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6 C’ERA ANCHE COSA NOSTRA Droga, cocaina e alta società Agli inizi degli anni 90, il narcotraffico è tutt’uno con l’alta società di Viña del Mar. Manuel Losada è un imprenditore che fa affari miliardari con i cartelli colombiani. Carlos Zuluaga è il rappresentante del cartello di Cali e di Medellín e tiene importanti contatti sia per portare la droga fuori dal Cile che per far entrare dall’Europa i narcodollari colombiani. La cocaina invece viene distribuita da Cosa Nostra controllata, a quell’epoca, da Bernardo Provenzano. La cocaina viene da Mendoza e lavorata a Caleta Abarca, Viña del Mar. Lì ci sono diversi laboratori che la trasformano in liquido. Nel 1991 ne escono dal Cile 150 chili dentro 360 bottiglie di vino della Viña Manquehue. A Calata Abarca vive un peruviano molto esperto nel trasformare la cocaina in liquido. Si chiama Máximo Isidro Bocanegra Guevara, un ex agente dell’intelligence militare, un peruviano, che fa parte della stessa organizzazione criminale di Berríos. I carichi di cocaina partono dalla Famae di Santiago e vengono portati con veicoli militari all’aeroporto Pudahuel. La droga è destinata all’Europa e ad altri luoghi intermedi. Spesso viene portata all’aeroporto di Port au Prince, ad Haiti, o nelle Isole Canarias. Uno degli aerei è utilizzato anche da una compagnia britannica registrata come Quinn Freight, e viene usato da Robert Mc Farlane e dal colonnello Oliver North per andare in Iran a negoziare il piano Iran-Contras. Carlos Cardoen fabbrica armi pesanti per le forze armate del Cile e bombe aeree per Saddam Hussein, per l’allora guerra con l’Iran. E Cardoen è molto legato ed assiduo frequentatore di Augusto Pinochet. SEGUE DA PAGINA 5 E’ la Elissalde e Poblete, un’impresa che la Dina utilizza per finanziare le sue operazioni, ad occuparsi degli aspetti economici e logistici. Sugli aspetti operativi intervengono la Direzione di Intelligence dell’Esercito, Dine; l’unità di controspionaggio, Cie; il Comando di Appoggio Tattico, Cat; il Dipartimento Esteri della Centrale Nazionale di Informazioni, Cni e il Complesso Chimico dell’Esercito, Ist. Figurano anche agenti coinvolti negli assassinii di Eugenio Berríos e di Tucapel Jiménez e nei casi di Fernando Torres Silva, Hernán Ramírez Rurange, Eugenio Covarrubias Valenzuela, Arturo Silva Valdés e Raúl Lillo Gutiérrez, tutti rinviati a giudizio per il caso Berríos dal magistrato Alejandro Madrid. Nel rapporto della Cia c’è scritto che l’assassinio dell’ex presidente Frei avviene durante la sua permanenza in ospedale. Frei deve subire un’operazione chirurgica e durante la degenza gli vengono iniettate sostanze come il gas mostarda e il bacillo Clostridium Botulinum. Il documento riporta i nomi dei medici e degli infermieri che “materialmente” lo uccidono. Tra Giovedì 25 Giugno 2009 l’inchiesta questi Patricio Silva Garín, Augusto Larraín Orrego, Eduardo Wainstein, Rodrigo Vélez Fuenzalida, Sergio Virgilio Bocaz, Pedro Samuel Soto, Helmar Rosenberg, Eduardo Arriagada Rehren, Sergio Rosende Oyarzún, Alejandro Goic e Enzo Fujide. Il cadavere viene poi imbalsamato in modo che non ci sia la possibilità di scoprire le vere cause della morte. Ad eseguire l’imbalsamazione sono cinque medici e un infermiere: Patricio Rojas Saavedra, Patricio Silva Garín, Hernán Barahona, Helmar Rosenberg, Sergio González Bombardiere e Humberto Gallardo. Eugenio Berríos, il Dottor Morte Per eliminare Frei, Pinochet MILIONI DI DOLLARI Grande traffico d’armi per i nazisti di Croazia 379 tonnellate di armi e i soldi versati sui conti bancari personali di Augusto Pinochet N el ’73, subito dopo il golpe di Pinochet, Gerardo Huber Olivares entra a far parte della Dina, l’agenzia di Intelligenze. Nei mesi seguenti lo inviano in Argentina: il suo compito è trovare uomini che si infiltrino nei gruppi del Mir. Tornato in Cile, Huber si mette a produrre armi chimiche che vengono poi usate contro i dissidenti politici. All’inizio degli anni 80, viene inviato a Talagante, per entrare a far parte del Complesso Chimico dell’Esercito del Cile, e nel giro di pochi anni, dal 1987 al 1989, viene eletto governatore. Due anni più tardi, nel marzo del 1991, entra a far parte della Direzione dell’Esercito di Logistica. E’ lì che Huber comincia ad occuparsi della compravendita di armi con l’estero. Ha