12.07.2015 Views

Rassegna Bibliografica 3/2001 - Minoritoscana.it

Rassegna Bibliografica 3/2001 - Minoritoscana.it

Rassegna Bibliografica 3/2001 - Minoritoscana.it

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Centro nazionaledi documentazionee analisiper l’infanziae l’adolescenzaCentrodi documentazioneper l’infanziae l’adolescenzaRegione ToscanaIst<strong>it</strong>utodegli InnocentiFirenzePercorso di letturaL’adozioneEstratto da:<strong>Rassegna</strong> bibliograficainfanzia e adolescenzaAnno 2, n. 3 - <strong>2001</strong>Ist<strong>it</strong>uto degli InnocentiFirenze


Percorso di lettura


Direttore responsabile:Aldo FortunatiAvvertenzaLa sezione presentata è trattadalla <strong>Rassegna</strong> bibliograficainfanzia e adolescenzaAnno 2, numero 3 - <strong>2001</strong>Periodico trimestrale registratopresso il Tribunale di Firenzecon n. 4963 del 15/05/2000Ist<strong>it</strong>uto degli InnocentiPiazza SS. Annunziata, 1250122 Firenzetel. 055/2037343fax 055/2037344s<strong>it</strong>o Internet: www.minori.<strong>it</strong>


L’adozioneAnna Genni Miliottiesperta di adozione internazionaleL’attual<strong>it</strong>à della tematicaDue nuove leggi, in soli tre anni, hannoprofondamente modificato il sistemadell’adozione nazionale e internazionalein Italia: la legge n. 476 del 31 dicembre1998 – entrata però in vigore solo dal 16novembre del 2000 – e la legge in materiadi adozione e di affido, n. 149 del 28marzo <strong>2001</strong> che modifica la precedentelegge n. 184 del 4 maggio 1983.L’attenzione dei media, ma anche deglistudiosi, di conseguneza si è concentratanuovamente sul tema e sul fenomeno dell’adozione,anche per il lungo dibatt<strong>it</strong>o,dai toni spesso molto accesi, che ha precedutoe accompagnato il varo delle duenuove leggi. Ricordiamo l’importante ediscusso tema della ricerca delle originiper gli adottati, o la questione dell’innalzamentodell’età dei gen<strong>it</strong>ori adottivi, ol’estensione della possibil<strong>it</strong>à di adottareanche alle coppie di fatto, per le quali ègià previsto l’affido. Su questi temi si èletteralmente diviso il Parlamento, oltreche l’opinione pubblica, facendo sl<strong>it</strong>tarenel tempo l’approvazione del nuovo testodi legge (giunto al traguardo al terminedella XIII legislatura) ma dimostrando allafine che su questo, come su altri temisociali, è possibile trovare consonanzepol<strong>it</strong>iche anche trasversali, quando si trattadi lavorare nell’interesse dichiarato deiminori. Grazie al nuovo impianto legislativo,il minore risulta oggi maggiormentetutelato nel processo di adozione internazionale,sottoposto interamente, comevuole la Convenzione de L’Aja, al controllodell’autor<strong>it</strong>à centrale (in Italia, laCommissione per le adozioni internazionali).Nelle procedure, inoltre, sia in Italiache all’estero, si è introdotto uno snellimentodei tempi, oltre che il riconoscimentopiù pieno della par<strong>it</strong>à tra gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>àadottiva e naturale in fatto di congedie aspettative dal lavoro.Il nuovo sistema impone una rivoluzionecopernicana: si parla del «dir<strong>it</strong>to delminore a una famiglia», e non più di una«disciplina dell’adozione e dell’affidamentodei minori». Partendo dal riconoscimentodel minore come soggetto di dir<strong>it</strong>to– una delle grandi nov<strong>it</strong>à di questianni in tema di principi e di dir<strong>it</strong>to internazionale– la legge sottolinea quello cheè, forse, il primo di tutti i dir<strong>it</strong>ti: il dir<strong>it</strong>todi ogni minore ad avere una famiglia chesi prenda cura di lui che dovrà essere inprimo luogo la “sua” famiglia originale,poiché: il «minore ha dir<strong>it</strong>to di crescereed essere educato nell’amb<strong>it</strong>o della propriafamiglia» (art. 1, c. 3, legge 149/01).La nuova impostazione, che scaturisceda un lungo dibatt<strong>it</strong>o culturale interna-<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>3


Percorso di letturazionale e nazionale sui dir<strong>it</strong>ti dei bambini,da anni di lavoro, di incontri, di convenzioniinternazionali, di convegni e dipubblicazioni ha attribu<strong>it</strong>o agli operatorinuovi comp<strong>it</strong>i e la conseguente necess<strong>it</strong>àdi strumenti per un aggiornamento e unapreparazione più consapevoli.Il fenomeno adozioneIl fenomeno adozione è in Italia piuttostorecente. Si sviluppa a partire dellaseconda metà degli anni Ottanta, grazieall’impulso dato dalla legge 4 maggio1983, n. 184, Dir<strong>it</strong>to del minore ad una famiglia,ed assume sub<strong>it</strong>o caratteristiche dilarga diffusione sociale, soprattutto nellatipologia dell’adozione internazionale.Ma è negli anni Novanta che si realizza,con il “fai da te”, il boom dell’adozioneinternazionale, con una media di più di2000 adozioni internazionali e 2500 affidamentipreadottivi l’anno. I dati sonosempre in cresc<strong>it</strong>a fino ai 3123 affidipreadottivi internazionali e ai 1024 decretidi affidamento nazionale del 1999,e mostrano ancora un aumento negli ultimianni.In totale, in Italia dal 1994 al 1999 sonostati adottati 18.209 bambini: 5298con l’adozione nazionale e 12.911 conquella internazionale, con un rapporto diquasi 1 a 2. Si può, quindi, iniziare a parlaredi un fenomeno sociale, che riguardamigliaia di famiglie nel nostro Paese, eche rappresenta un diverso modello diintegrazione sociale e culturale.Lo sviluppo dell’adozione internazionaleè strettamente legato a vari fattori.Alla base, il desiderio di gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à,spesso reso impossibile a causa della steril<strong>it</strong>àche ormai coinvolge il 25% dellecoppie, col quale s’interseca l’evolversidella crisi economica e sociale dei Paesidell’Est Europa. Con il crollo del comunismo,e la conseguente crisi pol<strong>it</strong>ico-sociale,questi Paesi divengono, infatti, ilserbatoio dell’adozione internazionaledegli anni Novanta. Così dopo il Brasile,l’India, il Perù e il Cile – mete tradizionalidell’adozione internazionale da cuiproveniva la maggior parte dei bambiniadottati – hanno aperto le loro porte all’adozioneprima la Romania, poi la Russia,la Bulgaria e la Polonia e, oggi, l’Ucrainae la Bielorussia.Il fenomeno dell’adozione internazionaleè quindi strettamente legato adalcuni fattori contingenti, ma le sue caratteristichesociali e le problematiche relativeall’integrazione culturale e socialedei minori adottati, non sono mutate neltempo. Anzi, l’aumentato numero di minoristranieri adottati ha reso più visibilile inadeguatezze del nostro sistema socialee culturale, che non si è ancora attrezzatoad accoglierli e a sostenerli nelmodo dovuto, durante il loro percorsodi inserimento. Per questo spesso, a cominciaredalla scuola, i minori stranieriadottati rischiano di perdere la loro preziosaident<strong>it</strong>à etnica e culturale, a causadelle forti sollec<strong>it</strong>azioni che conduconoal suo annullamento, nella rincorsa versouna voluta quanto difficile “normalizzazione”.Fare dell’adozione internazionale unarisorsa per la società, è uno degli scopidelle iniziative di promozione e di sostegnosvolte dalla Commissione per le adozioniinternazionali – di recente ist<strong>it</strong>uzio-<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>4


