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L'analisi multicriteriale per la valutazione della sostenibilità - Riviste

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- 3/2009 p. 73


L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong>sostenibilitàPaolo TenutaDipartimento di Scienze Aziendali, Facoltà di Economia – Università del<strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>briaVia P. Bucci, Rende (CS), 87036, Italy, 0984/492191Email: ptenuta@unical.itSommario - 1. Introduzione - 2. Alcune definizioni di sostenibilità - 3. I principali strumenti <strong>per</strong> <strong>la</strong> rendicontazionesociale - 4. I modelli parametrici <strong>per</strong> <strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> sostenibilità - 4.1 Dashboard of sustainability- 4.2 HDI - Human Development Index - 4.3 Millennium Development Goals - 4.4 Monet - 4.5ISSI - 4.6 UNCDS - 4.7 US-IWG-SDI - 4.8 DPSIR - Driving forces, Pressures, States, Impacts, Responses- 4.9 World Development Indicators - 4.10 PPI - Policy Performance Index - 4.11 SDI - Sustainable DevelopmentIndicators - 5. Approcci empirici al<strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> sostenibilità - 5.1 Naiade - 6. ConsiderazioniconclusiveAbstractThe increasing attention on sustainability, for which a legitimate interest is spread, and the need to be accountableat all levels have driven companies, both public and private, to adopt systems of control of theirown activities in order to appraise their sustainability through the representation of economy, environmenta<strong>la</strong>nd social impacts.The current sustainability reporting limits are represented by the absence of a single referential form ofthe sustainability report construction and by these different report forms comparison and valuation difficultiesat the same time.The main objective of this pa<strong>per</strong> is to find out a series of indicators that allows, through the use of a parametricmodel, an analysis able to develop a benchmarking process in order to facilitate the understandingand the comparison of sustainability reports by all the stakeholder.On the basis of the spread models report of sustainability and with the aid at a parametric model, we willidentify some indicators able to measure and figure out the sustainable trend of companies.Keywords: sostenibilità, modelli parametrici, stakeholder.1 – IntroduzioneLo sviluppo sostenibile è caratterizzato da un approccio multidisciplinare di carattereambientale, economico e sociale usualmente denominato approccio triple bottom. Neconsegue che un’organizzazione sostenibile qualunque sia <strong>la</strong> sua tipologia, non è stabilesolo finanziariamente ma minimizza i propri impatti ambientali negativi ed agisce inconformità alle aspettative sociali nel<strong>la</strong> considerazione che bisogna rivolgersi alle generazionifuture con un atteggiamento di maggiore responsabilità in merito a quanto si èprodotto in termini non solo economici ma anche etici, ambientali e sociali (Jonas,1978).- 3/2009 p. 111


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàCiò si è tradotto <strong>per</strong> tutte le organizzazioni nel determinare il proprio andamento sostenibileattraverso l’individuazione e comunicazione degli impatti economici, ambientalie sociali prodotti attraverso diversi strumenti di rendicontazione sociale come il bi<strong>la</strong>nciosociale, il bi<strong>la</strong>ncio ambientale e quello di sostenibilità.Il bi<strong>la</strong>ncio ambientale e quello sociale danno una impostazione settoriale che non<strong>per</strong>mette un confronto trasversale che invece si verifica nel<strong>la</strong> costruzione del bi<strong>la</strong>ncio disostenibilità. A differenza del bi<strong>la</strong>ncio sociale e di quello ambientale che evidenzianogli influssi del<strong>la</strong> gestione aziendale rispettivamente sugli aspetti sociali e sull’ambiente,il bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilità <strong>per</strong>mette di evidenziare in una visione integrata gli aspetti finanziari,economici, sociali e ambientali. La redazione del report di sostenibilità pareessere un ottimo strumento <strong>per</strong> il miglioramento dei processi di governo tra le tre variabilisociale, economica ed ambientale e <strong>per</strong> <strong>la</strong> maggiore trasparenza del<strong>la</strong> rendicontazione.Le politiche adottate dalle organizzazioni sono <strong>per</strong>cepite se e nel<strong>la</strong> misura in cui irisultati raggiunti sono misurabili e confrontabili. Per tale motivo, <strong>la</strong> sostenibilità deveessere quantificata e misurata a tutti i livelli e <strong>per</strong> tutte le tipologie di organizzazione <strong>per</strong>rendere conto all’intera società di un elemento di imprescindibile importanza. I limitidel<strong>la</strong> rendicontazione sostenibile sono rappresentati dal<strong>la</strong> difficoltà di confronto e <strong>valutazione</strong>dei report di sostenibilità prodotti dalle organizzazioni. Il report di sostenibilità èsicuramente lo strumento che più riesce a mettere in re<strong>la</strong>zione l’organizzazione con ipropri stakeholder tuttavia l’assenza di un modello unico di riferimento e di parametricomuni di confronto ne limita notevolmente <strong>la</strong> comunicazione.2 – Alcune definizioni di sostenibilitàÈ a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso che il concetto di sviluppo sostenibile si èdiffuso ed è stato oggetto di un crescente interesse da parte del<strong>la</strong> società civile. Tale interesseè frutto del<strong>la</strong> maggior consapevolezza del<strong>la</strong> scarsità delle risorse del pianeta edel<strong>la</strong> sempre più pressante necessità di preservare <strong>la</strong> qualità del patrimonio naturale, mirandoa promuovere modelli di sviluppo economico-sociale più equilibrati rispetto aquelli adottati in passato.I capisaldi del<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> sostenibilità sono <strong>la</strong> Conferenza di Stoccolma del 1972,<strong>la</strong> Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992 e il Vertice di Johannesburgdel 2002.Altri eventi salienti riguardanti lo sviluppo sostenibile si sono susseguiti negli anniche seguirono <strong>la</strong> Conferenza di Rio, e tra questi assumono notevole rilevanza:- il Protocollo di Kyoto nel 1997 sui cambiamenti climatici;- <strong>la</strong> Convenzione di Aarhus nel 1998 sui diritti dei cittadini all’informazione e al<strong>la</strong> partecipazioneai processi decisionali;- <strong>la</strong> Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite nel 2000 re<strong>la</strong>tiva ai valori sui qualifondare i rapporti internazionali del terzo millennio;112 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilità- il Protocollo sul<strong>la</strong> biosicurezza nel 2000 a Montreal;- <strong>la</strong> Convenzione sulle sostanze inquinanti non degradabili nel 2001 a Stoccolma;- <strong>la</strong> Conferenza sui finanziamento <strong>per</strong> lo sviluppo nel 2002 a Monterrey.La prima definizione completa di “sostenibilità” è contenuta nel Rapporto OurCommon Future, e<strong>la</strong>borato dal<strong>la</strong> World Commission on Environment and Development(1987). In base a tale rapporto, si definisce sostenibile lo sviluppo che “garantisce i bisognidelle generazioni attuali senza compromettere <strong>la</strong> possibilità che le generazioni futureriescano a soddisfare i propri”.Una successiva definizione di sviluppo sostenibile, in cui è inclusa invece una visionepiù globale, è stata fornita, nel 1991, dal<strong>la</strong> World Conservation Union, UN EnvironmentProgramme and World Wide Fund for Nature, che lo identifica come “un