 2.037 14.553<br />
Toscana 3.462 2.708 1.655 1.446 3.166 2.235 14.672<br />
Umbria 853 979 441 299 495 630 3.697<br />
Marche 1.725 875 590 266 1.055 708 5.219<br />
Lazio 4.508 2.577 2.259 1.930 5.047 2.259 18.580<br />
Abruzzo 942 562 389 757 1.314 728 4.692<br />
Molise 427 96 52 277 270 322 1.444<br />
Campania 4.284 2.332 3.570 4.675 7.376 4.662 26.899<br />
Puglia 1.881 1.504 2.155 2.579 3.614 1.484 13.217<br />
Basilicata 897 160 124 242 316 110 1.849<br />
Calabria 576 808 606 997 811 583 4.381<br />
Sicilia 1.471 1.076 1.007 1.838 2.187 1.096 8.675<br />
Sardegna 843 306 228 123 264 354 2.118<br />
TOTALE ITALIA 50.713 41.136 43.234 45.282 65.055 40.607 286.027
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE ARRIVI APT 'RIVIERA DELLE PALME'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 13.589 16.098 28.483 31.027 42.737 20.421 152.355<br />
Valle d'Aosta 501 522 892 681 636 970 4.202<br />
Lombardia 29.895 33.308 45.489 43.685 64.744 29.032 246.153<br />
Bolzano-Bozen 268 326 149 103 96 131 1.073<br />
Trento 282 149 209 153 154 156 1.103<br />
Veneto 1.246 1.350 1.371 1.226 1.992 1.042 8.227<br />
Friuli-Venezia Giulia 210 192 181 273 221 249 1.326<br />
<strong>Liguria</strong> 1.626 1.598 2.632 3.852 3.207 2.131 15.046<br />
Emilia-Romagna 2.026 1.773 2.418 2.446 2.810 1.758 13.231<br />
Toscana 1.032 898 1.166 1.121 1.745 1.042 7.004<br />
Umbria 250 347 155 199 295 164 1.410<br />
Marche 507 346 154 189 438 260 1.894<br />
Lazio 2.036 1.238 1.188 1.225 1.336 951 7.974<br />
Abruzzo 322 120 126 152 271 129 1.120<br />
Molise 289 23 54 97 206 60 729<br />
Campania 1.651 1.287 510 1.097 1.935 1.238 7.718<br />
Puglia 1.047 697 435 408 939 365 3.891<br />
Basilicata 74 101 43 74 82 60 434<br />
Calabria 514 207 197 613 485 302 2.318<br />
Sicilia 706 371 374 579 643 414 3.087<br />
Sardegna 135 83 120 158 286 345 1.127<br />
TOTALE ITALIA 58.206 61.034 86.346 89.358 125.258 61.220 481.422
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE ARRIVI APT 'GENOVA'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 2.888 3.144 3.114 2.752 2.532 3.005 17.435<br />
Valle d'Aosta 107 107 76 85 65 94 534<br />
Lombardia 6.384 6.577 6.354 6.164 5.385 5.814 36.678<br />
Bolzano-Bozen 145 254 97 97 91 130 814<br />
Trento 436 347 178 107 138 311 1.517<br />
Veneto 3.176 2.847 2.041 1.603 1.647 2.170 13.484<br />
Friuli-Venezia Giulia 616 1.011 752 701 698 717 4.495<br />
<strong>Liguria</strong> 2.455 2.578 2.305 2.341 1.918 2.338 13.935<br />
Emilia-Romagna 2.700 2.531 2.029 1.567 1.146 1.781 11.754<br />
Toscana 2.356 2.107 1.951 1.512 1.229 1.926 11.081<br />
Umbria 465 478 368 210 378 693 2.592<br />
Marche 970 742 675 374 559 616 3.936<br />
Lazio 4.925 5.170 5.055 4.481 5.013 5.138 29.782<br />
Abruzzo 383 377 408 323 354 483 2.328<br />
Molise 40 71 58 54 53 63 339<br />
Campania 1.765 1.705 1.712 1.405 2.211 1.875 10.673<br />
Puglia 785 1.043 1.060 938 1.534 980 6.340<br />
Basilicata 62 113 142 70 105 88 580<br />
Calabria 362 440 463 443 684 575 2.967<br />
Sicilia 1.214 1.343 1.412 1.755 2.021 1.685 9.430<br />
Sardegna 659 594 658 540 760 797 4.008<br />
TOTALE ITALIA 32.893 33.579 30.908 27.522 28.521 31.279 184.702
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE ARRIVI APT 'TIGULLIO'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 44 3.685 3.493 2.939 3.248 3.514 16.923<br />
Valle d'Aosta 2 175 201 181 110 252 921<br />
Lombardia 3.255 11.547 11.793 12.157 14.322 10.346 63.420<br />
Bolzano-Bozen 159 269 119 159 131 112 949<br />
Trento 10.061 359 214 120 156 423 11.333<br />
Veneto 197 1.878 1.646 1.027 1.602 1.731 8.081<br />
Friuli-Venezia Giulia 172 214 354 142 294 273 1.449<br />
<strong>Liguria</strong> 2.235 859 985 1.355 1.489 1.051 7.974<br />
Emilia-Romagna 440 2.600 2.321 2.181 2.704 2.463 12.709<br />
Toscana 791 1.445 1.246 883 1.408 1.225 6.998<br />
Umbria 3.039 506 125 141 239 171 4.221<br />
Marche 1.406 672 292 133 301 322 3.126<br />
Lazio 183 1.667 1.209 923 1.547 1.082 6.611<br />
Abruzzo 1.020 86 128 72 56 153 1.515<br />
Molise 2.310 53 12 13 13 27 2.428<br />
Campania 113 503 581 374 595 349 2.515<br />
Puglia 20 262 173 245 294 296 1.290<br />
Basilicata 423 14 9 33 51 35 565<br />
Calabria 211 105 114 153 85 114 782<br />
Sicilia 72 228 181 204 174 327 1.186<br />
Sardegna 134 103 51 55 74 50 467<br />
TOTALE ITALIA 26.287 27.230 25.247 23.490 28.893 24.316 155.463
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE ARRIVI APT 'CINQUE TERRE E GOLFO DEI POETI'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 3.171 2.655 2.385 2.184 3.352 2.711 16.458<br />
Valle d'Aosta 69 124 120 54 74 116 557<br />
Lombardia 6.353 7.103 6.488 6.419 8.712 6.296 41.371<br />
Bolzano-Bozen 305 404 167 156 120 214 1.366<br />
Trento 479 447 262 108 145 381 1.822<br />
Veneto 2.829 2.745 1.483 1.139 2.328 2.412 12.936<br />
Friuli-Venezia Giulia 542 434 312 223 390 618 2.519<br />
<strong>Liguria</strong> 1.346 1.279 1.300 1.357 1.404 1.388 8.074<br />
Emilia-Romagna 2.566 2.211 2.262 2.837 3.400 2.563 15.839<br />
Toscana 1.426 1.385 1.490 1.684 2.368 1.601 9.954<br />
Umbria 295 233 231 134 282 311 1.486<br />
Marche 446 437 463 179 602 578 2.705<br />
Lazio 2.168 2.902 1.890 1.764 2.688 2.220 13.632<br />
Abruzzo 143 151 145 109 184 174 906<br />
Molise 84 35 19 36 18 71 263<br />
Campania 867 950 649 660 920 830 4.876<br />
Puglia 466 449 393 383 524 432 2.647<br />
Basilicata 42 24 52 67 55 57 297<br />
Calabria 91 112 140 121 219 157 840<br />
Sicilia 289 321 386 352 495 368 2.211<br />
Sardegna 214 205 384 166 249 349 1.567<br />
TOTALE ITALIA 24.191 24.606 21.021 20.132 28.529 23.847 142.326
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE ARRIVI TOTALE REGIONE<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 26.842 32.175 48.003 50.547 65.548 38.150 261.265<br />
Valle d'Aosta 920 1.164 1.610 1.284 1.109 1.836 7.923<br />
Lombardia 58.802 70.639 83.156 80.636 110.366 61.504 465.103<br />
Bolzano-Bozen 1.202 1.564 740 685 587 689 5.467<br />
Trento 11.553 1.511 1.215 580 743 1.455 17.057<br />
Veneto 9.737 11.475 8.274 6.372 10.000 9.145 55.003<br />
Friuli-Venezia Giulia 1.846 2.182 1.834 1.560 1.975 2.151 11.548<br />
<strong>Liguria</strong> 9.694 8.350 9.221 10.995 9.917 9.018 57.195<br />
Emilia-Romagna 11.023 11.793 10.780 10.795 13.093 10.602 68.086<br />
Toscana 9.067 8.543 7.508 6.646 9.916 8.029 49.709<br />
Umbria 4.902 2.543 1.320 983 1.689 1.969 13.406<br />
Marche 5.054 3.072 2.174 1.141 2.<strong>955</strong> 2.484 16.880<br />
Lazio 13.820 13.554 11.601 10.323 15.631 11.650 76.579<br />
Abruzzo 2.810 1.296 1.196 1.413 2.179 1.667 10.561<br />
Molise 3.150 278 195 477 560 543 5.203<br />
Campania 8.680 6.777 7.022 8.211 13.037 8.954 52.681<br />
Puglia 4.199 3.<strong>955</strong> 4.216 4.553 6.905 3.557 27.385<br />
Basilicata 1.498 412 370 486 609 350 3.725<br />
Calabria 1.754 1.672 1.520 2.327 2.284 1.731 11.288<br />
Sicilia 3.752 3.339 3.360 4.728 5.520 3.890 24.589<br />
Sardegna 1.985 1.291 1.441 1.042 1.633 1.895 9.287<br />
TOTALE ITALIA 192.290 187.585 206.756 205.784 276.256 181.269 1.249.940
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE PRESENZE APT 'RIVIERA DEI FIORI'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 18.472 19.184 49.582 71.125 97.238 48.304 303.905<br />
Valle d'Aosta 1.511 693 1.667 2.447 1.452 2.218 9.988<br />
Lombardia 45.472 53.361 77.798 91.022 145.817 67.873 481.343<br />
Bolzano-Bozen 581 818 602 893 923 536 4.353<br />
Trento 544 528 708 567 695 581 3.623<br />
Veneto 5.023 6.044 4.848 6.899 12.577 5.930 41.321<br />
Friuli-Venezia Giulia 659 834 553 908 1.833 619 5.406<br />
<strong>Liguria</strong> 3.966 4.382 5.478 9.081 10.748 5.781 39.436<br />
Emilia-Romagna 6.901 6.501 5.526 9.065 19.039 8.052 55.084<br />
Toscana 6.298 5.308 4.174 4.691 12.962 5.980 39.413<br />
Umbria 1.792 2.072 944 1.131 2.068 1.468 9.475<br />
Marche 3.606 1.699 <strong>955</strong> 665 2.898 1.754 11.577<br />
Lazio 21.759 9.672 11.926 10.769 18.658 7.027 79.811<br />
Abruzzo 1.591 1.591 737 1.192 2.465 1.715 9.291<br />
Molise 809 305 78 351 627 856 3.026<br />
Campania 9.943 5.893 4.928 7.413 15.245 7.685 51.107<br />
Puglia 4.569 2.818 3.733 3.611 7.282 3.657 25.670<br />
Basilicata 1.397 405 301 612 731 275 3.721<br />
Calabria 1.217 1.870 1.325 1.498 1.661 1.398 8.969<br />
Sicilia 4.304 3.178 2.423 3.800 5.881 3.051 22.637<br />
Sardegna 1.688 953 858 374 1.007 1.946 6.826<br />
TOTALE ITALIA 142.102 128.109 179.144 228.114 361.807 176.706 1.215.982
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE PRESENZE APT 'RIVIERA DELLE PALME'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 50.660 66.481 168.356 214.539 285.882 144.303 930.221<br />
Valle d'Aosta 3.541 4.254 5.543 5.426 3.751 6.952 29.467<br />
Lombardia 152.838 188.468 329.420 352.725 508.946 230.737 1.763.134<br />
Bolzano-Bozen 663 886 615 820 740 973 4.697<br />
Trento 1.271 594 1.259 1.293 1.138 965 6.520<br />
Veneto 4.322 4.780 6.960 8.973 15.927 6.312 47.274<br />
Friuli-Venezia Giulia 497 589 741 1.302 1.259 832 5.220<br />
<strong>Liguria</strong> 6.721 6.353 13.320 30.888 29.963 12.520 99.765<br />
Emilia-Romagna 8.659 6.558 15.702 20.622 23.228 12.873 87.642<br />
Toscana 3.306 2.227 3.783 5.127 11.060 4.074 29.577<br />
Umbria 638 811 504 919 1.731 766 5.369<br />
Marche 1.043 770 554 898 2.526 2.031 7.822<br />
Lazio 4.921 3.064 3.831 5.855 7.326 3.250 28.247<br />
Abruzzo 759 726 771 912 1.069 756 4.993<br />
Molise 685 151 72 316 519 239 1.982<br />
Campania 4.945 4.617 2.181 3.965 7.545 3.190 26.443<br />
Puglia 3.592 2.892 2.633 2.387 4.399 2.261 18.164<br />
Basilicata 450 410 296 414 389 320 2.279<br />
Calabria 928 987 752 1.420 1.390 951 6.428<br />
Sicilia 3.535 2.019 1.587 2.277 3.189 1.804 14.411<br />
Sardegna 701 523 720 1.104 1.422 2.075 6.545<br />
TOTALE ITALIA 254.675 298.160 559.600 662.182 913.399 438.184 3.126.200
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE PRESENZE APT 'GENOVA'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 7.064 7.195 7.822 8.160 9.808 7.273 47.322<br />
Valle d'Aosta 202 204 139 160 192 187 1.084<br />
Lombardia 14.194 13.977 14.836 17.515 20.837 12.614 93.973<br />
Bolzano-Bozen 303 464 187 188 172 185 1.499<br />
Trento 663 524 435 305 422 667 3.016<br />
Veneto 6.103 6.139 5.184 4.530 4.100 4.610 30.666<br />
Friuli-Venezia Giulia 1.337 2.121 1.636 1.486 1.415 1.430 9.425<br />
<strong>Liguria</strong> 6.548 7.081 6.926 11.585 13.159 7.450 52.749<br />
Emilia-Romagna 5.281 4.940 4.323 3.774 3.035 3.535 24.888<br />
Toscana 4.581 4.082 4.182 4.124 3.193 4.247 24.409<br />
Umbria 1.038 1.151 1.054 607 800 1.190 5.840<br />
Marche 1.757 1.292 1.172 679 1.035 1.031 6.966<br />
Lazio 9.373 10.066 9.936 8.630 9.266 9.889 57.160<br />
Abruzzo 1.047 1.224 1.128 1.243 1.219 1.503 7.364<br />
Molise 192 235 157 170 221 215 1.190<br />
Campania 4.239 4.192 4.476 3.807 4.262 4.821 25.797<br />
Puglia 2.026 2.556 2.625 2.918 3.176 3.210 16.511<br />
Basilicata 366 555 607 344 296 301 2.469<br />
Calabria 1.079 1.257 1.388 1.207 1.253 1.617 7.801<br />
Sicilia 2.828 3.434 3.326 3.808 3.354 4.136 20.886<br />
Sardegna 1.755 1.633 1.814 1.707 1.393 2.178 10.480<br />
TOTALE ITALIA 71.976 74.322 73.353 76.947 82.608 72.289 451.495
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE PRESENZE APT 'TIGULLIO'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 89 8.038 12.453 14.068 18.466 12.334 65.448<br />
Valle d'Aosta 2 834 1.286 1.522 947 1.032 5.623<br />
Lombardia 7.423 28.731 39.590 56.531 83.181 33.572 249.028<br />
Bolzano-Bozen 398 582 458 733 1.118 455 3.744<br />
Trento 25.086 638 783 746 1.030 1.204 29.487<br />
Veneto 371 5.835 5.273 5.550 8.897 5.611 31.537<br />
Friuli-Venezia Giulia 401 1.037 673 880 1.446 869 5.306<br />
<strong>Liguria</strong> 4.559 2.765 3.535 9.406 13.331 5.007 38.603<br />
Emilia-Romagna 1.014 7.141 9.873 12.582 17.185 10.568 58.363<br />
