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li positivi. Agorà - Comune di Carrara

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AgorÀ n. 9 - ottobre 2011 pagina 16 pagina 17 n. 9 - ottobre 2011 AgorÀla leggenda delpescatore e dellasirena snobbataSirena a Bocca <strong>di</strong> Magra? Il signorColmaro Orsini da… “Genova” stavapescando su una scog<strong>li</strong>era quandoudì una dolce melo<strong>di</strong>a provenire dal mare.Si guardò intorno e vide uscire dall’acquauna testa <strong>di</strong> donna coi capel<strong>li</strong> ver<strong>di</strong> che lofissava. La visione durò pochi istanti. Lostrano essere che aveva una coda <strong>di</strong> pesceazzurrognola si allontanò ben prestolasciando una lunga scia verso la PuntaBianca. Questo il racconto del pescatoreOrsini”.La strabi<strong>li</strong>ante notizia comparve il 17giugno 1962 in prima pagina <strong>di</strong> copertinadella “Domenica Del Corriere” conillustrazione del mitico <strong>di</strong>segnatore WalterMo<strong>li</strong>no, che riproponiamo nell’originaled’epoca su Agorà.L’unico errore commesso dal grande settimanaledel Corriere Della Sera è che ilsignor Orsini è stato definito essere ungenovese...Colmaro Orsini pescatore provetto eMedag<strong>li</strong>a d’Oro al Valor Civile per salvataggiin mare è nato, vissuto e mortoa Marina <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>. E la sirena l’ha vistamentre stava pescando muggini alla“Turbina” nello specchio d’acqua neipressi <strong>di</strong> Bocca <strong>di</strong> Magra. Il pescatoreColmaro classe 1920 è spirato 16 anni orsono nella sua amata Marina, circondatodall’affetto e dal cordog<strong>li</strong>o dei suoi seifig<strong>li</strong>: Diana, Priamo, Riccardo, Manrica,Giovanni ed Anna.Sono <strong>di</strong>versi anni che Agorà cerca <strong>di</strong> ottenerequesta famosa copertina della “DomenicaDel Corriere”, corredata dallamirabolante notizia. Finalmente il nostroamico e fig<strong>li</strong>o del pescatore, Giovanni“Colmaro” Orsini, si è deciso a portarcela.Suo padre in effetti sarebbe degno <strong>di</strong>comparire nelle pagine de “Il vecchio e ilmare” <strong>di</strong> Ernest Hemingway.Non aveva né barca né attrezzature <strong>di</strong>sorta -racconta il fig<strong>li</strong>o Giovanni- facevatutto con la forza delle sue mani. Tonnellate<strong>di</strong> musco<strong>li</strong> le tirava su dalle scog<strong>li</strong>eredella Turbina. Strappava i po<strong>li</strong>pi dalle lorotane nelle profon<strong>di</strong>tà marine, coi tentaco<strong>li</strong>che g<strong>li</strong> si aggrovig<strong>li</strong>avano in tutto ilcorpo. Il mio Colmaro ci manteneva coipesci che prendeva e portava a casa in uncestone. Era anche un ottimo nuotatore,alto un metro e 80, fisico possente, assaicoraggioso. Il babbo non ha mai esitato asoccorrere naufraghi o gente in <strong>di</strong>fficoltàtra i flutti. Per anni -conclude GiovanniOrsini- mio padre è stato anche bagninoall’Umbertino.Le sirene nel mito e nella leggenda seduconoi navigatori con la bellezza del voltoe con la melo<strong>di</strong>a dei canti.Come U<strong>li</strong>sse bisogna attaccarsi alla durarealtà dell’albero maestro al centro dellanave che rappresenta l’asse vitale delloIl 17 giugno 1962 lacopertina della “DomenicaDel Corriere”, illustrata daWalter Mo<strong>li</strong>no, riportaval’avventura successa almarinello Colmaro Orsinispirito. Proprio così, per mettere in fugale illusioni delle passioni umane.Il marinaio Colmaro Orsini la sua sirenal’ha vista quando aveva 42 anni. Uomotutto d’un pezzo e poco portato al pateticole ha dato solo un’occhiata.Poi si è rimesso a pescare sperando cheil bel<strong>li</strong>ssimo mostro deg<strong>li</strong> abissi non g<strong>li</strong>avesse spaventato i pesci proprio lì… intornoal suo mare.