Percorso di letturane – e dal Centro nazionale di documentazioneper l’infanzia e l’adolescenza, attraversouna serie di eventi documentari edi formazione. Questa rassegna bibliograficavuole essere uno strumento in più perla diffusione di una cultura corretta dell’adozionetra gli operatori che se ne stannogià occupando, e tra quanti vorrannoapprofondire le sue molte tematiche.Adozione e ed<strong>it</strong>oriaAnche il mondo ed<strong>it</strong>oriale ha segu<strong>it</strong>olo svilupparsi del fenomeno dell’adozione,con la pubblicazione di molti testi earticoli sull’argomento, e altri ancora sene annunciano in libreria per i prossimimesi. Il varo della recentissima legge149/01, infatti, ha reso molti studi, adesempio quelli giuridici, superati, e si annuncianonov<strong>it</strong>à per aggiornare la conoscenzae il dibatt<strong>it</strong>o sulla sua applicazione.Purtroppo il panorama ed<strong>it</strong>oriale <strong>it</strong>alianonon è vastissimo, pur non mancandobuoni testi alcuni dei quali da r<strong>it</strong>enersifondamentali per un percorso informativoe anche di approfondimento delletante tematiche inerenti all’adozione.Per fare un po’ di ordine tra i tanti t<strong>it</strong>oli,può risultare opportuno distinguerela produzione ed<strong>it</strong>oriale secondo il targetcui è diretta:Per i professionisti e gli operatori:• testi legislativi;• manuali;• testi di approfondimento dipsicologia, sociologia, antropologia;• studi e ricerche.Per i gen<strong>it</strong>ori aspiranti o adottivi:• guide e manuali per la preparazioneall’adozione, e per l’informazionesull’adozione;• narrativa e raccolta di testimonianze.Da uno sguardo d’insieme sulla nostraproduzione libraria di questi ultimi annie da un confronto con quanto viene prodottosullo stesso tema in altri Paesi, osserviamocome i testi <strong>it</strong>aliani del genere dinarrativa o di raccolta di testimonianze,presentino in prevalenza la voce dei gen<strong>it</strong>oriadottivi. E anche molti testi, nellamanualistica, sono costru<strong>it</strong>i per dare rispostaai loro bisogni. La voce degli adottatinon è ancora presente come letteraturaa sé stante: essi parlano per interpostapersona, o a qualcuno che li intervista epoi ne interpreta le storie. Pochi sonorealmente i testi che si indirizzano esclusivamentea loro, con l’eccezione di alcun<strong>it</strong>esti diretti ai bambini adottati, del genere“ti racconto cos’è l’adozione”, o simili.Questo perché gli adottati sono ancorauna generazione relativamente “giovane”,che non produce ancora, nel nostroPaese una “cultura” propria: non scrive libri,non racconta la sua storia, spesso piùper una forma di tabù sociale che colpiscele generazioni più anziane, cioè quelleche potrebbero narrare.Se invece passiamo a considerare ilsettore della ricerca e degli studi, si notatra quelli finora pubblicati la mancanzadi analisi di follow up dell’inserimento deibambini adottati nelle famiglie <strong>it</strong>aliane. Ipochi e interessanti studi finora prodotti,e i testi relativi che qui segnaleremo, sonopurtroppo ristretti ad alcune aree terr<strong>it</strong>orialie sono numericamente inconsistenti<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>5


Percorso di letturase confrontati con la diffusione del fenomeno.Mancano studi a campione con iquali costruire dei confronti per megliostudiare l’es<strong>it</strong>o delle adozioni nel nostroPaese.Queste carenze possono essere attribu<strong>it</strong>eal fatto che l’adozione è un fenomenosociale ancora recente – e ancorapiù recente è la cost<strong>it</strong>uzione di organismiministeriali che hanno per scopo la promozioneanche di questa attiv<strong>it</strong>à di ricerca– o al fatto che ha superato le previsionidi molti, diffondendosi in manierarilevante, e abbastanza omogenea, in tuttoil terr<strong>it</strong>orio nazionale in così brevetempo. Di conseguenza ben venganonuovi studi e nuovi libri che siano utiliper comprendere meglio tutte le complessetematiche inerenti alla famigliaadottiva, e che aiutino quindi i numerosioperatori a sostenere meglio i protagonistilungo il percorso della loro v<strong>it</strong>a privatae sociale. E utile è anche ogni iniziativache informi gli stessi operatori su tuttii testi già disponibili in libreria, o nelleprincipali biblioteche, così come sugli articolipiù recenti apparsi sui periodici,permettendogli così di garantirsi un rapidoaggiornamento in materia.La famiglia adottiva è uno specificosociale, e come tale viene affrontata neinumerosi testi che segnaleremo. Comespecifico sociale è un intreccio di storie edi appartenenze: per questo è importanteconoscere la storia del protagonista – ilbambino o ragazzo, poi adulto adottato–, magari anche raccontata in prima persona,dalla sua stessa voce. E sarebbe significativopoter considerare anche nellanostra letteratura la storia del protagonista“ombra” di ogni storia di adozione: ilgen<strong>it</strong>ore naturale.<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>Fondamentale, nell’affrontare l’adozioneinternazionale, sarebbe poter intrecciareil fenomeno dell’adozione conquello della storia pol<strong>it</strong>ica e sociale deiPaesi di provenienza. Un approccio culturale,uno studio sulle diverse realtà etnichedei diversi Paesi, sulla realtà dell’infanziain quei luoghi, aiuterebbe acomporre il quadro dei protagonisti dell’adozione,le migliaia di stranieri adottati.Allora potremmo veramente attuareun’opera culturale corretta e completasull’adozione internazionale.Itinerario bibliograficoPer aiutare gli operatori a elaborarestrategie di intervento a sostegno della famigliaadottiva e di prevenzione a favoredei ragazzi adottati, è necessario anchepartire da una buona letteratura. Nonpossiamo naturalmente dimenticarci deiclassici, sui quali si sono formati tantiprofessionisti, psicologi e assistenti sociali.Il nostro percorso, quindi, partirà daquesti testi, che hanno per oggetto le problematicheinerenti all’adozione e più ingenerale all’infanzia.Proseguiremo poi, per un’utile operadi aggiornamento, con una rassegna dellepubblicazioni che esaminano il quadrolegislativo e, sempre con questo intento,considereremo la produzione rivoltaagli operatori. A questa seguirà lasegnalazione delle guide all’adozione destinateinvece ai gen<strong>it</strong>ori adottivi o aspirant<strong>it</strong>ali, che può essere utile conoscere,perché vengono spesso utilizzate nel percorsodi formazione e di preparazionedelle coppie.Si introdurranno successivamente i6


Percorso di letturatesti che analizzano l’adozione come fenomenosociale, cominciando da quelliche propongono i risultati di ricerchecondotte su famiglie e figli adottivi.Seguiranno le proposte alla lettura distudi di approfondimento psicologico,sociologico e antropologico.Quindi sarà indicato un percorso utilea chi lavora nel sociale e nella scuola,inerente alle problematiche dell’inserimentodei minori adottati.Infine, verranno segnalati i libri cheraccolgono testimonianze dirette, sottoforma anche letteraria, di protagonisti distorie di adozione. Tali testi possono essereconsigliati ai partecipanti ai corsi diformazione, come preziosi strumenti diriflessione.I classiciSono testi di base, che trattano gliaspetti psicologici relativi alla gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>àe alla relazione madre-bambino, conriferimenti diretti o indiretti alle tematichedell’adozione. I testi di John Bowlbysul tema dell’attaccamento e della separazionedalla madre, come quelli di DonaldWinnicott sulla psicologia del bambinodeprivato, e altri che qui segnaliamo,sono importanti per chi voglia approfondireuno studio di carattere psicologico.Non meno rilevanti a propos<strong>it</strong>osono i contributi di Françoise Dolto allostudio dell’infanzia e quelli di MargaretMead, che allargano il campo anche allasociologia della famiglia e all’antropologia.Per una riflessione di tipo storico,fondamentale e interessante può essere lalettura del saggio di John Boswell, che<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>esamina il tema dell’abbandono dei bambiniin Europa dall’antich<strong>it</strong>à fino all’epocadel Rinascimento, e il testo di FaustoM. Bongioanni sulla realtà <strong>it</strong>aliana deglianni Sessanta.Per rimanere nel tema dell’ist<strong>it</strong>uzionalizzazionedei bambini abbandonati, maquesta volta prendendo in esame un passatopiù recente, c<strong>it</strong>iamo alcuni testi sufatti di cronaca <strong>it</strong>aliana, che non es<strong>it</strong>eremmoa definire “nera”, come il caso deicelestini di Prato, raccontato da BiancaGuidetti Serra e Francesco Santanera.E i fatti verranno inquadrati nellarealtà <strong>it</strong>aliana, che l’agile testo di AnnaLaura Zanatta sulle nuove famiglie ci aiutaa comprendere.Le nuove leggiLe recenti innovazioni legislative discendonodalla ratifica delle convenzioniinternazionali a tutela dei dir<strong>it</strong>ti dell’infanzia,come la Convenzione delle Nazioniun<strong>it</strong>e sui dir<strong>it</strong>ti del fanciullo del 20novembre 1989 e la più recente de L’Ajadel 29 maggio 1993 per la tutela dei minorie la cooperazione in materia di adozioneinternazionale. Queste si sono innestatesul nostro dir<strong>it</strong>to minorile e suldir<strong>it</strong>to di famiglia, e nello specifico dellalegge 184/83 sull’adozione e l’affidamento,che ne è usc<strong>it</strong>a profondamente modificata.In particolare, la Convenzione internazionalede L’Aja è stata resa operativacon la legge 476/98, che ha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>ofinalmente uno strumento legislativo sull’adozioneinternazionale, abolendo annidi deregulation in materia.Potrebbe essere quindi interessanteun percorso che parta dal dir<strong>it</strong>to minori-7


