10.07.2015 Views

li positivi. Agorà - Comune di Carrara

li positivi. Agorà - Comune di Carrara

li positivi. Agorà - Comune di Carrara

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

EDITORIALEUn nuovo Patto Sociale per la Rinascita del PaeseLa crisi economica aggrava quello che possiamo chiamare il paradossodei sindaci, i qua<strong>li</strong> a fronte <strong>di</strong> minori entrate si trovano,in conseguenza delle aumentate <strong>di</strong>fficoltà, davanti a maggioriresponsabi<strong>li</strong>tà, a bisogni crescenti e urgenze sempre più impellentie soprattutto inelu<strong>di</strong>bi<strong>li</strong>.Come molti osservatori hanno notato, la maggior parte <strong>di</strong> noi èpresa dalla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> emergenza, e a volte ci comportiamocome se ci fosse un guado da attraversare, nella speranza che lecose presto o tar<strong>di</strong> torneranno al punto <strong>di</strong> prima, cercando cioè <strong>di</strong>sopravvivere in attesa <strong>di</strong> tempi mig<strong>li</strong>ori.E allora se la realtà non è questa, è invece tempo che si comincia pensare in termini <strong>di</strong>versi perché le cose potrebbero cambiarera<strong>di</strong>calmente. Il nostro problema è che noi siamo forse ancora impreparatia prendere atto ed affrontare i cambiamenti dentro aiqua<strong>li</strong> già siamo sprofondati.Abbiamo tardato un pò a capire che le cose nel tempo stavano mutando,e le trasformazioni erano cominciate già da prima della crisi,quando la <strong>di</strong>ffidenza nei confronti dello Stato cresceva e la gentecominciava a percepire il proprio sindaco ed il proprio comunecome le istituzioni più prossime, come le più vicine ai problemi.È chiaro che i comportamenti messi in atto e i model<strong>li</strong> cultura<strong>li</strong>assunti come riferimento da questo governo e da chi lo rappresentanon hanno certo favorito né il rispetto, né il conso<strong>li</strong>darsi <strong>di</strong> unsenso <strong>di</strong> responsabi<strong>li</strong>tà nei confronti dello Stato, delle sue istituzioni,dei suoi valori fondanti. E qui non è questione <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci ma<strong>di</strong> responsabi<strong>li</strong>tà mal gestite e <strong>di</strong> un danno derivato per il Paesegravissimo. È anche a causa dell’indebo<strong>li</strong>mento della cre<strong>di</strong>bi<strong>li</strong>tàdell’intero equi<strong>li</strong>brio istituzionale che i problemi approdano allaperiferia <strong>di</strong> questo sistema, rappresentata da sindaci e comuni, informa più acuta ed emergenziale.Ci stiamo trasformando nel Pronto Soccorso istituzionale <strong>di</strong> unospedale che sta franando e saremo noi a dover far fronte sempre<strong>di</strong> più ad ogni problema!C’è stata una crisi istituzionale e po<strong>li</strong>tica che ha preceduto quellafinanziaria ed economica. La globa<strong>li</strong>zzazione dei processi economicie finanziari si è accompagnata al fenomeno della crescitadell’in<strong>di</strong>vidua<strong>li</strong>zzazione, rarefacendo il senso <strong>di</strong> responsabi<strong>li</strong>tà siaverso g<strong>li</strong> altri che verso istituzioni, valori e regole.Ma non è che il sentimento sia cambiato per vezzo o bizzarria dellagente, è che siamo immersi in un sistema che rivela ogni giorno <strong>di</strong>più i propri <strong>li</strong>miti e che a poco a poco si rivela sempre meno efficiente,funzionale e cre<strong>di</strong>bile.Non servono esempi, ognuno <strong>di</strong> noi ne trova ogni giorno anchesolo sfog<strong>li</strong>ando i giorna<strong>li</strong>, dalle doppiezza delle agenzie <strong>di</strong> rating,al cinismo del sistema finanziario, dall’inattaccabi<strong>li</strong>tà dei para<strong>di</strong>sifisca<strong>li</strong>, all’inefficacia delle regole della concorrenza, dalle <strong>di</strong>sparitàsul lavoro, alla fisca<strong>li</strong>tà, fino a constatare un crescente, <strong>di</strong>ffuso,impoverimento complessivo universale.Se avevamo <strong>di</strong>fficoltà a svolgere il nostro ruolo prima, figuriamociin qua<strong>li</strong> con<strong>di</strong>zioni ci troviamo oggi e ancor peggio