Toscana 2.261 2.963 2.953 3.309 7.224 3.380 22.090<br />
Umbria 7.551 657 408 571 1.217 449 10.853<br />
Marche 2.799 1.347 503 716 1.488 721 7.574<br />
Lazio 525 3.726 2.781 2.999 6.357 3.166 19.554<br />
Abruzzo 1.806 277 608 336 238 341 3.606<br />
Molise 5.035 133 14 70 77 33 5.362<br />
Campania 281 1.110 1.179 1.100 2.676 941 7.287<br />
Puglia 104 668 500 724 1.016 795 3.807<br />
Basilicata 1.046 31 21 105 191 95 1.489<br />
Calabria 486 340 394 544 480 433 2.677<br />
Sicilia 208 660 467 773 1.091 1.281 4.480<br />
Sardegna 247 256 125 148 317 75 1.168<br />
TOTALE ITALIA 61.692 67.769 83.877 113.413 167.973 82.362 577.086
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE PRESENZE APT 'CINQUE TERRE E GOLFO DEI POETI'<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 6.128 5.474 5.988 7.502 14.395 7.200 46.687<br />
Valle d'Aosta 127 228 343 160 205 270 1.333<br />
Lombardia 12.263 14.946 17.415 23.920 42.319 17.488 128.351<br />
Bolzano-Bozen 812 866 500 649 346 602 3.775<br />
Trento 759 728 585 359 424 703 3.558<br />
Veneto 5.421 6.093 3.824 4.169 8.908 5.609 34.024<br />
Friuli-Venezia Giulia 1.263 1.034 767 657 939 1.479 6.139<br />
<strong>Liguria</strong> 3.352 3.270 3.877 7.241 7.457 3.990 29.187<br />
Emilia-Romagna 4.718 4.492 6.549 10.416 13.580 6.416 46.171<br />
Toscana 2.541 2.475 3.363 5.458 9.133 3.654 26.624<br />
Umbria 553 492 483 425 717 603 3.273<br />
Marche 804 851 956 593 1.693 1.245 6.142<br />
Lazio 4.281 6.238 4.553 5.583 8.698 5.919 35.272<br />
Abruzzo 325 414 304 222 360 302 1.927<br />
Molise 171 86 43 100 26 185 611<br />
Campania 2.336 2.498 1.766 2.013 2.731 2.072 13.416<br />
Puglia 1.764 2.101 1.694 1.634 2.079 1.692 10.964<br />
Basilicata 148 122 212 386 362 378 1.608<br />
Calabria 248 362 472 570 585 695 2.932<br />
Sicilia 1.569 1.596 1.576 1.642 1.438 1.308 9.129<br />
Sardegna 556 482 762 364 518 571 3.253<br />
TOTALE ITALIA 50.139 54.848 56.032 74.063 116.913 62.381 414.376
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE PRESENZE TOTALE REGIONE<br />
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALE<br />
Piemonte 82.413 106.372 244.201 315.394 425.789 219.414 1.393.583<br />
Valle d'Aosta 5.383 6.213 8.978 9.715 6.547 10.659 47.495<br />
Lombardia 232.190 299.483 479.059 541.713 801.100 362.284 2.715.829<br />
Bolzano-Bozen 2.757 3.616 2.362 3.283 3.299 2.751 18.068<br />
Trento 28.323 3.012 3.770 3.270 3.709 4.120 46.204<br />
Veneto 21.240 28.891 26.089 30.121 50.409 28.072 184.822<br />
Friuli-Venezia Giulia 4.157 5.615 4.370 5.233 6.892 5.229 31.496<br />
<strong>Liguria</strong> 25.146 23.851 33.136 68.201 74.658 34.748 259.740<br />
Emilia-Romagna 26.573 29.632 41.973 56.459 76.067 41.444 272.148<br />
Toscana 18.987 17.055 18.455 22.709 43.572 21.335 142.113<br />
Umbria 11.572 5.183 3.393 3.653 6.533 4.476 34.810<br />
Marche 10.009 5.959 4.140 3.551 9.640 6.782 40.081<br />
Lazio 40.859 32.766 33.027 33.836 50.305 29.251 220.044<br />
Abruzzo 5.528 4.232 3.548 3.905 5.351 4.617 27.181<br />
Molise 6.892 910 364 1.007 1.470 1.528 12.171<br />
Campania 21.744 18.310 14.530 18.298 32.459 18.709 124.050<br />
Puglia 12.055 11.035 11.185 11.274 17.952 11.615 75.116<br />
Basilicata 3.407 1.523 1.437 1.861 1.969 1.369 11.566<br />
Calabria 3.958 4.816 4.331 5.239 5.369 5.094 28.807<br />
Sicilia 12.444 10.887 9.379 12.300 14.953 11.580 71.543<br />
Sardegna 4.947 3.847 4.279 3.697 4.657 6.845 28.272<br />
TOTALE ITALIA 580.584 623.208 952.006 1.154.719 1.642.700 831.922 5.785.139
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE<br />
TOTALE REGIONE<br />
ARRIVI<br />
PRESENZE<br />
ALTRE REGIONI<br />
25,91%<br />
LOMBARDIA<br />
37,21%<br />
ALTRE REGIONI<br />
17,26%<br />
LOMBARDIA<br />
46,94%<br />
VENETO<br />
3,19%<br />
LAZIO<br />
3,80%<br />
VENETO<br />
4,40%<br />
EMILIA-ROMAGNA<br />
4,70%<br />
EMILIA-ROMAGNA<br />
5,45%<br />
LAZIO<br />
6,13%<br />
PIEMONTE<br />
20,90%<br />
PIEMONTE<br />
24,09%<br />
APRILE-SETTEMBRE 1997
PROVENIENZE DA REGIONI ITALIANE<br />
TOTALE REGIONE<br />
ARRIVI<br />
Lombardia<br />
Piemonte<br />
Lazio<br />
PRESENZE<br />
Lombardia<br />
Piemonte<br />
Emilia-Romagna<br />
Altre Regioni<br />
Altre Regioni<br />
120.000<br />
900.000<br />
800.000<br />
100.000<br />
700.000<br />
80.000<br />
600.000<br />
500.000<br />
60.000<br />
400.000<br />
40.000<br />
300.000<br />
200.000<br />
20.000<br />
100.000<br />
0<br />
APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE<br />
0<br />
APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE<br />
APRILE-SETTEMBRE 1997
I turisti dell’Est Europeo in <strong>Liguria</strong> nel semestre<br />
aprile - settembre 1997<br />
A partire dallo scorso anno, vengono rilevati anche i turisti dei nuovi<br />
Paesi dell’Est europeo.<br />
Anche in questo caso, come già visto per i turisti provenienti dalle altre<br />
regioni, occorre valutare che si può statisticamente fare un confronto<br />
territoriale, ma non temporale.<br />
Il fenomeno comunque rappresenta una tendenza di cui gli operatori<br />
turistici debbono tenere conto.<br />
Il paese più rappresentato è la Polonia subito seguita dalla Russia, gli<br />
altri seguono più distaccati.<br />
95
TURISMO PAESI DEL'EST 1997 APT 1 "RIVIERA DEI FIORI"<br />
ARRIVI 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 40 39 90 57 53 70 349<br />
Polonia 217 94 448 1058 718 851 3386<br />
Repubblica Ceca 2 132 50 53 110 103 450<br />
Russia 98 162 363 540 687 302 2152<br />
Slovacchia 9 39 10 46 8 10 122<br />
Slovenia 50 187 98 58 109 77 579<br />
Ungheria 10 98 153 245 104 87 697<br />
TOTALE 426 751 1212 2057 1789 1500 7735<br />
PRESENZE 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 65 76 217 193 166 204 921<br />
Polonia 294 178 1219 2701 1562 1284 7238<br />
Repubblica Ceca 2 137 252 716 583 448 2138<br />
Russia 216 536 2235 3788 4983 2081 13839<br />
Slovacchia 13 45 19 230 26 43 376<br />
Slovenia 74 253 264 491 417 384 1883<br />
Ungheria 14 189 412 826 508 167 2116<br />
TOTALE 678 1414 4618 8945 8245 4611 28511
TURISMO PAESI DELL'EST 1997 APT 2 "RIVIERA DELLE PALME"<br />
ARRIVI 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 39 22 31 63 20 25 200<br />
Polonia 27 100 495 792 481 670 2565<br />
Repubblica Ceca 8 40 293 419 266 228 1254<br />
Russia 108 132 873 335 323 306 2077<br />
Slovacchia 3 14 10 50 18 18 113<br />
Slovenia 24 22 45 79 48 88 306<br />
Ungheria 52 130 212 254 213 250 1111<br />
TOTALE 261 460 1959 1992 1369 1585 7626<br />
PRESENZE 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 296 75 201 498 285 345 1700<br />
Polonia 232 358 3093 7123 3586 4762 19154<br />
Repubblica Ceca 91 154 1299 3892 2173 2113 9722<br />
Russia 661 516 3540 5787 2988 2121 15613<br />
Slovacchia 34 16 26 412 154 162 804<br />
Slovenia 40 66 132 438 271 326 1273<br />
Ungheria 120 473 799 1684 2269 1530 6875<br />
TOTALE 1474 1658 9090 19834 11726 11359 55141
TURISMO PAESI DELL'EST 1997 APT 3 "GENOVA"<br />
ARRIVI 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 77 122 111 72 73 90 545<br />
Polonia 101 162 144 274 690 208 1579<br />
Repubblica Ceca 37 71 58 89 81 52 388<br />
Russia 201 251 327 392 571 442 2184<br />
Slovacchia 9 14 63 10 4 25 125<br />
Slovenia 55 56 47 57 37 41 293<br />
Ungheria 90 115 85 124 125 69 608<br />
TOTALE 570 791 835 1018 1581 927 5722<br />
PRESENZE 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 197 254 277 243 288 367 1626<br />
Polonia 501 554 378 664 1058 571 3726<br />
Repubblica Ceca 122 198 205 221 145 248 1139<br />
Russia 899 1111 1206 983 1095 1034 6328<br />
Slovacchia 17 40 278 43 47 82 507<br />
Slovenia 261 305 222 326 238 229 1581<br />
Ungheria 220 457 168 280 314 180 1619<br />
TOTALE 2217 2919 2734 2760 3185 2711 16526
TURISMO PAESI DELL'EST 1997 APT 4 "TIGULLIO"<br />
ARRIVI 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 24 10 13 29 18 18 112<br />
Polonia 16 65 33 55 63 102 334<br />
Repubblica Ceca 5 19 6 37 30 75 172<br />
Russia 81 81 128 177 277 80 824<br />
Slovacchia 0 3 35 33 12 15 98<br />
Slovenia 22 57 8 47 20 17 171<br />
Ungheria 2 23 11 43 43 24 146<br />
TOTALE 150 258 234 421 463 331 1857<br />
PRESENZE 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 48 27 28 254 115 187 659<br />
Polonia 19 149 137 323 378 219 1225<br />
Repubblica Ceca 9 36 20 88 99 195 447<br />
Russia 126 207 363 554 1387 378 3015<br />
Slovacchia 0 7 35 209 19 446 716<br />
Slovenia 59 101 10 222 96 372 860<br />
Ungheria 6 135 63 86 172 81 543<br />
TOTALE 267 662 656 1736 2266 1878 7465
TURISMO PAESI DELL'EST 1997 APT 5 "5 TERRE E GOLFO DEI POETI"<br />
ARRIVI 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 51 122 7 13 7 29 229<br />
Polonia 10 29 38 53 64 34 228<br />
Repubblica Ceca 12 8 16 54 17 15 122<br />
Russia 10 31 15 43 40 26 165<br />
Slovacchia 0 0 0 0 0 0 0<br />
Slovenia 12 25 67 41 25 71 241<br />
Ungheria 11 21 30 38 32 19 151<br />
TOTALE 106 236 173 242 185 194 1136<br />
PRESENZE 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 114 390 44 15 18 53 634<br />
Polonia 16 64 54 214 297 114 759<br />
Repubblica Ceca 38 14 27 189 55 91 414<br />
Russia 20 61 61 179 100 259 680<br />
Slovacchia 0 0 0 0 0 0 0<br />
Slovenia 14 29 154 267 135 121 720<br />
Ungheria 15 38 62 96 86 27 324<br />
TOTALE 217 596 402 960 691 665 3531
TURISMO PAESI DELL'EST 1997 REGIONE LIGURIA<br />
ARRIVI 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 231 315 252 234 171 232 1435<br />
Polonia 371 450 1158 2232 2016 1865 8092<br />
Repubblica Ceca 64 270 423 652 504 473 2386<br />
Russia 498 657 1706 1487 1898 1156 7402<br />
Slovacchia 21 70 118 139 42 68 458<br />
Slovenia 163 347 265 282 239 294 1590<br />
Ungheria 165 387 491 704 517 449 2713<br />
TOTALE 1513 2496 4413 5730 5387 4537 24076<br />
PRESENZE 1997<br />
Paesi di provenienza Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
Croazia 720 822 767 1203 872 1156 5540<br />
Polonia 1062 1303 4881 11025 6881 6950 32102<br />
Repubblica Ceca 262 539 1803 5106 3055 3095 13860<br />
Russia 1922 2431 7405 11291 10553 5873 39475<br />
Slovacchia 64 108 358 894 246 733 2403<br />
Slovenia 448 754 782 1744 1157 1432 6317<br />
Ungheria 375 1292 1504 2972 3349 1985 11477<br />
TOTALE 4853 7249 17500 34235 26113 21224 111174
ARRIVI PAESI DELL’EST EUROPEO<br />
Ungheria<br />
11%<br />
Croazia<br />
6%<br />
Slovenia<br />
7%<br />
Slovacchia<br />
2%<br />
Polonia<br />
33%<br />
Croazia<br />
Polonia<br />
Repubblica Ceca<br />
Russia<br />
Slovacchia<br />
Slovenia<br />
Ungheria<br />
Russia<br />
31%<br />
Repubblica Ceca<br />
10%<br />
6000<br />
5000<br />
4000<br />
3000<br />
2000<br />
1000<br />
0<br />
Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre<br />
102
PRESENZE PAESI DELL’EST EUROPEO<br />
Ungheria<br />
10%<br />
Croazia<br />
5%<br />
Slovenia<br />
6%<br />
Slovacchia<br />
2%<br />
Polonia<br />
29%<br />
Croazia<br />
Polonia<br />
Repubblica Ceca<br />
Russia<br />
Slovacchia<br />
Slovenia<br />
Ungheria<br />
Russia<br />
36%<br />
Repubblica Ceca<br />
12%<br />
35000<br />
30000<br />
25000<br />
20000<br />
15000<br />
10000<br />
5000<br />
0<br />
Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre<br />
103
Orto Botanico di Genova e i giardini botanici<br />
Hanbury<br />
Orto Botanico di Genova<br />
L’Orto Botanico dell’Università di Genova fu fondato nel 1803 dal<br />
nascente Ateneo della Repubblica di Genova con l’intento di creare una<br />
scuola di Botanica per medici, speziali e naturalisti. Basato principalmente<br />
nella coltivazione dei Semplici si è con il tempo sviluppato ed ampliato sia<br />
strutturalmente, con la costruzione di numerose serre, sia scientificamente<br />
con l’acquisizione di ricche collezioni di specie esotiche (in particolare felci e<br />
cycadacee). L’Orto Botanico raggiunse il suo apice alla fine del XIX secolo<br />
ma è rimasto sino ad oggi il punto di riferimento per la cultura botanica in<br />
