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Gli ematologi ai pazienti con trombocitemia - Società Italiana di ...

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In<strong>di</strong>ce1. Che cosa è la <strong>trombocitemia</strong>2. Come viene scoperta3. Come si effettua la <strong>di</strong>agnosi4. I sintomi5. Come evolve nel tempo6. Cosa posso fare e cosa non debbo fare se ho la <strong>trombocitemia</strong>Lo stile <strong>di</strong> vitaLa gravidanza<strong>Gli</strong> interventi chirurgici7. Come si cura la <strong>trombocitemia</strong>I farmaci citoriduttoriI farmaci antiaggreganti o anticoagulantiPiastrinoaferesiNuovi farmaci8. Risposte ad alcune domande frequentiPosso guarire dalla <strong>trombocitemia</strong>?La mia durata <strong>di</strong> vita è ridotta se ho la <strong>trombocitemia</strong>?Posso trasmettere la <strong>trombocitemia</strong> <strong>ai</strong> miei figli?Potrei fare il trapianto <strong>di</strong> midollo?Posso donare le mie piastrine in eccesso?Posso avere figli se assumo farmaci per la <strong>trombocitemia</strong>?Cosa mi accade se <strong>di</strong>mentico <strong>di</strong> assumere i farmaci per un breve tempo?A quale/i specialista/i debbo riferirmi?Ogni quanto devo fare i <strong>con</strong>trolli <strong>ematologi</strong>ci e clinici?Ogni quanto devo fare la biopsia osteomidollare?Ho <strong>di</strong>ritto alla esenzione dal pagamento del ticket sanitario?Ho <strong>di</strong>ritto <strong>ai</strong> benefici riservati agli invali<strong>di</strong> e <strong>ai</strong> portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap?9. La mia qualità della vita10. Come posso saperne <strong>di</strong> piùpag. 6pag. 9pag. 10pag. 13pag. 16pag. 17pag. 17pag. 19pag. 20pag. 22pag. 22pag. 26pag. 28pag. 29pag. 30pag. 30pag. 30pag. 30pag. 31pag. 31pag. 31pag. 32pag. 33pag. 33pag. 34pag. 34pag. 34pag. 36pag. 395


1Che cosa è la <strong>trombocitemia</strong>La <strong>trombocitemia</strong> essenziale (che chiameremo semplicemente“<strong>trombocitemia</strong>” da questo punto in poi) è una malattia caratterizzatada un aumentato numero <strong>di</strong> piastrine nel sangue circolante.Le piastrine sono piccole cellule, <strong>di</strong>eci volte più piccole <strong>di</strong> unglobulo rosso, che svolgono un ruolo fondamentale nella coagulazionedel sangue favorendo l’arresto della emorragia quando ilsangue fuoriesce da un vaso sanguigno leso.Le piastrine sono anche responsabili della formazione dei trombi,che rappresentano la esasperazione patologica della normale coagulazionedel sangue e che possono causare l’occlusione <strong>di</strong> unvaso sanguigno (“trombosi”). Proprio per questo loro ruolo le piastrinesono anche dette “trombociti”, e da qui è originato il nome<strong>di</strong> “<strong>trombocitemia</strong>”.La <strong>trombocitemia</strong> è dovuta ad una alterazione, ancora non completamente<strong>con</strong>osciuta, della cellula staminale emopoietica delmidollo osseo che dà origine a tutte le cellule mature del sangue.Nella <strong>trombocitemia</strong> questa anomalia si manifesta prevalentementea carico delle cellule preposte alla produzione <strong>di</strong> piastrine,dette megacariociti, che sono le più gran<strong>di</strong> cellule che si trovanonel midollo osseo. Una volta raggiunto un certo livello <strong>di</strong> maturazione,ciascun megacariocita si frammenta in centin<strong>ai</strong>a o migli<strong>ai</strong>a<strong>di</strong> piastrine che abbandonano il midollo osseo e passano nel sanguecircolante.Nella <strong>trombocitemia</strong> il numero <strong>di</strong> megacariociti nel midollo osseoè notevolmente aumentato, quin<strong>di</strong> il numero <strong>di</strong> piastrine6


ilasciato è superiore alla norma. Talora,poiché l’anomalia colpisce la cellulastaminale, anche il numero<strong>di</strong> globuli bianchi (o “leucociti”) e<strong>di</strong> globuli rossi (o “eritrociti”) puòessere lievemente o <strong>di</strong>scretamenteaumentato.La <strong>trombocitemia</strong> viene detta“essenziale”, che significa “a causas<strong>con</strong>osciuta” (anche se negliultimi anni abbiamo iniziato a comprenderealcuni dei meccanismi chela determinano), per <strong>di</strong>stinguerla da altre<strong>con</strong><strong>di</strong>zioni nelle quali l’aumento delle piastrineè dovuto ad una causa identificabile e non rappresenta unamalattia <strong>di</strong> per sé. In questo caso, si preferisce utilizzare il termine<strong>di</strong> “trombocitosi se<strong>con</strong>daria, o reattiva”.Una trombocitosi reattiva si può ris<strong>con</strong>trare in numerose <strong>con</strong><strong>di</strong>zionicome in corso <strong>di</strong> una malattia infettiva o infiammatoria cronica,una neoplasia, o in soggetti <strong>con</strong> anemia da carenza <strong>di</strong> ferro. Questeforme <strong>di</strong> trombocitosi reattiva durano al massimo pochi mesi eregre<strong>di</strong>s<strong>con</strong>o spontaneamente o <strong>con</strong> la cura della malattia <strong>di</strong> base.La <strong>trombocitemia</strong> fa parte <strong>di</strong> una famiglia <strong>di</strong> patologie che vengonodefinite “malattie mieloproliferative croniche”, un termineimpiegato per identificare un gruppo <strong>di</strong> malattie dovute ad unaalterazione della cellula staminale emopoietica. Ne fanno parte lapolicitemia vera e la mielofibrosi, <strong>di</strong> cui parleremo tra poco. Peril loro decorso cronico vanno tenute ben <strong>di</strong>stinte da altre malattieacute più gravi quali le leucemie.7


La <strong>trombocitemia</strong> è <strong>con</strong>siderata una malattia relativamente rara,<strong>con</strong> una frequenza attorno a 1-3 nuovi casi per anno ogni 100.000soggetti, sebbene il miglioramento delle tecniche <strong>di</strong>agnosticheabbia fatto aumentare il numero <strong>di</strong> casi identificati negli ultimi anni.È comunque la più frequente tra le malattie mieloproliferativecroniche, <strong>con</strong> una leggera pre<strong>di</strong>lezione per il sesso femminile.Si può manifestare a tutte le età, anche nei bambini, <strong>con</strong> un piccomassimo <strong>di</strong> incidenza attorno a 60 anni.8


