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"I figli dell'aria" di Emilio Salgari

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avanzarsi, si fece animo e si curvò sulla balaustrata, gridandoalcune parole.Le urla erano subito cessate. I calmucchi avevano lasciatocadere le armi, facendo gesti <strong>di</strong> meraviglia e <strong>di</strong> stupore.Il loro man<strong>di</strong>ki scendeva dal cielo, portato da quelmostruoso uccello!La cosa doveva sembrare ben meravigliosa a quei poverinoma<strong>di</strong>, che non avevano mai u<strong>di</strong>to a parlare né <strong>di</strong> aerostati, nétanto meno <strong>di</strong> macchine volanti!La loro sorpresa era tale, che parevano come pietrificati.Lo Sparviero intanto scendeva descrivendo dei larghi giriche a poco a poco si restringevano, poi le sue ali rimasero teseformando un paracadute assieme ai piani orizzontali e la massasi lasciò cadere proprio in mezzo alla piazza.La folla, vedendolo abbassarsi, si era ritirataprecipitosamente per non farsi schiacciare, mentre il monaco,che aveva riacquistato il coraggio, ritto a prora con un'aria datrionfatore, trinciava bene<strong>di</strong>zioni a destra ed a manca, invocandoBudda.Grida d'ammirazione scoppiavano da tutte le parti. Siurlava, si applau<strong>di</strong>va il monaco che aveva saputo, certo peropera del <strong>di</strong>o, domare quell'enorme mostro e renderlo docile aisuoi voleri. Tuttavia nessuno osava accostarsi a quell'uccellaccio<strong>di</strong> nuova specie, anzi alcuni avevano armato i fucili, temendo unimprovviso attacco.Il man<strong>di</strong>ki con un gesto da sovrano impose silenzio allaturba e gridò con un vocione da basso profondo:– Giù le armi, <strong>figli</strong> miei. Questa bestia non farà male anessuno, perché io l'ho domata e fate buona accoglienza agliuomini che mi accompagnano, che sono i <strong>figli</strong> <strong>di</strong> Budda.– Ah! Il volpone! – esclamò Rokoff. – Per lui eravamo <strong>figli</strong>della luna; ora siamo <strong>di</strong>ventati, per gli altri, nientemeno che <strong>figli</strong>214

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