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Infermieristica e cure complementari - La medicina cinese ... - Ipasvi

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<strong>Infermieristica</strong> e Cure <strong>complementari</strong><strong>La</strong> <strong>medicina</strong> <strong>cinese</strong>, applicazioni pratiche: lo Shiatzu16<strong>La</strong> Medicina Tradizionale Cinese è l’insiemedi tecniche terapeutiche che, a partire dauna concezione della vita e dell’uomo elaboratanei primi secoli a.C., ha permesso aiCinesi di studiare e di trattare globalmentele questioni che si sono posti e si pongonosulla salute. Il termine «tradizionale» precisail fatto che il fondamento di questosapere è antico e che la conoscenza semprepiù approfondita in campo medico nonha escluso, ma anzi ancora oggi si rifà aquei principi filosofici elaborati nell’antichità. <strong>La</strong><strong>medicina</strong> <strong>cinese</strong> affonda le sue radici in un pensiero,in una logica, in generale in una civiltà che èmolto diversa dalla nostra e che ha sviluppato unapropria concezione dell’uomo, del corpo, dellasalute e della malattia. <strong>La</strong> Medicina TradizionaleCinese, per la concezione dell’uomo e della vitasottesa, ha certamente delle risposte alle problematichee alle riflessioni che l’uomo moderno sipone. Infatti il merito singolare di questa <strong>medicina</strong>sta nell’interpretazione semplice e fluida della vita.Essa riconosce e privilegia nell’uomo il suo continuo«essere costituito e ricostituito dai Soffi delCielo/Terra». Inoltre da sempre ha avuto chiaro chela malattia non è un avvenimento accidentale,dovuto al caso o a fattori esterni, ma è qualcosache ha a che fare con il rapporto che l’uomo intrattienecon l’ambiente. Per «uomo» intende un soggettoconsiderato globalmente nella sua individualità,non separato in sottoinsiemi, che ha una sicuracapacità di resistere o di accondiscendere allamalattia secondo un patrimonio suo personale cheè anche ereditario.Il rapporto analogico è alla base delle numerosedescrizioni del corpo umano come di un paese,fatto di montagne, fiumi, mari, con palazzi e portein cui, ad esempio, i vasi costituiscono le strade, gliorgani i fienili ed i granai, amministrato da signori eA cura di Valentina Iacchia*funzionari: «Il Cuore ha funzione di Signore... ilPolmone è ministro e cancelliere... il Fegato è ilcomandante dell’esercito». L’analogia consente alsaggio dell’antichità <strong>cinese</strong> la trasposizione- dellaconoscenza delle relazioni tra i vari oggetti edeventi del macrocosmo a quella piccola zona diesso, definita e delimitata, che è l’uomo. Lo yin e loyang, come pure i Cinque elementi, non sonosostanze o principi, ma «virtù», simboli grazie aiquali si possono classificare e definire tutti i fenomeni.Essi costituirono un criterio classificativo di unnumero elevatissimo di osservazioni e, grazie allaelaborazione di una teoria generale di connessioni,divennero criterio predittivo anche per situazioninon ancora osservate sia nel cosmo che nell’uomo.Itermini yin e yang indicano aspetti concreti eantitetici del tempo e dello spazio: l’ideogrammayang rappresenta il sole alto sull’orizzonte chesovrasta una montagna e, per analogia, il fuoco, ilcaldo, la siccità, la luce, il giorno, il mezzogiorno,l’estate; è yang tutto ciò che è associabile all’idea diiniziativa, di movimento, di attività, di espansione.


