12.07.2015 Views

I percorsi dell'affidamento in Toscana - Centro regionale di ...

I percorsi dell'affidamento in Toscana - Centro regionale di ...

I percorsi dell'affidamento in Toscana - Centro regionale di ...

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Regione <strong>Toscana</strong>I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento<strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>: dal sostegnodella genitorialità alla tutela<strong>di</strong> bamb<strong>in</strong>i e ragazziDocumenti, strumenti ed esperienzeI s t i t u t o d e g l i I n n o c e n t i


Regione <strong>Toscana</strong>I PERCORSI DELL’AFFIDAMENTO IN TOSCANA:DAL SOSTEGNO DELLA GENITORIALITÀALLA TUTELA DI BAMBINI E RAGAZZIDocumenti, strumenti ed esperienzeIstituto degli Innocenti


I PERCORSI DELL’AFFIDAMENTO IN TOSCANA:DAL SOSTEGNO DELLA GENITORIALITÀALLA TUTELA DI BAMBINI E RAGAZZIDocumenti, strumenti ed esperienzeContributiLiana Andre<strong>in</strong>i, Luigi Fa<strong>di</strong>ga, Crist<strong>in</strong>a Rossetti, Alessandro Salvi, Chiara SaracenoCollaborazioniEleonora Fanti, Francesca Foscar<strong>in</strong>i, Roberto Ricciotti, Crist<strong>in</strong>a RuizRegione <strong>Toscana</strong>Assessorato alle Politiche SocialiDirezione Settore Promozione della Innovazione Operativadel Sistema <strong>di</strong> Servizi e PrestazioniGiovanni LattaruloIstituto degli InnocentiDirezione Area Documentazione, Ricerca e FormazioneAldo FortunatiServizio Progettazione e SviluppoAlessandro SalviServizio Documentazione e BibliotecaAntonella SchenaServizio Monitoraggio, Ricerca e FormazioneSabr<strong>in</strong>a BreschiRealizzazione e<strong>di</strong>torialeCrist<strong>in</strong>a Caccavale, Barbara Giovann<strong>in</strong>i, Paola Senesi


SommarioPresentazioneDocumenti, strumenti ed esperienzeTendenze e trasformazioni dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare famigliaIl <strong>di</strong>ritto del bamb<strong>in</strong>o a vivere nella propria famigliaL’affidamento familiareServizi sociali e affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>oriIl percorso assistenziale dell’affidamentoLe attività dei Centri affi<strong>di</strong>Organizzazione delle attività <strong>di</strong> affidamentoLegislazione e atti <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzoLegge 28 marzo 2001, n. 149 Mo<strong>di</strong>fiche alla legge4 maggio 1983, n. 184, recante «Discipl<strong>in</strong>a dell’adozionee dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori», nonché al titolo VIIIdel libro primo del co<strong>di</strong>ce civileAllegato A - parte <strong>in</strong>tegrante della delibera <strong>di</strong> GR n. 139del 27 febbraio 2006, In<strong>di</strong>rizzi <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> affidamento<strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori a famiglia e a servizi residenziali socio-educativi,ai sensi dell’art. 53, comma 2, lett. e) legge <strong>regionale</strong> 24febbraio 2005, n. 41Dati statisticiRicerca bibliografica5924295460707379103111119


PresentazioneGianni SalvadoriAssessore alle Politiche sociali della Regione <strong>Toscana</strong>Negli ultimi anni la Regione <strong>Toscana</strong> ha sviluppato un’<strong>in</strong>tensaattività a sostegno delle politiche <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento nel settore dell’affidamento<strong>di</strong> bamb<strong>in</strong>i e ragazzi, che hanno trovato un aggiornatostrumento <strong>di</strong> orientamento e s<strong>in</strong>tesi nei recenti In<strong>di</strong>rizzi <strong>in</strong> materia<strong>di</strong> affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori a famiglia e a servizi residenziali socioeducativiapprovati dalla Giunta <strong>regionale</strong> con la deliberazione n.139 del 27 febbraio 2006.Il crescente impegno della Regione nella regolazione del sistemadegli <strong>in</strong>terventi si è <strong>in</strong>oltre positivamente accompagnato all’azione<strong>di</strong> supporto tecnico e organizzativo svolta dal <strong>Centro</strong> <strong>regionale</strong> <strong>di</strong>documentazione per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza, istituito dalla LR31/2000 e affidato alla gestione dell’Istituto degli Innocenti <strong>di</strong>Firenze.Nella def<strong>in</strong>izione e attuazione dei propri quadri programmatici il<strong>Centro</strong> <strong>regionale</strong> ha <strong>in</strong>fatti operato corrispondendo agli impegniprevisti nel Piano d’azione <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori (deliberazione CR238/2003 cap. 8), assumendo quali elementi <strong>di</strong> orientamento e <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzodella propria attività le strategie e le <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni operativedef<strong>in</strong>ite nel medesimo piano. In particolare, il problema dell’affidamento<strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori è stato considerato sotto vari aspetti e le azionimesse <strong>in</strong> atto hanno riguardato:• l’implementazione del sistema <strong>in</strong>formativo specificamenteorientato e la realizzazione <strong>di</strong> una ricerca censuaria (<strong>in</strong> corso <strong>di</strong>completamento, al momento <strong>in</strong> cui questo volume è <strong>in</strong> stampa)sui m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> affidamento a famiglie e a servizi socioeducativi;• la realizzazione <strong>di</strong> un percorso formativo per gli operatori deiservizi territoriali;• l’elaborazione <strong>di</strong> strumenti <strong>in</strong>formativi a supporto degli operatori,tra i quali il perio<strong>di</strong>co Rassegna bibliografica, <strong>di</strong>verse bibliografietematiche sull’argomento e altri materiali <strong>di</strong> documentazioneutili per l’aggiornamento degli operatori <strong>in</strong>teressati.Confermando tale prospettiva <strong>di</strong> accompagnamento all’evoluzionedel sistema degli <strong>in</strong>terventi, questa nuova pubblicazione proponedocumenti, strumenti ed esperienze presentati <strong>in</strong> una veste


6I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>coord<strong>in</strong>ata: dalle relazioni degli esperti co<strong>in</strong>volti nell’attività formativaalla rassegna delle leggi e degli atti <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo dellaRegione, da un’aggiornata ricerca bibliografica ai dati statisticiderivanti dalle rilevazioni regionali. Inoltre, avendo presente l’esperienzaprofessionale dei partecipanti all’attività formativa, si èespressamente orientata la riflessione su alcune fasi critiche dell’<strong>in</strong>tervento<strong>di</strong> affidamento, nell’ambito dei pr<strong>in</strong>cipi affermati dallalegge 149/2001 e delle <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni del Piano d’azione <strong>di</strong>ritti deim<strong>in</strong>ori (deliberazione CR 238/2003).Riprendendo il filo conduttore del percorso formativo, vienequ<strong>in</strong><strong>di</strong> riba<strong>di</strong>ta, anche <strong>in</strong> questa pubblicazione, la centratura dellepolitiche regionali <strong>in</strong>torno alla tematica del sostegno al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>ogni bamb<strong>in</strong>o a crescere nella propria famiglia attraverso la ricercadei seguenti obiettivi:• collocare chiaramente l’affidamento dei m<strong>in</strong>ori nel contestodelle politiche per le famiglie e delle azioni <strong>di</strong> sostegno allagenitorialità per quei nuclei familiari che, vivendo situazioni <strong>di</strong><strong>di</strong>fficoltà, richiedono <strong>in</strong>terventi coord<strong>in</strong>ati e specificatamenteorientati;• valorizzare tutte le risorse e gli <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>tegrativi e parzialmentesostitutivi <strong>di</strong> cure familiari che possono alleviare e arg<strong>in</strong>arecarenze temporanee che non siano <strong>di</strong> forte pregiu<strong>di</strong>zio per ilm<strong>in</strong>ore senza giungere al suo allontanamento che è comunqueun fatto traumatico e non può essere un <strong>in</strong>tervento <strong>di</strong> primaistanza a eccezione dei casi accertati <strong>di</strong> violenza e abuso;• considerare l’adesione della famiglia al progetto <strong>di</strong> affidamentouna con<strong>di</strong>zione da ricercare per rendere il percorso più accettatodai soggetti <strong>in</strong>teressati, primo fra tutti il m<strong>in</strong>ore, e perimpegnare verso un risultato positivo da conseguire <strong>in</strong>sieme;• dare, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, centralità nel progetto <strong>di</strong> affidamento alle azionif<strong>in</strong>alizzate a restituire al m<strong>in</strong>ore, <strong>in</strong> un tempo def<strong>in</strong>ito, unacon<strong>di</strong>zione familiare <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> corrispondere alle sue esigenze<strong>di</strong> crescita fisica, psichica e relazionale.


Documenti, strumenti ed esperienze


Tendenze e trasformazioni dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> farefamiglia*1. PremessaI rapporti familiari, che cosa sia o debba essere una famiglia, la <strong>di</strong>fficoltào resistenza a fare famiglia, sono stati più volte al centro del<strong>di</strong>battito culturale e politico dell’anno appena term<strong>in</strong>ato. La sovramortalitàdegli anziani (specie <strong>di</strong> quelli più soli e più poveri) nell’afosaestate del 2003 ha fatto riflettere su come stia cambiando la formadella solidarietà tra le generazioni <strong>in</strong> una società che <strong>in</strong>vecchia. La,fallita, proposta <strong>di</strong> ridurre i tempi <strong>di</strong> attesa tra separazione e possibilità<strong>di</strong> richiedere il <strong>di</strong>vorzio ha comunque re<strong>in</strong>trodotto nella agendapolitica la questione della necessità <strong>di</strong> rivedere le forme <strong>di</strong> regolazionedell’<strong>in</strong>stabilità coniugale, <strong>in</strong>clusi i rapporti tra genitori e figli dopo* Il contributo riprende i contenuti della relazione tenuta da Chiara Saraceno all’<strong>in</strong>controsem<strong>in</strong>ariale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sull’approfon<strong>di</strong>mento familiare promosso dalla Regione <strong>Toscana</strong>il 23 settembre 2004.


10I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>la <strong>di</strong>visione dei primi. In modo ancora più ra<strong>di</strong>cale, la legge sullafecondazione assistita e la <strong>di</strong>scussione che ne ha accompagnato l’approvazione,ha messo a confronto def<strong>in</strong>izioni <strong>di</strong>verse della genitorialità,ma anche della filiazione legittima (oltre che delle donne comesoggetti pienamente autonomi). Ancora, la preoccupazione per laridotta fecon<strong>di</strong>tà ha portato a decisioni più o meno efficaci (bonusper il secondo figlio, limitato ai cittad<strong>in</strong>i autoctoni), che segnalanocome le “questioni <strong>di</strong> famiglia” si <strong>in</strong>trecc<strong>in</strong>o <strong>in</strong> modo complesso nonsolo con i modelli <strong>di</strong> normalità e legittimità comportamentale, maanche con questioni <strong>di</strong> riproduzione sociale più ampie, co<strong>in</strong>volgendoil modo <strong>in</strong> cui si guarda alla immigrazione, alla <strong>di</strong>versità culturale edetnica e così via. In s<strong>in</strong>tesi, la riflessione, il <strong>di</strong>battito culturale e politico,la stessa produzione normativa (o il rifiuto <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarla, comenel caso del mancato riconoscimento giuri<strong>di</strong>co delle mutue obbligazioniassunte dalle coppie eterosessuali <strong>di</strong> fatto e dalle coppie omosessuali),hanno avuto al centro la questione <strong>di</strong> che cosa sia la famigliae <strong>di</strong> chi abbia il potere e il <strong>di</strong>ritto a def<strong>in</strong>irla. A livello degli esit<strong>in</strong>ormativi non c’è dubbio che <strong>in</strong> Italia, a <strong>di</strong>fferenza che nella maggioranzase non totalità degli altri Paesi, questo <strong>di</strong>battito si sia provvisoriamenteconcluso con una forte opzione per una def<strong>in</strong>izione “stretta”<strong>di</strong> famiglia: fondata sulla eterosessualità e sul matrimonio, tendenzialmenteobbligata alla stabilità e alla solidarietà tra le generazioni(<strong>in</strong> mancanza <strong>di</strong> politiche efficaci), possibilmente autoctona. Sitratta <strong>di</strong> un esito normativo che tuttavia corrisponde sempre menosia al contesto demografico dei rapporti tra le generazioni, sia aicomportamenti delle famiglie e degli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui – con effetti talvoltapers<strong>in</strong>o paradossali, come vedremo nei paragrafi che seguono.2. Non <strong>in</strong>vecchia solo la popolazione, ma anche le retifamiliariNel complesso dei Paesi EU-15 le persone sotto i 15 anni sonoancora <strong>in</strong> lieve vantaggio numerico rispetto a quelle sopra i 65 anni,rappresentando il 17% della popolazione a fronte del 16% delleseconde. In Italia il “sorpasso” dei più vecchi rispetto ai più giovaniè già avvenuto, rendendo evidente uno sbilancio non solo tra legenerazioni, ma tra bisogni <strong>di</strong> cura e possibili fornitori (fornitrici) <strong>di</strong>cura entro la rete parentale che è oggetto <strong>di</strong> riflessione e preoccu-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE11pazione <strong>in</strong> tutti i Paesi europei. A livello europeo, <strong>in</strong>fatti, si calcolache l’aumento maggiore nella popolazione anziana riguarderà gliultra-ottantenni, il cui numero aumenterà <strong>di</strong> circa il 50% nei prossimi15 anni, a fronte <strong>di</strong> un aumento <strong>di</strong> solo il 27% della popolazione<strong>in</strong> età da lavoro (15-65 anni) (EUROSTAT, 2003a, 2003b).Anche se contestualmente miglioreranno le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute,ovvero il numero <strong>di</strong> anni <strong>in</strong> cui, pur vecchi, si godrà <strong>di</strong> salute buonae comunque si sarà autosufficienti, l’aumento del numero dei gran<strong>di</strong>anziani comporterà statisticamente un aumento delle personefisicamente fragili e non totalmente autosufficienti. Questoaumento apparirà – <strong>di</strong> fatto è già oggi – tanto più <strong>in</strong>cisivo <strong>in</strong> quantosi accompagna a una <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione della ampiezza delle coortisuccessive. Se, <strong>in</strong>fatti, al momento attuale una generazione <strong>di</strong> giovanianziani (i 55-70enni) numerosa, me<strong>di</strong>amente <strong>in</strong> buona salute espesso ritirata dal lavoro (o, nel caso delle donne, mai entrata nelmercato del lavoro) è <strong>di</strong> fatto quella che, nell’ambito delle retifamiliari, si fa carico delle necessità <strong>di</strong> cura dei gran<strong>di</strong> anziani, oltreche, <strong>in</strong> misura crescente, dei pochi piccoli, a fronte dell’aumento neitassi <strong>di</strong> occupazione delle madri (Sabbad<strong>in</strong>i, 2002), questa stessagenerazione non troverà una altrettanto “ovvia” risorsa <strong>di</strong> curaquando a sua volta entrerà nella vecchiaia più avanzata: perchéavrà meno figlie e figli (nuore) su cui contare e questi saranno piùa lungo nel mercato del lavoro. In misura crescente, poi, i legami trale generazioni saranno stati spiazzati dalle conseguenze dell’<strong>in</strong>stabilitàconiugale. Diverse ricerche europee ad esempio segnalanocome gli uom<strong>in</strong>i separati o <strong>di</strong>vorziati <strong>in</strong> vecchiaia hanno meno rapporticon i figli <strong>di</strong> coloro che viceversa sono rimasti sposati.Quest’ultimo rischio sembra ancora contenuto <strong>in</strong> Italia, rispettoalla me<strong>di</strong>a europea, stanti i più bassi tassi <strong>di</strong> <strong>in</strong>stabilità coniugale nelnostro Paese. Tuttavia si tratta <strong>di</strong> un fenomeno <strong>in</strong> aumento, le cuiconseguenze sui legami tra le generazioni nel corso della vita nonvanno sottovalutate nel programmare le politiche – specie <strong>in</strong> unPaese, come l’Italia, <strong>in</strong> cui viceversa ancora tanto affidamento si fasulla solidarietà familiare per far fronte ai bisogni degli anziani fragili.Altri Paesi, con altre tra<strong>di</strong>zioni sia <strong>di</strong> politiche sociali che <strong>di</strong> famiglia,hanno <strong>in</strong>iziato forse prima ad affrontare questi problemi chepossono essere s<strong>in</strong>tetizzati nell’immag<strong>in</strong>e <strong>di</strong> un possibile “deficit <strong>di</strong>cura”, ridef<strong>in</strong>endo gli equilibri tra responsabilità private-familiari eresponsabilità pubbliche. L’<strong>in</strong>nalzamento delle speranze <strong>di</strong> vita,


12Il percorso dell’adozione<strong>in</strong>fatti, comporta una crescente possibilità <strong>di</strong> passare <strong>di</strong>versi anni, davecchi, <strong>in</strong> coppia con un coniuge anziano o da soli, più spesso da sole,come vedove. L’aumento delle famiglie unipersonali che caratterizzatutti i Paesi europei è <strong>in</strong> effetti dovuto <strong>in</strong> larga misura, ancorché nonesclusivamente, a questo fenomeno. Ed è dest<strong>in</strong>ato a crescere ulteriormente(EUROSTAT, 2003). In assenza <strong>di</strong> politiche pubbliche adeguate,<strong>in</strong> Italia le famiglie, le parentele, si stanno attrezzando <strong>in</strong> modoprivato. Da un lato viene <strong>in</strong>tensificato il lavoro familiare, <strong>in</strong> particolareda parte delle donne anziane e nelle età centrali, che le ricerchemostrano essere le pr<strong>in</strong>cipali fornitrici <strong>di</strong> cura nei confronti deglianziani fragili (Buratta e Crialesi, 2002). Dall’altro lato si ricorre almercato privato del lavoro <strong>di</strong> cura, <strong>in</strong> cui è particolarmente abbondantel’offerta <strong>di</strong> lavoro da parte <strong>di</strong> donne migranti. Non a caso proprioquesta figura <strong>di</strong> lavoratrici della cura (le cosiddette “badanti”)sono state al centro dell’ultima regolarizzazione della presenza <strong>di</strong>immigrati <strong>in</strong> Italia, approvata proprio nel 2003. La presenza <strong>di</strong> questefigure, per altro, ri<strong>di</strong>segna <strong>in</strong> modo complesso non solo l’esperienzadegli anziani fragili stessi, ma la rete <strong>di</strong> relazioni entro la famigliae la parentela, i compiti e le obbligazioni reciproche (Gori, 2003).3. La formazione <strong>di</strong> nuove famiglie: gli effetti imprevistidella famiglia forte e <strong>di</strong> quella “leggera”Non solo <strong>in</strong> Europa, ma <strong>in</strong> tutti i Paesi occidentali negli ultimi <strong>di</strong>eciqu<strong>in</strong><strong>di</strong>cianni si è assistito a un progressivo <strong>di</strong>lazionamento dell’età alprimo matrimonio. Questo fenomeno nella maggior parte dei Paesisi è accompagnato a profonde mo<strong>di</strong>fiche dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> entrata nellavita adulta da parte delle giovani generazioni e dei processi <strong>di</strong> formazionedella famiglia. In particolare, l’uscita dalla famiglia dei genitoriè sempre meno legata <strong>in</strong> prima battuta al matrimonio e neppurealla messa <strong>in</strong> coppia. Si può uscire da casa per andare a vivere conamici, per vivere da soli, oltre che per vivere con un compagno/asenza sposarsi. In altri term<strong>in</strong>i nella maggior parte dei Paesi sviluppatisi è aperta una fase della vita giovane-adulta <strong>in</strong> cui non si vive piùcome figli con i genitori (anche se da questi si può essere ancorasostenuti economicamente, ad esempio mentre si frequenta l’università),ma si fanno “prove <strong>di</strong> vita autonoma” – da soli o <strong>in</strong> coppia. Ciòche <strong>di</strong>st<strong>in</strong>gue la situazione italiana e <strong>di</strong> tutti i Paesi me<strong>di</strong>terranei,


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE13qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, non è tanto il ritardo nell’entrata nel matrimonio, quanto ilfatto che il matrimonio cont<strong>in</strong>ui a essere il motivo pr<strong>in</strong>cipale <strong>di</strong> uscitadalla famiglia dei genitori, oltre che l’ambito <strong>in</strong> cui si prendonodecisioni <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà. Perciò i giovani italiani, <strong>in</strong> particolare i maschi,arrivano al matrimonio <strong>in</strong> età relativamente matura, ma senza aversperimentato perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita autonoma, da soli o <strong>in</strong> coppia.Negli altri Paesi, viceversa, sia il vivere da soli, sia lo stare <strong>in</strong> coppiasenza essere sposati, sia, <strong>in</strong> m<strong>in</strong>ore ma crescente misura, avere figlisenza essere sposati ma <strong>in</strong> una relazione <strong>di</strong> convivenza <strong>di</strong> coppia,sono <strong>di</strong>venute fasi normali della vita e <strong>di</strong> formazione della famiglia.In particolare, mentre <strong>in</strong> Italia (come <strong>in</strong> Spagna, Portogallo e Grecia)meno del 20% delle donne sotto i 30 anni ha, come prima forma <strong>di</strong>vita <strong>di</strong> coppia, una esperienza <strong>di</strong> coabitazione senza matrimonio, ciòvale per la grande maggioranza delle loro coetanee svedesi, f<strong>in</strong>landesie danesi e per circa la metà delle francesi, austriache, olandesi etedesche (Nazio, 2003). Alcuni <strong>in</strong><strong>di</strong>zi segnalano per altro anche <strong>in</strong>Italia una tendenza a una maggiore propensione verso la convivenza,almeno per quanto concerne la <strong>di</strong>ffusione della convivenza comeprolusione al matrimonio – una sorta <strong>di</strong> nuova forma <strong>di</strong> fidanzamentopiuttosto che <strong>di</strong> matrimonio <strong>di</strong> prova. Negli ultimi anni sono <strong>in</strong>fattisignificativamente aumentati i matrimoni preceduti da un periodo<strong>di</strong> convivenza e questo periodo si è allungato, segnalando come stiaemergendo anche <strong>in</strong> Italia una nuova modalità <strong>di</strong> entrata nella vitaadulta e <strong>in</strong> particolare <strong>di</strong> messa <strong>in</strong> coppia. La quota <strong>di</strong> matrimoni precedutida convivenza, <strong>in</strong>fatti, è passata dal 2% delle coorti che sisono sposate negli anni Settanta al 7,7% <strong>di</strong> quelle che si sono sposatenegli anni Ottanta al 13,7% <strong>di</strong> quelle che si sono sposate neglianni Novanta. E tra la piccola m<strong>in</strong>oranza <strong>di</strong> donne uscite dalla casadei genitori prima dei 25 anni la motivazione “convivenza <strong>di</strong> coppiasenza matrimonio” è passata dall’1,4% delle nate nel 1945-1949all’8,9% nelle nate nel 1970-1973, con una corrispondente <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzionedella motivazione “matrimonio” dall’89,2% al 71,5% (Ros<strong>in</strong>a,2002). In occasione del censimento del 2001 le coppie eterosessualiconviventi senza essere sposate sono risultate essere più che raddoppiatesia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti che relativi rispetto a 10 anni prima:erano rispettivamente 216.005 unità e l’1,6% del totale delle coppienel 1991, 510.251 e il 3,6% <strong>di</strong> tutte le coppie nel 2001. Le convivenzehanno un’<strong>in</strong>cidenza particolare nel Nord (5,1% nel Nord-ovest,4,9% nel Nord-est), mentre hanno i valori più bassi nel Mezzogiorno


14I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>(1,6% nel Sud, 2,1% nelle Isole). Inoltre, sono più <strong>di</strong>ffuse tra le personead alta istruzione e tra le coppie <strong>in</strong> cui entrambi i partner lavorano.Ciò segnalerebbe che anche <strong>in</strong> Italia le convivenze – prematrimonialio <strong>in</strong>vece del matrimonio – costituiscono una sorta <strong>di</strong> strumento<strong>di</strong> negoziazione dei ruoli <strong>di</strong> genere <strong>in</strong> un contesto <strong>in</strong> cui leaspettative delle donne sono mutate. In effetti le poche ricerche esistentisulle convivenze more uxorio segnalano che si tratta <strong>di</strong> coppietendenzialmente non solo più giovani, ma più paritarie <strong>di</strong> quellesposate per quanto riguarda la partecipazione delle donne al mercatodel lavoro, la partecipazione degli uom<strong>in</strong>i al lavoro familiare e lagestione del denaro (Pocar e Ronfani, 1992; Ros<strong>in</strong>a, 2002). Sono ancheper lo più senza figli.Alcuni stu<strong>di</strong>osi (ad esempio Barbagli, Castiglioni, Dalla Zuanna,2003) suggeriscono che la maggiore accettazione delle convivenzegiovanili nel nostro Paese, e la sua <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong>fferenziale per classesociale e collocazione territoriale, sia <strong>in</strong> larga parte dovuta allagenerazione dei genitori con istruzione me<strong>di</strong>o-alta oggi c<strong>in</strong>quantenni,che quando era giovane ha partecipato <strong>di</strong>rettamente o <strong>in</strong><strong>di</strong>rettamentealle trasformazioni culturali e comportamentali dellaf<strong>in</strong>e degli anni Sessanta e che oggi appunto accetta comportament<strong>in</strong>on tra<strong>di</strong>zionali da parte dei figli.L’Italia comunque rimane tra i pochissimi Paesi europei e occidentali<strong>in</strong> cui le convivenze <strong>di</strong> fatto, giovanili ma anche quelle tra adulti,le solidarietà e le obbligazioni che si costruiscono al loro <strong>in</strong>terno,non ricevono alcun riconoscimento. Per la legge italiana, i conviventi,anche se hanno una lunga storia comune, sono consideraticome estranei. Anche se progressivamente questa estraneità giuri<strong>di</strong>caviene parzialmente smentita dal legislatore stesso, sia pure <strong>in</strong>modo tangenziale. Da tempo i rapporti affettivi e <strong>di</strong> solidarietàsono riconosciuti <strong>in</strong> alcune norme del <strong>di</strong>ritto penale e assicurativo.Più recentemente, la riforma della legge sull’adozione del 2001 haaperto parzialmente la possibilità <strong>di</strong> adottare alle coppie conviventi,purché al momento della adozione (ma non <strong>in</strong> quello della<strong>di</strong>chiarazione della loro idoneità a farlo) siano convolate a nozze. Ela legge sulla fecondazione assistita approvata nel 2003, che puredef<strong>in</strong>isce <strong>in</strong> modo rigi<strong>di</strong>ssimo che cosa sia una famiglia e una filiazionelegittima e “naturale”, imponendo che la fecondazione assistitaavvenga solo entro la coppia, ha aperto anche ai “conviventida tempo” la possibilità <strong>di</strong> accedere alle tecniche <strong>di</strong> fecondazione


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE15assistita consentite, <strong>di</strong> fatto riconoscendoli come coppia; anche senon è chiaro su quali elementi si baserà tale riconoscimento.La <strong>di</strong>ffusione delle coabitazioni senza matrimonio si accompagnanegli altri Paesi all’aumento delle nascite naturali, cioè appuntofuori dal matrimonio. Tutti i Paesi EU-15 hanno conosciuto un forteaumento delle nascite naturali dagli anni Settanta <strong>in</strong> poi; ma i bamb<strong>in</strong><strong>in</strong>ati fuori dal matrimonio oggi, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> un tempo, vivonopiù spesso con entrambi i genitori che non con la sola madre (ei bamb<strong>in</strong>i che vivono con la sola madre sono più spesso figli <strong>di</strong> coppieconiugate che si sono separate o <strong>di</strong>vorziate, o <strong>di</strong> coppie nonsposate conviventi che si sono <strong>di</strong>ssolte). In questa tendenza generale,tuttavia, le <strong>di</strong>fferenze <strong>in</strong>tra-europee sono molto gran<strong>di</strong> (EURO-STAT, 2003). A un estremo c’è la Grecia, con il 4,1% <strong>di</strong> nascite naturali,seguita dall’Italia con il 9,6% e dalla Spagna con il 17%; all’altroestremo ci sono la Francia con il 42%, la Danimarca con il 44%e soprattutto la Svezia con il 55% <strong>di</strong> nascite naturali. In mezzo cisono Portogallo, Germania, Austria, Irlanda e Paesi Bassi con tassidal 24 al 33%. In altri term<strong>in</strong>i, nei Paesi <strong>in</strong> cui le convivenze, giovanilio anche adulte, sono più <strong>di</strong>ffuse ciò non comporta necessariamenteanche un posponimento delle nascite. Si tratta anche deiPaesi attualmente a più elevata fecon<strong>di</strong>tà <strong>in</strong> Europa – 1,6-1,7 figliper donna – ancorché al <strong>di</strong> sotto dei livelli <strong>di</strong> sostituzione, a più altotasso <strong>di</strong> <strong>in</strong>stabilità coniugale e, nel caso soprattutto dei Paesi scand<strong>in</strong>avi,anche dei Paesi con più alti, e più consolidati, tassi <strong>di</strong> occupazionefemm<strong>in</strong>ile, sostenuti sia da una rete <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> cura capillarisia da un forte orientamento alle pari opportunità e al riequilibriodelle responsabilità familiari tra uom<strong>in</strong>i e donne.L’osservatorio europeo sollecita qu<strong>in</strong><strong>di</strong> alcune riflessioni circa l’ovvietàdei nessi che siamo abituati a stabilire tra soli<strong>di</strong>tà dei legami <strong>di</strong>coppia e familiari tra<strong>di</strong>zionali e <strong>di</strong>sponibilità a formare nuove famiglie.Una ovvietà che motiva, tra l’altro, le resistenze a ogni forma <strong>di</strong>riconoscimento delle famiglie <strong>di</strong> fatto. Negli ultimi <strong>di</strong>eci anni almeno,questo nesso sembra essersi allentato, se non ha cambiato segno:sono i Paesi <strong>in</strong> cui il matrimonio costituisce la forma <strong>di</strong> gran lungaprevalente <strong>di</strong> coabitazione <strong>di</strong> coppia, i matrimoni sono più stabili,la <strong>di</strong>visione del lavoro <strong>in</strong> base al genere più persistente, i rapporti(e le obbligazioni) tra generazioni più prolungate e date per scontate,quelli <strong>in</strong> cui i giovani non solo escono più tar<strong>di</strong> dalla famiglia,ma hanno meno figli. Al punto che un acuto osservatore come Giam-


16I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>piero Dalla Zuanna (2001) ha parlato, a proposito del caso italiano,dei «pochi figli della famiglia forte». Viceversa modelli e comportamenti<strong>di</strong> genere più egualitari, una def<strong>in</strong>izione meno univoca e rigidadei rapporti <strong>di</strong> coppia dotati <strong>di</strong> riconoscimento sociale sia a livellovaloriale che <strong>di</strong> norme sociali e nelle politiche, se comportanomaggiori rischi <strong>di</strong> <strong>in</strong>stabilità per le coppie, comportano anche maggiori<strong>in</strong>centivi per i giovani a non <strong>di</strong>lazionare forme <strong>di</strong> vita adulta, auscire dall’esclusivo status <strong>di</strong> figli non solo per andare a vivere perconto proprio, ma per entrare <strong>in</strong> convivenze <strong>di</strong> coppia e anche assumereresponsabilità verso uno o più figli. Come se una idea <strong>di</strong> famiglia“più leggera” (che non significa più irresponsabile), perché menosegnata da forti <strong>di</strong>pendenze e <strong>in</strong>ter<strong>di</strong>pendenze, fosse meno scoraggiante,o più attraente, <strong>in</strong> un’epoca segnata da molteplici <strong>in</strong>certezzecirca la durata <strong>di</strong> tutti i rapporti rilevanti: quelli <strong>di</strong> coppia, maanche <strong>di</strong> lavoro e <strong>in</strong> parte <strong>di</strong> collocazione territoriale.4. L’<strong>in</strong>stabilità coniugale: un fenomeno <strong>in</strong> crescitae <strong>in</strong> trasformazioneÈ noto che i tassi <strong>di</strong> <strong>in</strong>stabilità coniugale <strong>in</strong> Italia sono relativamentecontenuti, rispetto alla me<strong>di</strong>a dei Paesi sviluppati e anche limitatamentea quelli dell’Unione europea, riguardando meno <strong>di</strong> un quarto<strong>di</strong> tutti i matrimoni a fronte del 40-50% <strong>di</strong> Paesi come Germania,Francia, Paesi Bassi, Austria e Paesi scand<strong>in</strong>avi. Tuttavia si tratta <strong>di</strong> unfenomeno <strong>in</strong> costante aumento. A fronte <strong>di</strong> 7,7% separazioni ogni100 matrimoni nel 1980 ce ne sono state 19,5 nel 1998 e 22,4 nel 2000(ISTAT, 2002). La metà circa (una proporzione costante) <strong>di</strong> queste separazionisi trasforma <strong>in</strong> <strong>di</strong>vorzi. L’altra metà rimane nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>separazione. La “pausa <strong>di</strong> riflessione” imposta per legge e riba<strong>di</strong>taproprio nel 2003 sembra da questo punto <strong>di</strong> vista una pena <strong>in</strong>utileimposta a chi vuole porre f<strong>in</strong>e al matrimonio: chi vuole <strong>di</strong>vorziare lofa comunque e spesso, nella attesa, forma una nuova coppia “<strong>di</strong>fatto”. Chi non vuole <strong>di</strong>vorziare, non torna comunque assieme.L’<strong>in</strong>stabilità coniugale presenta un’<strong>in</strong>cidenza più elevata nelle regionidel <strong>Centro</strong>-nord. Ma l’<strong>in</strong>tensità dell’aumento è oggi maggiorenel Mezzogiorno. Inf<strong>in</strong>e, sono <strong>in</strong> via <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione le caratteristichestesse delle coppie separate: non più, almeno nel <strong>Centro</strong>-nord,prevalentemente coppie istruite <strong>di</strong> ceto me<strong>di</strong>o-alto, ove nella mag-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE17gior parte dei casi la moglie aveva un lavoro relativamente ben remunerato,ma coppie <strong>di</strong> ceto me<strong>di</strong>o-basso, <strong>in</strong> cui i coniugi hanno titolo<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>-me<strong>di</strong>o bassi e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> più <strong>di</strong>fficilmente hanno accessoa un red<strong>di</strong>to adeguato a fronteggiare i costi della riorganizzazionederivanti dalla separazione (cfr. anche Barbagli e Saraceno, 1998).Da questo punto <strong>di</strong> vista l’Italia sta <strong>di</strong>venendo più simile agli altriPaesi europei, <strong>in</strong> cui il fenomeno della <strong>in</strong>stabilità coniugale è maggiormente<strong>di</strong>ffuso da più tempo e da fenomeno <strong>di</strong> élite è <strong>di</strong>venutofenomeno che riguarda tutta la popolazione e perciò ne rispecchiale caratteristiche sociodemografiche. È ipotizzabile che ne riprodurràanche i rischi, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> vulnerabilità economica delle famigliemonogenitore, specie se l’unico genitore presente è la madre(Lewis, 1997; Millar, Rowl<strong>in</strong>gson, 2003).L’aumento dell’<strong>in</strong>stabilità coniugale ha fatto aumentare il numerodelle famiglie con un solo genitore (passati da 1.840.124 nel 1991a 2.100.999 nel 2001), <strong>in</strong> particolare quelle <strong>in</strong> cui il genitore presentenon è sposato. Tra queste ultime, <strong>in</strong> oltre il 90% dei casi l’unicogenitore presente è la madre, stante la pratica prevalente <strong>di</strong> affidodei figli dopo la separazione. Proprio questa pratica è oggi oggetto<strong>di</strong> <strong>di</strong>battiti e anche critiche crescenti e proprio nel 2003 sonostate presentate alcune proposte <strong>di</strong> legge <strong>in</strong>tese a favorire, se nonimporre, l’affido con<strong>di</strong>viso. Tra i motivi addotti per questa richiestanon sta tanto la constatazione del maggior rischio <strong>di</strong> impoverimento<strong>in</strong> cui <strong>in</strong>corrono le famiglie monogenitore con la sola madre,stanti gli effetti negativi (sulla capacità red<strong>di</strong>tuale delle donne)della <strong>di</strong>visione del lavoro nel matrimonio e la non sempre adeguatadef<strong>in</strong>izione del contributo economico dovuto dal genitore nonaffidatario (per lo più il padre). Sta piuttosto la consapevolezzadella necessità <strong>di</strong> contrastare l’<strong>in</strong>debolimento dei rapporti padrifiglidopo la separazione e <strong>di</strong> superare l’implicita gerarchia tra genitorepiù o meno adatto implicita nelle pratiche <strong>di</strong> affidamento.L’aumento dell’<strong>in</strong>stabilità coniugale favorisce la costituzione <strong>di</strong>famiglie cosiddette ricostituite, <strong>in</strong> cui cioè uno o entrambi i partnerprovengono da un matrimonio precedente. Non sono più solo oprevalentemente i vedovi o le vedove a formare una nuova coppia,ma i/le separate e i/le <strong>di</strong>vorziate. Al censimento del 2001 le famigliericostituite sono risultate essere il 5,1% <strong>di</strong> tutte le famiglie <strong>di</strong> coppia.Si tratta <strong>di</strong> famiglie, ma anche <strong>di</strong> parentele, particolarmentecomplesse quando sono presenti figli del matrimonio precedente.


18I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>5. Un contratto <strong>di</strong> genere <strong>in</strong> tensioneIn tutti i Paesi occidentali le maggiori mo<strong>di</strong>fiche nell’offerta <strong>di</strong>lavoro riguardano l’aumento dell’offerta e della partecipazionedelle donne, <strong>in</strong> particolare <strong>di</strong> quelle coniugate con figli. Ciò segnalamo<strong>di</strong>fiche sia nei modelli <strong>di</strong> genere che nell’organizzazione dellafamiglia. Tuttavia, salvo che <strong>in</strong> quelli scand<strong>in</strong>avi, <strong>in</strong> tutti i Paesi occidentalile donne con figli, specie se m<strong>in</strong>ori, hanno tassi <strong>di</strong> attivitàpiù bassi e talvolta molto più bassi, delle donne senza figli. Anchese le <strong>di</strong>fferenze tra Paesi sono molto più importanti <strong>di</strong> quelle determ<strong>in</strong>atedalla presenza <strong>di</strong> figli, passando dall’80% delle madri contre figli lavoratrici <strong>in</strong> Danimarca al 30,3% <strong>in</strong> Irlanda (35,7% <strong>in</strong> Italia)(OECD, 2001). Inoltre, l’Italia e i Paesi me<strong>di</strong>terranei <strong>in</strong> generale (conl’esclusione del Portogallo) sono rimasti gli unici tra i Paesi sviluppati<strong>in</strong> cui il tasso <strong>di</strong> attività femm<strong>in</strong>ile <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce già con il matrimonio.Nel 2002 era occupato <strong>in</strong> Italia l’83,7% delle donne <strong>in</strong> età30-39 anni non coniugate e senza figli, il 71,4% delle coniugate, il50,3% delle coniugate con figli.Le <strong>di</strong>fferenze nei tassi <strong>di</strong> partecipazione al mercato del lavoro daparte delle donne con responsabilità familiari non riguardano soloi confronti tra Paesi. Sono forti anche a livello <strong>in</strong>tranazionale e tradonne con <strong>di</strong>versi titoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. In particolare, l’effetto negativodella presenza <strong>di</strong> responsabilità familiari è più alto per le donne abassa qualificazione e che vivono nel Mezzogiorno rispetto a quellecon titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>o-alto e che vivono nel <strong>Centro</strong>-nord(ISTAT, 2003). L’istruzione per le donne appare ancora più importanteche per gli uom<strong>in</strong>i a f<strong>in</strong>i occupazionali e come fattore <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazionesociale: <strong>in</strong>cide <strong>in</strong>fatti non solo sul tipo <strong>di</strong> lavoro cui si puòaspirare ma anche sulla possibilità stessa <strong>di</strong> rimanere nel mercatodel lavoro, a parità <strong>di</strong> ogni altra con<strong>di</strong>zione. Le donne con istruzionepiù alta che vivono nel <strong>Centro</strong>-nord sono più <strong>in</strong> grado delle altre<strong>di</strong> rimanere nel mercato del lavoro lungo il ciclo <strong>di</strong> vita familiare:perché hanno più risorse per acquistare servizi <strong>di</strong> cura (anche perchésono per lo più sposate a uom<strong>in</strong>i che guadagnano come e più<strong>di</strong> loro); e perché sono oggetto <strong>di</strong> un <strong>in</strong>vestimento più elevato daparte dei datori <strong>di</strong> lavoro.La rilevanza della presenza <strong>di</strong> responsabilità familiari per l’offerta<strong>di</strong> lavoro femm<strong>in</strong>ile, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> anche per la possibilità per una famiglia<strong>di</strong> avere uno o due red<strong>di</strong>ti da lavoro e per la protezione dalla


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE19povertà che comporta il lavoro remunerato della moglie-madre,non <strong>di</strong>pende solo né dalla domanda <strong>di</strong> lavoro né dall’offerta <strong>di</strong> servizi(che pure <strong>in</strong> Italia è largamente <strong>in</strong>sufficiente sia per la primissima<strong>in</strong>fanzia che per gli anziani fragili). Dipende anche dalla <strong>di</strong>visionedel lavoro familiare <strong>in</strong> base al genere. Diverse ricerche, anchecomparate, hanno segnalato come nelle famiglie italiane, se esistonoimportanti aiuti da parte dei genitori nella cura dei figli piccoli,i mariti/padri aiutano molto poco le donne nel lavoro domestico enella cura dei figli (Saraceno, 2003a), ma anche nella cura delle personeparzialmente o totalmente non autosufficienti (anziani fragili,<strong>in</strong>vali<strong>di</strong>). Ciò si riflette sulle <strong>di</strong>fferenze nel carico <strong>di</strong> lavoro complessivosostenuto da madri e padri, mariti e mogli, anche, se nonsoprattutto, quando le donne sono occupate. In particolare, glistu<strong>di</strong> sull’uso del tempo effettuati <strong>in</strong> Italia a partire dagli anni Novantadall’ISTAT e recentemente anche dalla Banca d’Italia, <strong>in</strong><strong>di</strong>canoche le donne occupate con carichi familiari lavorano complessivamente– nel lavoro remunerato e <strong>in</strong> quello familiare – dalle 9 alle11 ore <strong>in</strong> più alla settimana degli uom<strong>in</strong>i, nonostante abbiano <strong>in</strong>me<strong>di</strong>a orari <strong>di</strong> lavoro remunerato più corti e tempi <strong>di</strong> trasporto piùbrevi. In particolare, le <strong>di</strong>fferenze nell’impegno nel lavoro remuneratotra mariti <strong>di</strong> donna occupata e mariti <strong>di</strong> donna casal<strong>in</strong>ga sono<strong>in</strong>feriori all’ora giornaliera (Saraceno, 2003b).6. Famiglie “miste” e famiglie “straniere”I flussi migratori che hanno <strong>in</strong>teressato l’Italia negli ultimi annihanno fatto aumentare due tipi <strong>di</strong> famiglia prima del tutto marg<strong>in</strong>al<strong>in</strong>el nostro Paese: quelle costituite da coniugi entrambi stranierie quelle costituite da un coniuge italiano e un coniuge straniero.In entrambi i casi l’aumento è dovuto alla presenza <strong>di</strong> migranti provenientida Paesi <strong>in</strong> via <strong>di</strong> sviluppo.Entrambi i fenomeni sono l’<strong>in</strong><strong>di</strong>catore <strong>di</strong> complessi processi <strong>di</strong><strong>in</strong>tegrazione dei migranti nella società italiana, un segnale <strong>in</strong>sieme<strong>di</strong> stabilizzazione e <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> nuove problematiche (Balsamo,2003).Le famiglie straniere, esito per lo più <strong>di</strong> ricongiungimenti familiari,spesso vedono appunto il ricongiungimento <strong>in</strong> Italia <strong>di</strong> famigliegià formate, prima, altrove. Si tratta <strong>di</strong> ricongiungimenti <strong>di</strong> coniu-


20I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>gi, ma a volte anche <strong>di</strong> genitori e figli e <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> parentela. Alcunifigli possono essere già adolescenti, altri possono <strong>in</strong>vece nascerequi. In alcuni casi i legami generazionali non riguardano genitori efigli, ma zii e nipoti (analogamente a quanto avveniva nelle migrazioni<strong>in</strong>terne degli anni C<strong>in</strong>quanta e Sessanta). In altri il ricongiungimentoriguarda i figli, ma non il coniuge, oppure viceversa. Enaturalmente le culture <strong>di</strong> provenienza, i modelli <strong>di</strong> famiglia, <strong>di</strong>genere e <strong>di</strong> rapporti tra le generazioni, sono anche molto <strong>di</strong>versenon solo da quelli prevalenti <strong>in</strong> Italia, ma anche tra loro; qu<strong>in</strong><strong>di</strong>pongono problemi <strong>di</strong> reciproco adattamento <strong>di</strong>st<strong>in</strong>ti.Ancora più del fenomeno dei ricongiungimenti familiari, l’aumentodei matrimoni misti può essere considerato un <strong>in</strong><strong>di</strong>catore <strong>di</strong><strong>in</strong>tegrazione del fenomeno migratorio nella società italiana(Tognetti Bordogna, 2001). Sono più gli uom<strong>in</strong>i italiani che non ledonne a sposare una persona straniera – le nozze con marito italianosono oltre il 77% <strong>di</strong> tutti i matrimoni misti (Zanatta, 2003) –, perlo più proveniente dall’Europa dell’Est, o dall’America lat<strong>in</strong>a. Ledonne italiane, <strong>in</strong>vece, se sposano qualcuno proveniente da Paesi aforte pressione migratoria scelgono <strong>in</strong> prevalenza uom<strong>in</strong>i provenientidall’Africa settentrionale.I matrimoni misti, ma anche le famiglie straniere, sono più <strong>di</strong>ffus<strong>in</strong>elle regioni settentrionali del Paese, meta privilegiata dei flussimigratori. È <strong>in</strong> particolare nelle gran<strong>di</strong> città del Nord che un numerocrescente <strong>di</strong> figli <strong>di</strong> queste famiglie è presente nelle scuole e neiservizi per l’<strong>in</strong>fanzia, sollecitando riflessioni sulle pratiche <strong>di</strong> <strong>in</strong>tegrazione,negoziazione delle <strong>di</strong>fferenze, <strong>in</strong>terculturalità.7. Oltre la coppia eterosessuale: la famiglia fondatasulla eterosessualitàStoricamente e antropologicamente la famiglia, come ambito <strong>di</strong>alleanza e <strong>di</strong> riproduzione delle generazioni, è stata fondata sull’eterosessualità.Diversi fenomeni tuttavia hanno contribuito a<strong>in</strong>debolire la ovvietà e <strong>in</strong>eluttabilità <strong>di</strong> questo fondamento. Traquesti si può segnalare da un lato la crescente accettazione socialedell’omosessualità come pratica sessuale, ma anche rapportoaffettivo, legittimo, non patologico, unitamente a una mo<strong>di</strong>ficadelle stesse pratiche e culture omosessuali, che negli ultimi anni


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE21sono andate verso una crescente valorizzazione dei rapporti <strong>di</strong>coppia tendenzialmente stabili (Barbagli, Colombo 2002;Saraceno et al., 2003). Dall’altro lato vi sono state le mo<strong>di</strong>ficheche hanno co<strong>in</strong>volto la stessa coppia e famiglia eterosessuale, cheabbiamo prima brevemente richiamato: l’<strong>in</strong>debolimento delmatrimonio come unico ambito <strong>di</strong> sessualità legittima (specie perle donne); la crescente <strong>in</strong>stabilità della coppia e <strong>di</strong> conseguenzadelle relazioni <strong>in</strong>tergenerazionali; la <strong>di</strong>ssociazione tra sessualità eriproduzione; la forte riduzione della fecon<strong>di</strong>tà e la <strong>di</strong>ffusione,ancorché limitata, <strong>di</strong> matrimoni non fecon<strong>di</strong> per scelta e non soloper necessità. A queste possiamo aggiungere la crescente accentuazionedelle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> <strong>in</strong>tenzionalità, <strong>di</strong> scelta, e non solobiologiche che strutturano le relazioni anche genitoriali (chehanno la loro esplicitazione più chiara nell’adozione), e contemporaneamentelo sviluppo <strong>di</strong> tecniche che consentono la riproduzioneal <strong>di</strong> fuori dell’atto sessuale. Tutti questi fenomeni <strong>in</strong>debolisconol’ovvietà del mandato eterosessuale come univoca garanzia<strong>di</strong> stabilità, <strong>di</strong> riproduzione, <strong>di</strong> certezza dei rapporti <strong>in</strong>tergenerazionali.In molti Paesi le coppie omosessuali hanno un riconoscimentoanche <strong>di</strong> tipo giuri<strong>di</strong>co. Nei Paesi Bassi, <strong>in</strong> Germania e <strong>in</strong>alcuni stati degli Stati Uniti possono accedere anche al matrimonio– appunto l’istituzione storica della eterosessualità – esplicitando<strong>in</strong> modo ra<strong>di</strong>cale come esso abbia cambiato <strong>di</strong> significatoanche per gli stessi eterosessuali: non pr<strong>in</strong>cipalmente strumento<strong>di</strong> attribuzione della paternità, o <strong>di</strong> trasmissione dei patrimoni,ma istituzione dell’affettività e della solidarietà. È una trasformazionecon cui devono e dovranno fare i conti anche i Paesi, comel’Italia, che ancora non riconoscono alle relazioni tra personeomosessuali alcuna rilevanza sociale, quando non le condannanoesplicitamente. Allo stesso tempo costituisce e forse costituirà nelprossimo futuro una delle fratture culturali e valoriali che attraversanole società contemporanee.