miglioramentodel<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita, senza eccedere <strong>la</strong> capacità di carico degli ecosistemidi supporto, dai quali essa dipende”. Nel 1991 Hermann Daly fornì un’ulteriorevisione del<strong>la</strong> sostenibilità intesa come lo sviluppo che soddisfa tre condizioni generali:- il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non su<strong>per</strong>a il loro tasso di rigenerazione;- l’immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell’ambiente non su<strong>per</strong>a <strong>la</strong> capacità dicarico dell’ambiente stesso;- lo stock di risorse non rinnovabili rimane costante nel tempo.L’International Council for Local Environmental Initiatives nel 1994 ha individuatoun’ulteriore definizione di sviluppo sostenibile: “sviluppo che offre servizi ambientali,sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciarel’o<strong>per</strong>abilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende <strong>la</strong> fornitura di taliservizi”. A voler indicare che le tre dimensioni economiche, sociali ed ambientali sonostrettamente corre<strong>la</strong>te ed ogni intervento di programmazione deve tenere conto delle reciprocheinterre<strong>la</strong>zioni <strong>per</strong> non creare una minaccia al<strong>la</strong> vitalità del sistema naturale, urbanoe sociale.A sviluppare tale concetto è intervenuta, nel 2001, L’UNESCO segna<strong>la</strong>ndo che “<strong>la</strong>diversità culturale è necessaria <strong>per</strong> l’umanità quanto <strong>la</strong> biodiversità <strong>per</strong> <strong>la</strong> natura (...)<strong>la</strong> diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita e-conomica, ma anche come un mezzo <strong>per</strong> condurre una esistenza più soddisfacente sulpiano intellettuale, emozionale, morale e spirituale” (Art 1 e 3, Dichiarazione Universalesul<strong>la</strong> Diversità Culturale, UNESCO, 2001).In tale contesto internazionale si inserisce <strong>la</strong> situazione in Italia, dove già nel 1993si e<strong>la</strong>borò il Piano nazionale <strong>per</strong> lo sviluppo sostenibile nel quale si affermava che “<strong>per</strong>seguirelo sviluppo sostenibile significa ricercare un miglioramento del<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong>vita pur rimanendo nei limiti del<strong>la</strong> recettività ambientale. Sviluppo sostenibile non vuoldire bloccare <strong>la</strong> crescita economica, anche <strong>per</strong>ché <strong>per</strong>sino in alcune aree del nostropaese, l’ambiente stesso è una vittima del<strong>la</strong> povertà e del<strong>la</strong> spirale di degrado da essaprovocata. Un piano di azione <strong>per</strong> lo sviluppo sostenibile non deve solo promuovere <strong>la</strong>113- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàconservazione delle risorse, ma anche sollecitare attività produttive compatibili con gliusi futuri. Ne deriva che l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile è da un <strong>la</strong>todinamica, ovvero legata alle conoscenze e all’effettivo stato dell’ambiente e degli ecosistemi,dall’altro consiglia un approccio caute<strong>la</strong>tivo riguardo alle situazioni e alle azioniche possono compromettere gli equilibri ambientali, attivando un processo continuodi correzione degli errori”.Successivamente, nel 2002 fu approvata dal CIPE <strong>la</strong> Strategia Nazionale <strong>per</strong> lo SviluppoSostenibile, ispirata al suddetto VI programma d’azione “Ambiente 2010: il nostrofuturo <strong>la</strong> nostra scelta” (2001). Essa individua obiettivi ed azioni, corredati da unaserie di indicatori di sviluppo sostenibile in grado di misurarne il raggiungimento, <strong>per</strong>quattro aree prioritarie:- cambiamenti climatici e protezione del<strong>la</strong> fascia dell’ozono;- protezione e valorizzazione sostenibile del<strong>la</strong> natura e del<strong>la</strong> biodiversità;- qualità dell’ ambiente e del<strong>la</strong> vita negli ambienti urbani e nel territorio;- gestione sostenibile delle risorse naturali.Ad ogni area tematica è associata una tabel<strong>la</strong> di indicatori scelti in funzione delle e-sigenze del<strong>la</strong> normativa vigente e comprendenti i sette indicatori del Consiglio di Barcellona,gli ICE (Indicatori Comuni Europei) e <strong>la</strong> lista degli undici indicatori ambientalieuropei del 2000. Tra gli strumenti d’azione, <strong>la</strong> Strategia prevede l’integrazione del fattoreambientale in tutte le politiche di settore, a partire dal<strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> ambientale dipiani e programmi, l’integrazione del fattore ambientale nei mercati, il rafforzamentodei meccanismi di consapevolezza e partecipazione dei cittadini, lo sviluppo dei processidi Agenda 21 locale, l’integrazione dei meccanismi di contabilità ambientale nel<strong>la</strong>contabilità nazionale.È importante, inoltre, menzionare il Danno ambientale tra gli strumenti utilizzati <strong>per</strong>promuovere lo sviluppo sostenibile. In tal senso si segna<strong>la</strong> lo strumento del<strong>la</strong> Responsabilitàcivile in materia di danno ambientale, introdotto a livello nazionale (Art. 18 L.349/86) e comunitario (art. 174 del Trattato istitutivo del<strong>la</strong> CE - Roma, 1957; LibroBianco sul<strong>la</strong> responsabilità <strong>per</strong> danni all’ambiente - Bruxelles, 2000; Proposta di Direttivain materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale - Bruxelles, 2002) chestabilisce il principio del “chi inquina paga”. Esso ha, tra l’altro, l’obiettivo di prevenirei danni ambientali rendendo consapevoli gli o<strong>per</strong>atori che adottano pratiche e comportamentiche comportano rischi <strong>per</strong> l’ambiente, riguardo agli obblighi di risarcimento deldanno ambientale eventualmente causato.3 – I principali strumenti <strong>per</strong> <strong>la</strong> rendicontazione socialeSul<strong>la</strong> base degli sviluppi suddetti, da ormai diversi anni le organizzazioni di tutte letipologie affiancano alle tradizionali forme di bi<strong>la</strong>ncio e di rendicontazione civilistica,nuovi documenti che hanno l’obiettivo di rappresentare <strong>la</strong> <strong>per</strong>formance dell’impresa114 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitànel<strong>la</strong> sua totalità, illustrando anche come il valore prodotto è stato generato e quali effettile proprie attività aziendali hanno diffuso sul<strong>la</strong> società, sul territorio, sull’ambiente(Zadra, 2007).La motivazione che spinge le aziende al<strong>la</strong> redazione del bi<strong>la</strong>ncio sociale è di naturainformativa e di comunicazione e sorge dal<strong>la</strong> necessità di informare gli stakeholder. Ilbi<strong>la</strong>ncio sociale rappresenta un modello di rendicontazione sul<strong>la</strong> qualità e sul<strong>la</strong> quantitàdelle re<strong>la</strong>zioni fra un’organizzazione e gli stakeholder volto a fornire un quadro omogeneo,completo e trasparente sul<strong>la</strong> interdipendenza fra fattori economici e fattori socialiderivanti dalle scelte dell’organizzazione (Rubino, 2007).