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5 - Società Chimica Italiana

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vi M me P. Curie, Comptes rendus, t. CXXVI, p. 1101.viitrato e nell’alcol. Infine questa sostanzadà lo spettro del bario, facileda riconoscere.Crediamo tuttavia che questa sostanza,sebbene costituita per la maggiorparte da bario, contenga in più un elementonuovo che gli comunica la radioattivitàe che, d’altra parte, è moltovicino al bario per le sue proprietàchimiche.Ecco le ragioni che depongono a favoredi questo modo di vedere:1° Il bario ed i suoi composti non sononormalmente radioattivi; ora uno dinoi ha dimostrato che la radioattivitàsembrava essere una proprietà atomica,persistente in tutti gli stati chimicie fisici della materia. vi In questamaniera di vedere la radioattività dellanostra sostanza, non essendo dovutaal bario, deve essere attribuitaad un altro elemento.2° Le prime sostanze che abbiamo ottenutoavevano, allo stato di cloruriidrati, una radioattività 60 volte maggioredi quella dell’uranio metallico(avendo valutato l’intensità radioattivatramite il valore della conducibilitàdell’aria nel nostro apparecchio a piatti).Dissolvendo questi cloruri in acquae precipitandone una parte conl’alcol, la parte precipitata è molto piùattiva di quella che resta disciolta. Sipuò, basandosi su questo fatto, operareuna serie di frazionamenti che permettonodi ottenere dei cloruri di voltain volta più attivi. Abbiamo ottenutocosì dei cloruri aventi un’attività900 volte maggiore di quella dell’uranio.Siamo stati fermati dallamancanza di sostanza, e, dall’andamentodelle operazioni, si può prevedereche l’attività sarebbe ancora aumentatase avessimo potuto continuare.Questi fatti possono spiegarsicon la presenza di un elemento radioattivo,il cui cloruro sarebbe meno solubilenell’acqua alcolizzata di quellodel bario.3° M. Demarçay ha di buon gradovoluto esaminare lo spettro della nostrasostanza con una gentilezza dellaquale non sapremo mai ringraziarloabbastanza. I risultati del suo esamesono esposti in una Nota speciale chesegue la nostra. M. Demarçay ha trovatonello spettro una riga che nonsembra dovuta ad alcun elemento conosciuto.Questa riga, appena visibilecon il cloruro 60 volte più attivodell’uranio, è divenuta notevole conil cloruro arricchito per frazionamentofino ad un’attività di 900 volte quelladell’uranio. L’intensità di questariga aumenta dunque contemporaneamentealla radioattività, ed è questa,pensiamo, una ragione molto validaper attribuirla alla parte radioattivadella nostra sostanza.Le diverse ragioni che abbiamo enumeratoci portano a credere che lanuova sostanza radioattiva racchiudaun elemento nuovo, al quale proponiamodi dare il nome di radio.Abbiamo determinato il peso atomicodel nostro bario attivo, dosando ilcloro nel cloruro anidro. Abbiamo trovatodei valori che differiscono moltopoco da quelli ottenuti parallelamentecon il cloruro di bario inattivo;tuttavia i valori per il bario attivo sonosempre leggermente maggiori, ma ladifferenza è dell’ordine di grandezzadegli errori sperimentali.La nuova sostanza radioattiva racchiudecertamente una forte proporzionedi bario; malgrado questo, laradioattività è notevole. La radioattivitàdel radio deve dunque essereenorme.L’uranio, il torio, il polonio, il radio edi loro composti rendono l’ariaconduttrice di elettricità ed agisconofotograficamente sulle lastre sensibili.Da questi due punti di vista, ilpolonio ed il radio sono considerevolmentepiù attivi dell’uranio e deltorio. Sulle lastre fotografiche si ottengonodelle buone immagini con ilradio ed il polonio in un mezzo minutodi posa; occorrono molte ore perottenere lo stesso risultato con l’uranioed il torio.I raggi emessi dai composti delCi sia permesso di ringraziare qui M. Suess, corrispondente dell’Istituto, professoreall’Università di Vienna. Grazie al suo benevolo intervento abbiamo ottenuto dal governoaustriaco l’invio, a titolo gratuito, di 100 Kg di un residuo del trattamento dellapechblenda di Joachimsthal, non contenente più uranio, ma contenente polonio e radio.Questo invio faciliterà molto le nostre ricerche.polonio e del radio rendono fluorescenteil platinocianuro di bario; laloro azione, da questo punto di vista,è analoga a quella dei raggi diRöntgen, ma considerevolmente piùdebole. Per fare l’esperienza, si ponesulla sostanza attiva un foglio moltosottile d’alluminio, sul quale è postouno strato sottile di platinocianuro dibario; nell’oscurità il platinocianuroappare debolmente luminoso di frontealla sostanza attiva.Si realizza così una fonte di luce, adire il vero molto debole, ma che funzionasenza sorgente d’energia. C’èqui una contraddizione, almeno apparente,con il principio di Carnot.L’uranio ed il torio non danno alcunaluce in queste condizioni, essendoprobabilmente la loro azione troppodebole. viiBibliografia[1] H.Becquerel, “Sur les radiationsinvisibles émises par les corpsphosphorescents”, C. R. Acad. Sci.,Paris, 122, pp. 501-503 (1896).[2] H.Becquerel, “Émission desradiations nouvelles par l’uraniummétallique”, C. R. Acad. Sci., Paris,122, pp. 1086-1088 (1896); il campione,a forma di disco, era stato preparatoda Moissan: H.Moissan,“Préparation et propriétés del’uranium”, C. R. Acad. Sci., Paris,122, pp. 1088-1093 (1896).[3] M.Mladjenovic, The History ofEarly Nuclear Physics (1896-1931),Singapore: World Scientific, 1992, p. 4.[4] L.Badash, “The Discovery ofThorium’s Radioactivity”, J. Chem.Ed., 43, pp. 219-220 (1966).[5] G.C.Schmidt, “Ueber die vomThorium and den Thorverbindungenausgehende Strahlung”, Verhandunglender physikalische Gesellschaftzu Berlin, 17, pp. 14-16 (1898).[6] G.C.Schmidt, “Sur les radiationsémis par le thorium et ses composés”,C. R. Acad. Sci., Paris, 126, pp. 1264(1898).[7] Tutte le notizie su questi scienziatifrancesi sono tratte da: R.Taton (a curadi), La Science Contemporaine. VolumeII. Le XXe Siécle, Paris: PUF, 1983,passim.[8] E.Demarçay, “Sur le spectre d’unesubstance radio-active”, C. R. Acad.Sci., Paris, 127, p. 1218 (1898).148CnS - La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Novembre - Dicembre 2000

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