<strong>Liguria</strong>. Presso l’Orto Botanico di Genova hanno lavorato illustri botanici tra<br />
i quali ricordiamo Domenico Viviani, Giuseppe De Notaris, Ottone Penzig,<br />
Augusto Beguinot, Federico Delpino ecc. Le sue collezioni, nell’evoluzione<br />
della storia del giardino, sono state oggetto di una continua crescita e con i<br />
loro 1600 taxa (per una superficie di un solo ettaro) rappresentano oggi un<br />
ricco patrimonio culturale e scientifico, stimato e riconosciuto dal mondo<br />
scientifico.<br />
Molte sono le attività e le ricerche condotte nell’Istituto ed Orto<br />
Botanico riguardanti i seguenti rami della Botanica: Botanica farmaceutica,<br />
Biologia molecolare, Differenziamento e Citologia, Fisiologia vegetale e<br />
morfo-fisiologia, Geobotanica e Tassonomia vegetale, Lichenologia,<br />
Micologia, Micocenologia e Palinologia.<br />
L’intensa attività di ricerca e accademica non era però purtroppo<br />
compensata da una diffusione e promozione della Botanica nell’ambito<br />
culturale della regione. Il grande potenziale didattico dell’Orto non veniva<br />
ancora espresso all’esterno per la mancata apertura al pubblico. La<br />
cittadinanza, al contrario, aveva ripetutamente espresso il desiderio di poter<br />
sfruttare l’Orto Botanico quale fonte culturale.<br />
Tra le attività di promozione culturale, in collaborazione con la Ditta<br />
Gias 1 saranno proposti corsi di aggiornamento a carattere scientifico, per<br />
1 Dal 9 dicembre 1997 l’Orto Botanico “Hanbury” dell’Università degli Studi di Genova è aperto al pubblico<br />
tramite un servizio di visite condotte da guide naturalistiche laureate con tesi d i Botanica. Il servizio è gestito dalla<br />
Progetto Gias Società Cooperative r.l. con sede sociale in Genova, Vico dell’Agnello 2/23, 16124 tel. 252820 -<br />
servizio di segreteria telefonica).<br />
Sono previste visite guidate secondo i seguenti calendari e orari:<br />
Lunedì - Venerdì dalle h. 8.30 alle h. 13.00 a scolaresche di ogni ordine e grado e dalle h. 15.00 alle h. 19.00 a<br />
scolaresche, associazioni culturali e gruppi di privati.<br />
Sabato - Domenica dalle h. 9.00 alle h. 13.00 ad associazioni culturali e gruppi di privati (su richiesta al Direttore) e<br />
dalle h. 9.00 alle h. 13.00 ad associazioni culturali e gruppi di privati (su richiesta al Direttore).<br />
104
l’anno scolastico 1997-1998 sono previsti i seguenti corsi per insegnanti<br />
elementari e di scuole medie inferiori:<br />
L’Orto come laboratorio, l’Orto come scuola (febbraio)<br />
Intorno al mondo verde (marzo)<br />
Le piante e i loro partners (aprile-maggio).<br />
Per ulteriori informazioni storiche sull’Orto Botanico di Genova è<br />
possibile consultare la pagine Web in Internet nel sito:<br />
http//astr17.difi.unipi.it/∼gianni/Genova/obge_home.html.<br />
Giardini Botanici Hanbury<br />
I giardini Botanici Hanbury ebbero origine nel 1867, quando Thomas<br />
Hanbury, in vacanza sulla Costa Azzurra, rimase colpito dalla bellezza di<br />
Capo Mortola, vicino a Ventimiglia, e cominciò ad acquistare, pezzo per<br />
pezzo, parte del terreno che sarebbe poi diventato di diciotto ettari.<br />
Thomas Hanbury, molto ricco, aveva viaggiato specialmente in<br />
Estremo Oriente e pensò di fare di questa piccola area un complesso che<br />
raccogliesse piante esotiche provenienti dai paesi più diversi, facendosi<br />
aiutare dal fratello Daniel, farmacista, che venne dall’Inghilterra a questo<br />
scopo.<br />
Ben presto ogni cosa fu trasformata: la Villa Orengo, acquistata<br />
anch’essa insieme con il terreno, venne restaurata, rustici furono costruiti e<br />
riadattati, la terra venne dissodata per accogliere piante e semi.<br />
Nella costruzione del giardino furono chiamati valenti botanici dalla<br />
Germania e incominciarono gli scambi di giardinieri e di studiosi con l’estero,<br />
specialmente con i Giardini di Kew. Alla morte di Sir Thomas, i Giardini<br />
erano conosciuti in tutto il mondo per la loro ricchezza di piante tropicali e<br />
subtropicali, nonchè per la grande varietà di esemplari della macchia<br />
mediterranea.<br />
Il figlio di Thomas, Cecil, lasciò il giardino in mano alla moglie<br />
Dorothy, la quale diede impulso non tanto all’ingente patrimonio botanico,<br />
quanto all’aspetto paesaggistico del giardino stesso.<br />
La seconda guerra mondiale provocò l’abbandono del giardino e il<br />
passaggio delle truppe in cammino verso la Francia distrusse o danneggiò<br />
buona parte di quello che faceva del giardino una rarità botanica e<br />
paesaggistica.<br />
105
Nel 1960 Lady Dorothy dovette vendere i Giardini allo Stato Italiano,<br />
che li diede in gestione all’Istituto Internazionale di Studi Liguri, il quale<br />
cercò in tutti i modi di curare le profonde ferite che il giardino aveva<br />
ricevuto. Neppure l’Istituto, però, ebbe i fondi sufficienti per continuare ad<br />
occuparsi di un bene tanto impegnativo: dopo poco più di vent’anni lo lasciò,<br />
ed esso venne dato in gestione all’Università di Genova, che cominciò a<br />
lavorarvi nel 1987. Alberi e arbusti presenti secondo il Catalogo del 1912<br />
erano per la maggior parte morti, grossi ceppi impedivano di lavorare la<br />
terra, quasi tutte le zone del giardino apparivano invase da erbe selvatiche.<br />
Ben diversa è la realtà attuale, dopo gli interventi che si stanno portando<br />
avanti.<br />
Tra i numerosi giardini italiani e stranieri che si possono visitare oggi, i<br />
Giardini Botanici Hanbury occupano un posto tutto speciale. Si tratta, infatti,<br />
di una eccezionale area di acclimatazione dove piante esotiche, provenienti<br />
dalle regioni più diverse del mondo, convivono all’aperto anche se al di fuori<br />
del loro ambiente naturale. Il visitatore non può aspettarsi di vedere un<br />
giardino ricco di bordure e prati pettinati: si tratta piuttosto di un insieme di<br />
piante che vivono liberamente, fioriscono, fruttificano e producono semi<br />
fertili, completando così il cielo biologico che hanno in natura.<br />
Sono caratteristiche del giardino particolari zone volute dagli Hanbury<br />
quali il Giardino Giapponese, la Foresta Australiana, la collezione di rose,<br />
quella di succulente, il Giardino dei Profumi e tante altre aree<br />
scientificamente molto rilevanti. 2<br />
2 Dal 1987 i Giardini Botanici Hanbury dell’Università degli Studi di Genova sono aperti al pubblico. Il<br />
servizio è gestito dalla Omnia Società Cooperativa r.l. con sede sociale in Perinaldo (IM), loc. Convento, 18030 (tel.<br />
0184/672397).<br />
Gli orari di visita del giardino sono i seguenti:<br />
1 ottobre - 31 marzo<br />
Lunedì - Domenica dalle h. 10.00 alle h. 16.00<br />
Chiuso il Mercoledì.<br />
1 aprile - 14 giugno<br />
Lunedì - Domenica dalle h. 10.00 alle h. 17.00<br />
Chiuso Mercoledì<br />
15 giugno-30 settembre<br />
Lunedì - Domenica dalle h. 9.00 alle h. 18.00.<br />
106
I turisti<br />
Nell’ultimo anno hanno visitato i Giardini Botanici Hanbury 58.000<br />
persone, di cui 13.000 visitatori stranieri. Nelle pagine successive sono<br />
indicati i visitatori dei giardini per nazionalità e nei diversi mesi dell’anno. E’<br />
interessante notare come i giardini siano visitati in notevole misura anche da<br />
turisti stranieri, oltre il 20% del totale, in special modo tedeschi, francesi e<br />
inglesi. L’andamento temporale dei visitatori, con un pieno nei mesi<br />
primaverili, denota un turismo particolarmente attento e interessato alla<br />
materia.<br />
ANDAMENTO VISITATORI ANNO 1997<br />
12000<br />
10000<br />
8000<br />
6000<br />
Italia<br />
Totale paganti<br />
4000<br />
2000<br />
0<br />
Gennaio<br />
Febbraio<br />
Marzo<br />
Aprile<br />
Maggio<br />
Giugno<br />
Luglio<br />
Agosto<br />
Settembre<br />
Ottobre<br />
Novembre<br />
Dicembre<br />
TOTALE VISITATORI ANNO 1997<br />
Francia<br />
7%<br />
Inghilterra<br />
4%<br />
Altri<br />
2%<br />
Germania<br />
8%<br />
Italia<br />
Germania<br />
Francia<br />
Inghilterra<br />
Altri<br />
Italia<br />
79%<br />
107
NUMERO VISITATORI PAGANTI ANNO 1997<br />
Paesi di Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale<br />
provenienza<br />
Italia 813 1464 5921 9375 7855 3744 3502 4853 3488 2230 1143 1246 45634<br />
Germania 51 145 455 557 950 502 573 599 484 343 56 82 4797<br />
Francia 91 188 394 647 658 255 400 468 251 324 138 217 4031<br />
Inghilterra 25 103 225 352 372 244 207 291 337 212 71 50 2489<br />
Olanda 4 22 52 66 69 101 205 106 69 41 7 10 752<br />
Svizzera 2 6 35 56 4 4 7 4 5 123<br />
Altri paesi 6 12 42 82 98 57 104 7 19 114 14 13 568<br />
Totale<br />
992 1940 7124 11135 10006 4907 4998 6328 4648 3264 1434 1618 58394<br />
paganti<br />
Totale<br />
stranieri<br />
179 476 1203 1760 2151 1163 1496 1475 1160 1034 291 372 12760<br />
108
PER APPROFONDIRE<br />
ISTAT: “STATISTICHE DEL TURISMO “ ANNUARI.<br />
“TURISMO IN LIGURIA” - Evoluzione della domanda negli anni ‘90 -<br />
Prospettive per il 2000” X Rapporto OSE.<br />
ILRES - GENOVA 1998.<br />
REGIONE LIGURIA: “STATISTICHE DEL TURISMO” - GENOVA<br />
1998.<br />
109
110
LAVORO<br />
La prima parte di questo capitolo riporta le stime e le tendenze<br />
dell’economia sommersa con l’illustrazione di nuove metodologie di<br />
rilevazione rese necessarie dalla difficoltà di stima del fenomeno, la<br />
seconda parte è invece dedicata agli esiti occupazionali dei corsi di<br />
formazione professionale terminati nel 1995 ed effettuati nel corso del<br />
1997. Il secondo capitolo riporta poi tutta una serie di rilievi e<br />
considerazioni sui qualificati dei corsi di formazione professionale, ma<br />
estendibili a tutti coloro che sono in cerca di occupazione.<br />
111
Stime e tendenze di medio periodo dell’economia<br />
sommersa<br />
Negli anni più recenti, a fronte dei gravi problemi di inoccupazione<br />
comuni a gran parte dei paesi industrializzati e dei rilevanti squilibri tra le<br />
regioni forti e le regioni deboli dell’Europa, si è dibattuto molto sulla<br />
rilevanza del mercato del lavoro sommerso e sulle connessioni tra la presenza<br />
d’attività produttive non osservate e una serie di fenomeni tra cui il livello dei<br />
tassi di disoccupazione, il dualismo territoriale, la capacità di creazione di<br />
nuovi posti di lavoro, la flessibilità occupazionale e salariale dei lavoratori, le<br />
politiche del lavoro.<br />
Data la scarsità di statistiche sul fenomeno, nel dibattito si è fatto<br />
spesso ricorso a misure del lavoro sommerso diverse o sovrapposte, derivate<br />
da indagini frammentarie e con accentuate caratteristiche localistiche che, in<br />
generale, comportano una sostenuta variabilità spaziale (e temporale) delle<br />
stime e l’incapacità di monitorare nel tempo l’evoluzione della non regolarità<br />
lavorativa. In tale situazione, cresce l’importanza del ruolo della statistica<br />
ufficiale nel cogliere dimensioni e caratteristiche di un fenomeno così<br />
complesso quanto rilevante nell’economia del paese; crescono, inoltre, i<br />
vantaggi degli approcci di tipo macroeconomico che si basano sull’utilizzo<br />
congiunto di più fonti informative e di diverse metodologie per giungere a<br />
una quantificazione per l’intero sistema che possa essere ripetuta nel tempo e<br />
nello spazio ottenendo risultati coerenti tra loro.<br />
La dimensione del fenomeno come stimato dall’Istat, è rilevante: nel<br />
1996 oltre il 20% (quasi 5 milioni di unità di lavoro) dell’input di lavoro è<br />
costituito da lavoro non regolare.<br />
I problemi connessi alle fonti d’informazione<br />
L’economia italiana è da tempo caratterizzata dalla forte presenza<br />
d’attività produttive di piccole dimensioni, spesso non registrate, e da un<br />
mercato del lavoro prevalentemente segmentato in cui la quota di lavoratori<br />
non regolari, nascosti al fisco e agli istituti di previdenza e non osservati<br />