2Come viene scopertaIn oltre la metà dei casi, la <strong>trombocitemia</strong> viene in<strong>di</strong>viduata in seguitoa un <strong>con</strong>trollo casuale degli esami del sangue, in assenza<strong>di</strong> qualunque sintomatologia. La scoperta occasionale è oggiancor più frequente che nel passato grazie alla <strong>di</strong>ffusione degliapparecchi <strong>con</strong>taglobuli automatici.In altri casi la <strong>trombocitemia</strong> viene <strong>di</strong>agnosticata in seguito allacomparsa <strong>di</strong> sintomi. Molto spesso i <strong>di</strong>sturbi sono <strong>di</strong> scarso rilievoma tipici, i cosiddetti <strong>di</strong>sturbi del microcircolo (come cefalea,<strong>di</strong>sturbi visivi o <strong>di</strong> sensibilità agli arti, ecc; si veda il capitolo 4).Nei rimanenti casi l’esor<strong>di</strong>o può essere clinicamente più importante,<strong>con</strong> una complicanza vascolare maggiore sia <strong>di</strong> tipo arterioso(infarto del miocar<strong>di</strong>o o ictus ischemico) che <strong>di</strong> tipo venoso(trombosi venosa, embolia polmonare). Più raramente unaemorragia rappresenta il sintomod’esor<strong>di</strong>o della malattia (siveda il capitolo 4 per una dettagliatadescrizione dei sintomi).Vale la pena sottolineare, tuttavia,che un esor<strong>di</strong>o clinico improvvisoè attualmente moltomeno frequente per la <strong>di</strong>ffusionedei <strong>con</strong>trolli <strong>di</strong> routine nella popolazione,anche nei soggettipiù giovani.9


3Come si effettua la <strong>di</strong>agnosiPrelievo del sangueLa scoperta <strong>di</strong> una <strong>con</strong>ta piastrinica elevata (superiore a 450.000/millimetro cubo) nel corso <strong>di</strong> un esame emocromocitometrico effettuatoper un <strong>con</strong>trollo occasionale o per la comparsa <strong>di</strong> sintomilegati ad una trombosi, a manifestazioni del microcircolo o aduna emorragia, rappresenta il primo elemento per sospettare la<strong>trombocitemia</strong>.La presenza <strong>di</strong> una <strong>con</strong>ta piastrinica elevata, specialmente senon associata ad un evento trombotico, deve essere <strong>con</strong>fermata<strong>con</strong> nuovi esami emocromocitometrici eseguiti a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong>alcune settimane o mesi per escludere una forma transitoria <strong>di</strong>trombocitosi “reattiva”.Nel caso in cui l’aumento delle piastrine venga <strong>con</strong>fermato negliesami successivi, verranno suggeriti ulterori esami del sangue ela biopsia osteomidollare per <strong>con</strong>fermare il sospetto <strong>di</strong>agnostico<strong>di</strong> <strong>trombocitemia</strong> essenziale.Valutazione clinicaLa <strong>trombocitemia</strong> non dà alcuna alterazione che sia apprezzabile<strong>con</strong> l’esame clinico; tuttavia, in occasione della <strong>di</strong>agnosi enei <strong>con</strong>trolli successivi, il suo ematologo la sottoporrà alla visitaper valutare un eventuale ingrossamento della milza o del fegato.La biopsia osteomidollareLa biopsia osteomidollare (BOM) è una procedura <strong>di</strong>agnosticaambulatoriale che si esegue in anestesia locale, <strong>con</strong> piccolo<strong>di</strong>sagio per il soggetto, prelevando dalla cresta iliaca posteriore10


del bacino un cilindretto <strong>di</strong> tessutoosteomidollare <strong>di</strong> 2-3 cm <strong>di</strong>lunghezza e 3 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro.In <strong>con</strong>comitanza viene eseguitoun aspirato midollare che<strong>con</strong>sente <strong>di</strong> raccogliere una piccola quantità <strong>di</strong> sangue midollareper lo stu<strong>di</strong>o delle cellule e per effettuare indagini citogenetiche(cioè lo stu<strong>di</strong>o dei cromosomi).L’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità nel 2008 ha <strong>con</strong>fermatola BOM come una delle indagini necessarie per porre <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><strong>trombocitemia</strong>. La valutazione della BOM <strong>con</strong>sente infatti quasisempre <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere la “vera” <strong>trombocitemia</strong> d<strong>ai</strong> quadri similari<strong>di</strong> iniziale mielofibrosi o <strong>di</strong> iniziale policitemia vera, nonché permette<strong>di</strong> escludere altre patologie come una mielo<strong>di</strong>splasia.Lo stu<strong>di</strong>o molecolareFino al 2005 non era nota alcuna alterazione molecolare (ovverouna anomalia del DNA) che fosse associata <strong>con</strong> la <strong>trombocitemia</strong>.Adesso sappiamo che 6 <strong>pazienti</strong> su 10 presentano una mutazionedel gene JAK2, detta JAK2V617F, mentre 1 dei restanti 4 puòpresentare mutazioni del gene MPL.Queste mutazioni del DNA sono responsabili della produzione<strong>di</strong> una proteina anomala che è alla base della malattia. Pertanto,in soli 3 <strong>pazienti</strong> su 10 la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>trombocitemia</strong> viene fattasenza che sia possibile identificare una mutazione nei geni JAK2o MPL.11


La ricerca <strong>di</strong> queste mutazioni rappresenta pertanto un test fondamentaleper la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>trombocitemia</strong>, sebbene si debba tenerepresente che esse non sono specifiche della <strong>trombocitemia</strong>ma si ris<strong>con</strong>trano anche nella policitemia vera (solo la mutazione<strong>di</strong> JAK2) e nella mielofibrosi (sia la mutazione <strong>di</strong> JAK2 che <strong>di</strong> MPL).È necessario inoltre escludere la presenza <strong>di</strong> un’altra alterazionemolecolare (BCR/ABL) che rappresenta il marcatore <strong>di</strong>agnostico<strong>di</strong> una malattia <strong>di</strong>versa, la leucemia mieloide cronica, chemolto raramente può esor<strong>di</strong>re <strong>con</strong> una piastrinosi. Per la ricerca<strong>di</strong> queste mutazioni è sufficiente un prelievo <strong>di</strong> sangue.12