Percorso di letturaTesti di riferimentoBettelheim, B. Un gen<strong>it</strong>ore quasi perfetto, Milano, Feltrinelli, 1987.Bongioanni, F.M. Fanciullezza abbandonata, Bari, Laterza, 1964.Bowlby, J. L' attaccamento alla madre, in Attaccamento e perd<strong>it</strong>a, vol. 1, Torino, Boringhieri, 1972.Bowlby, J. La separazione dalla madre, in Attaccamento e perd<strong>it</strong>a, vol. 2, Torino, Boringhieri, 1975.Bowlby, J. La perd<strong>it</strong>a della madre, in Attaccamento e perd<strong>it</strong>a, vol. 3, Torino, Bollati Boringhieri, 1983.Bowlby, J. Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell'attaccamento, Milano, Raffaello Cortina, 1989.Bowlby, J. Cure materne e igiene mentale nel fanciullo, Firenze, Ed<strong>it</strong>rice Univers<strong>it</strong>aria, 1957.Boswell, J. L’abbandono dei bambini in Europa occidentale, Milano, Rizzoli, 1991.Carugati, F. Gli orfani dell’assistenza. Un’analisi di un collegio assistenziale per i minori, Bologna, Il mulino, 1973.Dolto, F. Come allevare un bambino felice, Milano, A.Mondadori, 1977.Dolto, F. Le parole dei bambini, Milano, A.Mondadori, 1988.Dolto, F. Sull’adozione, in Dolto F. e Hamd N. Quando i bambini hanno bisogno di noi, Milano,A. Mondadori, 1997.Freud, S. Al di là del principio di piacere, in Opere, vol.VII, Torino, Boringhieri, 1977.Guidetti Serra, B., Santanera, F, Il paese dei celestini. Ist<strong>it</strong>uti di assistenza sotto processo, Torino, Einaudi, 1973.Mead, M.,Wolfenstein, M. Il mondo del bambino, Milano, Edizioni di Comun<strong>it</strong>à, 1963.Montecchi, F. Gli abusi all’infanzia, Roma, La nuova Italia scientifica, 1994.Moro,A.C. Erode fra noi, Firenze, Mursia, 1988.Mead, M. L’adolescente in una società prim<strong>it</strong>iva, Ed<strong>it</strong>rice univers<strong>it</strong>aria, Firenze, 1954.Rich, A. Nato di donna, Milano, Garzanti, 1977.Ronfani, P. Le adozioni e gli affidamenti, in Barbagli, M. e Saraceno, C. (a cura di), Lo stato delle famiglie inItalia, Bologna, Il mulino, 1997.Saraceno, C. Dir<strong>it</strong>ti relazionali e confl<strong>it</strong>ti etici. Riflessioni su famiglia, adozioni difficili, affidi, in «Memoria.Rivista di storia delle donne», 1990, n 26.Schellenbaum, P. La fer<strong>it</strong>a dei non amati, Verona, Demetra, 1995.Sp<strong>it</strong>z, R.A. Il primo anno di v<strong>it</strong>a del bambino, Firenze, Giunti, 1962.Stern, D. Le prime relazioni sociali, il bambino e la madre, Roma, Armando, 1979.Winnicott, D.W. Dalla pediatria alla psicoanalisi, Firenze, Martinelli, 1997.Winnicott, D.W. Sviluppo affettivo ed ambiente, Roma, Armando, 1997.Winnicott, D.W. Il bambino deprivato, Milano, Raffaello Cortina, 1986.Winnicott, D.W. I bambini e le loro madri, Milano, Raffaello Cortina, 1987.Winnicott, D.W. Esplorazioni psicoanal<strong>it</strong>iche, Milano, Raffaello Cortina, 1995.Zanatta, A.L. Le nuove famiglie, Bologna, Il mulino, 1997.le, leggendo l’analisi compiuta da AlfredoCarlo Moro, Manuale di dir<strong>it</strong>to minorile(Bologna, Zanichelli, 2a ed., 2000), perapprofondire poi il tema dei rapporti patrimonialiche si instaurano tra i coniugiin Adozione ed affidamento familiare. Rapportipatrimoniali tra coniugi di FilippoVerde (Padova, Cedam, 1994).Un quadro completo sul dir<strong>it</strong>to familiarece lo offre poi la raccolta curata daPiero Pajardi e Adele Quaroni, Famiglia,adozione e minori nella giurisprudenza, (Milano,Giuffré 1995). Nelle quattro partiin cui è suddiviso il testo, si esaminano lafiliazione leg<strong>it</strong>tima, la filiazione naturale,e quindi l’affidamento e l’adozione deiminori, sia nazionale che internazionale,nonché l’adozione particolare e i suoi effetti.Conclude la raccolta un’interessanteanalisi sul tema dell’esercizio di potestàdei gen<strong>it</strong>ori e della loro decadenza.Si può poi proseguire sul tema specificocon il testo di Massimo Dogliotti Affidamentoe adozione (Milano, Giuffré,<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>8


Percorso di lettura1990), in cui l’autore compie un excursussull’evoluzione culturale e normativadalla legge del 1967 a quella del 1983 cheesamina in maniera approfond<strong>it</strong>a, insiemealla legislazione comparata per quantoriguarda i dir<strong>it</strong>ti dei minori e l’adozione.Lo stesso Dogliotti aveva colto Le ambigu<strong>it</strong>àdella riforma della legge sull’adozione(in «Famiglia e dir<strong>it</strong>to», 2000, n. 4), in unarticolo con cui interveniva nel dibatt<strong>it</strong>oper la modifica della legge 183/84.Dopo l’approvazione defin<strong>it</strong>iva dellalegge 476/98 sull’adozione internazionaleescono i primi testi a commento dellanuova legge.Partiamo dal volume a cura del Centronazionale di documentazione e analisiper l’infanzia e l’adolescenza: Adozioneinternazionale. L’attuazione della nuova disciplina(Firenze, Ist<strong>it</strong>uto degli Innocenti,2000). Il testo spiega e commenta il nuovosistema e contiene oltre alla normativa,anche dati statistici a illustrare il panoramanazionale e internazionale. Icontributi di numerosi autori compongonoun quadro veramente chiaro e completodei nuovi testi legislativi, partendodalle motivazioni che ne sono alla base(Alfredo Carlo Moro), per analizzare lecompetenze di tutti i nuovi e vecchi protagonistidell’adozione internazionale.C<strong>it</strong>iamo l’analisi delle competenze de<strong>it</strong>ribunali (Mel<strong>it</strong>a Cavallo), dei nuovicomp<strong>it</strong>i assegnati ai servizi socioassistenziali(Annamaria Dell’Antonio), del nuovoruolo del giudice minorile (AngelaVaccaro) e della Commissione per le adozioniinternazionali di recente ist<strong>it</strong>uzione(Piercarlo Pazè) il cui primo presidente(Luigi Fadiga) riflette su ruoli e requis<strong>it</strong>idegli enti autorizzati, di cui si sottolineala necessaria integrazione con i servizi(Gabriella Merguici). Infine, ricordiamol’analisi del ruolo delle Regioni (AnnaMaria Colella) e del quadro internazionale(Lina Pierro, Marco Griffini, ValeriaRossi Dragone) nel quale si collocano gliaccordi bilaterali (Isabella Menichini, ValeriaRuperto).Un altro testo che aiuta la lettura dellanuova normativa è La riforma dell’adozioneinternazionale. Commento alla Legge31 dicembre 1998, n. 476 di Lamberto Sacchetti,Santarcangelo di Romagna, Maggioli,1999. Un testo agile e completo chesi addentra nei particolari della nuova disciplina,sottolineando anche in manieracr<strong>it</strong>ica le dispar<strong>it</strong>à venute a crearsi con lavecchia legge 183/84. Interessante l’esameparticolareggiato della procedura,complessiva dei casi di ricorso. L’autoretermina con una breve rassegna sul temadell’abbandono in Italia del minore stranieroe dei minori stranieri non accompagnati,legati alla questione d’attual<strong>it</strong>àdell’immigrazione minorile e al problemadella sua tutela.Ma la nuova legge non è entrata sub<strong>it</strong>oin vigore, essendo subordinata allapubblicazione della lista egli enti autorizzatie ha iniziato, quindi, un periododi regime trans<strong>it</strong>orio, abbastanza complesso.Su questo aspetto si addentra lostesso autore, nell’articolo Si muove il dir<strong>it</strong>totrans<strong>it</strong>orio dell’adozione internazionale,in «Famiglia e dir<strong>it</strong>to» (2000, n. 2).Un terzo t<strong>it</strong>olo utile per un’analisi delnuovo sistema introdotto, è La riformadell’adozione internazionale, Torino, Utet,1999. In esso Paolo Morozzo Della Roccaillustra in maniera particolareggiataprincipi ispiratori, premesse storiche e<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>9