È nel bi<strong>la</strong>ncio sociale che trova <strong>la</strong> sua matrice il bi<strong>la</strong>ncio ambientale, un segnale importantedel<strong>la</strong> “volontà” di giungere al<strong>la</strong> predisposizione di un vero e proprio sistemainformativo integrato che, come tale, consenta una <strong>valutazione</strong> “globale”dell’organizzazione. Già nel bi<strong>la</strong>ncio d’esercizio deve essere accolta un’adeguata informazioneambientale, poiché è in questa sede che trovano immediata espressione tutti icontenuti dell’organizzazione e, quindi, anche quelli ambientali (Tagarelli, 2008).L’azienda che non tiene conto nei processi decisionali dell’aggravio che producesull’ambiente ne attribuisce, secondo un “processo di esternalizzazione”, i costi al<strong>la</strong>collettività.Per cui, è importante sottolineare che, anche essendo uno strumento di natura “volontaria”,i benefici derivanti dal<strong>la</strong> redazione del bi<strong>la</strong>ncio ambientale sono importanti siasul piano gestionale al fine di monitorare le prestazioni ambientali sia sul pianodell’immagine nei rapporti che intercorrono con gli stakeholder.Il documento in cui si illustrano gli sforzi compiuti dall’organizzazione <strong>per</strong> rappresentaregli impatti che le proprie azioni hanno sul<strong>la</strong> sfera economica, sociale e ambientaledi riferimento prende il nome di bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilità.La creazione di un documento di sintesi sugli impatti economici, ambientali e socialiè una consuetudine sempre più ricorrente frutto sia delle pressioni dei gruppid’interesse sia dei vantaggi che l’azienda consegue in termini di immagine e credibilità(Paris, 2003).Mentre il bi<strong>la</strong>ncio sociale e quello ambientale evidenziano gli impatti del<strong>la</strong> gestioneaziendale rispettivamente sugli aspetti sociali e sull’ecosistema, il bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilitàne rappresenta una sintesi in termini economici, sociali ed ambientali. Esso <strong>per</strong>mettedi rappresentare, in un solo documento, molteplici aspetti derivanti dall’azione aziendale,ovvero quelli finanziari, economici, sociali e ambientali. Per tale motivo, si par<strong>la</strong> direndicontazione di tipo triple bottom line (Romolini, 2006).L’impostazione settoriale che si ottiene dal bi<strong>la</strong>ncio ambientale e da quello socialenon <strong>per</strong>mette un confronto trasversale che metta in re<strong>la</strong>zione le ricadute sociali delle politicheambientali e le ricadute ambientali delle politiche sociali, cosa che invece si verificanel<strong>la</strong> costruzione del bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilità (Vaccari, 2005).115- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàL’e<strong>la</strong>borazione del bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilità si può basare sulle indicazioni dettatedal<strong>la</strong> Global Reporting Iniziative (GRI) <strong>la</strong> cui missione è quel<strong>la</strong> di creare un sistemacredibile e attendibile <strong>per</strong> il reporting di sostenibilità, utilizzabile da organizzazioni diqualsiasi dimensione, settore o paese.Attraverso tale reporting di sostenibilità si può fornire una rappresentazione equilibratae ragionevole del<strong>la</strong> <strong>per</strong>formance di sostenibilità di un’organizzazione, compresi gliimpatti negativi e positivi generati dalle o<strong>per</strong>azioni di gestione.Le linee guida <strong>per</strong> il reporting di sostenibilità contengono i Principi di Reporting, <strong>la</strong>Guida al Reporting, e l’Informativa standard. La prima parte illustra i Principi e <strong>la</strong> Guidaal reporting <strong>per</strong>:- <strong>la</strong> definizione del contenuto del report;- garantire <strong>la</strong> qualità delle informazioni;- <strong>la</strong> definizione del <strong>per</strong>imetro di rendicontazione.Attraverso questa prima parte si definisce il contenuto del report, in maniera da garantire<strong>la</strong> qualità delle informazioni e il <strong>per</strong>imetro di rendicontazione. È essenziale,quindi, definire gli argomenti e i re<strong>la</strong>tivi indicatori da inserire nel report utilizzando iPrincipi di materialità, inclusività degli stakeholder, contesto di sostenibilità e le istruzioni<strong>per</strong> <strong>la</strong> definizione del <strong>per</strong>imetro del report.Una volta stabiliti i contenuti e il <strong>per</strong>imetro del Report, nel<strong>la</strong> seconda parte delle lineeguida del<strong>la</strong> GRI si identifica una suddivisione in tre parti del<strong>la</strong> struttura del bi<strong>la</strong>nciodi sostenibilità:1. <strong>la</strong> strategia e il profilo evidenziano il contesto generale che <strong>per</strong>mette di decifrarele <strong>per</strong>formance dell’organizzazione;2. le modalità di gestione dell’organizzazione con riferimento agli aspetti stabili <strong>per</strong>ciascuna categoria di informazione;3. gli indicatori di <strong>per</strong>formance rappresentano le tre categorie: ambientale, socialeed economica.Le linee guida <strong>per</strong> il report di sostenibilità dettate dal<strong>la</strong> Global Reporting Initiativesono applicabili a qualsiasi tipo di organizzazione sia privata che pubblica.Per queste ultime, inoltre, <strong>per</strong> meglio illustrare il comparto del<strong>la</strong> Pubblica Amministrazioneè stato sviluppato un supplemento specifico chiamato Sector supplement forpublic agencies.In questo caso, oltre alle tre sezioni standard modificate ed integrate <strong>per</strong> adattarsi allenecessità degli enti pubblici, se ne aggiunge una ulteriore chiamata “politiche pubblichee sistemi di misurazione”, nel<strong>la</strong> quale si illustrano le politiche pubbliche attuate, ilgrado di importanza e le modalità di misurazione.116 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilità4 – I modelli parametrici <strong>per</strong> <strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> sostenibilitàLe tendenze degli ultimi tempi hanno mosso verso <strong>la</strong> creazione di modelli in grado dimisurare, rappresentare e monitorare <strong>la</strong> sostenibilità attraverso set di indicatori costruiti<strong>per</strong> orientare i processi decisionali attraverso un approccio integrato con indicatori economici,ambientali e sociali. I motivi di ciò vanno ricercati nel fatto che le politiche intrapresedalle organizzazioni sono avvertite se si raggiungono dei risultati misurabili.Ecco <strong>per</strong>ché le metodologie di <strong>valutazione</strong> <strong>multicriteriale</strong> assumono un ruolo centrale.Le analisi multicriteriali consentono di affrontare problemi complessi valutando singo<strong>la</strong>rmentema in modo integrato tutte le variabili in gioco, attribuendo a ciascuna di esse<strong>la</strong> propria importanza re<strong>la</strong>tiva. La <strong>valutazione</strong> <strong>multicriteriale</strong> consente di esaminare unproblema da più punti di vista contemporaneamente. Quindi anche dal punto di vistaeconomico, sociale ed ambientale, come richiesto dall’idea stessa di sostenibilità di unintervento (Boggia, 2007).L’approccio parametrico al<strong>la</strong> modellizzazione si basa su procedure di stima di tipoeconometrico. Il modello si dice parametrico, quando è definito da un vettore di parametrie non richiede necessariamente <strong>la</strong> conoscenza del<strong>la</strong> funzione di densità completa.La scelta del<strong>la</strong> parametrizzazione dipende dagli obiettivi dell’analisi e dalle esigenzemetodologiche o interpretative (Gardini et al, 2003). Di seguito sono descritti i principalimodelli parametrici e<strong>la</strong>borati da organismi internazionali <strong>per</strong> <strong>la</strong> misurazione delle <strong>per</strong>formancedi sostenibilità dei diversi Paesi (Maiolo et al, 2006). Tali modelli, <strong>per</strong> quantocostruiti <strong>per</strong> essere applicati al<strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> sostenibilità degli Stati, possono essereutilizzati, modificando gli indicatori <strong>per</strong> qualsiasi tipo di organizzazione.4.1 – Dashboard of sustainabilityIl Dashboard of Sustainability (Cruscotto del<strong>la</strong> Sostenibilità) è un software