4I sintomiLe alterazioni del sangue legate alla <strong>trombocitemia</strong> portano a un<strong>ai</strong>percoagulabilità, cioè a una tendenza alla formazione <strong>di</strong> coagulinel circolo sanguigno che sono responsabili della insorgenzadella complicanza più frequente della malattia, cioè la trombosi.I meccanismi <strong>di</strong> questa aumentata tendenza a formare coagulisono vari e sono legati sia a un incremento delle piastrine e deiglobuli bianchi sia soprattutto ad alterazioni della loro funzione.Ciò spiega perché una ipercoagulabilità possa essere presenteanche <strong>con</strong> un numero <strong>di</strong> piastrine <strong>di</strong> poco aumentato.I fenomeni trombotici possono colpire i vasi più piccoli dandoorigine <strong>ai</strong> cosiddetti “<strong>di</strong>sturbi del microcircolo”, che sono dovutia transitori fenomeni vasomotori o alla formazione nei vasi piùpiccoli <strong>di</strong> minuscoli aggregati piastrinici che vanno poi in<strong>con</strong>tro arapida <strong>di</strong>ssoluzione. Tali sintomi possono essere presenti fino al40% dei <strong>pazienti</strong> e sono spesso aspecifici, come cefalea, vertigini,ronzii auricolari, parestesie alle estremità degli arti (formicolii,ipersensibilità, iposensibilità), <strong>di</strong>sturbi della vista (offuscamentodella visione, percezione <strong>di</strong> scintillii, cecità transitoria anche settoriale).È più caratteristica la eritromelalgia, che si presenta <strong>con</strong> unsenso <strong>di</strong> bruciore alle mani ed <strong>ai</strong> pie<strong>di</strong> accompagnato da arrossamentoe calore.Naturalmente una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>trombocitemia</strong> non deve portareall’attribuzione <strong>di</strong> qualunque <strong>di</strong>sturbo a cause vascolari. Quin<strong>di</strong>, peresempio, in caso <strong>di</strong> fenomeni come vertigini o <strong>di</strong>sturbi della visionesarà opportuno un <strong>con</strong>trollo specialistico otorinolaringoiatrico13


o oculistico per escludere la presenza <strong>di</strong> problemi non legati allamalattia <strong>ematologi</strong>ca.La <strong>trombocitemia</strong> può essere complicata da manifestazioni piùgravi quando l’evento trombotico è a carico dei vasi principali. Intal caso le trombosi colpis<strong>con</strong>o in maggioranza le arterie (infartodel miocar<strong>di</strong>o, angina pectoris, ictus cerebrale, ischemia cerebraletransitoria o arteriopatie periferiche), ma in un quarto deicasi possono manifestarsi a carico del sistema venoso (trombosivenosa profonda, trombosi dei vasi addominali, embolia polmonare,tromboflebite superficiale).I fattori che pre<strong>di</strong>spongono ad unaumentato rischio <strong>di</strong> trombosisono: età maggiore <strong>di</strong> 60anni e la storia pregressa<strong>di</strong> trombosi.14


Fattori <strong>di</strong> rischio aggiuntivo possono essere l’elevata <strong>con</strong>ta piastrinica,la presenza della mutazione JAK2V617F, un elevato numero<strong>di</strong> globuli bianchi, fattori ere<strong>di</strong>tari pre<strong>di</strong>sponenti oltre <strong>ai</strong> comunifattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare quali ipertensione, <strong>di</strong>abete,iperlipidemia, fumo, obesità.Va comunque riba<strong>di</strong>to che le trombosi sono particolarmente frequenticome sintomo d’esor<strong>di</strong>o della malattia non ancora <strong>di</strong>agnosticata,mentre la loro frequenza si riduce in maniera significativanei <strong>pazienti</strong> che ricevono un trattamento adeguato.Paradossalmente, in meno del 10% dei <strong>pazienti</strong>, e particolarmentein quelli <strong>con</strong> <strong>con</strong>ta piastrinica superiore al milione e mezzo,la <strong>trombocitemia</strong> può essere complicata da manifestazioniemorragiche (epistassi, gengivorragia o emorragie del tratto gastroenterico)specialmente nel caso in cui il paziente riceva farmaciantiaggreganti.Altri sintomi sistemici, presenti in una minoranza dei <strong>pazienti</strong>, possono<strong>con</strong>sistere in artralgie (dolori alle articolazioni), sudorazioni(specialmente <strong>di</strong> notte), <strong>di</strong>magramento, dolori ossei. Può esserepresente prurito, soprattutto dopo <strong>con</strong>tatto <strong>con</strong> l’acqua.15


5Come evolve nel tempoLa <strong>trombocitemia</strong> è <strong>con</strong>siderata una malattia mieloproliferativacronica a decorso favorevole e raramente evolutivo, <strong>con</strong> una sopravvivenzaglobale pressoché simile a quella della popolazionegenerale.Raramente la <strong>trombocitemia</strong> evolve in policitemia vera, nellaquale è aumentato soprattutto il numero <strong>di</strong> globuli rossi. Menoraramente la <strong>trombocitemia</strong> evolve in mielofibrosi; questa malattiamieloproliferativa si caratterizza per lo spiccato aumento dellefibre nel midollo osseo, aumento o riduzione dei globuli rossi, deiglobuli bianchi e delle piastrine e un quadro clinico complesso<strong>con</strong> notevole aumento <strong>di</strong> volume della milza.Alquanto infrequente (circa l’1% dei casi) è l’evoluzione della<strong>trombocitemia</strong> in leucemia acuta o in mielo<strong>di</strong>splasia, malattiecaratterizzate soprattutto dalla comparsa <strong>di</strong> un elevatonumero <strong>di</strong> cellule midollari immature. Non sono ancora<strong>con</strong>osciuti i fattori che pre<strong>di</strong>spongono a questa evoluzione,ma sappiamo che l’impiego <strong>di</strong> alcune combinazioni<strong>di</strong> farmaci citotossici può influenzare il rischio <strong>di</strong> evoluzioneleucemica.16