<strong>Infermieristica</strong> e Cure <strong>complementari</strong>L’ideogramma yin rappresenta le nubi sopra lamontagna e, per analogia, l’acqua, il freddo, l’umidità,l’ombra, la notte, mezzanotte, l’inverno e tuttoquanto è riferibile all’idea di riposo e di inattività, dicontrazione. Yin e yang sono comunque momentidiversi di un’unica realtà, sono tra loro <strong>complementari</strong>e si avvicendano ritmicamente.<strong>La</strong> <strong>medicina</strong> Cinese si avvale di numerose applicazionipratiche: la dietetica e l’erboristeria <strong>cinese</strong>,l’agopuntura, la moxibustione, le ginnastiche cinesi(il qi gong, il tai qi) lo shiatsu ed altro ancora. Checos’è lo shiatsu? Forse il modo migliore per accostarsia questa disciplina, che è contemporaneamenteuna filosofia di vita ed una tecnica corporea,è ascoltare le parole di chi lo ha studiato e in parte,praticato.In questo articolo vorrei proprio presentare questadisciplina e soprattutto presentarvi alcune riflessioniche colleghi infermieri, che hanno approfonditol’argomento, ci propongono. Le domande che hoposto alle colleghe che si sono rese disponibili sonole seguenti:1) Da quanto tempo e qual è stato il percorsoformativo che ti ha portato ad avvicinarti alladisciplina dello Shiatsu?Adriana: Mi sono avvicinata allo shiatsu circa 2anni e mezzo fa. Il percorso formativo era articolatoin tre livelli per una durata totale di 2 anni. È terminatocirca 6 mesi fa. Da allora non ho di fatto maipraticato e sono in attesa di fare l’esame finaleSimona: Ho iniziato per curiosità insieme ad unacollega, abbiamo lavorato un anno insieme ad unapersona che si “vendeva” come maestro ma che inrealtà di shiatsu non ne capiva molto... Per la delusioneho lasciato per un paio d’anni ma ormai l’interesse,la curiosità e la passione era scattata percui ho ripreso la mia formazione partendo da zeroe questa volta frequentando una scuola diffusa alivello nazionale e con i migliori maestri. Il percorsodi formazione si è sviluppato in tre anni con l’esamedi passaggio per ogni anno e con un minimo diore di pratica attestate (un po’ come nella formazioneinfermieristica: teoria e pratica). Il mio percorsoformativo è iniziato nel 1995 e continua...!!2) la tua formazione di base infermieristica ti haagevolato in tale percorso?Adriana: <strong>La</strong> mia formazione di base infermieristicami ha agevolato solo per le conoscenze di base dianatomia. In parte mi ha però reso difficoltosa lacomprensione del sistema di pensiero della <strong>medicina</strong>tradizionale <strong>cinese</strong> alla quale lo shiatsu, inparte, si riferisce, in quanto molto diverso da quellomeccanicistico della <strong>medicina</strong> occidentale.Simona: No al contrario, dovevo “sentire” e “percepire”con le dita. Questo ha richiesto un lavoro nonindifferente, mettere da parte tutti i preconcetti e lemodalità usuali di apprendimento ed aprirsi allanovità, oltre che imparare a fidarsi della propriacapacità di percezione. È stato ed è un lavorolungo, quotidiano ed affascinante, ogni personatrasmette qualcosa di diverso e di differente daun’altra, io devo imparare ad accettare tutte lepersone e togliere dalla mente preconcetti e stereotipi.3) hai trovato delle applicazioni pratiche derivantida questa disciplina, applicabili nel tuointervento assistenziale in risposta ai bisognidella persona?Adriana: Premettendo che attualmente non mioccupo di assistenza diretta alla persona, ritengocomunque molto improbabile l’applicazione delletecniche di shiatsu negli odierni ambiti assistenziali,se non in contesti molto particolari (es. hospice).Le difficoltà sono legate a fattori culturali maanche organizzativi.17