sviluppatoall’interno del<strong>la</strong> Commissione Organizzazione delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile,modificato in seguito all’interno dell’International Institute For SustainableDevelopment (Canada), e infine ingegnerizzato da Jochen Jesinghaus presso il JRC diIspra.Il Dashboard, sul<strong>la</strong> base di un set definito di indicatori, <strong>per</strong>mette di visualizzare conun parametro di sintesi, congiunto sotto l’aspetto economico, sociale e ambientale il livellodel<strong>la</strong> sostenibilità dello sviluppo di una determinata realtà territoriale. Attraversotale software si ottiene un quadro sintetico che descrive <strong>la</strong> realtà e <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita diuna nazione, regione, provincia, comune. Attraverso il Dashboard of Sustainability si vaoltre l’uni<strong>la</strong>teralità del PIL o di altri indicatori monodimensionali di benessere e si rendeesplicita <strong>la</strong> complessità e multidimensionalità del concetto di sostenibilità dello sviluppo(Jesinghaus, 2005).117- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàL’indicatore di <strong>per</strong>formance generale overall delle zone geografiche considerate siotterrà sintetizzando i punteggi delle macrocategorie tramite media aritmetica ponderata.Nello specifico, <strong>la</strong> procedura di e<strong>la</strong>borazione dell’indice generale è suddivisa inquattro livelli:1. Livello del singolo indicatore.Il software provvede ad ordinare i valori in modo crescente e ad interpo<strong>la</strong>rli con valoriteorici da 0 a 1000 in cui il valore più alto rappresenta il punteggio migliore.L’analisi svolta singo<strong>la</strong>rmente rappresenta una graduatoria che è ripetuta <strong>per</strong> ognunodegli indicatori inseriti nel dashboard.2. Livello del<strong>la</strong> sottocategoria (Sub-thema).Per ogni raggruppamento delle variabili appartenenti alle sottocategorie, il dashboard,genera un ranking utilizzando indicatori di sintesi calco<strong>la</strong>ti attraverso <strong>la</strong> media a-ritmetica ponderata dei punteggi dei singoli indicatori. Anche questa fase è replicata <strong>per</strong>ognuna delle sottocategorie presenti.3. Livello del<strong>la</strong> macrocategoria (Thema).Per ogni raggruppamento di sottocategorie (Sub-thema) appartenenti alle macrocategorie(Thema), il dashboard genera una graduatoria di sintesi attraverso <strong>la</strong> media a-ritmetica ponderata dei punteggi delle singole sottocategorie. Lo step è ripetuto <strong>per</strong> o-gnuna delle macrocategorie considerate.4. Livello dell’Indicatore di <strong>per</strong>formance (overall).L’overall si ottiene tramite media aritmetica ponderata dei punteggi delle singolemacrocategorie (Thema).L’output del software <strong>per</strong>mette di rappresentare sia le tabelle con i re<strong>la</strong>tivi punteggiche una rappresentazione grafica degli ambiti analizzati.Figura 2 – Schema riassuntivo del Dashboard of SustainabilityFonte: Renzo F., “Indicatori di sviluppo e globalizzazione” in Annali del DSS118 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàIn questa torta:1. <strong>la</strong> dimensione di un settore circo<strong>la</strong>re riflette l’importanza re<strong>la</strong>tiva dell’argomentodescritto dall’indicatore;2. un codice colorato segna<strong>la</strong> le prestazioni rispetto ad altri;3. il cerchio centrale (PPI, Policy Performance Index) riepiloga tutte le informazioni.Le metodologie di rappresentazione dei risultati sono basate su sca<strong>la</strong> di colore, puòimpiegare un semplice quadrante dotato di una <strong>la</strong>ncetta; dei box a torta; dei diagrammipuntiformi; può anche utilizzare delle mappe dei territori oggetto del<strong>la</strong> analisi (Ricca etal, 2003).4.2 – HDI – Human Development IndexIl primo Rapporto sullo sviluppo umano è datato 1990, a cura dell’United NationsDevelopment Programme, voluto da Mahbub ul Haq, il quale, riteneva sbagliato utilizzareil PIL <strong>per</strong> misurare lo sviluppo ed il benessere di un Paese e voleva costruire unaltro indice che considerasse gli aspetti sociali delle vite umane.Da queste premesse nacque lo Human Development Index (HDI) o Indice di SviluppoUmano (ISU), che si basa su tre considerazione: <strong>la</strong> possibilità di avere una vita lunga,di possedere delle conoscenze e di godere di uno standard di vita dignitoso (Renzo,2006).Venne quindi e<strong>la</strong>borato un indice che <strong>per</strong>mettesse di rendere formale tale concetto:Human Development Index, HDI (Indice di Sviluppo Umano, ISU). Esso è costruitosul<strong>la</strong> base di tre indicatori:• <strong>la</strong> longevità, misurata dal<strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza di vita al<strong>la</strong> nascita;• il livello di istruzione, si compone <strong>per</strong> 2/3 dal tasso di alfabetizzazione degli adulti,ovvero a dire <strong>la</strong> <strong>per</strong>centuale di <strong>per</strong>sone con più di 15 anni in grado di leggere e scrivere,e <strong>per</strong> 1/3 dal rapporto lordo di iscrizione, vale a dire il rapporto fra gli iscritti al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>primaria, secondaria e terziaria e <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione delle corrispondenti fasce di età;• lo standard di vita, misurato dal PIL reale pro-capite (in dol<strong>la</strong>ri PPA).Ad ognuno di questi tre fattori e dato uguale peso <strong>per</strong> il calcolo dell’HDI, e vengonotradotti in indici sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> seguente formu<strong>la</strong>zione:valore _ attuale − valore _ minimoIndice =valore _ massimo − valore _ minimo1. LONGEVITÀvalore _ attuale − 25Indice _ s<strong>per</strong>anza _ di _ vita =85 − 25119- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilità2. LIVELLO DI ISTRUZIONEvalore _ attuale − 0Tasso _ di _ alfabetizzazione _ degli_ adulti =100 − 0valore _ attuale − 0Rapporto _ lordo _ di _ iscrizione =100 − 021Indice _ d'istruzione = ( livello _ alfabetizzazione _ adulti)+ ( tasso _ d'iscrizione _ alle _ scuole)333. LIVELLO DI VITAlog( valore _ attuale)− log(100)Indice _ reddituale =log(40.000) log(100)−Dal<strong>la</strong> media aritmetica dei valori assunti dalle tre componenti su indicate viene calco<strong>la</strong>tol’HDI.111HDI = indice _ s<strong>per</strong>anza _ di _ vita + indice _ d'istruzione + indice _ reddituale333Il valore dell’Human Development Index, compreso tra 0 e 1, indica quanto ciascunPaese si è avvicinato al raggiungimento dei tre obiettivi prefissati:• s<strong>per</strong>anza di vita 85 anni (min 25 - max 85);• accesso all’istruzione <strong>per</strong> tutti (min. 0% - max 100%);• livello decente di reddito (min 100 - max 40.000).4.3 – Millennium Development GoalsNel 2000 si svolse negli Usa il Millennium Summit in cui i capi di Stato e di governo deipaesi aderenti alle Nazioni Unite adottarono <strong>la</strong> United Nations Millennium Dec<strong>la</strong>rationin cui venivano definiti una serie di obiettivi di sviluppo <strong>la</strong> Millennium DevelopmentGoals da conseguire entro il 2015.La Millennium Dec<strong>la</strong>ration si è concretizzata in 8 obiettivi, 18 target e 48 indicatoriche gli Stati si sono impegnati a raggiungere e che sono vinco<strong>la</strong>nti <strong>per</strong> tutta <strong>la</strong> comunitàinternazionale.Tabel<strong>la</strong> n. 1 - Obiettivi, Azioni e Indicatori (Millennium Development Goals)N° OBIETTIVO AZIONI CONCRETE INDICATORI123Eliminare fame e povertàestremaIstruzione primaria <strong>per</strong>tuttiPari opportunità fra isessiDimezzare il numero delle<strong>per</strong>sone che soffrono <strong>la</strong> fame evivono con meno di 1 