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4 Giovedì 25 Giugno 2009 l’inchiesta Cile, la mattanza INCHIESTA DI MANUELA PALERMI Assassinii, desaparecidos, torturati ed esiliati della dittatura: un documento segreto della Cia svela quali sono le responsabilità Francisco Herreros scrive su El Siglo di essere venuto in possesso di un documento top secret della Cia. In quel documento c’è il Cile di Pinochet, le trame, gli orrori e gli assassini. Herreros si sofferma su alcuni dati, per esempio su una serie impressionante di episodi relativi all’assassinio del presidente Frei. Il documento fa parte dell’archivio della Cia che si trova nell’ambasciata statunitense di Santiago. Le ragioni e le circostanze per le quali la documentazione è in possesso di Herreros verranno portate a conoscenza dei magistrati che stanno indagando in merito. Per una questione, dice Herreros, di elementare dovere civico. Quello che si sa è che tutto il materiale è composto di quaranta documenti per un totale di più di duecento pagine. E’ una lettura che rende più chiara e fa meglio comprendere la specifica configurazione della transizione cilena, della sua classe politica e di alcuni gruppi imprenditoriali del paese. Inutile dire che la conoscenza di questi precedenti costituisce non solo un diritto dei cittadini e che la parte più buia della storia cilena meriti di essere svelata. Gli originali dei documenti e una copia di ciascuno di essi sono stati dati in custodia a due notai. Per ogni eventualità, scrive Herreros, si attiverà un meccanismo che li renderà immediatamente pubblici. Nomenclatura Nel documento segreto della Cia c’è una serie di informazioni relative alle operazioni Coihueco, nome in codice dell’assassinio di Tucapel Jiménez; Valquiria, nome in codice dell’assassinio Francisco Herreros, il giornalista di “El Siglo” che ha trovato i documenti segreti, li ha dati in custodia a due notai. Per ogni evenienza si attiverà un meccanismo che li renderà immediatamente pubblici Augusto Pinochet. A centro pagina: Salvador Allende. A destra: un familiare mostra la foto di un “desaparecido” dell’ex presidente Eduardo Frei Montalva; Cóndor 2, nome in codice dell’assassinio del chimico Eugenio Berríos. L’originale dei documenti, in lingua inglese, è stato inviato a Washington. Lì è stato classificato come “Segreto- 3290” e con l’annotazione “Eyes Only”, riservata ai documenti di grande riservatezza di cui è consentita solo la lettura. Wsa è l’ufficio incaricato di seguire e intervenire presso i principali mezzi di comunicazione. Amco, Comunicazioni Americane, è il dipartimento delle comunicazionidell’ambasciata. Apo è una sezione della Cia. Una documentazione annotata come “Apo” può essere visionata solo da “personale autorizzato” che, subito dopo, deve inviarla ad altri uffici, nel nostro caso all’archivio della stazione locale della Cia, sulla base delle informazioni delle squadre operative. Nel caso del documento, l’informazione è stata fornita dai gruppi G12 e G14, quelli incari- EDUARDO FREI MONTALVA Ex presidente del Cile, viene avvelenato in ospedale, la cosiddetta Operazione Valquiria T rentasei anni fa Pinochet divenne il dittatore sanguinario del Cile. Uccise, torturò, seviziò. Ci furono 3.500 desaparecidos. Ci furono decine di migliaia di torturati e di prigionieri politici. Ci fu mezzo milione di esiliati. Il paese divenne il luogo oscuro del traffico d’armi e del narcotraffico. Al Cile umiliato e degradato non è mai stata resa giustizia. E col passare degli anni è intervenuta, anche nell’opinione pubblica di sinistra, una sorta di rassegnazione e di dimenticanza. Ma giorni addietro, navigando in internet, ho saputo di un giornalista che era in possesso di un documento segreto della Cia sugli anni di Pinochet. Francisco Herreros, questo il suo nome. Ho letto i pezzi con attenzione. Nomi, luoghi, date… tanti di quei nomi erano confusi nella mia memoria e altri addirittura estranei. 36 anni sono molti e i ricordi, anche quelli che segnano la vita, si appannano. Eppure quel che ha fatto Pinochet al Cile non merita di essere dimenticato. E così ho deciso di informarvi sui segreti che la Cia s’è tenuti stretti, proteggendo uno dei maggiori criminali della storia dell’umanità. Com’è capitato a me, molti nomi non vi diranno nulla, qualcuno echeggerà in lontananza, qualcun altro lo ricorderete improvvisamente. Ma risvegliare la memoria è un dovere politico e civico. Pinochet amava dire che «a volte la democrazia necessita di essere lavata nel sangue». Bisogna riconoscergli una coerenza di ferro. Negli anni 60 viene chiamato dal presidente Frei per cati di infiltrare spie e provocatori nei sindacati e nei partiti politici cileni. Saranno i tribunali competenti, dice Herreros, gli unici che ne hanno la facoltà, i titoli e i mezzi a stabilire la veridicità delle informazioni