direttamente dalle statistiche è rilevante e tendenzialmente crescente nel<br />
tempo.<br />
Questo è il motivo per cui i problemi di stima delle dimensioni<br />
dell’occupazione sommersa e della disoccupazione occulta costituiscono uno<br />
dei temi dominanti delle ricerche sul mercato del lavoro già dalla prima metà<br />
degli anni settanta. Le riflessioni di quel periodo comportano una profonda<br />
revisione dell’indagine sulle forze di lavoro (a partire dal 1977) che si<br />
tradusse, in particolare, nella modifica delle definizioni di occupazione e<br />
disoccupazione con l’intento di rilevare un numero più consistente di forze<br />
112
lavoro e, al contempo, di cogliere forme più marginali di partecipazione<br />
all’attività produttiva.<br />
Nel decennio successivo, la revisione degli schemi di contabilità<br />
nazionale ha consentito di migliorare l’informazione economica prodotta<br />
fornendo delle stime degli aggregati economici e del lavoro non regolare che<br />
contribuiscono a rendere più esaustiva la misura del PIL.<br />
Dal lato occupazionale, in particolare, si vuole misurare quanto lo<br />
sviluppo delle occupazioni terziarie e della piccola impresa, spesso ai margini<br />
della legalità fiscale e contributiva, unitamente alla crescita della presenza di<br />
nuovi occupati (ad esempio, gli stranieri irregolari e clandestini) e nuove<br />
forme occupazionali e contrattuali (il tempo parziale, il lavoro a tempo<br />
determinato e non continuo, la doppia attività) abbiano contribuito ad<br />
accrescere la presenza d’occupazioni non regolari nel tempo.<br />
La metodologia sviluppata nella seconda metà degli anni ‘80,<br />
nell’ambito dei Conti economici nazionali, parte dall’assunto che le indagini<br />
presso le famiglie (censimento della popolazione e indagine sulle forze di<br />
lavoro) siano in grado di cogliere parte del lavoro non regolare, almeno nei<br />
suoi aspetti più visibili, e che questo fenomeno possa essere misurato<br />
confrontando tali informazioni con altre fonti dal lato della domanda (le<br />
imprese). Si ritiene, in particolare, che le famiglie abbiano meno interesse<br />
delle imprese a nascondere la propria condizione effettiva e che, di<br />
conseguenza, il confronto integrato di più fonti informative, facendo<br />
emergere le discrepanze tra le diverse stime dell’occupazione, consenta di<br />
cogliere meglio l’insieme delle diverse attività di lavoro o posizioni<br />
lavorative, sia regolari sia non regolari, che caratterizzano il mercato del<br />
lavoro.<br />
In questi ultimi anni, la rapida crescita del numero dei disoccupati e la<br />
persistenza di tassi di attività nettamente inferiori alla media europea in talune<br />
aree del paese, ha riacceso il dibattito sull’affidabilità degli indicatori<br />
dell’occupazione e della disoccupazione. Le differenze territoriali sono<br />
spesso attribuite all’esistenza di un’economia sommersa che le statistiche<br />
ufficiali sulle forze di lavoro non riescono a cogliere, forse a causa della<br />
diminuita capacità informativa delle indagini svolte presso le famiglie.<br />
Tra i fattori di natura statistica, che potrebbero aver contribuito a<br />
modificare la capacità dell’indagine sulle forze di lavoro di rilevare gli<br />
occupati regolari quanto quelli non regolari (perchè non iscritti nei libri paga<br />
delle imprese, o perchè lavoratori saltuari o in quanto lavoratori presso il<br />
proprio domicilio) può essere considerata la maggiore reticenza<br />
dell’intervistato rispetto al passato a dichiarare la propria effettiva<br />
condizione, motivata dal timore di essere soggetti a controlli da parte delle<br />
autorità fiscali e previdenziali.<br />
113
Si ritiene, inoltre, che lavorare nell’economia sommersa, in un’attività<br />
che non corrisponde alle proprie aspirazioni, spingerebbe molti intervistati, in<br />
particolare giovani, a nascondere la propria condizione. Le statistiche ufficiali<br />
potrebbero in questo caso sovrastimare l’ammontare dei disoccupati e quello<br />
delle non forze di lavoro (in particolare, casalinghe, studenti e pensionati).<br />
Questa situazione tenderebbe a verificarsi prevalentemente nel Mezzogiorno,<br />
dove gli elevati tassi di disoccupazione non sarebbero giustificati dai livelli di<br />
consumo e di reddito.<br />
A questo si aggiunge una minor propensione delle persone in cerca di<br />
prima occupazione ad accettare la propria condizione di occupato, in<br />
presenza di attività precarie, a termine, non a tempo pieno che la<br />
deregolamentazione del mercato del lavoro negli ultimi anni ha contribuito ad<br />
accrescere.<br />
Tali ipotesi sono sottoposte a verifica nella revisione attualmente in<br />
corso delle stime di contabilità nazionale. In questa operazione si dovrà,<br />
infatti, valutare se il modello progettato e realizzato negli anni ‘80 è ancora<br />
valido, anche in relazione alle notevoli modifiche che il mercato del lavoro ha<br />
subito negli ultimi anni.<br />
Il mercato del lavoro regolare e non regolare<br />
Al fine di tenere conto delle varie forme e tipologie occupazionali,<br />
nonchè del diverso impegno orario delle prestazioni offerte da ciascun<br />
lavoratore che partecipa alla produzione del reddito del paese, la contabilità<br />
nazionale stima il volume di lavoro non solo in termini di persone fisiche<br />
occupate ma anche in base al numero delle attività lavorative prestate<br />
distinguendole in principali e secondarie, continuative e non continuative, a<br />
tempo pieno e a tempo parziale, regolari e non regolari.<br />
Nell’eccezione della contabilità nazionale, in particolare, il distinguo tra<br />
lavoro regolare e non regolare si basa sia sulla non visibilità fiscale e<br />
contributiva delle prestazioni lavorative offerte, sia sulle diversità di impegno<br />
lavorativo che caratterizzano alcune categorie lavorative (gli irregolari, gli<br />
occupati non dichiaratisi, gli stranieri non residenti, il secondo lavoro).<br />
Le posizioni lavorative secondarie e a tempo parziale vengono<br />
successivamente trasformate in unità di lavoro omogeneo, presupponendo<br />
per queste prestazioni la parità di impegno orario rispetto alla quantità di<br />
lavoro prestata nella stessa attività da un occupato a tempo pieno e la<br />
continuità lavorativa nel tempo della prestazione offerta.<br />
Le unità di lavoro rappresentano, quindi, un concetto che avvicina le<br />
stime di contabilità nazionale alla misura dell’occupazione in termini di ore<br />
lavorate e le allontana dal concetto di occupazione delle indagini dirette,<br />
114
come ad esempio quella sulle forze di lavoro, che misurano principalmente il<br />
numero di persone occupate.<br />
Le stime elaborate fino a oggi sul volume di lavoro sotteso alla<br />
produzione del reddito evidenziano, a livello nazionale, la sostenuta crescita<br />
delle unità di lavoro non regolari dal 1980 fino al 1991 e la successiva<br />
inversione del trend che porta le unità di lavoro non regolari su dei livelli di<br />
poco superiori a quelli di inizio periodo.<br />
La fase recessiva iniziata nel terzo trimestre del 1992 interrompe,<br />
quindi, una dinamica occupazionale tendenzialmente positiva anche per il<br />
lavoro non regolare, che era basata sulla rapida evoluzione del doppio lavoro<br />
e della componente straniera non residente.<br />
Nel 1996 il lavoro non regolare si attesta intorno ai 4 milioni e 975<br />
unità di lavoro, a fronte di un’occupazione regolare di circa 17 milioni e 298<br />
mila unità, e rappresenta il 22,3% del volume di lavoro complessivamente<br />
impiegato nella produzione di beni e servizi.<br />
Al forte incremento del volume di lavoro non regolare registrato dal<br />
1980 al 1991 (+6,8%) fa da contrappunto l’andamento negativo dell’ultimo<br />
ciclo economico che ha penalizzato il volume di lavoro non regolare (-6,3%)<br />
in misura maggiore rispetto al lavoro regolare (-5%).<br />
Nel corso degli ultimi diciassette anni si è notevolmente modificata<br />
anche la composizione del lavoro non regolare per categoria (irregolari,<br />
occupati non dichiaratisi, stranieri non residenti e secondo lavoro) a favore<br />
del secondo lavoro e degli stranieri non residenti.<br />
Agli inizi degli anni ottanta le unità di lavoro irregolari, costituite dai<br />
dipendenti non iscritti nei libri paga delle imprese e dagli indipendenti che<br />
lavorano in unità di produzione difficilmente individuabili (il proprio<br />
domicilio o unità mobili come quelle utilizzate dagli ambulanti),<br />
rappresentano più del 51% delle unità di lavoro non regolari. Nel 1996 il<br />
peso di tale componente è ancora rilevante in termini assoluti (2 milioni e 240<br />
mila unità di lavoro) ma meno consistente in termini relativi (il 45%<br />
dell’input di lavoro sommerso); queste unità sono costituite in prevalenza da<br />
lavoratori dipendenti (62,5%), concentrati prevalentemente nel settore<br />
industriale (40%) ma presenti in modo consistente anche nel settore dei<br />
servizi privati (32,3%).<br />
In teoria, gli irregolari rappresentano l’insieme delle unità del tutto<br />
nascoste al fisco e agli istituti di previdenza o non registrate per problemi<br />
connessi al non aggiornamento del sistema statistico.<br />
La tendenziale contrazione di questo insieme di unità nel tempo<br />
rispetto al volume complessivo di lavoro può essere motivata da un fattore<br />
economico, la crescita della visibilità delle prestazioni lavorative, oppure da<br />
un fattore statistico la riduzione del divario tra il numero degli occupati<br />
115
ilevato dalle indagine presso le famiglie rispetto a quello derivato dalle<br />
indagine presso le imprese.<br />
Un altro importante fattore di non regolarità è rappresentato dalla<br />
seconda attività lavorativa il cui peso è andato crescendo nel tempo (30,3%<br />
delle unità non regolari nel 1980 e 35,7% nel 1996). Nel 1996 le unità di<br />
secondo lavoro risultano pari a un milione e 776 mila unità e riguardano<br />
prevalentemente le attività di carattere autonomo.<br />
Ciò non vuol dire che i lavoratori indipendenti abbiano una maggiore<br />
propensione al doppio lavoro, ma piuttosto che i dipendenti assumono<br />
presumibilmente una posizione lavorativa autonoma nell’ambito della<br />
seconda attività. Le ragioni di tale comportamento sono da ricercare sia nelle<br />
trasformazioni settoriali in atto, che creano maggiori opportunità di lavoro<br />
nel settore dei servizi privati e per tipologie di lavoro informali e poco<br />
qualificate, sia nella maggior accettazione del rischio e dell’incertezza<br />
economica dell’attività autonoma da parte del lavoratore che ha la garanzia<br />
della prima occupazione.<br />
Un’altra importante componente dell’occupazione non regolare è<br />
rappresentata dai lavoratori stranieri non residenti che con 697 mila unità<br />
rappresentano il 14% dell’occupazione non regolare. Questa categoria<br />
comprende prevalentemente i lavoratori stranieri presenti sul territorio<br />
nazionale in modo irregolare dal punto di vista delle norme che disciplinano il<br />
soggiorno in Italia e di quelle contributivo-previdenziali che regolano i<br />
rapporti di lavoro.<br />
Nel 1980 la contabilità nazionale stimava in 274 mila gli stranieri non<br />
residenti che si distribuivano nelle branche dell’agricoltura e della pesca,<br />
dell’industria meccanica, nel settore edile, nel commercio, negli alberghi e<br />
pubblici esercizi ed, infine, nei trasporti e nella branca dei servizi domestici<br />
offerti alle famiglie. A partire da quella data, le stime di contabilità sono più<br />
che raddoppiate, in particolare nel comparto dei servizi domestici; data la<br />
minor crescita delle altre componenti dell’occupazione non regolare, ciò ha<br />