dol<strong>la</strong>roal giornoFare in modo che tutti i bambinie le bambine completinoil ciclo sco<strong>la</strong>stico primarioEliminare le disparità di generenel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> primaria e secondaria1) popo<strong>la</strong>zione che vive con meno di 1 dol<strong>la</strong>ro Usa al giorno;2) rapporto di divario di povertà; 3) quota del quantilepiù povero nel consumo nazionale; 4) <strong>per</strong>centuale di bambinisottopeso sotto i 5 anni di età; 5) proporzione di popo<strong>la</strong>zionesotto il limite minimo di consumo dell’energia dietetica;6) tasso dell’istruzione primaria; 7) <strong>per</strong>centuale di alunni chedal<strong>la</strong> prima c<strong>la</strong>sse giunge al<strong>la</strong> quinta; 8) <strong>per</strong>centuale di alfabetismotra i 15-24 anni;9) numero di studenti iscritti all’istruzione primaria, secondariae terziaria; 10) rapporto tra numero di ragazze e di ragazzicon abilità di lettura e scrittura tra i 15 e i 24 anni di120 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilità45678Ridurre <strong>la</strong> mortalitàinfantileMigliorare <strong>la</strong> salutematernaCombattereHIV/AIDS ema<strong>la</strong>riaAssicurare <strong>la</strong> sostenibilitàambientaleSviluppare un’alleanzaglobale <strong>per</strong> lo sviluppoFonte: E<strong>la</strong>borazione PropriaRidurre di 2/3 il tasso di mortalitàinfantile rispetto al livellodel 1990Ridurre di 3/4 il tasso di mortalitàmaterna rispetto al livellodel 1990Arrestare e iniziare a ridurre <strong>la</strong>diffusione di HIV/AIDS, ma<strong>la</strong>riae altre gravi ma<strong>la</strong>ttie infettiveDimezzare il numero di <strong>per</strong>soneche non hanno accessoall’acqua potabile e ai serviziigieniciFavorire <strong>la</strong> coo<strong>per</strong>azione allosviluppo Nord-Sud, <strong>la</strong> riduzionedel debito, l’accesso aifarmacietà; 11) <strong>per</strong>centuale femminile di impiego retribuito nonagricolo; 12) <strong>per</strong>centuale di seggi in par<strong>la</strong>mento occupati dadonne;13) tasso di mortalità sotto i cinque anni di età; 14) tasso simortalità infantile; 15) <strong>per</strong>centuale di bambini di un annovaccinati contro il morbillo;16) rapporto di mortalità materna; 17) <strong>per</strong>centuale di pariassistiti da <strong>per</strong>sonale sanitario qualificato;18) diffusione dell’HIV tra le donne incinte di età compresatra i 15 e i 24 anni; 19) <strong>per</strong>centuale di uso del preservativo;20) tasso di frequenza sco<strong>la</strong>stica degli orfani come <strong>per</strong>centualedei non orfani dai 10 ai 14 anni; 21) diffusione e <strong>per</strong>centualedi mortalità causata dal<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ria; 22) proporzionedi popo<strong>la</strong>zione in aree a rischio ma<strong>la</strong>ria che usano misure diprevenzione; 23) diffusione e <strong>per</strong>centuale di mortalità causatadal<strong>la</strong> tubercolosi; 24) <strong>per</strong>centuale di casi di tubercolosisco<strong>per</strong>te e guarite con il sistema DOTS;25) <strong>per</strong>centuale di area co<strong>per</strong>ta da foresta; 26) <strong>per</strong>centuale diarea protetta <strong>per</strong> mantenere <strong>la</strong> diversità biologica delle areesu<strong>per</strong>ficiali; 27) PIL <strong>per</strong> unità di uso di energia; 28) emissionedi biossido di carbonio pro capite e consumo di azonoCFCs; 29) <strong>per</strong>centuale di popo<strong>la</strong>zione che usa combustibilisolidi; 30) <strong>per</strong>centuale di popo<strong>la</strong>zione con accesso sostenibilea una fonte d’acqua pulita; 31) <strong>per</strong>centuale di popo<strong>la</strong>zionecon accesso a servizi igienico-sanitari migliorati; 32) <strong>per</strong>centualedi famiglie con accesso a una occupazione sicura;33) assistenza ufficiale allo sviluppo; 34) proporzione ditotale bi<strong>la</strong>terale, settore allocabile ODA dei donatori di O-ECD/DAC a servizi sociali e di base; 35) proporzione diODA bi<strong>la</strong>terale di donatori di OECD/DAC; 36) <strong>per</strong>centualedi ODA <strong>per</strong> il settore dei trasporti <strong>per</strong> i paesi senza sbocchisul mare; 37) ODA ricevuta nelle piccole isole in via di sviluppo;38) tasso di importazione totale dei paesi industrializzati;39) tariffe doganali medie imposte dai paesi industrializzatisu alcuni beni dei paesi in via di sviluppo; 40) stimadell’aiuto agricolo <strong>per</strong> i paesi dell’OECD come <strong>per</strong>centualedel loro PIL; 41) <strong>per</strong>centuale di assistenza ufficiale allo sviluppo<strong>per</strong> aiutare a costruire <strong>la</strong> capacità commerciale; 42)numero di paesi che sono giunti all’HIPC e numero che ègiunto al completamento di HIPC; 43) sgravio del debitosotto l’iniziativa dell’HIPC; 44) servizio del debito come una<strong>per</strong>centuale di esportazioni di beni e servizi; 45) tasso didisoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni; 46) popo<strong>la</strong>zionecon accesso ai farmaci essenziali economicamente sostenibili;47) linee del telefono e utenti di cellu<strong>la</strong>ri; 48) computer<strong>per</strong>sonali in uso e utenti di internet;4.4 – MonetMonet è un progetto svizzero che punta a sviluppare un sistema di monitoraggio <strong>per</strong> <strong>la</strong>strategia svizzera dello sviluppo sostenibile (Maiolo et al, 2006). Attualmente il modellosi compone di più di 100 indicatori distinti in ambito sociale, ambientale ed economico:1. <strong>per</strong> l’ambito economico gli indicatori sono:a. sistema economico;b. efficienza e competitività;c. produzione/consumo;d. <strong>la</strong>voro;e. scambio internazionale.2. <strong>per</strong> l’ambito ambientale gli indicatori sono:121- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàa. consumo di risorse;b. materiali e rifiuti;c. rischi;d. <strong>per</strong>centuale di cambio;e. natura e agricoltura;3. <strong>per</strong> l’ambito sociale gli indicatori sono:a. obiettivi e sub-obiettivi di condizioni di vita;b. equità del<strong>la</strong> distribuzione, uguaglianza di opportunità;c. coesione sociale;d. sviluppo del capitale umano.4.5 – ISSIL’ISSI è un indice aggregato creato dall’Istituto Italiano <strong>per</strong> lo Sviluppo Sostenibile <strong>per</strong>quantificare i miglioramenti rispetto allo sviluppo sostenibile. Il modello ISSI utilizza iprimi tre livelli del sistema informativo. L’indicatore di primo livello misura lo statogenerale del<strong>la</strong> sostenibilità in Italia in re<strong>la</strong>zione all’obiettivo generale da raggiungereentro il 2012. Il secondo livello è costruito su una partizione in tre domini: l’economia e<strong>la</strong> società, l’ambiente, e l’uso delle risorse. Il terzo livello è composto <strong>per</strong> ciascuno deitre domini da dieci indici chiave associati ad un target e ad un tempo di conseguimento.ISSI rappresenta un indicatore unico capace di integrare le tre componenti dello svilupposostenibile, economia, società ed ambiente in cui non è presente una lista o core setdi indicatori.Al secondo livello ci sono tre domini. Economia e Società vengono integrati nelprimo dominio che valorizza alcuni elementi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> crescita economicaed agli aspetti del<strong>la</strong> cultura, dell’informazione e del<strong>la</strong> solidarietà internazionale. Il secondodominio è l’Ambiente, mentre il terzo dominio è l’uso delle Risorse che integraelementi del sistema economico con energia, rifiuti e trasporti. Ai dieci indici “chiave”di ogni settore è affidato il compito di interpretare <strong>la</strong> visione dello sviluppo sostenibiledell’Istituto (Federico et al, 2008).Gli indicatori