22I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Riferimenti bibliograficiBalsamo, F.2003 Famiglie <strong>di</strong> migranti, Roma, CarocciBarbagli, M., Castiglioni, M., Dalla Zuanna, G.2003 Fare famiglia <strong>in</strong> Italia, Bologna, Il mul<strong>in</strong>oBarbagli, M., Colombo, A.2002 Omosessuali moderni, Bologna, Il mul<strong>in</strong>oBarbagli, M., Saraceno, C.1998 Separarsi <strong>in</strong> Italia, Bologna, Il mul<strong>in</strong>oBuratta, V., Crialesi, R.2002 Famiglie con problemi <strong>di</strong> assistenza e sistema <strong>di</strong> sostegno, <strong>in</strong>Osservatorio nazionale sulle famiglie e le politiche locali <strong>di</strong> sostegnoalle responsabilità familiari, Famiglie: mutamenti e politiche sociali,Bologna, Il mul<strong>in</strong>o, vol. II, p. 285-306Dalla Zuanna, G.2001 The banquet of Aeolus. A familistic Interpretation of Italy’s lowestlow fertility, <strong>in</strong> «Demographic Research», vol. 4EUROSTAT2003a The social situation of Europe <strong>in</strong> 2003. In brief, Bruxelles2003b Yearbook 2003, LuxembourgGori, D.2003 Il welfare nascosto, Roma, CarocciISTAT2003 Indag<strong>in</strong>e sulle forze <strong>di</strong> lavoro, Roma, ISTAT2003 Rapporto annuale sul 2002, Roma, ISTATLewis, J. (ed.)1997 Lone mothers <strong>in</strong> European welfare regimes, London, Jessica K<strong>in</strong>gsleypublicationsMillar, J., Rowl<strong>in</strong>gson, K.2002 Lone Parents, Employment and Social Policy, Bristol, Policy PressNazio, T.2003 Chang<strong>in</strong>g dynamics <strong>in</strong> family formation: The <strong>di</strong>ffusion of cohabitationamong young women <strong>in</strong> Sweden, France, East and WestGermany, Spa<strong>in</strong> and Italy, PhD thesis, Bielefed University andUniversità <strong>di</strong> Tor<strong>in</strong>oOECD2001 Employment Outlook, ParisPocar, V., Ronfani, P.1992 Coniugi senza matrimonio, Milano, Raffaello Cort<strong>in</strong>aRos<strong>in</strong>a, A.2002 Forme <strong>di</strong> prima unione alternative al matrimonio, <strong>in</strong> Osservatorionazionale sulle famiglie e le politiche locali <strong>di</strong> sostegno alle responsabilitàfamiliari, Famiglie: mutamenti e politiche sociali, Bologna, Ilmul<strong>in</strong>o, vol. I, p. 113-126


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE23Sabbad<strong>in</strong>i, L.L.2002 La rete <strong>di</strong> aiuti <strong>in</strong>formali, <strong>in</strong> Osservatorio nazionale sulle famiglie ele politiche locali <strong>di</strong> sostegno alle responsabilità familiari, Famiglie:mutamenti e politiche sociali, Bologna, Il mul<strong>in</strong>o, vol. II, p. 329-356Saraceno, C.2003aMutamenti della famiglia e politiche sociali <strong>in</strong> Italia, Bologna, Ilmul<strong>in</strong>o2003b La conciliazione <strong>di</strong> responsabilità familiari e attività lavorative <strong>in</strong>Italia: paradossi ed equilibri imperfetti, <strong>in</strong> «Polis», XVII, 2, p. 199-228Saraceno, C. et al.2003 Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali <strong>in</strong> un’area metropolitana,Milano, Guer<strong>in</strong>iTognetti Bordogna, M. (a cura <strong>di</strong>)2001 Legami familiari e immigrazione: i matrimoni misti, Tor<strong>in</strong>o,L’HarmattanZanatta, A.L.2003 Le nuove famiglie, Bologna, Il mul<strong>in</strong>o


24I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Il <strong>di</strong>ritto del bamb<strong>in</strong>o a viverenella propria famiglia1. Norme e competenzeLa Convenzione ONU sui <strong>di</strong>ritti del fanciullo, recepita nel nostroord<strong>in</strong>amento con la legge 176/1991, afferma il <strong>di</strong>ritto del fanciulloa crescere nella propria famiglia; quando eccezionalmente e nelsuo prem<strong>in</strong>ente <strong>in</strong>teresse ne sia separato, il m<strong>in</strong>ore deve esserecomunque <strong>in</strong>serito <strong>in</strong> un ambiente familiare idoneo per lo sviluppoarmonioso e completo della sua personalità.Gli Stati sono tenuti ad adottare le misure necessarie perché lafamiglia possa svolgere a pieno il proprio ruolo e a impegnarsi perassicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suobenessere, <strong>in</strong> considerazione dei <strong>di</strong>ritti e dei doveri dei suoi genitori,dei suoi tutori o <strong>di</strong> altre persone che hanno la sua responsabilitàlegale.La legge 328/2000, Legge quadro per la realizzazione del sistema<strong>in</strong>tegrato <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi e servizi sociali, e la legge <strong>regionale</strong> 41/2005,Sistema <strong>in</strong>tegrato <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi e servizi per la tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> cittad<strong>in</strong>anzasociale, hanno previsto che:• lo Stato, le Regioni e gli enti locali, nell’ambito delle propriecompetenze sostengano questo <strong>di</strong>ritto attraverso la promozione<strong>di</strong> idonee politiche <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento, nel rispetto della reciprocaautonomia e nei limiti delle risorse <strong>di</strong>sponibili;• i nuclei familiari a rischio ricevano un adeguato supporto attraversoprestazioni <strong>di</strong> tutela e accompagnamento f<strong>in</strong>alizzatea:– promuovere con<strong>di</strong>zioni positive aff<strong>in</strong>ché il bamb<strong>in</strong>o possacrescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia;– prevenire nell’<strong>in</strong>teresse del bamb<strong>in</strong>o le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagioe i fattori <strong>di</strong> rischio che possano pregiu<strong>di</strong>care il suo benesseree generare stati <strong>di</strong> trascuratezza, maltrattamento f<strong>in</strong>o all’abbandono.La legge 149/2001, mo<strong>di</strong>ficando la legge 184/1983, Discipl<strong>in</strong>a dell’adozionee dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori, e la legge <strong>regionale</strong>41/2005 affermano con evidenza il <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore a essere edu-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE25cato nell’ambito della propria famiglia e sottol<strong>in</strong>eano chiaramenteche alle famiglie <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio devono essere dest<strong>in</strong>atiidonei <strong>in</strong>terventi che consentano al m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> crescere con i proprigenitori.A eccezione dei casi <strong>di</strong> necessità e urgenza, l’allontanamento delm<strong>in</strong>ore dalla propria famiglia può essere previsto nel suo esclusivo<strong>in</strong>teresse solo quando gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> sostegno messi <strong>in</strong> atto nonhanno conseguito gli effetti desiderati e la permanenza <strong>in</strong> famigliapuò generare un grave pregiu<strong>di</strong>zio per la sua crescita.Gli enti locali, <strong>in</strong> quanto responsabili della funzione <strong>di</strong> protezionedei m<strong>in</strong>ori, devono <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> <strong>in</strong>vestimenti aggiuntivi <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<strong>di</strong> risorse economiche, <strong>di</strong> opportunità e <strong>di</strong> professionalità daimpegnare per i nuclei familiari che vivono situazioni <strong>di</strong>fficili al f<strong>in</strong>e<strong>di</strong> rendere effettivo il <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore a vivere nella propria famiglia(punto 3.2 del Piano <strong>di</strong> azione <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori delibera delConsiglio <strong>regionale</strong> n. 238 del 23 <strong>di</strong>cembre 2003). In tal senso ilPiano <strong>in</strong>tegrato sociale <strong>regionale</strong> 2002-2004 ha dato notevole rilevanzaalle azioni a favore dell’<strong>in</strong>fanzia e dell’adolescenza e ha previstouno specifico atto <strong>di</strong> programmazione, quale appunto il Piano<strong>di</strong> azione, dove sono <strong>in</strong><strong>di</strong>cate le azioni rivolte ai m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà,le azioni f<strong>in</strong>alizzate al contrasto della povertà e le misure atte asostenere i m<strong>in</strong>ori stessi e le loro famiglie.Per un’azione mirata a prevenire il <strong>di</strong>sagio delle famiglie e perassicurare una presa <strong>in</strong> carico non burocratica, ma professionale edefficace delle famiglie problematiche con servizi più vic<strong>in</strong>i al territorioe alla comunità, fra le azioni <strong>in</strong><strong>di</strong>viduate nel Piano <strong>di</strong> azioneda realizzarsi da parte degli enti locali vengono messe <strong>in</strong> rilievo leattività <strong>di</strong>:• prevenzione: sono specificate le <strong>in</strong>iziative da sviluppare <strong>di</strong>appoggio alla famiglia nelle sue molteplici funzioni <strong>di</strong> cura e<strong>di</strong> educazione, perché d<strong>in</strong>anzi a problemi e a <strong>di</strong>fficoltà essaabbia nella comunità punti <strong>di</strong> riferimento competenti e coord<strong>in</strong>ati;• tutela: si riferisce <strong>in</strong> particolare al contrasto <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagiomolto <strong>di</strong>fferenziate e/o da affrontare con modalità <strong>di</strong>versef<strong>in</strong>alizzate a garantire con<strong>di</strong>zioni economiche sufficienti, <strong>in</strong>tegrazionesociale, sicurezza;• emergenza: sono i casi legati a situazioni <strong>di</strong> abbandono, violenzache richiedono <strong>in</strong>terventi rapi<strong>di</strong> <strong>di</strong> “pronto soccorso sociale”.


26I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>2. Politiche e <strong>in</strong>terventi per le famiglie <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltàLa Regione <strong>Toscana</strong> ha sempre privilegiato e sostenuto, attraversole leggi che hanno regolato i servizi e le prestazioni sociali, gliatti <strong>di</strong> programmazione sociale e sociosanitaria e gli atti <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo,gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> tutela e protezione dei m<strong>in</strong>ori all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong>azioni e progetti <strong>in</strong>tegrati <strong>di</strong> sostegno e aiuto alla famiglia f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>sorgeredelle prime <strong>di</strong>fficoltà con l’obiettivo <strong>di</strong> riprist<strong>in</strong>are quellecon<strong>di</strong>zioni necessarie perché non sia pregiu<strong>di</strong>cata la funzioneeducativa della famiglia <strong>in</strong> tutti i suoi aspetti <strong>di</strong> cura, <strong>di</strong> protezionee <strong>di</strong> affettività.Gli enti locali, nello specifico i Comuni s<strong>in</strong>goli o associati, titolaridelle funzioni da svolgere <strong>in</strong> questa materia – unitamente agli operatorie con la collaborazione delle Aziende UU.SS.LL. – sono impegnatiqu<strong>in</strong><strong>di</strong> a porre <strong>in</strong> essere prioritariamente tutti quegli <strong>in</strong>terventi<strong>di</strong> sostegno alla famiglia <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà aff<strong>in</strong>ché questa riesca aesprimere appieno le proprie risorse e potenzialità assicurando unambiente idoneo alla crescita del bamb<strong>in</strong>o.Queste famiglie devono fruire <strong>di</strong> tutte le opportunità e i servizidest<strong>in</strong>ati alla generalità delle famiglie, devono poter accedere atutte le prestazioni previste per particolari circostanze <strong>in</strong> cui lafamiglia non è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> adempiere ai propri doveri: assistenzaeconomica, domiciliare, assistenza socioeducativa, consulenza psicopedagogicaecc.Tutti gli <strong>in</strong>terventi sopra <strong>in</strong><strong>di</strong>cati e altri da <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare, <strong>in</strong> relazionealle specificità del caso, confluiscono <strong>in</strong> un progetto che mira arimuovere le cause che hanno determ<strong>in</strong>ato la situazione <strong>di</strong> precarietàche è fonte <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e <strong>di</strong> rischio per i figli.La famiglia, necessariamente sostenuta con idonei <strong>in</strong>terventi chepossono essere attivati nel sistema allargato delle politiche sociali enon solo nell’ambito socioassistenziale e sanitario e con le opportunitàche il volontariato e la cooperazione sociale possono metterea <strong>di</strong>sposizione, deve essere partecipe del proprio percorso <strong>di</strong> riattivazionevalorizzando le sue risorse e quelle del suo contesto <strong>di</strong> vita.Di fronte alla variabilità delle esigenze e delle situazioni chedeterm<strong>in</strong>ano la situazione problematica della famiglia deve corrispondereda parte dei servizi istituzionali la capacità <strong>di</strong> esprimererisposte articolate, dotate <strong>di</strong> un certo grado <strong>di</strong> flessibilità, non standar<strong>di</strong>zzatesu un utente ipotetico, ma adattabili alla circostanza


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE27reale, da reperirsi anche attraverso la promozione <strong>di</strong> risorse presentenel contesto <strong>di</strong> vita della famiglia (parenti, vic<strong>in</strong>ato, gruppi organizzatiecc.).La sperimentazione <strong>di</strong> nuove e più <strong>in</strong>cisive forme <strong>di</strong> aiuto allefamiglie potrà essere utile nel prevenire, per quanto possibile, l’allontanamentodel m<strong>in</strong>ore, nel ridurre i tempi dell’affidamentosecondo quanto previsto dalla legge 184/1983 mo<strong>di</strong>ficata dallalegge 149/2001.L’allontanamento dalla famiglia non può essere un <strong>in</strong>tervento <strong>di</strong>prima istanza, fatti salvi i casi gravi <strong>di</strong> maltrattamento, abuso, violenza,abbandono, per i quali può rappresentare l’unico <strong>in</strong>terventopossibile da attuarsi con urgenza. Esso, per gli effetti traumatici chepuò avere nella famiglia e pr<strong>in</strong>cipalmente sui rapporti primari delbamb<strong>in</strong>o e sulla sua percezione che egli ha <strong>di</strong> sé richiede un’approfon<strong>di</strong>tavalutazione degli elementi positivi e negativi per il suobenessere e per il progetto <strong>di</strong> recupero delle capacità educative e<strong>di</strong> cura della famiglia.Gli enti locali, <strong>in</strong> quanto responsabili della funzione <strong>di</strong> tutela deim<strong>in</strong>ori, dest<strong>in</strong>ano <strong>in</strong>vestimenti aggiuntivi <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> risorse economiche,<strong>di</strong> opportunità e <strong>di</strong> professionalità da impegnare per <strong>in</strong>uclei familiari che vivono situazioni <strong>di</strong>fficili al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> rendere effettivoil <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore a vivere nella propria famiglia secondoquanto previsto al punto 3.2 del Piano <strong>di</strong> azione <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>oridelibera del Consiglio <strong>regionale</strong> n. 238 del 23 <strong>di</strong>cembre 2003.Per un’azione mirata a prevenire il <strong>di</strong>sagio delle famiglie e perassicurare una presa <strong>in</strong> carico non burocratica, ma professionale edefficace delle famiglie problematiche è necessario avere servizi piùvic<strong>in</strong>i al territorio e alla comunità, orientati a operare per progettie <strong>in</strong> grado <strong>di</strong>:• osservare, cogliere i segnali <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, ascoltare, accogliere lesegnalazioni, orientare le domande, collegare le esigenze conle risorse appropriate;• assicurare un efficace segretariato sociale e una consulenza <strong>di</strong>carattere generale;• attivare le prestazioni previste per particolari circostanze <strong>in</strong> cui lafamiglia non è temporaneamente <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> adempiere ai propridoveri (assistenza domiciliare, assistenza socioeducativa ecc.);• favorire occasioni <strong>di</strong> confronto fra genitori per la con<strong>di</strong>visione<strong>di</strong> esperienze e risorse;


28I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>• promuovere la formazione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> mutuo aiuto familiarea livello <strong>di</strong> vic<strong>in</strong>ato;• raccordare l’azione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> volontariato con le esigenzedelle famiglie e dei m<strong>in</strong>ori per attività <strong>di</strong> sostegno scolastico, <strong>di</strong>tempo libero, <strong>di</strong> sport, <strong>di</strong> gioco ecc.;• sviluppare la solidarietà <strong>in</strong>terfamiliare per piccoli aiuti, per affi<strong>di</strong><strong>di</strong>urni e per formare gruppi <strong>di</strong> appoggio alle famiglie <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà;• favorire tutte quelle <strong>in</strong>iziative che promuovono stili <strong>di</strong> vita chemigliorano il benessere familiare (educazione alla salute, educazionefamiliare ecc.).


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE29L’affidamento familiare*1. Le orig<strong>in</strong>iLa prima regolamentazione organica dell’affidamento familiaresi ha <strong>in</strong> Italia più <strong>di</strong> vent’anni or sono, con la legge 4 maggio 1983n. 184 <strong>in</strong>titolata Dell’adozione e dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori, chede<strong>di</strong>cava all’argomento gli articoli da 2 a 5 del suo titolo primo,denom<strong>in</strong>ato appunto Dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori.Anche <strong>in</strong> precedenza, però, l’affidamento familiare, o qualcosa <strong>di</strong>molto simile, era ben conosciuto dal nostro ord<strong>in</strong>amento. Infatti,già nel 1926 l’art. 176 del regio decreto 15 aprile 1926 n. 718, regolamento<strong>di</strong> esecuzione della legge 10 <strong>di</strong>cembre 1925, n. 2277 istitutivadell’OMNI (Opera nazionale maternità e <strong>in</strong>fanzia), prevedeva trale forme <strong>di</strong> assistenza dei fanciulli m<strong>in</strong>ori dei do<strong>di</strong>ci anni compiutiil collocamento «presso famiglie, possibilmente abitanti <strong>in</strong> campagna,che offrano serie garanzie <strong>di</strong> onestà, laboriosità, attitud<strong>in</strong>ieducative e amorevolezza verso i bamb<strong>in</strong>i». Dal canto suo il co<strong>di</strong>cecivile del 1942, che de<strong>di</strong>cava un apposito titolo del libro primo aim<strong>in</strong>ori affidati alla pubblica assistenza, stabiliva nell’art. 404 chel’istituto <strong>di</strong> pubblica assistenza aveva il potere <strong>di</strong> affidare i m<strong>in</strong>ori«a persone <strong>di</strong> fiducia».In base a quella normativa, gli affidatari dovevano considerare etrattare il m<strong>in</strong>ore affidato «come proprio figlio», curarne l’educazione,l’istruzione e il mantenimento. Era previsto, su richiesta, un assegnomensile <strong>in</strong> loro favore. Solo <strong>in</strong> via subord<strong>in</strong>ata era ammesso ilricovero <strong>in</strong> strutture assistenziali. Queste dovevano essere «istituzionirurali» <strong>di</strong>stribuite <strong>in</strong> «piccoli gruppi organizzati sul tipo dellafamiglia», e solo <strong>in</strong> estremo subord<strong>in</strong>e e <strong>in</strong> loro mancanza era consentitoil ricovero dei m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> istituto (art. 177 RD 718/1926). Dopotre anni <strong>di</strong> affidamento gli affidatari potevano chiedere al giu<strong>di</strong>cetutelare l’affiliazione del m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> base alle norme del co<strong>di</strong>ce civile(artt. 404-413). L’affiliazione attribuiva all’affiliante la potestà genitorialesul m<strong>in</strong>ore stesso e, a quest’ultimo, il cognome dell’affilian-* Il presente contributo è stato redatto da Luigi Fa<strong>di</strong>ga e pubblicato sulla rivistaRassegna bibliografica, n. 2, 2005.


30I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>te. Pertanto, per quanto caratterizzato ben <strong>di</strong>versamente dall’adozionelegittimante che sarebbe stata <strong>in</strong>trodotta nel nostro ord<strong>in</strong>amentosolo più tar<strong>di</strong>, tale istituto consentì <strong>di</strong> dare veste e stabilitàgiuri<strong>di</strong>ca ai legami affettivi <strong>in</strong>sorti con l’affidamento.Nonostante le chiare <strong>di</strong>sposizioni sopra menzionate, che consideravanoprioritaria per la pubblica assistenza la scelta dell’affidamentoe del tutto subord<strong>in</strong>ata (quasi un’extrema ratio) quella dell’istituzionalizzazione,negli anni Sessanta i m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> istituto rimanevanoquasi 250.000. Grande speranza <strong>di</strong> ridurre quel numero furiposta nella legge 4 giugno 1967 n. 431 sull’adozione speciale, che<strong>in</strong>troduceva nel nostro ord<strong>in</strong>amento l’adozione legittimante deim<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> stato <strong>di</strong> abbandono. Fu tuttavia presto chiaro che l’adozionenon poteva bastare a svuotare gli istituti, sia perché solo unaparte dei m<strong>in</strong>ori ricoverati poteva rientrare nei parametri dellostato <strong>di</strong> abbandono, sia perché la legge 431/1967 limitava l’adozionespeciale ai m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore agli otto anni.2. L’affidamento familiare nella legge 184/1983L’affiliazione dei m<strong>in</strong>ori venne soppressa dalla legge 184/1983, checol suo art. 77 abrogò tutti gli articoli del co<strong>di</strong>ce civile che la <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>avano.Contemporaneamente, come detto sopra, riprese e def<strong>in</strong>ì ilconcetto <strong>di</strong> affidamento familiare, <strong>in</strong>tervento assistenziale dest<strong>in</strong>atoal m<strong>in</strong>ore «temporaneamente privo <strong>di</strong> un ambiente familiare idoneo»,che poteva essere affidato «ad un’altra famiglia, possibilmentecon figli m<strong>in</strong>ori, o ad una persona s<strong>in</strong>gola, o ad una comunità <strong>di</strong>tipo familiare» (art. 2 comma 1, vecchio testo) 1 . Tuttavia, la legge184/1983, mantenne e consentì il ricovero <strong>in</strong> istituto assistenzialequando l’affidamento familiare non fosse «possibile o conveniente»(art. 2 comma 2, vecchio testo). Spettava al servizio locale <strong>di</strong>sporrel’affidamento, previo consenso dei genitori. Il giu<strong>di</strong>ce tutelare, conproprio decreto, rendeva esecutivo il provve<strong>di</strong>mento dei servizi, chedoveva <strong>in</strong><strong>di</strong>care motivi, tempi e mo<strong>di</strong> dell’affidamento e sua presumibiledurata. In caso <strong>di</strong> mancato consenso dei genitori, occorreva1Tra i numerosi commenti al testo orig<strong>in</strong>ario della legge, si vedano: F<strong>in</strong>occhiaroA. e M. (1983); Sacchetti (1984, 1986).


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE31un provve<strong>di</strong>mento del tribunale per i m<strong>in</strong>orenni limitativo dellapotestà. Il servizio locale doveva vigilare sull’andamento dell’affido,tenendo <strong>in</strong>formato il giu<strong>di</strong>ce tutelare o il TM. Venuta meno la situazione<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà temporanea della famiglia <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e, l’affidamentocessava con provve<strong>di</strong>mento dello stesso servizio locale che loaveva <strong>di</strong>sposto (art. 4). Gli affidatari dovevano agevolare i rapportitra il m<strong>in</strong>ore affidato e i suoi genitori, favorirne il re<strong>in</strong>serimentonella famiglia d’orig<strong>in</strong>e, e tener conto delle <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> costoroconcernenti l’educazione e l’istruzione del m<strong>in</strong>ore, tranne <strong>in</strong> caso <strong>di</strong>decadenza o altre limitazioni della potestà (art. 5).Come si vede da questa s<strong>in</strong>tetica esposizione, il legislatore del1983 aveva del<strong>in</strong>eato, sia pure per sommi capi, un <strong>in</strong>tervento <strong>di</strong> tipoprettamente assistenziale, dando anche <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> tipo tecnicoche nella normativa sul collocamento familiare <strong>di</strong> cui al vecchiodecreto 718/1926 era contenuta <strong>in</strong> fonti <strong>di</strong> secondo livello. Tuttavia,aveva anche ritenuto opportuno creare un’<strong>in</strong>terazione con gli organidella giustizia m<strong>in</strong>orile, prevedendo un <strong>in</strong>tervento necessario delgiu<strong>di</strong>ce tutelare, chiamato a rendere esecutiva la decisione dei servizi,e del tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, chiamato a provvedere alle necessarielimitazioni della potestà genitoriale <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> <strong>in</strong>giustificatorifiuto dei genitori a consentire all’affido. L’apertura <strong>di</strong> un canale tragiu<strong>di</strong>ce m<strong>in</strong>orile e servizi era <strong>in</strong>fatti reso necessario dall’esigenza <strong>di</strong>assicurare un raccordo tra protezione assistenziale e protezione giu<strong>di</strong>ziaria,considerato il conf<strong>in</strong>e talora evanescente fra le situazionirisolvibili con l’affidamento assistenziale e quelle per la quali erapreve<strong>di</strong>bile o possibile la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> adottabilità.Va ricordato a tal proposito che era sopraggiunto nel frattempo loscioglimento dell’ONMI, <strong>di</strong>sposto con la legge 23 <strong>di</strong>cembre 1975 n.698, e il conseguente trasferimento alle Regioni delle funzioniamm<strong>in</strong>istrative del <strong>di</strong>sciolto ente, con l’onere <strong>di</strong> provvedere me<strong>di</strong>anteleggi regionali a <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>are le funzioni relative alla protezione eall’assistenza all’<strong>in</strong>fanzia. Inoltre, con il DPR 24 luglio 1977 n. 616,tutte le funzioni amm<strong>in</strong>istrative concernenti l’organizzazione el’erogazione <strong>di</strong> sevizi <strong>di</strong> assistenza e <strong>di</strong> beneficenza erano state attribuiteai Comuni, secondo ambiti territoriali adeguati alla gestionedei servizi sociali e sanitari da determ<strong>in</strong>arsi con leggi regionali. Intale contesto, un <strong>in</strong>tervento del legislatore statale <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> affidamentofamiliare era dunque opportuno, ed era ancor più opportunoraccordare tra loro servizi sociali e giustizia m<strong>in</strong>orile.


32I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>3. La scarsa <strong>di</strong>ffusione dell’affidamento familiareLe <strong>di</strong>sposizioni della legge 184/1983 <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> affidamentofamiliare non ebbero l’effetto sperato, o per lo meno l’ebbero solo<strong>in</strong> piccola parte. Un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e conoscitiva effettuata nel 1987 dalM<strong>in</strong>istero <strong>di</strong> grazia e giustizia <strong>in</strong> collaborazione con le Regioni e riferitaal biennio 1985-1986 mise <strong>in</strong> luce un quadro del tutto <strong>in</strong>sod<strong>di</strong>sfacente.In particolare, c<strong>in</strong>que regioni dell’Italia settentrionale avevanoemanato <strong>di</strong>sposizioni specifiche sull’affidamento familiare, masolo due nell’Italia centrale e appena due nell’Italia meri<strong>di</strong>onale. Perquanto riguarda i servizi, solo una Regione <strong>in</strong> tutta Italia (laLombar<strong>di</strong>a) aveva creato servizi specifici per l’affidamento familiare,mentre nelle altre operavano servizi generici e polivalenti, con tipologiee metodologie le più <strong>di</strong>verse. Per quanto riguarda il numerodei m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong>teressati, dall’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e conoscitiva risultavano esistent<strong>in</strong>el biennio considerato 8.762 situazioni def<strong>in</strong>ite come affidamentofamiliare, <strong>di</strong> cui il 43,7% a parenti, il 35,4% a non parenti, e il 15,5%a comunità <strong>di</strong> tipo familiare. Nel 59,3 % dei casi si trattava <strong>di</strong> affidamentieffettuati con il consenso dei genitori, mentre il restante40,7% era effettuato su provve<strong>di</strong>mento del giu<strong>di</strong>ce. Benché lenorme della legge 184/1983 prevedessero per ogni provve<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> affidamento consensuale l’obbligo dei servizi <strong>di</strong> chiedere al giu<strong>di</strong>cetutelare il decreto <strong>di</strong> esecutorietà, nel biennio 1985-1986 risultavanoemessi dalle 550 preture che, su un totale <strong>di</strong> 890, avevanorisposto all’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, appena 1.298 decreti. Ciò significava che moltospesso i servizi non davano notizia dell’affidamento al giu<strong>di</strong>ce tutelare.Per quanto riguarda l’età, la fascia maggiormente rappresentataera quella dei m<strong>in</strong>ori fra i sei e i do<strong>di</strong>ci anni. Appena la metà degliaffidamenti si concludevano nel triennio; per gli altri, la durata nonera specificata. Il ritorno nella famiglia <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e veniva segnalato<strong>in</strong> un numero <strong>di</strong> casi nettamente m<strong>in</strong>oritario (appena 1.667).Dieci anni dopo, nel <strong>di</strong>cembre 1997, secondo i dati comunicatialla prima Conferenza nazionale sull’affidamento familiare, promossadal Dipartimento affari sociali della Presidenza del consiglio,gli affidamenti familiari risultavano essere «<strong>di</strong>ecimila circa». Il chepermette due osservazioni: che a qu<strong>in</strong><strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dall’entrata<strong>in</strong> vigore della legge 184/1983 la sperata <strong>di</strong>ffusione dell’affidamentofamiliare non si era ancora verificata; e che il livello <strong>di</strong>conoscenza dell’andamento del fenomeno da parte delle istituzio-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE33ni tenute a promuoverlo e a attuarlo era ancora, a <strong>di</strong>r poco, ru<strong>di</strong>mentale.Ulteriori dati reperibili, <strong>di</strong> dubbia atten<strong>di</strong>bilità, si riferisconoal 1999. A quella data, 5.280 m<strong>in</strong>ori vivevano con parenti, e4.668 presso altre famiglie.Un’accurata <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sui m<strong>in</strong>ori fuori dalla propria famiglia, limitataperò alle strutture residenziali (istituti, case famiglia, comunitàalloggio, ecc.) e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> non comprensiva dell’affidamento familiare,è stata fatta nel 1998 dal <strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazionee analisi per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza. Si rileva da quella <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>eche il numero dei m<strong>in</strong>ori assistiti me<strong>di</strong>ante ricovero <strong>in</strong> struttureresidenziali ha subito negli anni un forte decremento, scendendodai 249.753 del 1962 ai 42.231 del 1992 (<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazionee analisi per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza, 1999). Alla datadel 30 giugno 1998, i m<strong>in</strong>ori presenti <strong>in</strong> strutture residenziali erano14.945, <strong>di</strong> cui il 12% stranieri. Da un’ulteriore <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e dello stesso<strong>Centro</strong> effettuata sui m<strong>in</strong>ori presenti <strong>in</strong> istituto (e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>in</strong> struttureresidenziali <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, ospitanti un alto numero <strong>di</strong>m<strong>in</strong>ori) risultavano ricoverati, alla data del 30 giugno 2003, appena2.633 m<strong>in</strong>ori, <strong>di</strong> cui 1.525 <strong>in</strong> quattro regioni meri<strong>di</strong>onali: Campania,Puglia, Calabria e Sicilia (<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione eanalisi per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza, 2004).4. La legge 28 marzo 2001 n. 149 e l’affidamento familiareRecentemente, sulla sp<strong>in</strong>ta <strong>di</strong> una crescente domanda <strong>di</strong> genitorialitàf<strong>in</strong> troppo bene riassunta nella formula propagan<strong>di</strong>stica«adozioni più semplici», il legislatore ha sentito il bisogno <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervenireancora una volta sull’adozione dei m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> stato <strong>di</strong> abbandono<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ata dalla legge 184/1983 e ha colto l’occasione permo<strong>di</strong>ficarne anche quella parte che riguardava l’affidamento familiare.Ciò ha fatto con la legge 28 marzo 2001 n. 149, <strong>in</strong>titolataappunto Mo<strong>di</strong>fiche alla legge 4 maggio 1983 n. 184 recante«Discipl<strong>in</strong>a dell’adozione e dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori, nonché altitolo VIII del libro primo del co<strong>di</strong>ce civile» 2 .2Sulle mo<strong>di</strong>fiche <strong>in</strong>trodotte dalla legge 149/2001 si veda F<strong>in</strong>occhiaro A. e M.(2001); Vercellone (2002); Lenti (2002); Fa<strong>di</strong>ga (2003).


34I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>La tecnica legislativa usata è quella della cosiddetta novella: valea <strong>di</strong>re, una legge che sostituisce tutti o alcuni degli articoli <strong>di</strong> unalegge precedente, conservando loro la stessa numerazione orig<strong>in</strong>ariae <strong>in</strong>serendo se necessario degli articoli aggiuntivi <strong>in</strong><strong>di</strong>cati con unnumero ord<strong>in</strong>ale (ad esempio, art. 5 bis, art. 5 ter, ecc.). Nel nostrocaso ciò non è stato necessario, <strong>in</strong> quanto gli articoli orig<strong>in</strong>ariamentede<strong>di</strong>cati all’affidamento familiare dalla legge 184/1983 sono statipiù che sufficienti. Anzi: l’art. 1 è stato ampliato a tal punto dafarne oggetto <strong>di</strong> un apposito titolo, <strong>di</strong>ventato il primo della r<strong>in</strong>novatalegge 184/1983 e <strong>in</strong>titolato Pr<strong>in</strong>cipi generali, mentre il vecchionome della legge 184/1983 ha preso la nuova denom<strong>in</strong>azione <strong>di</strong>Diritto del m<strong>in</strong>ore ad una famiglia. Il vecchio titolo primo, già denom<strong>in</strong>atoDell’affidamento familiare, è così <strong>di</strong>ventato il secondo e sichiama ora, più semplicemente, Affidamento del m<strong>in</strong>ore.Così chiarita la genesi e la tecnica della legge 149/2001, è giunto ilmomento <strong>di</strong> vederne più da vic<strong>in</strong>o i contenuti che qui <strong>in</strong>teressano,notando subito che lo schema base <strong>di</strong> affidamento familiare contenutoorig<strong>in</strong>ariamente nella legge 184/1983 (temporaneità, consensualità,competenza dei servizi locali, controllo del giu<strong>di</strong>ce tutelare)viene sostanzialmente rispettato, sì che sarebbe eccessivo parlare <strong>di</strong>riforma. Tuttavia, importanti correzioni e aggiunte vengono apportatealla vecchia <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a, rivelatrici dei suoi punti deboli.Anzitutto, il nuovo art. 1 <strong>in</strong>siste con particolare <strong>in</strong>tensità sul <strong>di</strong>rittodel m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> crescere ed essere educato nell’ambito della propriafamiglia, chiarendo che a ciò non possono essere <strong>di</strong> ostacolo le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>genza dei genitori. Questo significa che l’allontanamentodel m<strong>in</strong>ore dalla propria famiglia, <strong>in</strong> quanto <strong>di</strong> per sé lesivo <strong>di</strong>quel <strong>di</strong>ritto, deve essere considerato un fatto eccezionale, giustificatosoltanto quando ne ricorrano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> legge. E ciò è veronon soltanto per gli allontanamenti def<strong>in</strong>itivi, ma anche per quellitemporanei e, <strong>in</strong> certa misura, anche per quelli effettuati col consensodei genitori, che non hanno il potere <strong>di</strong> limitare o comprimere il<strong>di</strong>ritto del figlio alla propria famiglia. A quest’ultimo proposito siconsideri il caso <strong>di</strong> un consenso all’affidamento familiare dato daigenitori per <strong>di</strong>s<strong>in</strong>teresse nei confronti del figlio, che costituirebbe unmanifesto segno <strong>di</strong> stato <strong>di</strong> abbandono con conseguente <strong>di</strong>ritto delm<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>chiarato adottabile e <strong>di</strong> avere un’altra famiglia.L’allontanamento è giustificato solo «quando la famiglia non è <strong>in</strong>grado <strong>di</strong> provvedere alla crescita e all’educazione del m<strong>in</strong>ore» per-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE35ché gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> aiuto <strong>di</strong>sposti <strong>in</strong> suo favore nonhanno avuto effetto (art. 1, comma 2 e 4), oppure <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> necessitàe urgenza (art. 2 comma 3). Nello stesso senso sostanzialmentesi esprime la Convenzione delle Nazioni unite sui <strong>di</strong>ritti del fanciullodel 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con la legge 27 maggio1991 n. 176, che nell’art. 9 così stabilisce: «Gli Stati parti vigilanoaff<strong>in</strong>ché il fanciullo non sia separato dai suoi genitori contro laloro volontà, a meno che le autorità competenti non decidano,sotto riserva <strong>di</strong> revisione giu<strong>di</strong>ziaria e <strong>in</strong> conformità delle normeprocedurali applicabili che questa separazione è necessaria nell’<strong>in</strong>teresseprem<strong>in</strong>ente del m<strong>in</strong>ore, […] ad esempio quando i genitorimaltrattano o trascurano il fanciullo».Va sottol<strong>in</strong>eato che il richiamo alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>genza contenutonella prima parte del secondo comma dell’art. 1 non deveessere <strong>in</strong>teso <strong>in</strong> senso restrittivo <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>genza meramente economica,ma va esteso a quelle situazioni <strong>di</strong> marg<strong>in</strong>alità sociale e <strong>di</strong> <strong>in</strong>capacitàgenitoriale suscettibili <strong>di</strong> recare pregiu<strong>di</strong>zio al m<strong>in</strong>ore, e perciòtutte meritevoli <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi sociali <strong>di</strong> aiuto e sostegno al nucleofamiliare. A <strong>di</strong>fferenza della versione orig<strong>in</strong>aria, il nuovo art. 1della legge 184/1983 mo<strong>di</strong>ficato dalla legge 149/2001 <strong>in</strong>siste moltosulla necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> aiuto per consentirela permanenza del m<strong>in</strong>ore nella famiglia d’orig<strong>in</strong>e ed evitareallontanamenti non <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabili.Anche l’affidamento familiare qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, come <strong>in</strong>tervento che comportaun allontanamento, deve essere utilizzato solo quando nericorrano i presupposti e non va considerato come <strong>in</strong>terventobuono per tutti i casi. Su questi concetti ritorna l’art. 3, che nel suoprimo comma impegna lo Stato, le Regioni e gli enti locali a sostenerecon idonei <strong>in</strong>terventi i nuclei familiari a rischio per garantire alm<strong>in</strong>ore il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> crescere nella propria famiglia, <strong>in</strong><strong>di</strong>cando <strong>in</strong>oltre,<strong>in</strong> maniera alquanto contrad<strong>di</strong>ttoria, una serie <strong>di</strong> <strong>in</strong>iziative promozionalidell’affidamento familiare, dell’adozione e delle comunità<strong>di</strong> tipo familiare.All’affidamento (e all’adozione) deve dunque farsi ricorso soloquando gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> sostegno si siano rivelati <strong>in</strong>sufficienti. Lostabilisce il 4 comma dell’art. 1, <strong>in</strong> base al quale, quando la famiglia«non è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> provvedere alla crescita e all’educazione delm<strong>in</strong>ore, si applicano gli istituti <strong>di</strong> cui alla presente legge»: vale a<strong>di</strong>re, l’affidamento familiare e l’adozione. Ciò al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> garantire al


36I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>m<strong>in</strong>ore il <strong>di</strong>ritto a «vivere, crescere ed essere educato nell’ambito <strong>di</strong>una famiglia», che, come chiarisce il comma 5 dell’articolo <strong>in</strong>esame, deve essergli assicurato «senza <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zione <strong>di</strong> sesso, <strong>di</strong> etnia,<strong>di</strong> età, <strong>di</strong> l<strong>in</strong>gua, <strong>di</strong> religione, e nel rispetto della identità culturaledel m<strong>in</strong>ore», peraltro nel rispetto dei pr<strong>in</strong>cipi fondamentali delnostro ord<strong>in</strong>amento.5. Affidamento familiare: quandoL’art. 2 della legge, che <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a i casi i casi <strong>in</strong> cui si ricorre all’affidamentofamiliare, contiene un’importante <strong>in</strong>novazione rispettoal vecchio testo. Infatti, mentre quello dava alla pubblica amm<strong>in</strong>istrazionela facoltà <strong>di</strong> ricorrere all’affidamento («il m<strong>in</strong>ore puòessere affidato»), il nuovo testo lo impone: «il m<strong>in</strong>ore è affidato».Nella formulazione delle leggi, l’uso del verbo essere all’<strong>in</strong><strong>di</strong>cativoha sempre contenuto prescrittivo, cosicché la pubblica amm<strong>in</strong>istrazioneha ormai l’obbligo e non la facoltà <strong>di</strong> ricorrere a questa strada,quando ne ricorrano i presupposti e fatte salve le eccezioni <strong>di</strong>cui al comma 2 e seguenti.I presupposti dell’affidamento familiare sono <strong>in</strong><strong>di</strong>cati nello stessoarticolo 2: temporanea mancanza <strong>di</strong> nucleo familiare idoneo malgradogli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> sostegno <strong>in</strong><strong>di</strong>cati più sopra. Dunque, unasituazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà o crisi familiare transitoria, alla quale puòporsi rime<strong>di</strong>o con gli opportuni <strong>in</strong>terventi. Possiamo pensare a unamalattia, a un problema <strong>di</strong> alloggio, a una breve carcerazione, auna terapia <strong>di</strong>s<strong>in</strong>tossicante: a situazioni cioè che impe<strong>di</strong>sconomomentaneamente la permanenza del m<strong>in</strong>ore nella propria famiglia,la quale tuttavia, con l’aiuto dei servizi, può essere recuperataalla funzione genitoriale e parentale.Fatti salvi i casi <strong>di</strong> urgente necessità (art. 2 comma 3), solo <strong>in</strong> questocaso l’allontanamento del m<strong>in</strong>ore e il suo temporaneo affidamentoad altra famiglia sono legittimi. La valutazione circa la temporaneitàdell’<strong>in</strong>idoneità del nucleo familiare, e dunque della correlativanecessità dell’allontanamento e della sua durata, sono <strong>in</strong>evitabilmentegiu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> carattere soggettivo, soggettività che lalegge mostra <strong>di</strong> temere come un pericolo per il m<strong>in</strong>ore, bisognoso<strong>in</strong>vece <strong>di</strong> situazioni stabili e certe. Se si prospetta la necessità <strong>di</strong> unlungo allontanamento, potremmo essere <strong>in</strong> presenza <strong>di</strong> un proba-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE37bile stato <strong>di</strong> abbandono. Per evitare questi rischi la legge si cautela<strong>in</strong> vari mo<strong>di</strong>. Anzitutto, come già nella precedente <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a, essaco<strong>in</strong>volge f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio il giu<strong>di</strong>ce tutelare, prevedendo la necessità<strong>di</strong> un suo decreto che renda esecutivo il provve<strong>di</strong>mento dell’amm<strong>in</strong>istrazione(art. 4 comma 1). Il giu<strong>di</strong>ce tutelare può negare l’esecutorietàe trasmettere gli atti al tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, se noncon<strong>di</strong>vide la valutazione dei servizi circa la temporaneità della crisifamiliare. La questione è delicata, perché si <strong>in</strong>treccia con la valutazionedella temporaneità della forza maggiore, che la legge attribuiscealla competenza dell’autorità giu<strong>di</strong>ziaria (cfr. art. 8 legge184/1983). In secondo luogo, e <strong>di</strong>versamente da quanto <strong>di</strong>spostonella orig<strong>in</strong>aria <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a della legge 184/1983, la legge 149/2001ha fissato un term<strong>in</strong>e massimo <strong>di</strong> durata dell’affidamento familiare,<strong>in</strong><strong>di</strong>candolo con grande precisione <strong>in</strong> ventiquattro mesi (art. 4comma 4). Inf<strong>in</strong>e, e su ciò torneremo più oltre, ha impegnato i servizi<strong>in</strong> un costante monitoraggio della situazione (art. 4 comma 3),con obbligo <strong>di</strong> relazioni perio<strong>di</strong>che al giu<strong>di</strong>ce tutelare.Queste <strong>in</strong>novazioni sono s<strong>in</strong>tomatiche <strong>di</strong> lacune e <strong>di</strong>fetti della vecchia<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a che si sono volute colmare, prima fra tutte quella deibamb<strong>in</strong>i <strong>di</strong>menticati <strong>in</strong> affidamento familiare. La <strong>di</strong>agnosi sulla gravitàdella crisi familiare e la prognosi sulla sua ricuperabilità e durata,e dunque sulla durata dell’affidamento, impegna i servizi a renderepossibile il rientro nella famiglia d’orig<strong>in</strong>e entro il term<strong>in</strong>e previsto.Una <strong>di</strong>agnosi eccessivamente ottimistica e una prognosi grossolanamenteerrata non possono certo essere s<strong>in</strong>tomi <strong>di</strong> elevata professionalitàdei servizi stessi. E la legge 149/2001, mo<strong>di</strong>ficando <strong>in</strong> questole vecchie norme della legge 184/1983, lascia capire che su questoaspetto dell’affidamento familiare non si è lavorato bene <strong>in</strong> passato.6. Affidamento familiare: a chiQualche significativa novità è stata <strong>in</strong>trodotta dalla legge149/2001 anche per quanto riguarda i requisiti degli affidatari.Secondo il vecchio testo dell’art. 2 primo comma, il m<strong>in</strong>ore potevaessere affidato «ad un’altra famiglia, possibilmente con figli m<strong>in</strong>ori,o ad una persona s<strong>in</strong>gola, o ad una comunità <strong>di</strong> tipo familiare».Nel nuovo testo, <strong>in</strong>vece, scompare dal primo comma il riferimentoalla comunità <strong>di</strong> tipo familiare. Dunque, è ora affidamento fami-


38I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>liare <strong>in</strong> senso stretto solo quello fatto a un’altra famiglia o a unapersona s<strong>in</strong>gola, non anche quello fatto a una comunità, sia pure<strong>di</strong> tipo familiare. Quest’ultimo caso è attualmente <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ato dalcomma 2 dello stesso articolo <strong>in</strong>sieme all’ipotesi (purtroppo, nonabbastanza residuale) del collocamento <strong>in</strong> istituto, e viene def<strong>in</strong>itonon già «affidamento», ma «<strong>in</strong>serimento». La mo<strong>di</strong>fica mostrache il legislatore ha voluto privilegiare il ricorso a famiglie, anchemonoparentali, tenendo <strong>in</strong> seconda l<strong>in</strong>ea («ove non sia possibilel’affidamento […] è consentito l’<strong>in</strong>serimento», art. 2. comma 2)l’ipotesi delle strutture residenziali anche se organizzate su modellifamiliari. Una scelta così ra<strong>di</strong>cale <strong>in</strong> favore dell’affidamento afamiglia o a s<strong>in</strong>gola persona non conv<strong>in</strong>ce del tutto. L’affidamentofamiliare non è la panacea per tutti i mali. Vi sono situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficilegestibilità, che possono forse essere affrontate meglio da piccolestrutture residenziali piuttosto che, s<strong>in</strong>golarmente, da privatiaffidatari.Va segnalata anche un’altra mo<strong>di</strong>fica, solo <strong>in</strong> apparenza marg<strong>in</strong>ale:secondo il nuovo testo dell’art. 2 comma 1, gli affidatari ol’affidatario devono essere <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> assicurare al m<strong>in</strong>ore nonsoltanto il mantenimento, l’educazione e l’istruzione, ma anche«le relazioni affettive <strong>di</strong> cui egli ha bisogno». L’aggiunta vale a sottol<strong>in</strong>earei rischi <strong>di</strong> un affidamento fatto male, che può causare alm<strong>in</strong>ore, oltre alla separazione dai genitori, anche una dolorosaper<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> amicizie e <strong>di</strong> relazioni affettive per lui importanti, comead esempio quelle con altri parenti (nonni, zii, cug<strong>in</strong>i) e con altrefigure per lui significative (<strong>in</strong>segnanti, amici, compagni <strong>di</strong> scuola,ecc.). E ciò può accadere sia perché l’affidamento viene fatto,senza oggettive necessità, ad affidatari che abitano lontano dallazona <strong>di</strong> residenza del m<strong>in</strong>ore, sia perché gli affidatari, pur abitandovic<strong>in</strong>o, ostacolano quelle relazioni. In entrambi i casi si tratta <strong>di</strong>affidamenti tecnicamente sbagliati, certamente pregiu<strong>di</strong>zievoliper il m<strong>in</strong>ore.Né la versione orig<strong>in</strong>aria della legge 184/1983 né le mo<strong>di</strong>ficheapportate dalla legge 149/2001 sembrano essersi curate <strong>di</strong> altrirequisiti degli affidatari o dell’affidatario, fatto salvo il criterio (perla verità alquanto ru<strong>di</strong>mentale) che preferisce le famiglie con figlim<strong>in</strong>ori, <strong>di</strong>retto a evitare il rischio <strong>di</strong> eccessivi attaccamenti. La leggenon specifica (né del resto avrebbe potuto farlo) quando preferirel’affidamento a famiglia e quando preferire quello a una persona


