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1 - Fondazione Fitzcarraldo

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Sessione<br />

di apertura<br />

in plenaria<br />

Intervento di apertura<br />

di Joanneke Lootsma<br />

Vicedirettore della <strong>Fondazione</strong> Felix Meritis<br />

• • • • •<br />

all’inizio del nuovo secolo siamo già stati testimoni di molti avvenimenti inaspettati: l’11 settembre, gli effetti della<br />

globalizzazione, migrazioni, epidemie mondiali e come ultima una crisi gigantesca non solo finanziaria ed economica<br />

ma anche morale.<br />

In questo contesto: come facciamo a gestire e sviluppare le nostre istituzioni: musei, teatri, compagnie artistiche,<br />

biblioteche siano esse pubbliche o private?<br />

Prima di tutto bisogna creare un ambiente nuovo e favorevole dove ognuno sia messo nelle condizioni di assumersi<br />

le proprie responsabilità a pieno titolo. Abbiamo bisogno di nuovi modelli e di nuove forme di cooperazione e<br />

finanziamento anche a livello locale. Il mondo della politica deve ormai riconoscere che non dispone di risorse<br />

sufficienti per creare soluzioni permanenti e per mantenere uno stretto controllo sulla cultura.<br />

Mi auguro che nei prossimi anni i politici si impegnino con serietà a trasferire i poteri, a creare nuovi strumenti<br />

giuridici e contrattuali in collaborazione coi professionisti del mondo culturale. Ritengo sia tempo che questo<br />

processo venga messo in pratica e non solo a parole!<br />

Una gestione di tipo moderno può cominciare col creare nuove partnerships strategiche: le cosiddette partnership<br />

pubblico-privato. Dove il privato lavora assieme al pubblico per arrivare a soluzioni efficienti ed efficaci.<br />

La tendenza da parte di governi nazionali a rafforzare l’economia nazionale tramite una crescita della spesa pubblica<br />

purtroppo non eviterà nuovi tagli nel sistema dei finanziamenti ad arte e cultura.<br />

Sembra proprio che siamo arrivati al termine di tale sistema.<br />

E concetti chiave sinora in auge come internazionalizzazione, pluridisciplinarietà, l’arte e la cultura come fattore<br />

positivi e di crescita della società sono ancora validi in questo mondo in continuo cambiamento?<br />

Per far fronte a tale cambiamento abbiamo bisogno di professionisti culturali che sappiano come creare e presentare<br />

nuove produzioni artistiche ma che possano anche prendere decisioni in modo indipendente, che abbiano<br />

responsabilità chiare, che abbiano la libertà di muoversi fra il mondo politico, il pubblico e il mondo privato e che<br />

rispondano del proprio operato: così si crea l’imprenditore culturale. Se ne parla moltissimo nell’università ed in altri<br />

istituti di ricerca ma per ora ve ne sono ben pochi che lavorano nelle grandi istituzioni culturali. Questo è dovuto sia<br />

al fatto che certe cariche sono sempre di nomina politica, sia all’assenza o all’insufficienza di strumenti che mettano<br />

un vero entrepreneur in condizione di agire .

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