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Comunità in cammino - dall'Oratorio - Coccaglio

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EditorialeMadrid 2011a cura di don GiovanniLa Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), celebrata quest’anno a Madrid, non ha riguardato solo i giovani , nonha toccato solo la Spagna che l’ha ospitata con molto calore e con qualche contestazione (anche queste ben venganose fatte <strong>in</strong> modo costruttivo e onesto e, perciò, offrono motivo per riflettere); è stata evento ecclesiale, cioè della Chiesatutta, co<strong>in</strong>volta a partire da quei suoi membri che rappresentano anche il suo futuro. Ci ha parlato di una volontà diricerca, di disponibilità a credere, sperare e amare che non è esaurita nonostante lo scetticismo diffuso e la mancanza disperanza possano costituire una miscela corrosiva per una scelta di fede.Cogliamo alcuni spunti e alcuni passaggi, focalizzando l’attenzione su alcuni dei protagonisti.Il santo Padre. «Restano loro, resto anch’io»: è la risposta del Papa a chi gli proponeva di attendere al riparo nel retropalco,<strong>in</strong> attesa che cessasse il diluvio piovuto sulla grande veglia della GMG la sera di sabato 20 agosto a Cuatro Vientos(Madrid). L’immag<strong>in</strong>e del Pontefice difeso alla bell’e meglio da una selva di ombrelli sotto l’uragano di vento e pioggia,“acclamato da un milione e più di ragazzi zuppi e festanti”, rimane eloquente nella memoria. Essa ci dice che la personae la parola di questo Papa si <strong>in</strong>contra con questo mondo giovanile privo di quelle certezze (lavorative, valoriali, affettive)che il mondo degli adulti non sa più offrire, “<strong>in</strong> un tempo d’<strong>in</strong>certezze senza precedenti” (Salvatore Mazza, su “Avvenire”).Ad ogni passo, il Papa a Madrid è stato sostenuto da una enorme ondata di affetto: i giovani stanno imparando a conoscerloe sentono che egli non è un’autorità morale tra le altre, ma che “dentro quella figura dolce e apparentemente fragile è ilSignore stesso a rivolgersi loro” (ib.).Igiovani. A loro - alla f<strong>in</strong>e due milioni - rimasti a sfidare il vento e la pioggia, il Papa ha detto: «Come questa notte, conCristo potrete sempre affrontare le prove della vita. Non lo dimenticate!». Nel corso di un altro dei numerosi <strong>in</strong>contrie discorsi che hanno caratterizzato questo suo terzo soggiorno <strong>in</strong> terra spagnola, il Papa ha aggiunto che «non siamo deiviandanti verso l’abisso, verso il silenzio del nulla o della morte... siamo pellegr<strong>in</strong>i verso una terra promessa, verso di Lui,che è la nostra meta e anche la nostra orig<strong>in</strong>e». In queste parole, si può scoprire la possibilità di guardare la vita e la storiacon occhio diverso: c’è differenza, e tanta, tra il camm<strong>in</strong>are verso una meta dove siamo attesi e amati e il credere di essereal mondo senza che ve ne sia una vera ragione.“Avanzare, anche faticosamente, verso un porto dove sappiamo di essere attesi è diverso dall’andarsene <strong>in</strong> giro seguendosolo la propria voglia o <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione, sperando negli oroscopi [...]. È un vivere del tutto trasformato, l’essere figli, dall’essereun caso; cambia il modo di aprire gli occhi al matt<strong>in</strong>o, e di amare e diventare vecchi, e lo sguardo sugli altri; cambia ancheil dolore e la morte […]. E se un ragazzo da Madrid tornasse senza altro aver capito che questa sola parola del Papa, giàsarebbe un dono grande. Il capovolgimento felice di chi sia certo che non siamo un casuale <strong>in</strong>crocio di cromosomi, carneche <strong>in</strong>esorabilmente <strong>in</strong>vecchia, orfani nell’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito – come implicitamente sussurra un coro concorde, <strong>in</strong> questo presente”(Mar<strong>in</strong>a Corradi, su “Avvenire”).Conseguentemente a questi accenni, si può facilmente comprendere che <strong>in</strong>terpretare la GMG - «grande <strong>in</strong>tuizione» diPapa Wojtyla, come Benedetto XVI l’ha def<strong>in</strong>ita - come modo per “mostrare i muscoli” da parte di una Chiesa chetanti vorrebbero decadente e perdente, significa tradirne il significato, anche se i numeri, come tante altre volte, hannosuperato ogni più ottimistica previsione; nemmeno ha senso def<strong>in</strong>irla, anche se benevolmente, come già si era fatto <strong>in</strong>occasione di Roma 2000, una specie di “Woodstock cattolica”. Questi giovani hanno semplicemente risposto ad un <strong>in</strong>vito,hanno seguito il desiderio di <strong>in</strong>contrarsi con altri, giovani come loro, credenti o <strong>in</strong> ricerca come loro, non per contarsi, maper condividere, per arricchirsi reciprocamente e ricevere <strong>in</strong>sieme un messaggio, tornare fortificati ai loro ambienti divita maggiormente “radicati e fondati <strong>in</strong> Cristo, saldi nella fede” (Col. 2, 7). ./..3

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