chiave dello sviluppo economico e sociale (S&E) sono:1. aspettativa di vita;2. reddito pro capite;3. tasso di disoccupazione;4. tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno;5. equità nel<strong>la</strong> distribuzione del reddito (Indice di Gini);6. disagio sociale femminile;7. livello di istruzione;8. accesso al benessere, salute sicurezza e cultura;9. aiuti allo sviluppo;122 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilità10. spesa <strong>per</strong> <strong>la</strong> ricerca scientifica.Gli indicatori chiave <strong>per</strong> l’ambiente (E) sono:1. emissioni serra;2. qualità dell’aria nelle otto principali città italiane;3. emissioni di Diossine e Furani;4. qualità delle acque marino costiere;5. qualità e certificazione ambientale;6. incendi forestali;7. consumo di fitofarmaci;8. abusivismo edilizio;9. rischio idrogeologico;10. aree protette terrestri e marine.Gli indicatori di uso delle risorse (R) sono:1. intensità energetica del PIL;2. produzione energetica da fonti rinnovabili;3. input diretto di materiali;4. consumo idrico pro capite;5. prelievo di risorse biologiche marine;6. nuova su<strong>per</strong>ficie costruita;7. rifiuti urbani pro capite;8. raccolta differenziata;9. trasporto stradale;10. trasporto ferroviario.4.6 – UNCDSLa Commissione delle Nazioni Unite <strong>per</strong> lo Sviluppo Sostenibile (UNCDS) fu istituitadopo <strong>la</strong> Conferenza di Rio nel 1992 <strong>per</strong> seguire <strong>la</strong> realizzazione di Agenda 21, e contemporaneamenteha sviluppato un modello di indicatori dello sviluppo sostenibile.Questo modello revisionato nel 2001 è diviso in temi e sottotemi raggruppati inquattro pi<strong>la</strong>stri: sociale, ambientale, economico e istituzionale, <strong>per</strong> un totale di 15 temi,38 sottotemi e 58 indicatori.Nel pi<strong>la</strong>stro economico i temi sono <strong>la</strong> struttura economica, il consumo e <strong>la</strong> produzione.Nel pi<strong>la</strong>stro sociale i temi si riferiscono all’equità, <strong>la</strong> salute, l’istruzione, l’edilizia,<strong>la</strong> sicurezza <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.Nel pi<strong>la</strong>stro ambientale sono previsti i temi dell’atmosfera, suolo, oceani, mari e coste,acqua potabile e biodiversità; infine, il pi<strong>la</strong>stro istituzionale è costruito sui temi del<strong>la</strong>legalità al<strong>la</strong> struttura e al<strong>la</strong> capacità istituzionale (Maiolo et al, 2006).123- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilità4.7 US-IWG-SDIL’US Intergovernmental Working Group ha individuato una serie di indicatori attraversoi quali ha progettato un modello <strong>per</strong> <strong>la</strong> misurazione dello sviluppo sostenibile <strong>per</strong> gliStati Uniti. Gli indicatori selezionati sono rappresentati da un ecometro, un sociometroed un ambientometro (Maiolo et al, 2006).1. Gli indicatori su cui si basa l’ecometro sono:a. spese <strong>per</strong> il consumo <strong>per</strong>sonale rispetto al consumo statale pro capite;b. livello delle abitazioni di proprietà;c. famiglie che hanno problemi di alloggio;d. uso di veicoli di trasporto di proprietà;e. indice di gestione economica;2. gli indicatori utilizzati dal sociometro sono:a. aspettativa di vita e di salute;b. <strong>per</strong>centuale di crimini;c. grado di istruzione;d. accesso alle cure mediche;e. senza casa;f. povertà infantile;3. gli indicatori dell’ambientometro sono:a. fornitura di risorsa idrica rinnovabile;b. attività ittiche;c. specie minacciate e danneggiate;d. <strong>per</strong>centuale di erosione del suolo;e. crescita boschiva;f. emissione di gas serra;g. produzione di rifiuti;h. popo<strong>la</strong>zione che vive in aree con una qualità dell’aria non rispondente aitarget di qualità.4.8 – DPSIR - Driving forces, Pressures, States, Impacts, ResponsesL’Organizzazione <strong>per</strong> <strong>la</strong> coo<strong>per</strong>azione e lo sviluppo economico ha realizzato un modellodefinito Pressione-Stato-Risposta (PSR) successivamente modificato dall’AgenziaEuropea <strong>per</strong> <strong>la</strong> Protezione dell’Ambiente il cui risultato è il modello Driving forces,Pressures, States, Impacts, Responses.Il modello DPSIR collega le cinque variabili con re<strong>la</strong>zioni causali, inserite in un<strong>per</strong>corso di analisi che, partendo dai processi che determinano gli impatti ambientali(DF&P), si sofferma sulle ri<strong>per</strong>cussioni ambientali (S&I), <strong>per</strong> giungere infine a esaminaregli sforzi attuati dal sistema socio-economico nel<strong>la</strong> risoluzione delle criticità indi-124 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàviduate (R). In sostanza, attraverso gli indicatori DPSI si ottengono informazioni su fenomenicomplessi, si possono quantificare i dati, si evidenziano le condizioni attuali delsistema e si comprende in quale direzione si sta evolvendo, così da potere adottare lepolitiche necessarie. Non esiste una forma standard di applicazione del modello, inquanto esso fornisce solo un <strong>per</strong>corso logico, <strong>la</strong>sciando poi a chi lo applica, <strong>la</strong> definizionedegli indicatori più adeguati al<strong>la</strong> realtà che si sta analizzando:- Driving Forces o Determinanti, sono fattori di fondo che influenzano le variabili(settori economici, attività umane);- Pressure o Pressioni, rappresentano le variabili che sono motivo dei problemi ambientali;- State o Stato, sono indicatori sullo stato dell’arte che evidenziano i cambiamenti el’attuale condizione dell’ambiente;- Impact o Impatti, rappresentano degli indicatori che valutano gli effetti sul sistemaconseguenti al cambiamento del sistema naturale;- Response o Risposte, misurano l’impegno profuso dal sistema politico e sociale<strong>per</strong> risolvere i problemi di carattere ambientale (Iacobacci, 2004).4.9 World Development IndicatorsIl World Development Indicators è un database ad o<strong>per</strong>a del<strong>la</strong> Banca Mondiale in cuisono raccolti i dati <strong>per</strong> quasi tutti i Paesi del mondo e vengono evidenziati in manieraanalitica i miglioramenti attuati nel raggiungimento dei Millennium Development Goals.Gli indicatori ado<strong>per</strong>ati sono circa 1000 ordinati in più di 80 tabelle e raggruppati in6 sezioni e rappresentano in maniera integrata le condizioni sociali ed economiche del<strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione, <strong>la</strong> situazione finanziaria dei vari paesi, lo stato delle risorse naturali,dell’ambiente e dell’energia. Non si fa riferimento esclusivo ai tradizionali indicatori disviluppo economico, ma ci si sofferma sullo sviluppo sociale e politico, sul<strong>la</strong> governancee sul<strong>la</strong> qualità di vita degli individui. Il database è suddiviso in 5 aree tematiche:• <strong>per</strong>sone;• ambiente;• economia;• Stato e mercati;• collegamenti globali.4.10 – PPI - Policy Performance IndexIl Policy Performance Index è stato sviluppato su iniziativa dell’Unione Europea conl’obiettivo di sostituire gli indicatori tradizionali come il PIL, il tasso di disoccupazionee l’inf<strong>la</strong>zione nel<strong>la</strong> misurazione dei risultati dei singoli paesi con un indice di <strong>per</strong>for-125- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàmance delle linee programmatiche composto da tre sotto-indici di tipo economico, socialee ambientale.4.11 – SDI - Sustainable Development IndicatorsGli indicatori di sviluppo sostenibile sono stato individuati nel rispetto del<strong>la</strong> strategia disviluppo sostenibile dell’Unione Europea. In tale ambito, sono stati indicati dieci temiprincipali:- sviluppo economico;- povertà