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE39s<strong>in</strong>gola. In realtà, la scelta del nucleo affidatario è <strong>di</strong> natura tecnicaed è compito dell’operatore. Essa richiede grande professionalità,dovendosi valutare le reali <strong>di</strong>sponibilità all’accoglienza degliaspiranti affidatari, e la loro capacità <strong>di</strong> rispondere ai bisogni delm<strong>in</strong>ore favorendone il rientro nella famiglia <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e. A questoproposito è significativo l’accenno contenuto nel comma 3 dell’art.1, dove la legge impegna Stato, Regioni ed enti locali a promuovere«corsi <strong>di</strong> preparazione e aggiornamento professionale degli operatorisociali nonché <strong>in</strong>contri <strong>di</strong> formazione e preparazione per lefamiglie e le persone che <strong>in</strong>tendono avere <strong>in</strong> affidamento o <strong>in</strong> adozionedei m<strong>in</strong>ori». È abbastanza evidente che, se queste cose già cifossero <strong>in</strong> misura adeguata, il richiamo del legislatore sarebbesuperfluo. Peccato che tutto ciò debba essere fatto «nei limiti dellerisorse f<strong>in</strong>anziarie <strong>di</strong>sponibili»: vale a <strong>di</strong>re, senza alcuno stanziamentoaggiuntivo da parte dello Stato per i già magri bilanci deglienti locali.Quando l’affidamento è fatto a una coppia, tra i requisiti non ècompreso quello del matrimonio. Dunque, l’affidamento può avvenireanche a una famiglia <strong>di</strong> fatto. In questa ipotesi non va però trascuratauna circostanza fondamentale, vale a <strong>di</strong>re l’impossibilitàgiuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> trasformare l’affidamento <strong>in</strong> adozione se dovesse <strong>in</strong>sorgereuno stato <strong>di</strong> abbandono. La coppia affidataria non coniugatanon presenta <strong>in</strong>fatti i requisiti <strong>di</strong> cui all’art. 6 comma 1 della legge184/1983 e qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, per poter adottare il m<strong>in</strong>ore affidato, dovrebbecontrarre matrimonio e <strong>di</strong>mostrare poi <strong>di</strong> avere stabilmente convissuto<strong>in</strong> precedenza per almeno tre anni (art. 6 comma 4 stessalegge). Nessun ostacolo <strong>in</strong>sormontabile presenterebbe <strong>in</strong>vece lamancanza del requisito dell’età, posto che il comma 5 dello stessoarticolo consente al tribunale per i m<strong>in</strong>orenni <strong>di</strong> derogare ai limitiord<strong>in</strong>ari quando risulti che dalla mancata adozione deriverebbe alm<strong>in</strong>ore un danno grave e non altrimenti evitabile.Nel caso <strong>di</strong> affidamento a una persona s<strong>in</strong>gola o a una famigliacomposta da persone dello stesso sesso (si pensi ad esempio a duesorelle nubili conviventi), l’unico sbocco possibile <strong>in</strong> casi <strong>di</strong> sopravvenutaadottabilità è quello dell’adozione <strong>in</strong> casi particolari, <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>atadall’art. 44 lett. d) e seguenti della legge 149/2001, con laprecisazione che nel secondo caso (famiglia composta da personedello stesso sesso) il m<strong>in</strong>ore potrebbe essere adottato da uno soltantodei due componenti. Tale sembra essere l’unica <strong>in</strong>terpretazio-


40I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>ne corretta del comma 3 dell’art. 44, là dove <strong>di</strong>ce che «l’adozione èconsentita […] anche a chi non è coniugato».Un altro requisito (se così si può chiamare) degli aspiranti affidataridovrebbe essere quello <strong>di</strong> non pensare all’affidamento come aun mezzo per aggirare le norme sull’adozione. Altro è proporsicome affidatari, altro è desiderare un figlio e fare domanda <strong>di</strong> adozione.Come si è visto, l’art. 2 comma 1 <strong>di</strong>spone che nella sceltasiano preferite la famiglie con figli m<strong>in</strong>ori. La norma mostra il timoredel legislatore del 1983, con<strong>di</strong>viso da quello del 2001, che la coppiasenza figli si proponga per l’affidamento, ma desideri <strong>in</strong> realtàun’adozione.Esperienze molto <strong>di</strong>ffuse all’estero privilegiano, per l’affidamentofamiliare, le cosiddette famiglie professionali: famiglie cioè chesi de<strong>di</strong>cano professionalmente, <strong>di</strong>etro retribuzione e a tempopieno, all’accoglienza <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori che debbono essere temporaneamenteallontanati dalla famiglia d’orig<strong>in</strong>e. In Italia questo sistemanon è <strong>di</strong>ffuso, e anzi è oggetto <strong>di</strong> critiche (Forcol<strong>in</strong>, 2003). Più <strong>di</strong>ffusoe certamente più valido sembra essere il sistema delle famiglieaffidatarie organizzate <strong>in</strong> associazioni familiari, che offre ilvantaggio <strong>di</strong> una maggiore motivazione umana da parte dellefamiglie stesse, unito alla possibilità <strong>di</strong> un cont<strong>in</strong>uo sostegno eaiuto reciproco.Nulla impe<strong>di</strong>sce che gli affidatari o l’affidatario vengano scelti daiservizi nell’ambito della famiglia allargata. In tal caso, si suole parlare<strong>di</strong> affidamento <strong>in</strong>trafamiliare. Benché questa appaia talvolta lascelta più facile, occorre considerare che il legame <strong>di</strong> parentela nonè <strong>di</strong> per sé garanzia <strong>di</strong> successo dell’affidamento. Tra i parenti affidatarie i genitori possono <strong>in</strong>sorgere tensioni anche maggiori <strong>di</strong>quelle che si verificano tra i genitori e una famiglia affidataria <strong>di</strong>estranei. Appartiene alla professionalità dei servizi saper valutare lamigliore soluzione.Benché la legge non ne parli, tra i criteri <strong>di</strong> scelta degli affidatarideve essere tenuto presente quello della territorialità. Infatti,durante l’affidamento familiare devono essere mantenuti e agevolat<strong>in</strong>on soltanto i rapporti con la famiglia d’orig<strong>in</strong>e (art. 5 comma2), ma anche le relazioni affettive <strong>di</strong> cui il m<strong>in</strong>ore ha bisogno (art.2 comma 1). La scelta <strong>di</strong> affidatari residenti <strong>in</strong> altra città o comunque<strong>in</strong> luogo non facilmente raggiungibile dalla residenza familiaredel m<strong>in</strong>ore costituisce un evidente ostacolo a tutto ciò e assimila


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE41l’affidamento a un vero e proprio sra<strong>di</strong>camento. Ovviamente, questonon vale quando si tratta <strong>di</strong> affidamenti che richiedono un rallentamentoo una temporanea <strong>in</strong>terruzione dei rapporti con i genitori,come può accadere nelle ipotesi <strong>di</strong> pronuncia dell’autorità giu<strong>di</strong>ziariaai sensi degli art. 333 e 330 cc. Ma questa dovrebbe esserel’eccezione e non la regola.Per quanto riguarda il m<strong>in</strong>ore, la legge non pone requisito alcuno.Anzi, nell’art. 1 comma 5 già citato, afferma solennemente cheogni m<strong>in</strong>ore ha <strong>di</strong>ritto a una famiglia «senza <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zione <strong>di</strong> sesso, <strong>di</strong>etnia, <strong>di</strong> età, <strong>di</strong> l<strong>in</strong>gua o <strong>di</strong> religione». A questo proposito non saràmale sottol<strong>in</strong>eare che la presenza <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori stranieri negli istituti enelle altre strutture residenziali è stimata attorno al 17%, e che illoro <strong>di</strong>ritto a rientrare <strong>in</strong> famiglia o a essere collocati <strong>in</strong> affidamentofamiliare non è <strong>in</strong>feriore a quello dei m<strong>in</strong>ori italiani.Ovviamente, il servizio dovrà scegliere gli affidatari o l’affidatario<strong>in</strong><strong>di</strong>viduando per ogni m<strong>in</strong>ore la soluzione più confacente. E a talriguardo occorre sottol<strong>in</strong>eare, con riferimento ai m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> teneraetà, che negli affidamenti dove il rischio <strong>di</strong> abbandono è elevato èbene che gli affidatari present<strong>in</strong>o f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio i requisiti per potersi“trasformare” <strong>in</strong> adottanti se <strong>in</strong>tervenga <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> adottabilità:senza <strong>di</strong> che, il m<strong>in</strong>ore rischia dolorosi e traumatici allontanamenti,o soluzioni giuri<strong>di</strong>camente meno sod<strong>di</strong>sfacenti rispettoall’adozione legittimante a cui avrebbe <strong>di</strong>ritto.7. Affidamento familiare e <strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> comunità o istitutiLe novità <strong>in</strong>trodotte con il nuovo testo dell’art. 2 sono <strong>di</strong> granderilievo. Occorre perciò esam<strong>in</strong>arle più da vic<strong>in</strong>o. La prima parte delcomma 2 dell’art. 2 stabilisce che, ove non sia possibile l’affidamentoa una famiglia o a una persona s<strong>in</strong>gola, è consentito l’<strong>in</strong>serimentodel m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> una comunità <strong>di</strong> tipo familiare. Il riferimentoall’impossibilità dell’affidamento pone delicati problemi <strong>di</strong> <strong>in</strong>terpretazione,dovendosi valutare se si tratta <strong>di</strong> impossibilità oggettiva(mancanza <strong>di</strong> aspiranti all’affidamento) o soggettiva (m<strong>in</strong>ore peril quale è sconsigliabile l’affidamento). Quest’ultima ipotesi sembrada preferire. Infatti, tenuto presente quanto detto sopra circa il<strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore a una famiglia e il corrispettivo dovere delle pubblicheamm<strong>in</strong>istrazioni <strong>di</strong> attuare l’affidamento, la prima ipotesi


42I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>f<strong>in</strong>irebbe per giustificare <strong>in</strong>erzie e ritar<strong>di</strong> degli enti locali e dei serviz<strong>in</strong>ell’applicazione della legge. Proprio queste <strong>in</strong>erzie e questiritar<strong>di</strong> hanno ostacolato s<strong>in</strong>o a ora la scarsa <strong>di</strong>ffusione dell’affidamentofamiliare.Nella categoria dell’impossibilità soggettiva possono rientrarequei casi <strong>in</strong> cui il m<strong>in</strong>ore rifiuta <strong>di</strong> entrare sia pure temporaneamente<strong>in</strong> un’altra famiglia; oppure quei casi <strong>di</strong> neonati per i quali si prospettaun rapi<strong>di</strong>ssimo <strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> preadozione; oppure ancoraquei casi detti <strong>di</strong> affido a rischio giuri<strong>di</strong>co, dove l’<strong>in</strong>certezza del proce<strong>di</strong>mentogiu<strong>di</strong>ziario <strong>in</strong> corso rende preferibile non creare legami<strong>di</strong> attaccamento troppo forti. In sostanza, sembra ragionevole<strong>in</strong>terpretare l’accezione «ove l’affidamento non sia possibile» comeriferita ai casi dove l’affidamento familiare appare seriamente contro<strong>in</strong><strong>di</strong>cato.Lo stesso articolo <strong>in</strong> esame precisa poi che per i m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> età <strong>in</strong>ferioreai sei anni l’<strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> comunità <strong>di</strong> tipo familiare è l’unicaalternativa all’affidamento, dovendosi categoricamente escludereper quella fascia <strong>di</strong> età il ricovero <strong>in</strong> istituto. Inf<strong>in</strong>e, il qu<strong>in</strong>tocomma dello stesso art. 2 <strong>di</strong>spone che gli standard m<strong>in</strong>imi dellecomunità e degli istituti per m<strong>in</strong>ori sono def<strong>in</strong>iti dalle Regioni nell’ambitodelle loro competenze, <strong>in</strong> base ai criteri fissati dallaConferenza Stato-Regioni.Ma l’<strong>in</strong>novazione più rilevante contenuta nell’art. 2 è quella delquarto comma, <strong>in</strong> base al quale, entro il 31 <strong>di</strong>cembre 2006, il ricovero<strong>in</strong> istituto deve essere superato «me<strong>di</strong>ante affidamento a unafamiglia e, ove ciò non sia possibile, me<strong>di</strong>ante <strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> comunità<strong>di</strong> tipo familiare caratterizzate da un’organizzazione e da rapporti<strong>in</strong>terpersonali analoghi a quelli <strong>di</strong> una famiglia». A questoproposito non va <strong>di</strong>menticato quanto stabilisce il comma 2 dell’art.1, richiamato all’<strong>in</strong>izio: che cioè le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>genza dei genitor<strong>in</strong>on possono essere <strong>di</strong> ostacolo al <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore alla propriafamiglia. Orbene, dalla ricerca effettuata nel 2003 dal <strong>Centro</strong>nazionale <strong>di</strong> documentazione per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza e citatapiù sopra, risultava che alla data del 30 giugno 2003 il 33% deim<strong>in</strong>ori presenti <strong>in</strong> istituto era stato ricoverato a causa <strong>di</strong> problemieconomici della famiglia.Il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> quei bamb<strong>in</strong>i è <strong>di</strong> tornarsene a casa propria, non <strong>di</strong>essere collocato <strong>in</strong> affidamento familiare e nemmeno <strong>in</strong> comunità<strong>di</strong> tipo familiare.


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE438. Affidamento familiare: come. Il progettoIn base all’art. 4, spetta al servizio locale decidere quando è ilcaso <strong>di</strong> ricorrere all’affidamento; spetta a lui proporlo ai genitoridel m<strong>in</strong>ore; spetta a lui ottenerne il consenso e sentire il m<strong>in</strong>orevalutandone le reazioni; spetta a lui determ<strong>in</strong>are – <strong>in</strong> accordo con igenitori – i tempi e i mo<strong>di</strong> dell’esercizio dei poteri dell’affidatario ele modalità <strong>di</strong> mantenimento dei rapporti tra famiglia d’orig<strong>in</strong>e em<strong>in</strong>ore. E spetta sempre al servizio <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare gli affidatari o l’affidatariopiù idonei, pre<strong>di</strong>sporre il progetto <strong>di</strong> affido, determ<strong>in</strong>arnela presumibile durata e progettare gli <strong>in</strong>terventi necessari per ilrecupero della famiglia d’orig<strong>in</strong>e.Tutto ciò deve essere <strong>in</strong><strong>di</strong>cato con chiarezza nel provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>affidamento familiare (art. 4 comma 3), che deve <strong>in</strong>oltre contenerel’<strong>in</strong><strong>di</strong>cazione del servizio responsabile del programma <strong>di</strong> assistenzae della vigilanza sull’affidamento.Dopo le mo<strong>di</strong>fiche <strong>in</strong>trodotte dalla legge 149/2001, il provve<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> affidamento deve <strong>in</strong>oltre contenere (art. 4 comma 4) l’<strong>in</strong><strong>di</strong>cazione,espressa <strong>in</strong> mesi, del periodo <strong>di</strong> presumibile durata dell’affidamentostesso, rapportabile al complesso <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong>rettial recupero della famiglia <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e e non superiore a ventiquattromesi. Nella sua versione precedente l’art. 4 nulla <strong>di</strong>sponeva a questoproposito, cosicché era frequente che il m<strong>in</strong>ore rimanesse moltoa lungo <strong>in</strong> affidamento, e che nel frattempo nessun <strong>in</strong>tervento <strong>di</strong>recupero venisse svolto <strong>in</strong> favore della famiglia d’orig<strong>in</strong>e: col risultatoche il ritorno del m<strong>in</strong>ore dai suoi genitori <strong>di</strong>veniva arduo, enon <strong>di</strong> rado impossibile. Bene ha fatto dunque il legislatore del2001 a <strong>in</strong>trodurre queste rigorose limitazioni, che devono responsabilizzarei servizi alla delicatezza e alla complessità dell’<strong>in</strong>tervento.L’affidamento familiare è un <strong>in</strong>tervallo, un ponte che deve averesu entrambe le sponde la famiglia d’orig<strong>in</strong>e. È un gravissimo erroretecnico e giuri<strong>di</strong>co considerare chiuso il caso una volta avvenutol’affidamento. In tal modo si confonde la partenza con l’arrivo, lostrumento per risolvere un problema con la soluzione del problemastesso, e da ciò deriva sempre un grave pregiu<strong>di</strong>zio per la famigliad’orig<strong>in</strong>e, per gli affidatari e, soprattutto, per il m<strong>in</strong>ore.Il term<strong>in</strong>e <strong>di</strong> ventiquattro mesi è prorogabile solo dal tribunale peri m<strong>in</strong>orenni e solo «qualora la sospensione dell’affidamento rechipregiu<strong>di</strong>zio al m<strong>in</strong>ore». Più che <strong>di</strong> sospensione si dovrebbe parlare


44I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong><strong>di</strong> cessazione, ma il concetto è ugualmente chiaro. Si tratta cioè <strong>di</strong>una situazione <strong>in</strong> cui, alla scadenza del term<strong>in</strong>e previsto, la famigliad’orig<strong>in</strong>e non è ancora <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> riprendere il m<strong>in</strong>ore con sé. Ciòpuò <strong>di</strong>pendere da molteplici cause, come ad esempio l’<strong>in</strong>sufficienzadel programma <strong>di</strong> recupero, la sopravvenienza <strong>di</strong> problemi imprevistio <strong>di</strong> situazioni che fanno temere uno stato <strong>di</strong> abbandono. In questicasi, un rientro nella famiglia d’orig<strong>in</strong>e potrebbe apparire per ilm<strong>in</strong>ore come prematuro e f<strong>in</strong>anche pregiu<strong>di</strong>zievole. Ogni valutazione<strong>in</strong> merito è tuttavia rimessa dalla legge all’autorità giu<strong>di</strong>ziaria(tribunale per i m<strong>in</strong>orenni), che potrebbe perciò concedere la proroga<strong>in</strong> tutto o <strong>in</strong> parte, oppure negarla ritenendola <strong>in</strong>giustificata. Iltribunale potrebbe anche negare la proroga rilevando che nel frattemposi è verificata una situazione che giustifica l’apertura <strong>di</strong> unproce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> adottabilità. In tal caso, tenuto conto delle limitazionialla proce<strong>di</strong>bilità d’ufficio <strong>in</strong>trodotti dalla stessa legge149/2001, il presidente dovrebbe trasmettere gli atti al PM, al qualespetterebbe valutare, ai sensi dell’art. 9 novellato, se proporre omeno ricorso per la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> adottabilità. In caso <strong>di</strong> <strong>in</strong>erziadel PM, è da vedere cosa potrà fare il tribunale, non potendosi ritenereche tale <strong>in</strong>erzia lo obblighi a rimanere a sua volta <strong>in</strong>erte.È questo uno dei molti pasticci fatti dal legislatore col sistemadelle riforme a s<strong>in</strong>ghiozzo e, <strong>in</strong> particolare, con la legge 149/2001.Ma l’entrata <strong>in</strong> vigore della parte processuale della legge è statasospesa con <strong>di</strong>verse proroghe. L’ultima, <strong>di</strong>sposta con decreto legge30 giugno 2005 n. 115, scadrà il 30 giugno 2006. F<strong>in</strong>o a quella data,e salvo ulteriori proroghe, il potere del presidente del tribunale <strong>di</strong><strong>in</strong>iziare d’ufficio il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> adottabilità deve ritenersiancora sussistente.9. Affidamento familiare: come. Il consensoL’affidamento familiare propriamente detto è un <strong>in</strong>tervento dellapubblica assistenza, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> per sua natura consensuale. Tutti i suoiattori cioè, e <strong>in</strong> particolare i genitori del m<strong>in</strong>ore, devono accettareliberamente e anzi con<strong>di</strong>videre la proposta del servizio, il quale dalcanto suo non ha alcun potere <strong>di</strong> imporre un tipo <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento chenecessariamente <strong>in</strong>cide sulla potestà genitoriale. Spetta al servizioconv<strong>in</strong>cere i genitori che l’affidamento corrisponde all’<strong>in</strong>teresse del


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE45figlio, spiegandone lo scopo, la temporaneità, gli aiuti e v<strong>in</strong>cendonele eventuali resistenze molto spesso dovute al timore <strong>di</strong> perdernel’affetto. Un consenso <strong>in</strong>formato, dunque: nel senso che il serviziodovrà chiarire molto bene il progetto e i poteri/doveri dei genitorie degli affidatari, tra i quali sarà opportuno pre<strong>di</strong>sporre <strong>in</strong>contriprelim<strong>in</strong>ari, <strong>di</strong>retti alla conoscenza reciproca.Non è previsto <strong>in</strong>vece un consenso del m<strong>in</strong>ore, ma solo che eglisia sentito se maggiore degli anni do<strong>di</strong>ci o anche prima se già capace<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento. Questa formula appare riduttiva, perché unaffidamento a cui il m<strong>in</strong>ore è contrario sembra avere ben pochepossibilità <strong>di</strong> successo. Il servizio non dovrà qu<strong>in</strong><strong>di</strong> limitarsi a sentireil m<strong>in</strong>ore, ma dovrà spiegargli le ragioni del progettato affidamento,la sua presumibile durata, le sue modalità. E dovrà fargliconoscere i futuri affidatari, perché egli possa gradualmente familiarizzarecon loro e mostrare <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>rli e <strong>di</strong> accettarli.Neppure è previsto dalla legge un consenso degli affidatari, maanche qui ragioni <strong>di</strong> buon senso lo rendono necessario, e anzi èbene che il loro consenso si concretizzi <strong>in</strong> un impegno scritto.10. Affidamento familiare: come. Il mancato consensoSe, nonostante tutto, i genitori rifiutano il consenso e il servizio èconv<strong>in</strong>to della necessità <strong>di</strong> allontanare temporaneamente il m<strong>in</strong>oreper collocarlo <strong>in</strong> affidamento familiare, è <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabile l’<strong>in</strong>terventodell’autorità giu<strong>di</strong>ziaria m<strong>in</strong>orile, unica competente ad affievolireo rimuovere, con le garanzie <strong>di</strong> legge, la potestà genitoriale. È aquesta ipotesi che fa riferimento il comma 2 dell’art. 4, che richiamaaltresì le norme del co<strong>di</strong>ce civile <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> decadenza e limitazionedella potestà (artt. 330 e seguenti). Il consenso dei genitor<strong>in</strong>on è richiesto nemmeno <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> urgente necessità: lo si deducedall’art. 2 comma 3 della legge 149/2001, nonché dall’art. 403 cc,che non è stato mo<strong>di</strong>ficato.Per la verità, gli affidamenti non consensuali dovrebbero rappresentarel’eccezione, o comunque la m<strong>in</strong>oranza. Viceversa, pur <strong>in</strong>mancanza <strong>di</strong> dati statistici atten<strong>di</strong>bili, si può <strong>di</strong>re che essi costituisconoancora un numero assai elevato. È la conseguenza <strong>di</strong> due fattoriconcomitanti: la mancanza <strong>di</strong> servizi qualificati per l’affidamentofamiliare e le resistenze dei genitori a cui sopra si è accennato.


46I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Non è una buona cosa, perché <strong>in</strong> tal modo un <strong>in</strong>tervento prettamenteassistenziale come l’affidamento familiare si trasforma <strong>in</strong> un<strong>in</strong>tervento giu<strong>di</strong>ziario fatto per ord<strong>in</strong>e del giu<strong>di</strong>ce. Ciò rende moltopiù <strong>di</strong>fficili i rapporti fra genitori e affidatari e richiede ai serviziuno sforzo assai maggiore.Va notato che il potere del tribunale per i m<strong>in</strong>orenni <strong>di</strong> allontanareil m<strong>in</strong>ore dalla casa familiare per proteggerlo da situazioni perlui pregiu<strong>di</strong>zievoli non è cosa nuova. In particolare, l’art. 333 cc, <strong>di</strong>cui si fa larga applicazione nella pratica, stabilisce che il tribunale,quando <strong>di</strong>spone limitazioni alla potestà del genitore, «può adottarei provve<strong>di</strong>menti convenienti» per il m<strong>in</strong>ore: e dunque, anche ilsuo affidamento a un nucleo familiare idoneo, anche a presc<strong>in</strong>deredall’<strong>in</strong>tervento dei servizi. Questo tipo <strong>di</strong> affidamento è chiamatoda molti “affidamento giu<strong>di</strong>ziario”. Si <strong>di</strong>scute se esso costituisca untertium genus rispetto a quello cui fa riferimento il comma 2 dell’art.4 sopra citato, o se ormai anche l’affidamento <strong>di</strong>sposto dal tribunaledebba seguire, <strong>in</strong> quanto applicabili, le <strong>di</strong>sposizioni dell’art.4 e dell’art. 5 legge 149/2001: <strong>in</strong> particolare, quelle sulla duratamassima fissata <strong>in</strong> ventiquattro mesi. Sembra tuttavia <strong>di</strong>fficile sostenereche quella limitazione, <strong>in</strong>trodotta dal legislatore del 2001 conriferimento al progetto dei servizi, sia applicabile anche ai provve<strong>di</strong>mentidell’autorità giu<strong>di</strong>ziaria, tanto più che questa è competentea decidere sulle richiese <strong>di</strong> proroga <strong>di</strong> quel term<strong>in</strong>e. Con ciò nonsi vuol <strong>di</strong>re che gli affidamenti <strong>di</strong>sposti dal giu<strong>di</strong>ce siano sempreben fatti: ma questo è tutto un altro <strong>di</strong>scorso.11. Affidamento familiare: i doveri e i poteri dell’affidatarioCon il nuovo testo dell’art. 5, la legge 149/2001 ha cercato <strong>di</strong> farechiarezza sui doveri e poteri dell’affidatario, non sufficientementedef<strong>in</strong>iti nella precedente versione della norma. Come già nel testo del1983, resta fermo il dovere <strong>di</strong> accogliere il m<strong>in</strong>ore e <strong>di</strong> provvedere alsuo mantenimento, educazione e istruzione, tenendo conto delle<strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni dei genitori per i quali non vi sia stata decadenza dellapotestà, e osservando le prescrizioni dell’autorità affidante. In aggiunta,la nuova formulazione dell’art. 5 comma 1 prevede ora chel’affidatario eserciti <strong>in</strong> ogni caso i poteri della potestà parentale relativiagli ord<strong>in</strong>ari rapporti con la scuola e con le autorità sanitarie. Ciò


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE47significa che per le decisioni rilevanti che concernono l’<strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo scolasticoe per quelle che riguardano <strong>in</strong>terventi sanitari non ord<strong>in</strong>ari ènecessario il consenso dei genitori, perché si tratta <strong>di</strong> decisioni e <strong>di</strong>rapporti che non possono considerarsi ord<strong>in</strong>ari. Tutto ciò non vale, ovviamente,se c’è stata decadenza della potestà ai sensi dell’art. 330 cc.In ogni caso, e questa <strong>in</strong>novazione è stata saggia, il nuovo testodell’art. 1 stabilisce che l’affidatario deve essere sentito <strong>in</strong> tutti iproce<strong>di</strong>menti <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> potestà, <strong>di</strong> affidamento e <strong>di</strong> adottabilitàrelativi al m<strong>in</strong>ore affidato.Altra rilevante mo<strong>di</strong>fica <strong>in</strong>trodotta dalla legge 149/2001 è lo spostamentodell’obbligo <strong>di</strong> agevolare i rapporti con la famiglia d’orig<strong>in</strong>edall’affidatario ai servizi sociali, ai quali spetta <strong>in</strong>oltre il compito<strong>di</strong> svolgere opera <strong>di</strong> sostegno educativo e psicologico e <strong>di</strong>gestire la delicata fase del rientro <strong>in</strong> famiglia (art. 5 comma 2). Lamo<strong>di</strong>fica tende a creare un cusc<strong>in</strong>etto tra famiglia d’orig<strong>in</strong>e e affidatari,che tuttavia non sembra consona al vero spirito dell’affidamentofamiliare.La legge 149/2001 ha, <strong>in</strong>oltre, mo<strong>di</strong>ficato il vecchio art. 80 dellalegge 184/1983, stabilendo che agli affidatari si estendono tutti ibenefici <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> astensione obbligatoria e facoltativa dal lavoro,<strong>di</strong> permessi per malattia e <strong>di</strong> riposi giornalieri previsti per i genitoribiologici. Nessuna mo<strong>di</strong>fica <strong>in</strong>vece per quanto riguarda gli assegnifamiliari, che già <strong>in</strong> base al vecchio testo dell’art. 80 potevanoessere erogati all’affidatario con provve<strong>di</strong>mento del giu<strong>di</strong>ce. Lanecessità <strong>di</strong> una decisione del giu<strong>di</strong>ce riconduce quest’ultima ipotesiai casi <strong>di</strong> affidamento non consensuale <strong>di</strong>sposto dal tribunale peri m<strong>in</strong>orenni (art. 4 comma 2), non sembrando che il giu<strong>di</strong>ce tutelarepossa provvedervi <strong>in</strong> sede <strong>di</strong> esecutorietà del provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>affidamento consensuale.12. La cessazione dell’affidamentoSecondo l’art. 4 comma 5, l’affidamento cessa con provve<strong>di</strong>mentodella stessa autorità che l’ha <strong>di</strong>sposto quando sia venuta meno latemporanea <strong>di</strong>fficoltà della famiglia d’orig<strong>in</strong>e o quando la sua prosecuzionerechi pregiu<strong>di</strong>zio al m<strong>in</strong>ore. Occorre dunque un formaleprovve<strong>di</strong>mento, che sarà dell’ente locale nell’ipotesi <strong>di</strong> affidamentoconsensuale, del tribunale per i m<strong>in</strong>orenni nel caso dell’art. 4 comma


48I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>2. Se il provve<strong>di</strong>mento è dell’ente locale, sarà necessario un decretodel giu<strong>di</strong>ce tutelare che ne <strong>di</strong>chiara l’esecutorietà, così come è necessarioper l’<strong>in</strong>izio dell’affidamento: altrimenti la cessazione deve considerarsiillegittima. Dunque, la valutazione del superamento dellatemporanea <strong>di</strong>fficoltà della famiglia d’orig<strong>in</strong>e viene fatta dal serviziosociale responsabile dell’affidamento, ma il suo giu<strong>di</strong>zio è sottopostoalla valutazione del giu<strong>di</strong>ce tutelare. Questo <strong>in</strong>fatti, a normadell’art. 4 comma 6, se non ritiene <strong>di</strong> rendere esecutivo il provve<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> cessazione può richiedere al tribunale per i m<strong>in</strong>orenni ulterioriprovve<strong>di</strong>menti nell’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore. Fra questi, evidentemente,la prosecuzione dell’affidamento, o anche l’apertura <strong>di</strong> unproce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> potestà o <strong>di</strong> stato <strong>di</strong> abbandono.Il rientro del m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> famiglia a seguito <strong>di</strong> cessazione dell’affidamentoè gestito, come si è detto, dal servizio sociale, che vi provvedesecondo le modalità più idonee, avvalendosi delle competenzeprofessionali delle altre strutture del territorio e dell’opera delleassociazioni familiari <strong>in</strong><strong>di</strong>cate dagli affidatari.13. Progetti <strong>di</strong> riforma e occasioni perduteBenché la legge 149/2001 sia molto recente, va notato che <strong>in</strong> questoscorcio <strong>di</strong> f<strong>in</strong>e legislatura numerosi <strong>di</strong>segni e proposte <strong>di</strong> leggeconcernenti l’affidamento familiare e l’adozione sono stati presentatialle Camere. Vale la pena <strong>di</strong> far cenno ai più rilevanti.La proposta <strong>di</strong> legge C5737 – presentata alla Camera <strong>in</strong> data 22marzo 2005 – d’<strong>in</strong>iziativa della deputata Burani Procacc<strong>in</strong>i, presidentedella Commissione bicamerale per l’<strong>in</strong>fanzia, Introduzione dell’istitutodell’affidamento familiare <strong>in</strong>ternazionale e <strong>di</strong>sposizioni <strong>in</strong>materia <strong>di</strong> organizzazione e funzioni della Commissione per le adozioni<strong>in</strong>ternazionali, è certamente la più significativa. Essa prevede,per la parte che qui <strong>in</strong>teressa, l’<strong>in</strong>troduzione dell’istituto dell’affidamentofamiliare <strong>in</strong>ternazionale. A tal f<strong>in</strong>e propone che sia <strong>in</strong>seritodopo l’art. 5 della legge 1983 n. 184 (e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> subito dopo gli articolirelativi all’affidamento familiare <strong>di</strong> cui si è appena detto) un titoloI ter, riguardante i m<strong>in</strong>ori residenti <strong>in</strong> uno Stato estero privi temporaneamente<strong>di</strong> un ambiente familiare idoneo, collocati o meno <strong>in</strong> unistituto <strong>di</strong> assistenza, quando sia accertato che non è possibile procederea un affidamento familiare nei loro Stati <strong>di</strong> provenienza.


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE49La proposta limita l’affidamento <strong>in</strong>ternazionale ai Paesi stranieriche riconoscono tale istituto giuri<strong>di</strong>co e stabiliscono, anche me<strong>di</strong>anteaccor<strong>di</strong> bilaterali con l’Italia, che esso sia <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ato dai seguentipr<strong>in</strong>cipi: presenza dell’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore; rispetto della normativasull’immigrazione; durata massima <strong>di</strong> due anni con possibilità<strong>di</strong> proroga; programma <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento f<strong>in</strong>alizzato al superamentodelle <strong>di</strong>fficoltà della famiglia d’orig<strong>in</strong>e, oppure alla svolgimento <strong>di</strong>cure sanitarie, oppure alla frequenza <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> formazione(art. 5).Chi desidera proporsi per un affidamento familiare <strong>in</strong>ternazionaledeve presentare una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità ai servizi socioassistenzialidegli enti locali che verificano l’idoneità della famigliarichiedente e, <strong>in</strong> caso positivo, rilasciano una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> autorizzazioneall’affidamento <strong>in</strong>ternazionale. Tale <strong>di</strong>chiarazione è trasmessaal tribunale per i m<strong>in</strong>orenni. Sulla falsariga <strong>di</strong> quanto ancheadesso prevede il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> adozione <strong>in</strong>ternazionale, gli aspirantiall’affidamento <strong>in</strong>ternazionale <strong>in</strong> possesso della <strong>di</strong>chiarazione<strong>di</strong> autorizzazione devono conferire l’<strong>in</strong>carico a un ente <strong>di</strong> <strong>in</strong>terme<strong>di</strong>azioneautorizzato, che svolge le pratiche necessarie presso le competentiautorità del Paese d’orig<strong>in</strong>e del m<strong>in</strong>ore. Il provve<strong>di</strong>mentostraniero <strong>di</strong> affidamento familiare è poi <strong>di</strong>chiarato efficace <strong>in</strong> Italiadalla Commissione per le adozioni e gli affidamenti <strong>in</strong>ternazionali.Trascorsi due anni <strong>di</strong> affidamento, le autorità competenti delPaese d’orig<strong>in</strong>e possono emettere uno o più provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> prorogase valutano che la sua sospensione possa essere pregiu<strong>di</strong>zievoleper il m<strong>in</strong>ore. Se la proroga è stata <strong>di</strong>sposta a causa del perduraredelle <strong>di</strong>fficoltà che hanno dato luogo all’affidamento, l’affidamentofamiliare può sfociare <strong>in</strong> adozione <strong>in</strong>ternazionale a questedue con<strong>di</strong>zioni concorrenti: a) che l’autorità estera competenteabbia verificato lo stato <strong>di</strong> abbandono o <strong>di</strong> semiabbandono delm<strong>in</strong>ore; b) che la coppia affidataria abbia ottenuto dal tribunaleper i m<strong>in</strong>orenni l’idoneità all’adozione <strong>in</strong>ternazionale.Previsioni non troppo <strong>di</strong>verse nella sostanza (affidamento perdue anni prorogabili) prevede il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge S3373, presentatoal Senato dal m<strong>in</strong>istro per le Pari opportunità StefaniaPrestigiacomo, contenente Mo<strong>di</strong>fiche e <strong>in</strong>tegrazioni alla <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a<strong>in</strong> materia <strong>di</strong> adozione e <strong>di</strong> affidamento <strong>in</strong>ternazionali.Non si fa parola <strong>in</strong>vece, nei due <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> legge, <strong>di</strong> un fenomenoimponente ed estremamente bisognoso <strong>di</strong> normazione: quello dei


50I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>35.000 bamb<strong>in</strong>i e ragazzi che entrano ogni anno <strong>in</strong> Italiadall’Europa dell’Est e soprattutto dalla Bielorussia per i cosiddettisoggiorni climatici temporanei, forma <strong>di</strong> solidarietà <strong>in</strong>ternazionaleche, accanto ad aspetti positivi, presenta rischi e problematicità piùvolte e <strong>in</strong>vano messi <strong>in</strong> evidenza dagli osservatori più attenti(Busnelli et al., 2000).14. Considerazioni conclusiveDall’approvazione della legge 4 maggio 1983 n. 184 sono passatiormai più <strong>di</strong> vent’anni. In questo periodo, quella sua parte cheriguarda l’adozione dei m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> abbandono ha dato frutti moltopositivi, <strong>in</strong>cidendo <strong>in</strong> maniera rilevante sullo stesso costume. Al contrario,malgrado numerosi tentativi e <strong>in</strong>numerevoli congressi, laparte relativa all’affidamento familiare ha ricevuto un’applicazioneassai modesta, e non c’è motivo <strong>di</strong> sperare che le mo<strong>di</strong>fiche <strong>in</strong>trodottedalla legge 149/2001 possano capovolgere la situazione. Esse,<strong>in</strong>fatti, riguardano la normativa civilistica e non quella amm<strong>in</strong>istrativa,<strong>di</strong> istituzione e organizzazione del servizio, né tantomenoquella relativa alla <strong>di</strong>sponibilità f<strong>in</strong>anziaria.Ma non sono questi i soli ostacoli. Altri, <strong>di</strong> peso forse maggiore,sembrano aver bloccato da oltre vent’anni <strong>in</strong> Italia la <strong>di</strong>ffusione dell’affidamentofamiliare. In primo luogo, l’adozione ha potuto avereun così rilevante sviluppo perché, accanto all’apertura all’accoglienza,si è giovata della sp<strong>in</strong>ta propulsiva del desiderio <strong>di</strong> genitorialità,particolarmente vivo <strong>in</strong> un contesto caratterizzato da un fortecalo della natalità. Di questa sp<strong>in</strong>ta non ha potuto giovarsi l’affidamentofamiliare, tutto centrato sull’accoglienza e non sulla genitorialità.Per <strong>di</strong> più, le stesse caratteristiche della famiglia italiana, persua natura chiusa, possessiva, poco <strong>di</strong>sponibile a con<strong>di</strong>videre conaltri la relazione genitori-figli, ha svolto un ruolo frenante: e questovale sia per le famiglie affidatarie che per quelle d’orig<strong>in</strong>e.Non m<strong>in</strong>ore peso ha avuto la frammentazione della pubblica assistenzaa livello comunale, e la conseguente mancanza <strong>di</strong> serviziadeguati al <strong>di</strong> fuori dei gran<strong>di</strong> centri urbani. E anche <strong>in</strong> questi, fattesalve alcune eccezioni, le politiche assistenziali <strong>di</strong>rette ad aiutare lefamiglie e i m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà sono state gravemente carenti, espesso del tutto assenti. È mancata <strong>in</strong>fatti, f<strong>in</strong>o alla legge 328/2000,


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE51una legge quadro sulla pubblica assistenza per garantire su tutto ilterritorio nazionale livelli <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento m<strong>in</strong>imi uniformi.Anche la magistratura ha le sue colpe. I giu<strong>di</strong>ci tutelari, con rarissimeeccezioni, hanno omesso <strong>di</strong> esercitare il controllo sugli istituti,<strong>di</strong> loro competenza dalla legge 184/1983 f<strong>in</strong>o alla legge 149/2001. Itribunali per i m<strong>in</strong>orenni non si sono sufficientemente attivati peraffermare il <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore a una famiglia e troppo a lungohanno consentito ricoveri <strong>in</strong> istituto o altre strutture residenzialiper m<strong>in</strong>ori che avrebbero dovuto <strong>in</strong>vece beneficiare dell’affidamentofamiliare. Il pubblico m<strong>in</strong>istero m<strong>in</strong>orile è stato del tuttolatitante.È mancata <strong>in</strong>somma, e questo è il limite maggiore, la riconversionedell’<strong>in</strong>tervento assistenziale, tra<strong>di</strong>zionalmente effettuato colricovero <strong>in</strong> istituto: e ciò sia nella mentalità degli amm<strong>in</strong>istratoriche nella prassi degli operatori. Tutto ciò fa dubitare che, <strong>in</strong> uncontesto sociale profondamente mutato per il fenomeno dell’immigrazionee per i nascenti problemi <strong>di</strong> una società multietnica,l’affidamento familiare possa trovare la sua giusta collocazione fragli strumenti <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento <strong>in</strong> <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori: senzaenfatizzarlo come la panacea per tutti i mali, ma senza farne unaspecie <strong>di</strong> araba fenice come troppo a lungo è stato <strong>in</strong> questi ventitréanni <strong>di</strong> vita.Non pare sufficiente a tal f<strong>in</strong>e il richiamo un po’ declamatoriodell’art. 1 comma 5 della legge 149/2001 contro le <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>azionirazziali. E anche il giusto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ricovero <strong>in</strong> istituto dei m<strong>in</strong>orisotto i sei anni <strong>di</strong> età contenuto nell’art. 2 comma 4 rischia <strong>di</strong> coprireoperazioni “gattopardesche”, <strong>in</strong> mancanza <strong>di</strong> una forte volontà<strong>di</strong> cambiamento delle Regioni e delle amm<strong>in</strong>istrazioni locali.In conclusione, preoccupa che, <strong>in</strong> un contesto dove non si riescead applicare l’affidamento familiare ai bamb<strong>in</strong>i che sono fra noi,spunt<strong>in</strong>o proposte come quelle menzionate più sopra, <strong>di</strong>rette a istituireun cosiddetto affidamento familiare <strong>in</strong>ternazionale, il quale,se le proposte <strong>di</strong>verranno legge, avrà sicuramente grande successo,dal momento che – ben <strong>di</strong>versamente dall’affidamento vero e proprio– mette al sicuro da fasti<strong>di</strong>ose <strong>in</strong>gerenze della famiglia <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>ee assicura tutti i vantaggi <strong>di</strong> un’adozione “<strong>in</strong> prova”, fatta conpossibilità <strong>di</strong> recesso unilaterale da parte degli affidatari e qu<strong>in</strong>d<strong>in</strong>on già nell’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore, ma ancora una volta <strong>in</strong> quellodegli adulti.


52I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Riferimenti bibliograficiAssociazione Gian Paolo Meucci (a cura <strong>di</strong>)1994 La preadolescenza nella nostra società: problemi e prospettive. Attidel convegno, Firenze 13-15 maggio 1994, Firenze, Regione <strong>Toscana</strong>(Quaderni <strong>di</strong> Educare <strong>in</strong> comunità, n. 6)Bouchard, M. et al.1997 Quando un bamb<strong>in</strong>o viene allontanato. Diritti del bamb<strong>in</strong>o, <strong>di</strong>rittidegli altri, Milano, Franco AngeliBusnelli, E.F. et al.2000 L’accoglienza temporanea dei bamb<strong>in</strong>i stranieri, <strong>in</strong> «Stu<strong>di</strong> Zancan»,n. 5<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione e analisi per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza1999 I bamb<strong>in</strong>i e gli adolescenti fuori dalla famiglia. Indag<strong>in</strong>e sulle struttureresidenziali educativo-assistenziali <strong>in</strong> Italia, 1998, Firenze,Istituto degli Innocenti (Pianeta <strong>in</strong>fanzia, n. 9)2004 I bamb<strong>in</strong>i e gli adolescenti negli istituti per m<strong>in</strong>ori, Firenze, Istitutodegli Innocenti (Questioni e documenti, n. 33)<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> prevenzione e <strong>di</strong>fesa sociale e amm<strong>in</strong>istrazioneprov<strong>in</strong>ciale <strong>di</strong> Milano1973 Affidamenti familiari, Padova, CedamCirillo, S., Cipoll<strong>in</strong>i, M.V.1994 L’assistente sociale ruba i bamb<strong>in</strong>i? Milano, Raffaello Cort<strong>in</strong>aDe Rienzo, E., Saccoccio, C., Tortello, M.1989 Le due famiglie. Esperienze <strong>di</strong> affidamento familiare nei racconti deiprotagonisti, Tor<strong>in</strong>o, Rosenberg & SellierDell’Antonio, A.M.1990 Ascoltare il m<strong>in</strong>ore. L’au<strong>di</strong>zione del m<strong>in</strong>ore nei proce<strong>di</strong>menti civili,Milano, Giuffrè1994 Bamb<strong>in</strong>i <strong>di</strong> colore <strong>in</strong> affido e <strong>in</strong> adozione, Milano, Raffaello Cort<strong>in</strong>aFa<strong>di</strong>ga, L.2003 L’adozione, una famiglia per chi non ce l’ha, Bologna, Il mul<strong>in</strong>oF<strong>in</strong>occhiaro, A., F<strong>in</strong>occhiaro, M.1983 Discipl<strong>in</strong>a dell’adozione e dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori. Commentoteorico-pratico alla legge 4 maggio 1983 n. 184, Milano, Giuffrè2001 Adozione e affidamento dei m<strong>in</strong>ori. Commento alla nuova <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a(l. 20 marzo 2001, n. 149 e d.l. 24 aprile 2001, n. 150), Milano,GiuffrèForcol<strong>in</strong>, C.2003 Famiglie professionali o semplici famiglie affidatarie?, <strong>in</strong>«M<strong>in</strong>origiustizia», n. 4Giann<strong>in</strong>o, P., Avallone, P.2000 I servizi <strong>di</strong> assistenza ai m<strong>in</strong>ori, Padova, CedamGreco, O., et al.1996 Il bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong> affido e i suoi legami familiari, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>origiustizia», n. 2


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE532004 L’affidamento familiare secondo la legge 149/2001. Essere “genitori”ed essere “figli” nell’affidamento familiare, <strong>in</strong> AIAF, L’avvocatodel m<strong>in</strong>ore (Quaderno, n. 1), p. 224-229Guida, A.M.2004 L’affidamento familiare consensuale, <strong>in</strong> AIAF, L’avvocato del m<strong>in</strong>ore(Quaderno, n. 1), p. 186-192Guidetti Serra, B., Santanera, F.1973 Il paese dei Celest<strong>in</strong>i. Istituti <strong>di</strong> assistenza sotto processo, Tor<strong>in</strong>o,E<strong>in</strong>au<strong>di</strong>Lenti, L.2002 M<strong>in</strong>orenni <strong>in</strong> affidamento e responsabilità civile, <strong>in</strong> Id. (a cura <strong>di</strong>),Tutela civile del m<strong>in</strong>ore e <strong>di</strong>ritto sociale della famiglia, Milano,Giuffrè. Fa parte <strong>di</strong> Trattato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong>retto da PaoloZattiMeucci, G.P.1991 I figli non sono nostri. Colloqui <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>ce dei m<strong>in</strong>orenni, Firenze,VallecchiNicolò, A.M., Re, P., Rocchetto, F.2002 Affido e adozione. Tra il <strong>di</strong>ritto e i <strong>di</strong>ritti dei bamb<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>«Interazioni», n. 2Sacchetti, L.1984 L’affidamento dei m<strong>in</strong>ori. Sistematica giuri<strong>di</strong>ca, Rim<strong>in</strong>i, Maggioli1986 Il commentario dell’adozione e dell’affidamento, Rim<strong>in</strong>i, MaggioliVercellone, P.2002 L’affidamento, <strong>in</strong> Lenti, L. (a cura <strong>di</strong>), Tutela civile del m<strong>in</strong>ore e <strong>di</strong>rittosociale della famiglia, Milano, Giuffrè. Fa parte <strong>di</strong> Trattato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong>retto da Paolo Zatti


54I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Servizi sociali e affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori1. Lo sviluppo dell’affidamentoL’affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori a famiglie era attuato negli enti cheavevano la competenza <strong>di</strong> assistenza ai m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong>versi decenniprima che la legge 184/1983 lo def<strong>in</strong>isse e <strong>in</strong>quadrasse nella formaattuale.Negli anni Sessanta con l’<strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> questi enti <strong>di</strong> assistentisociali, pedagogisti e psicologi si è gradualmente formata eaff<strong>in</strong>ata una metodologia <strong>di</strong> lavoro sociale, psicologico, educativoche qualifica oggi l’affidamento come un <strong>in</strong>tervento complessoal quale, pur essendo la responsabilità assegnata all’assistentesociale, concorrono più professionalità.Meritano <strong>di</strong> essere citate le esperienze dell’ONMI, dell’ENAOLI edell’Ufficio <strong>di</strong>strettuale <strong>di</strong> servizio sociale del M<strong>in</strong>istero <strong>di</strong> graziae giustizia.Un impulso all’affidamento familiare è venuto nello stesso periododalla critica al modello tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> assistenza ai m<strong>in</strong>ori, comea tutte le persone bisognose <strong>di</strong> assistenza, attraverso il ricovero <strong>in</strong>istituti. La critica portata avanti prima da associazioni, da riviste <strong>di</strong>stu<strong>di</strong> sociali, psicologi e giuri<strong>di</strong>ci è poi confluita <strong>in</strong> un ampio movimentoculturale e politico che ha <strong>in</strong>nescato quel processo <strong>di</strong> deistituzionalizzazioneche dalla metà degli anni Settanta ha <strong>in</strong>vestito ilmondo, f<strong>in</strong>o ad allora appartato dell’assistenza, non solo ai m<strong>in</strong>ori,mo<strong>di</strong>ficandolo ra<strong>di</strong>calmente. Con il DPR 616/1977 che ha trasferitoalle Regioni le competenze <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> assistenza si sono superatigli enti nazionali, organizzati per categorie <strong>di</strong> “bisognosi” e tuttigli <strong>in</strong>terventi e le prestazioni sono stati ricomposti a livello territorialenella gestione degli enti locali che, tuttavia, f<strong>in</strong>o ad allora avevanoscarse esperienze <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi per i problemi dei m<strong>in</strong>ori aeccezione della Prov<strong>in</strong>cia, ma limitatamente ai m<strong>in</strong>ori riconosciuti.In <strong>Toscana</strong> l’affidamento dei m<strong>in</strong>ori è da tempo una prassi consolidatanei servizi. La prima legge <strong>regionale</strong> <strong>di</strong> riord<strong>in</strong>o dell’assistenzaapprovata nel 1976, accogliendo le istanze <strong>di</strong> cambiamentoculturale, organizzativo e politico dei servizi sanitari, sociali,educativi molto <strong>di</strong>ffuse <strong>in</strong> quel periodo, attribuisce ai servizi iseguenti compiti:


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE55• prevenire o rimuovere le situazioni <strong>di</strong> abbandono e <strong>di</strong> bisogno;• assicurare il mantenimento o il re<strong>in</strong>serimento dei soggett<strong>in</strong>el proprio nucleo familiare, ovvero <strong>in</strong> un altro ritenuto idoneoe, comunque, assicurare la permanenza nel proprio ambiente.Successivamente con la LR 28/1980 la Regione ha def<strong>in</strong>ito irequisiti <strong>di</strong> idoneità delle strutture <strong>di</strong> ospitalità (comunità educative,case famiglia) e delle famiglie o persone affidatarie o ospitanti.Siamo <strong>in</strong> anticipo sulla legge 184/1983 alla quale va riconosciutoun contributo essenziale nel riconoscimento del <strong>di</strong>ritto delbamb<strong>in</strong>o a essere educato nella propria famiglia e, quando privato<strong>di</strong> un ambiente idoneo, a essere affidato ad altra famiglia, auna persona s<strong>in</strong>gola o a comunità educativa.F<strong>in</strong>o alla legge 184/1983 l’affidamento a famiglie, ma anche acomunità educative era un <strong>in</strong>tervento comunque molto limitatoe sperimentale, solo alcuni enti locali lo praticavano anche perchél’organizzazione del sistema assistenziale certamente non lofavoriva.La legge ha avuto il grande pregio <strong>di</strong> stabilire i pr<strong>in</strong>cipi che sp<strong>in</strong>gevanoalla trasformazione del sistema <strong>di</strong> assistenza ai m<strong>in</strong>ori:• il m<strong>in</strong>ore ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere educato nell’ambito della propriafamiglia (art. 1 comma 1);• il m<strong>in</strong>ore che sia privo <strong>di</strong> un ambiente familiare idoneo puòessere affidato a un’altra famiglia, a una persona s<strong>in</strong>gola e auna comunità <strong>di</strong> tipo familiare (art. 2 comma 1).Il ricovero <strong>in</strong> istituti <strong>di</strong> assistenza è un’ipotesi residuale.Naturalmente la sua attuazione ha trovato con<strong>di</strong>zioni favorevoli<strong>in</strong> quelle realtà come la <strong>Toscana</strong> dove le istituzioni che avevanogià elaborato questi pr<strong>in</strong>cipi e il processo <strong>di</strong> deistituzionalizzazioneera ampiamente con<strong>di</strong>viso e già avviato.Successivamente alla emanazione della legge 184/1983 laRegione al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> qualificare e rendere uniforme sul territorio<strong>regionale</strong> il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> affidamento familiare ha adottatoalcune <strong>di</strong>rettive specifiche <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e al sostegno economico per lefamiglie affidatarie (delibera CR n. 364/1993) e alla organizzazionee funzionamento del servizio per l’affidamento familiare(delibera CR n. 348/1994).