Cosa posso fare e cosa non debbofare se ho la <strong>trombocitemia</strong> 6Lo stile <strong>di</strong> vitaAlcuni fattori <strong>di</strong> rischio per trombosi (età, storia <strong>di</strong> precedentieventi trombotici, fattori ere<strong>di</strong>tari) sono ovviamente non mo<strong>di</strong>ficabili.I tra<strong>di</strong>zionali fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare, qualil’ipertensione, il fumo, l’iperlipidemia, il <strong>di</strong>abete, il sovrappeso,la sedentarietà possono costituire un elemento aggiuntivo nellosviluppo <strong>di</strong> una complicanza trombotica, in particolare <strong>di</strong> tipoarterioso.È quin<strong>di</strong> molto importante, al pari <strong>di</strong> un trattamento farmacologico,mo<strong>di</strong>ficare lo stile <strong>di</strong> vita riducendo il peso corporeo se insovrappeso, eliminando il fumo e <strong>con</strong>trollando pressione arteriosae livelli <strong>di</strong> colesterolo, trigliceri<strong>di</strong> e glicemia.L’abolizione del fumo dovrebbe costituire un primo imme<strong>di</strong>atoe ovvio traguardo per ogni paziente: ha poco senso assumerefarmaci o sottoporsi a <strong>con</strong>trolli ambulatoriali se la riduzionedel rischio ottenuta <strong>con</strong> interventime<strong>di</strong>ci viene poi vanificata dallapersistenza dell’abitu<strong>di</strong>ne alfumo. Ugualmente i <strong>pazienti</strong> chegià sono affetti da altre patologiecome ipertensione, <strong>di</strong>abeteo iperlipidemia dovrebberoattenersi scrupolosamente <strong>ai</strong><strong>con</strong>sigli dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> riferimentoper il trattamento <strong>di</strong> tali <strong>con</strong><strong>di</strong>zioni.17


La <strong>di</strong>eta non influenza <strong>di</strong>rettamente il decorso della <strong>trombocitemia</strong>,ma è comunque <strong>con</strong>sigliabile seguire una <strong>di</strong>eta equilibrata tesaa ridurre il rischio car<strong>di</strong>ovascolare, come la <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> tipo me<strong>di</strong>terraneo.Inoltre, come per la popolazione generale, il vino puòessere assunto in mo<strong>di</strong>ca quantità, mentre l’abuso <strong>di</strong> bevandealcooliche e superalcooliche è fortemente s<strong>con</strong>sigliato.Non c’è alcuna limitazione per quanto riguarda l’attività fisicache è anzi <strong>con</strong>sigliata, naturalmente in maniera adeguata alle<strong>con</strong><strong>di</strong>zioni generali e all’età. Per i <strong>pazienti</strong> più giovani, non vi èalcuna <strong>con</strong>troin<strong>di</strong>cazione specifica a praticare attività sportive ancheimpegnative, se non la ovvia <strong>con</strong>troin<strong>di</strong>cazione per gli sport <strong>di</strong><strong>con</strong>tatto violento qualora vengano assunti farmaci antiaggregantio anticoagulanti. In quest’ultimo caso le attività sportive <strong>con</strong> rischio<strong>di</strong> traumatismo (sci, ciclismo) andrebbero praticate almeno<strong>con</strong> uso <strong>di</strong> casco e altri <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione.Infine, non vi è <strong>con</strong>troin<strong>di</strong>cazione specifica <strong>ai</strong> viaggi aerei anche<strong>di</strong> lunga durata; l’eventuale minimo aumento del rischiotrombotico legato alla prolungata immobilità può essere ridottodalla <strong>con</strong>comitante assunzione <strong>di</strong> farmaci antitrombotici e attenendosialle in<strong>di</strong>cazioni fornite dalle compagnie aeree a tutti iviaggiatori per minimizzare il rischio.L’uso <strong>di</strong> sildenafil (Viagra e molecole simili) per il trattamentodelle <strong>di</strong>sfunzioni erettili deve essere valutato <strong>con</strong> grande cautel<strong>ai</strong>n tutti i <strong>pazienti</strong> <strong>con</strong> <strong>trombocitemia</strong>, e in particolare in coloroche abbiano manifestato pregressi eventi car<strong>di</strong>ovascolari o cheutilizzino farmaci vaso<strong>di</strong>latatori.18


Le donne in età fertile devono essere informate che l’uso <strong>di</strong> <strong>con</strong>traccettiviorali può aumentare il rischio <strong>di</strong> tromboembolismo,in particolare venoso, fino a 3 volte rispetto alle <strong>pazienti</strong> che nonne fanno uso; inoltre, la trombosi può essere particolarmentegrave manifestandosi preferenzialmente nei vasi addominali. In<strong>con</strong>clusione, tale metodo <strong>con</strong>traccettivo è fortemente s<strong>con</strong>sigliato.La gravidanzaLa <strong>trombocitemia</strong> non costituisce <strong>di</strong> per sé motivo <strong>di</strong> <strong>con</strong>troin<strong>di</strong>cazionealla gravidanza. Infatti, le complicanze materne nelle<strong>pazienti</strong> <strong>con</strong> <strong>trombocitemia</strong> non risultano m<strong>ai</strong> letali e sono comunque<strong>di</strong> poco superiori a quelle della popolazione generale.L’incidenza <strong>di</strong> complicanze fetali, <strong>con</strong> per<strong>di</strong>ta del feto, è <strong>di</strong> 2-3volte superiore rispetto alla popolazione<strong>di</strong> <strong>con</strong>trollo, ma interessa comunquesolo un quarto circa delle gravidanzeed è in <strong>con</strong>tinua gradualeriduzione anche grazie allacrescente collaborazione traematologo e ginecologo.Nel caso in cui la donna<strong>con</strong> <strong>trombocitemia</strong> ricevafarmaci citoriduttoriè opportuno <strong>di</strong>scutere <strong>con</strong>l’ematologo la programmazionedel <strong>con</strong>cepimento,19


per quanto possibile, <strong>ai</strong> fini della sospensione o del cambiamentodei farmaci. Non è chiaro se l’aspirina assunta durantela gravidanza riduca in maniera apprezzabile il rischio <strong>di</strong> per<strong>di</strong>tadel feto, e la scelta <strong>di</strong> assumerla va fatta caso per casod’accordo <strong>con</strong> l’ematologo <strong>di</strong> riferimento. L’impiego <strong>di</strong> eparina abasso peso molecolare è certamente giustificato nelle <strong>pazienti</strong>ad elevato rischio trombotico e più in generale nel periodo postpartum.<strong>Gli</strong> interventi chirurgiciNei <strong>pazienti</strong> <strong>con</strong> <strong>trombocitemia</strong> sottoposti ad intervento chirurgicovi è un aumentato rischio sia <strong>di</strong> trombosi che <strong>di</strong> sanguinamentoe non è ben definita quale sia la migliore strategia perprevenire tali complicazioni. È quin<strong>di</strong> assolutamente <strong>con</strong>sigliabileuna stretta collaborazione tra il me<strong>di</strong>co ematologo <strong>di</strong> riferimentoe il chirurgo, al quale il paziente deve sempre far presentela patologia <strong>ematologi</strong>ca.Se il paziente sta già assumendo farmaci antiaggreganti o anticoagulantiorali può essere necessaria una sospensione d<strong>ai</strong> 5<strong>ai</strong> 10 giorni precedenti l’intervento. Le modalità <strong>di</strong> tale sospensionee la durata variano in relazione al tipo <strong>di</strong> farmaco e al motivoper cui lo si sta assumendo. Pertanto è in<strong>di</strong>spensabile evitaremodalità <strong>di</strong> sospensione dei farmaci autogestite o gestite dame<strong>di</strong>ci non esperti, ed è importante segnalare per tempo al me<strong>di</strong>coematologo <strong>di</strong> riferimento la programmazione dell’interventochirurgico.20


