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Paesaggi dell'energia. I grandi lavori idroelettrici dalla ... - Sat

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Ponte canale sul Sarca di Campiglio1994. Ponte canale sul Sarca di NambronePer risolvere il problema si decise di realizzare due ponti-canale perfettamente similitra di loro nei quali, il canale di scorrimento dell’acqua, a sezione prismatica aU, poggiava su due travi longitudinali correnti sotto la platea di base. A loro voltai due travi erano sostenuti con cavalletti a portali semplici o multipli che eranobasati, nelle campate di sponda, su plinti di fondazione e, nella campata centrale,su un arco parabolico formante ponte sull’alveo.I due manufatti furono congiunti da un breve tratto di galleria scavata nello speroneroccioso del Cingolo che separa i due rami del Sarca in prossimità della loroconfluenza. La prima parte del secondo tronco fu affidata all’Impresa GiudicarieseCostruzioni Idroelettriche dei fratelli Bertini di Idro che incontrò gravi difficoltà giàall’inizio del traforo; infatti, per i primi 200 metri il terreno si presentava argilloso,molto umido e quindi poco consistente. Qui venne in aiuto l’ingegno e la preparazioneprofessionale di Giuseppe Fogliardi, che in seguito sarà per molti annicapocentrale alla Rocca, il quale propose l’allestimento di un impianto elettrosmoticoper levare l’umidità nell’ampia zona in cui doveva passare la galleria. Tramitel’infissione di una serie di elettrodi ai quali fu applicata un’opportuna differenza dipotenziale, il terreno fu asciugato ed il problema fu risolto; ancor oggi una piccolacentralina assicura la deumidificazione dell’area e garantisce la compattezza delterreno. La Bertini operò fino al cantiere di Val Varcè, costruendo anche le operedi presa sui ruscelli Flanginech di Giustino 8 e Varcè; purtroppo i <strong>lavori</strong> furono funestatida tre incidenti mortali: nel primo, avvenuto il 15 dicembre 1948 in galleriaall’altezza di Bocenago, rimase ucciso Teodoro Cozzini da Giustino che fu inve-8. All’inizio degli anni ‘80, l’ENEL denunciò fessurazioni e perdite nel canale di gronda neltratto che costeggiava la miniera Maffei di Giustino, provocate dalle vibrazioni causatedall’esplosione delle mine necessarie alla coltivazione. Ne seguì una lunga battagliagiudiziaria che portò, nel 1984, addirittura al fermo giudiziario dei <strong>lavori</strong> in miniera. Leproteste della Maffei, che si vedeva costretta a mettere in pericolo più di un centinaiodi posti di lavoro, ebbero l’effetto di costringere l’ente a costruire a proprie spese, tral’87 e l’89, un nuovo tratto di galleria che bypassava la miniera 400 metri più addentronella montagna.Cfr: E. Lappi, Cuore di roccia: l’attività mineraria a Giustino, Trento 2007.20

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