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alcune considerazioni teorici sull la lettura e la scrittura

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1ALCUNE CONSIDERAZIONE SULL LA LETTURA E LA SCRITTURA: IL PASSODELL’ORALITÀ ALLA SCRITTURA ALFABÈTICA:“La sempre maggior abitudine al<strong>la</strong> <strong>lettura</strong>, almeno in alcuni partico<strong>la</strong>riambienti medioevali, incomincia a creare una sempre più radicataconsuetudine al testo scritto.Il processo che porta a considerare <strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> come una diversamanifestazione del linguaggio rispetto al<strong>la</strong> trasmissione orale, ècertamente molto lungo e si può dire concluso solo con l’invenzionedel<strong>la</strong> stampa, ma già nei primi secoli del medioevo si possono trovare iprimi segni di questo cammino.Nel VII secolo, infatti, Isidoro (di Siviglia) considera le lettere checompongono le parole come segni senza suono, capaci dicomunicarci silenziosamente l’opinione degli assenti. Questainterpretazione evidenzia già una radicale differenza con quantoafferma Agostino qualche secolo prima, pensando le lettere comesimboli di suoni, ossia legandole indissolubilmente al<strong>la</strong> tradizione orale.Le lettere sono segni delle cose. La <strong>scrittura</strong> è un linguaggio visibile,che porta significati al<strong>la</strong> mente attraverso gli occhi,indipendentemente dal suono che gli viene attribuito.Nell’alto medioevo <strong>la</strong> <strong>lettura</strong> diviene sempre più un’interpretazionevera e propria del testo attraverso le glosse e le ricostruzioni delle partinon chiare nei manoscritti.L’interpretazione si trasforma facilmente in incomprensione soprattutto nelle terre più aimargini di quello che era stato l’impero romano. In queste zone moltospesso il <strong>la</strong>tino c<strong>la</strong>ssico non era conosciuto in modo fluido nemmenodai monaci e le contaminazioni dei dialetti par<strong>la</strong>ti portavano acompiere vere proprie manomissioni ed errori sul testo originale.L’esigenza di separare le parole e di usare le pause nasce dal<strong>la</strong>sempre maggiore diffusione dei testi che possono così essere letti conminore difficoltà e anche dall’interesse sempre più vivo verso ilsignificato che l’autore del testo voleva comunicare.Inserire le pause e le separazioni significa ricostruire un significato e unsenso all’intero testo.


2Queste operazioni, che avvengono nei secoli a opera dei monaci,costituiscono i passaggi che portano <strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> alle forme che noiadesso conosciamo. Sicuramente, però, il ruolo del lettore medievaleè profondamente diverso da quello di un lettore contemporaneo inquanto il suo compito di ricostruzione del significato del manoscritto ècertamente più complesso del nostro.L’uso delle glosse, <strong>la</strong> possibilità di contaminazioni rendeva <strong>la</strong> strutturadel testo qualcosa di sempre aperto e mai definitivamente chiuso,facendo del lettore/copiatore un vero e proprio ricostruttore di senso(con i vantaggi e gli svantaggi di questo ruolo).Il medioevo può essere considerato nel<strong>la</strong> sua interezza un’epoca dipassaggio che ha permesso il consolidarsi del<strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> <strong>sull</strong>a culturaorale. Si tratta di un cambiamento lento che ha conosciuto molte fasipermettendo lo strutturarsi di una costruzione mentale che dà primariaimportanza al<strong>la</strong> vista e al segno grafico come depositario disignificato.Anche gli anni attuali sono un periodo di passaggio tra <strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> astampa e l’ipertesto; se possiamo dire però, che il passaggiodall’oralità al<strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> alfabetica trova <strong>la</strong> sua conclusione conl’invenzione del<strong>la</strong> stampa e <strong>la</strong> produzione in serie del libro, al contrario<strong>la</strong> contemporaneità, pur presentandosi come epoca di cambiamenti,non ha ancora trovato una direzione precisa e conclusiva ai suoimutamenti.Con P<strong>la</strong>tone e durante tutto il medioevo si assiste al continuo einesorabile affermarsi del<strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> fino all’invenzione del<strong>la</strong> stampa,che sancisce il trionfo del<strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> alfabetica <strong>sull</strong>’oralità. Lacontemporaneità, in un periodo di tempo molto ristretto di qualchedecennio, sembra manifestare le stesse caratteristiche di transizioneche P<strong>la</strong>tone evidenzia in alcuni suoi scritti.Me domando si possiamo dire che l’epoca che stiamo vivendo èsimile al periodo di passaggio tra oralità e <strong>scrittura</strong> perché sicaratterizza come un periodo di transizione tra <strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> alfabetica e<strong>la</strong> <strong>scrittura</strong> elettronica, per cui presenta le stesse caratteristiche diconfusione e di alternanza che attraverso molti secoli, portaronoall’affermarsi del<strong>la</strong> stessa <strong>scrittura</strong> alfabetica. La <strong>scrittura</strong> elettronicatende a operare in modo analogo sui processi che hanno portato


3all’affermarsi del<strong>la</strong> stampa: nega e conserva allo stesso tempo, conmodifiche notevoli, determinate essenzialmente dallo strumento, cheincidono naturalmente <strong>sull</strong>a forma espressiva, ma anche <strong>sull</strong>o stessocontenuto. Le modifiche, pertanto, vengono portate <strong>sull</strong>’oggetto e suisoggetti del<strong>la</strong> comunicazione, come pure sul medium stesso.Le trasformazioni del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> dallo stadio orale a quello scrittoattraverso <strong>la</strong> stampa e successivamente attraverso l’elettronicacontinuano a comportare mutamenti nel pensiero e nel<strong>la</strong> percezionein modo evidente che non è possibile un’analisi dei contenutilinguistici separata da quel<strong>la</strong> degli strumenti utilizzati.Se il rapporto con lo spazio e con il tempo è percepito è differente trauna cultura orale che si basa sul suono e una cultura letterata che sistruttura <strong>sull</strong>a paro<strong>la</strong> scritta a stampa, altrettanto deve accaderequando si passa da una tradizionale <strong>scrittura</strong> alfabetica a unamodalità di produzione linguistica come l’ipertesto”.Dicono <strong>alcune</strong> e alcuni studiosi:“La fine del libro come unico strumento di produzione di pensiero haaperto <strong>la</strong> strada a una serie di possibilità come <strong>la</strong> realtà virtuale,l’ipertesto, le connessioni tra reti che sembrano esprimere in modo piùadeguato, le potenzialità del<strong>la</strong> produzione di pensiero de donne euomini. La <strong>scrittura</strong> è un medium che esprime un messaggio dicontinuità, di compattezza e di sequenzialità, perciò è difficilmente ingrado di tradurre in modo adeguato <strong>la</strong> produzione del nostro pensieroo comunque il linguaggio par<strong>la</strong>to. A volte nemmeno il par<strong>la</strong>to è unatraduzione completa del pensiero nel<strong>la</strong> sua totalità, perché <strong>la</strong> para<strong>la</strong>subisce il fascino dell’interlocutore, o dell’ambiente che circonda ilpar<strong>la</strong>nte, o delle censure stesse del par<strong>la</strong>nte”.

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