comportato un aumento relativo degli stranieri sull’occupazione complessiva<br />
piuttosto sensibile (dall’1,2% del 1980 al 3,1% del 1996).<br />
Una componente sempre meno rilevante e tendenzialmente in<br />
diminuzione è quella delle unità che non si dichiarano occupate ma che<br />
svolgono alcune ore di lavoro; in passato tale componente, composta in gran<br />
parte da lavoratori autonomi, assumeva un ruolo piuttosto consistente (588<br />
mila circa nel 1980) e andava a incrementare il numero degli occupati<br />
dichiarati dell’indagine, mentre negli ultimi anni il loro peso diventa sempre<br />
più marginale. Questa riduzione potrebbe essere, in parte, causata da una<br />
modificazione metodologica dell’indagine sulle forze di lavoro che nella<br />
nuova edizione ha adottato una diversa procedura di imputazione di dati<br />
mancanti: una parte dei soggetti che in precedenza venivano classificati tra i<br />
116
non occupati con ore lavorate, ora, vengono inclusi tra gli occupati<br />
dichiarati.<br />
A livello settoriale, dal 1980 a oggi il lavoro non regolare in termini<br />
assoluti è cresciuto nei servizi privati ed è andato diminuendo nel settore<br />
industriale; in agricoltura, la forte crisi strutturale del settore ha investito<br />
anche le unità di lavoro non regolari che si contraggono per la fuoriuscita dei<br />
familiari coadiuvanti, sempre più attratti da occupazioni in altri settori<br />
produttivi, solo in parte compensata dalla crescita dell’occupazione straniera.<br />
Le differenze settoriali aumentano e sono ancora più evidenti se si<br />
misura l’incidenza delle unità di lavoro irregolari sull’occupazione<br />
complessiva a livello di singolo comparto produttivo.<br />
Nel 1996 in agricoltura l’occupazione si caratterizza per essere<br />
prevalentemente non regolare. All’interno del settore industriale, la<br />
componente non regolare è prevalentemente concentrata nelle attività<br />
manufatturiere tradizionali, come il tessile e l’abbigliamento e gli altri<br />
prodotti alimentari.<br />
L’incidenza dell’occupazione non regolare che opera nelle attività<br />
terziarie offrendo i propri servizi alle imprese e alle famiglie risulta notevole<br />
nel comparto dei trasporti interni (54,1%), e marittimi e aerei (54,8%);<br />
piuttosto sostenuta, inoltre, è la quota di irregolari presente nel comparto<br />
degli alberghi e dei pubblici esercizi (38,7%), in quello delle attività connesse<br />
ai trasporti (26,6%) e in quello dei servizi di collaborazione domestica<br />
(54,1%) dove rilevante e crescente nel tempo è la presenza di lavoratori<br />
stranieri sia regolari sia irregolari e clandestini.<br />
Nei servizi cresce in modo rilevante la seconda attività lavorativa,<br />
specialmente tra i lavoratori autonomi, che negli ultimi anni si era ridotta per<br />
effetto anche delle normative fiscali più restrittive (minimum tax), ma<br />
altrettanto sostenuta è la crescita degli irregolari tra i lavoratori dipendenti;<br />
nel settore industriale, aumenta in modo più marcato la non regolarità<br />
lavorativa tra i dipendenti, mentre si riduce il peso di comportamenti<br />
lavorativi informali tra gli indipendenti.<br />
Le stime sull’input di lavoro regolare e non regolare elaborate a livello<br />
di ripartizione territoriale mettono in risalto i divari strutturali che<br />
caratterizzano le diverse aree del paese evidenziando come la rilevanza del<br />
fenomeno del sommerso assuma un peso preponderante nel Mezzogiorno<br />
d’Italia rispetto al Centro-Nord.<br />
Gli ultimi dati disponibili che risalgono al 1994, rilevano come dal 1980<br />
ad oggi nel Mezzogiorno il volume di lavoro non regolare sia andato<br />
progressivamente crescendo nel tempo: nel 1980 il 33,3% delle unità di<br />
lavoro complessive nel Mezzogiorno risulta non regolare (il 16,2% nel<br />
117
Centro-Nord) mentre nel 1994 tale quota sale al 33,8%(il 17,9% nel Centro-<br />
Nord).<br />
La componente non regolare nel Mezzogiorno si caratterizza per una<br />
rilevante presenza di occupati irregolari e di stranieri non residenti; al Centro-<br />
Nord sono le seconde attività lavorative che hanno una rilevanza maggiore<br />
mentre gli irregolari rappresentano una quota più ristretta delle unità di<br />
lavoro complessive.<br />
In realtà, la maggiore presenza di irregolari nel Mezzogiorno è dovuta<br />
alla composizione settoriale dell’occupazione in quest’area dove il settore<br />
agricolo e l’occupazione avventizia e stagionale a esso associata assumono<br />
un peso rilevante. In particolare, nel Mezzogiorno le unità di lavoro non<br />
regolari nel settore agricolo raggiungono l’82,5% delle unità di lavoro<br />
complessive mentre inferiore risulta l’irregolarità lavorativa presente negli<br />
altri settori (il 28,8% nei servizi privata al Sud contro il 19,3% nel Centro-<br />
Nord).<br />
Incidenza delle unità di lavoro regolari e non regolari sul totale delle unità di lavoro<br />
(composizione percentuale)<br />
ANNI<br />
Unità di lavoro 1980 1985 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996<br />
Dipendenti 69,8 68,1 68,7 68,6 68,9 69,1 69 68,8 68,8<br />
Regolari 59,2 56,7 56,7 56,6 56,6 56,9 56,9 56,8 56,9<br />
Non regolari 10,7 11,4 12 12 12,3 12,1 12,1 12,1 11,9<br />
Irregolari 6,7 6,2 6,5 6,6 6,8 6,6 6,4 6,3 6,3<br />
Occupati non dichiarati con ore 1,2 1,3 1,1 1 1 0,6 0,5 0,6 0,5<br />
Stranieri non residenti 1,2 2,2 2,5 2,5 2,6 2,8 3 3,1 3,1<br />
Secondo lavoro 1,5 1,7 1,9 1,9 2 2,1 2,1 2,1 2,1<br />
Indipendenti 30,2 31,9 31,3 31,4 31,1 30,9 31 31,2 31,2<br />
Regolari 19,7 20,8 20,7 20,8 20,8 20,4 20,5 20,7 20,8<br />
Non regolari 10,4 11,1 10,6 10,6 10,3 10,5 10,5 10,4 10,4<br />
Irregolari 4,1 4,1 3,9 3,9 3,9 3,8 3,8 3,8 3,8<br />
Occupati non dichiarati con ore 1,4 1 0,7 0,7 0,8 0,9 0,7 0,7 0,7<br />
Stranieri non residenti 0 0 0 0 0 0 0 0 0<br />
Secondo lavoro 4,9 5,9 6 6 5,7 5,7 5,9 5,9 5,9<br />
Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100<br />
Regolari 78,9 77,5 77,5 77,4 77,4 77,4 77,4 77,5 77,7<br />
Non regolari 21,1 22,5 22,5 22,6 22,6 22,6 22,6 22,5 22,3<br />
Irregolari 10,8 10,3 10,4 10,5 10,6 10,5 10,3 10,1 10,1<br />
Occupati non dichiarati con ore 2,7 2,3 1,8 1,7 1,7 1,5 1,3 1,3 1,2<br />
Stranieri non residenti 1,2 2,2 2,5 2,5 2,6 2,8 3 3,1 3,1<br />
Secondo lavoro 6,4 7,7 7,9 7,9 7,6 7,8 8,1 8 8<br />
118
Incidenza delle unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (a) per posizione nella<br />
professione e settore di attività economica.<br />
Anni<br />
Posizione nella professione 1980 1985 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996<br />
Agricoltura<br />
Dipendenti 75,5 81,4 89,4 90 90,3 90 89,1 89,5 89,7<br />
Indipendenti 46,1 52,9 58,2 60,6 61,5 63,7 64,4 64,6 65,5<br />
Totale 55,3 61,5 68,6 69,9 71,1 72,4 72,3 72,6 73,4<br />
Industria<br />
Dipendenti 11,2 13,2 13,9 14,4 15 15,2 15,1 15,1 15,1<br />
Indipendenti 30 29,5 29 28,8 28,8 29,9 28,9 28,6 28,7<br />
Totale 14,3 16,3 16,8 17,2 17,7 18,1 18 18 18<br />
Servizi privati<br />
Dipendenti 16,4 17,4 18,7 18,6 18,6 18,1 18,4 18,5 18,1<br />
Indipendenti 29,2 28,6 27,1 26,2 25,5 26,2 26,4 26,3 26,1<br />
Totale 22 22,5 22,5 22 21,7 21,7 21,9 22 21,7<br />
(a) Peso percentuale delle unità di lavoro non regolari sul totale delle unità di lavoro.<br />
119
Gli esiti occupazionali dei corsi di formazione<br />
professionale terminati nel 1995<br />
Esiti occupazionali dei corsi terminati nel 1995<br />
1. Caratteri generali<br />
Nel 1995 sono terminati 156 corsi di formazione professionale, così<br />
ripartiti per Programma Obiettivo<br />
prg. descrizione<br />
n.corsi<br />
ob.<br />
2 riconversione economica regioni in declino industriale 6<br />
3 lotta contro la disoccupazione di lunga durata 113<br />
4 adattamento dei lavoratori ai mutamenti industriali 12<br />
n.d. programma obiettivo non indicato 25<br />
Come si nota, in coerenza con le emergenze occupazionali rilevate il<br />
<strong>Liguria</strong>, la maggioranza assoluta dei corsi avviati fa riferimento al<br />
Programma Obiettivo 3, che ha come finalità la lotta alla disoccupazione di<br />
lunga durata.<br />
Si ricorda, infatti che, all’aprile del 1997, i disoccupati di lunga durata<br />
in <strong>Liguria</strong> erano 106.923 e rappresentavano il 70% sul totale degli iscritti al<br />
collocamento nello stesso mese.<br />
Provincia totale % sul tot. ob. 2 ob. 3 % sul tot. ob.4 ob. n.d. % sul tot.<br />
Genova 88 56,4% 6 60 53,1% 8 14 56,0%<br />
Imperia 10 6,4% 0 8 7,1% 0 2 8,0%<br />
La Spezia 23 14,7% 0 11 9,7% 4 8 32,0%<br />
Savona 35 22,4% 0 34 30,1% 0 1 4,0%<br />
totale 156 100,0% 6 113 100,0% 12 25 100,0%<br />
La distribuzione del numero di corsi per provincia evidenzia una<br />
concentrazione a Genova e Savona, con un peso maggiore di Savona nei<br />
corsi di obiettivo 3.<br />
120
Province Totale Disoccupati In cerca 1° occ.<br />
Genova 85264 60,5% 19574 36,3% 65690 75,4%<br />
Imperia 15947 11,3% 11604 21,5% 4343 5,0%<br />
La Spezia 18236 12,9% 7465 13,8% 10771 12,4%<br />
Savona 21569 15,3% 15268 28,3% 6301 7,2%<br />
Totale 141016 53911 87105<br />
Rispetto alla distribuzione per provincia delle persone in cerca di<br />
occupazione al dicembre del 1995, si nota una concentrazione meno<br />
accentuata sulla provincia di Genova, nella quale troviamo il 36% dei<br />
disoccupati ed il 75% delle persone in cerca di prima occupazione.<br />
Una analoga distribuzione per obiettivo e per provincia si rileva per<br />
quanto attiene agli iscritti ai corsi, in quanto questa variabile non è<br />
influenzata da fattori esogeni, ma, essendo i corsi a numero chiuso, dipende<br />
unicamente dal numero di corsi effettivamente attivati<br />
Province totale % sul tot. ob. 2 ob. 3 % sul tot. ob.4 ob. n.d. % sul tot.<br />
Genova 1165 55,8% 83 857 53,5% 106 225 66,4%<br />
Imperia 156 7,5% 0 127 7,9% 0 29 8,6%<br />
La Spezia 232 9,5% 0 161 10,0% 0 71 20,9%<br />
Savona 472 27,2% 0 458 28,6% 0 14 4,1%<br />
Totale 2025 100,0% 83 1603 100,0% 106 339 100,0%<br />
Una valutazione dell’impatto dell’offerta formativa rispetto all’utenza<br />
potenziale potrebbe invece essere indicata dal numero di richieste di<br />
iscrizione pervenute, dato fino ad oggi non rilevato, ma che si intende<br />
raccogliere a partire dalla prossima rilevazione, in quanto, posto in rapporto<br />
con i posti effettivamente disponibili, potrebbe anche offrire informazioni<br />
rispetto al bacino di utenza di ogni Centro di formazione professionale.<br />
Si nota, tuttavia, che l’offerta formativa copre una percentuale limitata<br />
dell’utenza potenziale: infatti, rispetto al totale delle persone in cerca di<br />
occupazione al dicembre del 1995, gli iscritti ai corsi di formazione<br />
professionale rappresentano poco più dell’1%.<br />
Si tratta, naturalmente, di un calcolo approssimativo, in quanto esclude<br />
tutti coloro che hanno già acquisito un sufficiente livello di qualificazione e<br />
che quindi non necessitano di un intervento formativo.<br />
Tuttavia, anche rapportando il numero degli iscritti a quello delle<br />
persone in cerca di prima occupazione non classificabili in alcun settore, la<br />
percentuale di copertura dell’utenza potenziale rimane bassa, pari al 2,1% sul<br />
totale degli iscritti con queste caratteristiche, al 2,4% degli impiegati non<br />
121
classificabili in alcun settore ed al 17,5 degli operai non qualificati non<br />
classificabili in alcun settore.<br />
Tenendo conto che la maggioranza degli iscritti ai corsi di formazione<br />
professionale risulta in possesso di licenza media, è probabile che<br />
quest’ultima componente delle persone in cerca di occupazione sia in effetti<br />
l’utenza elettiva dei corsi di formazione professionale, nel qual caso il grado<br />
di risposta formativa appare accettabile.<br />
122
2. Le caratteristiche degli iscritti<br />