domani, conrisorse <strong>di</strong>sponibi<strong>li</strong> <strong>di</strong>mezzate e bisogni decup<strong>li</strong>cati e con la stagionedei bilanci <strong>di</strong> previsione alle porte.Dunque dobbiamo interrogarci su come è posizionato il <strong>Comune</strong>come istituzione in questo quadro in continua evoluzione. Ilprimo dato <strong>di</strong> fatto è l’oggettiva certezza che questo rappresental’ultimo anello della fi<strong>li</strong>era istituzionale in cui tutti i problemi sispiaggiano, in<strong>di</strong>pendentemente dal fatto che si possiedano o menole risorse e g<strong>li</strong> strumenti per fronteggiar<strong>li</strong>. Tuttavia è anche veroche <strong>di</strong> questo fatto la gente comincia ad avere consapevolezza e<strong>Carrara</strong> - Biennale 2010. Il Sindaco “steso” dai tag<strong>li</strong> del Governoche in mezzo a tanto smarrimento noi sappiamo con certezza <strong>di</strong>rappresentare ancora un presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>bi<strong>li</strong>tà e comunque unriferimento certo.In questo quadro è evidente che si debba uscire dall’angolo incui ci siamo ritrovati, rifiutando il sistematico ruolo vertenziale<strong>di</strong> controparte e assumendo quello <strong>di</strong> attore propositivo, non perun inutile velleitarismo ma perché oggettivamente il <strong>Comune</strong> rappresentaag<strong>li</strong> occhi della gente l’ultimo anello <strong>di</strong> tenuta dell’interafi<strong>li</strong>era istituzionale.Alla luce <strong>di</strong> tutto ciò, la sola possibi<strong>li</strong>tà che ci si presenta è quella<strong>di</strong> avviare e gestire una rivoluzione culturale fina<strong>li</strong>zzata ad unnuovo Patto Sociale che i Comuni, prima <strong>di</strong> ogni altra istituzione,devono assumersi la responsabi<strong>li</strong>tà <strong>di</strong> contribuire a rifondare.La prospettiva ed il lavoro a cui non possiamo sottrarci si lega allanecessità <strong>di</strong> riprogettare l’ingegneria istituzionale. I comuni da so<strong>li</strong>possono far poco, ma insieme alle Regioni possono impegnarsi acostruire un modello mig<strong>li</strong>ore, più efficiente, più snello, economicamentesostenibile e soprattutto più vicino ai citta<strong>di</strong>ni.Non credo più alla vie brevi per la risoluzione dei problemi in cuici <strong>di</strong>battiamo ogni giorno; o siamo in grado <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>segnare una prospettivaper quello che collettivamente rappresentiamo o <strong>di</strong>venteremo(e in parte già lo siamo) dei passacarte <strong>di</strong> un governo centralesempre più affannato a risolvere problemi senza possedere alcunabussola per orientarsi. Più o meno quello che sta avvenendo oggi.Ma il sindaco sta ad un metro dai citta<strong>di</strong>ni, appartiene alla comunitàche amministra, ne fa parte ed è come loro; noi non rappresentiamola casta, siamo la prima <strong>li</strong>nea <strong>di</strong> fronte alla barbarie, noiabbiamo responsabi<strong>li</strong>tà <strong>di</strong> fronte alle qua<strong>li</strong> non possiamo esimerci,perché saremmo tacciati <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento.E così tra i mille impegni dovremmo anche assumere quello <strong>di</strong> sostenerela crescita <strong>di</strong> una maggiore consapevolezza <strong>di</strong> noi amministratori,presi in mezzo a questa sciagurata stagione che incombecome la nemesi per un passato speso a crogiolarsi nell’illusione <strong>di</strong>una abbondanza che non c’è e che invece nascondeva l’avvento<strong>di</strong> nuove fragi<strong>li</strong>tà socia<strong>li</strong>, povertà, <strong>di</strong>sparità, <strong>di</strong> cui occorre tenerconto nel nostro operare quoti<strong>di</strong>ano.Ricordando che in cinese la parola crisi si scrive con due ideogrammi,rischio ed opportunità, la sfida non può essere quella <strong>di</strong>sopravvivere ma quella <strong>di</strong> rifondare, <strong>di</strong> rinascere mig<strong>li</strong>ori <strong>di</strong> quel<strong>li</strong>che eravamo, questa è la nostra responsabi<strong>li</strong>tà!Angelo Zubbani Sindaco del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!