56I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>2. Le funzioni dell’affidamentoLa legge 149/2001 mo<strong>di</strong>ficando la legge 184/1983 ha chiaramentedef<strong>in</strong>ito l’affidamento quale <strong>in</strong>tervento temporaneo che si prefiggetre obiettivi:• limitare per il m<strong>in</strong>ore i danni derivanti dalla permanenza <strong>in</strong> unafamiglia non <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> corrispondere alle sue esigenze <strong>di</strong> crescita;• assicurare al m<strong>in</strong>ore un ambiente idoneo per il suo mantenimento,la sua educazione e le sue esigenze affettive;• attivare e realizzare un progetto <strong>di</strong> recupero delle capacitàdella famiglia per il re<strong>in</strong>serimento del m<strong>in</strong>ore nella medesima.La normativa attuale ha rafforzato la temporaneità dell’affidamento– sia a famiglia sia a servizi residenziali socioeducativi – fissandonela durata massima <strong>in</strong> ventiquattro mesi.L’<strong>in</strong>serimento del m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> una famiglia o <strong>in</strong> una struttura educativanon è un <strong>in</strong>tervento <strong>in</strong> sé sufficiente, capace <strong>di</strong> risolvere i problemida cui orig<strong>in</strong>a, ma fa parte, quando è necessario ricorrervi, <strong>di</strong>un programma <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi, f<strong>in</strong>alizzati a rimuovere le cause chehanno portato all’allontanamento e a sostenere la famiglia nel percorso<strong>di</strong> recupero della propria funzionalità e delle con<strong>di</strong>zioni idoneeper il rientro del m<strong>in</strong>ore.L’affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori a soggetti <strong>di</strong>versi dai genitori è sempreun affidamento all’ente locale (Comune) competente per la tuteladei m<strong>in</strong>ori.Comunque le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>genza dei genitori non possonoessere motivo per l’allontanamento dei figli m<strong>in</strong>ori dalla famigliaalla quale <strong>in</strong>vece devono essere prioritariamente dest<strong>in</strong>ati aiuti esostegni per superare lo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.3. Chi può essere affidatarioLa legge 149/2001 prevede che «Il m<strong>in</strong>ore temporaneamenteprivo <strong>di</strong> un ambiente familiare idoneo, nonostante gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong>sostegno e aiuto <strong>di</strong>sposti ai sensi dell’articolo 1, è affidato ad unafamiglia, preferibilmente con figli m<strong>in</strong>ori, o ad una persona s<strong>in</strong>gola,<strong>in</strong> grado <strong>di</strong> assicurargli il mantenimento, l’educazione e le relazioniaffettive <strong>di</strong> cui ha bisogno. Ove non sia possibile attuare l’affida-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE57mento nei term<strong>in</strong>i sopra riportati è consentito l’<strong>in</strong>serimento delm<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> una comunità <strong>di</strong> tipo familiare o <strong>in</strong> mancanza <strong>in</strong> un istituto<strong>di</strong> assistenza pubblico o privato che abbia sede più vic<strong>in</strong>o a quello<strong>in</strong> cui stabilmente risiede il nucleo familiare <strong>di</strong> provenienza. Per im<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore a sei anni non può avvenire <strong>in</strong> un istituto…».L’affidatario, sia che trattasi <strong>di</strong> famiglia che <strong>di</strong> comunità educativa,è tenuto ad accogliere il m<strong>in</strong>ore, a provvedere al suo mantenimento,alla sua educazione e istruzione tenendo conto delle <strong>in</strong><strong>di</strong>cazionidei genitori o del tutore, nel caso vi sia una pronuncia <strong>di</strong>limitazione della potestà genitoriale.L’affidatario è tenuto a osservare le prescrizioni dell’autorità cheha <strong>di</strong>sposto l’affidamento.In ogni caso l’affidatario esercita i poteri connessi con la potestàparentale nei normali rapporti con l’istituzione scolastica e con leautorità sanitarie.4. Le forme dell’affidamentoL’affidamento è un provve<strong>di</strong>mento e un <strong>in</strong>tervento <strong>di</strong> competenzadell’ente titolare delle funzioni <strong>di</strong> assistenza e dei servizi socialilocali. L’elemento <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>ante per cui si <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guono due forme <strong>di</strong>provve<strong>di</strong>mento: affidamento consensuale, affidamento giu<strong>di</strong>ziale èrappresentato dalla volontà dei genitori o dell’esercente la podestàgenitoriale <strong>di</strong> aderire al progetto.Affidamento consensualeSi tratta <strong>di</strong> affidamento consensuale quando i genitori del m<strong>in</strong>ore(oppure il genitore esercente la podestà o il tutore ) aderisconoal progetto <strong>di</strong> affido e danno il consenso aff<strong>in</strong>ché il proprio figliosia <strong>in</strong>serito temporaneamente <strong>in</strong> un nucleo familiare o <strong>in</strong> un servizioresidenziale socioeducativo. L’affido consensuale è <strong>di</strong>sposto dalconiuge, titolare delle funzioni <strong>di</strong> tutela dei m<strong>in</strong>ori, secondo il progettoelaborato dal servizio sociale professionale.Affidamento giu<strong>di</strong>zialeQuando la con<strong>di</strong>zione familiare accertata risulti <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zioper il m<strong>in</strong>ore e i genitori o chi esercita la podestà genitoriale rifiutiil proprio consenso a un progetto <strong>di</strong> affidamento è il tribunale


58I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>per i m<strong>in</strong>orenni che assume la decisione <strong>di</strong> allontanare il m<strong>in</strong>oredalla famiglia e ne <strong>di</strong>spone l’affidamento applicando l’art. 330 eseguenti del co<strong>di</strong>ce civile <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> sospensione, decadenza elimitazione della podestà genitoriale.Il provve<strong>di</strong>mento può essere impugnato da parte dei genitori ochi esercita la potestà genitoriale e <strong>di</strong>viene def<strong>in</strong>itivo solo nelmomento <strong>in</strong> cui sia <strong>in</strong>teramente trascorso il term<strong>in</strong>e per la sua eventualeimpugnazione. È però possibile dare imme<strong>di</strong>ata efficacia alprovve<strong>di</strong>mento se si riscontrano motivi <strong>di</strong> urgenza per l’allontanamentodel m<strong>in</strong>ore.Anche quando la decisione è assunta dal tribunale per i m<strong>in</strong>orenni,il progetto <strong>di</strong> affidamento compete al Comune che vi provvedeattraverso il servizio sociale professionale tenendo conto delle <strong>in</strong><strong>di</strong>cazionie limitazioni contenute nel provve<strong>di</strong>mento del tribunale.È utile ricordare che:• Gli enti locali, attraverso gli operatori dei servizi sociali, rientranofra i soggetti tenuti a segnalare alla procura dellaRepubblica presso il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni «sulle con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> ogni m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> situazione <strong>di</strong> abbandono» <strong>di</strong> cui vengono aconoscenza <strong>in</strong> ragione del proprio ufficio (legge 184/1983 e successivemo<strong>di</strong>fiche) <strong>in</strong>tendendosi per “abbandono” anche lapersistenza da parte dei genitori <strong>di</strong> comportamenti gravementepregiu<strong>di</strong>zievoli per la crescita psicologica del m<strong>in</strong>ore.Ugualmente sono tenuti alla segnalazione alla procura dellaRepubblica presso il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni nei casi <strong>in</strong> cui igenitori rifiutano un progetto <strong>di</strong> tutela del m<strong>in</strong>ore.• Gli enti locali (la pubblica autorità) attraverso gli operatori deiservizi sociali, sono tenuti a <strong>in</strong>tervenire per motivi <strong>di</strong> urgenza,<strong>in</strong> base a quanto previsto dall’art. 403 del cc, che stabilisce«quando il m<strong>in</strong>ore è moralmente e materialmente abbandonatoo è allevato <strong>in</strong> locali <strong>in</strong>salubri o pericolosi, oppure da personaper negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi<strong>in</strong>capaci <strong>di</strong> provvedere all’educazione <strong>di</strong> lui, la PubblicaAutorità, a mezzo degli ord<strong>in</strong>i <strong>di</strong> protezione dell’<strong>in</strong>fanzia, locolloca <strong>in</strong> un luogo sicuro, s<strong>in</strong>o a quando si possa provvedere <strong>in</strong>modo def<strong>in</strong>itivo alla sua protezione».• In ord<strong>in</strong>e al dovere <strong>di</strong> segnalazione, alle modalità e procedurenonché per gli <strong>in</strong><strong>di</strong>catori dello stato <strong>di</strong> abbandono si fa riferimentoalla delibera della Giunta <strong>regionale</strong> del 25 marzo 2002, n. 313.


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE595. I tempi dell’affidamentoLa durata dell’affidamento è determ<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> base ai tempi chesono previsti come necessari nel progetto che i servizi sociali sonotenuti a elaborare perché la famiglia del m<strong>in</strong>ore sia <strong>in</strong> grado <strong>di</strong>recuperare capacità <strong>di</strong> cura, <strong>di</strong> educazione e <strong>di</strong> relazione sufficientiper il benessere del m<strong>in</strong>ore.La legge 149/2001 stabilisce il term<strong>in</strong>e massimo <strong>di</strong> 24 mesi <strong>di</strong> duratadell’affidamento. La cessazione dell’affidamento è decisa dallaautorità che lo ha <strong>di</strong>sposto: il Comune <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> affidamento consensuale,il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni nell’affidamento giu<strong>di</strong>ziale.La proroga del periodo <strong>di</strong> affidamento, sempre nel superiore <strong>in</strong>teressedel m<strong>in</strong>ore, compete al tribunale per i m<strong>in</strong>orenni.Nell’affidamento consensuale il giu<strong>di</strong>ce tutelare che con propriodecreto ha reso esecutivo il provve<strong>di</strong>mento dell’ente locale puòrichiedere, quando sia accertato l’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore, ulterioriprovve<strong>di</strong>menti al tribunale per i m<strong>in</strong>orenni.


60I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Il percorso assistenziale dell’affidamentoNell’<strong>in</strong>tervento <strong>di</strong> affido, che trova la sua attuazione nella competenzadell’ente locale titolare della funzione <strong>di</strong> tutela dei m<strong>in</strong>ori,rilevano due profili <strong>di</strong> attribuzione: amm<strong>in</strong>istrativo e professionale.1. Attività amm<strong>in</strong>istrativaSia nel caso <strong>di</strong> affidamento consensuale che <strong>di</strong> affidamento giu<strong>di</strong>zialesi richiede il co<strong>in</strong>volgimento <strong>di</strong>retto dell’ente locale attraversoun atto amm<strong>in</strong>istrativo, adottato secondo le attribuzioni previstedal proprio assetto statutario, regolamentare e organizzativo,che def<strong>in</strong>isce i <strong>di</strong>ritti, i doveri e le limitazioni riferiti ai <strong>di</strong>versi organidell’amm<strong>in</strong>istrazione.Nel caso <strong>di</strong> affidamento consensuale il provve<strong>di</strong>mento amm<strong>in</strong>istrativodeve recepire il progetto <strong>di</strong> affidamento – elaborato dall’operatoreresponsabile del caso – a favore del m<strong>in</strong>ore e del suonucleo e contenere <strong>di</strong>versi elementi specificatamente <strong>in</strong><strong>di</strong>cati dallalegge. In particolare deve:• essere <strong>in</strong>nanzitutto motivato, cioè esplicitare le ragioni chehanno reso necessario tale provve<strong>di</strong>mento; evidenziare lasituazione del ragazzo e della sua famiglia; specificare le caratteristichedell’affidatario prescelto e idoneo all’accoglienza <strong>di</strong>quel m<strong>in</strong>ore;• fare esplicita menzione dei consensi dei genitori (esercenti lapotestà); gli atti della manifestazione del consenso devonoessere allegati al provve<strong>di</strong>mento. Si fa presente che per la normativaattuale il provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> affidamento <strong>di</strong>sposto senzaaver sentito i genitori o il tutore <strong>di</strong>venta illegittimo poiché lalegge prevede che venga verificata la volontà dei genitori odel tutore <strong>in</strong> merito alla sistemazione del figlio fuori dallafamiglia.• <strong>in</strong><strong>di</strong>care il periodo <strong>di</strong> durata <strong>in</strong> un term<strong>in</strong>e preciso che non puòsuperare i 24 mesi dall’<strong>in</strong>izio dell’affido;• <strong>in</strong><strong>di</strong>care i tempi <strong>di</strong> verifica, la legge fissa almeno ogni sei mesi;nella verifica dovranno essere evidenziati gli <strong>in</strong>terventi messi <strong>in</strong>atto volti al recupero della famiglia del m<strong>in</strong>ore;


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE61• contenere <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni sulle modalità <strong>di</strong> esercizio dell’affidamentoe sui compiti dell’affidatario; potranno essere previstelimitazioni della potestà genitoriale anche attraverso l’attoamm<strong>in</strong>istrativo (<strong>in</strong> quanto i genitori accettano il contenuto dell’affidamentoe qu<strong>in</strong><strong>di</strong> un’autolimitazione);• determ<strong>in</strong>are gli aspetti economici dell’affidamento a vantaggiodegli affidatari (assicurazioni pre<strong>di</strong>sposte, contributo dell’entelocale, ecc.);• <strong>in</strong><strong>di</strong>care l’operatore <strong>di</strong> riferimento (nello specifico l’assistentesociale) a cui è attribuita la responsabilità e la vigilanza lungotutto il periodo dell’affidamento;• specificare le modalità attuate rispetto all’ascolto del m<strong>in</strong>oreche ha compiuto gli anni 12 e anche il m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore<strong>in</strong> considerazione delle sue capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento deveessere sentito dagli operatori. Se ha compiuto gli anni 14 deveesprimere il proprio consenso al progetto.Il provve<strong>di</strong>mento emesso dall’ente locale è reso esecutivo dal giu<strong>di</strong>cetutelare con decreto. Il giu<strong>di</strong>ce tutelare effettua un controllo<strong>di</strong> legittimità, che cioè si limita alla verifica della provenienza edella regolarità formale dell’atto, nonché del rispetto dei limitidella competenza dell’ente locale.Il giu<strong>di</strong>ce non si esprime nel merito del progetto <strong>di</strong> affidamentola cui responsabilità è degli operatori e dell’ente locale.Nel caso <strong>di</strong> affidamento giu<strong>di</strong>ziale l’atto amm<strong>in</strong>istrativo <strong>di</strong> presa<strong>in</strong> carico del m<strong>in</strong>ore ha, per quanto compatibili, i contenuti <strong>di</strong> cui alpunto precedente, ma soprattutto deve tenere conto delle <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni,delle limitazioni e delle prescrizioni previste nella decisionedel tribunale per i m<strong>in</strong>orenni.2. La presa <strong>in</strong> carico e gli oneri economiciPer quanto concerne l’accesso agli <strong>in</strong>terventi, la legge <strong>regionale</strong>41/2005 <strong>di</strong>spone <strong>in</strong> via generale che ai m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> qualsiasi nazionalitàe comunque presenti sul territorio della Regione <strong>Toscana</strong> è riconosciutoil <strong>di</strong>ritto agli <strong>in</strong>terventi e ai servizi del sistema <strong>in</strong>tegrato.In particolare, la stessa normativa <strong>regionale</strong> – all’articolo 5 –<strong>in</strong><strong>di</strong>vidua, quale soggetto istituzionale tenuto alla presa <strong>in</strong> carico,alla def<strong>in</strong>izione del percorso assistenziale personalizzato e all’ero-


62I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>gazione delle prestazioni, il Comune <strong>di</strong> residenza del m<strong>in</strong>ore,salvo precisare, per quei m<strong>in</strong>ori non residenti sul territorio <strong>regionale</strong>,la competenza del Comune <strong>in</strong> cui si manifesta la necessità <strong>di</strong><strong>in</strong>tervento.Nel caso dei m<strong>in</strong>ori per i quali si renda necessario l’<strong>in</strong>serimento <strong>in</strong>una struttura residenziale, la legge <strong>regionale</strong> prevede che, d<strong>in</strong>orma, si debba assumere gli oneri per le prestazioni erogate ilComune <strong>di</strong> residenza antecedente l’<strong>in</strong>serimento.3. Attività professionale dei servizi socialiL’affidamento temporaneo <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori è parte <strong>di</strong> un programmaassistenziale f<strong>in</strong>alizzato a mo<strong>di</strong>ficare la situazione familiare rimettendola<strong>in</strong> grado <strong>di</strong> assolvere adeguatamente ai propri compiti <strong>in</strong>modo che il m<strong>in</strong>ore allontanato possa rientrarvi e rimanervi stabilmente.L’attuazione del programma <strong>di</strong> competenza dei servizi socialilocali richiede che altri servizi, <strong>in</strong> rapporto alle esigenze e ai problemiche il caso presenta, forniscano la loro collaborazione e primi fratutti i servizi <strong>di</strong> psicologia costituendo équipe stabili (assistentisociali, psicologi) che possono garantire la cont<strong>in</strong>uità assistenziale.Sotto il profilo della metodologia <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento sociale e psicologicoil proce<strong>di</strong>mento è ormai def<strong>in</strong>ito e consolidato: si caratterizzacome un processo con <strong>di</strong>verse fasi, ognuna <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionarequelle successive e l’esito f<strong>in</strong>ale, con una pluralità <strong>di</strong> azioni eadempimenti che devono avere presenti tutti i soggetti che agiscononel programma.L’affido nasce come risposta possibile a una con<strong>di</strong>zione familiaremultiproblematica nella quale si <strong>in</strong>trecciano <strong>di</strong>versi fattori <strong>di</strong> criticitàe <strong>di</strong>sfunzionamento, ma lo stesso percorso assistenziale è, a suavolta costellato <strong>di</strong> no<strong>di</strong> critici che lo possono rendere molto tortuoso,<strong>di</strong>latarne i tempi e vanificarne l’esito.Da qui la necessità <strong>di</strong> un controllo costante dell’<strong>in</strong>tervento perchénon ne sia trasformata la natura e perché l’affido non si risolva <strong>in</strong>una situazione più idonea, sicuramente apprezzabile, del m<strong>in</strong>orelasciando però <strong>in</strong> secondo piano il recupero della famiglia con ilrischio della cronicizzazione dei problemi che allontana e affievoliscele possibilità <strong>di</strong> rientro del m<strong>in</strong>ore.


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE634. Le fasi dell’<strong>in</strong>tervento professionaleLa metodologia dell’<strong>in</strong>tervento si sviluppa <strong>in</strong> una serie def<strong>in</strong>ita <strong>di</strong>azioni sequenziali, che vanno dalla rilevazione del bisogno allavalutazione f<strong>in</strong>ale del progetto realizzato.Qui possiamo prendere <strong>in</strong> considerazione, <strong>in</strong> una forma s<strong>in</strong>tetica,le pr<strong>in</strong>cipali fasi del proce<strong>di</strong>mento che impegnano essenzialmenteil lavoro <strong>di</strong> assistenti sociali e psicologi.4.1 Analisi e valutazione della situazioneL’analisi e la valutazione della situazione assumono rilevanza specificaper la capacità <strong>di</strong> orientare le scelte successive. È necessario qu<strong>in</strong><strong>di</strong>che siano sviluppate con il massimo rigore metodologico e scientificopossibile, con i tempi dovuti ricorrendo oltre che all’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>esociale <strong>di</strong>retta e psicologica ai dati e contributi che possono essere fornitida operatori <strong>di</strong> altri servizi <strong>in</strong> contatto con il m<strong>in</strong>ore e la famiglia.Per le aree <strong>di</strong> <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sociale e psicologica per il m<strong>in</strong>ore, la famigliae il suo contesto <strong>di</strong> vita nonché per l’<strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione dei servizie delle fonti significative <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione e verifica si assumono le<strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni e gli strumenti contenuti nella delibera 313 della Giunta<strong>regionale</strong> del 25 marzo 2002.In questa fase l’attività <strong>di</strong> psicologia e <strong>di</strong> sevizio sociale, con i contributirichiesti ad altri servizi ed esperti hanno lo scopo <strong>di</strong> raggiungereuna valutazione con<strong>di</strong>visa, sostanziata da fattori riscontrati,sulla con<strong>di</strong>zione del m<strong>in</strong>ore o sui comportamenti degli adulti.Non è sufficiente aver raggiunto una <strong>di</strong>agnosi, ma è necessarioche sia <strong>in</strong>sieme formulata una prognosi avendo valutato le risorseche anche nella famiglia allargata possono essere attivate e le risorseche il sistema istituzionale e il contesto sociale possono metterea <strong>di</strong>sposizione. Nessun <strong>in</strong>tervento dovrebbe essere proposto o realizzatof<strong>in</strong>ché non si è effettivamente compresa la natura della crisiche la famiglia vive, degli elementi che la determ<strong>in</strong>ano, dei danniche tale con<strong>di</strong>zione determ<strong>in</strong>a per il m<strong>in</strong>ore e della <strong>di</strong>sponibilità deigenitori anche <strong>in</strong>sieme ad altri familiari a impegnarsi <strong>in</strong> un progetto<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica della situazione familiare.4.2 Elaborazione <strong>in</strong>terprofessionale del progetto <strong>di</strong> affidamentoIl progetto <strong>di</strong> affidamento <strong>in</strong>clude tutti i soggetti che partecipanoal percorso assistenziale: il m<strong>in</strong>ore, la famiglia, gli affidatari, i servizi


64I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>responsabili del progetto e quelli che sono chiamati a <strong>in</strong>tervenire congli apporti professionali necessari per contrastare i problemi e lecarenze rilevati e per favorire il processo <strong>di</strong> recupero della famiglia.Nel progetto sono def<strong>in</strong>iti:• gli obiettivi generali particolari riferiti al m<strong>in</strong>ore, alla famiglia edeventuali altri parenti; i cambiamenti che si devono perseguire;• gli impegni che famiglia, operatori e affidatari devono assumere;le <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni, le prescrizioni e le eventuali limitazioni che sidevono rispettare;• le azioni da attuare da parte <strong>di</strong> tutti i soggetti che hanno unruolo attivo nel progetto e i tempi <strong>in</strong> cui si prevede che taliazioni siano sviluppate;• le prestazioni, le risorse, i servizi, le collaborazioni e gli aiutiparticolari che devono essere assicurati o possono essere attivatidall’ente locale, da altre organizzazioni pubbliche e private;• i tempi <strong>di</strong> attuazione delle <strong>di</strong>verse fasi del programma nonchéi tempi e i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> verifica della sua evoluzione;• la durata del progetto con la previsione della valutazione f<strong>in</strong>alee della data <strong>di</strong> conclusione dell’affidamento.Il progetto <strong>di</strong> affidamento assume pertanto il significato <strong>di</strong> un“contratto” che impegna reciprocamente la famiglia, gli affidatarie i servizi <strong>in</strong> un rapporto <strong>di</strong> collaborazione f<strong>in</strong>alizzato <strong>di</strong> norma ariportare nel m<strong>in</strong>or tempo possibile il bamb<strong>in</strong>o nella sua famiglia.4.3 Attuazione del progettoIl piano <strong>di</strong> lavoroLa realizzazione del progetto comporta per gli operatori che necon<strong>di</strong>vidono la responsabilità professionale la formulazione <strong>di</strong> unpiano <strong>di</strong> lavoro nel quale, tenendo presenti i tempi e le fasi <strong>di</strong> sviluppodel progetto, programmano la propria attività <strong>in</strong> relazione ai<strong>di</strong>versi soggetti e agli obiettivi per ciascuno specificati. Il piano <strong>di</strong>lavoro comprende le azioni che ognuno degli operatori prevede <strong>di</strong>realizzare per le parti <strong>di</strong> propria competenza e le azioni che sonoda attuarsi <strong>in</strong> stretta collaborazione.Adesione della famiglia - <strong>in</strong>formazione e preparazione del m<strong>in</strong>oreAl <strong>di</strong> là degli adempimenti che la legge 149/2001 prevede, glioperatori sanno quanto la partecipazione della famiglia, attorepr<strong>in</strong>cipale del percorso assistenziale è con<strong>di</strong>zione per il suo svilup-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE65po e il conseguimento dell’obiettivo pr<strong>in</strong>cipale. Per questo ne sollecitanoe ne sostengono la partecipazione <strong>in</strong> ogni momento.Il m<strong>in</strong>ore oltre a essere sentito e <strong>in</strong>formato <strong>in</strong> rapporto alla suacapacità <strong>di</strong> comprendere quanto gli viene prospettato, ha <strong>di</strong>ritto aessere preparato e rassicurato, con la collaborazione dei familiari,<strong>in</strong> relazione alle decisioni e ai cambiamenti che lo riguardano.La scelta degli affidatariPer procedere a una efficace scelta degli affidatari, avendo presentile possibilità e le <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni della normativa vigente, gli operatori,oltre alla conoscenza approfon<strong>di</strong>ta delle esigenze del m<strong>in</strong>ore e dellasua famiglia, devono <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una conoscenza altrettanto approfon<strong>di</strong>tadelle risorse <strong>di</strong>sponibili nel territorio per accogliere il m<strong>in</strong>ore:famiglie, persone s<strong>in</strong>gole, comunità educative. La prima domandaalla quale si deve rispondere, avendo ponderato vantaggi e limiti, èquale <strong>di</strong> queste opportunità può meglio corrispondere ai compiti ealle <strong>di</strong>fficoltà che il caso specifico propongono agli affidatari.Quando si è selezionata la sistemazione più opportuna e utile, lascelta successiva che si presenta è quale famiglia o quale comunitàeducativa ha i migliori requisiti per accogliere quel m<strong>in</strong>ore e per entrare<strong>in</strong> un rapporto positivo con la sua famiglia. Non si tratta <strong>di</strong> sceglierela famiglia più brava, più organizzata, con la migliore con<strong>di</strong>zioneeconomica, ecc., ma <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare la famiglia più valida per quelbamb<strong>in</strong>o con le sue esigenze, le sue esperienze, le sue <strong>di</strong>fficoltà.Lo stesso tipo <strong>di</strong> valutazione si fa nei confronti delle comunitàeducative e, naturalmente, si considerano anche le esperienze precedenti<strong>di</strong> altri casi <strong>di</strong> affido.Per quanto siano gli operatori ad avere gli elementi <strong>di</strong> conoscenzae i criteri <strong>di</strong> valutazione, la famiglia del m<strong>in</strong>ore deve essere posta nellacon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> partecipare alle scelte e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre la decisione.Nella scelta della famiglia o della comunità educativa gli operatoriconsiderano il numero e l’età dei m<strong>in</strong>ori già presenti perchésiano assicurate al m<strong>in</strong>ore delle relazioni significative così come,quando non vi siano <strong>di</strong>sposizioni contrarie, ricercano una collocazioneche non allontani il m<strong>in</strong>ore dal proprio contesto relazionalee permetta <strong>di</strong> mantenere, senza eccessive <strong>di</strong>fficoltà, i rapporti con ipropri familiari.Prima del def<strong>in</strong>itivo affidamento a una famiglia o a una comunitàeducativa può essere utile un progressivo avvic<strong>in</strong>amento del


66I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>m<strong>in</strong>ore, sostenuto dai genitori, al cambiamento che lo attende prevedendooccasioni <strong>di</strong> <strong>in</strong>contro e <strong>di</strong> ospitalità che lo prepar<strong>in</strong>o allanuova esperienza.L’allontanamento del m<strong>in</strong>ore dalla propria famigliaÈ un aspetto tutt’altro che secondario del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> affido.È un <strong>in</strong>tervento che merita <strong>di</strong> essere accuratamente programmato.La sua esecuzione è collegata a molti altri fattori che <strong>in</strong>fluenzano ilproce<strong>di</strong>mento. Se la decisione dell’allontanamento viene presa sullabase <strong>di</strong> un provve<strong>di</strong>mento giu<strong>di</strong>ziario può non esservi il tempo, talvolta,<strong>di</strong> preparare il m<strong>in</strong>ore al passaggio nella nuova famiglia. Taleprovve<strong>di</strong>mento <strong>in</strong>troduce nel proce<strong>di</strong>mento elementi <strong>di</strong> tensioneche turberanno i <strong>di</strong>versi attori (la famiglia, il bamb<strong>in</strong>o, la famigliaaffidataria o i servizi residenziali socioeducativi). Se, <strong>in</strong>vece, l’affidamentosi attua sulla base <strong>di</strong> un accordo tra la famiglia naturale e iservizi è possibile, <strong>in</strong> relazione all’età, raccogliere il parere del m<strong>in</strong>ore,attenuando significativamente le conseguenze traumatizzantidel <strong>di</strong>stacco. L’allontanamento si attua quando il servizio abbia formulatoun’ipotesi sulla fattibilità dell’affido, quando cioè il m<strong>in</strong>orepossa vivere con una famiglia o una struttura educativa, <strong>di</strong>versiambienti dal nucleo naturale, senza antitesi tra loro ma famigliaaffidataria o servizio residenziale socioeducativo capace <strong>di</strong> accogliereil m<strong>in</strong>ore con i suoi bisogni, comprendere quelli della famiglianaturale, accettare il rientro perio<strong>di</strong>co del m<strong>in</strong>ore, collaborare per labuona riuscita del suo rientro def<strong>in</strong>itivo <strong>in</strong> famiglia.Le azioni <strong>di</strong> sostegnoL’affidamento è un progetto globale per cui le azioni <strong>di</strong> sostegnosono rivolte, pur <strong>in</strong> misura necessariamente <strong>di</strong>versa, a tutti i soggetti:m<strong>in</strong>ore, affidatari, famiglia.Il m<strong>in</strong>oreNell’affido il m<strong>in</strong>ore, che già vive <strong>in</strong> una famiglia problematicacon un sistema relazionale spesso deficitario o esasperato, affrontauna serie <strong>di</strong> prove che generano <strong>in</strong> lui sentimenti <strong>di</strong> abbandono, <strong>di</strong>colpevolezza, <strong>di</strong> <strong>in</strong>certezza, <strong>di</strong> paura, <strong>di</strong> ambivalenza con riflessiimportanti sulla maturazione psichica.Il modo <strong>di</strong> vivere questi passaggi è con<strong>di</strong>zionato dall’età e dall’esperienzavissuta dal bamb<strong>in</strong>o e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> l’aiuto e il sostegno psi-


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE67cologico è modulato su quel particolare bamb<strong>in</strong>o con le sue personalireazioni che deve essere aiutato a esprimere ed elaborare nonsolo nelle fasi più critiche della separazione dei genitori e dell’<strong>in</strong>serimentonel nucleo affidatario o nella comunità educativa, ma f<strong>in</strong>oal suo def<strong>in</strong>itivo re<strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> famiglia.Nella sua azione verso il m<strong>in</strong>ore, l’operatore deve necessariamenteimpegnare anche i genitori e gli affidatari perché segnal<strong>in</strong>oeventuali momenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà e perché assumano comportamentie atteggiamenti ai bisogni <strong>di</strong> chiarimento e rassicurazione delm<strong>in</strong>ore.Gli affidatariLe azioni rivolte agli affidatari sono dest<strong>in</strong>ate a sostenere unbuon andamento dell’affido e sono naturalmente <strong>di</strong>verse quandosi tratta <strong>di</strong> una famiglia o <strong>di</strong> una comunità educativa.Il rapporto con gli educatori della comunità è <strong>in</strong>centrato sul progettoeducativo che è stato elaborato per il m<strong>in</strong>ore, sul suo comportamentoe le sue relazioni all’<strong>in</strong>terno della comunità e nel contestopiù generale, su eventuali <strong>di</strong>fficoltà che si verificano e su cambiamentiche possono risultare opportuni.La famiglia affidataria che offre la sua <strong>di</strong>sponibilità ad accogliere ilm<strong>in</strong>ore deve essere sostenuta nel proprio ruolo, che non è privo <strong>di</strong>rischi <strong>di</strong> sconf<strong>in</strong>amento, attraverso un’azione <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione, <strong>di</strong>chiarimento e <strong>di</strong> facilitazione dei rapporti da tenere con il m<strong>in</strong>ore,con la sua famiglia, con altri servizi. Deve essere aiutata a raggiungeree mantenere le con<strong>di</strong>zioni più favorevoli al buon andamento delprogetto <strong>di</strong> affido, ma nessuna azione deve essere messa <strong>in</strong> atto permo<strong>di</strong>ficare il suo normale modo <strong>di</strong> essere e il suo assetto relazionale.La famiglia del m<strong>in</strong>ore utente dei serviziL’impegno che il caso richiede dal suo manifestarsi f<strong>in</strong>o alla decisionee attuazione dell’affido può portare i servizi ad attenuarel’azione quando il primo obiettivo <strong>di</strong> assicurare un’idonea sistemazioneè raggiunto.Il rischio che si corre è che la famiglia naturale <strong>in</strong>teressi soltantonella fase <strong>in</strong>iziale del proce<strong>di</strong>mento, come area che esprime le proprie<strong>in</strong>capacità <strong>di</strong> far fronte ai ruoli genitoriali e, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, con il collocamentodel m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> affido, essa sparisca dall’attenzione deglioperatori.


68I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>In realtà il vero obiettivo da conseguire con l’affidamento è ilritorno rapido del m<strong>in</strong>ore nella sua famiglia, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> le sue aree <strong>di</strong>fragilità devono essere, per quanto possibile, sanate. La responsabilità<strong>di</strong> un <strong>in</strong>tervento che deve tendere non solo a erogare prestazioniassistenziali, ma a mo<strong>di</strong>ficare le fragilità relazionali che hanno<strong>in</strong>fluenzato negativamente il rapporto dei genitori con il figlio (ocon i figli). Pertanto nel concordare il progetto <strong>di</strong> affidamento coni <strong>di</strong>versi attori si avrà cura <strong>di</strong> precisare dettagliatamente anche gliobiettivi, gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> aiuto psicologico, sociale, materiale, lefasi <strong>di</strong> verifica che riguardano la famiglia naturale.4.4 Le verificheIl piano <strong>di</strong> lavoro deve comprendere, al <strong>di</strong> là degli obblighi <strong>di</strong>relazione stabiliti nella legge 149/2001, la programmazione delleverifiche del progetto <strong>di</strong> affidamento da cadenzare <strong>in</strong> rapporto alleproblematiche che ciascun caso presenta. La verifica permette aglioperatori <strong>di</strong> valutare l’<strong>in</strong>cidenza degli <strong>in</strong>terventi realizzati e <strong>di</strong> adeguarele azioni successive <strong>in</strong> relazione ai cambiamenti che si sonoprodotti, a fatti nuovi che siano nel frattempo emersi e a nuoveopportunità che risult<strong>in</strong>o <strong>di</strong>sponibili.4.5 Il rientro del m<strong>in</strong>ore nella sua famigliaIl rientro del m<strong>in</strong>ore nella sua famiglia è un obiettivo che sostienetutto il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> affido. Lo stu<strong>di</strong>o della famiglia naturaleè <strong>di</strong>retto a mettere a fuoco le aree critiche sulle quali i servizidevono programmare <strong>in</strong>terventi per mo<strong>di</strong>ficare l’ambiente familiare,perché <strong>in</strong> tempo ragionevole esso possa <strong>di</strong> nuovo accogliere ilm<strong>in</strong>ore. I servizi si devono chiedere f<strong>in</strong> dalla fase <strong>in</strong>iziale quali con<strong>di</strong>zioniassicurare per mo<strong>di</strong>ficare con<strong>di</strong>zioni familiari sia dal punto<strong>di</strong> vista relazionale che materiale. La decisione del rientro del m<strong>in</strong>orenella propria famiglia è complessa e scaturisce da una valutazione<strong>di</strong> équipe, dopo che si è confrontata <strong>in</strong> modo approfon<strong>di</strong>to conla famiglia affidataria o il servizio residenziale e con la famiglia <strong>di</strong>orig<strong>in</strong>e. Nel confronto si analizzano i risultati ottenuti e gli obiettiviraggiunti durante il percorso compiuto con l’affido. Può accadereche la valutazione non permetta <strong>di</strong> concludere per il rientro delm<strong>in</strong>ore nella sua famiglia ma che, tuttavia, debba ritenersi conclusol’affidamento, perché il suo prolungamento risulterebbe regressivo.Per tale eventualità, i servizi avranno progettato una misura


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE69alternativa, che impegni il m<strong>in</strong>ore ad assumere ulteriori nuoveresponsabilità e la famiglia naturale sia posta d<strong>in</strong>anzi ai problemiche ostacolano il rientro del m<strong>in</strong>ore. A mano a mano che la conclusionedell’affidamento <strong>di</strong> avvic<strong>in</strong>a, i servizi svilupperanno <strong>in</strong>terventitesi a facilitare il rientro del m<strong>in</strong>ore nella famiglia <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e perun verso e a trattare i riflessi della separazione del m<strong>in</strong>ore dallafamiglia affidataria o del servizio residenziale, dall’altra.4.6 Adempimenti particolariDurante il periodo <strong>di</strong> affidamento i servizi, esercitando la funzione<strong>di</strong> vigilanza, sono tenuti ad alcuni adempimenti verso l’autoritàgiu<strong>di</strong>ziaria competente (giu<strong>di</strong>ce tutelare, tribunale per i m<strong>in</strong>orenni).La legge 149/2001 impegna <strong>in</strong>fatti i servizi a:• comunicare ogni <strong>in</strong>tervento <strong>di</strong> particolare rilevanza che si verifichi;• presentare una relazione semestrale sull’andamento del programma<strong>di</strong> assistenza, sull’evoluzione della situazione familiaredel m<strong>in</strong>ore e sulla presunta ulteriore durata dell’affidamento.


70I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Le attività dei Centri affi<strong>di</strong>Per le attività specificamente connesse all’affidamento a famiglie ilmodello organizzativo def<strong>in</strong>ito con la deliberazione del Consiglio <strong>regionale</strong>348/1994 prevede che i servizi territoriali siano <strong>in</strong>tegrati daCentri affi<strong>di</strong> con il compito <strong>di</strong>: promuovere l’accoglienza presso famiglie<strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà, preparare e selezionare le famiglie <strong>di</strong>sponibili,sostenerle nel loro impegno e concorrere al progetto <strong>di</strong> affidamento<strong>in</strong> collaborazione con i servizi sociali e sociosanitari impegnati.1. Modalità operative1.1 Preparazione e selezione delle famiglie affidatarieIn primo luogo, è utile alimentare il “vivaio” delle famiglie affidatarie.È questa funzione non trascurabile, la quale deve esserecurata con equilibrio, senza creare aspettative che potrebbero nonessere sod<strong>di</strong>sfatte e che richiedono un’attenta conoscenza delled<strong>in</strong>amiche dell’ambiente <strong>in</strong> cui si opera.Occorre <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare le fasce <strong>di</strong> popolazione che possono risultare<strong>in</strong>teressate ai problemi e ai bisogni dei m<strong>in</strong>ori momentaneamenteprivi <strong>di</strong> un ambiente familiare idoneo e <strong>di</strong>sponibili a fare un trattobreve <strong>di</strong> strada <strong>in</strong>sieme a loro.Dare alle coppie <strong>in</strong>teressate <strong>in</strong>formazioni prelim<strong>in</strong>ari sulle caratteristichedell’istituto dell’affidamento (responsabilità nei confrontidel m<strong>in</strong>ore, della sua famiglia, dell’ente affidante) ed, eventualmente,della magistratura m<strong>in</strong>orile.Dopo due <strong>in</strong>contri collettivi <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione prelim<strong>in</strong>are si provvedea selezionare le coppie che <strong>in</strong>tendono impegnarsi nell’affidamento.L’équipe (assistente sociale, psicologo) che avrà l’<strong>in</strong>carico <strong>di</strong> condurrei colloqui <strong>di</strong> selezione pre<strong>di</strong>sporrà i criteri ai quali riferirsi pervalutare il profilo attitud<strong>in</strong>ale della coppia e della famiglia allargatada tenere presente per l’abb<strong>in</strong>amento.1.2 Preparazione specifica della coppia(ed eventualmente <strong>di</strong> s<strong>in</strong>goli) all’affidamentoLe nuove coppie ritenute idonee per l’affidamento devono esseresufficientemente preparate ad accogliere consapevolmente il m<strong>in</strong>ore


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE71(la sua storia, il momento evolutivo che egli vive, le sue abitud<strong>in</strong>i <strong>di</strong>vita, la natura dei rapporti con la sua famiglia e con ciascun genitore,i problemi emergenti riguardo alla salute, all’educazione, allasocializzazione e all’istruzione), a rapportarsi con la famiglia naturale,conoscendone le relazioni con il m<strong>in</strong>ore, le d<strong>in</strong>amiche familiari, le<strong>di</strong>fficoltà emergenti <strong>di</strong> salute, istruzione, lavoro, red<strong>di</strong>to, abitazione,la percezione che la famiglia naturale ha dei problemi del m<strong>in</strong>ore,come essa percepisce l’affidamento a una famiglia “altra”, a muovers<strong>in</strong>ella rete sociale nella quale il m<strong>in</strong>ore è co<strong>in</strong>volto.La preparazione avviene per gruppi <strong>di</strong> 5 f<strong>in</strong>o a un massimo <strong>di</strong> 7coppie, utilizzando la <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> casi che present<strong>in</strong>o l’<strong>in</strong>tero processo<strong>di</strong> affidamento, così da mettere <strong>in</strong> luce anche gli aspetti conclusividel rapporto e, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, il rientro nella famiglia naturale.1.3 Criteri per l’abb<strong>in</strong>amentoSi è già sottol<strong>in</strong>eata l’importanza <strong>di</strong> curare il vivaio delle famiglieaffidatarie, poiché la sua alimentazione permette ai servizi <strong>di</strong> averea <strong>di</strong>sposizione un numero sufficiente <strong>di</strong> famiglie che consenta unascelta accurata <strong>in</strong> rapporto ai bisogni del m<strong>in</strong>ore da affidare.Per procedere all’abb<strong>in</strong>amento, occorre avere a <strong>di</strong>sposizione,oltre una conoscenza approfon<strong>di</strong>ta del m<strong>in</strong>ore e della sua famiglia,una <strong>in</strong>formazione puntuale delle famiglie affidatarie, riguardanti:• la motivazione all’affido e le ragioni che la sostengono: cosarappresenta l’affido per la famiglia;• <strong>in</strong> quale fase del ciclo <strong>di</strong> vita della coppia esso si colloca;• le d<strong>in</strong>amiche familiari <strong>in</strong>terne al nucleo e con la famiglia allargata;• l’orientamento dei figli e della famiglia allargata nei confrontidell’affido;• le con<strong>di</strong>zioni materiali per realizzare l’affido: <strong>di</strong>sponibilità economiche,<strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong> spazio;• le conseguenze ipotizzabili per l’accoglienza <strong>di</strong> un “altro” perla coppia, per i figli, per la famiglia allargata;• il modo <strong>in</strong> cui è percepita “quella” famiglia naturale;• il modo con cui è considerata la prospettiva dei rapporti con lafamiglia d’orig<strong>in</strong>e, il rientro perio<strong>di</strong>co <strong>in</strong> essa e il rientro def<strong>in</strong>itivodel m<strong>in</strong>ore.Quando si sia deciso l’affidamento, può essere utile sperimentareoccasioni <strong>di</strong> <strong>in</strong>serimento del m<strong>in</strong>ore nella famiglia affidataria,


72I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>anche per acquisire l’orientamento del m<strong>in</strong>ore verso la famigliaproposta.Alle famiglie affidatarie viene chiesto <strong>di</strong> partecipare a gruppi chehanno la funzione <strong>di</strong> garantire alle coppie momenti <strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong>confronto che le sostengono nell’affrontare le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> relazionecon il m<strong>in</strong>ore e con la sua famiglia. Il gruppo, rifacendosiall’esperienza <strong>di</strong> ciascuno, aiuta le coppie a elaborare spiegazionisui s<strong>in</strong>goli comportamenti messi <strong>in</strong> <strong>di</strong>scussione.I conduttori dei gruppi hanno il compito <strong>di</strong> facilitare e guidare la<strong>di</strong>scussione.Il gruppo può comprendere al massimo 7 coppie e ha <strong>in</strong>contriogni tre settimane o una volta al mese. Il servizio, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, può offrirealla coppia affidataria l’opportunità <strong>di</strong> colloqui non tanto pertrattare problemi sull’andamento dell’affido, quanto per affrontare<strong>di</strong>fficoltà che siano <strong>in</strong>sorte tra i coniugi, tra loro e i figli propri, ocon i propri parenti.