(V.P.)ARTE ED EDUCAZIONELABORATORI TEATRALINELLE SCUOLEtra <strong>di</strong>sagio e culturaLA POSTA DI AGORÀRICEVIAMO E PUBBLICHIAMOLuigi Brotini, 80 anni, ex impresario nelsettore deg<strong>li</strong> abrasivi, nativo <strong>di</strong> Avenza ma“emigrato” da anni ad Ortonovo, scrive alSindaco Angelo Zubbani: “Sono stato moltianni fa fuori della mia <strong>Carrara</strong>. Ho avvertitotanta nostalgia. Questa mia poesia l’ho scrittaper il sincero rimpianto <strong>di</strong> non vedere più imolti amici che possedevo in Città; ed altriche come si suole <strong>di</strong>re sono rimasti “impantanati”in paesi lontani e che non hanno maipotuto far ritorno a casa. Spero che questamia piccola opera Le piaccia e sia degna <strong>di</strong>essere pubb<strong>li</strong>cata su Agorà.Il Sindaco Zubbani ringrazia ed abbracciail Sig. Luigi Brotini la cui <strong>di</strong>mora non <strong>di</strong>stapoi tanto da <strong>Carrara</strong>-Avenza. Però -<strong>di</strong>ce ilSindaco- vero è che se la lontananza è come ilvento, la nostalgia <strong>di</strong> casa è un tornado anchea due passi dalla fe<strong>li</strong>cità.Ecco la poesia dell’ avenzino:Alpi Apuaneda tempo non più viste,or mi sembratepiù boscose ed irte.E tu montagna bianca,che ti nascon<strong>di</strong> superbafra le nubi,apri il tuo manto.Apri il tuo mantoa chi ti vuole bene,a chi da te <strong>li</strong>eto ritorna.Mostrami ancorle tue sì bianche forme,Il segreto del “Teatro Sociale” è solo un filo -esor<strong>di</strong>sce l’assessorealle Po<strong>li</strong>tiche Socia<strong>li</strong> Masssimi<strong>li</strong>ano Bernar<strong>di</strong>- un filo che pois’ intreccia con tanti altri fi<strong>li</strong> a costruire il tessuto e la tramasociale.L’inizio dei “laboratori” <strong>di</strong> <strong>li</strong>bertà <strong>di</strong> pensiero ed azione istruttivi èimminente, grazie alla progettazione dell’assessorato preposto chene ha <strong>di</strong>segnato e stabi<strong>li</strong>to i concetti: “La scuola, da quella maternafino all’università, rappresenta l’esperienza sociale e comunitariapiù lunga ed importante per la quasi tota<strong>li</strong>tà <strong>di</strong> bambini, ragazzi egiovani dei tempi moderni.Il teatro non estingue “magicamente” i moltep<strong>li</strong>ci <strong>di</strong>sagi <strong>di</strong> adolescentie giovani in età scolastica, ma come risulta dalla letteraturaè capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuir<strong>li</strong> in maniera significativa perché al contrariodell’istituzione scolastica ed anche <strong>di</strong> quella fami<strong>li</strong>are, non metteal centro l’ istruzione e ai margini l’in<strong>di</strong>viduo, ma vi pone la personaper donarle possibi<strong>li</strong>tà <strong>di</strong> “essere ciò che vuole essere”; e peroffrire nel confronto-incontro dei desideri e delle storie altrui, laopportunità <strong>di</strong> costruire relazioni <strong>di</strong> gruppo, a sua volta artefici<strong>di</strong> un progetto comunitario e <strong>di</strong> un impegno pubb<strong>li</strong>co, creativo esociale.Il teatro è anche un <strong>di</strong>vertimento impegnato: coniuga immaginarioe realtà, <strong>di</strong>scip<strong>li</strong>na e gioco; fa <strong>di</strong>alogare adulti e giovani. Il “teatrosociale” si propone quale “invenzione”, motrice <strong>di</strong> socia<strong>li</strong>tàe <strong>di</strong> comunità, <strong>di</strong>strutte e minacciate oggi dall’in<strong>di</strong>vidua<strong>li</strong>smo edai processi <strong>di</strong> omogeneizzazione della cultura globale. Si proponecome formazione e ricerca <strong>di</strong> benessere psicofisico delle singolepersone attraverso la costituzione <strong>di</strong> cooperative e <strong>di</strong> gruppi produttori<strong>di</strong> pratiche performative: espressive e relaziona<strong>li</strong> in grado<strong>di</strong> creare riti e miti, spazi, tempi, corpi, in<strong>di</strong>pendenti e concorrentidel vecchio sistema.Ogni comunità amministrata ha già una visione complessiva dellasituazione, e programma interventi nella po<strong>li</strong>tica culturale enell’assistenza sociale. Lo specifico del teatro <strong>di</strong> comunità è concepirequesti due settori come strettamente integranti”.fammi vedere ancorquanto sei bella!Strega, ingannatrice,non ti basta il sudor ;tu vuoi che le tue grazienoi paghiàm col sangue.Ma<strong>li</strong>arda, incantatrice,fatti veder <strong>di</strong> sera,dopo un dì <strong>di</strong> pioggia:nitida, pu<strong>li</strong>ta.E quando ti mettila vestag<strong>li</strong>a rosapossa così sognartiquando sarò lontano.Sognarti…Per una vita intera.(Luigi Brotini)

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