ed esclusione sociale;- invecchiamento del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione;- salute pubblica;- cambiamenti climatici ed energia;- modelli di produzione e consumo;- gestione delle risorse naturali;- trasporto;- buon governo;- partenariati trasnazionali.Nell’ambito dei temi indicati, il set di indicatori composto da 12 temi, 45 sottotemie 98 indicatori analitici rappresenta una buona base di partenza <strong>per</strong> il <strong>per</strong>seguimentodel<strong>la</strong> Sustainable Development Strategy dell’Unione Europea.5 – Approcci empirici al<strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> sostenibilitàL’analisi <strong>multicriteriale</strong> consente di affrontare problemi complessi valutando singo<strong>la</strong>rmente,ma in modo integrato, tutte le variabili in gioco, attribuendo a ciascuna di esse <strong>la</strong>propria importanza re<strong>la</strong>tiva. I metodi di <strong>valutazione</strong> <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong>mettono di affrontarevalutazioni comparative e di c<strong>la</strong>ssificare una serie di alternative utilizzando un insiemedi regole decisionali. I metodi di <strong>valutazione</strong> differiscono tra loro <strong>per</strong> il tipo di rego<strong>la</strong>decisionale applicata, <strong>per</strong> le caratteristiche dell’insieme di alternative che possonogestire e <strong>per</strong> l’insieme di regole usate <strong>per</strong> valutare gli attributi (Boggia, 2007b).5.1 – NaiadeNovel Approach to Imprecise Assessment and Decision Environments (Naiade) è unmetodo <strong>multicriteriale</strong> sviluppato nel 1995 dal Prof. Giuseppe Munda che gestisce inmaniera integrata <strong>la</strong> procedura di ordinamento delle alternative oltre ad un’altra tecnicadenominata equity analysis che fornisce informazioni sul<strong>la</strong> distanza delle posizioni deivari gruppi di interesse o stakeholder (sul livello di conflitto fra gruppi di interesse) econsente di riflettere sulle possibili coalizioni fra gruppi di interesse.126 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàL’analisi <strong>multicriteriale</strong> implementata nel metodo prevede quattro passaggi:- costruzione del<strong>la</strong> matrice degli effetti;- comparazione a coppie delle alternative rispetto a ciascuno dei criteri;- aggregazione di tutti i criteri;- ordinamento delle alternative.Nel<strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong> matrice degli effetti le alternative possono essere espresse inmetriche diverse di natura quantitativa cardinale, quantitativa con qualche grado di incertezza(stocastica o fuzzy) o qualitativa. La metrica qualitativa prevede l’applicazionedi un set predefinito di variabili linguistiche come “buono”, “medio” o “molto cattivo”che vengono e<strong>la</strong>borate come fuzzy.Naiade applica un confronto a copie delle alternative che è misurato utilizzando unadefinizione di distanza appropriata al<strong>la</strong> metrica applicata <strong>per</strong> il criterio: nel caso di numericardinali, si utilizza <strong>la</strong> pura differenza fra due numeri, mentre negli altri casi si utilizzail concetto di distanza semantica e si misura <strong>la</strong> differenza fra le aree sottese alledue funzioni di preferenza. Il confronto a coppie delle alternative e<strong>la</strong>bora queste misuredi distanza, assieme ad una misura del<strong>la</strong> intensità del<strong>la</strong> preferenza di ciascuno dei criteri,misurata attraverso <strong>la</strong> credibilità che un’alternativa sia migliore di un’altra.L’intensità di preferenza è misurata mediante un indice di credibilità, con valore compresotra 0 e 1, che esprimere <strong>la</strong> credibilità delle affermazioni: un’alternativa è “decisamentemigliore”, “migliore”, “quasi eguale”, uguale”, “peggiore”, “decisamente peggiore”di un’altra. Naiade che non ammette di attribuire pesi ai criteri attua il confronto acoppie delle alternative attraverso un indice di intensità del<strong>la</strong> preferenza, calco<strong>la</strong>to e<strong>la</strong>borandogli indici di credibilità (Munda, 1995).Attraverso il software Naiade è possibile confrontare più alternative in base a deicriteri stabiliti e definirne una graduatoria. È possibile quindi, definiti i criteri in base aiquali confrontare, valutare i report di sostenibilità di diverse aziende, nel caso in cui gliindicatori siano comuni, oppure valutare l’andamento del<strong>la</strong> sostenibilità di una so<strong>la</strong> a-zienda in più esercizi. L’analisi svolta sul gruppo Pirelli & C. SpA ha <strong>per</strong> oggetto questaseconda ipotesi.Sono stati individuati 18 indicatori di <strong>per</strong>formance di cui 6 di tipo economico, 8 ditipo ambientale e 4 di carattere sociale 1 tutti recepiti nel gruppo degli indicatori GlobalReporting Initiative e utilizzando i bi<strong>la</strong>nci di sostenibilità pubblicati dal gruppo Pirelli &C. SpA sono stati messi a confronto i report di sostenibilità degli anni 2005, 2006 e2007 con l’obiettivo di individuare l’andamento del<strong>la</strong> sostenibilità aziendale nel corsodel <strong>per</strong>iodo suddetto.La costruzione del<strong>la</strong> matrice di impatto che può contenere misurazioni delle <strong>per</strong>formancedelle alternative espresse in maniera quantitativa con qualche grado di incertezza(stocastica o fuzzy), qualitativa, oppure come nel nostro caso di natura quantitati-1 I dati sono ricavati dai Bi<strong>la</strong>nci di sostenibilità pubblicati dal Gruppo Pirelli. Nel caso degli indici di frequenza e gravità degli infortuniil dato proveniente da Pirelli Tyre SpA e Pirelli Real Estate Spa è stato aggregato.127- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàva cardinale (crisp), in cui il confronto a coppie delle alternative è misurato utilizzandouna definizione di distanza appropriata al<strong>la</strong> metrica applicata, che nel caso di numericardinali è <strong>la</strong> differenza fra due numeri.Sul<strong>la</strong> base degli indicatori selezionati è stato inserito nel software l’obiettivo dimassimizzazione (<strong>per</strong> esempio <strong>per</strong> gli indicatori Eco 1 ed Eco 6) o minimizzazione (<strong>per</strong>esempio <strong>per</strong> gli indicatori Amb 4 ed Soc 3) del risultato. Il risultato che scaturiscedall’analisi effettuata sui bi<strong>la</strong>nci di sostenibilità mostra un andamento dell’approccio integratoaziendale (ambientale-economico-sociale) sostanzialmente uniforme in riferimentoal<strong>la</strong> tre annualità analizzate con un picco nell’anno 2006. Dall’analisi <strong>multicriteriale</strong>condotta, il 2006 (0,2077) risulta l’anno in cui <strong>la</strong> <strong>per</strong>formance del gruppo Pirelli èstata maggiormente sostenibile seguita dall’anno 2007 (0,2324) e dal 2005 (0,3893).INDICATORI DI PERFORMANCETabel<strong>la</strong> n. 2 – Indicatori di PerformanceMATRICEECO 1 - VALORE AGGIUNTO GLOBALE LORDOECO 2 - REMUNERAZIONE DEL PERSONALEECO 3 - REMUNERAZIONE DEL CAPITALE DI CREDITOECO 4 - REMUNERAZIONE DEL CAPITALE DI RISCHIOECO 5 - REMUNERAZIONE DELL'AZIENDAECO 6 - LIBERALITA' ESTERNA - CONTRIBUTI E DONAZIONIAMB 1 - CONSUMO ACQUA SPECIFICOAMB 2 - CONSUMO ENERGIA SPECIFICOAMB 3 - CONSUMO SOLVENTI SPECIFICOAMB 4 - RIFIUTI PERICOLOSI SPECIFICIAMB 5 - RIFIUTI NON PERICOLOSI SPECIFICIAMB 6 - RIFIUTI RICICLATI SUL TOTALE RIFIUTIAMB 7 - EMISSIONI SPECIFICHE CO2AMB 8 - EMISSIONI DI NOXSOC 1 - % DI DIPENDENTI COPERTI DA ACCORDI COLLETTIVI DI CONTRATTAZIONESOC 2 - INDICE FREQUENZA DEGLI INFORTUNISOC 3 - INDICE GRAVITA' DEGLI INFORTUNISOC 4 - CUSTOMER SATISFACTIONFonte: E<strong>la</strong>borazione propriaALTERNATIVEBILANCIO SOST. 2007 BILANCIO SOST. 2006 BILANCIO SOST. 20051.871.979 1.996.5161.156.1701.075.81936.288126.976169.50378.299368.132579.5358.3738.03816,4417,088,278,114,124,278,198,3494,4296,373,373,60,720,731,3721,37390%90%2,913,450,90,643,961.836.3201.029.88090.672149.492429.3618.43116,728,244,057,5193,3968,80,731,3883%3,410,543,88È ovvio che il risultato che scaturisce dall’analisi è influenzato dagli indicatori scelti.