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE73Organizzazione delle attività <strong>di</strong> affidamento1. Il contesto generaleIl percorso <strong>di</strong> affidamento non si realizza <strong>in</strong> un laboratorio, ma <strong>in</strong>una concreta situazione con un def<strong>in</strong>ito contesto organizzativo esociale nel quale si devono ricercare le risorse e le collaborazioniche rendono possibile il processo <strong>di</strong> recupero della famiglia <strong>in</strong> untempo ragionevole.Gli operatori territoriali, responsabili del progetto <strong>di</strong> affidamento<strong>in</strong> tutte le sue fasi, devono poter contare su adeguati strumenti<strong>di</strong> aiuto da attivare nei casi <strong>in</strong> cui necessitano. Ne sono esempio iprogetti <strong>in</strong>tegrati <strong>di</strong> sostegno <strong>di</strong> cui al comma 1 dell’art. 7 dellalegge <strong>regionale</strong> 41/2005 e gli <strong>in</strong>vestimenti aggiuntivi <strong>di</strong> risorse previstidal Piano <strong>di</strong> azione <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori.La carenza <strong>di</strong> risorse, <strong>in</strong>terventi, collaborazioni utilizzabili neitempi e nelle misure corrispondenti alle effettive necessità, può<strong>in</strong>ficiare l’esito dell’affidamento più garantito dal punto <strong>di</strong> vistadella correttezza della procedura e aprire la strada ad affi<strong>di</strong> ripetutie prolungati i cui effetti sulla personalità <strong>in</strong> formazione del m<strong>in</strong>orevanno tenuti <strong>in</strong> grande considerazione.A monte dell’affidamento, sia dell’affidamento a famiglie chea servizi residenziali, nel sistema organizzativo più generale devonoesistere le con<strong>di</strong>zioni favorevoli perché i progetti <strong>di</strong> affidamentopossano conseguire l’obiettivo per cui sono <strong>di</strong>sposti e <strong>in</strong>particolare:• politiche sociali amiche delle famiglie con figli, attive nella promozionee tutela dei <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori e comprensive <strong>di</strong> azionipositive per assicurare pari opportunità a famiglie con bamb<strong>in</strong>iche si trov<strong>in</strong>o, per le più varie circostanze, <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> svantaggio(Piano <strong>di</strong> azione <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori);• un complesso def<strong>in</strong>ito <strong>di</strong> servizi, <strong>in</strong>terventi e prestazioni idoneia sostenere la famiglia nelle sue funzioni <strong>di</strong> educazione e curadei figli che siano attivabili <strong>in</strong> tempi rapi<strong>di</strong> e modulabili <strong>in</strong> funzionedella variabilità delle esigenze delle famiglie;• una rete organizzata <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> mutuo aiuto costituitadalle risorse dei servizi territoriali, delle istituzioni, delle famiglie,delle associazioni <strong>di</strong> volontariato e <strong>di</strong> promozione sociale;


74I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>• competenze professionali adeguate per profilo professionale,numero e collocazione orientate e qualificate per operare conle famiglie e con i m<strong>in</strong>ori nel rapporto <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale, <strong>di</strong> gruppo e<strong>di</strong> comunità;• conoscenza del territorio <strong>di</strong> competenza attraverso l’analisicondotta dall’osservatorio <strong>regionale</strong> per i m<strong>in</strong>ori, ma pr<strong>in</strong>cipalmenteattraverso l’osservazione professionale, l’ascolto <strong>in</strong> rapporto<strong>di</strong>retto con le persone, i gruppi, le organizzazioni rappresentative,le agenzie sociali ed educative.2. I criteri organizzativiIl Piano <strong>di</strong> azione <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori (delibera CR 238/2003) <strong>in</strong><strong>di</strong>caalcuni criteri organizzativi che corrispondono alle esigenze <strong>di</strong> funzionamentodei servizi sociali e sanitari impegnati nelle azioni <strong>di</strong>tutela dei m<strong>in</strong>ori.Si richiamano <strong>in</strong> particolare i seguenti:• l’<strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un’area unitaria degli <strong>in</strong>terventi m<strong>in</strong>orili;• la def<strong>in</strong>izione da parte dei Comuni e aziende USL <strong>di</strong> modalitàgestionali che facilit<strong>in</strong>o la conduzione unitaria dei servizi e cheassicur<strong>in</strong>o <strong>percorsi</strong> assistenziali <strong>in</strong>tegrati quando vi concorronoi servizi sociali e unità funzionali dei servizi sanitari;• la nom<strong>in</strong>a <strong>di</strong> un responsabile <strong>di</strong> zona per l’area m<strong>in</strong>orile per ilcoord<strong>in</strong>amento delle attività professionali e delle risorse e perl’attuazione <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> lavoro <strong>in</strong>tegrato con i servizi delleAziende USL;• l’attribuzione della responsabilità della presa <strong>in</strong> carico dei casiall’assistente sociale del Comune al quale compete la conduzionedel progetto con l’apporto <strong>in</strong>tegrato delle altre competenzeprofessionali necessarie al suo sviluppo.L’applicazione <strong>di</strong> questi criteri qualifica l’ambito operativo deiservizi socioassistenziali, ma per lo sviluppo efficace dei progetti <strong>di</strong>affidamento è necessario assicurare le con<strong>di</strong>zioni che rendonoeffettiva la cont<strong>in</strong>uità assistenziale e che sono rappresentate da:• la formazione, <strong>di</strong> norma, <strong>di</strong> una unità operativa multi<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>are,formata <strong>in</strong>nanzitutto da assistenti sociali e psicologi e <strong>in</strong>tegratadalle professionalità specialistiche necessarie, che siaimpegnata <strong>in</strong> forma cont<strong>in</strong>uativa, anche se non esclusiva, sututto il percorso dell’affidamento;


DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE75• impiego <strong>di</strong> professionalità esperte nel lavoro con le famiglie econ i m<strong>in</strong>ori;• dest<strong>in</strong>azione <strong>di</strong> risorse professionali adeguate per numero ecompetenze <strong>in</strong> considerazione della complessità dei progetti edei tempi <strong>di</strong> lavoro necessari, <strong>in</strong>clusi gli adempimenti amm<strong>in</strong>istrativi,per seguirli con <strong>in</strong>terventi efficaci e puntuali nella loroevoluzione.In conclusione, con questa <strong>in</strong><strong>di</strong>cazione, il Piano <strong>di</strong> azione <strong>di</strong>rittodei m<strong>in</strong>ori evidenzia come e quanto la qualità dell’organizzazionepossa con<strong>di</strong>zionare l’azione professionale degli operatori e dei serviziaff<strong>in</strong>ché gli <strong>in</strong>terventi possano effettivamente conseguire irisultati attesi e comunque i migliori possibili <strong>in</strong> rapporto alle problematichepresentate.


Legislazione e atti <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo


Legge 28 marzo 2001, n. 149Mo<strong>di</strong>fiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184,recante «Discipl<strong>in</strong>a dell’adozionee dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori», nonché altitolo VIII del libro primo del co<strong>di</strong>ce civile*Titolo IDiritto del m<strong>in</strong>ore alla propria famigliaArt. 1.1. Il titolo della legge 4 maggio 1983, n. 184, <strong>di</strong> seguito denom<strong>in</strong>ata«legge n. 184», è sostituito dal seguente: «Diritto del m<strong>in</strong>oread una famiglia».2. La rubrica del Titolo I della legge n. 184 è sostituita dallaseguente: «Pr<strong>in</strong>cìpi generali».3. L’articolo 1 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:* Pubblicata <strong>in</strong> Gazzetta Ufficiale del 26 aprile 2001, n. 96.


80I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>«Art. 1. – 1. Il m<strong>in</strong>ore ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> crescere ed essere educato nell’ambitodella propria famiglia.2. Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>genza dei genitori o del genitore esercentela potestà genitoriale non possono essere <strong>di</strong> ostacolo all’eserciziodel <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore alla propria famiglia. A tal f<strong>in</strong>e a favoredella famiglia sono <strong>di</strong>sposti <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> aiuto.3. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle propriecompetenze, sostengono, con idonei <strong>in</strong>terventi, nel rispetto dellaloro autonomia e nei limiti delle risorse f<strong>in</strong>anziarie <strong>di</strong>sponibili, <strong>in</strong>uclei familiari a rischio, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> prevenire l’abbandono e <strong>di</strong> consentireal m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> essere educato nell’ambito della propria famiglia.Essi promuovono altresì <strong>in</strong>iziative <strong>di</strong> formazione dell’op<strong>in</strong>ionepubblica sull’affidamento e l’adozione e <strong>di</strong> sostegno all’attività dellecomunità <strong>di</strong> tipo familiare, organizzano corsi <strong>di</strong> preparazione edaggiornamento professionale degli operatori sociali nonché <strong>in</strong>contri<strong>di</strong> formazione e preparazione per le famiglie e le persone che <strong>in</strong>tendonoavere <strong>in</strong> affidamento o <strong>in</strong> adozione m<strong>in</strong>ori. I medesimi entipossono stipulare convenzioni con enti o associazioni senza f<strong>in</strong>i <strong>di</strong>lucro che operano nel campo della tutela dei m<strong>in</strong>ori e delle famiglieper la realizzazione delle attività <strong>di</strong> cui al presente comma.4. Quando la famiglia non è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> provvedere alla crescitae all’educazione del m<strong>in</strong>ore, si applicano gli istituti <strong>di</strong> cui alla presentelegge.5. Il <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore a vivere, crescere ed essere educato nell’ambito<strong>di</strong> una famiglia è assicurato senza <strong>di</strong>st<strong>in</strong>zione <strong>di</strong> sesso, <strong>di</strong>etnia, <strong>di</strong> età, <strong>di</strong> l<strong>in</strong>gua, <strong>di</strong> religione e nel rispetto della identità culturaledel m<strong>in</strong>ore e comunque non <strong>in</strong> contrasto con i pr<strong>in</strong>cìpi fondamentalidell’ord<strong>in</strong>amento».Titolo IIAffidamento del m<strong>in</strong>oreArt. 2.1. All’articolo 2 della legge n. 184 sono premesse le seguentiparole: «Titolo I-bis. Dell’affidamento del m<strong>in</strong>ore».2. L’articolo 2 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 2. – 1. Il m<strong>in</strong>ore temporaneamente privo <strong>di</strong> un ambientefamiliare idoneo, nonostante gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> sostegno e aiuto<strong>di</strong>sposti ai sensi dell’articolo 1, è affidato ad una famiglia, preferi-


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO81bilmente con figli m<strong>in</strong>ori, o ad una persona s<strong>in</strong>gola, <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> assicurargliil mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioniaffettive <strong>di</strong> cui egli ha bisogno.2. Ove non sia possibile l’affidamento nei term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> cui al comma1, è consentito l’<strong>in</strong>serimento del m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> una comunità <strong>di</strong> tipofamiliare o, <strong>in</strong> mancanza, <strong>in</strong> un istituto <strong>di</strong> assistenza pubblico o privato,che abbia sede preferibilmente nel luogo più vic<strong>in</strong>o a quello<strong>in</strong> cui stabilmente risiede il nucleo familiare <strong>di</strong> provenienza. Per im<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore a sei anni l’<strong>in</strong>serimento può avvenire solopresso una comunità <strong>di</strong> tipo familiare.3. In caso <strong>di</strong> necessità e urgenza l’affidamento può essere <strong>di</strong>spostoanche senza porre <strong>in</strong> essere gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> cui all’articolo 1,commi 2 e 3.4. Il ricovero <strong>in</strong> istituto deve essere superato entro il 31 <strong>di</strong>cembre2006 me<strong>di</strong>ante affidamento ad una famiglia e, ove ciò non sia possibile,me<strong>di</strong>ante <strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> comunità <strong>di</strong> tipo familiare caratterizzateda organizzazione e da rapporti <strong>in</strong>terpersonali analoghi aquelli <strong>di</strong> una famiglia.5. Le regioni, nell’ambito delle proprie competenze e sulla base<strong>di</strong> criteri stabiliti dalla Conferenza permanente per i rapporti tra loStato, le regioni e le prov<strong>in</strong>ce autonome <strong>di</strong> Trento e <strong>di</strong> Bolzano,def<strong>in</strong>iscono gli standard m<strong>in</strong>imi dei servizi e dell’assistenza chedevono essere forniti dalle comunità <strong>di</strong> tipo familiare e dagli istitutie verificano perio<strong>di</strong>camente il rispetto dei medesimi».Art. 3.1. L’articolo 3 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 3. – 1. I legali rappresentanti delle comunità <strong>di</strong> tipo familiaree degli istituti <strong>di</strong> assistenza pubblici o privati esercitano i poteritutelari sul m<strong>in</strong>ore affidato, secondo le norme del capo I del titoloX del libro primo del co<strong>di</strong>ce civile, f<strong>in</strong>o a quando non si provvedaalla nom<strong>in</strong>a <strong>di</strong> un tutore <strong>in</strong> tutti i casi nei quali l’esercizio dellapotestà dei genitori o della tutela sia impe<strong>di</strong>to.2. Nei casi previsti dal comma 1, entro trenta giorni dall’accoglienzadel m<strong>in</strong>ore, i legali rappresentanti devono proporre istanzaper la nom<strong>in</strong>a del tutore. Gli stessi e coloro che prestano anche gratuitamentela propria attività a favore delle comunità <strong>di</strong> tipo familiaree degli istituti <strong>di</strong> assistenza pubblici o privati non possono esserechiamati a tale <strong>in</strong>carico.


82I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>3. Nel caso <strong>in</strong> cui i genitori riprendano l’esercizio della potestà, lecomunità <strong>di</strong> tipo familiare e gli istituti <strong>di</strong> assistenza pubblici o privatichiedono al giu<strong>di</strong>ce tutelare <strong>di</strong> fissare eventuali limiti o con<strong>di</strong>zionia tale esercizio».Art. 4.1. L’articolo 4 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 4. – 1. L’affidamento familiare è <strong>di</strong>sposto dal servizio socialelocale, previo consenso manifestato dai genitori o dal genitoreesercente la potestà, ovvero dal tutore, sentito il m<strong>in</strong>ore che hacompiuto gli anni do<strong>di</strong>ci e anche il m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore, <strong>in</strong> considerazionedella sua capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento. Il giu<strong>di</strong>ce tutelaredel luogo ove si trova il m<strong>in</strong>ore rende esecutivo il provve<strong>di</strong>mentocon decreto.2. Ove manchi l’assenso dei genitori esercenti la potestà o deltutore, provvede il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni. Si applicano gli articoli330 e seguenti del co<strong>di</strong>ce civile.3. Nel provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> affidamento familiare devono essere<strong>in</strong><strong>di</strong>cate specificatamente le motivazioni <strong>di</strong> esso, nonché i tempi e imo<strong>di</strong> dell’esercizio dei poteri riconosciuti all’affidatario, e le modalitàattraverso le quali i genitori e gli altri componenti il nucleofamiliare possono mantenere i rapporti con il m<strong>in</strong>ore. Deve altresìessere <strong>in</strong><strong>di</strong>cato il servizio sociale locale cui è attribuita la responsabilitàdel programma <strong>di</strong> assistenza, nonché la vigilanza durante l’affidamentocon l’obbligo <strong>di</strong> tenere costantemente <strong>in</strong>formati il giu<strong>di</strong>cetutelare o il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, a seconda che si tratti <strong>di</strong>provve<strong>di</strong>mento emesso ai sensi dei commi 1 o 2. Il servizio socialelocale cui è attribuita la responsabilità del programma <strong>di</strong> assistenza,nonché la vigilanza durante l’affidamento, deve riferire senza<strong>in</strong>dugio al giu<strong>di</strong>ce tutelare o al tribunale per i m<strong>in</strong>orenni del luogo<strong>in</strong> cui il m<strong>in</strong>ore si trova, a seconda che si tratti <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>mentoemesso ai sensi dei commi 1 o 2, ogni evento <strong>di</strong> particolare rilevanzaed è tenuto a presentare una relazione semestrale sull’andamentodel programma <strong>di</strong> assistenza, sulla sua presumibile ulterioredurata e sull’evoluzione delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà del nucleofamiliare <strong>di</strong> provenienza.4. Nel provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> cui al comma 3, deve <strong>in</strong>oltre essere <strong>in</strong><strong>di</strong>catoil periodo <strong>di</strong> presumibile durata dell’affidamento che deveessere rapportabile al complesso <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi volti al recupero della


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO83famiglia d’orig<strong>in</strong>e. Tale periodo non può superare la durata <strong>di</strong> ventiquattromesi ed è prorogabile, dal tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, qualorala sospensione dell’affidamento rechi pregiu<strong>di</strong>zio al m<strong>in</strong>ore.5. L’affidamento familiare cessa con provve<strong>di</strong>mento della stessaautorità che lo ha <strong>di</strong>sposto, valutato l’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore, quandosia venuta meno la situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà temporanea della famigliad’orig<strong>in</strong>e che lo ha determ<strong>in</strong>ato, ovvero nel caso <strong>in</strong> cui la prosecuzione<strong>di</strong> esso rechi pregiu<strong>di</strong>zio al m<strong>in</strong>ore.6. Il giu<strong>di</strong>ce tutelare, trascorso il periodo <strong>di</strong> durata previsto, ovvero<strong>in</strong>tervenute le circostanze <strong>di</strong> cui al comma 5, sentiti il serviziosociale locale <strong>in</strong>teressato ed il m<strong>in</strong>ore che ha compiuto gli annido<strong>di</strong>ci e anche il m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore, <strong>in</strong> considerazione della suacapacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento, richiede, se necessario, al competentetribunale per i m<strong>in</strong>orenni l’adozione <strong>di</strong> ulteriori provve<strong>di</strong>menti nell’<strong>in</strong>teressedel m<strong>in</strong>ore.7. Le <strong>di</strong>sposizioni del presente articolo si applicano, <strong>in</strong> quantocompatibili, anche nel caso <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong>seriti presso una comunità <strong>di</strong>tipo familiare o un istituto <strong>di</strong> assistenza pubblico o privato».Art. 5.1. L’articolo 5 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 5. – 1. L’affidatario deve accogliere presso <strong>di</strong> sé il m<strong>in</strong>ore eprovvedere al suo mantenimento e alla sua educazione e istruzione,tenendo conto delle <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni dei genitori per i quali non visia stata pronuncia ai sensi degli articoli 330 e 333 del co<strong>di</strong>ce civile,o del tutore, ed osservando le prescrizioni stabilite dall’autoritàaffidante. Si applicano, <strong>in</strong> quanto compatibili, le <strong>di</strong>sposizioni dell’articolo316 del co<strong>di</strong>ce civile. In ogni caso l’affidatario esercita ipoteri connessi con la potestà parentale <strong>in</strong> relazione agli ord<strong>in</strong>arirapporti con la istituzione scolastica e con le autorità sanitarie.L’affidatario deve essere sentito nei proce<strong>di</strong>menti civili <strong>in</strong> materia <strong>di</strong>potestà, <strong>di</strong> affidamento e <strong>di</strong> adottabilità relativi al m<strong>in</strong>ore affidato.2. Il servizio sociale, nell’ambito delle proprie competenze, su<strong>di</strong>sposizione del giu<strong>di</strong>ce ovvero secondo le necessità del caso, svolgeopera <strong>di</strong> sostegno educativo e psicologico, agevola i rapporticon la famiglia <strong>di</strong> provenienza ed il rientro nella stessa del m<strong>in</strong>oresecondo le modalità più idonee, avvalendosi anche delle competenzeprofessionali delle altre strutture del territorio e dell’opera delleassociazioni familiari eventualmente <strong>in</strong><strong>di</strong>cate dagli affidatari.


84I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>3. Le norme <strong>di</strong> cui ai commi 1 e 2 si applicano, <strong>in</strong> quanto compatibili,nel caso <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori ospitati presso una comunità <strong>di</strong> tipo familiareo che si trov<strong>in</strong>o presso un istituto <strong>di</strong> assistenza pubblico o privato».4. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle propriecompetenze e nei limiti delle <strong>di</strong>sponibilità f<strong>in</strong>anziarie dei rispettivibilanci, <strong>in</strong>tervengono con misure <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> aiuto economico<strong>in</strong> favore della famiglia affidataria».Titolo IIIDell’adozioneCapo IDisposizioni generaliArt. 6.1. L’articolo 6 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 6. – 1. L’adozione è consentita a coniugi uniti <strong>in</strong> matrimonioda almeno tre anni. Tra i coniugi non deve sussistere e non deveavere avuto luogo negli ultimi tre anni separazione personale neppure<strong>di</strong> fatto.2. I coniugi devono essere affettivamente idonei e capaci <strong>di</strong> educare,istruire e mantenere i m<strong>in</strong>ori che <strong>in</strong>tendano adottare.3. L’età degli adottanti deve superare <strong>di</strong> almeno <strong>di</strong>ciotto e <strong>di</strong> nonpiù <strong>di</strong> quarantac<strong>in</strong>que anni l’età dell’adottando.4. Il requisito della stabilità del rapporto <strong>di</strong> cui al comma 1 puòritenersi realizzato anche quando i coniugi abbiano convissuto <strong>in</strong>modo stabile e cont<strong>in</strong>uativo prima del matrimonio per un periodo<strong>di</strong> tre anni, nel caso <strong>in</strong> cui il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni accerti la cont<strong>in</strong>uitàe la stabilità della convivenza, avuto riguardo a tutte le circostanzedel caso concreto.5. I limiti <strong>di</strong> cui al comma 3 possono essere derogati, qualora il tribunaleper i m<strong>in</strong>orenni accerti che dalla mancata adozione deriviun danno grave e non altrimenti evitabile per il m<strong>in</strong>ore.6. Non è preclusa l’adozione quando il limite massimo <strong>di</strong> età degliadottanti sia superato da uno solo <strong>di</strong> essi <strong>in</strong> misura non superiore a<strong>di</strong>eci anni, ovvero quando essi siano genitori <strong>di</strong> figli naturali o adottividei quali almeno uno sia <strong>in</strong> età m<strong>in</strong>ore, ovvero quando l’adozioneriguar<strong>di</strong> un fratello o una sorella del m<strong>in</strong>ore già dagli stessiadottato.


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO857. Ai medesimi coniugi sono consentite più adozioni anche conatti successivi e costituisce criterio preferenziale ai f<strong>in</strong>i dell’adozionel’avere già adottato un fratello dell’adottando o il fare richiesta<strong>di</strong> adottare più fratelli, ovvero la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>chiarataall’adozione <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori che si trov<strong>in</strong>o nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>in</strong><strong>di</strong>cate dall’articolo3, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernentel’assistenza, l’<strong>in</strong>tegrazione sociale e i <strong>di</strong>ritti delle personehan<strong>di</strong>cappate».8. Nel caso <strong>di</strong> adozione dei m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> età superiore a do<strong>di</strong>ci annio con han<strong>di</strong>cap accertato ai sensi dell’articolo 4 della legge 5 febbraio1992, n. 104, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono<strong>in</strong>tervenire, nell’ambito delle proprie competenze e nei limiti delle<strong>di</strong>sponibilità f<strong>in</strong>anziarie dei rispettivi bilanci, con specifiche misure<strong>di</strong> carattere economico, eventualmente anche me<strong>di</strong>ante misure <strong>di</strong>sostegno alla formazione e all’<strong>in</strong>serimento sociale, f<strong>in</strong>o all’età <strong>di</strong><strong>di</strong>ciotto anni degli adottati».Art. 7.1. L’articolo 7 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 7. – 1. L’adozione è consentita a favore dei m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong>chiarati<strong>in</strong> stato <strong>di</strong> adottabilità ai sensi degli articoli seguenti.2. Il m<strong>in</strong>ore, il quale ha compiuto gli anni quattor<strong>di</strong>ci, non puòessere adottato se non presta personalmente il proprio consenso,che deve essere manifestato anche quando il m<strong>in</strong>ore compia l’etàpredetta nel corso del proce<strong>di</strong>mento. Il consenso dato può comunqueessere revocato s<strong>in</strong>o alla pronuncia def<strong>in</strong>itiva dell’adozione.3. Se l’adottando ha compiuto gli anni do<strong>di</strong>ci deve essere personalmentesentito; se ha un’età <strong>in</strong>feriore, deve essere sentito, <strong>in</strong> considerazionedella sua capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento».Capo IIDella <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> adottabilitàArt. 8.1. L’articolo 8 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 8. – 1. Sono <strong>di</strong>chiarati <strong>in</strong> stato <strong>di</strong> adottabilità dal tribunaleper i m<strong>in</strong>orenni del <strong>di</strong>stretto nel quale si trovano, i m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> cui siaaccertata la situazione <strong>di</strong> abbandono perché privi <strong>di</strong> assistenzamorale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a prov-


86I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>vedervi, purché la mancanza <strong>di</strong> assistenza non sia dovuta a causa <strong>di</strong>forza maggiore <strong>di</strong> carattere transitorio.2. La situazione <strong>di</strong> abbandono sussiste, sempre che ricorrano lecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui al comma 1, anche quando i m<strong>in</strong>ori si trov<strong>in</strong>o pressoistituti <strong>di</strong> assistenza pubblici o privati o comunità <strong>di</strong> tipo familiareovvero siano <strong>in</strong> affidamento familiare.3. Non sussiste causa <strong>di</strong> forza maggiore quando i soggetti <strong>di</strong> cuial comma 1 rifiutano le misure <strong>di</strong> sostegno offerte dai servizi socialilocali e tale rifiuto viene ritenuto <strong>in</strong>giustificato dal giu<strong>di</strong>ce.4. Il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> adottabilità deve svolgersi f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio conl’assistenza legale del m<strong>in</strong>ore e dei genitori o degli altri parenti, <strong>di</strong>cui al comma 2 dell’articolo 10».Art. 9.1. L’articolo 9 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 9. – 1. Chiunque ha facoltà <strong>di</strong> segnalare all’autorità pubblicasituazioni <strong>di</strong> abbandono <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> età. I pubblici ufficiali, gli <strong>in</strong>caricati<strong>di</strong> un pubblico servizio, gli esercenti un servizio <strong>di</strong> pubblicanecessità debbono riferire al più presto al procuratore della Repubblicapresso il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni del luogo <strong>in</strong> cui il m<strong>in</strong>oresi trova sulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ogni m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> situazione <strong>di</strong> abbandono<strong>di</strong> cui vengano a conoscenza <strong>in</strong> ragione del proprio ufficio.2. Gli istituti <strong>di</strong> assistenza pubblici o privati e le comunità <strong>di</strong> tipofamiliare devono trasmettere semestralmente al procuratore dellaRepubblica presso il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni del luogo ove hannosede l’elenco <strong>di</strong> tutti i m<strong>in</strong>ori collocati presso <strong>di</strong> loro con l’<strong>in</strong><strong>di</strong>cazionespecifica, per ciascuno <strong>di</strong> essi, della località <strong>di</strong> residenza dei genitori,dei rapporti con la famiglia e delle con<strong>di</strong>zioni psicofisiche delm<strong>in</strong>ore stesso. Il procuratore della Repubblica presso il tribunaleper i m<strong>in</strong>orenni, assunte le necessarie <strong>in</strong>formazioni, chiede al tribunale,con ricorso, <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare l’adottabilità <strong>di</strong> quelli tra i m<strong>in</strong>orisegnalati o collocati presso le comunità <strong>di</strong> tipo familiare o gli istituti<strong>di</strong> assistenza pubblici o privati o presso una famiglia affidataria,che risultano <strong>in</strong> situazioni <strong>di</strong> abbandono, specificandone i motivi.3. Il procuratore della Repubblica presso il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni,che trasmette gli atti al medesimo tribunale con relazione<strong>in</strong>formativa, ogni sei mesi, effettua o <strong>di</strong>spone ispezioni negli istituti<strong>di</strong> assistenza pubblici o privati ai f<strong>in</strong>i <strong>di</strong> cui al comma 2. Può procederea ispezioni straord<strong>in</strong>arie <strong>in</strong> ogni tempo.


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO874. Chiunque, non essendo parente entro il quarto grado, accogliestabilmente nella propria abitazione un m<strong>in</strong>ore, qualora l’accoglienzasi protragga per un periodo superiore a sei mesi, deve, trascorsotale periodo, darne segnalazione al procuratore dellaRepubblica presso il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni. L’omissione dellasegnalazione può comportare l’<strong>in</strong>idoneità ad ottenere affidamentifamiliari o adottivi e l’<strong>in</strong>capacità all’ufficio tutelare.5. Nello stesso term<strong>in</strong>e <strong>di</strong> cui al comma 4, uguale segnalazionedeve essere effettuata dal genitore che affi<strong>di</strong> stabilmente a chi nonsia parente entro il quarto grado il figlio m<strong>in</strong>ore per un periodonon <strong>in</strong>feriore a sei mesi. L’omissione della segnalazione può comportarela decadenza dalla potestà sul figlio a norma dell’articolo330 del co<strong>di</strong>ce civile e l’apertura della procedura <strong>di</strong> adottabilità».Art. 10.1. L’articolo 10 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 10. – 1. Il presidente del tribunale per i m<strong>in</strong>orenni o un giu<strong>di</strong>ceda lui delegato, ricevuto il ricorso <strong>di</strong> cui all’articolo 9, comma2, provvede all’imme<strong>di</strong>ata apertura <strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento relativoallo stato <strong>di</strong> abbandono del m<strong>in</strong>ore. Dispone imme<strong>di</strong>atamente,all’occorrenza, tramite i servizi sociali locali o gli organi <strong>di</strong> pubblicasicurezza, più approfon<strong>di</strong>ti accertamenti sulle con<strong>di</strong>zioni giuri<strong>di</strong>chee <strong>di</strong> fatto del m<strong>in</strong>ore, sull’ambiente <strong>in</strong> cui ha vissuto e vive ai f<strong>in</strong>i <strong>di</strong>verificare se sussiste lo stato <strong>di</strong> abbandono.2. All’atto dell’apertura del proce<strong>di</strong>mento, sono avvertiti i genitorio, <strong>in</strong> mancanza, i parenti entro il quarto grado che abbiano rapportisignificativi con il m<strong>in</strong>ore. Con lo stesso atto il presidente deltribunale per i m<strong>in</strong>orenni li <strong>in</strong>vita a nom<strong>in</strong>are un <strong>di</strong>fensore e li <strong>in</strong>formadella nom<strong>in</strong>a <strong>di</strong> un <strong>di</strong>fensore <strong>di</strong> ufficio per il caso che essi non viprovvedano. Tali soggetti, assistiti dal <strong>di</strong>fensore, possono parteciparea tutti gli accertamenti <strong>di</strong>sposti dal tribunale, possono presentareistanze anche istruttorie e prendere visione ed estrarre copia degliatti contenuti nel fascicolo previa autorizzazione del giu<strong>di</strong>ce.3. Il tribunale può <strong>di</strong>sporre <strong>in</strong> ogni momento e f<strong>in</strong>o all’affidamentopreadottivo ogni opportuno provve<strong>di</strong>mento provvisorio nell’<strong>in</strong>teressedel m<strong>in</strong>ore, ivi compresi il collocamento temporaneo pressouna famiglia o una comunità <strong>di</strong> tipo familiare, la sospensione dellapotestà dei genitori sul m<strong>in</strong>ore, la sospensione dell’esercizio dellefunzioni del tutore e la nom<strong>in</strong>a <strong>di</strong> un tutore provvisorio.


88I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>4. In caso <strong>di</strong> urgente necessità, i provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui al comma 3possono essere adottati dal presidente del tribunale per i m<strong>in</strong>orennio da un giu<strong>di</strong>ce da lui delegato.5. Il tribunale, entro trenta giorni, deve confermare, mo<strong>di</strong>ficare orevocare i provve<strong>di</strong>menti urgenti assunti ai sensi del comma 4. Il tribunaleprovvede <strong>in</strong> camera <strong>di</strong> consiglio con l’<strong>in</strong>tervento del pubblicom<strong>in</strong>istero, sentite tutte le parti <strong>in</strong>teressate ed assunta ogn<strong>in</strong>ecessaria <strong>in</strong>formazione. Deve <strong>in</strong>oltre essere sentito il m<strong>in</strong>ore cheha compiuto gli anni do<strong>di</strong>ci e anche il m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore, <strong>in</strong>considerazione della sua capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento. I provve<strong>di</strong>mentiadottati debbono essere comunicati al pubblico m<strong>in</strong>istero ed aigenitori. Si applicano le norme <strong>di</strong> cui agli articoli 330 e seguenti delco<strong>di</strong>ce civile».Art. 11.1. All’articolo 11, primo comma, della legge n. 184, dopo le parole:«parenti entro il quarto grado» sono <strong>in</strong>serite le seguenti: «cheabbiano rapporti significativi con il m<strong>in</strong>ore».Art. 12.1. All’articolo 12, qu<strong>in</strong>to comma, della legge n. 184, le parole «aisensi del secondo comma dell’articolo 10» sono sostituite dalleseguenti: «ai sensi del comma 3 dell’articolo 10».Art. 13.1. L’articolo 14 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 14. – 1. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni può <strong>di</strong>sporre, primadella <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> adottabilità, la sospensione del proce<strong>di</strong>mento,quando da particolari circostanze emerse dalle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i effettuaterisulta che la sospensione può riuscire utile nell’<strong>in</strong>teresse delm<strong>in</strong>ore. In tal caso la sospensione è <strong>di</strong>sposta con ord<strong>in</strong>anza motivataper un periodo non superiore a un anno.2. La sospensione è comunicata ai servizi sociali locali competentiperché adott<strong>in</strong>o le <strong>in</strong>iziative opportune».Art. 14.1. L’articolo 15 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 15. – 1. A conclusione delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i e degli accertamentiprevisti dagli articoli precedenti, ove risulti la situazione <strong>di</strong> abban-


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO89dono <strong>di</strong> cui all’articolo 8, lo stato <strong>di</strong> adottabilità del m<strong>in</strong>ore è<strong>di</strong>chiarato dal tribunale per i m<strong>in</strong>orenni quando:a) i genitori ed i parenti convocati ai sensi degli articoli 12 e 13non si sono presentati senza giustificato motivo;b) l’au<strong>di</strong>zione dei soggetti <strong>di</strong> cui alla lettera a) ha <strong>di</strong>mostrato ilpersistere della mancanza <strong>di</strong> assistenza morale e materiale e la non<strong>di</strong>sponibilità ad ovviarvi;c) le prescrizioni impartite ai sensi dell’articolo 12 sono rimaste<strong>in</strong>adempiute per responsabilità dei genitori.2. La <strong>di</strong>chiarazione dello stato <strong>di</strong> adottabilità del m<strong>in</strong>ore è <strong>di</strong>spostadal tribunale per i m<strong>in</strong>orenni <strong>in</strong> camera <strong>di</strong> consiglio con sentenza,sentito il pubblico m<strong>in</strong>istero, nonché il rappresentante dell’istituto<strong>di</strong> assistenza pubblico o privato o della comunità <strong>di</strong> tipo familiarepresso cui il m<strong>in</strong>ore è collocato o la persona cui egli è affidato.Devono essere, parimenti, sentiti il tutore, ove esista, ed il m<strong>in</strong>oreche abbia compiuto gli anni do<strong>di</strong>ci e anche il m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore,<strong>in</strong> considerazione della sua capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento.3. La sentenza è notificata per esteso al pubblico m<strong>in</strong>istero, aigenitori, ai parenti <strong>in</strong><strong>di</strong>cati nel primo comma dell’articolo 12, altutore, nonché al curatore speciale ove esistano, con contestualeavviso agli stessi del loro <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proporre impugnazione nelleforme e nei term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> cui all’articolo 17».Art. 15.1. L’articolo 16 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 16. – 1. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, esaurita la proceduraprevista nei precedenti articoli e qualora ritenga che non sussistanoi presupposti per la pronuncia per lo stato <strong>di</strong> adottabilità <strong>di</strong>chiarache non vi è luogo a provvedere.2. La sentenza è notificata per esteso al pubblico m<strong>in</strong>istero, ai genitori,ai parenti <strong>in</strong><strong>di</strong>cati nel primo comma dell’articolo 12, nonché altutore e al curatore speciale ove esistano. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenniadotta i provve<strong>di</strong>menti opportuni nell’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore.3. Si applicano gli articoli 330 e seguenti del co<strong>di</strong>ce civile».Art. 16.1. L’articolo 17 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 17. – 1. Avverso la sentenza il pubblico m<strong>in</strong>istero e le altreparti possono proporre impugnazione avanti la Corte d’appello,


90I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>sezione per i m<strong>in</strong>orenni, entro trenta giorni dalla notificazione. LaCorte, sentite le parti e il pubblico m<strong>in</strong>istero ed effettuato ognialtro opportuno accertamento, pronuncia sentenza <strong>in</strong> camera <strong>di</strong>consiglio e provvede al deposito della stessa <strong>in</strong> cancelleria, entroqu<strong>in</strong><strong>di</strong>ci giorni dalla pronuncia. La sentenza è notificata d’ufficio alpubblico m<strong>in</strong>istero e alle altre parti.2. Avverso la sentenza della Corte d’appello è ammesso ricorsoper Cassazione, entro trenta giorni dalla notificazione, per i motivi<strong>di</strong> cui ai numeri 3, 4 e 5 del primo comma dell’articolo 360 del co<strong>di</strong>ce<strong>di</strong> procedura civile. Si applica altresì il secondo comma dello stessoarticolo.3. L’u<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione dell’appello e del ricorso deve esserefissata entro sessanta giorni dal deposito dei rispettivi atti <strong>in</strong>troduttivi».Art. 17.1. L’articolo 18 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 18. – 1. La sentenza def<strong>in</strong>itiva che <strong>di</strong>chiara lo stato <strong>di</strong>adottabilità è trascritta, a cura del cancelliere del tribunale per im<strong>in</strong>orenni, su apposito registro conservato presso la cancelleriadel tribunale stesso. La trascrizione deve essere effettuata entroil decimo giorno successivo a quello della comunicazione che lasentenza <strong>di</strong> adottabilità è <strong>di</strong>venuta def<strong>in</strong>itiva. A questo effetto,il cancelliere del giu<strong>di</strong>ce dell’impugnazione deve <strong>in</strong>viare imme<strong>di</strong>atamenteapposita comunicazione al cancelliere del tribunaleper i m<strong>in</strong>orenni».Art. 18.1. L’articolo 21 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 21. – 1. Lo stato <strong>di</strong> adottabilità cessa altresì per revoca, nell’<strong>in</strong>teressedel m<strong>in</strong>ore, <strong>in</strong> quanto siano venute meno le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> cui all’articolo 8, comma 1, successivamente alla sentenza <strong>di</strong> cuial comma 2 dell’articolo 15.2. La revoca è pronunciata dal tribunale per i m<strong>in</strong>orenni d’ufficioo su istanza del pubblico m<strong>in</strong>istero, dei genitori, del tutore.3. Il tribunale provvede <strong>in</strong> camera <strong>di</strong> consiglio, sentito il pubblicom<strong>in</strong>istero.4. Nel caso <strong>in</strong> cui sia <strong>in</strong> atto l’affidamento preadottivo, lo stato <strong>di</strong>adottabilità non può essere revocato».


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO91Capo IIIDell’affidamento preadottivoArt. 19.1. L’articolo 22 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 22. – 1. Coloro che <strong>in</strong>tendono adottare devono presentaredomanda al tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, specificando l’eventuale<strong>di</strong>sponibilità ad adottare più fratelli ovvero m<strong>in</strong>ori che si trov<strong>in</strong>onelle con<strong>di</strong>zioni <strong>in</strong><strong>di</strong>cate dall’articolo 3, comma 1, della legge 5 febbraio1992, n. 104, concernente l’assistenza, l’<strong>in</strong>tegrazione sociale ei <strong>di</strong>ritti delle persone han<strong>di</strong>cappate. È ammissibile la presentazione<strong>di</strong> più domande anche successive a più tribunali per i m<strong>in</strong>orenni,purchè <strong>in</strong> ogni caso se ne <strong>di</strong>a comunicazione a tutti i tribunali precedentementea<strong>di</strong>ti. I tribunali cui la domanda è presentata possonorichiedere copia degli atti <strong>di</strong> parte ed istruttori, relativi ai medesimiconiugi, agli altri tribunali; gli atti possono altresì essere comunicatid’ufficio. La domanda decade dopo tre anni dalla presentazionee può essere r<strong>in</strong>novata.2. In ogni momento a coloro che <strong>in</strong>tendono adottare devonoessere fornite, se richieste, notizie sullo stato del proce<strong>di</strong>mento.3. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, accertati previamente i requisiti <strong>di</strong>cui all’articolo 6, <strong>di</strong>spone l’esecuzione delle adeguate <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i <strong>di</strong>cui al comma 4, ricorrendo ai servizi socio-assistenziali degli entilocali s<strong>in</strong>goli o associati, nonché avvalendosi delle competenti professionalitàdelle aziende sanitarie locali ed ospedaliere, dandoprecedenza nella istruttoria alle domande <strong>di</strong>rette all’adozione <strong>di</strong>m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> età superiore a c<strong>in</strong>que anni o con han<strong>di</strong>cap accertato aisensi dell’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.4. Le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, che devono essere tempestivamente avviate econcludersi entro centoventi giorni, riguardano <strong>in</strong> particolare lacapacità <strong>di</strong> educare il m<strong>in</strong>ore, la situazione personale ed economica,la salute, l’ambiente familiare dei richiedenti, i motivi per iquali questi ultimi desiderano adottare il m<strong>in</strong>ore. Con provve<strong>di</strong>mentomotivato, il term<strong>in</strong>e entro il quale devono concludersi le<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i può essere prorogato una sola volta e per non più <strong>di</strong> centoventigiorni.5. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, <strong>in</strong> base alle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i effettuate,sceglie tra le coppie che hanno presentato domanda quella maggiormente<strong>in</strong> grado <strong>di</strong> corrispondere alle esigenze del m<strong>in</strong>ore.


92I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>6. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, <strong>in</strong> camera <strong>di</strong> consiglio, sentiti il pubblicom<strong>in</strong>istero, gli ascendenti dei richiedenti ove esistano, il m<strong>in</strong>oreche abbia compiuto gli anni do<strong>di</strong>ci e anche il m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore,<strong>in</strong> considerazione della sua capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento, omessaogni altra formalità <strong>di</strong> procedura, <strong>di</strong>spone, senza <strong>in</strong>dugio, l’affidamentopreadottivo, determ<strong>in</strong>andone le modalità con ord<strong>in</strong>anza. Ilm<strong>in</strong>ore che abbia compiuto gli anni quattor<strong>di</strong>ci deve manifestareespresso consenso all’affidamento alla coppia prescelta.7. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni deve <strong>in</strong> ogni caso <strong>in</strong>formare i richiedentisui fatti rilevanti, relativi al m<strong>in</strong>ore, emersi dalle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i. Nonpuò essere <strong>di</strong>sposto l’affidamento <strong>di</strong> uno solo <strong>di</strong> più fratelli, tutti <strong>in</strong>stato <strong>di</strong> adottabilità, salvo che non sussistano gravi ragioni.L’ord<strong>in</strong>anza è comunicata al pubblico m<strong>in</strong>istero, ai richiedenti ed altutore. Il provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> affidamento preadottivo è imme<strong>di</strong>atamente,e comunque non oltre <strong>di</strong>eci giorni, annotato a cura del cancellierea marg<strong>in</strong>e della trascrizione <strong>di</strong> cui all’articolo 18.8. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni vigila sul buon andamento dell’affidamentopreadottivo avvalendosi anche del giu<strong>di</strong>ce tutelare e deiservizi locali sociali e consultoriali. In caso <strong>di</strong> accertate <strong>di</strong>fficoltà,convoca, anche separatamente, gli affidatari e il m<strong>in</strong>ore, alla presenza,se del caso, <strong>di</strong> uno psicologo, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> valutare le causeall’orig<strong>in</strong>e delle <strong>di</strong>fficoltà. Ove necessario, <strong>di</strong>spone <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong>sostegno psicologico e sociale».Art. 20.1. L’articolo 23 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 23. – 1. L’affidamento preadottivo è revocato dal tribunaleper i m<strong>in</strong>orenni d’ufficio o su istanza del pubblico m<strong>in</strong>istero o deltutore o <strong>di</strong> coloro che esercitano la vigilanza <strong>di</strong> cui all’articolo 22,comma 8, quando vengano accertate <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> idonea convivenzaritenute non superabili. Il provve<strong>di</strong>mento relativo alla revoca èadottato dal tribunale per i m<strong>in</strong>orenni, <strong>in</strong> camera <strong>di</strong> consiglio, condecreto motivato. Debbono essere sentiti, oltre al pubblico m<strong>in</strong>isteroed al presentatore dell’istanza <strong>di</strong> revoca, il m<strong>in</strong>ore che abbia compiutogli anni do<strong>di</strong>ci e anche il m<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore, <strong>in</strong> considerazionedella sua capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento, gli affidatari, il tutore ecoloro che abbiano svolto attività <strong>di</strong> vigilanza o <strong>di</strong> sostegno.2. Il decreto è comunicato al pubblico m<strong>in</strong>istero, al presentatoredell’istanza <strong>di</strong> revoca, agli affidatari ed al tutore. Il decreto che


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO93<strong>di</strong>spone la revoca dell’affidamento preadottivo è annotato a curadel cancelliere entro <strong>di</strong>eci giorni a marg<strong>in</strong>e della trascrizione <strong>di</strong> cuiall’articolo 18.3. In caso <strong>di</strong> revoca, il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni adotta gli opportuniprovve<strong>di</strong>menti temporanei <strong>in</strong> favore del m<strong>in</strong>ore ai sensi dell’articolo10, comma 3. Si applicano gli articoli 330 e seguenti del co<strong>di</strong>cecivile».Capo IVDella <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> adozioneArt. 21.1. L’articolo 25 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 25. – 1. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni che ha <strong>di</strong>chiarato lostato <strong>di</strong> adottabilità, decorso un anno dall’affidamento, sentiti iconiugi adottanti, il m<strong>in</strong>ore che abbia compiuto gli anni do<strong>di</strong>ci e ilm<strong>in</strong>ore <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore, <strong>in</strong> considerazione della sua capacità <strong>di</strong><strong>di</strong>scernimento, il pubblico m<strong>in</strong>istero, il tutore e coloro che abbianosvolto attività <strong>di</strong> vigilanza o <strong>di</strong> sostegno, verifica che ricorrano tuttele con<strong>di</strong>zioni previste dal presente capo e, senza altra formalità <strong>di</strong>procedura, provvede sull’adozione con sentenza <strong>in</strong> camera <strong>di</strong> consiglio,decidendo <strong>di</strong> fare luogo o <strong>di</strong> non fare luogo all’adozione. Ilm<strong>in</strong>ore che abbia compiuto gli anni quattor<strong>di</strong>ci deve manifestareespresso consenso all’adozione nei confronti della coppia prescelta.2. Qualora la domanda <strong>di</strong> adozione venga proposta da coniugiche hanno <strong>di</strong>scendenti legittimi o legittimati, questi, se maggioridegli anni quattor<strong>di</strong>ci, debbono essere sentiti.3. Nell’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore il term<strong>in</strong>e <strong>di</strong> cui al comma 1 può essereprorogato <strong>di</strong> un anno, d’ufficio o su domanda dei coniugi affidatari,con ord<strong>in</strong>anza motivata.4. Se uno dei coniugi muore o <strong>di</strong>viene <strong>in</strong>capace durante l’affidamentopreadottivo, l’adozione, nell’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore, può essereugualmente <strong>di</strong>sposta ad istanza dell’altro coniuge nei confronti<strong>di</strong> entrambi, con effetto, per il coniuge deceduto, dalla data dellamorte.5. Se nel corso dell’affidamento preadottivo <strong>in</strong>terviene separazionetra i coniugi affidatari, l’adozione può essere <strong>di</strong>sposta nei confronti<strong>di</strong> uno solo o <strong>di</strong> entrambi, nell’esclusivo <strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore,qualora il coniuge o i coniugi ne facciano richiesta.


94I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>6. La sentenza che decide sull’adozione è comunicata al pubblicom<strong>in</strong>istero, ai coniugi adottanti ed al tutore.7. Nel caso <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>mento negativo viene meno l’affidamentopreadottivo ed il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni assume gli opportuniprovve<strong>di</strong>menti temporanei <strong>in</strong> favore del m<strong>in</strong>ore ai sensi dell’articolo10, comma 3. Si applicano gli articoli 330 e seguenti del co<strong>di</strong>cecivile».Art. 22.1. L’articolo 26 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 26. – 1. Avverso la sentenza che <strong>di</strong>chiara se fare luogo onon fare luogo all’adozione, entro trenta giorni dalla notifica,può essere proposta impugnazione davanti alla sezione per im<strong>in</strong>orenni della Corte d’appello da parte del pubblico m<strong>in</strong>istero,dagli adottanti e dal tutore del m<strong>in</strong>ore. La Corte d’appello, sentitele parti ed esperito ogni accertamento ritenuto opportuno,pronuncia sentenza. La sentenza è notificata d’ufficio alle partiper esteso.2. Avverso la sentenza della Corte d’appello è ammesso ricorsoper Cassazione, che deve essere proposto entro trenta giorni dallanotifica della stessa, solo per i motivi <strong>di</strong> cui al primo comma, numero3, dell’articolo 360 del co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> procedura civile.3. L’u<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione dell’appello e del ricorso perCassazione deve essere fissata entro sessanta giorni dal depositodei rispettivi atti <strong>in</strong>troduttivi.4. La sentenza che pronuncia l’adozione, <strong>di</strong>venuta def<strong>in</strong>itiva, èimme<strong>di</strong>atamente trascritta nel registro <strong>di</strong> cui all’articolo 18 e comunicataall’ufficiale dello stato civile che la annota a marg<strong>in</strong>e dell’atto<strong>di</strong> nascita dell’adottato. A questo effetto, il cancelliere del giu<strong>di</strong>cedell’impugnazione deve imme<strong>di</strong>atamente dare comunicazionedella def<strong>in</strong>itività della sentenza al cancelliere del tribunale per im<strong>in</strong>orenni.5. Gli effetti dell’adozione si producono dal momento della def<strong>in</strong>itivitàdella sentenza».Art. 23.1. All’articolo 27, secondo comma, della legge n. 184, le parole«ai sensi dell’articolo 25, qu<strong>in</strong>to comma» sono sostituite dalleseguenti «ai sensi dell’articolo 25, comma 5».


