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Il Tabloid del festival Time in Jazz 2010

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L’Ente Foreste <strong>del</strong>la SardegnaL’Ente Foreste <strong>del</strong>la Sardegna ha come missione lo sviluppo e la valorizzazione <strong>del</strong> patrimonio forestale e faunistico <strong>del</strong> territorio regionale, nonché la creazionee diffusione di una cultura che contempli valori naturalistici, storici e culturali propri <strong>del</strong> territorio.In ambito forestale, l’Ente concentra la sua attività nella gestione sostenibile <strong>del</strong>le foreste, attraverso opere atte a garantirne la fruibilità e la tutela <strong>del</strong>la florae <strong>del</strong>la fauna autoctone.In tale contesto assume enorme importanza l’attività di prevenzione e lotta agli <strong>in</strong>cendi, su cui viene concentrata ogni anno gran parte <strong>del</strong>le risorse.La foresta, diventa così una risorsa <strong>in</strong> grado di garantire il mantenimento di zone rurali vive e d<strong>in</strong>amiche, sviluppandone l’economia e valorizzandone le specificità.Le foreste demaniali <strong>del</strong>la Sardegna rappresentano un bene collettivo di straord<strong>in</strong>aria valenza naturalistica, ambientale, storica ed economica, risultatodi secolari <strong>in</strong>terazioni tra l’uomo e la natura. La quasi totalità <strong>del</strong>le foreste demaniali gestite dall’Ente Foreste rientra nella rete ecologica regionale checomprende parchi naturali regionali, oasi di protezione faunistica, SIC. <strong>Il</strong> paesaggio di montagna, e con esso i boschi, meritano una fruizione sostenibile erispettosa, perchè solo <strong>in</strong> questo modo anche le generazioni future potranno fruirne.<strong>Il</strong> Demanio Forestale <strong>del</strong> Monte Limbara SudParte <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong> Comune di Berchidda rientra nel Demanio Forestale <strong>del</strong> Monte Limbara Sud, un paesaggio suggestivo, caratterizzato da graniti, cimerocciose su cui ancora volteggiano le aquile, fitti boschi dove si nascondono il gatto selvatico e la martora.Negli anni sono stati sviluppati progetti ed <strong>in</strong>iziative rivolti alla fruizione <strong>del</strong>le foreste e alla promozione di questo preziosissimo patrimonio.<strong>Il</strong> Monte Limbara Sud rientra all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong> circuito Inforesta: un sistema di educazione ambientale volto all’attività di <strong>in</strong>formazione, divulgazione, sensibilizzazioneed educazione ambientale, che assicurastrutture stabili, personale qualificato e propostedidattiche tese all’acquisizione di “esperienzasul campo”.Un altro progetto <strong>in</strong> corso è la realizzazione<strong>del</strong>l’Arboreto Mediterraneo <strong>del</strong> Limbara: ungiard<strong>in</strong>o botanico di alberi ed arbusti con lesue rappresentazioni evolutive ecologiche egeografiche ed il suo edificio, <strong>in</strong>teressantestruttura di architettura moderna articolata<strong>in</strong> tre volumi realizzati con setti <strong>in</strong> cementoarmato rivestiti <strong>in</strong> granito e collegati da unastruttura metallica <strong>in</strong> acciaio <strong>in</strong>ox.Storia, musica e natura convivono negliambienti granitici <strong>del</strong> Limbara; da alcunianni <strong>in</strong>fatti, il Limbara è diventato il cuore didiverse manifestazioni artistiche e culturali,come i concerti di <strong>Time</strong> <strong>in</strong> <strong>Jazz</strong>, (dall’alba sulMontalvu ai concerti nel bosco o sulle spondedei laghetti) e come il museo di Arte e Naturadi Semida, realizzato <strong>in</strong> collaborazione colMuseo PAV di Berchidda, nel bosco lungo unsentiero attraverso corbezzoli secolari.In primavera è possibile <strong>in</strong>oltre ammirare lenumerose specie colorate che popolanoil Giard<strong>in</strong>o <strong>del</strong>le Farfalle, un’oasi protettarealizzata dall’Ente Foreste <strong>del</strong>la Sardegna perproteggere un patrimonio entomologico riccoe vario, con molte specie di farfalle rare.S e m i d aRisposta sussurrata ad una comunicazione eccessiva, ad una provocazione che rischia di essere semprepiù il f<strong>in</strong>e e non il mezzo <strong>del</strong>la ricerca artistica, la Land Art, o Earth Art, nasce alla