La ripartizione degli iscritti ai corsi di formazione professionale<br />
terminati nel 1995 è coerente con la distribuzione dei corsi: 58% in provincia<br />
di Genova, 22% in provincia di Savona, 13% in provincia di La Spezia, 7%<br />
in provincia di Imperia.<br />
Iscritti per provincia<br />
Savona<br />
22%<br />
La Spezia<br />
13%<br />
Imperia<br />
7%<br />
Genova<br />
58%<br />
Questa coerenza si ritrova anche nella suddivisione degli iscritti per<br />
programma obiettivo.<br />
4<br />
7,6%<br />
Iscritti corsi formazione professionale<br />
suddivisione per programma obiettivo<br />
N.D.<br />
15,5%<br />
2<br />
3,8%<br />
3<br />
73,1%<br />
Per quanto attiene alle caratteristiche degli iscritti, essi sono maschi per<br />
il 61,27% e femmine per il 38,73.<br />
Tale composizione percentuale si riscontra in tutti i programmi<br />
obiettivo, salvo che per il programma obiettivo 4, ove la percentuale delle<br />
donne è maggiore rispetto a quella degli uomini (59,88%).<br />
123
Il titolo di studio più frequente è la licenza media (52%), seguita<br />
dalla maturità (35%) e dalla laurea (7%).<br />
Minoritaria è la percentuale di coloro che risultano in possesso della<br />
sola licenza elementare o di nessun titolo di studio, come pure coloro che<br />
hanno conseguito la qualifica professionale in una Istituto statale.<br />
Si delinea quindi un modello in cui, sebbene l’utenza primaria della<br />
formazione professionale sia ancora costituita da persone con il solo titolo<br />
di licenza media, il bisogno di formazione e riqualificazione è presente e<br />
percepito anche da coloro che sono in possesso di un titolo di studio più<br />
elevato.<br />
Titolo di studio<br />
maturità<br />
35%<br />
laurea<br />
7%<br />
nessun titolo<br />
1%<br />
licenza<br />
elementare<br />
3%<br />
qualifica<br />
profe.le di<br />
stato<br />
2%<br />
licenza media<br />
52%<br />
Il 4,9% degli iscritti è costituito da persone in stato di svantaggio<br />
sociale : la maggior parte di essi sono disabili fisici, psichici e sensoriali.<br />
STATO DI SVANTAGGIO SOCIALE<br />
totale<br />
handicap fisico, psichico, sensoriale 85<br />
ex alcoolisti e tossicodipendenti 11<br />
ex degenti ospedali psichiatrici 1<br />
minori a rischio 11<br />
2. I qualificati<br />
Nel 1995, il 72.4% degli iscritti ai corsi di formazione professionale,<br />
pari a 1586 unità, hanno concluso il corso con esito positivo.<br />
Il programma obiettivo in cui si registra la percentuale maggiore<br />
di esiti formativi favorevoli è il 4 (78,4%).<br />
124
I corsi con programma obiettivo non determinato fanno rilevare il<br />
risultato peggiore (64,9%).<br />
Percentuale qualificati su iscritti<br />
100%<br />
90%<br />
80%<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
2 3 4 N.D.<br />
Programma obiettivo<br />
Sul totale di coloro che hanno terminato il corso, solo un’esigua<br />
minoranza ha sostenuto l’esame con esito negativo (1%); l’89% ha<br />
conseguito la qualifica ed il 7% l’attestato di frequenza. Il 2%, invece, pur<br />
avendo concluso il corso, non ha sostenuto l’esame.<br />
Sul totale dei qualificati, i maschi sono 858, pari al 55,04% e le<br />
femmine 701, pari al 44,96%. Questo significa che, nel percorso di<br />
formazione, le donne dimostrano una maggiore motivazione ed una maggiore<br />
costanza, che si traduce in un risultato formativo migliore.<br />
Esito esame finale<br />
non<br />
sostenuto<br />
2%<br />
esito negativo<br />
1%<br />
attestato di<br />
frequenza<br />
8%<br />
esito positivo<br />
89%<br />
125
Corsi di formazione professionale<br />
qualificati<br />
femmine<br />
45%<br />
maschi<br />
55%<br />
Il miglior risultato formativo delle ragazze è altresì evidenziato dai voti<br />
finali di profitto: solo il 10% delle ragazze ottiene la valutazione finale di<br />
sufficiente, contro il 19% dei ragazzi ed il 16 per cento delle ragazze ottiene<br />
la valutazione ottimo contro il 10% dei ragazzi.<br />
Questo miglior risultato è probabilmente determinato anche dal più<br />
elevato titolo di studio in ingresso delle ragazze: il 46% di esse, infatti, è in<br />
possesso della maturità contro il 25% dei ragazzi, mentre le laureate sono il<br />
9,6% contro il 4% dei maschi.<br />
70%<br />
Titolo di studio<br />
maschi e femmine<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
femmine<br />
maschi<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
nessun<br />
titolo<br />
licenza<br />
elementare<br />
licenza<br />
media<br />
qualifica<br />
profe.le di<br />
stato<br />
maturità<br />
laurea<br />
126
La maggior frequenza della componente femminile nelle fasce alte di<br />
profitto e di titolo di studio è un indice di un forte investimento delle donne<br />
nei confronti dei propri percorsi formativi e di avvicinamento al mercato del<br />
lavoro: segnala, tuttavia, anche una maggior difficoltà di assorbimento da<br />
parte del mercato di giovani donne, anche se in possesso di buon titolo di<br />
studio e di una elevata motivazione al lavoro, alla quale le ragazze<br />
rispondono investendo ulteriormente sulla loro qualificazione professionale.<br />
30%<br />
Giudizio finale<br />
maschi e femmine<br />
25%<br />
20%<br />
15%<br />
10%<br />
femmine<br />
maschi<br />
5%<br />
0%<br />
sufficient<br />
e<br />
soddisfac<br />
ente<br />
buono<br />
distinto<br />
ottimo<br />
3. Gli occupati<br />
Come noto, la rilevazione degli esiti occupazionali dei corsi di<br />
formazione professionale viene realizzata sull’universo dei qualificati a un<br />
anno di distanza dal conseguimento della qualifica.<br />
Il superamento del “modello scolastico” dei corsi di formazione<br />
professionale, la cui durata non coincide più con quella dell’anno scolastico,<br />
ha creato una situazione di disomogeneità, dal momento che i corsi non<br />
finiscono tutti nello stesso momento.<br />
Poichè il riferimento assunto è l’anno solare, la differenza tra le date di<br />
fine dei diversi corsi può arrivare fino agli 11 mesi.<br />
Anche quest’anno, ed in misura più rilevante rispetto ai corsi terminati<br />
nel 1994, la percentuale degli intervistati rispetto ai qualificati è molto buona<br />
(90% in media), dato che conferma il livello complessivo di attendibilità<br />
della rilevazione stessa.<br />
La percentuale degli occupati, quindi, viene calcolata in rapporto al<br />
numero degli intervistati e non a quello dei qualificati.<br />
127
Tuttavia il dato grezzo degli occupati sugli intervistati non è<br />
sufficientemente esplicativo rispetto all’esito complessivo dei corsi di<br />
formazione.<br />
All’aspetto quantitativo, infatti, si deve aggiungere quello qualitativo,<br />
che descrive la qualità occupazionale complessiva in termini di coerenza tra<br />
formazione e mansione svolta e di stabilità occupazionale.<br />
Ad un estremo della scala, quindi, stanno le persone occupate a tempo<br />
indeterminato in mansioni coerenti con la qualifica conseguita ed, all’altro,<br />
persone senza contratto impiegate in mansioni non coerenti con la qualifica<br />
conseguita.<br />
L’analisi delle variabili che appaiono connesse con la qualità<br />
dell’occupazione consente, infine, di definire il profilo di coloro che hanno<br />
maggiori possibilità di trovare una buona collocazione occupazionale ed un<br />
indice complessivo di qualità formativa individuato non solo in relazione<br />
all’efficienza dei centri (quanti allievi si sono qualificati in rapporto agli<br />
iscritti), ma anche all’efficacia degli strumenti di accompagnamento e di<br />
placement, alla conoscenza del territorio e delle sue dinamiche ed alla<br />
capacità di “prendere in carico” il processo di transizione al lavoro dei propri<br />
allievi.<br />
Nel 1997 sono stati intervistati il 94% del totale dei qualificati dei corsi<br />
di formazione professionale, con il valore massimo del 95% nei corsi<br />
realizzati nell’ambito del programma obiettivo 3 “Lotta contro la<br />
disoccupazione di lunga durata”.<br />
Rapporto intervistati qualificati<br />
100%<br />
80%<br />
60%<br />
40%<br />
20%<br />
0%<br />
2 3 4 N.D.<br />
programma obiettivo<br />
Il programma obiettivo 2, che fa registrare la percentuale più bassa di<br />
intervistati è anche quello nell’ambito del quale sono stati realizzati meno<br />
corsi.<br />
128
Rapporto intervistati qualificati<br />
100%<br />
90%<br />
80%<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
2 3 4 N.D.<br />
femmine<br />
maschi<br />
Come si nota, la percentuale di intervistate è superiore a quello degli<br />
intervistati nell’ambito dei progetti obiettivo 2 e tre e nei corsi nei quali il<br />
progetto obiettivo non è stato individuato, mentre è inferiore nell’ambito del<br />
programma obiettivo 4.<br />
Complessivamente, la percentuale degli occupati sugli intervistati è del<br />
60,5%, con il valore massimo (70,4%) nel caso dei corsi realizzati<br />
nell’ambito del programma obiettivo 4 ed il valore minimo (46,2%) nei corsi<br />
per i quali il programma obiettivo non è segnalato.<br />
Si riduce considerevolmente, in questa rilevazione, il divario tra la<br />
percentuale degli occupati e delle occupate; nell’ambito del programma<br />
obiettivo 4 la percentuale di occupate è superiore a quella degli occupati e<br />
negli altri programmi è lievemente inferiore.<br />
Disaggregando i dati a livello provinciale, si evidenzia il risultato<br />
formativo migliore della provincia di Imperia, seguita da Savona, Genova ed<br />
infine da La Spezia.<br />
Percentuale occupati per sesso<br />
80%<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
2 3 4 N.D.<br />
femmine<br />
maschi<br />
129
Percentuale occupati per provincia<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
Genova Imperia La Spezia Savona<br />
3.1 Il titolo di studio<br />
Un elemento che influisce sui destini occupazionali dei qualificati è<br />
indubbiamente il titolo di studio posseduto.<br />
Infatti le persone in possesso di licenza media rappresentano il 60%<br />
delle persone ancora disoccupate ed il 47% degli occupati, i diplomati<br />
rappresentano il 37% degli occupati ed il 27% dei disoccupati ed i laureati il<br />
7.8% degli occupati ed il 3,6% dei disoccupati.<br />
Poichè, come si è visto, le ragazze sono mediamente in possesso di<br />
titoli di studio più elevati, questo è indubbiamente uno dei fattori che ha<br />
contribuito al miglioramento dell’esito occupazionale della componente<br />
femminile.<br />
Titolo di studio<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
occ.<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
licenza<br />
media<br />
qualifica<br />
profe.le<br />
di stato<br />
maturità<br />
laurea<br />
disocc.<br />
130
3.2 La coerenza tra qualifica conseguita e mansione svolta<br />
Un dato importante al fine di valutare la qualità dell’esito<br />
occupazionale è la coerenza tra qualifica conseguita e mansione svolta. Se,<br />
infatti, l’occupazione ottenuta non è coerente con la qualifica conseguita, si<br />
possono avanzare dubbi sull’utilità della formazione stessa nel determinare il<br />
percorso professionale dell’allievo/a.<br />
Coerenza corso-occupazione<br />
coerenza<br />
totale<br />
49,3%<br />
coerenza<br />
nulla<br />
13,9% coerenza<br />
scarsa<br />
11,3%<br />
coerenza<br />
buona<br />
25,5%<br />
Come si nota, il 75% circa dei qualificati dichiara che la mansione<br />
svolta è coerente con i contenuti del corso frequentato. Si tratta di una<br />
percentuale molto elevata, nettamente superiore a quanto rilevato negli anni<br />
precedenti, dove il livello massimo di coerenza si attestava intorno al 70%<br />
nei corsi per diplomati e scendeva sotto il 50% nei corsi di prima formazione.<br />
I corsi realizzati nell’ambito del programma obiettivo 3 sono quelli che<br />
fanno registrare il migliore risultato in termini di coerenza, mentre i corsi<br />
