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“Il ruolo del coordinatore nel riconoscimento e prevenzione ... - Ipasvi

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Otorinolaringoiatria (con 5 operatori), seguitodal personale <strong>del</strong>l’U.O. di Neurochirurgia (con4 operatori), ed infine il personale <strong>del</strong>l’U.O. diMaxillo-Plastica (con 3,30 operatori).- Il livello di assenza di burnout è equamentedistribuito tra il personale infermieristico e disupporto <strong>del</strong>le tre chirurgie (1 solo operatoreper ciascuna U.O.).DISCUSSIONEConsiderando i campioni <strong>nel</strong>la loro globalità, evalutando l’attività svolta dalle singole figure professionali,si potrebbe ipotizzare che l’alto livellodi EE riscontrato tra gli operatori <strong>del</strong>la Neurochirurgia,sia dovuto al loro operato in terapia subintensivacon costante esposizione alle condizionilimite dei pazienti neurolesi, alla morte, e alla sofferenza,dove l’obiettivo primario degli operatori èquello di salvaguardare le funzioni vitali <strong>del</strong>paziente al fine di garantirne la sopravvivenza. InOtorinolaringoiatria e in Maxillo-Plastica, al contrario,le situazioni di prognosi favorevole sononettamente superiori a quelle <strong>del</strong>le persone assistitein Neurochirurgia e più sovente gli operatorihanno a che fare con esiti favorevoli. Analizzandoil grado di DP tra gli operatori <strong>del</strong>le singole U.O.,come dato osservazionale si può notare che ilpersonale infermieristico <strong>del</strong> reparto di Maxillo-Plastica mostra un maggiore livello di depersonalizzazione,rispetto agli infermieri operanti inNeurochirurgia e in Otorinolaringoiatria. Una possibilespiegazione di questo risultato potrebbeessere correlato all’elevato turnover a cui è statosottoposto il personale sanitario appartenenteall’U.O. di Maxillo-Plastica negli ultimi mesi, equindi alla mancanza di relazione, fiducia e dialogotra i colleghi, che potrebbe portare, a lungoandare, a depersonalizzazione <strong>del</strong>l’operatore chesvolge la propria attività in modo distaccato dalcollega, in quanto vi è una ricerca di dialogo e diconoscenza reciproca che solo con il passare <strong>del</strong>tempo si può instaurare. È importante che traoperatori sanitari, oltre che alla capacità professionalevi sia fiducia e consapevolezza di far partedi una equipe basata sulla cooperazione tra figure.Analizzando <strong>nel</strong> dettaglio la sottoscala <strong>del</strong>laRP tra gli operatori <strong>del</strong>le tre U.O. si sono riscontratedifferenze rilevanti; il livello più alto diRealizzazione Personale si è riscontrato tra gliAgorà n. 44 gen-mar 2010operatori <strong>del</strong>la U.O. di Otorinolaringoiatria a differenza<strong>del</strong> personale infermieristico <strong>del</strong>la U.O. diMaxillo-Plastica e <strong>del</strong>la Neurochirurgia. Si potrebbepensare che l’alto livello di RP registrato<strong>nel</strong>l’U.O. di Otorinolaringoiatria sia dovuto allatipologia <strong>del</strong> paziente assistito, generalmente tendenteal miglioramento rispetto alle condizionid’ingresso, ed a volte alla guarigione, dove l’operatorecoglie maggiormente o con più soddisfazioneil risultato <strong>del</strong> proprio lavoro. Un’altra variabileche si potrebbe considerare è l’alto livello diautonomia decisionale di cui godono gli operatorisanitari <strong>nel</strong>l’attuazione <strong>del</strong> piano assistenziale,dove è prioritario assicurare la pervietà <strong>del</strong>le vieaeree e un’adeguata alimentazione <strong>del</strong> paziente.La Realizzazione Personale è una dimensione intimae particolare di ciascun individuo; può essereinfluenzata da fattori non solo professionali maanche appartenenti alla sfera privata <strong>del</strong>l’operatoreche a volte possono condizionare positivamenteo negativamente sentimenti ed emozioni;non è scontato infatti che chi riscontri successi inambito lavorativo sia anche realizzato <strong>nel</strong> privato;viceversa non è detto che chi sia soddisfatto <strong>del</strong>lapropria sfera personale si senta realizzato professionalmente.Non tutti gli operatori infatti sono ingrado di scindere la vita professionale da quellaprivata e questo può portare, se vi sono in giocoproblematiche importanti, a scarsi od addiritturaassenti livelli di Realizzazione Personale.CONCLUSIONILa ricerca presentata con l’elaborato proposto èstata utile per fotografare il livello di burnout syndromenegli infermieri e negli operatori di supporto,<strong>nel</strong>le U.O. di Neurochirurgia, Otorinolaringoiatriae Maxillo-Plastica <strong>nel</strong>l’ospedale S. Anna diComo <strong>nel</strong> periodo di tempo antecedente una riorganizzazioneaziendale che prevede la creazionedi un’ unità operativa integrata a breve tempo. Laburnout syndrome è un rischio per gli operatorisanitari esercenti una professione di aiuto e deveessere preventivamente riconosciuta per esseregestita dai coordinatori infermieristici. Questo <strong>riconoscimento</strong>può essere attuato e reso possibileelaborando strategie per migliorare l’organizzazionedei servizi e <strong>del</strong>le unità di cura, e per promuovereil benessere psicologico <strong>del</strong> personale;inoltre dovrebbe rappresentare uno degli obiettivi41

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