È altrettanto evidente che questo è il motivo <strong>per</strong> il quale si auspica un modello comunecon indicatori fissi che rendano confrontabili i bi<strong>la</strong>nci di sostenibilità sia nel temposia nei confronti di altre organizzazioni.6 – Considerazioni conclusiveIl bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilità è il documento più completo <strong>per</strong> conoscere, misurare, comprenderee rendere conto dei risultati dell’attività aziendale in ottica congiunta. Da talestrumento bisogna partire <strong>per</strong> migliorare i processi di governo tra le tre variabili sociale,economica ed ambientale e <strong>per</strong> una maggiore trasparenza del<strong>la</strong> rendicontazione.Non esiste al momento una struttura del bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilità comunemente riconosciutae di conseguenza uno strumento in grado di misurare e comparare <strong>la</strong> sostenibilitàaziendale. Tuttavia, le linee guida pubblicate dal<strong>la</strong> Global Reporting Iniziative hanno<strong>la</strong> caratteristica di essere flessibili, quindi adattabili a diverse realtà aziendali, e rendonocomparabili i bi<strong>la</strong>nci di sostenibilità. A tale schema, che ha nostro avviso dovreb-128 3/2009 -


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàbe essere rigido <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere una comparazione altrimenti alquanto complicata, potrebbeessere applicato un modello parametrico con indicatori costruiti ad hoc che <strong>per</strong>mettano<strong>la</strong> misurazione in un indice aggregato del grado di sostenibilità aziendale.È vero, come affermato in precedenza che qualsiasi tipo di politica adottata è <strong>per</strong>cepitase i risultati raggiunti sono misurabili ma è anche vero che <strong>la</strong> redazione del bi<strong>la</strong>nciodi sostenibilità, anche quando messo in re<strong>la</strong>zione con più annualità, non <strong>per</strong>mette unchiaro andamento del<strong>la</strong> sostenibilità aziendale che si ottiene solo con il confronto attraversostrumenti che ne <strong>per</strong>mettano l’aggregazione in un valore di sintesi chiaramentecomparabile.BibliografiaAtapattu, S. (2002), Sustainable Development, Myth or Reality?: A Survey of Sustainable Developmentunder International Law and Sri Lanka Law, The Georgetown International EnvironmentalLaw Review, vol. 14Baldi, S. (1998), L’indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite. Vantaggi e limiti del<strong>la</strong> misurazionesintetica dello sviluppo, FrancoAngeli, Mi<strong>la</strong>noBebbington, J. (2001), Sustainable development: a review of the international development,business and accounting literature, Accounting Forum, Vol. 25, No. 2Boggia, A. (2007), Misurare lo sviluppo sostenibile, Bollettino del<strong>la</strong> Comunità Scientifica inAustra<strong>la</strong>siaBoggia, A. (2007b), Un modello di monitoraggio ambientale e socio-economico <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong>del<strong>la</strong> sostenibilità, Rivista Micron, n. 7Boyce, G. (2000), Public disclosure and decision making: Exploring possibilities for financialsocial and environmental accounting, Accounting, Auditing and Accountability Journal, Vol. 13,No. 1Cafferata, R. (1994), La Comunità europea e l’ambiente, Economia e Diritto del terziarioCafferata, R. (2005), Andamento ed evoluzione del rapporto tra impresa e ambiente, Impresa-ProgettoCarnevale, C., Carnevale, V. (2008), Comunica <strong>la</strong> sostenibilità, Franco Angeli, Mi<strong>la</strong>noCenni, F., Corbière-Nicollier, T., Jolliet, O., Margni, M. (2003), Sustainability theories andmathematical modelling, Technical Report Epsilon ProjectCisi, M. (2003), Il bi<strong>la</strong>ncio ambientale, Torino: GiappichelliDi Giandomenico, M. (2008), Il bi<strong>la</strong>ncio sociale e il modulo aziendale etico, GiuffrèFarneti, G. (1998), L’economicità nelle imprese, nelle aziende pubbliche e nelle Onlus, Azienditalia,n. 4.Fazzi, L. (2005), Questioni di fiducia: a cosa serve (e a cosa non serve) il bi<strong>la</strong>ncio sociale <strong>per</strong>le organizzazioni, Franco Angeli, Mi<strong>la</strong>noFederico, T., Barbabel<strong>la</strong>, A. (2008), Indicatori <strong>per</strong> lo sviluppo sostenibile in Italia, in Re<strong>la</strong>zionefinale del Progetto Nazionale dell’Economia e del LavoroGabrovec, O. (1990), Business ethics e codici etici, Rivista dei dottori commercialistiGBS. Principi di redazione del bi<strong>la</strong>ncio sociale. www.gruppobi<strong>la</strong>nciosociale.orgGRI. Linee Guida <strong>per</strong> il reporting di sostenibilità. www.globalreporting.org129- 3/2009


Tenuta P. - L’analisi <strong>multicriteriale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> del<strong>la</strong> sostenibilitàIacobacci, G. (2004), Il caos management, 5, www.caosmanagement.itJesinghaus, Jochen. Il “cruscotto del<strong>la</strong> sostenibilità” (Dashboard of Sustainability) <strong>per</strong>mette dipresentare temi complessi in un formato comunicativo, sul sito http://esl.jrc.it/dc/db_it.htmJonas, H. (1978), Principio responsabilità, Einaudi, Torino:Maiolo, M., Martirano, G., Morrone, P., Pantusa, D. (2006), Stato dell’arte sui modelli di sostenibilità:nuovi orizzonti nel<strong>la</strong> gestione delle risorse idriche, IDRA 2006Mu<strong>la</strong>zzani, M. (2006), Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche, Cedam, Padova.Munda, G. (1995), Multicriteria Evaluation in a Fuzzy Environment: Theory and applicationsin Ecological Economics, Physica-Ver<strong>la</strong>g, HeidelbergParis, A. (2003), Il ruolo del rendiconto etico-ambientale nel sistema del<strong>la</strong> comunicazione ambientale,Cedam, PadovaRenzo, F. (2003), Indicatori di sviluppo e globalizzazione, in Annali del DSS, sul sitohttp://www.benessereinternolordo.net/joom<strong>la</strong>/media/Indicatori_Sviluppo_RENZO.pdfRete del sistema Informativo Nazionale Ambientale.http://www.sinanet.apat.itRicca, B., Genovesi, A., Monastero M. (2002), La misurazione del benessere tra crescita e sviluppo:il caso delle regioni italiane, sul sito http://esl.jrc.it/envind/ricca.pdfRomolini, A. (2006), Il Bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilità, in Mu<strong>la</strong>zzani M, I servizi pubblici locali di distribuzionedel gas, Franco Angeli, Mi<strong>la</strong>noRubino, F. (2007), Il bi<strong>la</strong>ncio sociale nelle aziende pubbliche locali, Centro editoriale e librariodell’Università del<strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria, CosenzaRusconi, G. (2006), Il bi<strong>la</strong>ncio sociale. Economia, etica e responsabilità d’impresa, EdiesseTagarelli, G. (2008), Green Procurement, FabbricaVerdeTenuta, P. (2007), Crisi finanziaria e strumenti di previsione del risk management nelle aziendepubbliche locali, Franco Angeli, Mi<strong>la</strong>noTilt, C. A. (1994), The Influence of External Pressure Groups on Corporate Social Disclosure:Some Empirical Evidence, Accounting, Auditing and Accountability Journal, Vol. 4, No. 4Vaccari A. (2005), Dal bi<strong>la</strong>ncio sociale al bi<strong>la</strong>ncio di sostenibilità, Forum PA2005, RomaZadra, G. (2007), Il rendiconto agli stakeholder. Una guida <strong>per</strong> le banche,http://www.abi.it/doc//doc/home/conoscereBanche/FinanzaEtica/doc/tmp1163169967596_30Rendiconto.pdf130 3/2009 -

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