una nipote, Loreto Tapia, che s’è sposata con un nipote di Pinochet, Hernán García Pinochet. Attraverso questo contatto riesce ad avere, nel 1991, un incontro col dittatore. Quando si trova alla sua presenza, Huber è un fiume in piena: gli parla convulsamente di moltissime irregolarità che, giura e spergiura, avvengono all’interno della Logistica dell’Esercito. La vedova di Pinochet racconta che la reazione del generale è quello di mandarlo all’ospedale militare per un visita psichiatrica. Nell’aprile del 1991 arrivano in Cile due personaggi: uno è un’ex spia inglese e si chiama Sydney Edwards; l’altro è un nazista croato di nome Vladimir Secen. Hanno lavori e frequentazioni diversi, ma entrambi si muovono per un unico scopo: creare una potente rete di contatti per armare i neonazisti croati contro i serbi. si affida al suo “Dottor Morte”, Eugenio Berrios, alias Hermes, un medico-scienziato che lavora per la Dina, la temuta polizia segreta, il quale gli somministra un cocktail di tossine letali. Eugenio Berrios partecipa all’ Operazione Condor, un piano per eliminare gli oppositori delle giunte militari sudamericane. La sua specialità sono i veleni e durante le sue ricerche mette a punto un’arma micidiale: una boccetta di profumo con la quale può spruzzare gas sarin sulla vittima designata. Berrios intende usare questo sistema per uccidere Orlando Letelier, avversario del regime. Il progetto viene poi accantonato, ma Letelier sarà poi liquidato a Washington nel 1976 con una bomba nascosta nella sua vettu- ra, un ordigno costruito dal Dottor Morte. Avendo partecipato a molte “operazioni sporche”, Berrios diventa presto un personaggio ingombrante e c’ è il rischio - ora che è iniziata la lenta transizione verso la democrazia - che venga chiamato a testimoniare. Nell’ottobre del 1991 Berrios scompare. Una fuga agevolata dalla Dina che si trasforma di fatto in un sequestro di persona. Lo portano in Uruguay, nella casa di un colonnello uruguaiano a Parque del Plata. Quasi un anno dopo, nel novembre ‘ 92, Berrios scappa. Non va lontano. Raggiunge un commissariato e chiede aiuto, ma gli agenti lo riconsegnano ai suoi custodi. Il consolato dell’Uruguay di Milano, nel giugno del ‘93, riceve una lettera anonima: all’ interno una foto di Berrios con accanto una copia recente de Il Messaggero. È l’ aprile del 1995: il Dottor Morte riaffiora senza vita su una spiaggia di El Pinar, in Uruguay. E’ stato torturato e poi finito con E’ l’aprile del 1995. Il cadavere di Eugenio Berrios, detto il Dottor Morte, riaffiora senza vita su una spiaggia di El Pinar in Uruguay. E’ stato torturato e poi finito con due colpi di pistola alla testa due colpi di pistola. L’ autopsia rivela che la morte risale al marzo 1993. La foto inviata a Milano è dunque un falso. Il documento fa giustizia di tutte le operazioni e gli inganni a cui per tanti anni s’è ricorso perché gli assassini e i complici la facessero franca. E scorrendo le pagine i criminali vengono fuori, uno dopo l’altro, nome e cognome: Ramírez Rurange, Covarrubias Valenzuela, Silva Valdés, Lillo Gutiérrez, Herrera Jiménez … E poi c’è la Uat che agisce in prima persona, organizza piani, uccide, offre false testimonianze, come nel caso dell’assassinio di Eugenio Berríos. Coloro che oggi sono rinviati a giudizio da Alejandro Madrid sono gli stessi che appaiono nei capitoli del documento. Ma la novità sta nel fatto che nel documento si parla di una spiata della Cia a Buenos Aires in seguito alla quale Herrera Jiménez viene arrestato. E che, al ritorno in Cile, Herrera Jiménez è uno
l’inchiesta Giovedì 25 Giugno 2009 7 SANTIAGO Litfiba E spera e spera, un uomo arriverà L’immagino in strada, nei cortei, fra noi Aver paura, piangere Cercare i figli morti per lui E l’uomo in bianco scese dal cielo Ma era al di là dalle barricate E l’uomo in bianco vide la morte Ma era di là dalle barricate Santiago del Cile Padre, tuo figlio dov’è? Santiago del Cile Io non lo vedo più Natale di sangue No, non lo scorderò E spera e spera, il Papa arriverà L’immagino in strada, nei cortei, fra noi dei primo a rompere la catena di omertà, fornendo dati e informazioni che fanno infine chiarezza sull’assassinio di Tucapel Jiménez. Riciclaggio di denaro sporco Il documento afferma che Pinochet chiama l’allora maggiore Arturo Silva Valdés perché segua personalmente le operazioni