Percorso di letturaIl quadro normativo- Legge 4 maggio 1983, n.184, Disciplina dell’adozione e dell’affidamento di minoriDisciplina la materia dell’adozione nazionale e dell’affidamento familiare, stabilisce requis<strong>it</strong>i eprocedure, assegna ai tribunali per i minorenni le competenze.- Convenzione Internazionale fatta a L’Aja il 29 maggio 1993 per la tutela dei minori e la cooperazione in materia diadozione internazionaleIst<strong>it</strong>uisce un regime di maggior tutela nell’adozione internazionale, prevedendo l’ist<strong>it</strong>uzione di autor<strong>it</strong>àcentrali per il controllo e il coordinamento delle pratiche di adozione nei Paesi di provenienza e didestinazione dei minori stranieri adottati.- Legge 31 dicembre 1998, n.476, Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazionein materia di adozione internazionale fatta a L’Aja il 29 maggio 1993. Modifiche alla Legge 4 maggio 1983 n. 184in tema di adozione di minori stranieriRegola la materia dell’adozione internazionale, ist<strong>it</strong>uendo l’autor<strong>it</strong>à centrale <strong>it</strong>aliana per le adozioni(Commissione per le adozioni internazionali) e l’obbligo del ricorso agli enti autorizzati. Assegna,inoltre, nuovi comp<strong>it</strong>i ai servizi socioassistenziali e san<strong>it</strong>ari, stabilisce tempi più ridotti per le procedure,abolisce l’affidamento preadottivo e introduce facil<strong>it</strong>azioni (permessi, congedi, detrazioni fiscali) per lecoppie adottive.- Legge 28 marzo <strong>2001</strong>, n.149 Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante “Disciplina dell’adozione edell’affidamento dei minori”, nonché al t<strong>it</strong>olo VIII del libro primo del codice civileModifica la precedente legge 184 del 1983, in materia di adozione e di affido. Le principali nov<strong>it</strong>àintrodotte: innalzamento dell’età degli adottanti a 45 anni, il riconoscimento degli anni di convivenza nelcomputo dei tre anni di matrimonio necessari per adottare, la possibil<strong>it</strong>à per l’adottato di conoscere leproprie origini con il consenso del giudice minorile, una volta compiuti i 25 anni di età o a 18 anni sesussistono problemi psicofisici (o prima ancora per i gen<strong>it</strong>ori adottivi in caso di gravi e comprovati motivi).tegrarli con la lettura della stampa periodica,che più facilmente riesce a seguirel’attual<strong>it</strong>à.All’adozione internazionale, il CISF(Centro internazionale studi famiglia)dedica una monografia (Adozione internazionale.Convenzione de L’Aja: le nov<strong>it</strong>à ratificatein Italia in «Famiglia oggi», 1999, n.3). Con i contributi di vari autori (MassimoCamiolo, Leonardo Lenti, MarcoGriffini, Donata Micucci, Lucia Biavati,Donatella Bramanti) si analizzano nellaprima parte gli aspetti storici, normativi,sociologici e psicologici dell’adozione internazionale,con la costruzione in dettagliodel percorso introdotto dalla legge476/98. Nella seconda parte, interventi d<strong>it</strong>aglio giornalistico allargano le problematicheall’adozione vista dai figli adottatie ai rapporti tra adozione e cinema.Un’altra monografia è quella a curadell’Unicef, L’adozione internazionale (Firenze,Innocenti Digest, 2000) che raccoglieun’analisi della s<strong>it</strong>uazione dell’adozioneinternazionale, completa di dati einformazioni utili sull’applicazione dellaConvenzione de L’Aja.Ma passiamo ad una guida vera e propria,in particolare al colloquio degli operatoricon i gen<strong>it</strong>ori adottivi: Anna Zanardi,Il colloquio nell’adozione. Strumentiper operatori Milano, Franco Angeli, 1999.È questo il momento più delicato e piùimportante per ogni operatore dei servizi,quello da cui dipende la dichiarazionedi idone<strong>it</strong>à per i gen<strong>it</strong>ori aspiranti adottivi,che apre la strada all’adozione internazionale.Viene esaminato nelle varieforme in cui è effettuato: presso la sededei servizi, in casa degli aspiranti, e pres-<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>11


Percorso di letturaso il tribunale per i minorenni. Tre luoghidiversi, che richiedono diversi elementidi comunicazione, affrontati dall’autriceche introduce elementi innovatividi psicologia del colloquio, affrontandoanche le tecniche relazionali e di comunicazionenon verbale.… e per i gen<strong>it</strong>oriNon si può non partire dal testo diffusoin tutto il terr<strong>it</strong>orio dalla Commissioneper le adozioni internazionali, curatodal Centro nazionale di documentazionee analisi per l’infanzia e l’adolescenzaPer una famiglia adottiva (ottobre2000). Progettato come uno strumentoinformativo agile, ma completo, fornisce,a chi è interessato all’adozione internazionale,tutte le informazioni necessariea intraprendere il percorso, inv<strong>it</strong>andoanche il lettore alle prime riflessioni peruna corretta impostazione dell’adozionestessa.Di altrettanto facile lettura, nella collanaFarsi un’idea, della casa ed<strong>it</strong>rice Ilmulino, troviamo il manuale di Luigi FadigaL’adozione. Una famiglia per chi non cel’ha (Bologna, 1999), un testo semplice,chiaro e completo che può essere utilizzatoda tutti coloro che vogliono sapernedi più sui principali aspetti dell’adozionenazionale e internazionale.Uno strumento completo per il percorsodi formazione delle coppie, e chepuò essere utilizzato dagli operatori insiemeagli aspiranti gen<strong>it</strong>ori adottivi, èsenz’altro il testo di Loredana Paradiso,Prepararsi all’adozione. Le informazioni, leleggi, il percorso formativo personale e di coppiaper adottare un bambino, Milano, Unicopli,1999. In esso ogni tappa del per-Testi di approfondimentoBouchard, M. Quando un bambino viene allontanato, Milano, Franco Angeli, 1997.Camiolo, M. et al. Significato e forme della famiglia adottiva, in «Minorigiustizia», 1997, n. 2.Capellini, L. Adozione nazionale e internazionale,in«Prospettive sociali e san<strong>it</strong>arie», 1998, n. 11.Centro <strong>it</strong>aliano per l’adozione internazionale (a cura di) Adozione internazionale tra norma e cultura, Milano, Unicopli,1991 Cericola,A.,Tiberio,A. Adozione e affidamento. Il ruolo degli operatori sociali e le problematiche socioculturali,in «<strong>Rassegna</strong> di servizio sociale», 1997, n. 4.Cigliuti, E., Sodano Jarretti, S. L’indagine psicologica sulla coppia che intende adottare, in «Minorigiustizia», 1995,n. 3.Cirillo, S., Cipollini, M.V. L’assistente sociale ruba i bambini?, Milano, Raffaello Cortina, 1994.Coordinamento san<strong>it</strong>à e assistenza tra i movimenti di base L’adozione di minori <strong>it</strong>aliani e stranieri. Le concezionisulla filiazione, sulla matern<strong>it</strong>à e sulla patern<strong>it</strong>à e le preoccupanti iniziative del parlamento, in «Prospettiveassistenziali», 1998, n. 126.Corte di Cassazione Per il bambino maltrattato. Affidamento ai nonni o adozione?, in «Minorigiustizia», 1997,n. 2.Costantini, M.V., Espos<strong>it</strong>o, C. Vorremmo adottare un bambino. Il legame di coppia e il controtransfert degli operatori,in «Consultorio familiare», 1996, nn. 1-2.Fappani, D. L’inserimento del bambino adottato nel gruppo dei fratelli, in «Consultori familiari oggi», 1998, n. 2.Lombardia (Regione).Assessorato cultura e informazione Adozione internazionale e famiglia multietnica, Milano,Giuffré, 1997.Peila, P. Le motivazioni psicodinamiche nella scelta dell’adozione internazionale. Dal figlio biologico al figliointerrazziale, in «Minorigiustizia», 1995, n. 3.Vinc<strong>it</strong>orio, M.M. Qualche problema in più nell’adozione internazionale, in «Minorigiustizia», 1995, n. 3.<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>12