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO95Art. 24.1. L’articolo 28 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 28. – 1. Il m<strong>in</strong>ore adottato è <strong>in</strong>formato <strong>di</strong> tale sua con<strong>di</strong>zioneed i genitori adottivi vi provvedono nei mo<strong>di</strong> e term<strong>in</strong>i che essiritengono più opportuni.2. Qualunque attestazione <strong>di</strong> stato civile riferita all’adottato deveessere rilasciata con la sola <strong>in</strong><strong>di</strong>cazione del nuovo cognome e conl’esclusione <strong>di</strong> qualsiasi riferimento alla paternità e alla maternitàdel m<strong>in</strong>ore e dell’annotazione <strong>di</strong> cui all’articolo 26, comma 4.3. L’ufficiale <strong>di</strong> stato civile, l’ufficiale <strong>di</strong> anagrafe e qualsiasialtro ente pubblico o privato, autorità o pubblico ufficio debbonorifiutarsi <strong>di</strong> fornire notizie, <strong>in</strong>formazioni, certificazioni, estrattio copie dai quali possa comunque risultare il rapporto <strong>di</strong> adozione,salvo autorizzazione espressa dell’autorità giu<strong>di</strong>ziaria. Nonè necessaria l’autorizzazione qualora la richiesta provenga dall’ufficiale<strong>di</strong> stato civile, per verificare se sussistano impe<strong>di</strong>mentimatrimoniali.4. Le <strong>in</strong>formazioni concernenti l’identità dei genitori biologicipossono essere fornite ai genitori adottivi, quali esercenti la potestàdei genitori, su autorizzazione del tribunale per i m<strong>in</strong>orenni,solo se sussistono gravi e comprovati motivi. Il tribunale accerta chel’<strong>in</strong>formazione sia preceduta e accompagnata da adeguata preparazionee assistenza del m<strong>in</strong>ore. Le <strong>in</strong>formazioni possono esserefornite anche al responsabile <strong>di</strong> una struttura ospedaliera o <strong>di</strong> unpresi<strong>di</strong>o sanitario, ove ricorrano i presupposti della necessità e dellaurgenza e vi sia grave pericolo per la salute del m<strong>in</strong>ore.5. L’adottato, raggiunta l’età <strong>di</strong> ventic<strong>in</strong>que anni, può accedere a<strong>in</strong>formazioni che riguardano la sua orig<strong>in</strong>e e l’identità dei proprigenitori biologici. Può farlo anche raggiunta la maggiore età, sesussistono gravi e comprovati motivi att<strong>in</strong>enti alla sua salute psicofisica.L’istanza deve essere presentata al tribunale per i m<strong>in</strong>orennidel luogo <strong>di</strong> residenza.6. Il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni procede all’au<strong>di</strong>zione delle persone<strong>di</strong> cui ritenga opportuno l’ascolto; assume tutte le <strong>in</strong>formazioni<strong>di</strong> carattere sociale e psicologico, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> valutare che l’accessoalle notizie <strong>di</strong> cui al comma 5 non comporti grave turbamentoall’equilibrio psico-fisico del richiedente. Def<strong>in</strong>ita l’istruttoria, il tribunaleper i m<strong>in</strong>orenni autorizza con decreto l’accesso alle notizierichieste.


96I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>7. L’accesso alle <strong>in</strong>formazioni non è consentito se l’adottato nonsia stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale e qualoraanche uno solo dei genitori biologici abbia <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> non voleressere nom<strong>in</strong>ato, o abbia manifestato il consenso all’adozione acon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> rimanere anonimo.8. Fatto salvo quanto previsto dai commi precedenti, l’autorizzazionenon è richiesta per l’adottato maggiore <strong>di</strong> età quando i genitoriadottivi sono deceduti o <strong>di</strong>venuti irreperibili».Titolo IVDell’adozione <strong>in</strong> casi particolariCapo IDell’adozione <strong>in</strong> casi particolari e dei suoi effettiArt. 25.1. L’articolo 44 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 44. – 1. I m<strong>in</strong>ori possono essere adottati anche quando nonricorrono le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui al comma 1 dell’articolo 7:a) da persone unite al m<strong>in</strong>ore da v<strong>in</strong>colo <strong>di</strong> parentela f<strong>in</strong>o al sestogrado o da preesistente rapporto stabile e duraturo, quando ilm<strong>in</strong>ore sia orfano <strong>di</strong> padre e <strong>di</strong> madre;b) dal coniuge nel caso <strong>in</strong> cui il m<strong>in</strong>ore sia figlio anche adottivodell’altro coniuge;c) quando il m<strong>in</strong>ore si trovi nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>in</strong><strong>di</strong>cate dall’articolo3, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e sia orfano <strong>di</strong>padre e <strong>di</strong> madre;soppressad) quando vi sia la constatata impossibilità <strong>di</strong> affidamento preadottivo.2. L’adozione, nei casi <strong>in</strong><strong>di</strong>cati nel comma 1, è consentita anche <strong>in</strong>presenza <strong>di</strong> figli legittimi.3. Nei casi <strong>di</strong> cui alle lettere a), c), e d) del comma 1 l’adozione èconsentita, oltre che ai coniugi, anche a chi non è coniugato. Sel’adottante è persona coniugata e non separata, l’adozione puòessere tuttavia <strong>di</strong>sposta solo a seguito <strong>di</strong> richiesta da parte <strong>di</strong>entrambi i coniugi.4. Nei casi <strong>di</strong> cui alle lettere a) e d) del comma 1 l’età dell’adottantedeve superare <strong>di</strong> almeno <strong>di</strong>ciotto anni quella <strong>di</strong> coloro cheegli <strong>in</strong>tende adottare».


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO97Art. 26.1. L’articolo 45 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 45. – 1. Nel proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> adozione nei casi previsti dall’articolo44 si richiede il consenso dell’adottante e dell’adottandoche abbia compiuto il quattor<strong>di</strong>cesimo anno <strong>di</strong> età.2. Se l’adottando ha compiuto gli anni do<strong>di</strong>ci deve essere personalmentesentito; se ha una età <strong>in</strong>feriore, deve essere sentito, <strong>in</strong>considerazione della sua capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento.3. In ogni caso, se l’adottando non ha compiuto gli anni quattor<strong>di</strong>ci,l’adozione deve essere <strong>di</strong>sposta dopo che sia stato sentito il suolegale rappresentante.4. Quando l’adozione deve essere <strong>di</strong>sposta nel caso previsto dall’articolo44, comma 1, lettera c), deve essere sentito il legale rappresentantedell’adottando <strong>in</strong> luogo <strong>di</strong> questi, se lo stesso non puòesserlo o non può prestare il proprio consenso ai sensi del presentearticolo a causa delle sue con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> m<strong>in</strong>orazione».Art. 27.1. L’articolo 47 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 47. – 1. L’adozione produce i suoi effetti dalla data dellasentenza che la pronuncia. F<strong>in</strong>ché la sentenza non è emanata,tanto l’adottante quanto l’adottando possono revocare il loro consenso.2. Se uno dei coniugi muore dopo la prestazione del consenso eprima della emanazione della sentenza, si può procedere, su istanzadell’altro coniuge, al compimento degli atti necessari per l’adozione.3. Se l’adozione è ammessa, essa produce i suoi effetti dalmomento della morte dell’adottante».Art. 28.1. L’articolo 49 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 49. – 1. L’adottante deve fare l’<strong>in</strong>ventario dei beni dell’adottatoe trasmetterlo al giu<strong>di</strong>ce tutelare entro trenta giorni dalla datadella comunicazione della sentenza <strong>di</strong> adozione. Si osservano, <strong>in</strong>quanto applicabili, le <strong>di</strong>sposizioni contenute nella sezione III delcapo I del titolo X del libro primo del co<strong>di</strong>ce civile.2. L’adottante che omette <strong>di</strong> fare l’<strong>in</strong>ventario nel term<strong>in</strong>e stabilitoo fa un <strong>in</strong>ventario <strong>in</strong>fedele può essere privato dell’amm<strong>in</strong>istra-


98I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>zione dei beni dal giu<strong>di</strong>ce tutelare, salvo l’obbligo del risarcimentodei danni».Capo IIDelle forme dell’adozione <strong>in</strong> casi particolariArt. 29.1. La lettera a) del terzo comma dell’articolo 57 della legge n.184 è sostituita dalla seguente:«a) l’idoneità affettiva e la capacità <strong>di</strong> educare e istruire il m<strong>in</strong>ore,la situazione personale ed economica, la salute, l’ambientefamiliare degli adottanti;».Titolo VMo<strong>di</strong>fiche al titolo VIII del libro primo del co<strong>di</strong>ce civileArt. 30.1. L’articolo 313 del co<strong>di</strong>ce civile è sostituito dal seguente:«Art. 313. - (Provve<strong>di</strong>mento del tribunale) – Il tribunale, <strong>in</strong> camera<strong>di</strong> consiglio, sentito il pubblico m<strong>in</strong>istero e omessa ogni altra formalità<strong>di</strong> procedura, provvede con sentenza decidendo <strong>di</strong> far luogoo non far luogo alla adozione.L’adottante, il pubblico m<strong>in</strong>istero, l’adottando, entro trenta giornidalla comunicazione, possono proporre impugnazione avanti laCorte d’appello, che decide <strong>in</strong> camera <strong>di</strong> consiglio, sentito il pubblicom<strong>in</strong>istero».Art. 31.1. L’articolo 314 del co<strong>di</strong>ce civile è sostituito dal seguente:«Art. 314. - (Pubblicità) – La sentenza def<strong>in</strong>itiva che pronuncial’adozione è trascritta a cura del cancelliere del tribunale competente,entro il decimo giorno successivo a quello della relativacomunicazione, da effettuarsi non oltre c<strong>in</strong>que giorni dal deposito,da parte del cancelliere del giu<strong>di</strong>ce dell’impugnazione, su appositoregistro e comunicata all’ufficiale <strong>di</strong> stato civile per l’annotazione amarg<strong>in</strong>e dell’atto <strong>di</strong> nascita dell’adottato.Con la procedura <strong>di</strong> cui al primo comma deve essere altresì trascrittaed annotata la sentenza <strong>di</strong> revoca della adozione, passata <strong>in</strong>giu<strong>di</strong>cato.


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO99L’autorità giu<strong>di</strong>ziaria può <strong>in</strong>oltre ord<strong>in</strong>are la pubblicazione dellasentenza che pronuncia l’adozione o della sentenza <strong>di</strong> revoca neimo<strong>di</strong> che ritiene opportuni».Titolo VINorme f<strong>in</strong>ali, penali e transitorieArt. 32.1. All’articolo 35, comma 4, della legge n. 184, le parole: «puòessere sentito ove sia opportuno e» sono sostituite dalle seguenti:«deve essere sentito».2. All’articolo 52, secondo comma, della legge n. 184, le parole:«e, se opportuno, anche <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore» sono sostituite dalleseguenti: «e anche <strong>di</strong> età <strong>in</strong>feriore, <strong>in</strong> considerazione della suacapacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento».3. All’articolo 79, terzo comma, della legge n. 184, le parole: «, seopportuno,» sono sostituite dalle seguenti: «, <strong>in</strong> considerazionedella loro capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento,».Art. 33.1. All’articolo 43, primo comma, della legge n. 184, le parole: «<strong>di</strong>cui al sesto, settimo e ottavo comma dell’articolo 9» sono sostituitedalle seguenti: «<strong>di</strong> cui ai commi 4 e 5 dell’articolo 9».Art. 34.1. L’articolo 70 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:«Art. 70. – 1. I pubblici ufficiali o gli <strong>in</strong>caricati <strong>di</strong> un pubblico servizioche omettono <strong>di</strong> riferire alla procura della Repubblica pressoil tribunale per i m<strong>in</strong>orenni sulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ogni m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> situazione<strong>di</strong> abbandono <strong>di</strong> cui vengano a conoscenza <strong>in</strong> ragione delproprio ufficio, sono puniti ai sensi dell’articolo 328 del co<strong>di</strong>cepenale. Gli esercenti un servizio <strong>di</strong> pubblica necessità sono puniticon la pena della reclusione f<strong>in</strong>o ad un anno o con la multa da lire500.000 a lire 2.500.000.2. I rappresentanti degli istituti <strong>di</strong> assistenza pubblici o privati cheomettono <strong>di</strong> trasmettere semestralmente alla procura dellaRepubblica presso il tribunale per i m<strong>in</strong>orenni l’elenco <strong>di</strong> tutti im<strong>in</strong>ori ricoverati o assistiti, ovvero forniscono <strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong>esattecirca i rapporti familiari concernenti i medesimi, sono puniti con


100 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>la pena della reclusione f<strong>in</strong>o ad un anno o con la multa da lire500.000 a lire 5.000.000».Art. 35.1. Il primo comma dell’articolo 71 della legge n. 184 è sostituitodal seguente:«Chiunque, <strong>in</strong> violazione delle norme <strong>di</strong> legge <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> adozione,affida a terzi con carattere def<strong>in</strong>itivo un m<strong>in</strong>ore, ovvero loavvia all’estero perché sia def<strong>in</strong>itivamente affidato, è punito con lareclusione da uno a tre anni».2. Il sesto comma dell’articolo 71 della legge n. 184 è sostituitodal seguente:«Chiunque svolga opera <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> realizzare l’affidamento<strong>di</strong> cui al primo comma è punito con la reclusione f<strong>in</strong>o adun anno o con multa da lire 500.000 a lire 5.000.000.»Art. 36.1. Il primo comma dell’articolo 73 della legge n. 184 è sostituitodal seguente:«Chiunque essendone a conoscenza <strong>in</strong> ragione del proprio ufficiofornisce qualsiasi notizia atta a r<strong>in</strong>tracciare un m<strong>in</strong>ore nei cui confrontisia stata pronunciata adozione o rivela <strong>in</strong> qualsiasi modo notiziecirca lo stato <strong>di</strong> figlio legittimo per adozione è punito con la reclusionef<strong>in</strong>o a sei mesi o con la multa da lire 200.000 a lire 2.000.000».Art. 37.1. All’articolo 330, secondo comma, del co<strong>di</strong>ce civile, sonoaggiunte, <strong>in</strong> f<strong>in</strong>e, le seguenti parole: «ovvero l’allontanamento delgenitore o convivente che maltratta o abusa del m<strong>in</strong>ore».2. All’articolo 333, primo comma, del co<strong>di</strong>ce civile, sono aggiunte,<strong>in</strong> f<strong>in</strong>e, le seguenti parole: «ovvero l’allontanamento del genitoreo convivente che maltratta o abusa del m<strong>in</strong>ore».3. All’articolo 336 del co<strong>di</strong>ce civile è aggiunto, <strong>in</strong> f<strong>in</strong>e, il seguentecomma:«Per i provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui ai commi precedenti, i genitori e ilm<strong>in</strong>ore sono assistiti da un <strong>di</strong>fensore, anche a spese dello Stato neicasi previsti dalla legge».Art. 38.1. L’articolo 80 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO 101«Art. 80. – 1. Il giu<strong>di</strong>ce, se del caso ed anche <strong>in</strong> relazione alla duratadell’affidamento, può <strong>di</strong>sporre che gli assegni familiari e le prestazioniprevidenziali relative al m<strong>in</strong>ore siano erogati temporaneamente<strong>in</strong> favore dell’affidatario.2. Le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui all’articolo 12 del testo unico delle impostesui red<strong>di</strong>ti, approvato con decreto del Presidente dellaRepubblica 22 <strong>di</strong>cembre 1986, n. 917, e successive mo<strong>di</strong>ficazioni,all’articolo 6 della legge 9 <strong>di</strong>cembre 1977, n. 903, e alla legge 8marzo 2000, n. 53, si applicano anche agli affidatari <strong>di</strong> cui alcomma 1.3. Alle persone affidatarie si estendono tutti i benefici <strong>in</strong> tema <strong>di</strong>astensione obbligatoria e facoltativa dal lavoro, <strong>di</strong> permessi permalattia, <strong>di</strong> riposi giornalieri, previsti per i genitori biologici.4. Le regioni determ<strong>in</strong>ano le con<strong>di</strong>zioni e modalità <strong>di</strong> sostegnoalle famiglie, persone e comunità <strong>di</strong> tipo familiare che hanno m<strong>in</strong>ori<strong>in</strong> affidamento, aff<strong>in</strong>ché tale affidamento si possa fondare sulla<strong>di</strong>sponibilità e l’idoneità all’accoglienza <strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente dallecon<strong>di</strong>zioni economiche».Art. 39.1. Dopo i primi due anni dalla data <strong>di</strong> entrata <strong>in</strong> vigore della presentelegge e successivamente con cadenza triennale, il M<strong>in</strong>istrodella giustizia e il M<strong>in</strong>istro per la solidarietà sociale, <strong>di</strong> concerto conla Conferenza unificata <strong>di</strong> cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28agosto 1997, n. 281, nell’ambito delle rispettive competenze, trasmettonoal Parlamento una relazione sullo stato <strong>di</strong> attuazionedella presente legge, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> verificarne la funzionalità <strong>in</strong> relazionealle f<strong>in</strong>alità perseguite e la rispondenza all’<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore,<strong>in</strong> particolare per quanto attiene all’applicazione delle <strong>di</strong>sposizioni<strong>di</strong> cui all’articolo 6, commi 3 e 5, della legge 4 maggio 1983, n. 184,come sostituito dall’articolo 6 della presente legge.Art. 40.1. Per le f<strong>in</strong>alità perseguite dalla presente legge è istituita, entroe non oltre centottanta giorni dalla data della sua entrata <strong>in</strong> vigore,anche con l’apporto dei dati forniti dalle s<strong>in</strong>gole regioni, pressoil M<strong>in</strong>istero della giustizia, una banca dati relativa ai m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong>chiaratiadottabili, nonché ai coniugi aspiranti all’adozione nazionale e<strong>in</strong>ternazionale, con <strong>in</strong><strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> ogni <strong>in</strong>formazione atta a garan-


102 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>tire il miglior esito del proce<strong>di</strong>mento. I dati riguardano anche lepersone s<strong>in</strong>gole <strong>di</strong>sponibili all’adozione <strong>in</strong> relazione ai casi <strong>di</strong> cuiall’articolo 44 della legge 4 maggio 1983, n. 184, come sostituitodall’articolo 25 della presente legge.2. La banca dati è resa <strong>di</strong>sponibile, attraverso una rete <strong>di</strong> collegamento,a tutti i tribunali per i m<strong>in</strong>orenni e deve essere perio<strong>di</strong>camenteaggiornata con cadenza trimestrale.3. Con regolamento del M<strong>in</strong>istro della giustizia sono <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>atele modalità <strong>di</strong> attuazione e <strong>di</strong> organizzazione della banca dati,anche per quanto attiene all’adozione dei <strong>di</strong>spositivi necessari perla sicurezza e la riservatezza dei dati.4. Dall’attuazione del presente articolo non debbono derivarenuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.Art. 41.1. La presente legge entra <strong>in</strong> vigore il giorno successivo a quellodella sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO 103Allegato A - parte <strong>in</strong>tegrante della delibera<strong>di</strong> GR n. 139 del 27 febbraio 2006, In<strong>di</strong>rizzi <strong>in</strong>materia <strong>di</strong> affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori a famigliae a servizi residenziali socio-educativi,ai sensi dell’art. 53, comma 2, lett. e) legge<strong>regionale</strong> 24 febbraio 2005, n. 41*1. Premessa normativaNormativa nazionale• Legge 4 maggio 1983, n. 184, recante «Discipl<strong>in</strong>a dell’adozionee dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori», mo<strong>di</strong>ficata con Legge 28 marzo2001, n. 149 “Mo<strong>di</strong>fiche alla legge 4 maggio 1983 – n. 184,recante <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a dell’adozione e dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori,nonché al titolo VIII del libro primo del co<strong>di</strong>ce civile, pubblicatasulla G.U. n. 96 del 26/04/01• Legge 8 novembre 2000, n.328 “Legge quadro per la realizzazionedel sistema <strong>in</strong>tegrato <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi e servizi sociali” che,all’art. 22 comma 2 lettera c), <strong>in</strong>clude nel livello essenziale delleprestazioni sociali “gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> sostegno per i m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong>situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio tramite il sostegno al nucleo familiare <strong>di</strong>orig<strong>in</strong>e e l’<strong>in</strong>serimento presso famiglie, persone e strutturecomunitarie <strong>di</strong> accoglienza <strong>di</strong> tipo familiare e per la promozionedei <strong>di</strong>ritti dell’<strong>in</strong>fanzia e dell’adolescenza”.Normativa <strong>regionale</strong>• Legge <strong>regionale</strong> 24 febbraio 2005, n. 41 “Sistema <strong>in</strong>tegrato <strong>di</strong><strong>in</strong>terventi e servizi per la tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> cittad<strong>in</strong>anza sociale”,che, all’art. 53, <strong>in</strong><strong>di</strong>ca l’affidamento temporaneo a famigliee a servizi socio-educativi fra gli <strong>in</strong>terventi ed i servizi volti agarantire al m<strong>in</strong>ore la protezione e le cure necessarie al suobenessere;• Deliberazione della Giunta Regionale 25 marzo 2002, n. 313“Guida e strumenti operativi <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> abbandono e maltrattamentodei m<strong>in</strong>ori”;* Pubblicato <strong>in</strong> BUR <strong>Toscana</strong> del 22 marzo 2006, n. 12.


104 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>• Deliberazione del Consiglio Regionale 23 <strong>di</strong>cembre 2003, n. 238“Mo<strong>di</strong>fica dell’allegato A alla deliberazione del Consiglio <strong>regionale</strong>24 luglio 2002, n. 122. Approvazione del Piano <strong>di</strong> Azione“Diritti dei m<strong>in</strong>ori” e del Piano <strong>di</strong> Azione “Inclusione sociale econtrasto della povertà” che, al punto 3.2 del Piano <strong>di</strong> Azione“Diritti dei m<strong>in</strong>ori”, prevede che “i nuclei familiari che vivonosituazioni <strong>di</strong>fficili richiedono attenzione specifica e <strong>in</strong>vestimentiaggiuntivi <strong>di</strong> risorse proprio per rispettare il <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore avivere nella propria famiglia; ciò vale anche per le famiglie <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>edei m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> affido per potere garantire il più sollecito superamentodelle situazioni <strong>di</strong> crisi che lo hanno reso necessario”.2. Funzione e obiettivi dell’affidamentoL’affidamento rappresenta una misura protettiva <strong>di</strong> tutela del m<strong>in</strong>orealla quale si ricorre quando si rileva una situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltàdella famiglia che non le consente temporaneamente <strong>di</strong> assolvereai propri compiti e <strong>di</strong> corrispondere alle esigenze educative delm<strong>in</strong>ore.Il Comune provvede agli <strong>in</strong>terventi necessari per favorire il superamentodelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà del nucleo familiare <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e eper assicurare al m<strong>in</strong>ore il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> crescere ed essere educato nellapropria famiglia, ai sensi degli artt. 11,15 e 53 della L.R. 41/2005.Il carattere temporaneo dell’affidamento è chiaramente def<strong>in</strong>itodalla L. 149/2001: la durata dell’affidamento è <strong>in</strong>fatti commisurataal tempo necessario per il programma <strong>di</strong> recupero della famiglia enon può superare i ventiquattro mesi. Solo nei casi <strong>in</strong> cui l’<strong>in</strong>terruzionerechi pregiu<strong>di</strong>zio al m<strong>in</strong>ore ne può essere prevista la proroga.3. Tipologie e forme <strong>di</strong> affidamentoSotto il profilo giuri<strong>di</strong>co, l’affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori a soggetti <strong>di</strong>versidai genitori può essere <strong>di</strong> tipo consensuale o giu<strong>di</strong>ziale.3.1 Affidamento consensualeSi tratta <strong>di</strong> affidamento consensuale quando i genitori del m<strong>in</strong>ore(oppure il genitore esercente la potestà o il tutore) aderiscono al


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO 105progetto <strong>di</strong> affido e danno il consenso aff<strong>in</strong>ché il proprio figlio sia<strong>in</strong>serito temporaneamente <strong>in</strong> un nucleo familiare (<strong>di</strong> parenti o altrafamiglia) o <strong>in</strong> un servizio residenziale socio educativo.In questo caso, l’affido viene proposto dall’assistente socialeresponsabile del caso e <strong>di</strong>sposto con atto amm<strong>in</strong>istrativo dell’Entelocale; l’Ente Locale, titolare delle funzioni <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> assistenzae tutela dei m<strong>in</strong>ori, è responsabile della gestione dell’affidamentodel m<strong>in</strong>ore e del suo esito.Il provve<strong>di</strong>mento emesso dall’Ente Locale deve essere <strong>in</strong>viato ereso esecutivo dal Giu<strong>di</strong>ce Tutelare (art. 4, comma 1 della L.184/83e successive mo<strong>di</strong>fiche), che effettua un controllo <strong>di</strong> mera legittimità.L’affidamento cessa con provve<strong>di</strong>mento dell’Ente Locale, quandoè venuta meno la <strong>di</strong>fficoltà temporanea della famiglia del m<strong>in</strong>oreo nel caso <strong>in</strong> cui la prosecuzione dell’affidamento rechi un pregiu<strong>di</strong>zioper il m<strong>in</strong>ore.3.2 Affidamento giu<strong>di</strong>zialeNel caso <strong>in</strong> cui si renda necessario allontanare il m<strong>in</strong>ore senza ilconsenso dei genitori (oppure il genitore esercente la potestà o iltutore) e collocarlo <strong>in</strong> un nucleo affidatario (<strong>di</strong> parenti o altra famiglia)o <strong>in</strong> un servizio residenziale socio educativo, è il Tribunale peri M<strong>in</strong>orenni che <strong>di</strong>spone l’affidamento.Il provve<strong>di</strong>mento può essere impugnato da parte dei genitori ochi esercita la potestà genitoriale e <strong>di</strong>viene def<strong>in</strong>itivo solo nelmomento <strong>in</strong> cui sia <strong>in</strong>teramente trascorso il term<strong>in</strong>e per la sua eventualeimpugnazione. È però possibile che il Tribunale <strong>di</strong>a imme<strong>di</strong>ataefficacia al provve<strong>di</strong>mento riscontrando motivi <strong>di</strong> urgenza perl’allontanamento.Anche <strong>in</strong> questo caso, l’affidamento è gestito dall’Ente Locale,che deve attuare il progetto tenendo conto delle eventuali prescrizionicontenute nel provve<strong>di</strong>mento del Tribunale per i M<strong>in</strong>orenni.Il Tribunale per i M<strong>in</strong>orenni deve essere <strong>in</strong>formato tempestivamenterispetto ad ogni mo<strong>di</strong>fica o variazione riguardante il provve<strong>di</strong>mentoemesso <strong>in</strong> favore del m<strong>in</strong>ore.L’affidamento cessa con provve<strong>di</strong>mento del Tribunale per iM<strong>in</strong>orenni, quando è venuta meno la <strong>di</strong>fficoltà temporanea dellafamiglia del m<strong>in</strong>ore o nel caso <strong>in</strong> cui la prosecuzione dell’affidamentorechi un pregiu<strong>di</strong>zio per il m<strong>in</strong>ore.


106 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>4. In<strong>di</strong>cazioni operative e organizzative4.1 L’affidamento dei m<strong>in</strong>ori fra gli <strong>in</strong>terventi per le famiglie<strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltàLa Regione <strong>Toscana</strong> <strong>in</strong>tende potenziare gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> tutela eprotezione dei m<strong>in</strong>ori all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> azioni e progetti <strong>in</strong>tegrati <strong>di</strong>sostegno e aiuto alla famiglia f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>sorgere delle prime forme<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, con l’obbiettivo <strong>di</strong> riprist<strong>in</strong>are quelle con<strong>di</strong>zioni necessarieperché non sia pregiu<strong>di</strong>cata la funzione educativa della famiglianei suoi aspetti <strong>di</strong> cura, protezione e affettività.Nella formulazione delle modalità operative per le attività <strong>di</strong> affidamento<strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori i pr<strong>in</strong>cipali punti <strong>di</strong> riferimento si assumono dalPiano d’Azione Diritti dei M<strong>in</strong>ori (Del. C. R. 238/2003) e dalla L.149/2001, che ha apportato sostanziali mo<strong>di</strong>fiche alla L. 184/83.Il Piano d’Azione Diritti dei M<strong>in</strong>ori def<strong>in</strong>isce un modello operativoe organizzativo che impegna istituzioni, servizi, operatori ecomunità locale e si fonda sui seguenti elementi qualificanti:• adozione su <strong>in</strong>iziativa dei Comuni, <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> <strong>in</strong>teristituzionaliper azioni <strong>in</strong>tegrate rivolte alle famiglie <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà e alla tuteladei m<strong>in</strong>ori;• presa <strong>in</strong> carico istituzionale, professionale e comunitaria deim<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio;• assunzione <strong>di</strong> l<strong>in</strong>ee <strong>di</strong> azione comuni fra EE.LL. e Azienda USLper la prevenzione del <strong>di</strong>sagio m<strong>in</strong>orile;• coord<strong>in</strong>amento organizzativo, a livello <strong>di</strong> zona socio-sanitaria,fra i servizi sociali dei Comuni e i servizi dell’Azienda USL per losviluppo <strong>di</strong> <strong>percorsi</strong> assistenziali <strong>in</strong>tegrati;• <strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione a livello <strong>di</strong> zona socio-sanitaria <strong>di</strong> un’area def<strong>in</strong>itadegli <strong>in</strong>terventi m<strong>in</strong>orili e nom<strong>in</strong>a <strong>di</strong> un responsabile concompiti <strong>di</strong> coord<strong>in</strong>amento delle attività professionali;• promozione delle relazioni comunitarie e sviluppo del lavoro <strong>di</strong>rete istituzionale e professionale e con gli altri soggetti socialiche operano nel settore dei m<strong>in</strong>ori e della solidarietà <strong>in</strong>terfamiliare;• superamento della parcellizzazione degli <strong>in</strong>terventi per l’<strong>in</strong>fanzia,l’adolescenza e la famiglia, da impostarsi e realizzarsi conl’impegno <strong>di</strong> operatori sociali, sanitari e educativi e con<strong>di</strong>videndoobiettivi, responsabilità, <strong>in</strong>terventi e risorse;• attribuzione all’assistente sociale del Comune territorialmente


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO 107competente, della presa <strong>in</strong> carico del caso, con la responsabilitàdella “regia” del progetto <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale e con l’impegno <strong>di</strong>facilitare l’apporto <strong>in</strong>tegrato delle altre competenze professional<strong>in</strong>ecessarie per lo sviluppo del percorso socio-assistenziale.In rapporto alle specificità dell’<strong>in</strong>tervento <strong>di</strong> affidamento le <strong>in</strong><strong>di</strong>cazionidel Piano d’azione <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori necessitano <strong>di</strong> ulterioriarticolazioni e def<strong>in</strong>izioni.In particolare, per corrispondere agli obiettivi e alle prescrizionidella L. 149/2001 occorre assumere un modello operativo f<strong>in</strong>alizzatoa tutelare, con tutte le azioni possibili, il <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore avivere <strong>in</strong> una famiglia e prima <strong>di</strong> tutto nella propria.Da quanto sopra derivano le seguenti <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni:• orientare risorse e attività professionali allo scopo <strong>di</strong> cogliere e<strong>in</strong>terpretare i segnali <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio (socio-economico-culturale, fisico,psicologico ecc.) del m<strong>in</strong>ore e della sua famiglia;• provvedere ad una presa <strong>in</strong> carico precoce della famiglia problematicae del m<strong>in</strong>ore;• valutare <strong>in</strong> modo approfon<strong>di</strong>to, con l’impegno <strong>di</strong> tutte le professionalitànecessarie la situazione familiare e la con<strong>di</strong>zionedel m<strong>in</strong>ore;• pre<strong>di</strong>sporre un’azione programmata che contrasti l’ulterioredeterioramento delle con<strong>di</strong>zioni familiari e permetta <strong>di</strong> recuperare,<strong>in</strong> un tempo e con un progetto def<strong>in</strong>iti, le capacità dellafamiglia <strong>di</strong> adempiere alle proprie funzioni verso i figli;• adottare <strong>in</strong>terventi modulabili sulle effettive esigenze dellafamiglia e del m<strong>in</strong>ore;• realizzate tutte quelle misure che possono sollevare temporaneamentela famiglia da impegni che non è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> assolveree offrire, nello stesso tempo, al m<strong>in</strong>ore ambienti e con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> vita che corrispondono alle sue esigenze educative e <strong>di</strong>cura (affidamenti part-time – assistenza domiciliare educativa –centri <strong>di</strong>urni – attività <strong>di</strong> socializzazione ecc.);• impegnare le organizzazioni dell’associazionismo, del volontariatoe della solidarietà nel progetto <strong>di</strong> sostegno del m<strong>in</strong>ore edella sua famiglia con attività non generiche, ma f<strong>in</strong>alizzate ecoord<strong>in</strong>ate;• stabilire un rapporto chiaro e impegnativo con i genitori e lafamiglia nel suo <strong>in</strong>sieme che ne stimoli un atteggiamentoresponsabile, attivo e collaborativo.


108 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>5. Il percorso assistenziale dell’affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>oriPer corrispondere agli obiettivi della L. 149/2001 e accrescere l’efficaciadel percorso assistenziale<strong>di</strong> affidamento del m<strong>in</strong>ore a famiglia o a servizio socio educativoè importante che siano assicuratele con<strong>di</strong>zioni che maggiormente possono concorrere ad un esitopositivo del progetto.Fra le con<strong>di</strong>zioni <strong>in</strong><strong>di</strong>cate per l’idoneo sviluppo del percorso affidatariosi <strong>in</strong><strong>di</strong>viduano <strong>in</strong> particolare:1. la costituzione <strong>di</strong> una équipe stabile <strong>di</strong> assistenti sociali e psicologi(quantità e quali Istituzioni) che, ferma restando laresponsabilità del caso ad un assistente sociale, sia impegnata<strong>in</strong> forma cont<strong>in</strong>uativa su tutto il percorso dell’affidamento <strong>in</strong>modo da rendere effettiva la cont<strong>in</strong>uità assistenziale;2. l’apporto collaborativo <strong>di</strong> tutti i servizi e degli operatori il cui<strong>in</strong>tervento può essere richiesto <strong>in</strong> relazione alle esigenze delm<strong>in</strong>ore e della famiglia;3. l’elaborazione <strong>di</strong> un progetto che:– sia rivolto contemporaneamente e <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>tegrato albamb<strong>in</strong>o, alla sua famiglia, alla famiglia affidataria o al serviziosocio educativo;– def<strong>in</strong>isca con chiarezza gli obiettivi e i risultati attesi, ladurata, le forme <strong>di</strong> monitoraggio perio<strong>di</strong>co sull’andamentodell’<strong>in</strong>tervento e sulla sua congruità rispetto al bisognomanifestato, le con<strong>di</strong>zioni per la mo<strong>di</strong>fica, <strong>in</strong>terruzione, proroga,r<strong>in</strong>novo del progetto.4. la partecipazione della famiglia del m<strong>in</strong>ore al progetto <strong>di</strong> affidamentoe alle scelte che comporta compresa la temporaneasistemazione del figlio <strong>in</strong> una famiglia o <strong>in</strong> una strutturasocioeducativa, fatte salve le prescrizioni del Tribunale per iM<strong>in</strong>orenni <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> affidamento giu<strong>di</strong>ziario;5. la formalizzazione degli impegni richiesti, <strong>in</strong> rapporto al casospecifico, alla famiglia affidataria o alla struttura socio-educativa<strong>in</strong> base ad un progetto educativo def<strong>in</strong>ito;6. l’<strong>in</strong>formazione del m<strong>in</strong>ore, quando possibile, <strong>in</strong> tutte le fasi delprogetto e particolarmente per l’allontanamento dalla famiglia,l’<strong>in</strong>serimento nella famiglia affidataria o nel serviziosocioeducativo e rientro nella propria famiglia;


LEGISLAZIONE E ATTI DI INDIRIZZO 1097. la verifica del progetto <strong>di</strong> affidamento <strong>in</strong> tempi programmati<strong>in</strong> modo da apportare correzioni al percorso def<strong>in</strong>ito e corrispondereall’impegno <strong>di</strong> tenere costantemente <strong>in</strong>formatirispettivamente il Giu<strong>di</strong>ce tutelare o il Tribunale per iM<strong>in</strong>orenni e <strong>di</strong> presentare la relazione semestrale sull’andamentodel programma assistenziale.Per le specifiche esigenze operative dell’affidamento del m<strong>in</strong>oread altra famiglia <strong>di</strong>versa da parenti, è necessario che le attività deicentri affi<strong>di</strong>, come previste dalla deliberazione del ConsiglioRegionale n° 348/94, si svilupp<strong>in</strong>o <strong>in</strong> stretto raccordo con i servizisociali e socio-sanitari titolari dei progetti <strong>di</strong> affidamento.In particolare il centro affi<strong>di</strong> deve assicurare:• la conoscenza approfon<strong>di</strong>ta delle famiglie (orientamento all’affidamento,capacità, risorse ecc.), perché si possa realizzare unaaccoglienza efficace rispetto ai bisogni del m<strong>in</strong>ore affidato edella sua famiglia;• l’accurata preparazione delle famiglie affidatarie, per unaaccoglienza consapevole delle esigenze del m<strong>in</strong>ore, nonché deicompiti e delle responsabilità che assumono verso il m<strong>in</strong>orestesso, la sua famiglia e le istituzioni.6. Impegni della RegioneA sostegno della qualificazione e dello sviluppo del sistema degli<strong>in</strong>terventi territoriali per l’affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori, la Regione siimpegna a programmare le seguenti attività:1. verifica della <strong>di</strong>mensione ottimale degli ambiti territoriale <strong>di</strong>riferimento per l’attività dei Centri affi<strong>di</strong>, anche attraversol’analisi dei dati sull’entità del fenomeno e degli <strong>in</strong>terventiaffidatari resi <strong>di</strong>sponibili a livello <strong>regionale</strong>;2. realizzazione <strong>di</strong> <strong>in</strong>iziative <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione e comunicazione f<strong>in</strong>alizzatea rendere omogeneo sul territorio <strong>regionale</strong> il percorsodell’affidamento, con particolare riferimento alla produzione e<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> idonei materiali <strong>in</strong>formativi sull’argomento;3. promozione e sviluppo <strong>di</strong> reti locali e modalità <strong>di</strong> <strong>in</strong>tegrazioneoperativa a sostegno della qualificazione degli <strong>in</strong>terventi,anche attraverso la def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> appositi protocolli operativi,sia tra le <strong>di</strong>verse figure professionali, sia tra servizi, istituzioni,


110 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>associazioni familiari e Tribunale dei m<strong>in</strong>orenni, tenuto contodel rilievo assunto dalle azioni <strong>di</strong> sistema previste dalla L.R.41/05;4. sviluppo delle attività <strong>di</strong> ricerca, formazione e documentazionea supporto delle politiche regionali da realizzarsi <strong>in</strong> collaborazionecon l’Istituto degli Innocenti, nell’ambito dei quadriprogrammatici del <strong>Centro</strong> <strong>regionale</strong> <strong>di</strong> documentazione perl’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza istituito dalla L.R. 31/00, con particolareriferimento a:a. implementazione del sistema <strong>di</strong> monitoraggio del percorsodell’affidamento, a partire dalla raccolta coord<strong>in</strong>ata e dall’analisidelle <strong>in</strong>formazioni relative agli <strong>in</strong>terventi realizzatisul territorio <strong>regionale</strong>;b. formazione <strong>di</strong> una banca dati sulle famiglie <strong>di</strong>sponibili eimpegnate nell’affidamento etero familiarec. organizzazione <strong>di</strong> <strong>percorsi</strong> formativi e <strong>di</strong> aggiornamentoper gli operatori impegnati nelle attività <strong>di</strong> affidamento, alf<strong>in</strong>e <strong>di</strong> permettere una risposta sempre più specifica ed efficaceai bisogni espressi dalle famiglie e dai m<strong>in</strong>ori.7. Risultati da perseguireI risultati che si devono perseguire attraverso gli <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> cuiai punti precedenti sono:• la riduzione dei casi <strong>di</strong> allontanamento del m<strong>in</strong>ore dalla propriafamiglia <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e;• l’<strong>in</strong>cremento, quando si debba necessariamente ricorrere all’affidamento,dell’affido <strong>di</strong> tipo consensuale;• abbreviazione del periodo <strong>di</strong> durata dell’affidamento;• <strong>in</strong>cremento dei rientri <strong>in</strong> famiglia.


Dati statistici


A partire dall’anno 2000 la Regione <strong>Toscana</strong>, attraversol’Osservatorio <strong>regionale</strong> sui m<strong>in</strong>ori, <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>monitoraggio degli <strong>in</strong>terventi sociali per m<strong>in</strong>ori e famiglie. Larilevazione, a cadenza annuale, è realizzata a livello <strong>di</strong> zonasociosanitaria e comprende tutte le prestazioni, le azioni e gli<strong>in</strong>terventi che i servizi sociali e sociosanitari mettono <strong>in</strong> atto asostegno delle famiglie e dei m<strong>in</strong>ori che si trovano <strong>in</strong> situazionicritiche.Fra le <strong>in</strong>formazioni e i dati forniti dall’ultimo rapporto Servizie <strong>in</strong>terventi sociali per bamb<strong>in</strong>i, ragazzi e famiglie: rapporto suidati delle zone socio-sanitarie della Regione <strong>Toscana</strong> (Regione<strong>Toscana</strong>-Istituto degli Innocenti, Firenze, aprile 2006), cerchiamo,qui, <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re gli aspetti che riguardano i m<strong>in</strong>ori che sonotemporaneamente fuori dalla propria famiglia e affidati a un’altrafamiglia o a un servizio socio-educativo.Il rapporto comprende dati che si riferiscono agli anni 2002-2003-2004, ma qui ci riferiamo all’ultimo anno considerato, cercandopoi, per quanto possibile <strong>di</strong> guardare un po’ <strong>in</strong><strong>di</strong>etro e <strong>in</strong>avanti per comprendere se sono rilevabili tendenze significative.Pren<strong>di</strong>amo <strong>in</strong> esame l’ultimo anno del Rapporto:


114 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Anno 2004M<strong>in</strong>ori affidati 2.090italiani 1.229stranieri 861 (41 %)<strong>di</strong> cui affidati a servizi socio-educativi 722italiani 378stranieri 344 (47,6%) Firenze 128 (37%)Tipo <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>mento: giu<strong>di</strong>ziale 77%Età degli ammessi:Solo il 20% degli <strong>in</strong>gressi riguarda m<strong>in</strong>ori sotto i 10 anni.La classe più rappresentata è dai 15 anni ai 17 che raggiunge il 54,9% del totale e <strong>in</strong> questaclasse il 65% è costituita da stranieri.Affidamenti familiari: 1.368italiani 851stranieri 517 (37,8%)Affidati a parenti: 646 (47%)Tipo <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>mento: giu<strong>di</strong>ziale 69%1. Alcune considerazioni generaliI dati ci suggeriscono alcune considerazioni, necessariamentelimitate e che per essere approfon<strong>di</strong>te hanno necessità <strong>di</strong> ulteriori<strong>in</strong>formazioni.Intanto i 2.090 bamb<strong>in</strong>i e ragazzi fuori dalla propria famigliacostituiscono un dato che pesa oggettivamente.È vero che <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong> i m<strong>in</strong>ori co<strong>in</strong>volti sono una percentualemolto ridotta della rispettiva classe <strong>di</strong> età, ma ognuno <strong>di</strong> questibamb<strong>in</strong>i e ragazzi vale per se stesso ed è portatore <strong>di</strong> precisi <strong>di</strong>rittida tutelare.Verifichiamo <strong>in</strong>oltre che <strong>in</strong> riferimento al caso specifico degli affidamentia famiglia, nel periodo 2002-2004:• i m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong>teressati aumentano <strong>di</strong> circa 150 unità 1 ;• la durata degli affidamenti che si prolungano nel tempo (quellicioè superiori a 3 anni) si attesta nel 2004 al 43% del totale,<strong>in</strong> calo rispetto agli anni precedenti 2002 (50%) e 2003 (45,8%).1Nella ricerca svolta dal <strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione e analisi per l’<strong>in</strong>fanziae l’adolescenza nel 1999 <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong> i m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> affidamento familiare risultavano612 <strong>di</strong> cui 349 <strong>in</strong> affido eterofamiliare e 263 <strong>in</strong> affido <strong>in</strong>trafamiliare.


DATI STATISTICI 115In rapporto al <strong>di</strong>ritto a crescere nelle propria famiglia si stannoguadagnando o perdendo possibilità?F<strong>in</strong>o ai primi anni Novanta abbiamo pensato che il fenomeno deibamb<strong>in</strong>i e ragazzi fuori dalla propria famiglia fosse dest<strong>in</strong>ato a<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire grazie alle con<strong>di</strong>zioni socioeconomiche delle famiglie, auna maggiore istruzione e a una più <strong>di</strong>ffusa cultura dell’<strong>in</strong>fanzia edei suoi <strong>di</strong>ritti.Le perio<strong>di</strong>che rilevazioni riferite alle strutture socioeducativetestimoniano un andamento decrescente, che vede una <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzionedel numero complessivo <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori presenti <strong>in</strong> strutture dai circa900 del 1986 ai circa 700 del 2004.In quest’ultimo periodo troviamo <strong>in</strong>fatti 722 m<strong>in</strong>ori nelle struttureresidenziali, con una contestuale maggiore <strong>di</strong>ffusione dell’affidamentoa famiglie, che f<strong>in</strong>o agli anni Novanta era abbastanza ridotto.La realtà dell’affidamento si è molto mo<strong>di</strong>ficata negli ultimi 10anni e questo lo possono testimoniare, ancora meglio dei numeri,gli operatori che affrontano sistematicamente questi problemi.I dati ci <strong>di</strong>cono che il caso più ricorrente <strong>di</strong> affido riguarda unadolescente maschio <strong>di</strong> cittad<strong>in</strong>anza straniera.La rilevazione non ci <strong>di</strong>ce se accompagnato o meno, ma la comuneconoscenza del fenomeno ci orienta <strong>in</strong> buona misura alla secondaipotesi.2. M<strong>in</strong>ori stranieriSono veramente tanti i m<strong>in</strong>ori stranieri affidati: 861 su 2.090.Nelle strutture educative rappresentano il 47,6%. Nell’affidamentofamiliare il 37,8%. Le rilevazioni effettuate negli anni passati, limitatamenteai servizi socio-educativi, ci permettono <strong>di</strong> rilevare lastraord<strong>in</strong>aria espansione della loro presenza nell’ultimo decennio.M<strong>in</strong>ori stranieri <strong>in</strong> comunità:1986 4.9%1993 21.0%2004 47.6%Nel 1993 la provenienza degli extracomunitari era prevalentementedall’Africa 58%, l’Europa dell’Est era rappresentata dal 15%.


116 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Oggi l’Europa dell’Est è l’area <strong>di</strong> maggiore provenienza el’Albania contribuisce con una quota rilevante. Il rapporto non ciconsente per il momento <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare i m<strong>in</strong>ori stranieri nonaccompagnati ma conosciamo da altre rilevazioni che sono numerosigli adolescenti non accompagnati affidati a famiglie e struttureeducative.La maggior <strong>in</strong>cidenza <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori stranieri la registra il Comune <strong>di</strong>Firenze nell’anno 2004 con il 71% sul totale degli affidamenti dellostesso Comune (222).Questi dati, se pure limitati, ci suggeriscono due brevi riflessioni:• la prima riguarda il lavoro e lo sforzo, non sempre adeguatamentesostenuti, che operatori dei servizi, educatori delle Comunitàe famiglie hanno dovuto compiere per adeguare il loromodo <strong>di</strong> agire, i loro strumenti operativi, la loro <strong>di</strong>sponibilitàalle esigenze, ai problemi, alle <strong>di</strong>fficoltà che questi esprimono;• la seconda <strong>in</strong>vece riguarda lo scarso rilievo che i <strong>di</strong>fficili <strong>percorsi</strong><strong>di</strong> questi m<strong>in</strong>ori e le esperienze <strong>di</strong> questi operatori che si trovano<strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea, hanno f<strong>in</strong>ora avuto quando si affrontanoi problemi <strong>di</strong> <strong>in</strong>tegrazione delle persone che provengono daaltri Paesi.3. Affidamenti a parentiNegli affidamenti familiari emerge il dato dell’affidamento aparenti: 47% su 1.368.Si potrebbe parlare <strong>di</strong> un “affidamento mite” <strong>in</strong> analogia conquanto autorevolmente si propone per l’adozione <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> affi<strong>di</strong>che si prolungano <strong>in</strong> una quasi adozione.Il m<strong>in</strong>ore, pur allontanato dai genitori, rimane nell’ambito familiare.Spesso sono i nonni gli affidatari e i genitori hanno problemi <strong>di</strong>comportamento e/o <strong>di</strong> salute la cui soluzione richiede tempi lunghi.Sarà utile conoscere anche quanti affi<strong>di</strong> a parenti riguardanom<strong>in</strong>ori stranieri: cioè quegli adolescenti che volontariamente lascianola famiglia, sapendo <strong>di</strong> poter contare su un parente.Questi casi si possono considerare dei ricongiungimenti che lalegge non contempla. Non raramente il parente ha un’età, <strong>in</strong> rapportoa quella del m<strong>in</strong>ore, che non facilita l’esercizio <strong>di</strong> funzionisostitutive dei genitori.