<strong>Infermieristica</strong> e Cure <strong>complementari</strong>18Simona: A livello di trattamento pratico non molto,anche se sono convinta del giovamento che siavrebbe dal ricevere in maniera sistematica un trattamentoshiatsu. Come approccio mentale molto:nel lavoro cerco di essere accogliente con qualsiasipersona con cui mi relaziono e, anche se noncapisco o non condivido delle scelte, cerco di guardareoltre per cercare il suo punto di vista e pervedere il problema, la difficoltà nella direzione chesta guardando la persona che ho di fronte. Ho toltocosì dal mio vocabolario la parola MAI... Le sfaccettaturedella realtà sono davvero molte.4) esprimi liberamente commenti, perplessità,risorse derivanti da questa tua esperienzaSimona: Considerato che sono stata coinvolta in unmomento di trasmissione delle conoscenze, misono resa conto che essendo per me, la primavolta che facevo esperienza di insegnamento, l’argomentodello shiatsu mi ha agevolato ed è statauna bella “avventura”. Mi sono accorta come concettiche io ormai ho assimilato, dovevo esprimerlie comunicarli in maniera semplice e percepibile datutti. Riterrei opportuno, in caso di replica, diaumentare il tempo. Un’ora a disposizione è unpochino tirata, in quanto non si può instaurare uncontatto proficuo tra il praticante ed il ricevente. Ipassaggi si dovevano eseguire piuttosto velocementesenza soffermarsi sulla percezione e sullesensazione che ha suscitato l’esperienza fatta.Adriana: In parole povere... lo shiatsu è una granbella cosa. Una bella esperienza per chi lo praticae per chi lo riceve ma:a) richiede una lunghissima preparazione (teorica,pratica, “spirituale”).Non ci si improvvisa operatori shiatsu, anchese molti lo fanno. Chi fa shiatsu seriamente faun percorso professionale ma anche personaleche dura tutta la vita... Gli altri, se va bene,sono solo dei buoni tecnici. Di conseguenzavedo un pò improbabile l’integrazione fra lecompetenze dell’infermiere e quelle dell’operatoreshiatsu.b) la frequenza ed i tempi di trattamento sonoincompatibili con l’organizzazione delle nostre* IP / Ostetrica - LIbera Professionistaunità operative, almeno per lo shiatsu dellascuola di Masunagac) credo che le conoscenze di base della <strong>medicina</strong>tradizionale <strong>cinese</strong> possono essere di aiutoall’infermiere anche negli attuali contesti sanitariitaliani, consentendogli di acquisire una visionedella persona diversa da quella classica occidentalee di conseguenza un modo diverso dirisposta ai bisogni della stessa.Valentina: Personalmente ritengo che le applicazionipratiche che la <strong>medicina</strong> <strong>cinese</strong> ci propone,siano efficaci, praticabili, e di grande aiuto nellarisposta ai bisogni dei pazienti. È altrettanto veroche la loro applicabilità all’interno delle struttureospedaliere può essere difficoltosa ed è proprio perquesto che è necessario diffondere e far conoscerela filosofia che sottostà al pensiero orientale.Eraclito diceva infatti che “il sole è nuovo ogni giorno”affermando che in questa realtà dinamica tuttomuta continuamente e ogni fenomeno si trasmutainvariabilmente nel suo opposto. Ogni avvenimentonel mondo, dal più piccolo al più grande, interagiscecon l’intero Cosmo e scopo dell’uomo è capirel’essenza di questa grande legge Universale.Questa visione ha numerosi punti di contatto con ilpensiero Taoista. Lo Shiatsu, inteso come praticaapplicativa, si pone come mezzo di comunicazione,comprensione intima di un’altra persona:“capiamoci senza e oltre le parole”.Shiatsu è comunicazione globale tra “tori” (così sichiama colui che tratta) e “Uke” (colui che riceve iltrattamento), una fusione momentanea ed eccezionaleche produce i cambiamenti.Ringrazio molto Adriana Capalbo e Simona Banfi,colleghe infermiere, per la disponibilità e la collaborazione.Concludo con un aneddoto di un maestro Zen:“Una volta un discepolo chiese a Joshu,maestro Zen: se nella mia mente non c’è nienteche cosa devo fare?Oshu rispose: Buttalo viaMa se non c’è niente, come posso buttarlo via?Insistette il discepolo.Beh - disse Joshu - allora fallo”(da 101 storie Zen)

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