Percorso di letturacorso all’adozione – dalla scelta di adottare,ai colloqui con gli operatori, all’abbinamento,fino all’incontro con il bambinoe il suo vissuto legato all’esperienzadell’abbandono – è esposta in manierainformativa e diviene anche strumento diriflessione. L’autrice sottolinea la central<strong>it</strong>àdel processo di inserimento del bambino,e la necess<strong>it</strong>à di un percorso di integrazionetra le diverse storie familiari,per la costruzione dell’ident<strong>it</strong>à della nuovafamiglia.Una breve Guida per i gen<strong>it</strong>ori adottividi bambini <strong>it</strong>aliani e stranieri, di FrancescoSantanera, Frida Tonizzo, Elena Aliberti,è contenuta nel volumetto dedicato aibambini di Maria Francesca Netto Ti raccontol’adozione (Torino, Utet Libreria,1995). La domanda che molti gen<strong>it</strong>oriadottivi si pongono è come informare ilfiglio adottato in mer<strong>it</strong>o alla sua condizione:con tempestiv<strong>it</strong>à, correttezza, maanche con consapevolezza di tutte leprofonde problematiche che sono inerentiall’adozione, è la risposta degli autori.Un altro testo che viene utilizzato neicorsi di preparazione all’adozione è diAnna Genni Miliotti, Abbiamo adottatoun bambino, Milano, Franco Angeli,1999. Indirizzato ai gen<strong>it</strong>ori adottivi, maanche a tutti coloro che si trovano incontatto con il mondo dell’adozione, affrontavarie tematiche legate all’inserimentodell’adottato nella sua nuova famiglia.L’anno di prova, la storia della“pancia”, il contatto fisico, l’inserimentoscolastico, le radici, le ansie gen<strong>it</strong>oriali, lafer<strong>it</strong>a dell’abbandono, sono alcuni dei temiche fanno riflettere sui tanti cambiamentiche l’adozione porta nella v<strong>it</strong>a deiprotagonisti, ma soprattutto in quella delminore che ne è il principale attore.Studi e ricercheL’adozione e la famiglia adottiva comincianoad essere al centro di alcuni studia carattere interdisciplinare. Si tratta dimettere a fuoco le varie tematiche: l’inserimentodell’adottato e le relazioni all’internodella famiglia adottiva, l’integrazionesociale, l’accettazione e l’accoglienza nelcontesto familiare allargato, il rapportocon la famiglia di origine, i fallimenti e lepossibili cause, l’adolescenza e le problematichecollegate alla ricerca di ident<strong>it</strong>à.L’adozione si basa, infatti, su di unaparticolare forma di contratto, o di “patto”,stipulato tra gen<strong>it</strong>ori e figli, e questopuò subire modifiche nel corso del tempo,specie quando gli adottati diventano adolescenti.Questa particolare tematica vieneaffrontata da Donatella Bramanti e RosaRosnati in Il patto adottivo. L’adozione internazionaledi fronte alla sfida dell’adolescenza,Milano, Franco Angeli, 1998. Le autricipresentano i risultati di un’indagine a carattereinterdisciplinare condotta dal Centrostudi e ricerche sulla famiglia dell’Univers<strong>it</strong>àCattolica di Milano sul tema delrapporto tra i figli adolescenti e i loro gen<strong>it</strong>oriadottivi. Con taglio sociologico vienetrattata la relazione tra famiglia e società,mentre con un approccio di tipo psicosocialesi esamina la dinamica delle relazioniall’interno della famiglia adottiva e illoro cambiamento nel tempo, seguendo ilmutare dei bisogni e delle reciprocheaspettative.Di problematiche adolescenziali si par-<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>13


Percorso di letturala anche nel testo curato da Eugenia Scabinie Pierpaolo Donati, Famiglia e adozioneinternazionale. Esperienze, normativa eservizi, Milano, V<strong>it</strong>a e Pensiero, 1996,pubblicato nella collana di studi interdisciplinarisulla famiglia. Nelle tre parti incui si divide il testo, vengono affrontatida vari autori gli aspetti normativi e lefunzioni assegnate ai tribunali per i minorenni,gli aspetti psicologici ed operativie, infine, i risultati di alcune ricerchecompiute sulle famiglie adottive e su alcuneassociazioni <strong>it</strong>aliane che si occupanodi adozione internazionale. In particolare,vengono presentati i dati di unaricerca condotta su di un campione di230 famiglie adottive sul tema della transizionedegli adottati verso l’adolescenza,per rilevarne i nodi problematici: l’apprendimentoscolastico, la salute, i rapporticon gli amici, le relazioni con i gen<strong>it</strong>ori,con gli eventuali fratelli, la costruzionedella propria ident<strong>it</strong>à personale.Sempre di carattere interdisciplinarec<strong>it</strong>iamo un’altra ricerca, questa volta condottain Campania, dal team di esperticondotto da Mel<strong>it</strong>a Cavallo: Adozionidietro le quinte. Esperienze di v<strong>it</strong>a a confrontodalla voce dei figli, dei gen<strong>it</strong>ori, degli operatori,Milano, Franco Angeli, 1995. Il testoci porta nel mondo complesso dell’adozione,con una serie di contributi chespaziano dagli aspetti normativi a quellipsicosociali, raccogliendo le voci deglistessi protagonisti. Dall’abbandono all’ist<strong>it</strong>uzionalizzazionedel minore e all’inserimentonel contesto familiare, vengonoesaminati i ruoli degli operatori e leproblematiche che si trovano a dover affrontare.La seconda parte del volume riportai risultati di un’indagine a campionesvolta in Campania sui minori natidal 1976 al 1980 e dati in adozione daiTribunali per i minorenni di Napoli e Salerno,e un’indagine sulle famiglie di origine.Lo stesso gruppo di esperti approfondisce,poi, le tematiche dell’adozione internazionalein Mel<strong>it</strong>a Cavallo (a cura di)Viaggio come nasc<strong>it</strong>a. Gen<strong>it</strong>ori ed operatori difronte all’adozione internazionale, Milano,Franco Angeli, 1999. Nell’adozione internazionale,infatti, il viaggio verso lanuova destinazione e il nuovo contestofamiliare, è vissuto come una vera e proprianasc<strong>it</strong>a dai suoi protagonisti, figli egen<strong>it</strong>ori adottivi. Anche qui, con metodomultidisciplinare, i vari autori affrontanole tematiche dell’adozione, le normativee le competenze dei vari soggetti ist<strong>it</strong>uzionalie i molteplici aspetti psicologici.In particolare, ci si sofferma sugli aspettimulticulturali e multietnici dell’adozioneinternazionale con l’obiettivo di fornirestrumenti per una migliore integrazionedel minore straniero adottato. Il testocontiene anche i risultati di una ricercacondotta dal Dipartimento di matematicae statistica dell’Univers<strong>it</strong>à di Napoli edal Dipartimento di scienze economichedell’Univers<strong>it</strong>à di Salerno. Nel corso dell’indaginesono stati intervistati adottatie gen<strong>it</strong>ori adottivi sulle principali problematichedell’adozione internazionale:dalle aspettative e dalle motivazioni allascelta di adottare da parte dei gen<strong>it</strong>ori, allaproblematic<strong>it</strong>à dell’inserimento familiaree al problema del riconoscimento edell’accettazione delle radici dell’adottato.Dopo Milano, Napoli e Salerno, passiamoa Roma, con le ricerche condotte<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>14


Percorso di letturada Roberta Lombardi e Giuseppina Valvo,in Il percorso ist<strong>it</strong>uzionale dell’adozione.Realtà e prospettive, Roma, SEAM, 1999. S<strong>it</strong>ratta di due ricerche condotte presso ilTribunale per i minorenni di Roma sullemodal<strong>it</strong>à di lavoro dei servizi sociali neldecennio 1985-1995. Il primo studio analizzale modal<strong>it</strong>à con cui vengono condottele indagini preliminari sulle coppieaspiranti e le valutazioni sull’idone<strong>it</strong>à; ilsecondo, le funzioni di vigilanza svoltesulla nuova famiglia durante l’anno delpreaffidamento. Entrambi evidenzianocarenze e lim<strong>it</strong>i ist<strong>it</strong>uzionali, pur all’internodi un percorso migliorativo.Uno studio svolto in Sicilia è, infine,quello riportato in Adozione. Aspetti giuridicie problemi psicologici, di Santo Di Nuovo,Costanza Scaffidi Abbate e Paola Lizzioin: «Minorigiustizia» – 1999, n. 4.Dopo un esame dei più diffusi luoghi comuniintorno all’adozione, vengonoesposti i risultati di due indagini a campione,correlate tra loro, condotte in alcuneprovince della Sicilia, per verificarela corrispondenza tra luoghi comuni propostidai mass media e la scelta di adottare.I dati vengono poi messi in relazione,e ne risulta un sensibile divario tra la percezionesociale e la realtà.Dentro l’adozionePer la grande maggioranza delle coppie,le storie di adozione partono da unacondizione di accertata steril<strong>it</strong>à. Ed è unapartenza problematica, spesso come diun lutto da elaborare. Steril<strong>it</strong>à e adozionesono quindi temi legati, ed è utile partireda qui, per un viaggio dentro gliaspetti psicologici dell’adozione.Due t<strong>it</strong>oli indicativi, tra i tanti:Giacinto Froggio Bambino mio sognato.Psicologia e psicoterapia della steril<strong>it</strong>à, CiniselloBalsamo, San Paolo, 2000, cheanalizza disturbi e processi psicologici legatialla steril<strong>it</strong>à di coppia, proponendosoluzioni terapeutiche; e Cristina MaggioniIl bambino inconcepibile, Milano,Franco Angeli, 1997, che presenta i risultatidi una ricerca condotta dall’autrice,psicosessuologa, sulla rappresentazionescientifica e la percezione del corpo in120 donne con problemi di steril<strong>it</strong>à.Il salto verso l’adozione è un modo d<strong>it</strong>rovare risposta al desiderio di gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à,con un atto di accoglienza. Ma il figliodesiderato è già nato da un’altra madre,ha sub<strong>it</strong>o, spesso, un abbandono: siattaccherà ai nuovi gen<strong>it</strong>ori come se fosseroquelli “veri”? A questo tema, il primoche si pongono consciamente o inconsciamentemolte coppie, risponde NicoleQuémada in Cure materne e adozione,Torino, Utet, 2000. Il bambino che ha sub<strong>it</strong>oil de-ammaternamento, cioè la separazionedefin<strong>it</strong>a dalla madre, ha più difficoltàad attaccarsi di nuovo a una madreadottiva. Ma l’esperienza e le ricerche,sottolinea l’autrice, ci hanno insegnatocome la mamma procreatrice possa veniresost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da chi si prende poi cura defin<strong>it</strong>ivamentedel bambino. Poiché è chicresce, chi si prende cura, che “ammaterna”.Ma il nuovo attaccamento dovrebbepoter avvenire con gradual<strong>it</strong>à, per consentireal bambino un inserimento menotraumatico.Sempre sul tema dell’attaccamento:Graziella Fava Vizziello, Teresa Boccanegra,Alessandra Simonelli, Vincenzo Cal-<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>15