DATI STATISTICI 1174. Tipo <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>mentoL’affidamento giu<strong>di</strong>ziale prevale nettamente sull’affido consensualecon circa il 70% sul totale dei casi e il 77% sugli affidamentisocioeducativi.Di fronte all’affidamento giu<strong>di</strong>ziale si tende <strong>in</strong> generale a considerarlocome conseguenza della gravità delle crisi familiari e della<strong>di</strong>fficoltà dei servizi ad <strong>in</strong>tervenire precocemente <strong>in</strong> modo che ilpercorso <strong>di</strong> affidamento sia con<strong>di</strong>viso dai genitori.Prima <strong>di</strong> qualsiasi <strong>in</strong>terpretazione, sarà utile conoscere quanto<strong>in</strong>cide su questo dato il numero dei m<strong>in</strong>ori non accompagnati per iquali, <strong>in</strong> assenza dei genitori, non è praticabile l’affido consensuale.5. Durata dell’affidamentoIl 63,3% degli affidamenti familiari supera il term<strong>in</strong>e dei 24 mesiprevisti dalla legge 149/2001. Qui però entra <strong>in</strong> causa il superiore<strong>in</strong>teresse del m<strong>in</strong>ore.Un m<strong>in</strong>ore adolescente straniero, senza una famiglia qui, che hatanti problemi <strong>di</strong> adattamento è più avvantaggiato se rimane nellastessa famiglia f<strong>in</strong>o a quando non è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> andarsene o <strong>di</strong>avere una sistemazione autonoma (gruppo appartamento).Ugualmente si può pensare che il m<strong>in</strong>ore affidato a parenti, <strong>in</strong>assenza <strong>di</strong> genitori o con genitori che hanno problemi <strong>di</strong> devianzagrave, sia salvaguardato nel suo <strong>in</strong>teresse ad essere mantenuto, perquanto necessario, presso gli stessi parenti a meno che non <strong>in</strong>sorganofatti nuovi che <strong>in</strong>ducano a decidere <strong>di</strong>versamente.A conclusione <strong>di</strong> questa esposizione dei dati del Rapporto suim<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> affidamento, pensiamo <strong>di</strong> avere lasciato molte valutazioniaperte e che tutti si con<strong>di</strong>vida l’<strong>in</strong>teresse ad ampliare e approfon<strong>di</strong>rela conoscenza dei <strong>di</strong>versi aspetti e problemi connessi all’<strong>in</strong>tervento<strong>di</strong> affidamento.Molto opportunamente la Regione <strong>Toscana</strong> ha previsto <strong>di</strong> realizzareuna ricerca che riguarda tutti i casi <strong>di</strong> affidamento <strong>in</strong> atto al 30giugno 2005. I dati, rilevati grazie alla collaborazione degli operatoridei servizi, sono <strong>in</strong> via <strong>di</strong> elaborazione e potranno offrire unaconoscenza molto articolata sia della casistica dei m<strong>in</strong>ori affidati siadegli <strong>in</strong>terventi messi <strong>in</strong> atto dai servizi.


118 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Volendo ricavare qualche <strong>in</strong><strong>di</strong>cazione generale da questa, necessariamentelimitata, analisi dei dati sugli affidamenti, si può rilevareche:• la casistica, i bisogni e le aspettative, sono abbastanza <strong>di</strong>versificatie non per tutti esiste una efficace corrispondenza con lanatura e i pr<strong>in</strong>cipi che la normativa vigente attribuisce a questo<strong>in</strong>tervento;• obiettivo dell’affidamento è riportare il m<strong>in</strong>ore nella sua famiglia,ma per una fascia non irrilevante <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori questo obiettivonon è perseguibile perché mancano le con<strong>di</strong>zioni e non èneanche nelle aspettative <strong>di</strong> quegli adolescenti che si sonoallontanati spontaneamente non per contrasti familiari, ma perproblemi che riguardano il loro ambiente <strong>di</strong> vita;• la legge 149/2001 ha reso l’obiettivo del rientro <strong>in</strong> famigliaancor più cogente, ponendo il limite dei 24 mesi e controlli aogni 6 mesi, volendo evidentemente rendere più efficace il programma<strong>di</strong> recupero della famiglia e contrastare gli affi<strong>di</strong> s<strong>in</strong>e<strong>di</strong>e, ma molti casi reali per loro motivazioni <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche nonstanno <strong>in</strong> questi term<strong>in</strong>i;• la legge del 2001 si è impegnata a correggere e delimitare lalegge 184/1983, ma la casistica, negli ultimi 10 anni, è significativamentecambiata.Esiste una richiesta abbastanza <strong>di</strong>ffusa e sostenuta per formalizzarecome affidamento eterofamiliare l’ospitalità <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori stranieriper ragioni umanitarie.Forse può essere più opportuno dare regole per l’ospitalità def<strong>in</strong>endoi requisiti e le responsabilità degli ospitanti, i <strong>di</strong>ritti assicuratiai m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong>teressati e i controlli da effettuare.D’altra parte verifichiamo, già nella casistica presente sul territorio,che <strong>in</strong> molti casi mancano gli elementi essenziali del proce<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> affido: la famiglia del m<strong>in</strong>ore è l’obiettivo pr<strong>in</strong>cipale rappresentatodal rientro del m<strong>in</strong>ore nella sua famiglia che ha superatole carenze rilevate al momento <strong>in</strong> cui è stato <strong>di</strong>sposto l’affidamentotemporaneo.Allora ci sembra più efficace <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere l’affidamento con tutti icaratteri previsti dalla legge vigente e l’ospitalità regolata eresponsabilizzata anziché <strong>di</strong>luire l’affidamento <strong>in</strong> un contenitoregenerale e generico dei <strong>di</strong>sagi e delle <strong>di</strong>fficoltà dei m<strong>in</strong>ori e dellefamiglie.


Ricerca bibliografica


Le documentazione <strong>di</strong> seguito presentata è tratta dalla banca datibibliografica sviluppata dall’Istituto degli Innocenti (www.istitutodegl<strong>in</strong>nocenti.it)nell’ambito delle attività svolte per conto della Regione<strong>Toscana</strong> (LR 31/2000) e del <strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione eanalisi per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza (www.m<strong>in</strong>ori.it.). I documentisono conservati e <strong>di</strong>sponibili per la consultazione presso la BibliotecaInnocenti Library (www.biblioteca.istitutodegl<strong>in</strong>nocenti.it), specializzatasui <strong>di</strong>ritti dell’<strong>in</strong>fanzia e nata nel 2001 dalla collaborazionetra l’Istituto e l’Innocenti Research Centre dell’UNICEF. I documentisono organizzati per argomento, all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> questo sono sud<strong>di</strong>visiper monografie e articoli e ord<strong>in</strong>ati per autore e titolo.


122 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Affidamento familiare, servizi residenziali per m<strong>in</strong>orie sostegno alla genitorialitàAffidamento familiareMonografieAffidamento & adozione verso la riforma: atti del sem<strong>in</strong>ario,Lucca, 13 aprile 1991, Lucca, <strong>Centro</strong> nazionale per il volontariato,[1991?].Affidamento familiare: un affetto <strong>in</strong> più per crescere, per viveremeglio, 1997, Cartella.Affido: un affetto <strong>in</strong> più per crescere, per vivere: relazione f<strong>in</strong>alesull’<strong>in</strong>iziativa del numero verde, 23 <strong>di</strong>cembre 1996 - 28 febbraio1997, [s.l.], [s.n.], [1997?].Affido: un affetto <strong>in</strong> più per crescere, per vivere: report statisticosull’utilizzo del numero verde nei primi 12 giorni <strong>di</strong> attività, [s.l.],[s.n.], [1997?].Affido: una risorsa per il bamb<strong>in</strong>o e i suoi legami familiari: atti delconvegno, 27-28 ottobre 1995, [s.l.], [s.n.], [1996?].Affido familiare, Genova, Comune <strong>di</strong> Genova, [2001?].Affido familiare: approfon<strong>di</strong>menti teorici e metodologici <strong>di</strong> unpercorso, Roma, Borla, c1993.Alleri, M., Consolo, A., Scimè, R., 1. Convegno <strong>in</strong>ternazionale sull’affidofamiliare: atti del convegno, Palermo, 3 e 4 ottobre 2002,[s.l.], [s.n.], stampa 2003.Alloero, L. et al., L’affidamento familiare si impara a scuola: noveunità <strong>di</strong>dattiche per i bamb<strong>in</strong>i delle classi materne ed elementari,Tor<strong>in</strong>o, UTET libreria, c1997.Arnosti, C., Milano, F., Affido senza frontiere: l’affido familiaredell’adolescente straniero non accompagnato, Milano, F. Angeli,c2006.Arrigoni, G., Dell’Olio, F., Appartenenze: comprendere la complessitàdell’affido familiare, Milano, F. Angeli, c1998.Bacher<strong>in</strong>i, A.M., Arrighi, G., Bogliolo, C., M<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> affido: unaggiornamento per educatrici dei Villaggi SOS, Tirrenia, E<strong>di</strong>zionidel Cerro, 2003.Barito, M., Adozione e affidamento: contenuti, limiti, <strong>in</strong>terferenze,dalla dottr<strong>in</strong>a alla giurisprudenza <strong>di</strong> alcuni Tribunali d’Italia,Milano, Unicopli, 1990.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 123Bari. Assessorato servizi sociali e comunicazione, Progetto <strong>in</strong> retesull’affido familiare, [s.l.], [s.n.], 1998.Beretta, G., Storie <strong>di</strong> affidamento: l’obbligo leggero, Napoli,Liguori, 2002.Biblioteca Innocenti Library (a cura <strong>di</strong>), Tutti i bamb<strong>in</strong>i hanno<strong>di</strong>ritto a una famiglia: Tor<strong>in</strong>o, 22-23 marzo 2004: ricerca bibliografica,Firenze, Istituto degli Innocenti, stampa 2004.Borg<strong>in</strong>i, A., La cicogna bendata, Molfetta, La meri<strong>di</strong>ana, c2005.Bramanti, D., Le famiglie accoglienti: un’analisi socio-psicologicadell’affidamento familiare, 2. ed., Milano, F. Angeli, 1993.CAM, L’affido familiare: un modello <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento: manuale pergli operatori dei servizi, Milano, F. Angeli, c1998.CAM (a cura <strong>di</strong>), Italia - Europa: alla ricerca <strong>di</strong> nuovi modelli <strong>di</strong>tutela per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza, Milano, F. Angeli, c2001.Camm<strong>in</strong>i <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa normalità familiare: tracce <strong>di</strong> speranza dall’esperienzadell’Associazione “Rete famiglie aperte”, Vicenza,Rete famiglie aperte, stampa 2002.Campanato, G., Rossi, V., Manuale dell’adozione nel <strong>di</strong>ritto civile,penale, del lavoro, amm<strong>in</strong>istrativo, tributario, Padova, CEDAM, 2003.Canali, C., Maluccio, A.N., Vecchiato, T. (a cura <strong>di</strong>), La valutazione<strong>di</strong> efficacia nei servizi alle persone, Padova, Fondazione EmanuelaZancan, c2003.Car<strong>di</strong>llo, M.G. (a cura <strong>di</strong>), L’affido familiare oggi: una ricerca perridef<strong>in</strong>ire la rotta: atti del Convegno, [s.l.], [s.n.], stampa 1997.Cattabeni, G., Un figlio venuto da lontano: adozione e affido,C<strong>in</strong>isello Balsamo, San Paolo, c2005.Cavallo, M., Figli cercasi: l’adozione <strong>in</strong>ternazionale: istituzioni,leggi, casi, Milano, B. Mondadori, c2005.<strong>Centro</strong> affi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, 1999, Cartella.<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione e analisi per l’<strong>in</strong>fanzia el’adolescenza, I bamb<strong>in</strong>i e gli adolescenti <strong>in</strong> affidamento familiare:rassegna tematica e riscontri empirici, Firenze, Istituto degliInnocenti, 2002.<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione e analisi per l’<strong>in</strong>fanzia el’adolescenza (a cura <strong>di</strong>), Tutti i bamb<strong>in</strong>i hanno <strong>di</strong>ritto a una famiglia:Tor<strong>in</strong>o, 22-23 marzo 2004: ricerca normativa e filmografica,Tor<strong>in</strong>o, Regione Piemonte, stampa 2004.Cerasuolo, E., Tenaglia, M. (a cura <strong>di</strong>), L’affidamento familiare,Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Tor<strong>in</strong>o, Tor<strong>in</strong>o, [2000?], Videocassetta.


124 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Cirillo, S., Famiglie <strong>in</strong> crisi e affido familiare: guida per gli operatori,3. rist., Roma, NIS, c1986.Commissione parlamentare per l’<strong>in</strong>fanzia, Adozioni e affidamento,Roma, Camera dei deputati, c2004.Compagno, T., L’Institut Innocenti: une expérience de dés<strong>in</strong>stitutionnalisation,<strong>in</strong> Dés<strong>in</strong>stitutionnalisation et placement familial:actes du sém<strong>in</strong>aire, Hammamet, 9-12 juillet 2002, [s.l.], INPE,[2002].Consiglio d’Europa, European Convention on recognition andenforcement of decisions concern<strong>in</strong>g custody of children and onrestoration of custody of children: explanatory report: conventionopened for signature on 20 May 1980, Strasbourg, Council ofEurope Press, c1980.Consiglio d’Europa, European Convention on recognition andenforcement of decisions concern<strong>in</strong>g custody of children and onrestoration of custody of children, Strasbourg, Conseil de l’Europe,Division des publications et des documents, 1990.Consulta <strong>di</strong>ocesana delle comunità educativo assistenziali <strong>di</strong>Genova, Ad un passo dalla chiusura degli Istituti: prassi <strong>di</strong> tutela de<strong>in</strong>eo maggiorenni e della maternità fragile, a cura <strong>di</strong> F. Gerosa et al.,Genova, Consulta <strong>di</strong>ocesana delle comunità educativo assistenziali<strong>di</strong> Genova, 2005.Una coperta per L<strong>in</strong>us: rassegna teatrale per l’affido familiare,2000/2001, [s.l.], [s.n.], [2002?].Una coperta per L<strong>in</strong>us: 3. rassegna teatrale per l’affido familiare,anno 2003, [s.l.], [s.n.], [2003?].De Rienzo, E., Saccoccio, C., Tonizzo, F., Una famiglia <strong>in</strong> più: esperienze<strong>di</strong> affidamento, nuova ed., Tor<strong>in</strong>o, UTET libreria, c2004.De Rienzo, E., Saccoccio, C., Tortello, M., Le due famiglie: esperienze<strong>di</strong> affidamento familiare nei racconti dei protagonisti, a cura<strong>di</strong> G. Cattabeni, G. Battistacci, rist., Tor<strong>in</strong>o, Rosenberg & Sellier, 1989(stampa 1990).Dell’Antonio, A., Bamb<strong>in</strong>i <strong>di</strong> colore <strong>in</strong> affido e <strong>in</strong> adozione,Milano, R. Cort<strong>in</strong>a, 1994.Dell’Antonio, A. (a cura <strong>di</strong>), Avere due famiglie: immag<strong>in</strong>e, realtàe prospettive dell’affido eterofamiliare, Milano, Unicopli, 1992.Des<strong>in</strong>stitutionnalisation et placement familial: actes du sém<strong>in</strong>aire,Hammamet, 9-12 juillett 2002, [s.l.], INPE, 2002.Dogliotti, M., Affidamento e adozione, Milano, A. Giuffrè, 1990.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 125Emilia-Romagna, L’affidamento familiare <strong>in</strong> Emilia-Romagna,Milano, F. Angeli, c2000.Fa<strong>di</strong>ga, L., L’adozione: un gioco per comprendere meglio,Bologna, Il mul<strong>in</strong>o, c1999.Fa<strong>di</strong>ga, L., L’adozione: un gioco per comprendere meglio, 2. ed.aggiornata, Bologna, Il mul<strong>in</strong>o, 2003.Una famiglia per amico: campagna <strong>di</strong> sensibilizzazione sull’affidamentofamiliare: rassegna stampa aggiornata al 10/03/98, [s.l.],[s.n.], [1998?].Una famiglia per crescere: l’esperienza dell’affido nella prov<strong>in</strong>cia<strong>di</strong> Rim<strong>in</strong>i, [s.l.], [s.n.], stampa 2003.F<strong>in</strong>occhiaro, A., F<strong>in</strong>occhiaro, M., Adozione e affidamento deim<strong>in</strong>ori: commento alla nuova <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a (L. 28 marzo 2001, n. 149 eD.L. 24 aprile 2001, n. 150), Milano, Giuffrè, c2001.Forcol<strong>in</strong>, C., I figli che aspettano: testimonianze e normative sull’adozione,Milano, Feltr<strong>in</strong>elli, 2002.Gall<strong>in</strong>a, M., Lazzari, C., Pavesi, S., Il progetto: famiglie professionali:[progetto affido 285/97], [s.l.], [s.n.], 2004.Garelli, F., L’affidamento: l’esperienza delle famiglie e i servizi, acura <strong>di</strong> R. Ferrero Camoletto, D. Teagno, Roma, Carocci, 2000.Goldste<strong>in</strong>, J., Freud, A., Solnit, A.J., Avant d’<strong>in</strong>voquer l’<strong>in</strong>térêt del’enfant, Paris, Les é<strong>di</strong>tions ESF, c1983.Goldste<strong>in</strong>, J., Freud, A., Solnit, A.J., Dans l’<strong>in</strong>térêt de l’enfant?, 2.ed., Paris, Les é<strong>di</strong>tions ESF, c1980.Grana, D., Impariamo a conoscere l’affido dei m<strong>in</strong>ori: buone prassiper l’accoglienza, Tirrenia, E<strong>di</strong>zioni del Cerro, 2005.Greco, O., Iafrate, R., Figli al conf<strong>in</strong>e: una ricerca multimetodologicasull’affidamento familiare, Milano, F. Angeli, c2001.Harrison, K., Un altro posto a tavola, Milano, Corbaccio, c2003.Ich<strong>in</strong>o, F., Zevola, M., I tuoi <strong>di</strong>ritti: affido familiare e adozione:m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà, famiglia <strong>di</strong> sostegno e famiglia sostitutiva,Milano, U. Hoepli, c1993.Ich<strong>in</strong>o, F., Zevola, M., I tuoi <strong>di</strong>ritti: affido familiare e adozione:m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà, famiglia <strong>di</strong> sostegno e famiglia sostitutiva, 2.ed., Milano, U. Hoepli, c2002.Italia. Ufficio centrale per la giustizia m<strong>in</strong>orile. Divisione 1., Affarigenerali, L’applicazione delle legge 4.5.1983 n. 184 “Discipl<strong>in</strong>a dell’adozionee dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori” negli anni 1993-1999,[s.l.], [s.n.], [1999?].


126 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Lecce (Prov<strong>in</strong>cia). Assessorato ai servizi sociali, Progetto famiglia,m<strong>in</strong>ori, affi<strong>di</strong>: 1996/98, [s.l.], [s.n.], [1998?].Levi, G. (a cura <strong>di</strong>), Rischio psicosociale <strong>in</strong> età evolutiva: rappresentazioni,problemi e proposte, Roma, Borla, c1998.Malfanti, S., La storia <strong>di</strong> Titti, Livorno, Comune <strong>di</strong> Livorno, c2002.Malfanti, S., Barsott<strong>in</strong>i, S. (a cura <strong>di</strong>), Titti è tutti noi: gli studentidelle scuole <strong>di</strong> Livorno <strong>in</strong>terpretano “La storia <strong>di</strong> Titti” (anno scolastico2002-2003), Livorno, B&C, 2005.Manera, G., L’adozione e l’affidamento familiare nella dottr<strong>in</strong>a enella giurisprudenza, Milano, F. Angeli, c2004.Marche. Azienda USL, 4, Senigallia, Immag<strong>in</strong>i e parole sull’affidofamiliare: l’affido un caldo nido: elaborati alunni scuole me<strong>di</strong>e anniscolastici 1995/96 1996/97, a cura <strong>di</strong> F. Morbidelli, M.P. Sp<strong>in</strong>aci, [s.l.],[s.n.], stampa 1999.Marchese, A., Morgera, V., Ricciar<strong>di</strong>, S., Chi vi scrive..., Napoli,Guida, c2003.Marcia dell’affido: maggio-giugno 1996, [s.l.], [s.n.], [1996?].Mart<strong>in</strong>i, W., Una famiglia per ogni bamb<strong>in</strong>o: famiglie accoglientie affido, C<strong>in</strong>isello Balsamo, San Paolo, 2004.Mazzuchelli Pagani, F. et al. (a cura <strong>di</strong>), Percorsi assistenziali e affidofamiliare, Milano, F. Angeli, c1993.Micucci, D., Tonizzo, F., Ti racconto l’affidamento, a cura <strong>di</strong> P.Violi, Tor<strong>in</strong>o, UTET libreria, c1997.Munari, A., Ranzato, S., La mia famiglia è come un ... baobab: raccolta<strong>di</strong> elaborati sul tema dell’accoglienza, Padova, Comune <strong>di</strong>Padova, Settore <strong>in</strong>terventi sociali, [1996?].Nanni, W. (a cura <strong>di</strong>), Adozione, adozione <strong>in</strong>ternazionale, affidamento,Casale Monferrato, Piemme, 1995.Osservatorio nazionale per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza. Gruppo <strong>di</strong>lavoro sul monitoraggio della chiusura degli istituti, Documentoper la stesura <strong>di</strong> un Piano <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi per rendere possibile la chiusuradegli Istituti per m<strong>in</strong>ori entro il 2006: ai sensi del Piano nazionale<strong>di</strong> azioni e <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi per la tutela dei <strong>di</strong>ritti e lo sviluppo deisoggetti <strong>in</strong> età evolutiva per il biennio 2002-2004 (art.2 della legge23 <strong>di</strong>cembre 1997, 451), [s.l.], [s.n.], [2004?].Pajar<strong>di</strong>, P., Quaroni, A., Famiglia, adozione e m<strong>in</strong>ori nella giurisprudenza,Milano, A. Giuffrè, 1995.Perugia (Prov<strong>in</strong>cia), Affidati a un bamb<strong>in</strong>o, [s.l.], [s.n.], [1996?].Perugia. Assessorato alle attività sociali, culturali e sportive,


RICERCA BIBLIOGRAFICA 127M<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà e affido familiare: aggiornamento dati al 1 aprile1994, Perugia, Progetto affi<strong>di</strong>, stampa 1996.Perugia. Assessorato alle attività sociali e culturali, M<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltàe affido familiare, Perugia, Progetto affi<strong>di</strong>, stampa 1993.Piemonte. Assessorato alle politiche sociali, Tutti i bamb<strong>in</strong>i hanno<strong>di</strong>ritto a una famiglia: il rapporto <strong>di</strong> ricerca del progetto <strong>regionale</strong>,Tor<strong>in</strong>o, Regione Piemonte, Assessorato alle politiche sociali,[2002?].Piemonte. Assessorato alle politiche sociali e della famiglia, aspettisocio-assistenziali del fenomeno immigratorio, volontariato, affari<strong>in</strong>ternazionali, formazione professionale, Legislazione e regolamentazionedella Regione Piemonte <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> affidamenti familiari e<strong>di</strong> adozioni, Tor<strong>in</strong>o, Direzioni politiche sociali, 2004.Pistacchi, P., Travailler avec les familles: placement en famille d’accueilet relations <strong>in</strong>tra-familiales: évolution et perspectives, <strong>in</strong>Dés<strong>in</strong>stitutionnalisation et placement familial: actes du sém<strong>in</strong>aire,Hammamet, 9-12 juillet 2002, [s.l.], INPE, [2002].Prima conferenza nazionale sui problemi dell’assistenza pubblicaall’<strong>in</strong>fanzia e all’adolescenza: sotto l’alto patronato del presidentedella repubblica: Roma, palazzo Barber<strong>in</strong>i, 18-19-20 giugno 1954,[s.l.], [s.n.], 1954Protocollo d’<strong>in</strong>tesa [per i m<strong>in</strong>ori] tra il Comune <strong>di</strong> Firenze,Tribunale per i m<strong>in</strong>orenni e Procura della Repubblica per i m<strong>in</strong>orenni<strong>di</strong> Firenze, [s.l.], [s.n.], febbraio 2000.Puglia, Infanzia e adolescenza <strong>in</strong> Puglia: e<strong>di</strong>zione 2003, a cura <strong>di</strong>Istituto degli Innocenti, Firenze, Istituto degli Innocenti, 2003.Rete Bamb<strong>in</strong>i e ragazzi al sud, Il <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Fand<strong>in</strong>o, Molfetta, Lameri<strong>di</strong>ana, c2001.Ruscello, F. (a cura <strong>di</strong>), Diritto alla famiglia e m<strong>in</strong>ori senza famiglia:(Legge 28.3.2001, n. 149 riforma dell’adozione e dell’affidamentodei m<strong>in</strong>ori), Padova, Cedam, 2005.Sánchez-Moreno, P., La dés<strong>in</strong>stitutionnalisation dans la législationdes Nations Unies et dans les <strong>in</strong>stitutions européennes: le casitalien, <strong>in</strong> Dés<strong>in</strong>stitutionnalisation et placement familial: actes dusém<strong>in</strong>aire, Hammamet 9-12 juillet, 2002, [s.l.], INPE, [2002].Sánchez-Moreno, P., L’<strong>in</strong>stitution du placement dans la législationitalienne: röle des <strong>di</strong>fférents <strong>in</strong>tervenants, <strong>in</strong> Dés<strong>in</strong>stitutionnalisationet placement familial: actes du sém<strong>in</strong>aire, Hammamet, 9-12 juillet2002, [s.l.], INPE, [2002].


128 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Sanicola, L., Il bamb<strong>in</strong>o nella rete: solidarietà e servizi nell’affidamentofamiliare, Milano, Jaca book, 1990.Sanicola, L., Oletto, S., Giaqu<strong>in</strong>to, C., Nascere “sieropositivi”, crescere<strong>in</strong> famiglie accoglienti: bamb<strong>in</strong>i, AIDS, affidamento familiare,Napoli, Liguori, 1999.Sbattella, F. (a cura <strong>di</strong>), Quale famiglia per quale m<strong>in</strong>ore: una ricercasull’abb<strong>in</strong>amento nell’affido familiare, Milano, F. Angeli, c1999.Seconda conferenza nazionale sui problemi dell’assistenza pubblicaall’<strong>in</strong>fanzia e all’adolescenza: sotto l’alto patronato del presidentedella repubblica: atti: Roma, Palazzo dei congressi E.U.R, 1-2-3-4 <strong>di</strong>cembre 1955, Roma, Garzanti, 1955.Solaro del Borgo Foglia, M.A., Aspetti sociologico-giuri<strong>di</strong>ci dell’affidamentoetero-familiare: confronto tra Italia, Svizzera e StatiUniti, Milano, Unicopli, stampa 1990.Il sostegno per le famiglie affidatarie: la storia e il percorsocostruiti <strong>in</strong>sieme: i sette gruppi raccontano la loro esperienza, ottobre95 - giugno 96, [s.l.], [s.n.], [1996?].Tavano, F., Adozioni e affidamenti, Milano, FAG, c2002.Il territorio e le sue potenzialità per la promozione dell’affidamentofamiliare: atti del convegno nazionale, [s.l.], [s.n.], [2005?].Tomisich, M., Risorsa famiglia: nuove modalità <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento perl’<strong>in</strong>fanzia a rischio, Roma, Carocci Faber, 2006.Tonizzo, F., Micucci, D., Adozione: perché‚ e come, Tor<strong>in</strong>o, UTETlibreria, 1994.Tor<strong>in</strong>o. Assessorato ai servizi sociali e rapporti con le aziende sanitarie,Tor<strong>in</strong>o cerca 200 famiglie a cui affidare chi ha bisogno <strong>di</strong> unamano per crescere, [1997?], Cartella.<strong>Toscana</strong>. Assessorato alle politiche sociali, Disposizioni normative <strong>di</strong>area socioassistenziale riguardanti i m<strong>in</strong>ori, a cura <strong>di</strong> Istituto degliInnocenti, C. Rossetti, Firenze, Istituto degli Innocenti, stampa 2005.Trento (Prov<strong>in</strong>cia autonoma). Ufficio per il sistema bibliotecariotrent<strong>in</strong>o, Mostrami come si accoglie: libri, film e <strong>in</strong>formazioni utilisu accoglienza temporanea, affidamento familiare e adozione <strong>di</strong>m<strong>in</strong>ori, Trento, Giunta della Prov<strong>in</strong>cia autonoma <strong>di</strong> Trento, 2001.Tutela dei <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori: bilanci e prospettive: convegno,venerdì 30 novembre 2001, 2001, Cartella.Valle d’Aosta. Assessorato alla sanità, salute e politiche sociali,Affidamento familiare: <strong>in</strong>contrarsi per un po’, ricordarsi per sempre:progetto d’<strong>in</strong>teresse <strong>regionale</strong> f<strong>in</strong>anziato con i fon<strong>di</strong> della


RICERCA BIBLIOGRAFICA 129legge 285/97 “Disposizioni per la promozione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti e <strong>di</strong> opportunitàper l’<strong>in</strong>fanzia e per l’adolescenza”, [s.l.], [s.n.], [2000?].Veneto. Assessorato alle politiche sociali, volotariato e non profit,Affido, affetto che r<strong>in</strong>salda, Venezia, Assessorato politiche sociali,volontariato e non profit, stampa 2004.Verde, F., Adozione ed affidamento familiare: rapporti patrimonialitra coniugi, Padova, CEDAM, 1994.Zurlo, M.C., Il bamb<strong>in</strong>o, le due famiglie, i servizi sociali: il tetraedrodell’affido, Napoli, E<strong>di</strong>zioni scientifiche italiane, c1997.ArticoliA lezione <strong>di</strong> affido: corso <strong>di</strong> specializzazione del CAM: terza lezione,<strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie», a. 22, n. 8 (1 magg. 1992), p.7-14.Abburrà, A., Affidamento familiare <strong>di</strong>urno, <strong>in</strong> «Prospettive socialie sanitarie», a. 23, n. 15-16 (1/15 sett. 1993), p. 7-9.Abburrà, A., L’affidamento familiare, <strong>in</strong> «Rassegna <strong>di</strong> serviziosociale», a. 34, n. 3 (luglio/sett. 1995), p. 49-58.Abburrà, A., Simone, D., Bruno, E., Sostegno alle famiglie affidatarie,<strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie», a. 27, n. 21 (1 <strong>di</strong>c. 1997), p.8-11.L’affidamento a rischio giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong> adozione: le esperienze delle famiglie,<strong>in</strong> «Prospettive assistenziali», 138 (apr./giugno 2002), p. 18-21.Attaguile, F., I bamb<strong>in</strong>i istituzionalizzati: dati empirici e alcuneriflessioni, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 2001, n. 3/4, p. 184-195.Gli affi<strong>di</strong> <strong>in</strong> Emilia-Romagna nel biennio 1995-96: risultati <strong>di</strong>un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, <strong>in</strong> «Autonomie locali e servizi sociali», ser. 21, n. 3 (<strong>di</strong>c.1998), p. 471-480.ANFAA: da 40 anni dalla parte dei bamb<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,140 (ott./<strong>di</strong>c. 2002), p. 56-59.Arrigoni, G., Dell’Olio, F., L’affidamento <strong>di</strong> m<strong>in</strong>ori: la complessitàistituzionale e soggettiva, <strong>in</strong> «Psichiatria dell’<strong>in</strong>fanzia e dell’adolescenza»,vol. 66, n. 2 (mar./apr. 1999), p. 237-246.L’assistente sociale nell’affidamento familiare: un percorso tradesideri e <strong>in</strong>certezze, <strong>in</strong> «La rivista <strong>di</strong> servizio sociale», a. 34, n. 1(mar. 1994), p. 3-31.Battistacci, G., Un progetto per gli affi<strong>di</strong> familiari della Prov<strong>in</strong>cia<strong>di</strong> Perugia, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong>compiuto», a. 11, n. 2 (giugno 1994), p.61-65.


130 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Benvenuti, P., L’assistente sociale nell’affidamento familiare, <strong>in</strong>«La rivista <strong>di</strong> servizio sociale», a. 34, n. 2 (giugno 1994), p. 17-34.Bergamaschi, G., Facco, F., L’affido familiare: strumento riparativoo iatrogeno, <strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie», a. 28, n. 8 (1 magg.1998), p. 14-17.Biancon, E., L’affidamento al servizio sociale, <strong>in</strong> «Prospettivesociali e sanitarie», a. 34, n. 8 (1 magg. 2004), p. 11-14.Bon<strong>di</strong>oli, R., Mol<strong>in</strong>ari, L., M<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> affido: perché?, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 35, n. 7 (15 apr. 2005), p. 10-14.Bortolotti, G., Interventi comunitari, domiciliari e <strong>di</strong> accoglienzafamiliare dagli anni ‘60 agli anni ‘90, <strong>in</strong> «Servizi sociali», a. 25(1998), n. 1, p. 9-32.Bortolotti, G., Lami, L., Pazzaglia, S., Gruppo <strong>di</strong> formazione esostegno per genitori affidari, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong>compiuto», a. 9, n.2 (luglio 1992), p. 166-170.Breda, M.G., Situazione attuale della istituzionalizzazione e tendenzealla neoistituzionalizzazione, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,2000, n. 132 (ott./<strong>di</strong>c.), p. 20-28.Cappellaro, G., Ventimila bamb<strong>in</strong>i hanno <strong>di</strong>ritto ad una famigliama restano <strong>in</strong> istituto: un dramma <strong>di</strong>menticato, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,127, (luglio/sett. 1999), p. 26-27.Casciano, G.F., Diritto alla propria famiglia e affidamento familiare:i rischi <strong>di</strong> una <strong>in</strong>voluzione, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1999, n. 1, p. 64-73.Cavallo, M., L’affidamento familiare nella legge e nella prassi, <strong>in</strong>«M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., 1994, n. 1, p. 87-114.Cavallo, M., L’affidamento nella prassi, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong>compiuto»,a. 13, n. 1 (genn. 1996), p. 33-39.Cavallo, M., Il rispetto dell’identità del m<strong>in</strong>ore nella famigliaadottiva e affidataria, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., 1996, n. 4, p. 35-44.Celegato, R., Essere-fare genitori affidatari, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia»,n.s., 1996, n. 2, p. 51-58.Chitti, D., La genitorialità “sociale” nell’affido familiare: l’affidofamiliare, un’esperienza tra luci e ombre, <strong>in</strong> «Animazione sociale»,a. 35, 2. ser., n. 197 = 11 (nov. 2005), p. 84-91.La chiusura degli istituti: una famiglia per ogni bamb<strong>in</strong>o, <strong>in</strong>«Famiglia oggi», n. 3 (mar. 2005), p. 6-46.Ciccotti, E., Quanti sono i m<strong>in</strong>ori negli istituti: i dati <strong>di</strong> un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>enazionale, <strong>in</strong> «Famiglia oggi», a. 28, n. 3 (mar. 2005), p. 13-17.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 131Coha, D., L’altro figlio, <strong>in</strong> «Psicobiettivo», a. 22, n. 3 (<strong>di</strong>c. 2002), p.95-111.Colombo, D.A., L’aiuto alla famiglia d’orig<strong>in</strong>e nel rientro delm<strong>in</strong>ore affidato, <strong>in</strong> «La famiglia», a. 33, 195 (magg./giugno 1999),p. 51-62.Concordato con il Comune <strong>di</strong> Tor<strong>in</strong>o un progetto per il sollecitoaffidamento dei neonati privi <strong>di</strong> sostegno familiare, <strong>in</strong> «Prospettiveassistenziali», 138 (apr./giugno 2002), p. 57-60.Consegnati, M.R., Affido eterofamiliare: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e conoscitiva sulnucleo familiare <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e e gli <strong>in</strong>terventi attuati dai servizi, <strong>in</strong>«Rassegna <strong>di</strong> psicologia», n. s., vol. 15 (1998), n. 2, p. 115-144.Conti, P., Gli ambiti dell’<strong>in</strong>tervento psicologico, <strong>in</strong> «DSM», a. 4, n.29 (mar./apr. 1995), p. 3-9.Cosent<strong>in</strong>o, F., Per la revisione della <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a dell’adozione e dell’affidamentodei m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> famiglia e delle persone»,a. 26, 1 (genn./mar. 1997), p. 332-342.Deidda, M., Gatti, P., Affido familiare, istruzioni per l’uso, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 29, n. 14 (1/15 ag. 1999), p. 12-17.Dell’Antonio, A., Dimensione psicologica dell’adozione e dell’affidoeterofamiliare, <strong>in</strong> «Il quadrante scolastico», a. 17, 60 (mar.1994), p. 253-261.De Rienzo, E., Scuola e affidamenti familiari, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,n. 150, (apr./giugno 2005), p. 8-11.Di Nuovo, S., Adozione nazionale: alcune riflessioni, <strong>in</strong>«Psicologia cl<strong>in</strong>ica dello sviluppo», a. 4, n. 1 (apr. 2000), p. 165-185.Discipl<strong>in</strong>a dell’adozione e dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong>«Esperienze <strong>di</strong> giustizia m<strong>in</strong>orile», a. 40 (1993), n. 1/2, p. 56-113.Dogliotti, M., Le ambiguità della riforma della legge sull’adozione,<strong>in</strong> «Famiglia e <strong>di</strong>ritto», a. 7 (2000), n. 4, p. 400-403.Dogliotti, M., La riforma dell’adozione, <strong>in</strong> «Famiglia e <strong>di</strong>ritto», a.8 (2001), 3 (magg./giugno), p. 237-252.Emiliani, F., Deprivazione da istituzionalizzazione precoce e attaccamento:non è “roba vecchia”, <strong>in</strong> «Psicologia cl<strong>in</strong>ica dello sviluppo»,a. 8, n. 2 (ag. 2004), p. 353-358.Evangelisti, A., Bon<strong>di</strong>oli, R., Affido familiare: un punto <strong>di</strong> accoglienzae <strong>di</strong> primo orientamento, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali», 129(genn./mar. 2000), p. 29-30.Faganelli, A.M., Gli <strong>in</strong>terventi sulla potestà, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia»,n.s., 1993, n. 3, p. 25-33.


132 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Fig<strong>in</strong>i, C., Piccoli, L., L’accoglienza familiare: una leggerezza <strong>in</strong>sostenibile?:le reti <strong>di</strong> famiglie del CNCA aperte all’accoglienza neiterritori, <strong>in</strong> «Animazione sociale», a. 35, 2.s, n. 190 = 2 (febbr. 2005),p. 17-24.Fiocchi, D., La famiglia d’orig<strong>in</strong>e durante l’affidamento familiare:il ruolo dei servizi, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali», 122 (apr./giugno1998), p. 21-25.Florici, M.G., Micucci, D., La revisione della legge 184/83 “<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>adell’adozione e dell’affidamento dei m<strong>in</strong>ori”: riforma o controriforma?,<strong>in</strong> «Politiche sociali e servizi», a. 2, n. 2 (luglio/<strong>di</strong>c. 2000),p. 471-480.Forcol<strong>in</strong>, C., Bamb<strong>in</strong>i e ragazzi fuori della famiglia: che fare perchétorn<strong>in</strong>o ad essere figli?, <strong>in</strong> «Polis», a. 9, n. 93 (apr. 2003), p. 22-25.Foti, C., L’affidamento familiare, i bisogni del bamb<strong>in</strong>o e la rispostadell’empatia, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., 1996, n. 2, p. 28-50.Francardo, S.M., L’affido <strong>di</strong> bamb<strong>in</strong>i sieropositivi, <strong>in</strong> «Prospettivesociali e sanitarie», a. 23, n. 5 (15 mar. 1993), p. 12-14.Gagnarli, L., Due famiglie per un bamb<strong>in</strong>o: quale vissuto?, <strong>in</strong>«Interazioni», 2002, n. 2 = 18, p. 103-114.Ganio Mego, G., La figura del coa<strong>di</strong>utore familiare che accompagnala crescita delle relazioni familiari, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1999,n. 1, p. 161-170.Ganio Mego, G., Stimolazione della rete sociale e affidamentofamiliare, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., 1993, n. 3, p. 101-108.Garav<strong>in</strong>i, C.M., Facc<strong>in</strong>i, A., Il neonato <strong>in</strong> attesa <strong>di</strong> adozione, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 33, n. 7 (15 apr. 2003), p. 19-20.Garcia Llorente, M.A., Mart<strong>in</strong>ez-Mora, L., Il processo <strong>di</strong> deistituzionalizzazione<strong>in</strong> Spagna, <strong>in</strong> «Cittad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> crescita», n. 2 (2004), p.38-60.Garelli, F., Ferrero Camoletto, R., Teagno, D., L’affidamento familiarevisto dalla parte dei servizi: l’esperienza degli operatori dell’areametropolitana tor<strong>in</strong>ese, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali», 146(apr./giugno 2004), p. 4-9.Garelli, F., Ferrero, R., Teagno, D., L’affidamento nell’esperienzadelle famiglie affidatarie, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali», 136(ott./<strong>di</strong>c. 2001), p. 9-12.Gatti, F., Affidamento familiare e d<strong>in</strong>torni, <strong>in</strong> «L’educatore professionale»,n. 16 (genn./apr. 1998), p. 33-44.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 133Ghetti, V., Ritorno al nido, <strong>in</strong> «Vivere oggi», a. 15, n. 8 (ott. 2001),p. 9-13.Ghezi, D., L’affido come progetto <strong>di</strong> tutela del bamb<strong>in</strong>o e <strong>di</strong> recuperodella sua famiglia, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., 1996, n. 2, p. 59-73.Giubergia, M.L., L’affidamento educativo a tempo parziale, <strong>in</strong> «Prospettivesociali e sanitarie», a. 27, n. 11 (15 giugno 1997), p. 17-20.Greco, O., La strada dal lutto alla capacità <strong>di</strong> legame nel passaggiofra due famiglie, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., 1996, n. 2, p. 17-27.Gregogi, D., Zoldan, R., L’affidamento familiare dell’adolescente, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 31, n. 10 (giugno 2001), p. 19-20.Hicks, S., “Good lesbian, bad lesbian... “: regulat<strong>in</strong>g heterosexuality<strong>in</strong> foster<strong>in</strong>g and adoption assessments, <strong>in</strong> «Child & family socialwork», vol. 5, issue 2 (May 2000), p. 157-168.Infanti, M., L’affido familiare tra potenzialità e vecchie criticità, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 35, n. 21 (<strong>di</strong>c. 2005), p. 11-13.Le <strong>in</strong>quietanti proposte del senato sull’adozione e sull’affido, <strong>in</strong>«Prospettive assistenziali», n. 126 (apr./giugno 1999), p. 4-7.Italia. Ufficio centrale per la giustizia m<strong>in</strong>orile, Indag<strong>in</strong>e sull’andamentodell’adozione <strong>in</strong> Italia, a cura <strong>di</strong> E. Bozanceff, <strong>in</strong>«Esperienze <strong>di</strong> giustizia m<strong>in</strong>orile», a. 29 (1992), n. 1, p. 114-152.Latorre, C.M., Indag<strong>in</strong>e sull’applicazione della legge 4/5/1983 n.184 <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Bari, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong>compiuto», a. 11, n. 1(febbr. 1994), p. 27-40.Larcan, R., Truzoli, R., Cuzzocrea, F., Ricerca sperimentale sullecaratteristiche delle operazioni <strong>di</strong> “reversal shift” nella strutturazione<strong>di</strong> concetti <strong>in</strong> bamb<strong>in</strong>i istituzionalizzati, <strong>in</strong> «Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> psicologiadell’educazione», a. 18, n. 1/3 (genn./<strong>di</strong>c. 1999), p. 89-101.Lena, B., Morte del m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> affidamento familiare e risarcibilitàdegli affidatari: ancora sulla tutela aquilana dei rapporti <strong>di</strong> fatto, <strong>in</strong>«Famiglia e <strong>di</strong>ritto», a. 9 (2002), 3 (magg./giugno), p. 277-284.Lenti, L., Qualche riflessione sui modelli <strong>di</strong> affidamento e <strong>di</strong> adozioneaccolti nell’ord<strong>in</strong>amento italiano, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 2001,n. 3-4, p. 86-100.Lippi, A., L’istituzionalizzazione: quadro generale, <strong>in</strong> «Servizisociali», 26 (1999), n. 5/6.Liuzzi, A., Diritto al rilascio del passaporto e tutela degli <strong>in</strong>teressidei m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Famiglia e <strong>di</strong>ritto», a. 10, n. 2 (mar./apr. 2003), p.179-184.Long, J., Il controllo giu<strong>di</strong>ziario sull’esercizio della potestà genito-


134 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>riale e l’affidamento extrafamiliare: un importante contributo dellaCorte europea dei <strong>di</strong>ritti alla def<strong>in</strong>izione delle garanzie processuali,<strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 2005, n. 1, p. 163-176.Maluccio, A.N., Pr<strong>in</strong>cipi e l<strong>in</strong>ee guida della riunificazione familiare,<strong>in</strong> «Servizi sociali», a. 25 (1998), n. 3, p. 24-62.Manera, G., La violenza sui m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> famiglia e dellepersone», a. 27, 2 (apr./giugno 1998), p. 635-662.Mart<strong>in</strong>i, V., Una scelta fatta con il cuore: con il sostegno dei servizi,<strong>in</strong> «Famiglia oggi», a. 28, n. 3 (mar. 2005), p. 35-41.Mazza GaIanti, F., I problemi giuri<strong>di</strong>ci e sociali, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia»,n.s., 1994, n. 1, p. 71-78.Mazzucchelli, F., A lezione <strong>di</strong> affido, <strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie»,a. 22, n. 4 (1 mar. 1992), p. 1-4.Mazzucchelli, F., L’affido familiare degli adolescenti, <strong>in</strong> «Prospettivesociali e sanitarie», a. 28, n. 10 (1 giugno 1998), p. 17-19.Mazzuchelli, F., Affido familiare e psicoterapia, <strong>in</strong> «Prospettivesociali e sanitarie», a. 25, n. 13 (15 luglio 1995), p. 4-6.Mazzuchelli, F., Il “sogno ricorrente” dei m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Famigliaoggi», a. 24, n. 3 (mar. 2001), p. 58-72.Menicucci, M., I figli che aspettano, <strong>in</strong> «Vs», a. 26, n. 8 (apr. 2003),p. 21-23.Micucci, D., Altre considerazioni sulla nuova legge relativaall’adozione e all’affidamento familiare, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,134 (apr./giugno 2001), p. 4-6.Mol<strong>in</strong>ari, L., Bon<strong>di</strong>oli, R., Il rischio familiare, <strong>in</strong> «Prospettive socialie sanitarie», a. 35, n. 9 (15 magg. 2005), p. 16-20.Monaci, M.G., Tamiello, R., La regolazione delle emozioni neibamb<strong>in</strong>i istituzionalizzati, <strong>in</strong> «Psicologia cl<strong>in</strong>ica dello sviluppo», a.5, n. 3 (<strong>di</strong>c. 2001), p. 309-340.Monaco, M., Bonsignore, R., Affido: una rete <strong>di</strong> relazioni familiari,<strong>in</strong> «Pedagogika.it», a. 3, n. 10 (luglio/ag. 1999), p. 13-15.Moro, A.C., Bilancio e sviluppo dell’affidamento familiare, <strong>in</strong> «Lafamiglia», a. 37, 222 (nov./<strong>di</strong>c. 2003), p. 5-15.Moro, A.C., Vecchiato, T., I pr<strong>in</strong>cipi della proposta <strong>di</strong> legge dellaFondazione Zancan, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong>compiuto», a. 10, n. 4/5 (sett.1993), p. 7-20.Nappi, A., Servizi locali, m<strong>in</strong>ori, affidamento familiare <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia<strong>di</strong> Bari, <strong>in</strong> «La rivista <strong>di</strong> servizio sociale», a. 39, n. 1 (mar. 1999),p. 99-115.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 135Nigris, E., Maturare professionalmente, <strong>in</strong> «Adultità», n. 10 (nov.1999), p. 140-149.Nocera, S., L’istituzionalizzazione nelle attuali politiche sociali:orientamenti ideologici e f<strong>in</strong>anziari: azioni <strong>di</strong> contrasto, <strong>in</strong> «Servizisociali», 26 (1999), n. 5/6, p. 133-141.Novar<strong>in</strong>o, F., L’”affido educativo”, <strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie»,a. 24, n. 11 (15 giugno 1994), p. 19-21.Oliva, S., Difficoltà nell’elaborazione del lutto per la morte dellamadre <strong>in</strong> una bamb<strong>in</strong>a <strong>di</strong> c<strong>in</strong>que anni e mezzo, <strong>in</strong> «Richard ePiggle», vol. 12, n. 2 (magg./ag. 2004), p. 171-183.Ongari, B., Divenire famiglia affidataria, <strong>in</strong> «Politiche sociali e servizi»,1997, 1, p. 107-132.Ongari, B., La prospettiva dell’attaccamento nello stu<strong>di</strong>o dellefunzioni genitoriali sostitutive, <strong>in</strong> «Prospettive psicoanalitiche nellavoro istituzionale», vol. 17, n. 1 (genn./apr. 1999), p. 32-46.Ongari, B., Schadee, H., Adattamento e rappresentazioni dei rapporti<strong>in</strong>terpersonali <strong>in</strong> adolescenti ospiti <strong>di</strong> comunità residenziali, <strong>in</strong>«Psicologia cl<strong>in</strong>ica dello sviluppo», a. 7, n. 1 (apr. 2003), p. 77-97.Ors<strong>in</strong>i, M., Compiti e ruolo del tribunale per i m<strong>in</strong>orenni nell’affidamentofamiliare, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., 1996, n. 2, p. 74-84.Pazè, P., Le relazioni affettive prima <strong>di</strong> tutto: ascesa e decl<strong>in</strong>odegli istituti, <strong>in</strong> «Famiglia oggi», a. 28, n. 3 (mar. 2005), p. 8-12.Piccoli, G., L’affido familiare: identità e realtà, <strong>in</strong> «Psichiatria dell’<strong>in</strong>fanziae dell’adolescenza», vol. 65, n. 5 (sett./ott. 1998), p. 577-588.Piccoli, G., L’appartenenza del bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong> affido familiare, <strong>in</strong>«Psichiatria dell’<strong>in</strong>fanzia e dell’adolescenza», vol. 68, n. 5-6(sett./<strong>di</strong>c. 2001), p. 695-704.La presenza giu<strong>di</strong>ziaria nell’affidamento familiare, garanzia <strong>di</strong> unprogetto <strong>di</strong> crescita, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., (1996), n. 2, p. 5-16.Progetto famiglie professionali, <strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie»,a. 24, n. 4 (1 mar. 2004), p. 16-20.Riva, V., Affidato e figli della famiglia affidataria, <strong>in</strong> «Prospettivesociali e sanitarie», a. 32, n. 4 (1 mar. 2002), p. 10-12.Rocchetto, F., Tra l’applicazione della legge e l’<strong>in</strong>terpretazionedell’<strong>in</strong>conscio, riflettendo su alcuni paradossi nell’affido e nell’adozione,<strong>in</strong> «Interazioni», 2002, n. 2 = 18, p. 49-65.Salvi, A., Deistituzionalizzazione e protezione dei <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>orifuori dalla famiglia, <strong>in</strong> «Cittad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> crescita», n. 2 (2004), p. 25-37.Santanera, F., Commissione parlamentare per l’<strong>in</strong>fanzia: proposte