f<strong>in</strong>e degli anni Settantaconcependo opere che riescano a dare nuova dignità ad un territorio ignorato, <strong>in</strong>tervenendo direttamentesulla natura, “<strong>in</strong>s<strong>in</strong>uandosi” <strong>in</strong> essa, recuperando il senso profondo <strong>del</strong> silenzio e <strong>del</strong> contatto con le radici, fisichee metaforiche. È <strong>in</strong> questo contesto che, all’<strong>in</strong>terno dei grandi progetti visivi <strong>del</strong> <strong>Time</strong> <strong>in</strong> <strong>Jazz</strong> e <strong>in</strong> collaborazionecon l’Ente Foreste <strong>del</strong>la Sardegna, nasce Semida museo di arte e natura, realizzato sul Monte Limbara, dove lasevera maestosità <strong>del</strong>la natura si svela <strong>in</strong> un selvaggio trionfo, Semida – sentiero nella l<strong>in</strong>gua locale – procedeattraverso percorsi ben più misteriosi rispetto al puro godimento estetico e la ricerca concettuale.Gli artisti <strong>in</strong>tervengono sul luogo con opere appositamente pensate e realizzate cercando di entrare <strong>in</strong> risonanzacon il paesaggio attraverso una profonda riflessione sui rapporti etico-estetici. Le forme e i colori <strong>del</strong>l’arte siuniformano ad una legislazione antica e assoluta come quella <strong>del</strong>la natura che diviene, contemporaneamente,ispirazione, creatrice e giudice <strong>del</strong>l’opera d’arte.Chi sale dal sentiero pr<strong>in</strong>cipale viene “accolto” da un <strong>in</strong>treccio sorprendente di rami forti come sentieri e sentieri chesi ramificano per tutto il paesaggio. In questo labir<strong>in</strong>to ne appare un altro, quello proposto da Clara Bonfiglio conil suo lavoro: una porta <strong>in</strong> metallo con <strong>in</strong>tagliato sopra la scritta “attraverso” che dà il titolo all’opera. Una porta…attraverso… andare oltre un limite divenuto soglia, <strong>in</strong>gresso verso una dimensione altra. Una scritta, spazio <strong>in</strong>tagliato,negato, da un foglio di metallo nero emerge il nulla che prende i mutevoli colori <strong>del</strong>la natura.Un sottile schermo di plexiglas arancio è <strong>in</strong>vece l’opera di Monica Sol<strong>in</strong>as. Una f<strong>in</strong>estra, soglia che non contempla alcuntipo di attraversamento se non quello ottico-mentale; una sorta di stop obbligato, imperativo dalla duplice f<strong>in</strong>alità:da un lato cornice che esalta la bellezza <strong>del</strong>la natura e ce ne ricorda l’<strong>in</strong>soluto mistero; dall’altro ricordo <strong>del</strong>la nostraestraneità: non facciamo parte di questo misterioso mondo e quando vi entriamo non è mai dalla porta pr<strong>in</strong>cipale.E, procedendo nel camm<strong>in</strong>o, si è attratti dall’opera di P<strong>in</strong>uccio Sciola, la forza <strong>del</strong>la roccia trattenuta da unacatena di ferro che congiunge i massi di granito, si snoda, attraversa la montagna. Sciola imbriglia la naturaattraverso l<strong>in</strong>ee s<strong>in</strong>uose e, paradossalmente, attraverso catene ne restituisce l’<strong>in</strong>domita libertà. Opera comeprivilegio, come se la natura fosse talmente generosa da prestarsi al gioco nella tacita consapevolezza che lasua forza dirompente potrebbe piegare queste e ben altre catene.Poco discosto l’<strong>in</strong>tervento di Bruno Petretto: una gabbia metallica <strong>in</strong>cornicia un enorme masso che già artistisecolari come gli agenti atmosferici hanno plasmato <strong>in</strong> forme di levigata bellezza. <strong>Il</strong> rigore <strong>del</strong>le l<strong>in</strong>ee metallicheesalta la plasticità di quelle naturalistiche e la gabbia diventa teca protettrice attraverso la quale ammirare lapotenza e la sacralità <strong>del</strong> luogo.La recente opera di Giovanni Campus è una grossa corda tesa attraverso il paesaggio ad organizzarepercettivamente e emotivamente lo spazio., svelando significati antichi e ne crea di nuovi attraverso unatensione che non è solo propriamente fisica ma, anzi, fortemente allegorica.Arte dunque come misterioso percorso – Semida –, cont<strong>in</strong>uo divenire che non si oppone alla natura ma ne svelale meraviglie, sentiero <strong>in</strong> cui perdersi per poi, f<strong>in</strong>almente, trovarsi.Sonia Borsato

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