Percorso di letturavo, Ilaria Petenà Adozione e attaccamento.Studio dei modelli di attaccamento in adolescentiadottati, in: «Psichiatria dell’infanzia edell’adolescenza », 1999, n. 6. Si tratta diuna ricerca compiuta dagli autori su undiciadolescenti adottivi, di cui si conosce lastoria evolutiva, e sui loro rispettivi gen<strong>it</strong>ori,utilizzando l’Adult Attachment Interview.I dati, messi poi a confronto con un’analogaricerca condotta su adolescenti nonadottati, mostrano un quadro di attaccamentoabbastanza simile. Importante sirileva il rapporto tra l’attaccamento dellamadre adottiva, la sua sicurezza e quelladel figlio adottivo per il quale agisce comeun sistema protettivo.Certo ogni bambino vorrebbe unamamma sola cui attaccarsi, che lo abbia generatoe poi cresciuto ma questo non sempreè possibile nell’adozione, dove ognibambino si trova sub<strong>it</strong>o a dover affrontarela difficoltà di appartenere a due mamme.Qual è allora la pancia da cui si è nati? CosìMasal Pas Bagdadi Sono stato nella tuapancia? Come affrontare con intelligenza e creativ<strong>it</strong>àle difficoltà tra gen<strong>it</strong>ori e figli adottivi,Napoli, Edizioni scientifiche <strong>it</strong>aliane, 1997,entra nello specifico, con una raccolta diesperienze nel campo dell’adozione. Ognibambino pone questa domanda – che l’autriceanalizza nelle sue profonde radicipsicologiche – e le risposte saranno diversein ragione della fase evolutiva chesta attraversando. Raccontando ancheesperienze vissute da gen<strong>it</strong>ori adottivi, vengonoforn<strong>it</strong>e indicazioni per approfondire,e affrontare quindi con maggior sensibil<strong>it</strong>à,la richiesta del bambino in modo daaiutarlo a recuperare la sua ident<strong>it</strong>à senzacedere al desiderio di rimozione di un passatospesso doloroso.Veramente infin<strong>it</strong>e sono le problematichedell’adozione e una delle prime psicologhea studiarle, in Italia, è stata AnnaMaria Dell’Antonio di cui c<strong>it</strong>iamo alcunilavori:Le prospettive psicologiche dell’adozione nazionalee internazionale, Milano, Giuffré,1986, di analisi psicologica;Bambini di colore in affido e in adozione,Milano, Raffaello Cortina, 1994, sullo specificodell’adozione internazionale interrazziale;Adozione internazionale e Convenzionede L’Aja, Milano, Franco Angeli, 1996,sulle nov<strong>it</strong>à introdotte dalla Convenzionede L’Aja in materia di adozione internazionale;Adozione. Teoria e pratica dell’interventopsicologico, Milano, Franco Angeli, 1996,con riflessioni sul lavoro psicologico daparte degli operatori dei servizi assistenzialiper l’adozione.In particolare, in Bambini di colore inaffido e in adozione, viene esaminata la problematicarelativa all’adozione e all’affidointerrazziale che, come abbiamo visto, èsempre più diffuso nel nostro Paese. Moltisono i risvolti psicologici relativi all’inserimentofamiliare e sociale del bambinodi colore che possono essere superati solose l’ingresso nella nuova cultura avvienenell’integrazione con quella di origine.Come dimostrano i dati di alcune ricerchesvolte dall’autrice su un campione digen<strong>it</strong>ori adottivi, è fondamentale il rispettodel patrimonio culturale ed etnico delbambino che deve essere pienamente accettatoprima di tutto dai gen<strong>it</strong>ori stessi,affidatari e adottivi.L’adozione è spesso un’esperienza chesi dimostra difficile e, quando fallisce, il<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>16


Percorso di letturabambino finisce per essere “rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o”, comeevidenziato nell’analisi di Liliana BalFiloramo, L’adozione difficile. Il bambino rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o,Roma, Borla, 1993. Per ev<strong>it</strong>arne ilfallimento occorre un’attenta valutazionedella coppia da parte degli operatori eun’estrema attenzione nella fase dell’abbinamentocon il bambino da adottare.Queste le conclusioni cui giunge l’autricedopo aver esaminato le varie dinamichedell’adozione: dalla scelta di adottare, alconfronto – che sarà diverso nell’adozionenazionale o internazionale – con la famigliabiologica. Per i gen<strong>it</strong>ori adottivi questaresta un’immagine, mentre per l’adottato èil vuoto delle sue origini, è la sua storia diabbandono. Quando non vengono affrontatee risolte, queste sono le tematiche chepossono portare all’insuccesso di un’adozionee quindi possono sfociare nella rest<strong>it</strong>uzionedel bambino adottato.Purtroppo i fallimenti esistono e sonostimati intorno al 10% delle adozioni. Macome si fa a prevenire che un bambinovenga rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, e quindi abbandonatouna seconda volta? Soprattutto riflettendosulle possibile cause e facendo opera diprevenzione, è quanto mostrano JolandaGalli e Francesco Viero nel testo da lorocurato Fallimenti adottivi. Prevenzione e riparazione,Roma, Armando, <strong>2001</strong>. Innanz<strong>it</strong>utto occorre un adeguamento degli operatoried un coordinamento tra quanti s<strong>it</strong>rovano ad operare intorno ad una famigliaadottiva, in modo da poter lavorareper una più efficace opera di prevenzione.Su questa i diversi autori del volume fornisconomolte e precise indicazioni, sottolineandocome occorra partire dallo studiodegli indicatori di rischio e fallimento, perchénon avvengano più storie dolorose comequella di Daniela, o di Kary e di Cidi,di Soledad e Josè, dei fratelli Federico eVincenzo, o di Mario: tutti casi di insuccessoqui riportati e descr<strong>it</strong>ti dagli stessioperatori. Nel commento finale GabriellaMerguici analizza e cr<strong>it</strong>ica le carenze del sistemaattuale che hanno come diretta conseguenzai fallimenti adottivi, che, comesottolinea Francesco Viero, riattivano iltrauma dell’abbandono.Prevenzione vuole anche dire impararead ascoltare i bisogni che il bambino adottatocomunica non solo verbalmente, maanche con altre modal<strong>it</strong>à. Ad esempio coni disegni, che non sempre siamo preparatia interpretare. È quanto ci insegna, con unbreve ma stimolante articolo, Claudia ArtoniSchlesinger Il mondo delle origini nei disegnidei bambini adottivi, in: Carlo Brutti eRoberto Brutti, (a cura di) Segni disegni esogno nella piscoanalisi dei bambini, Roma,Borla, 1996. L’ autrice ci mostra infatti alcunidisegni fatti dai bambini in terapiapresso il Centro Benedetta D’Intino. Possiamoleggerli come una richiesta di aiuto,che i bambini ci fanno per poter esplorareil mondo sconosciuto delle loro origini,sepolto sotto le loro emozioni che nonsempre corrisponde a quello condivisocon la famiglia adottiva.Un mondo ancora per molti aspetti daesplorare e che ancora tanti studi e tanti librici aiuteranno a capire.Adozione e integrazioneculturaleRiflettere su un modello di integrazioneculturale per i bambini stranieri adottati,porta a considerare, più in generale, il fe-<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>17


