riceviamo e pubblichiamo - Lo Scirocco
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Aver nominato Boccioni ci porta<br />
dal terreno letterario a quello<br />
plastico-figurativo. Con altri<br />
autorevoli artisti egli firmò i Manifesti<br />
riguardanti la pittura e la scultura.<br />
Depurati i testi dalla consueta verbosità,<br />
dalle stoccate provocatorie, il<br />
nucleo centrale attorno al quale si sviluppa<br />
la poetica futurista è che l’arte<br />
deve rendere la mobilità della vita:<br />
“Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido…<br />
Una figura non è mai stabile davanti<br />
a noi, ma appare e scompare incessantemente”.<br />
In questa corsa generale nessun oggetto<br />
vive isolatamente. Le forme si intersecano,<br />
si corrispondono, interagiscono:<br />
“i nostri corpi entrano nel divano<br />
su cui sediamo, e i divani entrano in noi,<br />
così come il tram che passa entra nelle case,<br />
le quali a loro volta si scaraventano sul<br />
tram e con esso si amalgamano”. La realtà<br />
appare come una specie di puzzle semovente,<br />
irrequieto, cangiante come<br />
la vita, dove gli oggetti si compenetrano<br />
e modificano a vicenda: “Per la<br />
persistenza dell’immagine nella retina, le<br />
cose in movimento si moltiplicano, si deformano…<br />
Così un cavallo in corsa non<br />
ha quattro gambe: ne ha venti”.<br />
Per rendere il movimento globale<br />
e simultaneo degli oggetti, il loro reciproco<br />
compenetrarsi e modellarsi, il<br />
Futurismo si serve in pittura di lineeforza.<br />
Per un pittore le linee non sono<br />
semplici segmenti, come per un geometra;<br />
esse hanno una forza direzionale<br />
(centrifuga o centripeta), hanno<br />
un significato dinamico, che incide sul-<br />
la psicologia dell’osservatore e traduce<br />
visivamente ciò che l’artista vuol comunicare.<br />
Quadri come RISSA IN GAL-<br />
LERIA di Boccioni o LE MANI DEL VIO-<br />
LINISTA di G. Balla vivono proprio di<br />
questo dinamismo.<br />
Nella scultura la continuità del<br />
movimento è resa anche con la compenetrazione<br />
dei piani: vengono cancellati<br />
i confini tra gli oggetti e lo spazio<br />
in cui sono immersi; le forme vengono<br />
sciolte, in modo da favorire<br />
l’inserimento nell’ambiente e, vice-<br />
A N N I V E R S A R I<br />
versa, la compenetrazione dell’ambiente<br />
in esse (ricordate l’esempio del<br />
divano?). Questo “scioglimento” è ottenuto<br />
con l’assoluta abolizione della<br />
linea finita, della statua chiusa (la statua<br />
classica per capirci) e con l’adozione,<br />
anche qui, delle linee-forza.<br />
Così si ottiene una scultura d’ambiente,<br />
in cui figura e spazio si modellano<br />
praticamente e, compenetrandosi,<br />
fanno un tutt’uno. È proprio<br />
questo risultato che Boccioni raggiunge<br />
al grado massimo nella statua<br />
raffigurata sul nostro ventino.<br />
Certo, se potessimo ammirarla dal<br />
vero e non su scala così ridotta, potremmo<br />
meglio renderci conto che è<br />
un capolavoro. Per tradurre plasticamente<br />
la compresenza di “forme”<br />
che, “nella continuità dello spazio”, diventano<br />
“uniche” (notate l’apparente<br />
contraddizione fra l’uso del plurale e<br />
la connotazione di unicità), Boccioni<br />
coglie una figura umana in movimento<br />
veloce. L’anatomia appare stra-<br />
20 centesimi<br />
Qual è, come nasce, di chi è figlia l’opera d’arte<br />
riprodotta sulla nostra moneta? (3ª parte di 3)<br />
volta, deformata. Questo serve a dire<br />
la tensione del corpo che si lancia in<br />
avanti, verso un luogo dove non è ancora<br />
del tutto, e insieme, in qualche<br />
modo, il suo permanere simultaneo<br />
nello spazio precedente. Infatti, per<br />
23<br />
una legge fisica, le immagini di un oggetto<br />
in movimento si fissano sulla nostra<br />
retina in modo tale che le percepiamo<br />
non come fotogrammi staccati<br />
ma nella sintesi di un moto continuo.<br />
La figura modellata da Boccioni ha<br />
insieme un che di pesante e di alato.<br />
Per certi aspetti può apparire tozza, poderosa:<br />
lo sforzo gonfia i muscoli, il busto<br />
è un tronco senza braccia. Ma l’alternanza<br />
dei pieni e dei vuoti (che testimoniano<br />
il contemporaneo esserenon<br />
essere in un punto dello spazio di<br />
un corpo in movimento) e soprattutto<br />
lo sventagliarsi della materia nell’aria<br />
quasi in forma di ali; tutto ciò comunica<br />
un’impressione di leggerezza,<br />
di estrema levità: è come se la figura<br />
fosse attraversata dal vento, come scivolasse<br />
via in una galleria d’aria, che<br />
la contrasta e insieme la sospinge. Il<br />
turbinio della corsa sembra togliere<br />
peso alla figura e ne fa una specie di<br />
Mercurio alato. Così Boccioni traduce<br />
plasticamente il tema del movimento<br />
continuo che si sgrana nello<br />
spazio, e lo cattura in una sintesi che<br />
solo l’arte sa rendere.<br />
È certo singolare che questo artista<br />
sia giunto a uno dei massimi risultati<br />
della sua scultura celebrando la velocità<br />
non attraverso l’immagine di un<br />
automobile o di un aeroplano - come,<br />
forse banalmente, ci si poteva attendere<br />
da un futurista convinto - ma da<br />
un uomo che cammina, o corre,<br />
vola… che sia l’uomo l’oggetto più interessante<br />
dell’universo?<br />
Maria Grazia Labbate