Valquiria e Coihueco. Si decide di prendere personale in forza nell’esercito o in pensione perché si occupi della sicurezza privata di Agustín Edwards Eastman e di Agustín Edwards del Río, «collaboratori e informatori della Cia dal 1968». Come collegamento vengono utilizzati Arturo Silva Valdés, Nelson Hernández Franco, Marcelo Sandoval, Nelson Román, Erika Silva, Eduardo Martínez Wogner. L’episodio conferma un articolo pubblicato il primo agosto 2003 su Siete + 7, una rivista che ora ha sospeso le pubblicazioni. L’articolo, firmato da due giornaliste, Verónica Foxley e Mónica González, è titolato “Yo Amé a un Asesino”: «Arturo Silva Valdés materializzò i suoi piani nel 1994. A settembre lo mandarono a lavorare per la sicurezza personale di Agustín Edwards, il proprietario di El Mercurio. In quell’occasione a Valdés si unirono Marcelo Sandoval e Nelson Román, oltre a Nelson Hernández Franco, processato per l’assassinio di Tucapel Jiménez, che allora faceva anche parte dell’unità segreta della Dine e lavorava nella Cni. C’era anche una donna: Erika Silva. Più tardi sarebbero tutti passati sotto il comando del maggiore Eduardo Martínez Wogner, che era stato assistente di Umberto Gordon, il direttore della Cni». E’ probabile che queste informazioni facciano già parte dell’indagine di Alejandro Madrid. Ma è anche probabile che gli manchino quelle sul riciclaggio di denaro sporco attraverso i finanziamenti illeciti alle azioni operative di cui il documento parla dettagliatamente. S’era creata una rete di società di facciata come Serprotec S.A.; Consultsistem Chile S.A.; Inversiones Canelo Seis; Compañía de Inversiones Nacionales; Inmobiliaria Santa Raquel, Ecogas, Focus Investment e una società non identificata legata a Jovino Novoa Vásquez, allora editore di Gridare forte, combattere Sacrificarsi per chi crede in lui E l’uomo in bianco scese dal cielo Ma era al di là dalle barricate E l’uomo in bianco vide la muerte Ma era al di là delle barricate E dittatura e religione fanno l’orgia sul balcone E dittatura e religione fanno l’orgia Santiago del Cile Padre, tuo figlio dov’è? Santiago del Cile io non lo vedo più Natale di sangue No, non lo scorderò Vangelo, pistola Dimmi la pace qual è? Ci riescono e, malgrado facciano del tutto per passare inosservati, i giornali cominciano a parlare di loro. Nel documento della Cia c’è un passo che riporta alcuni articoli della stampa argentina in cui Secen viene collegato con i servizi di intelligence militare cileni. A poco a poco il traffico di armi si mette in moto. Nei primi mesi del 1992, Monzer Al-Kassar, che fa il trafficante d’armi in Croazia, arriva due volte in Cile. Ives Marziale, rappresentante di Ivi Finance & Management Incorporated, un’impresa diretta dal tedesco Gunter Leinthauser, arriva in Cile nell’ottobre del 1991 per comprare armi di seconda mano dall’esercito e venderle ai croati con i quali sta preparando la difesa della Bosnia prima dell’offensiva serba su Sarajevo. Il 19 novembre 1991, Marziale chiude il contratto con la Famae, l’impresa militare cilena che produce armi, per più di 6 milioni di dollari e 370 tonnellate di armi: fucili, missili terra-aria, granate, mortai, quantità enormi di munizioni. A capo della Famae c’è il generale Guillermo Letelier Skinner, uno degli uomini più vicini a Pinochet. Carlos Krumm, il generale a capo della Logistica dell’esercito cileno, chiede al colonnello Huber di mettere a disposizione Ramón Pérez Orellana, un impiegato che lavora nella sezione importazioni-esportazioni della logistica dell’esercito, del generale Guillermo Letelier, direttore di Famae. Nel dicembre del 1991 un carico con la scritta “aiuti umanitari” parte dall’ospedale militare di Santiago. E’ pieno di armi e diretto a Budapest. Il 7 dicembre un giornale ungherese pubblica la noti- El Mercurio. E su El Mercurio vale la pena spendere qualche parola. Si tratta di un importante quotidiano di estrema destra, legato alla classe imprenditoriale cilena, coinvolta nel traffico di armi illegali e nel narcotraffico, che esce in due edizioni, quella di Santiago e quella di Valparaíso. La prima, fondata da Agustín Edwards McClure il 1º giugno 1900, ha sede a Santiago del Cile. L’edizione di Valparaíso è ancora più antica. Fondata il 12 settembre 1827 da Pedro Félix Vicuña ne fa il quotidiano più antico di lingua spagnola. Nei primi