realizzati nell’ambito del programma obiettivo 2 , con un livello di coerenza<br />
comunque vicino al 60%, sono quelli che hanno un esito peggiore.<br />
3.3 La situazione contrattuale e le modalità di svolgimento<br />
dell’attività lavorativa<br />
Complessivamente la situazione contrattuale è piuttosto buona.<br />
Infatti la tipologia contrattuale più diffusa è quella del contratto a<br />
tempo indeterminato (36%). Seguono i contratti a causa mista (22,5%, dei<br />
quali 10,6% contratto di formazione e lavoro e 11,9% contratto di<br />
apprendistato ) ed i contratti a tempo determinato (17%). Le persone non in<br />
regola sono il 10%.<br />
E’ senza dubbio positivo il fatto che la maggioranza assoluta degli<br />
occupati lavorino con un contratto comunque normato e che, rispetto agli<br />
anni scorsi, il contratto a tempo indeterminato sia aumentato in modo<br />
significativo.<br />
131
Si osserva, tuttavia, che la redistribuzione avviene comunque<br />
nell’ambito dei contratti normati ed, in modo particolare, tra i contratti a<br />
tempo indeterminato ed i contratti a causa mista, e che la percentuale delle<br />
persone non in regola rimane pressochè costante nel tempo.<br />
Situazione contrattuale<br />
altri<br />
contratti<br />
15%<br />
non in<br />
regola<br />
10%<br />
causa<br />
mista<br />
22%<br />
tempo<br />
determinato<br />
17%<br />
tempo<br />
indet.<br />
36%<br />
Gli “altri contratti” (borse lavoro, cantieri scuola, lavori socialmente<br />
utili, partecipazione in cooperativa, contratto d’opera) raccolgono,<br />
complessivamente, il 15% sul totale degli occupati, con la prevalenza del<br />
contratto d’opera (9%) rispetto alle altre tipologie.<br />
Un altro aspetto delle caratteristiche del rapporto di lavoro è la<br />
modalità di svolgimento dell’attività lavorativa.<br />
La situazione più comune è quella del lavoratore dipendente (80,9%),<br />
mentre le altre tipologie (imprenditore, professionista, lavoratore autonomo)<br />
hanno uno spazio assai più ridotto.<br />
Si nota tuttavia che, rispetto agli anni precedenti, il lavoro autonomo<br />
aumenta il suo peso percentuale.<br />
Modalità svolgimento attività lavorativa<br />
autonomo<br />
11,4%<br />
professionista<br />
5,9%<br />
imprenditore<br />
1,7%<br />
dipendente<br />
80,9%<br />
132
3.4. Modalità di reperimento dell’occupazione<br />
La maggioranza degli occupati ha trovato lavoro mediante risorse<br />
proprie, legate o all’iniziativa individuale o alle reti personali di conoscenze<br />
ed amicizie.<br />
Modalità reperimento occupazione<br />
ricerca<br />
individuale<br />
27%<br />
canali<br />
istituzionali<br />
45%<br />
relazioni<br />
personali<br />
28%<br />
Una percentuale elevata, però, pari al 45% del totale, ha trovato lavoro<br />
mediante canali istituzionali, principalmente tramite il centro di formazione,<br />
direttamente o a seguito dello stage.<br />
Questa percentuale è costantemente aumentata negli ultimi anni, a<br />
dimostrazione di un impegno accentuato dei centri di formazione<br />
professionali nei confronti non solo dei propri allievi, ma anche del territorio<br />
e delle aziende che vi operano.<br />
E’ opportuno segnalare, inoltre, che cresce la percentuale di colore che<br />
trovano lavoro tramite ricerca individuale (domande alle imprese, risposta a<br />
inserzioni ecc...).<br />
Questo dato può essere letto sia dal lato domanda di lavoro che dal<br />
lato offerta .<br />
Dal lato domanda, potrebbe segnalare la diminuzione dell’opacità<br />
generale del mercato del lavoro e la crescita di una cultura di impresa che<br />
privilegia la professionalità rispetto all’affidabilità.<br />
Dal lato offerta, potrebbe indicare una maggior consapevolezza delle<br />
caratteristiche del mercato del lavoro e, quindi una facilità maggiore<br />
all’approccio diretto nei confronti dell’impresa.<br />
3.5 Le imprese<br />
Gli occupati hanno trovato lavoro, prevalentemente, nelle imprese del<br />
settore servizi. In forte crescita appare l’occupazione nei servizi innovativi<br />
133
(servizi alle imprese soprattutto) e nel terzo settore; l’occupazione nel settore<br />
commerciale è stabile, mentre in calo è quella nel settore turistico.<br />
Si tratta di dati contraddittori, che, mentre fanno emergere una certa<br />
tendenza alla modernizzazione del tessuto economico ligure, dall’altra<br />
segnalano una persistente propensione alla tradizionalità del settore turistico,<br />
che pure dovrebbe essere trainante nella nostra regione.<br />
Il settore industriale, comprese le costruzioni, assorbe il 30% sul totale<br />
degli occupati, una percentuale lievemente superiore al 28% sul totale degli<br />
avviamenti al lavoro registrati nello stesso anno al collocamento.<br />
altri servizi<br />
42%<br />
Settore di attività delle imprese<br />
agricoltura,<br />
caccia e<br />
pesca<br />
2%<br />
industria<br />
22%<br />
costruzioni<br />
8%<br />
trasporti<br />
4%<br />
commercio e<br />
turismo<br />
22%<br />
Si tratta, in grandissima maggioranza, di imprese di piccole o<br />
piccolissime dimensioni: circa l’85% sul totale ha meno di 50 addetti.<br />
la classe si ampiezza maggiormente rappresentata è quella fino a cinque<br />
addetti; seguono le imprese da 6 a 15 addetti e quella fino a 51 addetti.<br />
Particolarmente sottorappresentata appare la cosiddetta “piccola e<br />
media impresa”, che, in altre aree territoriali, rappresenta la spina dorsale del<br />
sistema produttivo: le imprese tra i 50 ed i 500 addetti sono solo il 5% sul<br />
totale.<br />
134
Classe di ampiezza azienda<br />
45%<br />
40%<br />
35%<br />
30%<br />
25%<br />
20%<br />
15%<br />
10%<br />
5%<br />
0%<br />
da 1 a 5<br />
da 6 a 15<br />
da 16 a<br />
50<br />
da 51 a<br />
100<br />
da 101 a<br />
250<br />
da 251 a<br />
500<br />
oltre 500<br />
3.5 Una valutazione della qualità dell’occupazione<br />
Come precedentemente si accennava, la qualità dell’occupazione è<br />
determinata dall’interazione di due fattori: la stabilità e la coerenza tra<br />
mansione svolta e qualifica conseguita.<br />
Se non è difficile definire i due estremi del continuum, è invece più<br />
complesso individuare i termini intermedi, in quanto, rispetto alla<br />
progettualità individuale, la stabilità può in alcuni casi far premio rispetto alla<br />
coerenza con la qualifica conseguita.<br />
Si propone una scala che tenga conto di questi diversi approcci, come<br />
pure delle diverse tipologie di utenza presenti all’interno dei corsi.<br />
Un esempio chiaro è costituito dalle borse lavoro per disabili, che non<br />
si configurano neppure come rapporto di lavoro ma, che per il loro valore<br />
rispetto al processo di socializzazione al lavoro di soggetti deboli, si<br />
collocano ad un livello elevato nella scala di qualità occupazionale.<br />
Evidentemente esistono alcune contraddizioni difficilmente risolvibili,<br />
quali quelle relative all’opportunità di accedere a contratti a causa mista a<br />
seguito di processi formativi, a seguito delle quali risulta difficile stabilire se<br />
sia migliore qualitativamente un contratto di formazione e lavoro con<br />
mansione coerente, il che implicherebbe l’inutilità della formazione sul<br />
lavoro, o un analogo contratto con mansione non coerente, il che implica il<br />
mancato utilizzo della formazione nell’ambito dell’attività lavorativa.<br />
135
Scala di qualità occupazionale<br />
1 occupati a tempo indeterminato, coerenti 228 27,0%<br />
2 occupati con contratto a causa mista, coerenti 145 17,2%<br />
3 borsa lavoro per disabili, coerenti 13 1,5%<br />
4 soci di cooperativa, coerenti 26 3,1%<br />
5 occuparti a tempo determinato, coerenti 103 12,2%<br />
6 borsa lavoro per disabili, non coerenti 3 0,4%<br />
7 occupati a tempo indeterminato, non coerenti 71 8,4%<br />
8 occupati con contratto a causa mista, non coerenti 43 5,1%<br />
9 occupati in collaborazione coordinata continuativa, coerenti 65 7,7%<br />
10 non in regola, coerenti 45 5,3%<br />
11 cantiere scuola o l.s.u., coerente 5 0,6%<br />
12 socio in cooperativa, non coerente 5 0,6%<br />
13 occupati a tempo determinato, non coerenti 44 5,2%<br />
14 occupati in collaborazione coordinata continuativa, non coerenti 13 1,5%<br />
15 non in regola, non coerenti 36 4,3%<br />
totale 845 100%<br />
Si noterà che è stata classificata come bassa la qualità dell’occupazione<br />
con collaborazione coordinata e continuativa, che, sotto le apparenze della<br />
libera professione, nasconde, di fatto, una condizione di lavoro dipendente e,<br />
quindi, somma la poca autonomia del lavoro dipendente stesso alla instabilità<br />
della libera professione, tutto ciò nell’ambito di una retribuzione spesso<br />
inadeguata.<br />
E’ evidente che la qualità dell’occupazione è buona: infatti la<br />
maggioranza degli occupati si colloca nella fascia alta della scala ed<br />
addirittura il 27% al primo posto, mentre solo il 4,3% si colloca all’ultimo<br />
posto.<br />
E’ allora interessante approfondire quali sono i fattori che<br />
contribuiscono a determinare la qualità occupazionale.<br />
In particolare si sono prese in esame tre variabili: il settore di attività<br />
dell’impresa, il titolo di studio e la modalità di reperimento<br />
dell’occupazione.<br />
La classe di ampiezza dell’impresa non è stata presa in considerazione,<br />
a causa dell’eccessiva concentrazione dell’occupazione nelle piccole e<br />
piccolissime imprese, fattore che distorcerebbe la significatività statistica<br />
delle elaborazioni possibili.<br />
Se si mette in relazione la coerenza mansione-qualifica con il modo di<br />
trovare occupazione, si nota immediatamente che esiste una relazione<br />
significativa tra occupazione totalmente coerente con la mansione e modalità<br />
136
di reperimento tramite stage o a seguito segnalazione del centro di<br />
formazione.<br />
Non si verifica invece la stessa relazione per la coerenza buona, in cui il<br />
livello massimo di relazione è con l’occupazione reperita mediante risposta<br />
ad inserzione.<br />
La coerenza scarsa o nulla è invece connessa con l’occupazione<br />
reperita mediante relazioni personali, tramite agenzia privata o tramite<br />
concorso.<br />
E’ il caso però di sottolineare che queste ultime due modalità di<br />
reperimento di occupazione riguardano solo, rispettivamente, lo 0,7% ed il<br />
3,9% degli occupati.<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
Relazione tra coerenza e modo di trovare occupazione<br />
deviazione dalla media<br />
0%<br />
-10%<br />
1 2 3 4 5 6 7 8<br />
-20%<br />
-30%<br />
-40%<br />
coerenza nulla<br />
coerenza buona<br />
coerenza scarsa<br />
coerenza totale<br />
1 tramite S.CI.C.A. 5 risposta inserzione<br />
2 segnalazioneC.F.P. 6 agenzia privata<br />
3 a seguito stage 7 ricerca individuale<br />
4 tramite amici, parenti, conoscenti 8 tramite concorso<br />
Per quanto attiene alla relazione tra modalità di reperimento<br />
dell’occupazione e situazione contrattuale, si nota che l’unico legame forte<br />
che emerge è quello tra lavoro trovato tramite amici, parenti e conoscenti e<br />
lavoro nero.<br />
Legami più deboli emergono tra contratti a causa mista e modalità di<br />
reperimento occupazione tramite stage.<br />
Per quanto attiene la relazione tra coerenza e situazione contrattuale,<br />
si nota un legame tra la coerenza totale e le situazioni contrattuali più<br />
normate, quali contratto a tempo determinato, contratto di formazione e<br />
lavoro e borsa lavoro, mentre emerge una relazione inversa tra coerenza e<br />
137
contratti non normati; in modo particolare si nota un evidente legame tra<br />
coerenza scarsa o nulla e situazioni di lavoro nero.<br />
Sembrerebbe, quindi, che la qualità occupazionale sia molto<br />
polarizzata: da un lato lavoro “buoni”, stabili, garantiti e<br />