donne, la presenza <strong>di</strong> altre comorbi<strong>di</strong>tà(car<strong>di</strong>ovascolari, neurologiche,tiroidee, epatiche egastro-intestinali), gli specificimeccanismi d’azione e glieffetti collaterali dei farmacie, non ultimo, il <strong>con</strong>senso delpaziente per un determinatotipo <strong>di</strong> trattamento.Può infatti <strong>di</strong>ventare determinanteil fatto che un farmaco sia asomministrazione orale o sottocute, debba essereimpiegato <strong>con</strong>tinuativamente o ciclicamente, o richieda <strong>con</strong>trollipiù o meno frequenti.I farmaci citoriduttori oggi <strong>di</strong>sponibili sono il busulfano, il pipobromano,l’idrossiurea, l’interferone alpha e l’anagrelide.Il busulfano (Myleran) ha come vantaggi la somministrazioneorale <strong>con</strong> cicli <strong>di</strong> breve durata, l’elevata efficacia, l’ottima tollerabilitàe, poiché non necessita <strong>di</strong> frequenti <strong>con</strong>trolli clinici, risulta<strong>di</strong> utile impiego nel paziente molto anziano.<strong>Gli</strong> svantaggi <strong>di</strong> questo farmaco alchilante sono rappresentatida un piccolo rischio <strong>di</strong> tossicità sul midollo osseo che si manifesta<strong>con</strong> la riduzione eccessiva del numero dei globuli rossi(anemia), dei globuli bianchi (leucopenia) e delle piastrine (piastrinopenia)e da un minimo, e in genere molto tar<strong>di</strong>vo, effettofavorente l’evoluzione leucemica.23


L’interferone alpha (Intron, Roferon, o simili), molecola ad attivitàantiproliferativa e immunomodulante priva <strong>di</strong> effetto leucemogeno,è somministrato me<strong>di</strong>amente tre volte alla settimana me<strong>di</strong>anteiniezione sottocutanea.Il trattamento <strong>con</strong> interferone risulta generalmente molto efficacema è penalizzato da vari effetti collaterali, che causano unquadro simil-influenzale <strong>con</strong> febbre e dolori muscolari e articolari,oltre che spossatezza, e dalla tossicità <strong>ematologi</strong>ca, neurologica,epatica e tiroidea che in molti casi portano alla sua interruzione.L’interferone a lento rilascio (pegilato), che può essere somministratouna sola volta la settimana ed è probabilmente meglio tollerato,è in attesa <strong>di</strong> registrazioneda parte delle autoritàsanitarie per l’impiegonella <strong>trombocitemia</strong>.L’anagrelide (Xagrid,Tromboreductin, ecc.)è l’unico citoriduttorein grado <strong>di</strong> ridurrein modo selettivoil numerodelle piastrine inquanto gli altri farmaciridu<strong>con</strong>o anche ilnumero dei globuli rossi25


e dei globuli bianchi. È ritenuto un farmaco privo <strong>di</strong> effetto leucemogeno.Somministrato per bocca giornalmente, l’anagrelide risulta rapidamenteefficace. Effetti collaterali possono essere cefalea, palpitazionee <strong>di</strong>sturbi gastro-intestinali.Il particolare meccanismo d’azione del farmaco richiede unmonitoraggio del paziente anche sul piano car<strong>di</strong>ovascolare. Poichél’anagrelide ha un modesto effetto antiaggregante, l’impiegosimultaneo dell’aspirina per la profilassi primaria della trombosideve essere valutato caso per caso.Stu<strong>di</strong> recenti in<strong>di</strong>cano che l’anagrelide possa non essere inferiorealla idrossiurea nella prevenzione della trombosi nei <strong>pazienti</strong> <strong>con</strong><strong>trombocitemia</strong>.I farmaci antiaggreganti o anticoagulantiAl fine <strong>di</strong> ridurre il rischio <strong>di</strong> una prima trombosi o <strong>di</strong> una ricorrenzatrombotica in chi già ne abbia sofferto si possonoimpiegare farmaci antiaggreganti o anticoagulanti oralisia da soli che in combinazione <strong>con</strong> i farmaci citoriduttivi.Il rischio <strong>di</strong> emorragie importanti <strong>con</strong>l’uso <strong>di</strong> tali farmaci (in particolare glianticoagulanti orali) è intorno all’1%.I farmaci antiaggreganti più comunementeutilizzati sono l’aspirinae la ticlopi<strong>di</strong>na, più raramente26


il clopidogrel. Questi farmaci agis<strong>con</strong>o senza alterare il numerodelle piastrine ma interferendo <strong>con</strong> la loro funzionalità e quin<strong>di</strong>riducendo la loro capacità coagulativa. Sono particolarmente efficacinella prevenzione delle trombosi arteriose, e l’aspirina è moltoattiva nel trattamento dei <strong>di</strong>sturbi del microcircolo.Tra i possibili effetti collaterali va ricordata per l’aspirina la possibilità<strong>di</strong> facilitare un’ulcera gastrica e per la ticlopi<strong>di</strong>na la sia purrara possibilità <strong>di</strong> tossicità midollare.<strong>Gli</strong> anticoagulanti orali attualmente <strong>di</strong>sponibili in Italia sono ilCouma<strong>di</strong>n (warfarin) da 5 mg e il Sintrom (acenocumarolo) da4 mg e 1 mg; tali farmaci sono particolarmente efficaci nella prevenzionedelle trombosi venose. Essi ridu<strong>con</strong>o la normale capacitàdel sangue <strong>di</strong> coagulare agendo su alcune proteine circolanti enon possono essere somministrati a dosi fisse come avviene peraltri farmaci.Ogni paziente infatti richiede una dose <strong>di</strong>versa <strong>di</strong> farmaco perraggiungere il livello <strong>di</strong> anticoagulazione adeguato, che viene misurato<strong>con</strong> un in<strong>di</strong>ce chiamato INR; per misurare questo, è necessariosottoporsi ad un prelievo <strong>di</strong> sangue <strong>con</strong> una frequenza chepuò variare da settimanale a mensile e <strong>di</strong>pende molto da caratteristichein<strong>di</strong>viduali.Questi farmaci presentano numerose interazioni <strong>con</strong> alcuni alimentie altri farmaci; il me<strong>di</strong>co che li prescrive è in grado <strong>di</strong> fornireadeguate informazioni circa i cibi da evitare e gli altri farmaci chepossono essere assunti in sicurezza.27