Percorso di letturanomeno dell’inserimento sociale dei minoristranieri immigrati. Bisognerà partire,quindi, dalle esperienze in questo settore,esaminando gli interventi multiculturaliindirizzati ai bambini immigratiper costruirvi sopra le necessarie differenziazioni.E poiché l’inserimento sociale di questibambini avviene prima di tutto nelcontesto scolastico, approfondiremoquesto come modello privilegiato di integrazioneiniziando da alcuni studicompiuti in questi ultimi anni dall’ISMUcioè dalla Fondazione Cariplo per le iniziativee lo studio della multietnic<strong>it</strong>à.Ne c<strong>it</strong>iamo alcuni:Graziella Giovannini (a cura di), FondazioneCariplo/ISMU, Allievi in classe,stranieri in c<strong>it</strong>tà. Una ricerca sugli insegnantidi scuola elementare di fronte all’immigrazione,Milano, Franco Angeli, 1998.Si tratta di un’indagine sull’atteggiamentodegli insegnanti nei confrontidell’inserimento nella scuola di bambiniimmigrati stranieri, compiuta in dodiciscuole elementari di altrettante local<strong>it</strong>àdel Nord, Centro e Sud Italia. Un piùapprofond<strong>it</strong>o studio su alcune grandic<strong>it</strong>tà analizza il fenomeno e le modal<strong>it</strong>àdidattiche. Gli atteggiamenti risultanodiversificati: per alcuni l’inserimento avvienein un processo integrativo di tipoassimilativo, per altri con un percorsointerattivo pluralistico, volto a valorizzarele culture diverse.Sempre su scuola e alunni stranieri:Regione Lombardia, Ministero dellapubblica istruzione, Direzione regionaledella Lombardia, Fondazione Cariplo/ISMU,Insieme a scuola. Alunni stranierie attiv<strong>it</strong>à interculturali nelle scuole dellaLombardia. Seconda indagine, Milano,Fondazione Cariplo/ISMU, 2000. Il testocontiene una rilevazione delle presenzee degli interventi didattici e delle attiv<strong>it</strong>àintegrative e interculturali promosse nellescuole della Lombardia, che hanno accoltonel 1999-2000 il 26,5% del totaledei 120.000 alunni immigrati stranieripresenti nelle scuole <strong>it</strong>aliane. La ricercamostra come a un periodo di emergenzasia segu<strong>it</strong>o negli ultimi cinque anni unprogetto per l’affermazione di una scuolamulticulturale.Una ricerca sociologica sugli alunnidelle scuole medie inferiori milanesi èquella riportata in Elena Besozzi, (a curadi), Fondazione Cariplo/ISMU, Cresceretra appartenenze e divers<strong>it</strong>à. Una ricerca tra ipreadolescenti delle scuole medie milanesi,Milano, Franco Angeli, 1999. Il tema è ladivers<strong>it</strong>à e il suo rapporto con il formarsidell’ident<strong>it</strong>à nei giovani in fase adolescenziale,alla luce dei processi contemporaneidi mutamento sociale e culturale,con particolare riguardo ai problemidella diversa appartenenza etnico-terr<strong>it</strong>oriale.Sul tema dell’immigrazione stranierac<strong>it</strong>iamo poi un numero monograficodella rivista «Minorigiustizia» dal t<strong>it</strong>olo Ibambini stranieri dal rifiuto e dalla separatezzaall’accoglienza e all’integrazione,1999, n. 3, e più in particolare i contributidi Carlo Rubinacci e Claudio FotiLa scuola per i bambini stranieri, in cui siesamina il ruolo della scuola per la creazionedi una società multiculturale e perla costruzione della cultura della tolleranzae dell’accoglienza.La pedagogia interculturale è la rispostaall’inserimento scolastico dei minori<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>18


Percorso di letturastranieri anche per Duccio Demetrio eGraziella Favaro, Bambini stranieri a scuola.Accoglienza e didattica interculturale nellascuola dell’infanzia e nella scuola elementare,Firenze, La nuova Italia, 1997. Gliautori forniscono strumenti per il lavorodi comunicazione e di educazione degliinsegnanti impegnati in un percorso didatticodi accoglienza delle differenzelinguistiche e culturali, che sono semprepiù presenti nelle nostre scuole primarie.L’interazione tra le diverse culture edesperienze dei bambini è importantenella fase dell’accoglienza in classe e varafforzato con lo scambio tra le famiglieautoctone e immigrate.Passando poi all’esame dei testi centratisullo specifico dell’adozione internazionale,ancora Carlo Rubinacci, inL’inserimento scolastico del minore stranieroin stato di adozione, Roma, Anicia, <strong>2001</strong>,compie un’analisi dei comp<strong>it</strong>i fondamentalidella scuola per l’accoglienza deibambini stranieri adottati. Occorre poterrispondere a specifiche domande formative,ma anche saper rendersi disponibilia valorizzare la ricchezza delle divers<strong>it</strong>àculturali di cui l’alunno straniero è portatoree saper rispondere al suo bisognodi ident<strong>it</strong>à e di autorealizzazione. E questodiviene possibile con la collaborazionedelle altre realtà sociali e ist<strong>it</strong>uzionali,costruendo un progetto formativo chemetta al servizio del minore ogni risorsa.E come si può procedere, nella concretae quotidiana attiv<strong>it</strong>à didattica?Le risposte ce le fornisce il testo diLuisa Alloero et al., Siamo tutti figli adottivi.Otto un<strong>it</strong>à didattiche per parlare a scuoladi matern<strong>it</strong>à e patern<strong>it</strong>à, Torino, Rosenberge Sellier, 1991. Gli autori propongonootto esempi di come si può, inclasse, costruire un percorso didatticoper affrontare e sviluppare l’argomentodell’ident<strong>it</strong>à familiare. Il bambino adottato,infatti, presenta problemi di disorientamentoche possono venir superatisviluppando il tema del rapporto gen<strong>it</strong>ori-figlinei suoi aspetti non solo biologici,ma anche affettivi. L’insegnante può,per esempio, partire dalle favole delmondo animale che parlino di casi diadozione per poi condurre gli alunni ariflettere sui diversi modelli familiari chepossono formarsi anche senza un rapportoprocreativo. Gli autori affrontanoanche il caso delle adozioni multirazziali,e offrono strumenti di approfondimentosu molte tematiche sociali legateall’adozione.I protagonisti si raccontanoLa narrativaLa narrativa può essere utile ad approfondireil tema dell’adozione? Certo,quando è scr<strong>it</strong>ta dai protagonisti, o dachi ne raccoglie le testimonianze. Si trattadi testi che possono essere inser<strong>it</strong>i comemomenti di riflessione all’interno deicorsi di preparazione organizzati dai servizisocioassistenziali o dagli enti autorizzati.Per i gen<strong>it</strong>ori aspiranti adottivi,oltre la manualistica che abbiamo giàesaminato, i testi di narrativa possonoessere di più facile lettura e di maggiorcoinvolgimento emotivo.Alcuni partono da fatti di cronaca,come il noto libro di Natalia Ginzburg,Serena Cruz o la vera giustizia (Torino, Ei-<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>19


Percorso di letturanaudi, 1990); altri sono il racconto autobiograficodell’abbandono e della v<strong>it</strong>a all’internodi un ist<strong>it</strong>uto come I quasi adatti,il libro di Peter Høeg (Milano, A.Mondadori, 1996).A questo potremmo accompagnare lalettura di alcuni dei libri autobiograficidi Torey L. Hayden come Figli di nessuno(Milano, Il Corbaccio, 1997), o Una bambina(Milano, Il Corbaccio 1993), in cuil’autrice racconta attraverso la sua esperienzadi educatrice, l’incontro e la storiavera di ragazzi “difficili”, alla ricerca diuna nuova famiglia, e di un futuro serenoche non sempre è facile trovare.Per finire, due t<strong>it</strong>oli che, partendo dastorie di attual<strong>it</strong>à, ci aiutano ad intravederela realtà dell’abbandono dell’infanzianei Paesi stranieri devastati dallaguerra, o da una profonda crisi economica.Il libro di Giuseppe Magno Peramore di Alì, Casale Monferrato, Piemme,1998, che narra la storia vera di un’adozionelegata alle vicende della guerrain Afghanistan e il reportage di Padre RenatoChiera dal Brasile, Paese dove 6 milionidi bambini vivono nelle strade, sottola quotidiana legge della violenza,Meninos de rua, Casale Monferrato,Piemme, 1999.Possiamo passare quindi ai libri cheraccontano proprio le storie di adozione,nei quali l’identificazione del lettore conil narratore è utile perché permette d<strong>it</strong>occare temi spesso complessi, quasi senzaaccorgersene.Testimonianze di gen<strong>it</strong>ori adottiviCominciamo con i libri scr<strong>it</strong>ti da gen<strong>it</strong>oriadottivi, che raccontano la propriastoria, e che sono la maggioranza, nellanostra produzione letteraria.Rosangela Percoco in Nato da unaquilone bianco, Firenze, Salani, 1995,racconta la sua esperienza di madreadottiva di Emanuele, un bambino conmolti handicap, che trova nell’affetto enella sensibil<strong>it</strong>à di una famiglia il terrenoadatto a un miracoloso sviluppo.Di una storia di adozione internazionaleci narra Anna Genni Miliotti, nelsuo Una famiglia un po’ diversa, Verona,Pos<strong>it</strong>ive Press, 1999, in cui vengono descr<strong>it</strong>til’attesa, l’incontro e i primi annidi v<strong>it</strong>a insieme con i due figli russi. Conessi viene cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a questa nuova famiglia,un po’ diversa dalle altre, perché sifonda sull’integrazione di storie diverse,un<strong>it</strong>e dall’amore insieme al rispetto perle varie ident<strong>it</strong>à.E non mancano i padri adottivi,molto presenti in tutto il percorso dell’adozione,tanto da far parlare di unmodello di patern<strong>it</strong>à più consapevole epartecipe rispetto a quella biologica.È il caso di Marco Scarpati e PiergiorgioPaterlini, Adottare un figlio, Milano,Mondadori, 2000, che contiene lastoria dell’adozione di una bambinavietnam<strong>it</strong>a, insieme ad altre esperienzedi adozioni raccontate dai protagonisti.Come pure in Storie di padri adottivi, Milano,Ancora, 2000, nel quale sette padriadottivi raccontano le loro diverse vicendedi adozione di bambini <strong>it</strong>aliani,romeni, colombiani, russi e libanesi. Inesse emerge il vissuto di una speciale patern<strong>it</strong>à,un nuovo ruolo scoperto a fiancodella madre e sul quale viene fattauna breve analisi psicologica a chiusuradel libro.<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>20


