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Comunità in cammino - dall'Oratorio - Coccaglio

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Comunità <strong>in</strong> ascoltoto, ma è un dono da condividere, unabella notizia da comunicare. E questodono-impegno è affidato non soltantoad alcuni, bensì a tutti i battezzati,i quali sono “stirpe eletta, … gente santa,popolo che Dio si è acquistato” (1Pt 2,9),perché proclami le sue opere meravigliose.Ne sono co<strong>in</strong>volte pure tutte leattività. L’attenzione e la cooperazioneall’opera evangelizzatricedella Chiesa nel mondo non possonoessere limitate ad alcuni momenti eoccasioni particolari, e non possononeppure essere considerate come unadelle tante attività pastorali: ladimensione missionaria della Chiesa è essenziale, e pertantova tenuta sempre presente. E’ importante che sia is<strong>in</strong>goli battezzati e sia le comunità ecclesiali siano <strong>in</strong>teressat<strong>in</strong>on <strong>in</strong> modo sporadico e saltuario alla missione,ma <strong>in</strong> modo costante, come forma della vita cristiana. Lastessa Giornata Missionaria non è un momento isolatonel corso dell’anno, ma è una preziosa occasione per fermarsia riflettere se e come rispondiamo alla vocazionemissionaria; una risposta essenziale per la vita dellaChiesa.Evangelizzazione globaleL’evangelizzazione è un processo complesso e comprendevari elementi. Tra questi, un’attenzione peculiareda parte dell’animazione missionaria è stata sempredata alla solidarietà. Questo è anche uno degli obiettividella Giornata Missionaria Mondiale, che, attraverso lePontificie Opere Missionarie, sollecita l’aiuto per lo svolgimentodei compiti di evangelizzazione nei territori dimissione. Si tratta di sostenere istituzioni necessarie perstabilire e consolidare la Chiesa mediante i catechisti, isem<strong>in</strong>ari, i sacerdoti; e anche di dare il proprio contributoal miglioramento delle condizioni di vita delle persone<strong>in</strong> Paesi nei quali più gravi sono i fenomeni di povertà,malnutrizione soprattutto <strong>in</strong>fantile, malattie, carenza diservizi sanitari e per l'istruzione.Anche questo rientra nella missionedella Chiesa. Annunciando il Vangelo,essa si prende a cuore la vita umana <strong>in</strong>senso pieno. Non è accettabile, ribadivail Servo di Dio Paolo VI, che nell’evangelizzazionesi trascur<strong>in</strong>o i temiriguardanti la promozione umana, lagiustizia, la liberazione da ogni formadi oppressione, ovviamente nel rispettodell’autonomia della sfera politica.Dis<strong>in</strong>teressarsi dei problemi temporalidell’umanità significherebbe «dimenticarela lezione che viene dal Vangelo sull’amoredel prossimo sofferente e bisognoso»(Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 31.34);non sarebbe <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tonia con il comportamentodi Gesù, il quale “percorreva tutte le città e i villaggi,<strong>in</strong>segnando nelle loro s<strong>in</strong>agoghe, annunciando il vangelo delRegno e guarendo ogni malattia e <strong>in</strong>fermità” (Mt 9, 35).Così, attraverso la partecipazione corresponsabile allamissione della Chiesa, il cristiano diventa costruttoredella comunione, della pace, della solidarietà cheCristo ci ha donato, e collabora alla realizzazione delpiano salvifico di Dio per tutta l’umanità. Le sfide chequesta <strong>in</strong>contra, chiamano i cristiani a camm<strong>in</strong>are <strong>in</strong>siemeagli altri, e la missione è parte <strong>in</strong>tegrante di questocamm<strong>in</strong>o con tutti. In essa noi portiamo, seppure <strong>in</strong> vasidi creta, la nostra vocazione cristiana, il tesoro <strong>in</strong>estimabiledel Vangelo, la testimonianza viva di Gesù morto erisorto, <strong>in</strong>contrato e creduto nella Chiesa.La Giornata Missionaria ravvivi <strong>in</strong> ciascuno il desiderio ela gioia di “andare” <strong>in</strong>contro all’umanità portando a tuttiCristo. Nel suo nome vi imparto di cuore la BenedizioneApostolica, <strong>in</strong> particolare a quanti maggiormente faticanoe soffrono per il Vangelo.Dal Vaticano, 6 gennaio 2011,Solennità dell’Epifania del SignoreBENEDICTUS PP. XVI7

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