<strong>Annuario</strong> <strong>statistico</strong> <strong>italiano</strong> <strong>2012</strong>Per contro, la produzione dell’editoria educativo-scolastica presenta un andamentonegativo. In percentuale, i testi scolastici rappresentano il 7,3 percento di tutti i libri pubblicati e ben il 17,2 per cento in termini di copie stampate,ma il loro peso diminuisce sia nei titoli (-1,4 per cento), sia nelle copie(-3,5 per cento), probabilmente anche per effetto dei provvedimenti della riformascolastica, volti a contenere i continui cambiamenti dei libri di testo, alne di ridurre la spesa a carico delle famiglie. Rispetto al 2005, la contrazioneè addirittura del 25,1 per cento per i titoli e del 31,1 per cento per le tirature.Il 2010 segna un incremento complessivo della produzione libraria italiana,interrompendo nalmente il ciclo negativo degli ultimi anni. Rispetto al2009, infatti, le opere pubblicate passano da 57.558 a 63.800, con un aumentodel 10,8 per cento, e le tirature, la cui ripresa è invece in proporzione più lenta,da 208.165.000 a 213.289.000 (+2,5 per cento). La quantità di titoli propostiaumenta quindi in modo palpabile, mentre il volume complessivo di copiemesse in circolazione cresce ad un ritmo decisamente inferiore, con la conseguenzache in media la tiratura di ciascun opera si è ridotta in un anno del 7,6per cento (da oltre 3.600 copie per titolo del 2009 a poco più di 3.340 nel 2010).Se si adotta una prospettiva di medio periodo, il raffronto con i dati del2005 descrive un mercato con il 6,8 per cento di titoli in più, ma segnato da uncontestuale calo delle tirature medie, pari addirittura al -23,6 per cento (da4.373 a 3.343 copie per titolo). La produzione sembra dunque puntare da unaparte sulla <strong>varie</strong>tà e sulla quantità delle proposte editoriali e dall’altra sulcontenimento dell’attività di stampa, calibrata su un pubblico con ricettivitàinevitabilmente limitata, e tendenzialmente on demand. (Prospetto 8.1).La crescita dell’offerta, in termini di titoli, registrata rispetto all’anno precedente,è da attribuire sostanzialmente alla maggiore produzione libraria deigrandi editori. Questi, infatti, hanno pubblicato il 15,9 per cento di opere inpiù rispetto al 2009, mentre i piccoli editori presentano un’attività complessivamentestabile (-0,1 per cento) e i medi editori hanno subito una leggeraessione (-4,9 per cento).Se si esaminano le tirature, i grandi editori sono per altro gli unici chehanno incrementato il volume complessivo di copie stampate (5,6 per cento),mentre i piccoli e medi editori le hanno ridotte rispettivamente del 20,1 percento e del 14,5 per cento.Prospetto 8.1Variazione percentuale del numero di opere pubblicate, di copie stampate e dellatiratura media rispetto al 2009 e al 2005 per tipo di edizione, genere e tipo di editoreEDIZIONEGENERETIPO DI EDITOREVariazione percentuale 2010/2009 Variazione percentuale 2010/2005Opere Copie Tiratura Opere Copie Tiraturapubblicate stampate media pubblicate stampate mediaPrime edizioni (a) 8,3 1,3 -6,4 5,8 -22,0 -26,4Edizioni successive (a) 22,2 15,7 -5,3 11,4 -24,9 -32,6Ristampe (a) 14,2 1,9 -10,8 7,8 -9,2 -15,8Scolastiche (b) -7,3 -16,8 -10,2 -25,1 -31,1 -8,0Per ragazzi 13,7 12,6 -1,0 36,0 29,7 -4,7Varia adulti 12,5 6,6 -5,2 8,6 -21,3 -27,6Piccoli editori (c) -0,1 -20,1 -20,1 -6,7 -38,0 -33,5Medi editori (c) -4,9 -14,5 -10,1 -1,3 -8,9 -7,7Grandi editori (c) 15,9 5,6 -8,9 9,9 -18,4 -25,8Totale 10,8 2,5 -7,6 6,8 -18,3 -23,6(a) Per “prima edizione” si intende la prima pubblicazione di un manoscritto in lingua originale o tradotto; per “edizionesuccessiva” quella che si differenzia dalle precedenti per la presenza di modifiche apportate nel testooriginale o per variazioni nella veste tipografica; per “ristampa” l’edizione che non comporta modifica rispettoall’edizione precedente.(b) Sono escludi i testi universitari e parascolastici, in quanto compresi nelle opere di varia adulti.(c) Gli editori sono classificati, in base al numero di opere librarie pubblicate nel corso dell’anno, in: “piccoli editori”= da 1 a 10 opere; “medi editori” = da 11 a 50 opere; “grandi editori” = oltre 50 opere.214
8. Attività <strong>culturali</strong> e <strong>sociali</strong> <strong>varie</strong>Il bilancio del quinquennio per le tirature è però negativo per tutti e pesantissimoper le piccole case editrici (che perdono il 38 per cento), in caduta perle grandi (che scendono del 18,4 per cento) e meno negativo per le medie, cheregistrano il -8,9 per cento.Figura 8.1Numero di editori per dimensione e regionePiemonte803821Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste4 3Liguria3510 1Lombardia1748671Trentino-Alto Adige/Südtirol2516 3Veneto84249Friuli-Venezia Giulia298 6Emilia-Romagna874121Toscana824521Umbria258 4Marche16 113Lazio1548230Abruzzo149 4Molise4 2Campania61335Puglia2616 5Basilicata62Calabria8 72Sicilia42136Sardegna188Piccoli editori Medi editori Grandi editoriBibliotecheL’Anagrafe delle biblioteche italiane dell’Istituto centrale per il catalogo unicodelle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (Iccu) del Ministeroper i beni e per le attività <strong>culturali</strong> raccoglie le principali informazionisulle strutture bibliotecarie presenti sul territorio nazionale.Sulla base di tale fonte, al 31 dicembre 2011 risultano attive in Italia12.609 biblioteche pubbliche, 2 ben 234 (+1,9 per cento) in più dell’anno precedente.L’aumento si è verificato in tutte le ripartizioni geografiche, ma alCentro ha raggiunto il +5,7 per cento.Le tavole statistiche proposte descrivono la composizione del sistema dellebiblioteche, e in particolare la distribuzione geografica, l’articolazione rispettoall’ente di appartenenza e la consistenza del patrimonio librario.Sulla base dei dati aggiornati al dicembre 2011, oltre la metà (51,6 percento) delle biblioteche presenti sul territorio nazionale appartengono ad entiterritoriali; le restanti sono in larga parte biblioteche delle università statali(15,2 per cento) e degli enti ecclesiastici (10,4 per cento).Anche dal punto di vista territoriale, la distribuzione delle bibliotecheevidenzia fenomeni di concentrazione. Circa la metà (il 49,8 per cento) dellestrutture descritte nell’Anagrafe dell’Iccu è localizzata, infatti, nelle regioni2 A partire dal 31 dicembre 2004, le biblioteche pubbliche sono classificate per tipologia amministrativa sulla base della classificazionestatistica delle unità legali per forma giuridica predisposta dall’Istat.215