qualitativamente soddisfacenti e, dall’altra, lavori “cattivi”,<br />
complessivamente scadenti da tutti i punti di vista.<br />
Emerge, inoltre, la migliore qualità occupazionale complessiva dei<br />
lavori reperiti a seguito del percorso formativo intrapreso, tramite la<br />
mediazione del Centro di formazione o a seguito di stage.<br />
Il titolo di studio degli occupati influenza in modo significativo la<br />
qualità dell’occupazione: si nota, infatti, che, mentre gli occupati con titolo di<br />
studio più basso hanno livelli di coerenza inferiori alla media, coloro che<br />
sono in possesso di titolo di studio elevato hanno valori superiori.<br />
15,00%<br />
RELAZIONE COERENZA TITOLO DI STUDIO<br />
10,00%<br />
5,00%<br />
nessun titolo<br />
licenza elementare<br />
0,00%<br />
coerenza<br />
nulla<br />
-5,00%<br />
coerenza<br />
scarsa<br />
coerenza<br />
buona<br />
coerenza<br />
totale<br />
coerenza<br />
n.d.<br />
licenza media<br />
qualifica profe.le<br />
maturità<br />
laurea<br />
-10,00%<br />
-15,00%<br />
Per quanto attiene al settore di attività dell’impresa, il settore<br />
manifatturiero e quello del cosiddetto “terziario avanzato” hanno i migliori<br />
risultati in termini di qualità occupazionale.<br />
Essi, infatti assorbono rispettivamente il 20,2% ed il 20,7% degli<br />
occupati ed il 29,6% ed il 23% degli occupati a tempo indeterminato con<br />
livello di coerenza buono o totale.<br />
L’identikit della persona che ha conseguito una buona<br />
occupazione sia in termini di qualità che di stabilità ha quindi le<br />
seguenti caratteristiche:<br />
1. ha trovato lavoro grazie alla mediazione del centro;<br />
2. è diplomato/a o laureato/a;<br />
138
3. è occupato/a in una azienda manifatturiera o del terziario<br />
avanzato<br />
4. I disoccupati<br />
Il primo dato interessante che emerge dall’analisi delle informazioni<br />
relative a coloro che non sono attualmente occupati è che più di un terzo<br />
dichiara di aver già lavorato, sia a tempo determinato che a tempo<br />
indeterminato. Un quinto non lavora per motivi di studio, familiari o di<br />
salute e gli altri sono in cerca di prima occupazione.<br />
Condizione dei disoccupati<br />
non forza<br />
lavoro<br />
21,78%<br />
disoccupato<br />
ex occupato<br />
37,11%<br />
in cerca di<br />
prima<br />
occupazione<br />
41,11%<br />
Delle non forze di lavoro, la maggioranza è costituita da studenti<br />
(81,63%); il 14,29% non lavora per motivi di famiglia ed il 4,08% per motivi<br />
di salute.<br />
Coloro che dichiarano di aver già lavorato erano per il 24,55 occupati a<br />
tempo indeterminato e per il 75,45% occupati a tempo determinato.<br />
Questo significa che la formazione ha dato l’accesso ad una esperienza<br />
lavorativa, sia pure temporanea, ad un gruppo ulteriore di persone, che<br />
rappresenta l’11,15% sul totale degli intervistati.<br />
La modalità più frequente di ricerca occupazione è tramite ricerca<br />
individuale, ma anche la rete di relazioni personali appare particolarmente<br />
importante. Queste due modalità di ricerca assommano, complessivamente, il<br />
73% delle risposte.<br />
E’ curioso che alla Sezione circoscrizionale per l’impiego, che tramite<br />
la quale ha effettivamente trovato lavoro solo il 2,8% degli occupati, si<br />
rivolga il 14% delle persone in cerca di occupazione. Si tratta di un dato<br />
139
interessante, perchè significa che, nonostante la scarsa efficacia, le strutture<br />
del Ministero del lavoro hanno una loro specifica utenza e che l’utenza<br />
potenziale potrebbe essere assai più ampia se i servizi offerti fossero di<br />
migliore qualità.<br />
Modalità ricerca lavoro<br />
tramite ricerca<br />
individuale<br />
43%<br />
tramite<br />
concorso<br />
3%<br />
tramite SCICA<br />
14%<br />
tramite<br />
rispondendo<br />
un'agenzia<br />
ad inserzioni<br />
privata<br />
8%<br />
2%<br />
tramite amici,<br />
parenti,<br />
conoscenti<br />
30%<br />
Gli intervistati ancora disoccupati cercano prevalentemente un lavoro<br />
coerente con la propria qualifica, ma moltissimi si accontenterebbero anche<br />
di un lavoro qualsiasi.<br />
Tipo di lavoro cercato<br />
qualsiasi<br />
36%<br />
ben retribuito<br />
2%<br />
stabile<br />
17%<br />
utile dal punto<br />
di vista sociale<br />
3%<br />
interessante<br />
6%<br />
coerente con il<br />
mio titolo di<br />
studio<br />
36%<br />
In origine di importanza vengono poi la stabilità, l’interesse, l’utilità<br />
sociale ed, infine, la retribuzione.<br />
Per i disoccupati ex occupati a tempo determinato la coerenza con la<br />
qualifica conseguita è considerevolmente più importante rispetto agli altri<br />
140
gruppi presi in esame, mentre sono i disoccupati ex occupati a tempo<br />
indeterminato e in misura anche maggiore le persone in cerca di prima<br />
occupazione a dichiararsi disponibili ad accettare qualsiasi lavoro.<br />
Nel caso delle persone in cerca di prima occupazione, questo<br />
atteggiamento è probabilmente determinato dall’esigenza di compiere<br />
un’esperienza lavorativa purchessia, mentre per le persone ex occupate a<br />
tempo indeterminato si possono ipotizzare motivazioni legate alla garanzia<br />
del reddito.<br />
Disaggregando i dati per sesso, si nota che le condizioni di<br />
disoccupato ex occupato a tempo indeterminato e di disoccupato in cerca di<br />
prima occupazione sono presenti in misura maggiore nella componente<br />
maschile, mentre quelle di ex occupato a tempo determinato e di studente<br />
sono presenti in misura maggiore nella componente femminile.<br />
45%<br />
40%<br />
35%<br />
30%<br />
25%<br />
20%<br />
15%<br />
10%<br />
5%<br />
0%<br />
Situazione occupazionale<br />
ex occ. a<br />
t. indet.<br />
ex occ. a<br />
t. det.<br />
in cerca<br />
1°<br />
occup.<br />
femmine<br />
maschi<br />
studente<br />
motivi<br />
famiglia<br />
motivi<br />
salute<br />
Emerge inoltre una maggior propensione delle ragazze all’iniziativa<br />
personale rispetto ai ragazzi, che privilegiano invece, nella ricerca di lavoro,<br />
le reti di relazioni personali ed i canali istituzionali.<br />
141
Modalità di ricerca di lavoro<br />
concorso<br />
individuale<br />
agenzia privata<br />
risposta<br />
inserzioni<br />
relazioni<br />
personali<br />
SCICA<br />
0% 10% 20% 30% 40% 50%<br />
femmine maschi<br />
Si osserva, infine, che le ragazze si orientano maggiormente verso un<br />
lavoro stabile, mentre i ragazzi privilegiano i lavori coerenti con il proprio<br />
titolo di studio.<br />
I ragazzi, per contro, appaiono più disponibili ad accettare qualsiasi<br />
lavoro rispetto alle ragazze che invece manifestano un maggiore interesse per<br />
lavori interessanti ed utili da un punto di vista sociale.<br />
45%<br />
40%<br />
35%<br />
30%<br />
25%<br />
20%<br />
15%<br />
10%<br />
5%<br />
0%<br />
Tipo di lavoro desiderato<br />
ben<br />
retribuito<br />
stabile<br />
coerente<br />
titolo<br />
studio<br />
interess<br />
ante<br />
utile<br />
qualsiasi<br />
femmine<br />
maschi<br />
142
5. Conclusioni<br />
I dati complessivi sugli esiti occupazionali terminati nel 1995<br />
evidenziano una tendenza complessivamente positiva.<br />
In particolare si nota:<br />
· un miglioramento complessivo dei livelli occupazionali, che<br />
passano dal 55% del 1994 al 60% del 1995;<br />
· un miglioramento complessivo della qualità occupazionale, sia da<br />
punto di vista della stabilità che da quello della coerenza tra qualifica e<br />
mansione;<br />
· un netto miglioramento dell’occupazione femminile, soprattutto<br />
per i titoli di studio medio-alti.<br />
Il punto massimo di criticità è rappresentato dai corsi per persone in<br />
possesso di licenza media, che presentano il livello di disoccupazione più<br />
elevato.<br />
In effetti i corsi di prima formazione hanno tendenzialmente un’utenza<br />
gravemente problematica del punto di vista sociale, con curriculum<br />
pesantemente segnati da ripetenze ed abbandoni e complessivamente<br />
demotivati e diffidenti nei confronti dei processi di apprendimento.<br />
In questo senso la prima formazione assolve un compito che non è<br />
solo di sostegno alla transizione al lavoro, ma che si colloca anche nell’area<br />
dell’intervento sociale.<br />
Ulteriori riflessioni critiche riguardano, invece, la metodologia adottata<br />
per la rilevazione stessa.<br />
L’affidamento della rilevazione degli esiti occupazionali dei corsi ai<br />
centri stessi che li realizzano, se era giustificata dalla necessità di coinvolgere<br />
i centri nella valutazione della propria capacità di rispondere alle esigenze del<br />
bacino produttivo di riferimento, presenta oggi una serie di controindicazioni<br />
che ne rendono necessario il superamento.<br />
In primo luogo, il calendario delle attività formative, che prima<br />
ricalcava quello scolastico e che, quindi, lasciava ampio spazio, durante la<br />
stagione estiva, per la realizzazione tempestiva della rilevazione, oggi si è<br />
disarticolato e frammentato, e consente quindi sempre meno di togliere<br />
tempo alle attività didattiche, che, per altro, si sono arricchite di numerose<br />
altre funzioni legate alla progettazione, all’orientamento, al placement.<br />
Ne consegue che la rilevazione degli esiti occupazionali è una priorità<br />
bassa nelle attività dei centri e, quindi, la perdita di tempestività si traduce<br />
immediatamente in perdita di attendibilità.<br />
In secondo luogo, poichè gli esiti occupazionali sono uno degli<br />
elementi che supportano la programmazione e che determinano gli indirizzi<br />
delle scelte formative, la coincidenza tra controllore e controllato risulta<br />
143
assolutamente impropria, come per altro fatto rilevare più volte dall’Unione<br />
Europea.<br />
Si ritiene quindi necessario modificare le modalità della rilevazione,<br />
mantenendola in carico alla <strong>Regione</strong> dal punto di vista organizzativo e<br />
metodologico, ma affidandone la realizzazione materiale ad un soggetto<br />
esterno, che non sia coinvolto in prima persona dalle risultanze della<br />
rilevazione stessa.<br />
D’altro canto la complessità e l’articolazione delle variabili prese in<br />
esame - programmo obiettivo, progetto quadro, tipologia del corso,<br />
dimensione territoriale - non consentono una campionatura stratificata<br />
statisticamente significativa su un universo che, nella fase di massima<br />
espansione, non ha mai superato le 2.500 unità.<br />
Per questa ragione si ritiene che la rilevazione sull’universo sia<br />
indispensabile per ottenere risultati significativi ed attendibili.<br />
Sarà inoltre necessario produrre i risultati della rilevazione con<br />
tempestività, al fine di poter supportare efficacemente la programmazione<br />
regionale.<br />
Si pone infine il problema di avviare, sia pure a livello sperimentale, un<br />
modello di rilevazione degli esiti dei corsi per occupati, che vanno<br />
assumendo un peso sempre maggiore nel panorama delle attività formative e<br />
per i quali non è stato a tutt’oggi elaborato un sistema di verifica e<br />
monitoraggio.<br />
Su queste linee di indirizzo si intende operare per innovare la<br />
rilevazione degli esiti e migliorarne la qualità ed il rigore.<br />
144
PER APPROFONDIRE<br />
ISTAT: Rapporto annuale- la situazione del paese nel 1996 - Roma 1997.<br />
REGIONE LIGURIA: “<strong>Liguria</strong> Lavoro” settimanale, “<strong>Liguria</strong> Lavoro on<br />
line” (Internet: /htth.//www.regione.liguria.it/SIL e Televideo RAI3 - <strong>Liguria</strong><br />
pag. 510).<br />
145
146
Il prossimo numero<br />
Con il quarto numero, tornano le rubriche dedicate a Internet e alla<br />
normativa. Verranno trattati i seguenti argomenti:<br />
Demografia<br />
Sanità<br />
Scolarità<br />
Cultura.<br />
147