contenute nel documento: «Da parte nostra, abbiamo deciso di renderne nota una parte ed abbiamo inviato tutte le informazioni al magistrato Alejandro Madrid, che sta indagando proprio sui casi Frei e Berrios. Egli potrà, se vorrà, avere ogni riscontro perché le norme e il metodo che abbiamo assunto punta all’autenticità dei dati». Gli assassini di Tucapel Jiménez Alfaro Il paragrafo 9091, relativo alla Denominazione Operativa Coihueco, riguarda l’assassinio di 36 ANNI FA EUGENIO BERRIOS Della Dina, temuta polizia segreta, il Dottor Morte fa parte dell’Operazione Condor L’immunità di Pinochet Tucapel Jiménez Alfaro, ucciso il 25 febbraio del 1982 da un commando dell’esercito cileno. Tucapel Jimenez è un sindacalista che non si rassegna agli abomini della dittatura. Decide di fare un appello pubblico a tutti i sindacati perché si battano contro il regime di Pinochet. Il suo cadavere, sgozzato, viene trovato alla periferia di Santiago. Sedici ex militari e collaboratori del regime dittatoriale di Augusto Pinochet vengono incriminati dal giudice Sergio Munoz. Tra gli incriminati, come mandati dell’omicidio, ci sono l’ex generale Ramses Alvarez, responsabile dei servizi segreti dell’Esercito all’epoca del delitto e l’ex generale Hernan Ramirez Hald che, accusato dell’assassinio, si dimette dalle forze armate. Tra i complici c’è l’ex procuratore militare Fernando Torres Silva, uno
l’inchiesta 5 Giovedì 25 Giugno 2009 top secret GERARDO HUBER OLIVARES Assassino professionista, produce armi chimiche che vengono usate contro i dissidenti soffocare uno sciopero nella zona desertica a nord del Cile: lui la reprime da par suo, con un bagno di sangue e un numero incalcolabile di morti. Quest’oscuro ufficiale dell’esercito fa la sua entrata trionfale nelle sfere del potere nel 1973, l’anno del “golpe” militare che provoca la morte di Salvador Allende e dà inizio a una dittatura che durerà dal ’73 al ’90. In quegli anni vengono barbaramente torturati, uccisi e fatti sparire gli uomini di Unidad Popolar, la coalizione di Allende, militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, intellettuali, professionisti, religiosi, studenti, sindacalisti, operai. Forse ha ragione chi dice che Pinochet giocò un ruolo secondario nel complotto che l’11 settembre del ’73 sfociò nel golpe. Il documento top secret della Cia ne è una conferma. Secondo molti storici, i veri artefici e mandanti furono l’oligarchia e le elites internazionali, appoggiate dalla destra e dalla Democrazia Cristiana cilene. Ma gli aiuti consistenti, e gli appoggi addirittura ideologici, vennero al dittatore dagli Usa, ché consideravano pericoloso Allende e temevano l’espansione dei comunisti nell’area sudamericana. Dal ’73 al ’90 il mondo è testimone di sparizioni, arresti, torture ed esilii. Tutto sembra concludersi con il “Plebiscito” dell’89, voluto dalla stessa giunta. Pinochet deve abbandonare la carica, ma in una grande e tragica farsa continua ad essere il comandante supremo delle forze armate. La politica della “riconciliazione nazionale” decide di dimenticare gli orrori del dittatore. Una volta in pensione, Pinochet è eletto senatore a vita, mantenendo intatte immunità e impunità. Quando va a Londra per un intervento chirurgico, il mondo sembra avere un soprassalto. Amnesty International ne chiede l’arresto per violazione dei diritti umani. Il giudice spagnolo Baltasar Garzon emette un mandato di cattura internazionale. E’ un ministro del Labour Party, Jack Straw, a consentirgli il ritorno in Cile da uomo libero. Ed è da uomo libero che il 10 dicembre 2006 Augusto Pinochet muore nel suo letto. degli uomini più vicini ad Augusto Pinochet. Il documento non offre differenze sostanziali rispetto all’indagine del magistrato Sergio Muñoz, ma racconta parecchi precedenti fino ad oggi non conosciuti. Innanzitutto la partecipazione all’operazione dei generali Arturo Alvarez Sgolia, Hernán Ramírez Rurange, Humberto Gordon e Fernando Torres Silva, del maggiore Carlos Herrera Jiménez, del colonnello Arturo Silva Valdés e dei sottufficiali Miguel Letelier Verdugo e Manuel Contreras. Nel documento ogni episodio viene raccontato in maniera dettagliata e, se assunto come prova, sarà una prima azione di giustizia a distanza di 36 anni. A differenza invece di ciò che l’opinione democratica cilena e mondiale TUCAPEL JIMENEZ ALFARO Sindacalista, nemico della dittatura, viene trovato sgozzato alla periferia di Santiago ha creduto per anni, non sembra provato, secondo il documento, l’intervento nell’assassinio di Tucapel Jiménez Alfaro della Uat, Unità Speciale dell’Intelligence Militare, un’unità di intervento poco conosciuta che rispondeva direttamente a Pinochet ed operava sotto il comando dei servizi di intelligence. La Uat sembra invece direttamente implicata negli omicidi di Eduardo Frei, Eugenio Berríos e Gerardo