Sono in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o nuovi farmaci anticoagulanti il cui uso èin<strong>di</strong>pendente da tali <strong>con</strong><strong>di</strong>zionamenti (<strong>con</strong>trolli perio<strong>di</strong>ci, attenzioni<strong>di</strong>etetiche); tuttavia attualmente non vi è possibilità <strong>di</strong> prescrizionea lungo termine.In caso <strong>di</strong> incidente, particolarmente se si verifica anche un lievetrauma cranico, va segnalata tempestivamente l’eventuale assunzione<strong>di</strong> farmaci antiaggreganti o anticoagulanti orali; infatti in talcaso le linee guida <strong>di</strong> intervento prevedono modalità assistenzialiparticolari, <strong>con</strong> impiego più frequente <strong>di</strong> esame TAC per evidenziarepossibili sanguinamenti intracranici. È <strong>con</strong>sigliabile, per ognievenienza, portare sempre <strong>con</strong> sé uno scritto che segnali l’uso <strong>di</strong>farmaci antiaggreganti o anticoagulanti orali.PiastrinoaferesiIn particolari circostanze in cui sia necessaria una rapida riduzionedel numero delle piastrine può essere impiegata una procedurachiamata piastrinoaferesi, che <strong>con</strong>siste nel rimuovere dalsangue le piastrine me<strong>di</strong>ante un separatore cellulare, esattamentecome si fa nei donatori sani <strong>di</strong> piastrine.L’effetto <strong>di</strong> tale procedura sulla <strong>di</strong>minuzione delle piastrine è <strong>di</strong>breve durata, e <strong>con</strong>temporaneamente va iniziato un trattamentocitoriduttivo per <strong>con</strong>trollare la situazione in maniera stabile.28


Nuovi farmaciLa scoperta della mutazione del gene JAK2 nella <strong>trombocitemia</strong>e nelle altre malattie mieloproliferative croniche ha stimolato laricerca <strong>di</strong> farmaci nuovi che colpiscano in maniera più selettivale cellule che <strong>con</strong>tengono questa proteina alterata. Al momentoattuale, vi sono almeno tre o quattro nuove molecole in corso <strong>di</strong>sperimentazione nei <strong>pazienti</strong> <strong>con</strong> mielofibrosi, che è la più gravedelle malattie mieloproliferative.I primi risultati ottenuti sono estremamente incoraggianti, eduno dei nuovi farmaci anti-JAK2 viene già utilizzato in una sperimentazioneclinica anche in <strong>pazienti</strong> <strong>con</strong> <strong>trombocitemia</strong>.È possibile, quin<strong>di</strong>, che il trattamento della <strong>trombocitemia</strong> possagiovarsi <strong>di</strong> nuovi farmaci, più efficaci e meno tossici, in un prossimofuturo.29


8Risposte ad alcunedomande frequentiPosso guarire dalla <strong>trombocitemia</strong>?No. Nessuna delle terapie attualmenteutilizzate per il trattamento della<strong>trombocitemia</strong> è capace <strong>di</strong> determinarela guarigione (cioè la scomparsadefinitiva) della malattia, ma questeterapie possono risultare moltoefficaci nel tenerla sotto <strong>con</strong>trollo.La mia durata <strong>di</strong> vita è ridottase ho la <strong>trombocitemia</strong>?Non in maniera significativa. Come è stato <strong>di</strong>scusso all’inizio, ilsoggetto <strong>con</strong> <strong>trombocitemia</strong> ha un’attesa <strong>di</strong> sopravvivenza che èmolto simile a quella della popolazione normale.Posso trasmettere la <strong>trombocitemia</strong> <strong>ai</strong> miei figli?No. Non esiste <strong>di</strong>mostrazione che la <strong>trombocitemia</strong> possa esseretrasmessa ere<strong>di</strong>tariamente <strong>ai</strong> figli. Esistono forme ere<strong>di</strong>tarie <strong>di</strong>trombocitosi familiare, molto rare, ma che sono comunque <strong>di</strong>versedalla <strong>trombocitemia</strong>.È però possibile che lei abbia ricevuto d<strong>ai</strong> suoi genitori, e trasmetta<strong>ai</strong> suoi figli, una generica pre<strong>di</strong>sposizione a sviluppare la<strong>trombocitemia</strong> o altre malattie mieloproliferative croniche, allostesso modo in cui viene trasmessa, ad esempio, la pre<strong>di</strong>sposizionea sviluppare malattie quali il <strong>di</strong>abete, l’ipertensione arteriosa,l’ipercolesterolemia e molte altre ancora.30


Potrei fare il trapianto <strong>di</strong> midollo?No. Al momento non esiste alcuna in<strong>di</strong>cazione ad effettuare il trapianto<strong>di</strong> midollo osseo o <strong>di</strong> cellule staminali raccolte dal sangueperiferico. Il trapianto le potrebbe invece essere proposto nell’evenienz<strong>ai</strong>n cui la <strong>trombocitemia</strong> si sia trasformata in mielofibrosi.Infatti, sebbene in teoria il trapianto da un donatore sano rappresentil’unica procedura capace <strong>di</strong> farla guarire dalla <strong>trombocitemia</strong>,il fatto che la sua attesa <strong>di</strong> vita sia molto simile a quelladella popolazione sana non giustifica il rischio <strong>di</strong> mortalità o <strong>di</strong>complicazioni gravi a cui potrebbe andare in<strong>con</strong>tro sottoponendosial trapianto <strong>di</strong> cellule staminali.Posso donare le mie piastrine in eccesso?No. Come tutti i soggetti che hanno una qualsiasi malattia checoinvolga le cellule del sangue, lei non può donare piastrine o altricomponenti del sangue.Posso avere figli se assumo farmaciper la <strong>trombocitemia</strong>?I farmaci utilizzati per il trattamento della <strong>trombocitemia</strong> nonsembrano <strong>con</strong><strong>di</strong>zionare significativamente la fertilità. Peraltro, in<strong>con</strong>siderazione <strong>di</strong> un loro potenziale effetto gonotossico (ovvero,dannoso per gli spermatozoi e/o le cellule uovo) e mutageno (ovvero,il rischio <strong>di</strong> indurre malformazioni nel feto), a titolo prudenzialesi raccomanda <strong>di</strong> programmare il <strong>con</strong>cepimento onde potersospendere l’assunzione dei farmaci in tempo utile, se<strong>con</strong>do lein<strong>di</strong>cazioni dell’ematologo <strong>di</strong> riferimento.31