anni settanta El Mercurio diventa la punta più oltranzista contro la candidatura presidenziale di Salvador Allende, e in seguito al suo governo, grazie anche ai generosi finanziamenti che riceve dal governo statunitense. Il documento analizza una per una le società in questione. La Serprotec S.A. è una so- E’ un ministro del Labour Party, Jack Straw, a consentire al dittatore il ritorno in Cile da uomo libero, malgrado le proteste mondiali. Ed è da uomo libero che il 10 dicembre 2006 Augusto Pinochet muore nel suo letto cietàcostituita con atto pubblicato sul Diario Oficial (Gazzetta Ufficiale) del 18 agosto 1992, che ha come soci Inversiones Canelo Seis e Cía, e Juan Luis Armando Herrera Villena. La Consultsistem Chile S.A. è una società costituita con atto pubblicato nel Diario Official del 15 ottobre 1996, che ha come soci Arturo Rodrigo Silva Valdés ed Eugenio Augusto Covarrubias Benavides. La Canelo Seis è una società di investimenticostituita il 3 settembre 1986 da Agustín Edwards Eastman e dalla Compañía de Inversiones Samotracia (e ha come soci Javier Duarte García de la Huerta e Jorge Eyzaguirre Correa) al fine di estinguere il grosso debito di El Mercurio S.A.P., equivalente al giorno d’oggi a poco più di 190 milioni Era il 1988 quando una rock band italiana, i Litfiba di Piero Pelù (nella foto a sinistra) all’apice del successo, uscì con l’album più politico della storia del gruppo fiorentino. Si tratta di “Litfiba 3”, disco che chiude la cosiddetta “trilogia del potere”. Sulla copertina campeggia la foto di Willy Darden, un nero giustiziato sulla sedia elettrica in Lousiana. Ad aprire quell’album è “Santiago”: il pezzo fu ispirato dalla visita di papa Giovanni Paolo II in Cile durante la dittatura di Pinochet (1987). L’arrivo del pontefice fu accompagnato da mille speranze, ma poi fu triste vedere Wojtyla e il dittatore salutare la folla dal balcone (nella foto) mentre sotto, la polizia caricava i dimostranti zia del traffico illegale di armi e il 2 gennaio 1992, Guillermo Letelier, direttore di Famae, è costretto a dare le dimisisoni. Due giorni dopo, su richiesta del ministro della Difesa Patricio Rojas, la Corte Suprema del Cile nomina il magistrato Hernán Correa de la Cerda responsabile dell’indagine. Huber, chiamato a testimoniare, dichiara di aver eseguito gli ordini del generale Krumm. Il 29 gennaio del 1992, Huber parte per San Alfonso per una meritata vacanza. Si sistema in una casa che un amico gli ha messo a disposizione e ci rimane fino al 29 gennaio del 1992. Brucerà montagne di documenti che testimoniano il coinvolgimento delle più alte cariche istituzionali nel traffico illegale di armi. Poi, improvvisamente, sparisce. Il suo corpo viene trovato il 20 febbraio del 1992. Ha il cranio spaccato. Huber viene assassinato poco prima di testimoniare davanti al magistrato Hernán Correa de la Cerda sull’esportazione illegale di armi ai paramilitari croati. Il traffico riguarda 370 tonnellate di armi vendute dal Cile nel dicembre 1991, mentre è sotto l’embargo delle Nazioni Unite a causa della guerra contro la Serbia. Anni di indagini rivelano che Pinochet era a capo del traffico illegale e riceveva il denaro da compagnie off shore, compreso il Banco Coutts International di Miami. Le indagini sulla morte di Huber accertano che il denaro del traffico di armi veniva versato sui conti bancari personali che Pinochet aveva all’estero. M. P. di dollari. L’operazione di salvataggio di El Mercurio si conclude l’8 marzo 1990, il giorno immediatamente precedente alla fine della dittatura, grazie ai generosi crediti concessi dal Banco de Estado, con a capo Alvaro Bardón Muñoz. La polemica di Andrés Sanfuentes, presidente del Banco de Estado nel 1990, è molto vivace. Denuncia apertamente che la perdita patrimoniale del Banco, attraverso quell’operazione, è salita a 25 milioni di dollari, pari al 70% degli utili del Banco nel bilancio del 1989 e all’8% del totale del capitale e delle riserve. Sono molti altri i dati e le notizie fornite dal documento segreto della Cia. Herreros ci informa che continuerà a rivelarli tutti, uno ad uno, ma lo farà, così come per questa prima parte, solo dopo aver verificato con attenzione e serietà ogni elemento. E noi continueremo a seguire con attenzione l’evoluzione della vicenda. M. P.
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