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Pollaio - L'Informatore Agrario

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Allevamentinei primi giorni di vita i pasti si susseguanoa più riprese con quantità di latte ridotte(minimo tre volte al giorno). Ricordacorrettaposizione, è sempre quella di nonintervenire e lasciare che l’animale possapartorire in tranquillità con i tempi che lanatura ha scelto. Solo nel caso in cui lafase espulsiva si prolunghi troppo a lungo(oltre la mezz’ora), rischiando di affaticareeccessivamente l’animale, si può stimolarecon le dita la rima vulvare (le partigenitali esterne) e i capezzoli provocandocosì una liberazione di ossitocina, ormoneche stimola le contrazioni dell’utero.Successivamente si possono afferrarecon le dita gli unghielli del capretto e, tirandodelicatamente, farlo nascere senzagrossi problemi.Soggetti all’ingrasso. A seconda deltipo di svezzamento che si attua in allevamento,le operazioni da effettuare dopola nascita sono diverse.Se i capretti vengono lasciati con lamadre è necessario solo disinfettare ilcordone ombelicale immergendolo perqualche secondo in un bicchierino contintura di iodio e verificare che il caprettoassuma il colostro (il primo latte prodotto),cioè poppi dalla madre entro ledue ore successive alla nascita; per il restosarà la madre a provvedere ai bisognidel giovane animale.Nel caso in cui il capretto, invece,venga svezzato artificialmente è necessarioallontanarlo subito dalla madre perrendere meno traumatica la separazione.È buona norma quindi asciugare accuratamentel’animale con paglia o con unasciugamano pulito, procedere alla disinfezionedel cordone ombelicale e porlo inun box ristretto riscaldato artificialmente.Dopo aver munto il colostro dalla madre(tale operazione stimola spesso la fuoriuscitadella placenta) lo si somministracon un biberon, avendo cura che entro leprime due ore di vita ne vengano assuntialmeno 100 millilitri. È buona norma cheCapre. Verifi cate sempre che le placenteespulse siano in numero pari ai caprettipartoriti; per poter effettuare un controllopiù attento, considerate che, terminatoil parto, gli animali tendono amangiare la placentaCapre. Da metà gennaio in avanti inizianoi parti: è importante che i caprettialla nascita trovino un ambiente pulito,asciutto e privo di correnti d’aria1 2Pecore. 1-La posizione tipica di allattamento con il muso della madre sul dorso dell’agnello;in caso di difficoltà di adozione un po’ di sale sul dorso dell’agnello può attirarel’attenzione di una madre sul nuovo nato. 2-Negli allevamenti da latte l’alimentazionedeve prevedere foraggio di buona qualità e una integrazione con concentratiche, per le pecore più produttive, può raggiungere i 600 grammi per capo al giornotevi che la temperatura del colostro nondeve mai essere inferiore ai 35 °C (negliintervalli si può lasciare il biberon immersoin un secchio d’acqua calda). Dalterzo giorno di vita è possibile l’utilizzodi latte in polvere.Alimentazione. A fine gestazione iriproduttori devono avere a disposizioneil miglior fieno presente in azienda. Acausa della ridotta capacità di ingestionedovuta alla presenza del feto, è necessariosomministrare foraggio di secondo/terzo taglio integrandolo con alimenticoncentrati (tipo mais, orzo e soia ingranella). Durante la lattazione la somministrazionedi fieno di primo e secondotaglio è a volontà e l’integrazione abase di concentrati può raggiungere ilchilogrammo al giorno a seconda dellaquantità di latte prodotta. Utile è anchela somministrazione di granella di maisintera che, stimolando la masticazione,induce la produzione di saliva la qualefavorisce la digestione degli alimenti alivello del rumine.Interventi sanitariNel caso in cui si verificasse qualcheaborto è buona norma chiamare il veterinarioe, in ogni caso, conservare feto eplacenta, da inviare all’Istituto zooprofilatticodi zona per la ricerca di una eventualecausa dell’aborto.PECORELavoriRiproduttori. È buona norma in prossimitàdel parto isolare la futura madre e,successivamente, madre e agnello perqualche giorno in un box singolo di almeno1,20x1,20 metri per facilitare il riconoscimentoe l’adozione, e per avviarel’allattamento. Nel caso in cui ci sianodifficoltà di adozione, può succedere chela mammella si gonfi troppo e l’agnellofaccia fatica a prendere in bocca il capezzolo.In questo caso si può mungere lapecora a mano delicatamente e inumidiretesta e dorso dell’agnello con il latte materno.Un’altra tecnica che favoriscel’adozione è quella di porre qualche granellodi sale grosso sul dorso dell’agnello.Quando l’allattamento si è bene avviatomadre e agnello possono essere rimessinel gregge. In caso di parti gemellari ricordateviche, se malauguratamente unagnello dovesse morire, è necessario neigiorni seguenti verificare le mammelledella madre, in quanto gli agnelli tendonoa succhiare il latte sempre dalla stessamammella; di conseguenza quello so-76 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 1/2009

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