Sempre a titolo prudenziale, si raccomanda l’adozione <strong>di</strong> misureanti<strong>con</strong>cezionali nei <strong>pazienti</strong>, maschio e femmina, in età fertile chericevano un trattamento citoriduttore. Va segnalato che il grado <strong>di</strong>tossicità è <strong>di</strong>verso per i vari farmaci, apparendo pressoché trascurabileper l’interferone.Inoltre, poiché dati recenti della letteratura mostrano che il <strong>con</strong>cepimentoavvenuto durante il trattamento <strong>con</strong> farmaci citoriduttoriin <strong>pazienti</strong> <strong>con</strong> <strong>trombocitemia</strong> non si è associato ad un aumentosignificativo delle complicanze, né maternené fetali, va detto che in tale evenienza uneventuale aborto volontario può esserescoraggiato, e comunque dovrebbe esserevalutato insieme <strong>con</strong> i me<strong>di</strong>ci curanti.L’assunzione <strong>di</strong> anticoagulanti orali tra lasesta e la do<strong>di</strong>cesima settimana <strong>di</strong> gravidanzacomporta un ben definito rischio <strong>di</strong>malformazioni fetali. Pertanto ogni donn<strong>ai</strong>n età fertile che debba iniziare la terapiaanticoagulante orale deve effettuare un test<strong>di</strong> gravidanza; una volta iniziato il trattamento,il test <strong>di</strong> gravidanza va tempestivamenteeffettuato in caso <strong>di</strong> ritardo mestruale.Cosa mi accade se <strong>di</strong>mentico<strong>di</strong> assumere i farmaci per un breve tempo?Essendo la <strong>trombocitemia</strong> una malattia cronica, i farmaci citoriduttorinon hanno un ruolo “salvavita” come in altre malattie acute32


ma servono solo per il <strong>con</strong>trollo della malattia e/o la prevenzionedelle complicanze, specie <strong>di</strong> quelle vascolari.Pertanto, una breve sospensione del trattamento citoriduttivoraramente è pregiu<strong>di</strong>zievole per lo stato <strong>di</strong> salute. Tuttavia, un <strong>di</strong>ligentecomportamento nell’assunzione dei farmaci è lamigliore premessa perché il curante possa adeguatamentemodulare la loro prescrizione a tutto vantaggiodel paziente.A quale/i specialista/i debbo riferirmi?Il suo me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale la seguirà quasi sicuramentein collaborazione <strong>con</strong> uno specialista ematologo,il quale si occuperà specificamente del percorso <strong>di</strong>agnosticoclinico e laboratoristico e le potrà dare i più adeguati suggerimentiterapeutici.Sarà poi quasi sempre l’ematologo a richiedere il coinvolgimento<strong>di</strong> altri specialisti, ad esempio il ginecologo, il car<strong>di</strong>ologo,il dermatologo, ed altri, qualora lo ritenga necessario inrelazione alle sue specifiche problematiche cliniche.Ogni quanto devo fare i <strong>con</strong>trolli <strong>ematologi</strong>ci e clinici?<strong>Gli</strong> intervalli tra i vari <strong>con</strong>trolli sono stabiliti dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinagenerale in accordo <strong>con</strong> l’ematologo. Molto <strong>di</strong>pende dalle<strong>con</strong><strong>di</strong>zioni cliniche del paziente e dal tipo <strong>di</strong> farmaci utilizzati. Unpaziente asintomatico in trattamento da anni <strong>con</strong> idrossiurea puòessere <strong>con</strong>trollato anche semestralmente. Invece, durante la fase<strong>di</strong> aggiustamento della dose <strong>di</strong> anagrelide o interferone potrebberendersi necessario un <strong>con</strong>trollo molto più ravvicinato.33


Alcune indagini particolari, quali ad esempio l’ecografia dell’addome,l’elettrocar<strong>di</strong>ogramma ed ecocar<strong>di</strong>ogramma, o le indaginimolecolari, potranno essere eseguite ad intervalli <strong>di</strong>versi, anchepluriennali in base alle necessità cliniche o a specifici protocolli <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o in cui il paziente possa essere inserito.Ogni quanto devo fare la biopsia osteomidollare?Come abbiamo visto, la BOM è necessaria per la <strong>di</strong>agnosi. L’inserimentodel paziente in protocolli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o o cambiamenti delle sue<strong>con</strong><strong>di</strong>zioni cliniche potrebbero richiederne la ripetizione dopo uno opiù anni, particolarmente per valutare una eventuale evoluzione dellamalattia in mielofibrosi o, più raramente, in leucemia/mielo<strong>di</strong>splasia.Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> queste evenienze, la BOM potrebbe non essere ripetutaulteriormente dopo quella effettuata al momento della <strong>di</strong>agnosi.Ho <strong>di</strong>ritto alla esenzione dal pagamento del ticketsanitario?Sì. La <strong>trombocitemia</strong> è una patologia clonale e dà quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>rittoall’esenzione (co<strong>di</strong>ce 048) che può essere certificata dallo specialistaematologo e comporta l’esenzione dal pagamento delleindagini <strong>di</strong>agnostiche e delle terapie relative alla patologia stessa.Ho <strong>di</strong>ritto <strong>ai</strong> benefici riservati agli invali<strong>di</strong> e <strong>ai</strong>portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap?Va valutato caso per caso. L’art. 2 della legge 118 del 30.3.1971definisce invali<strong>di</strong> civili i citta<strong>di</strong>ni affetti da minorazioni <strong>con</strong>genite oacquisite che abbiano subito una riduzione permanente della capacitàlavorativa non inferiore ad un terzo o, se minori <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto34