Huber Olivares. Gli omicidi di Tucapel Jiménez ed Eduardo Frei, dice il documento, si resero necessari per “neutralizzare” le potenziali minacce alla dittatura e quelli di Eugenio Berríos e Gerardo Huber Olivares per prevenire le possibili fughe di notizie sulle operazioni della Uat. Viene confermata, anche se non rappresenta una vera e pro- pria novità, la partecipazione della Cni, la Centrale Nazionale di Informazioni, e della sua Segreteria Generale ai lavori dell’intelligence. Vengono menzionati più di una volta i nomi di Misael Galleguillos, Raúl Lillo Gutiérrez, Miguel Hernández, Francisco Ferrer Lima, Valericio Orrego e Eduardo Arriagada Rehren. E soprattutto risulta coinvolto Jovino Novoa Vásquez, un personaggio potente ed equivoco oggi presidente del Senato. Ma il rapporto della Cia non risparmia neppure il Ministro degli Interni dell’epoca, SergioFernández Larraín, e aggiunge due nomi che non appaiono nell’indagine ufficiale: Nelson Hernández Franco, che lo stesso documento identifica più avanti come l’uomo che faceva da raccordo con Agustín Edwards, e Luis Becerra, che per circa vent’anni fu l’autista di Eduardo Frei Montalva. Una sequela inquietante emerge dal riscontro delle date: Ogni episodio viene raccontato in maniera dettagliata e, se assunto come prova, sarà una prima azione di giustizia dopo 36 anni. Pesantemente coinvolto è Novoa Vasquez, attuale presidente del Senato 1984, 1986 e 1999, legate a circostanze che, fin quando conosciute dal ministro Sergio Valenzuela Patiño, tennero virtualmente paralizzato il processo. Quelle date, le circostanze e le testimonianze dimostrano che forse dal 1984, e in ogni caso sicuramente nel 1999, la Cia, e quindi il governo statunitense, erano a conoscenza di tutti i piani per assassinare Tucapel Jiménez. Piani che vengono attribuiti a Pinochet in prima persona ed ai suoi uomini più fidati. Il documento della Cia squarcia finalmente il buio, le trame, le complicità che si sono accavallate per anni sulle tante tragedie del Cile di Pinochet. Ed è facile comprendere quanto potere ha gestito chi fino ad oggi ne è stato l’unico custode. L’assassinio di Eduardo Frei Montalva Nel secondo capitolo del documento c’è un’informazione fino ad oggi sconosciuta. L’assassinio dell’ex presidente Eduardo Frei Montalva viene chiamato Operazione Valquiria, lo stesso nome utilizzato dai cospiratori che cercarono di uccidere Adolf Hitler nell’attentato del 20 luglio 1944. Eduardo Frei Montalva è presidente del Cile dal1964 al 1970. Inizia la carriera politica tra le fila del Partito conservatore e nel 1935 è tra i fondatori della Falange Conservadora, un’organizzazione antifascista e cristiano-sociale, chiamata poi Falange Nacional. Senatore dal 1949, Frei contribuisce all’affermarsi, negli anni Sessanta, del nuovo partito cristiano-democratico, nato dall’unione della Falange Nacional e del Partito conservatore, considerato l’unica alternativa democratica alle forze della sinistra marxista in forte crescita nel paese. Nel 1964 sconfigge il Fronte di azione popolare, guidato da Salvador Allende, e viene eletto alla presidenza della Repubblica. Durante il mandato attua una riforma agraria e riorganizza il sistema scolastico, avviando anche una seria legislazione per sottrarre l’industria del rame al controllo delle compagnie statunitensi. Frei non ce la fa a controllare l’inflazione galoppante e non riesce neanche ad assicurare una più equa distribuzione della ricchezza. Questo ne mina la popolarità e rafforza gli attacchi della classe imprenditoriale cilena che lo considera un pericoloso estremista per le sue politiche di intervento statale nell’economia. Sconfitto da Allende alle presidenziali, Frei viene eletto nel 1973 al Senato, poco prima che questo sia sciolto da un golpe militare. Durante il periodo della dittatura di Pinochet, rimane a capo del suo partito fino a quando, nel 1977, un decreto della dittatura obbliga lo scioglimento di tutti i partiti politici. In un primo momento sembra che Frei accetti tacitamente il governo di Pinochet, ma nei primi anni Ottanta il suo dissenso diventa pubblico e l’ex presidente entra a far parte delle fila degli oppositori del regime. Dice il documento che «si crearono due fronti di azione paralleli, Valchiria e Coihueco (…). L’unità operativa Valchiria nasce e si sviluppa attraverso il lavoro dell’Unità Speciale di Intelligence Militare, Uat, che dipende direttamente dal generale Augusto Pinochet. L’obiettivo è neutralizzare ed eliminare Eduardo Frei Montalva». Appaiono frequentemente i nomi di Luis González Sepúlveda, Juan Jara Quintana, Alicia Uribe, Alejandro Campos, Fernando Arancibia Reyes e Fernando Suau Baquedano, considerati pericolosi comunisti, nemici del regime da cancellare dalla faccia della terra. SEGUE A PAGINA 6
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