Percorso di letturaTestimonianze di adottatiPiù difficile trovare libri in cui figliadottivi raccontano la propria storia.Ci viene in soccorso la produzioneestera con il libro di Sarah Saffian, Itaca,Il Corbaccio, Milano, 1999, in cui l’autriceci racconta la storia del suo ricongiungimentocon i propri gen<strong>it</strong>ori naturali.Un processo difficile, che avvienegradualmente, ma che scoprirà alla finenecessario e che avverrà nel rispetto delsenso di appartenenza alla famiglia adottivache l’ha accolta e cresciuta.Più spesso la storia degli adottati vieneraccolta e narrata da altri, anche contaglio psicologico, come ad esempio inEmilia De Rienzo et al., Storie di figli adottivi.L’adozione vista dai protagonisti, Torino,Utet, 1999, in cui vengono propostele interviste fatte ad alcuni giovani figliadottivi, insieme a riflessioni sui divers<strong>it</strong>emi scatur<strong>it</strong>i dai racconti stessi, in particolarele difficoltà relative all’inserimentofamiliare e sociale.Potremmo segnalare qui anche il testodi V<strong>it</strong>torio De Luca e Giorgio Straniero,Un figlio ad ogni costo. Le adozioni in Italiatra racconti ed esperienze, le leggi e il parere degliesperti, Torino, SEI, 1995. Si tratta di unlibro molto articolato, che compone unquadro su varie tematiche dell’adozione,ricorrendo anche ai pareri di operatori edesperti, ma che presenta nella prima parteanche numerose interviste a figli adottivie gen<strong>it</strong>ori.Testimonianze di gen<strong>it</strong>ori naturaliAnche il terzo protagonista dell’adozione,il gen<strong>it</strong>ore naturale, si racconta.Sono storie, che vengono dagli StatiUn<strong>it</strong>i, di madri biologiche che narranodel loro ricongiungimento con i figli datiin adozione, quando erano giovani ragazzemadri.È il caso del libro di Carol Schaefer,L’altra madre Milano, Tea, 1999, che narradella lunga lotta contro il dolore e lavergogna di una ragazza madre, costrettaa rinunciare al bambino appena nato edel suo r<strong>it</strong>rovamento dopo una ricercadifficile ma coronata da successo.E del libro di Margareth Moorman,L’altra faccia dell’adozione. In difesa dell’adozioneaperta, Roma, Astrolabio, 1997,in cui partendo dalla sua storia personaledi giovane madre costretta negli anniSessanta a dare in adozione il proprio figlio,l’autrice descrive le contraddizionidel sistema americano cui contrapponeil modello dell’adozione aperta.E ancora, un libro particolare che partendodal racconto autobiografico di unamadre r<strong>it</strong>rovata dal figlio lasciato in adozione,si allarga a raccogliere storie e testimonianzesull’intero mondo dell’adozioneamericana: Lynn Franklin, Perchél’amore continui. Viaggio nel mondo dell’adozione,Milano, Nuove pratiche, 1999.Sul tema della ricercadelle originiInfine, si è r<strong>it</strong>enuto utile inserire unaricerca bibliografica su un tema di grandediscussione e attual<strong>it</strong>à, come quellodella ricerca delle origini da parte degliadottati. Potrà risultare preziosa per glioperatori e per quanti vorranno approfondirel’argomento.<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>21


Percorso di letturaQuesto, infatti, sarà uno dei temi dimaggior interesse nei prossimi anni,quello con cui dovremo confrontarci.Ne abbiamo discusso di recente in Italianelle sue implicazioni giuridiche e lanuova legge sull’adozione ha portato innovazionilegislative che faranno di nuovodiscutere per la loro applicazione. Èstato, infatti, introdotto un principio totalmentenuovo: il riconoscimento, a talunecondizioni, del dir<strong>it</strong>to dell’adottatomaggiorenne di poter conoscere le proprieorigini.Ne discuteremo senz’altro anche dalpunto di vista psicologico e sociologico,poiché il tema apre a considerazioni sullaricerca di ident<strong>it</strong>à degli adottati e sullerelazioni e le dinamiche all’internodella famiglia adottiva. Ancora, dovremosoffermarci sull’analisi delle fer<strong>it</strong>epsicologiche dovute all’abbandono e sullerelazioni tra figli adottati e gen<strong>it</strong>orinaturali. Cominciamo perciò ad affrontarlonei suoi vari aspetti.Molti testi sono di autori stranieri,perché all’estero la letteratura su questotema è più diffusa, e pochi sono stati tradottida noi. Abbiamo scelto alcuni t<strong>it</strong>ol<strong>it</strong>ra quelli pubblicati in Italia, e li abbiamoaggiunti ai testi di autori <strong>it</strong>aliani,che hanno già iniziato ad affrontare questoargomento di attual<strong>it</strong>à.Inoltre abbiamo inser<strong>it</strong>o, estrapolandoliper facil<strong>it</strong>arne la consultazione, alcuniarticoli che si trovano all’interno d<strong>it</strong>esti già segnalati.La ricerca delle originiArtoni Schlesinger, C. Il mondo delle origini nei disegni dei bambini adottivi, in Brutti C., Brutti R. (a cura di)Segni disegni e sogno nella psicoanalisi dei bambini, Roma, Borla, 1996.Bal Filoramo, L. Il vuoto delle origini,inL’adozione difficile. Il bambino rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, Roma, Borla, 1993.Carini, R., Guidi, D. La famiglia di origine. Da cancellare o da condividere?, in Saviane, K.L. (a cura di) Adozionee affido a confronto. Una lettura clinica , Milano, Franco Angeli, 1995.Cenci, P. Sul dir<strong>it</strong>to dell’adottato di conoscere l’ident<strong>it</strong>à dei propri gen<strong>it</strong>ori naturali, in «Il dir<strong>it</strong>to di famiglia edelle persone», 1996, n. 4.De Rienzo, E. Storie di figli adottivi. L’adozione vista dai protagonisti, Torino, Utet, 1999.Franklin, C.L. Perché l’amore continui, Nuove pratiche, Milano, 2000.Guidi, D.,Valerio Sessa, D. La ver<strong>it</strong>à narrabile, in Grezzi, D. e Vadilonga, F. (a cura di) La tutela del minore,Milano, Raffaello Cortina, 1996.Guidi, D., Nigris, E. Il racconto della “ver<strong>it</strong>à narrabile” nella storia adottiva. Il linguaggio metaforico ed il ruolodell’operatore, in «Il bambino incompiuto», 1993, n. 3.Moro,A.C. Il bisogno di scoprire le proprie origini. Un nuovo dir<strong>it</strong>to?, in «Il bambino incompiuto», 1993, n. 3.Muraro, G. Il dir<strong>it</strong>to di ricercare le radici della propria v<strong>it</strong>a, in «La famiglia» 1999, n. 193.Santanera, F.,Tonizzo, F.,Alberti, E. Ti racconto l’adozione. Inserto per i gen<strong>it</strong>ori adottivi di bambini <strong>it</strong>aliani estranieri, in Netto, M. F. Ti racconto l’adozione, Torino, Utet, 1995.Tonizzo, F., Micucci, D. La ricerca delle origini, in Adozione perché e come, Torino, Utet, 1994.V<strong>it</strong>olo, M. Le radici, in Cavallo, M. Adozioni dietro le quinte, Milano, Franco Angeli, 1995.<strong>Rassegna</strong> bibliografica 3/<strong>2001</strong>22


Fin<strong>it</strong>o di stampare nel mese di aprile 2002presso la tipografia Biemmegraf – Piediripa di Macerata (MC)


Spedizione in A.P. comma 20/C, art. 2, legge 662/96 - FirenzeSupplemento al n. 3/<strong>2001</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!