anni, che abbiano <strong>di</strong>fficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioniproprie della loro età.Sono <strong>con</strong>siderati invali<strong>di</strong> civili anche i soggetti ultrasessantacinquenniche si trovino nella situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà prevista per i minorenni(<strong>ai</strong> sensi dell’art.6 del D.L. 509 del 23.11.1988). Il D.M. del5.2.1992 ri<strong>con</strong>osce alle “neoplasie a prognosi favorevole” (quale è la<strong>trombocitemia</strong>) una percentuale <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà dell’11%.Quin<strong>di</strong>, se la <strong>trombocitemia</strong> non ha provocato complicazioni importanti,<strong>con</strong> riflessi significativi e limitativi <strong>di</strong> tipo permanente, <strong>di</strong> persé non è presa in <strong>con</strong>siderazione per il ri<strong>con</strong>oscimento dell’invali<strong>di</strong>tàcivile (per cui occorre una soglia del 34%) né per l’iscrizione alle listespeciali <strong>di</strong> collocamento (per cui occorre una soglia del 46%), nétantomeno per l’accesso a benefici e<strong>con</strong>omici (per cui occorre unasoglia del 74%).Ugualmente non vi è accesso <strong>ai</strong> benefici della legge 104/1992 che tutel<strong>ai</strong> portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap grave e i loro parenti. La definizione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>capè fornita dall’art. 3 comma 1 della legge quadro il quale recita: “èportatore <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap colui che presenta una minorazione fisica, psichicao sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong> relazione o <strong>di</strong> integrazione lavorativa e tale dadeterminare un processo <strong>di</strong> svantaggio sociale o <strong>di</strong> emarginazione”.Naturalmente è <strong>di</strong>verso il caso in cui la <strong>trombocitemia</strong> si accompagniagli esiti <strong>di</strong> complicanze trombotiche o ad altre menomazioni checomplessivamente facciano raggiungere livelli <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà maggiori,per il cui ri<strong>con</strong>oscimento occorre comunque presentare una domandaalla competente Commissione me<strong>di</strong>ca della ASL <strong>di</strong> residenza.35


9La mia qualità della vitaPer “qualità <strong>di</strong> vita legata alla salute” si intende il valore che lei assegnaalla sua vita mo<strong>di</strong>ficata dalla malattia in quanto tale e/o daltrattamento che questa richiede. È un aspetto molto importanteda <strong>di</strong>scutere se si tiene <strong>con</strong>to che la <strong>trombocitemia</strong> è una malattiadalla quale non potrà guarire e che l’accompagnerà per il restodella sua vita. È molto probabile, quin<strong>di</strong>, che lei si ponga alcunedomande.I sintomi della <strong>trombocitemia</strong> essenziale potrannopeggiorare la mia qualità della vita?Al <strong>di</strong> là delle manifestazioni trombotiche, che potrebbero essereanche gravi, i sintomi della <strong>trombocitemia</strong> non sono frequenti.Durante il decorso della malattia, potrebbe accusare una stranasintomatologia caratterizzata da mancanza <strong>di</strong> energia, da un estremobisogno <strong>di</strong> riposare più frequentemente o comunque in manieranon proporzionale alle attività sostenute, la cosiddetta fatigue.Se dovesse accusare la fatigue, loriferisca al suo curanteper in<strong>di</strong>viduareeventuali terapieche possano <strong>ai</strong>utarlaa migliorare ilsuo stato <strong>di</strong> salute.36


Se la mia <strong>con</strong>ta piastrinica è più elevata,me ne posso accorgere fisicamente?No, la <strong>con</strong>ta piastrinica non ha alcun impatto né sulla qualità <strong>di</strong>vita fisica né su quella mentale.La terapia antiaggregante piastrinica potrebbepeggiorare/migliorare il mio stato <strong>di</strong> benessere?La terapia antiaggregante non influenza la qualità <strong>di</strong> vita.I farmaci citostatici o l’anagrelide potrebberopeggiorare la qualità <strong>di</strong> vita?No, in linea <strong>di</strong> massima, sebbene in alcuni <strong>pazienti</strong> si manifestinoalcuni effetti collaterali, che potrebbero comunque influenzare negativamentela sua qualità <strong>di</strong> vita.Inoltre, la numerosità dei farmaci assunti potrebbe avere un impattonegativo sulla qualità <strong>di</strong> vita. Le suggeriamo <strong>di</strong> limitare i farmacia quelli prescritti d<strong>ai</strong> curanti e <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> essere ottimisti,accettando le cure.L’aggiunta della <strong>trombocitemia</strong> alle altre malattieda cui sono già affetto potrebbe peggiorare la miaqualità <strong>di</strong> vita?È possibile che la sua qualità <strong>di</strong> vita possa essere influenzatadall’idea <strong>di</strong> avere una nuova malattia. L’accettazione della nuovapatologia, in <strong>con</strong>siderazione del fatto che non cambia la sua realesopravvivenza, è in<strong>di</strong>spensabile per mantenere la sua percezione<strong>di</strong> benessere.37


Come posso migliorare la qualità <strong>di</strong> vita?Il suo atteggiamento mentale è molto importante. Bisogna avereottimismo e cercare <strong>di</strong> mantenere o aumentare le sue attivitàquoti<strong>di</strong>ane, sia fisiche che mentali, e le relazioni sociali. A parità<strong>di</strong> stato <strong>di</strong> malattia, gli ottimisti percepis<strong>con</strong>o una salute migliore.38


10Come posso saperne <strong>di</strong> piùPosto che la risposta più qualificata<strong>ai</strong> suoi quesiti debba veniredal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale ed<strong>ai</strong> me<strong>di</strong>ci specialisti che l’hannoin cura, è comunque possibile trovarealtre fonti <strong>di</strong> informazioni utili,siano esse <strong>con</strong>cise come questomanualetto o più estensive comein alcuni siti <strong>di</strong> Istituzioni scientifiche.Tra questi ultimi segnaliamo:www.<strong>trombocitemia</strong>.itè il sito del Registro ItalianoTrombocitemia (RIT) che nella sua parte pubblica <strong>con</strong>tieneinformazioni generali sulla <strong>trombocitemia</strong> e sui farmaci impiegati,un Glossario <strong>con</strong> i principali termini me<strong>di</strong>ci, uno spazio per porrequesiti (FAQ) agli esperti del RIT e l’elenco delle principali rivistee Istituzioni scientifiche <strong>di</strong> specifico interesse.www.si<strong>ematologi</strong>a.itè il sito della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Ematologia (SIE) <strong>con</strong> accesso alleLinee Guida sulla terapia della Trombocitemia del 2004, tuttorafondamentalmente valide.www.fcsa.itè il sito della F.C.S.A., la Federazione dei Centri per la <strong>di</strong>agnosidella trombosi e la Sorveglianza delle terapie Antitrombotiche de<strong>di</strong>cato<strong>ai</strong> <strong>pazienti</strong> che assumono anticoagulanti orali.39


Con il <strong>con</strong>tributo educazionale <strong>di</strong>:Cod. XAG10019

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