136 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>idonee <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> affi<strong>di</strong> professionali e <strong>di</strong> <strong>in</strong>terme<strong>di</strong>azione, <strong>in</strong>«Prospettive assistenziali», n. 149 (genn./mar. 2005), p. 10-17.Santanera, F., In grave pericolo l’adozione dei m<strong>in</strong>ori senza famiglia,<strong>in</strong> «La rivista <strong>di</strong> servizio sociale», a. 39, n. 1 (marz. 1999), p. 3-21.Saraceno, C., Famiglia, con<strong>di</strong>zioni dell’<strong>in</strong>fanzia e servizi, <strong>in</strong>«Bamb<strong>in</strong>i», a. 9, n. 3 (mar. 1993), p. 25-29.Scab<strong>in</strong>i, E., Fra due famiglie, <strong>in</strong> «Psicologia contemporanea», a.28, n. 164 (mar./apr. 2001), p. 50-55.Scalco, S. et al., L’affido <strong>di</strong>urno <strong>di</strong> bamb<strong>in</strong>i stranieri: un sostegnoai legami familiari, <strong>in</strong> «Animazione sociale», a. 35, 2.s., n. 190 = 2(febbr. 2005), p. 71-78.Sentenza della Corte costituzionale sui riposi giornalieri applicabil<strong>in</strong>ei casi <strong>di</strong> adozione e <strong>di</strong> affidamento, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,142 (apr./giugno 2003), p. 38-40.Serra, P., Adozione e affidamento: il ruolo della madre e delpadre <strong>di</strong> nascita, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1999, n. 1, p. 13-23.Soavi, G., Affido eterofamigliare del m<strong>in</strong>ore abusato: quali perturbazion<strong>in</strong>el sistema affidante?, <strong>in</strong> «Connessioni», n. 14 (genn.2004), p. 121-133.Tafà, M., Idoneità educativa e vissuti del m<strong>in</strong>ore, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia»,1997, n. 4, p. 74-88.Testa, G., Micucci: “Sull’affido c’è poco impegno, occorre <strong>in</strong>tervenire”,<strong>in</strong> «Volontariato oggi», n. 9/10 (nov. 2002), p. 6-7.Vecchiato, T., L’affido nel quadro degli <strong>in</strong>terventi per l’età evolutiva,<strong>in</strong> «Servizi sociali», a. 25 (1998), n. 1, p. 33-47.Vecchiato, T., Culture <strong>di</strong> servizio per l’età evolutiva, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o<strong>in</strong>compiuto», a. 10, n. 2 (apr. 1993), p. 23-43.Villa, F., Il cerchio <strong>di</strong> se<strong>di</strong>e: la rivalità genitoriale nelle esperienze<strong>di</strong> affido, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1997, n. 4, p. 89-95.Zald<strong>in</strong>i, G., Bisogno <strong>di</strong> famiglia e affidamenti familiari, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o<strong>in</strong>compiuto», a. 13, n. 3/4 (ag. 1996), p. 61-67.Zurlo, M.C., La patologia dei processi separativi nell’affido familiare:un’ipotesi operativa, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1997, n. 4, p. 96-108.Servizi residenziali per m<strong>in</strong>oriMonografieA<strong>di</strong>lar<strong>di</strong>, A., L’ educazione residenziale per i m<strong>in</strong>ori: Calabria: lacasa famiglia “L’Arca”, Cosenza, E<strong>di</strong>toriale progetto 2000, 2002.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 137Bacher<strong>in</strong>i, A.M., Arrighi, G., Bogliolo, C., M<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> affido: unaggiornamento per educatrici dei Villaggi SOS, Tirrenia, E<strong>di</strong>zionidel cerro, 2003.Barbanotti, G., Iacob<strong>in</strong>o, P., Le comunità per m<strong>in</strong>ori: pratiche educativee valutazione degli <strong>in</strong>terventi, Roma, Carocci, 1998.Barberis, S., Le emozioni dell’ascolto: educatori, comunità em<strong>in</strong>ori nelle situazioni d’abuso sessuale, Milano, Unicopli, c2001.Bastianoni, P., Educare <strong>in</strong> comunità: la comunità nelle parole enelle azioni degli educatori, a cura del CNCM, Firenze, Regione<strong>Toscana</strong>, 1994.Bastianoni, P., Interazioni <strong>in</strong> comunità: vita quoti<strong>di</strong>ana e <strong>in</strong>terventieducativi, Roma, Carocci, 2000.Bastianoni, P. (a cura <strong>di</strong>)., Dieci comunità si presentano dallaprogettazione alla vita quoti<strong>di</strong>ana, Firenze, Regione <strong>Toscana</strong>,1995.Bastianoni, P., Avalle, C., Milli Altamore, R. (a cura <strong>di</strong>), Vuoi saperecosa ne penso io della comunità per m<strong>in</strong>ori: 56 ragazzi e ragazzesi raccontano, Firenze, Regione <strong>Toscana</strong>, 1994.Bastianoni, P., CNCM, <strong>Toscana</strong>. Dipartimento sicurezza sociale (acura <strong>di</strong>), Chi vive <strong>in</strong> comunità: un profilo dell’utenza, Firenze,Regione <strong>Toscana</strong>, Giunta <strong>regionale</strong>, [1992].Biblioteca Innocenti Library (a cura <strong>di</strong>), Ricerca bibliografica suadozione nazionale e <strong>in</strong>ternazionale, comunità per m<strong>in</strong>ori, devianzae <strong>di</strong>sagio sociale, giustizia m<strong>in</strong>orile e servizi penali m<strong>in</strong>orili,Firenze, Istituto degli Innocenti, stampa 2002.Biblioteca Innocenti Library (a cura <strong>di</strong>), Tutti i bamb<strong>in</strong>i hanno<strong>di</strong>ritto a una famiglia: Tor<strong>in</strong>o, 22-23 marzo 2004: ricerca bibliografica,Firenze, Istituto degli Innocenti, stampa 2004.Boggi, O., Brambilla, M., Gall<strong>in</strong>a, M., Bamb<strong>in</strong>i fuori casa: unaricerca sui m<strong>in</strong>ori <strong>di</strong> Milano <strong>in</strong> istituto e comunità, a cura <strong>di</strong> O.Boggi, Milano, Unicopli, 1995.Bolzano (Prov<strong>in</strong>cia), Ufficio famiglia, donna e gioventù, Struttureassistenziali per m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> Alto A<strong>di</strong>ge: situazione al 31 ottobre 1997= Fursorgee<strong>in</strong>richtungen fur M<strong>in</strong>derjahrige <strong>in</strong> Sudtirol: Stand imOktober 1997, Bolzano, Prov<strong>in</strong>cia autonoma <strong>di</strong> Bolzano, Ufficiofamiglia, donna e gioventù, [1997?].Cantelmi, T. et al., Caso non per caso, a cura <strong>di</strong> S. Margaglione,P.S. Moffett, A. Romano, Roma, CISU, c1999.Caritas <strong>di</strong>ocesana, Brescia, L’educatore nella comunità alloggio


138 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>per m<strong>in</strong>ori, a cura <strong>di</strong> G. Anton<strong>in</strong>, A. Ferrari, Brescia, CaritasBresciana, stampa 1998.Caritas <strong>di</strong>ocesana, Catanzaro-Squillace, C<strong>in</strong>que anni...e l’avventuracont<strong>in</strong>ua: l’esperienza con i “m<strong>in</strong>ori a rischio” della comunità “S.Domenico”, [s.l.], [s.n.], [1995?].<strong>Centro</strong> comunitario AGAPE (a cura <strong>di</strong>), Strutture e servizi perm<strong>in</strong>ori nella prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Reggio Calabria, Catanzaro, FACITE, stampa2001.<strong>Centro</strong> <strong>in</strong>formazione, supporto e documentazione, Lecco (a cura<strong>di</strong>), Le comunità educative per m<strong>in</strong>ori nella prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Lecco, [s.l.],[s.n.], 2001.<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione ed analisi per l’<strong>in</strong>fanzia el’adolescenza, I bamb<strong>in</strong>i e gli adolescenti fuori dalla famiglia: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>esulle strutture residenziali educativo-assistenziali <strong>in</strong> Italia,1998: dossier monografico, Firenze, Istituto degli Innocenti, 1999.<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione e analisi per l’<strong>in</strong>fanzia el’adolescenza, I bamb<strong>in</strong>i e gli adolescenti negli istituti per m<strong>in</strong>ori: irisultati dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e realizzata dal <strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazionee analisi per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza, Firenze, Istitutodegli Innocenti, 2004.<strong>Centro</strong> nazionale <strong>di</strong> documentazione e analisi per l’<strong>in</strong>fanzia el’adolescenza (a cura <strong>di</strong>), Tutti i bamb<strong>in</strong>i hanno <strong>di</strong>ritto a una famiglia:Tor<strong>in</strong>o, 22-23 marzo 2004: ricerca normativa e filmografica,Tor<strong>in</strong>o, Regione Piemonte, stampa 2004.Cipollone, L. et al. (a cura <strong>di</strong>), Il monitoraggio della qualità dei serviziper l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza: <strong>in</strong><strong>di</strong>catori e strumenti: l’analisi deiservizi <strong>in</strong>tegrativi al nido, dei servizi <strong>di</strong> supporto alla genitorialità,della città educativa, del tempo libero dei ragazzi e delle ragazze,delle comunità residenziali <strong>in</strong> Umbria, Azzano San Paolo, Junior, 2001.CNAM, Dossier 2000: Murialdo 2000, Roma, Libreria e<strong>di</strong>triceMurialdo, stampa 2000.CNCA, Una carta della qualità per i m<strong>in</strong>ori: servizi rivolti a bamb<strong>in</strong>ie ragazzi <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà: proposta <strong>di</strong> def<strong>in</strong>izioni e caratteristichestandard per un Atto d’<strong>in</strong>tesa Stato-Regioni, Capodarco <strong>di</strong> Fermo,Comunità E<strong>di</strong>zioni, 1998.CNCA, C.N.C.A.: 1996 year-book, a cura <strong>di</strong> E. Scarabelli, S. Trasatti,Capodarco <strong>di</strong> Fermo, Comunità E<strong>di</strong>zioni, stampa 1996.CNCA, C.N.C.A.: 1999-2000 year-book, Capodarco <strong>di</strong> Fermo,Comunità E<strong>di</strong>zioni, stampa1999.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 139CNCM, Modello per l’assicurazione della qualità nella progettazione,sviluppo e gestione del servizio <strong>di</strong> comunità per m<strong>in</strong>ori: testoapprovato dal Comitato tecnico-scientifico del CNCM il 12 <strong>di</strong>cembre1998, [s.l.], [s.n.], 1998.CNCM, Standard per le comunità residenziali per m<strong>in</strong>ori: l<strong>in</strong>eeguida, [s.l.], [s.n.], 1998.Le comunità <strong>di</strong> tipo familiare per l’accoglimento dei m<strong>in</strong>ori: attidel convegno, Firenze 27-28 settembre 1988, Firenze, Regione<strong>Toscana</strong>, Giunta <strong>regionale</strong>, 1989.Le comunità per m<strong>in</strong>ori nel Veneto: la mappa territoriale nel2005, Marostica, Tipografia dal masol<strong>in</strong>o, 2005.Comunità e cambiamento: strutture residenziali per m<strong>in</strong>ori edevoluzione dei bisogni: atti del convegno nazionale, Firenze, 13/14novembre 2000, a cura <strong>di</strong> V. Ducci e F. Caporilli, Firenze, Regione<strong>Toscana</strong>, stampa 2002.Comunità Papa Giovanni XXIII, Le case famiglia della comunità <strong>di</strong>Papa Giovanni XXIII, Rim<strong>in</strong>i, Comunità Papa Giovanni XXIII, 1989.Consulta <strong>di</strong>ocesana delle comunità educativo assistenziali, Latutela del m<strong>in</strong>ore tra famiglia e comunità, a cura <strong>di</strong> F. Gerosa,Genova, Consulta <strong>di</strong>ocesana delle comunità educativo assistenziali,2004.Convegno nazionale Comunità e cambiamento: strutture residenzialiper m<strong>in</strong>ori ed evoluzione dei bisogni, Firenze, Palazzo degliaffari, Piazza Adua 1, 13/14 novembre duemila, a cura del CNCM,[2000], Cartella.Crescere fuori dalla propria famiglia: analisi dei luoghi <strong>di</strong> accoglienza,dei <strong>percorsi</strong> <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> benessere per i m<strong>in</strong>ori, Pavia,CdG, 2002.De Leo, G., Bussotti, B., Josi, E., Rischi e sfide nel lavoro <strong>di</strong> comunità<strong>di</strong> tipo familiare: esperienze <strong>di</strong> progettazione, metodologiedell’<strong>in</strong>tervento e supervisione, Milano, Giuffrè, c2000.Educare <strong>in</strong> comunità: progetto educativo e qualità dell’<strong>in</strong>tervento:atti del Convegno, Firenze, 30-31 marzo 1992, Firenze, Regione<strong>Toscana</strong>, 1993.Emili, F., Una casa per un po’: dall’abuso alla comunità per m<strong>in</strong>ori:una storia vera, Roma, Magi, c2005.Eurispes, Il modello della casa-famiglia nell’Associazione PapaGiovanni XXIII: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sulla Comunità Papa Giovanni 23. <strong>di</strong> DonBenzi, Roma, Eurispes, stampa 2000.


140 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Fiocchi, A. (a cura <strong>di</strong>), Cresciuti quasi da soli: adolescenti italiani estranieri con progetti educativi nelle comunità alloggio dell’AsiloMariuccia, Milano, F. Angeli, c2002.Gabrielli, G. (a cura <strong>di</strong>), M<strong>in</strong>ori: luoghi comuni: crescere <strong>in</strong> comunità,Capodarco <strong>di</strong> Fermo Comunità E<strong>di</strong>zioni, 1996.Goffre<strong>di</strong>, L. (a cura <strong>di</strong>), Quando il pane non fa crescere: come preveniree trattare il <strong>di</strong>sagio dei giovani e giovanissimi <strong>in</strong> famiglia enella società, come gestire i rapporti fra adulti, bamb<strong>in</strong>i, adolescenti,nella vita <strong>di</strong> ogni giorno: l’esperienza ventennale <strong>in</strong> una comunitàagricola, Firenze, Nicomp L.E., c2000.Gruppo tecnico <strong>di</strong> coord<strong>in</strong>amento dei servizi d’accoglienza perm<strong>in</strong>ori a Firenze, Accoglienza m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> Firenze: storia e cultura, acura del <strong>Centro</strong> documentazione Oasi, Firenze, <strong>Centro</strong> documentazioneOasi, stampa 2001.Lombar<strong>di</strong>a. Settore famiglia e politiche sociali, I m<strong>in</strong>ori negli istitutieducativo assistenziali e nelle comunità alloggio dellaLombar<strong>di</strong>a, Milano, [s.n.], stampa 1996.Macario, G. (a cura <strong>di</strong>) Comunità per m<strong>in</strong>ori e progetto educativo,Firenze, Regione <strong>Toscana</strong>, Giunta <strong>regionale</strong>, 1992.Maccal<strong>in</strong>i, A., Di Berardo, G., Vigliani, C. (a cura <strong>di</strong>), Quale comunitàper quale m<strong>in</strong>ore: esperienze a confronto, Milano, F. Angeli,c2003.Maurizio, R., Peirone, M., M<strong>in</strong>ori, comunità e d<strong>in</strong>torni, Tor<strong>in</strong>o,Gruppo Abele, c1984.Monniello, G. (a cura <strong>di</strong>), Luoghi istituzionali e adolescenza,Roma, Borla, stampa 2005.Osservatorio <strong>regionale</strong> per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza, Bassano delGrappa, I m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> strutture tutelari nella Regione Veneto, Bassanodel Grappa, Osservatorio <strong>regionale</strong> per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza,stampa 2000.Osservatorio <strong>regionale</strong> per le politiche sociali, Cagliari, I presi<strong>di</strong>socio-assistenziali per m<strong>in</strong>ori operanti <strong>in</strong> Sardegna, Cagliari,Regione Sardegna, Osservatorio <strong>regionale</strong> per le politiche sociali,2002.Pordenone (Prov<strong>in</strong>cia), I m<strong>in</strong>ori accolti <strong>in</strong> struttura: confronto traservizi e strutture della prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Pordenone: progetto economiasociale, [s.l.], [s.n.], stampa 2004.Prenna, L. (a cura <strong>di</strong>), La pedagogia dell’autogoverno: una educazionealla democrazia, Roma, IISPGC, 2004.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 141Pronto, chi è?: un’esperienza <strong>di</strong> vita e un’opportunità <strong>di</strong> crescitaper i m<strong>in</strong>ori allontanati dalla famiglia: la comunità familiare <strong>di</strong>pronta accoglienza della Comunità <strong>di</strong> Capodarco <strong>di</strong> Fermo, [s.l.],[s.n.], stampa 2000.Provence, S., Lipton, R.C., Infants <strong>in</strong> <strong>in</strong>stitutions: a comparison oftheir development with family-reared <strong>in</strong>fants dur<strong>in</strong>g the first yearof life, 4th pr<strong>in</strong>t<strong>in</strong>g, New YorK, International Universities Press,c1962 (stampa 1978).Ricci, S., Spataro, C., Una famiglia anche per me: <strong>di</strong>mensioni e<strong>percorsi</strong> educativi nelle comunità familiari per m<strong>in</strong>ori, Trento,Erickson, c2006.Santer<strong>in</strong>i, M., L’educatore: tra professionalità pedagogica eresponsabilità sociale, Brescia, La scuola, c1998.La tutela del m<strong>in</strong>ore maltrattato e abusato: l’<strong>in</strong>tervento <strong>in</strong> una<strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> rete multi<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>are: la comunità: atti delConvegno, 27 novembre 1997, Teatro comunale, Sasso Marconi,Bologna, Bologna, Istituti Educativi <strong>in</strong> Bologna, 1998.ArticoliAbdelkrim, B., La comunità colorata, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 2000,n. 1, p. 203-210.Angeli, A., Classificazione delle comunità per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 32, n. 6 (1 apr. 2002), p. 17-20.Badolato, G., Cipolla, B., Le case-famiglia per adolescenti: una letturapsicod<strong>in</strong>amica, <strong>in</strong> «Psicologia cl<strong>in</strong>ica», n. 1 (genn./apr. 1997), p.72-85.Bastianoni, P., Schadee, H., La paura <strong>di</strong> <strong>in</strong>iziare: come evitare icompiti scolastici, <strong>in</strong> «Ricerche <strong>di</strong> psicologia», n.s., a. 23 (1999), n. 4,p. 79-101.Bilotta, F., I danni subiti dal m<strong>in</strong>ore nei servizi e nelle comunitàper i m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 2001, n. 3-4, p. 39-54.Blanc, V., Tosco, L., Tra progetto <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale e progetto <strong>di</strong> comunità:processi e strumenti educativi nelle strutture residenziali perm<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Animazione sociale», a. 30, 2. ser., n. 144 = 6/7 (giugno/luglio2000), p. 77-85.Bonello, F., Bertuola, C., I figli dell’oblio, <strong>in</strong> «La rivista <strong>di</strong> serviziosociale», a. 36, n. 1 (mar. 1996), p. 51-62.Borgomaneri, G., Pierro, L., Oltre la famiglia, tra istituto e comunità,<strong>in</strong> «Vivere oggi», a. 7, n. 9 (nov. 1993), p. 25-41.


142 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Borlotti, G., Interventi comunitari, domiciliari e <strong>di</strong> accoglienzafamiliare dagli anni ‘60 agli anni ‘90, <strong>in</strong> «Servizi sociali», a. 25(1998), n. 1, p. 9-32.Bramanti, D., Adolescenti <strong>in</strong> istituto, <strong>in</strong> «Politiche sociali e servizi»,1995, 2, p. 7-64.Bramanti, D., Marzotto, C., Adolescenti <strong>in</strong> istituto, <strong>in</strong> «Politichesociali e servizi», 1995, 2, p. 7-64.Cassibba, R., Costant<strong>in</strong>i, A., Modelli <strong>di</strong> attaccamento <strong>in</strong> m<strong>in</strong>ori<strong>in</strong>seriti <strong>in</strong> comunità: <strong>in</strong>cidenza delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio psicosocialesulla sicurezza dei legami affettivi, <strong>in</strong> «Maltrattamento eabuso all’<strong>in</strong>fanzia», 1999, Vol. 5, n. 3 (<strong>di</strong>c. 2003), p. 79-92.Castelli, D., Grana, M., L’applicazione della network analysis nellostu<strong>di</strong>o delle reti <strong>di</strong> socievolezza degli adolescenti istituzionalizzati,<strong>in</strong> «Politiche sociali e servizi», 1995, n. 2, p. 65-82.Ch<strong>in</strong>osi, L., La sofferenza nascosta dei m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> Istituto, <strong>in</strong>«Polis», a. 7, n. 86 (ag./sett. 2002), p. 11-12.CNCA, Dagli istituti alle comunità, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1997, n.1, p. 63-73.CNCA (a cura <strong>di</strong>), Una carta della qualità per i m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong>«Animazione sociale», a. 29, 2. ser., n. 132 = 4 (apr. 1999), p. 71-79.Colmegna, V., Accompagnare e con<strong>di</strong>videre la responsabilitàdegli educatori, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 2001, n. 3-4, p. 17-26.Comunità per adolescenti e processo penale m<strong>in</strong>orile, <strong>in</strong>«Esperienze <strong>di</strong> giustizia m<strong>in</strong>orile», a. 42 (1995), n. 1/2, p. 132-205,atti del Convegno, Roma, 1994.Le comunità per i <strong>di</strong>ritti del m<strong>in</strong>ore, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n. 1(1997), p. 5-13.Dagli istituti alle comunità, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1997, n. 1, p. 63-73.De Leo, G., Adolescenti che attraversano culture e famiglie, <strong>in</strong>«Terapia familiare», n. 54 (luglio 1997), p. 29-34.Ducci, V., La comunità educativa nel suo rapporto con il territorio,le sue istituzioni e i suoi servizi, <strong>in</strong> «Rassegna <strong>di</strong> servizio sociale», a.40, n. 3 (luglio/sett. 2001), p. 29-35.Ducci, V., Il coord<strong>in</strong>atore educativo delle comunità residenziali e<strong>di</strong>urne per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Rassegna <strong>di</strong> servizio sociale», a. 40, n. 1(genn./mar. 2001), p. 33-43.Eramo, F., Istituti e comunità per m<strong>in</strong>ori: come i tribunali per im<strong>in</strong>orenni si orientano nella scelta del ricovero, <strong>in</strong> «Famiglia e <strong>di</strong>ritto»,a. 10 (2003), 6 (nov./<strong>di</strong>c.), p. 625-631.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 143Furlotti, L., M<strong>in</strong>ori z<strong>in</strong>gare e collocamento <strong>in</strong> comunità, <strong>in</strong>«Esperienze <strong>di</strong> giustizia m<strong>in</strong>orile», a. 42 (1995), n. 1/2, p. 206-229.Gerosa, F., Crescere fuori dalla propria famiglia: luoghi <strong>di</strong> accoglienzae nuova legislazione per i m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Animazione sociale»,a. 32, 2. ser., n. 165 = 8/9 (ag./sett. 2002), p. 19-25.Giangreco, A., La comunità <strong>di</strong> accoglienza dei bamb<strong>in</strong>i e il pericolodel ghetto, <strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie», a. 30, n. 9 (15magg. 2000), p. 11-12.Gosso, P.G., La violenza <strong>in</strong> istituto, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,n. 116 (ott./<strong>di</strong>c. 1996), p. 14-15.Latella, R., Istituti e comunità: prospettive educative ed esigenzedei m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Famiglia e m<strong>in</strong>ori», a. 8, n. 16 (<strong>di</strong>c. 1996), p. 25-36.Macario, G., Oltre la s<strong>in</strong>drome <strong>di</strong> Fort Apache: un percorso <strong>di</strong> formazionedel <strong>Centro</strong> nazionale comunità per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Animazionesociale», a. 25, 2. ser., n. 92/93 = 8/9 (ag./sett. 1995), p. 76-81.Macario, G., Progettazione educativa <strong>in</strong> comunità per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong>«Animazione sociale», a. 22, 2. ser., n. 55/56 = 7/8 (luglio/ag. 1992),p. 9-15.Maistrello, I., Meazza, C., Comunità alloggio per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 22, n. 21 (1 <strong>di</strong>c. 1992), p. 5-8.Materazzi, V., Secondo loro, <strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie», a.22, n. 20 (15 nov. 1992), p. 10-15.Mol<strong>in</strong>a, P., Bon<strong>in</strong>o, S., Crescere <strong>in</strong> comunità alloggio nei primianni <strong>di</strong> vita: esperienza quoti<strong>di</strong>ana e attaccamento quando non c’èla mamma, <strong>in</strong> «Psicologia cl<strong>in</strong>ica dello sviluppo», a. 5, n. 3 (<strong>di</strong>c.2001), p. 365-394.Palareti, L., Valutare le comunità per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Psicologia cl<strong>in</strong>icadello sviluppo», a. 7, n. 3 (<strong>di</strong>c. 2003), p. 351-383.Pandolfi, L., Comunità per m<strong>in</strong>ori e <strong>percorsi</strong> <strong>di</strong> autonomia: qualiprospettive dopo i 18 anni?, <strong>in</strong> «Aree», n. 55 (apr. 2005), p. 7-17.Pazé, P., Le relazioni affettive prima <strong>di</strong> tutto: ascesa e decl<strong>in</strong>odegli istituti, <strong>in</strong> «Famiglia oggi», a. 28, n. 3 (mar. 2005), p. 8-12.Pazé, P., Ritornare al <strong>di</strong>ritto: equivoci e pregiu<strong>di</strong>zi sugli educatoridelle comunità per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 2001, n. 2, p. 123-132.Polo, D., V<strong>in</strong>coli e risorse nell’organizzazione delle comunità, <strong>in</strong>«Politiche sociali e servizi», 1997, 2, p. 173-183.Presti, L., Giongo, F., Dalla ruota alle case <strong>di</strong> accoglienza, <strong>in</strong>«M<strong>in</strong>ori giustizia», 1997, n. 1, p. 45-62.


144 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Quarello, E., Angeli, A., Comunità e m<strong>in</strong>ori vittime <strong>di</strong> abuso, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 32, n. 3 (15 febbr. 2002), p. 15-18.Quarello, E., Angeli, A., La gestione dei comportamenti s<strong>in</strong>tomaticidei bamb<strong>in</strong>i vittime <strong>di</strong> abuso sessuale accolti <strong>in</strong> comunità, <strong>in</strong>«Maltrattamento e abuso all’<strong>in</strong>fanzia», 1999, vol. 4, n. 1 (apr. 2002),p. 105-116.Regalia, C., Il <strong>di</strong>lemma dell’appartenenza: la famiglia nella percezionedegli educatori <strong>di</strong> comunità per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Ricerche <strong>di</strong> psicologia»,n.s., a. 21 (1997), n. 3, p. 7-21.Rei, D., La comunità alloggio, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali», n. 105(genn./mar. 1994), p. 8-11.Reitano, F., Le strutture <strong>in</strong>terme<strong>di</strong>e, <strong>in</strong> «Adolescenza», vol. 10, n.1 (genn./apr. 1999), p. 55-60.Roncari, L., Belloni, A., Quando la comunità <strong>di</strong>venta casa, <strong>in</strong>«Vivere oggi», a. 15, n. 8 (ott. 2001), p. 14-18.Ruggiano, M.G., L’<strong>in</strong>fanzia perduta per sempre e il superamentodegli istituti <strong>di</strong> assistenza, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1997, n. 1, p. 14-23.Tomisich, M., Educare alla luce del sole, <strong>in</strong> «Vivere oggi», a. 6, n.5 (magg. 1992), p. 47-50.Tomisich, M., Educatori o ladri <strong>di</strong> bamb<strong>in</strong>i?, <strong>in</strong> «Vivere oggi», a. 8,n. 2 (mar. 1994), p. 42-47.Tomisich, M., Cereda, L., M<strong>in</strong>ori e comunità educativa: il <strong>di</strong>fficilepassaggio all’età adulta, <strong>in</strong> «Politiche sociali e servizi», a. 2, n. 2(luglio/<strong>di</strong>c. 2000), p. 339-367.Tomisich, M., Panaro, M., Secchi, G., Quale misura per l’educazione?,<strong>in</strong> «Vivere oggi», a. 13, n. 3 (apr. 1999), p. 48-53.Tosco, L., Abitare la propria casa: giovani <strong>in</strong> comunità: dalla famigliaall’autonomia, <strong>in</strong> «Animazione sociale», a. 33, 2. ser., n. 171 =3 (mar. 2003), p. 71-78.Tosco, L., Comunità a denom<strong>in</strong>azione <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e controllata: qualitànelle strutture residenziali per m<strong>in</strong>ori tra controllo e valutazione, <strong>in</strong>«Animazione sociale», a. 29, 2. ser., n. 138 = 5 (<strong>di</strong>c. 1999), p. 71-84.Tosco, L., Politiche sociali e comunità per m<strong>in</strong>ori, <strong>in</strong> «Animazionesociale», a. 27, 2. ser., n. 117 = 10 (ott. 1997), p. 19-26.La valutazione delle comunità per m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> un’ottica partecipata,<strong>in</strong> «Prospettive sociali e sanitarie», a. 34, n. 14 (1-15 ag. 2004), p.21-24.Vecchiato, T., Culture <strong>di</strong> servizio per l’età evolutiva, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o<strong>in</strong>compiuto», a. 10, n. 2 (apr. 1993), p. 23-43.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 145Vedovato, M., Strumenti <strong>di</strong> verifica della qualità del lavoro nellecomunità per m<strong>in</strong>ori dell’Associazione LILA, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,n. 121 (genn./mar. 1998), p. 8-11.Violenze e sevizie sui bamb<strong>in</strong>i ricoverati <strong>in</strong> istituto: siamo ancorail paese dei Celest<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali», 141 (genn./mar.2003), p. 46.Zambelli, F., Groppi, T., Orientamenti educativi e professionalidegli educatori <strong>di</strong> comunità alloggio per m<strong>in</strong>ori: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e con il Q-Sort, <strong>in</strong> «Psicologia dell’educazione e della formazione», vol. 6, n. 2(sett. 2004), p. 201-244Sostegno alla genitorialitàMonografieBianchi, E., Vernò, F. (a cura <strong>di</strong>), Le famiglie multiproblematiche nonhanno solo problemi, Padova, Fondazione Emanuela Zancan, c1995.Biblioteca Innocenti Library, Ricerca bibliografica: <strong>di</strong>sagio sociale,politiche sociali, genitorialità, sfruttamento sessuale, violenza sessuale,Firenze, Istituto degli Innocenti, stampa 2002.Bisleri, C. et al., “Spazio genitori”: i nostri figli cambiano... : esseregenitori <strong>in</strong> famiglia e a scuola, Azzano San Paolo, Junior, 2001.Bernard<strong>in</strong>i De Pace, A., Mamma non m’ama, 3. ed., Milano,Sperl<strong>in</strong>g & Kupfer, c2005.Carli, L., La genitorialità nella prospettiva dell’attaccamento:l<strong>in</strong>ee <strong>di</strong> ricerca e nuovi servizi, Milano, F. Angeli, c2002.Catarsi, E., Bisogni <strong>di</strong> cura dei bamb<strong>in</strong>i e sostegno alla genitorialità:riflessioni e proposte a partire dalla realtà toscana, Tirrenia,E<strong>di</strong>zioni del Cerro, 2002.<strong>Centro</strong> documentazione Peter Pan, Noi genitori: <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> formazionee sostegno per i genitori nel triennio 1998-2000 del progettoPeter Pan, Lissone, <strong>Centro</strong> <strong>di</strong> documentazione Peter Pan,stampa 2002.Cirillo, S., Cipolloni, M.V., L’assistente sociale ruba i bamb<strong>in</strong>i?,Milano, R. Cort<strong>in</strong>a, 1994.Consulta <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> Genova delle comunità educativo assistenziali<strong>di</strong> Genova, Ad un passo dalla chiusura degli Istituti: prassi <strong>di</strong>tutela dei neo maggiorenni e della maternità fragile, a cura <strong>di</strong> F.Gerosa, Genova, Consulta <strong>di</strong>ocesana delle comunità educativo assistenziali<strong>di</strong> Genova, 2005.


146 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Cooperativa sociale La l<strong>in</strong>ea dell’arco, Genitori <strong>in</strong> <strong>di</strong>alogo: l’esperienzadei “gruppi <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo” nel territorio lecchese, a cura <strong>di</strong> G.Colombo, A. Com<strong>in</strong>otti e R. Gaviano, Lecco, [s.n.], 2000.Dell’Antonio, A. (a cura <strong>di</strong>), Genitori e capacità genitoriale allesoglie del 2000: contributi <strong>in</strong>ter<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ari, Roma, Seam, 1999.Di Nicola, P. (a cura <strong>di</strong>), Prendersi cura delle famiglie: nuove esperienzea sostegno della genitorialità, Roma, Carocci, 2002.Farri, M., Simonetto, A. (a cura <strong>di</strong>), Essere per fare: genitori tranatura e cultura, Tor<strong>in</strong>o, Bollati Bor<strong>in</strong>ghieri, 2004.Ferranti, M., Adozioni: troppi pregiu<strong>di</strong>zi e scarsa consapevolezza,Roma, Armando, c2003.Gall<strong>in</strong>a, M., Lavorare con la legge 285/1997: l’<strong>in</strong>tervento socioeducativocon le famiglie <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà, Roma, Carocci Faber, 2003.Grigoletti, P. (a cura <strong>di</strong>), Famiglie con molti problemi: v<strong>in</strong>coli erisorse, Milano, F. Angeli, c1998.Little, M., Mount, K., Prevention and early <strong>in</strong>tervention with children<strong>in</strong> need, Aldershot, Ashgate, c1999.Maioli Sanese, V., Ho sete, per piacere: padre, madre, figli: unaesperienza <strong>in</strong> aiuto ai genitori, Genova, Marietti, 2004.Malagoli Togliatti, M., Rocchietta Tofani, L., Famiglie multiproblematiche:dall’analisi all’<strong>in</strong>tervento su un sistema complesso, 4.rist., Roma, NIS, 1987.Malagoli Togliatti, M., Tafà, M. (a cura <strong>di</strong>), Gli <strong>in</strong>terventi sullagenitorialità nei nuovi centri per le famiglie: esperienze <strong>di</strong> ricerca,Milano, F. Angeli, c2005.Mamma segreta: servizio <strong>di</strong> sostegno per la donna che non <strong>in</strong>tendericonoscere il bamb<strong>in</strong>o, [2002], Cartella.Nascita naturale: con<strong>di</strong>zione per il benessere, <strong>in</strong>vestimento per ilfuturo: esperienze, progetti, raccomandazioni per il nuovo PSR.Solitud<strong>in</strong>i familiari: come vengono vissute le responsabilità genitoriali:atti dei convegni, Firenze, Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Firenze, Commissionepari opportunità, stampa 2004.Per i derubati del sole: un percorso formativo nei casi <strong>di</strong> abuso emaltrattamento <strong>in</strong>fantile: atti del percorso formativo Roma, gennaio2001, [s.l.], [s.n.], stampa 2001.Restuccia Saitta, L., Saitta, L., Genitori al nido: l’arte del <strong>di</strong>alogotra educatori e famiglia, Milano, La nuova Italia, c2002.Reti familiari e bamb<strong>in</strong>i a rischio: stu<strong>di</strong> <strong>in</strong>ter<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ari sulla famiglia,Milano, Vita e pensiero, c1986.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 147Salerno, A., Di Vita, A.M. (a cura <strong>di</strong>), Genitorialità a rischio: ruoli,contesti e relazioni, Milano, F. Angeli, c2004.Sità, C., Il sostegno alla genitorialità: analisi dei modelli <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventoe prospettive educative, Brescia, La scuola, c2005.Vegetti F<strong>in</strong>zi, S., Il bamb<strong>in</strong>o della notte, 3. ed, Milano, A.Mondadori, 1992.Veneto. ULSS 3, Bassano del Grappa, Il primo anno del nostrobamb<strong>in</strong>o, a cura <strong>di</strong> A., Bizzotto, N. Zanardello, L., Zanon, [s.l.], S.Marcadella, c2001.Vezzosi, E., Madri e Stato : politiche sociali negli Stati Uniti delNovecento, Roma, Carocci, 2002.ArticoliArnabol<strong>di</strong>, M., Madri abbandonate e bamb<strong>in</strong>i non accolti, <strong>in</strong> «Lafamiglia», a. 31, 183 (magg./giugno 1997), p. 48-53.Assente, M.F. et al. (a cura <strong>di</strong>), Trattamento breve e servizio sociale,<strong>in</strong> «Vivere oggi», a. 12, n. 10 (<strong>di</strong>c./genn. 1998), p. 25-40.Baldassarra, R., Educare la coppia separata a gestire il ruolo genitorialecon l’aiuto del pedagogista consulente tecnico, <strong>in</strong>«Professione pedagogista», a. 2, 2 (2002), p. 51-69.Benatelli, N., Padri e madri alla ricerca <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fficile identitànella società “felice”, <strong>in</strong> «Polis», a. 6, n. 66 (nov. 2000), p. 2-5.Bonamici, M. et al., L’utilizzo del sett<strong>in</strong>g nel lavoro <strong>di</strong> gruppo coni familiari, <strong>in</strong> «Psichiatria generale e dell’età evolutiva », vol. 35,fasc. 3 (1998), p. 369-387.Bonetti, F., Aiuti ai genitori: la biblioteca scolastica, <strong>in</strong> «Vita dell’<strong>in</strong>fanzia»,a. 52, n. 9 (nov. 2003), p. 12-19.Brena, S. (a cura <strong>di</strong>), Esercizi <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ana genitorialità: famigliecon problemi nella comunità <strong>di</strong>urna “Il vantaggio” <strong>di</strong>Bergamo, <strong>in</strong> «Animazione sociale», a. 35, 2. ser., n. 149 = 10 (ott.2005), p. 56-66.Cambi, F., Della genitorialità…, <strong>in</strong> «Pedagogika.it», a. 7, n. 6(nov./<strong>di</strong>c. 2003), p. 8-9.Campisi, P., Culture, contesti e patterns <strong>di</strong> accu<strong>di</strong>mento: stili genitorialia confronto <strong>in</strong> una società multietnica, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia»,1999, n. 3, p. 64-70.Cantatore, M., Sulla valutazione della genitorialità, fra cont<strong>in</strong>uitàe <strong>di</strong>scont<strong>in</strong>uità, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 2005, n. 3, p. 80-101.Cantù, D., Paltr<strong>in</strong>ieri, E., I molteplici travestimenti della domanda


148 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong><strong>in</strong> favore del m<strong>in</strong>ore: per chi lavora l’istituzione?, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia»,2001, n. 3-4, p. 166-176.Cappellaro, G., I fondamenti della genitorialità, <strong>in</strong> «Prospettiveassistenziali», 137 (genn./mar. 2002), p. 12-15.Catarsi, E., Professionalità educativa e lavoro formativo con lefamiglie, <strong>in</strong> «La famiglia», a. 39, 230 (mar./apr. 2005), p. 59-71.Celeste, A., Fonzi, D., Un’esperienza <strong>di</strong> gruppo con i genitori adottivi:<strong>in</strong>contrarsi per pensare, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n. 3 (2003), p. 81-94.Ciotti, F., Il sostegno domiciliare come fattore protettivo, <strong>in</strong>«Quaderni ACP», vol. 8, n. 2 (mar./apr. 2001), p. 56-58.Coccia, M., Gualberti, M.C., Maternità consapevole, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 33, n. 4 (1 mar. 2003), p. 16-18.Colombo, G., Gaviano, R., Gruppi <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con genitori, <strong>in</strong>«Animazione sociale», a. 31, 2. ser., n. 151 = 3 (mar. 2001), p. 60-68.Consegnati, M.R., Affido eterofamiliare: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e conoscitiva sulnucleo familiare <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e e gli <strong>in</strong>terventi attuati dai servizi, <strong>in</strong>«Rassegna <strong>di</strong> psicologia», n. s., vol. 15 (1998), n. 2, p. 115-144.Corrad<strong>in</strong>i, L., Essere responsabili per sempre, <strong>in</strong> «Famiglia oggi»,a. 22, n. 11 (nov. 1999), p. 37-41.Cosent<strong>in</strong>o, C., Il recupero delle capacità genitoriali, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 24, n. 19 (1 nov. 2004), p. 14-17.Costa, A., Fare spazio e salotto con i genitori, <strong>in</strong> «Animazionesociale», A. 32, 2. ser., n. 164 = 6/7 (giugno/luglio 2002), p. 37-44.De Lorenzo, G., Il colloquio con la coppia e l’ascolto del m<strong>in</strong>orenell’adozione <strong>in</strong>ternazionale, <strong>in</strong> «Professione pedagogista», 3(2003), 1, p. 33-46.De Rosa, E., Cocchi, R., Maulucci, M.L., Genitorialità <strong>in</strong> crisi e bamb<strong>in</strong>iad alto rischio <strong>in</strong> una società <strong>in</strong> rapido cambiamento, <strong>in</strong>«Rassegna <strong>di</strong> servizio sociale», a. 38, n. 3 (luglio/sett. 1999), p. 64-70.Dellavalle, M., Il sostegno sociale con le famiglie che maltrattano,<strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1997, n. 4, p. 27-35.Di Vita, A.M., Salerno, A., Granatella, V., La maternità reclusa, <strong>in</strong>«Psicologia contemporanea», a. 30, n. 177 (magg./giugno 2003), p.58-64.Educazione alla genitorialità, <strong>in</strong> «Pedagogika.it», a. 7, n. 6(nov./<strong>di</strong>c. 2003), p. 8-33.Emiliani, F., Melotti, G., Palareti, L., Rout<strong>in</strong>e e rituali della vitafamiliare quali <strong>in</strong><strong>di</strong>catori <strong>di</strong> rischio psicosociale, <strong>in</strong> «Psicologia cl<strong>in</strong>icadello sviluppo», a. 2, n. 3 (<strong>di</strong>c. 1998), p. 421-447.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 149L’etica <strong>di</strong> una genitorialità responsabile, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia»,2005, n. 3, p. 70-135.Fabbri, L., La costruzione del sapere genitoriale tra memoria eriflessione, <strong>in</strong> «La famiglia», a. 38, n. 227 (sett./ott. 2004), p. 18-25.Falteri, P., Dalla parte dei padri: la costruzione della genitorialità,<strong>in</strong> «Bamb<strong>in</strong>i a Roma», N. 6, (ott. 2002), p. 2-5.Favaro, G., Diventare madri nella migrazione, <strong>in</strong> «Marg<strong>in</strong>alità esocietà», 1994, n. 28, p. 87-110.Ferrarotti, F., Osservazioni prelim<strong>in</strong>ari sulla donna-madre nellasocietà <strong>in</strong>dustrializzata, <strong>in</strong> «La critica sociologica», 153 (primavera2005) = genn./mar. 2005, p. 1-11.Filippi, V., Costruire spazi coerenti, <strong>in</strong> «Famiglia oggi», a. 26, n. 3(mar. 2003), p. 21-27.La funzione del gruppo per il sostegno dell’adozione, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>origiustizia», N. 3 (2003), p. 58-143.Galli, J. et al., Lavorare <strong>in</strong> gruppo con i genitori adottivi: esperienzea confronto, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n. 3 (2003), p. 58-80.Gaspar<strong>in</strong>i, M., Genitori <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà e strategie <strong>di</strong> aiuto alla funzionegenitoriale, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong>compiuto», a. 13, n. 2 (mar.1996), p. 65-69.Ghiselli, M., La costruzione <strong>di</strong> tipologie familiari: il lavoro dell’assistentesociale con le famiglie, <strong>in</strong> «Animazione sociale», a. 32, 2.ser., n. 166 = 10 (ott. 2002), p. 71-76.G<strong>in</strong>elli, P., Ragazze madri ex tossico<strong>di</strong>pendenti e bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong>comunità, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», n.s., 1994, n. 4, p. 56-62.Giubergia, M.L., L’affidamento educativo a tempo parziale, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 27, n. 11 (15 giugno 1997), p.17-20.Guarnieri, M., Mal<strong>in</strong>verno, M. (a cura <strong>di</strong>), Madre segreta, <strong>in</strong>«Vivere oggi», a. 12, n. 3 (apr. 1998), p. 25-41.Idonea proposta <strong>di</strong> legge della regione Piemonte per il sostegnoalle gestanti e madri <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali»,152, (ott./<strong>di</strong>c. 2005), p. 37-38.Lazzaro, D., Dalla coppia coniugale alla coppia genitoriale, <strong>in</strong>«M<strong>in</strong>ori giustizia», 2005, n. 3, p. 70-79.Lercor<strong>in</strong>i, C., et al., Insieme ai genitori: progetti rivolti alle famiglienegli asili nido e nelle scuole dell’<strong>in</strong>fanzia del comune <strong>di</strong>Venezia, <strong>in</strong> «Polis», A. 10, n. 112 (nov. 2004), p. 14-18.Lorenz<strong>in</strong>i, S., C’è ancora chi pensa che essere “generato da...” cor-


150 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>risponda ad essere “figlio <strong>di</strong>”?, <strong>in</strong> «Infanzia», 9/10 (magg./giugno2002), p. 8-13.Lucarelli, D., Nicolò, A.M., Tavazza, G., (a cura <strong>di</strong>), Genitorialità <strong>in</strong>cambiamento, <strong>in</strong> «Interazioni», 2005, n. 1 = 23, p. 7-52.Malagoli Togliatti, M., Zavatt<strong>in</strong>i, G.C., Relazioni genitori-figli epromozione della genitorialità: presentazione, <strong>in</strong> «Psicologia cl<strong>in</strong>icadello sviluppo», a. 4, n. 2 (ag. 2000), p. 259-265.Mantegazza, R., Senza guida e senza patente, <strong>in</strong>«Pedagogika.it», a. 7, n. 6 (nov./<strong>di</strong>c. 2003), p. 15-18.Mantovani, S., Contrasti e contesti, <strong>in</strong> «Adultità», n. 14 (nov.2001), p. 50-55.Mantovani, S., Di padre <strong>in</strong> figlio, <strong>in</strong> «Vivere oggi», a. 15, n. 2 (mar.2001), p. 49-55.Mazzoni, S., Il sostegno alla genitorialità nel sistema dei servizi<strong>in</strong>tegrati del Comune <strong>di</strong> Roma, <strong>in</strong> «Psicologia cl<strong>in</strong>ica dello sviluppo»,a. 4, n. 2 (ag. 2000), p. 279-301.Milani, P., Il sostegno alla genitorialità nel lavoro con le famiglie,<strong>in</strong> «Stu<strong>di</strong> Zancan», a. 5, n. 4 (luglio/ag. 2004), p. 48-65.Milani, P., Lo sviluppo dei consultori familiari a sostegno dellagenitorialità, <strong>in</strong> «Stu<strong>di</strong> Zancan», a. 6, n. 4 (luglio/ag. 2005), p. 9-34.Murgioni Catania, N., Un rapporto tra padre e figlio: una possibilitàper essere <strong>in</strong>iziati alle relazioni umane, <strong>in</strong> «Schedario», n.s., a.44 (1996), 1/2 = 238, p. 14-19.Nar<strong>di</strong>, P.G., A sostegno dei genitori: verso la costituzione <strong>di</strong> unarete <strong>di</strong> servizi <strong>in</strong> terraferma, <strong>in</strong> «Polis», a. 9, n. 96 (luglio 2003), p.14-20.Nebiolo, R., Le genitorialità narcisistiche, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia»,2005, n. 3, p. 102-107.Negri, S. (a cura <strong>di</strong>), La sfida della famiglia: nessuno è mai <strong>di</strong>ventatoun grande giocando sul sicuro, <strong>in</strong> «Hp», 2003, n. 2 (giugno), p.6-83.Osservatorio nazionale per l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza. Gruppo <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o dell’area La promozione del benessere del ragazzo che cresce,Interventi e strumenti per sostenere la genitorialità, <strong>in</strong>«Cittad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> crescita», a. 3, n. 2 (2002), p. 13-19.Paschetti, N., Giacobbe, D., Genitorialità negata e <strong>di</strong>ritti del m<strong>in</strong>ore,<strong>in</strong> «Famiglia e <strong>di</strong>ritto», a. 9, (2002), 2 (mar./apr.), p. 199-204.Pedr<strong>in</strong>azzi, A., Molteni, A., Il padre al buio, <strong>in</strong> «Vivere oggi», A.15, n. 1 (febbr. 2001), p. 49-55.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 151Pedrocco Biancar<strong>di</strong>, M.T., Genitori adottivi: una scelta impegnativae complessa, <strong>in</strong> «Polis», a. 7, n. 84 (giugno 2002), p. 9-12.Pellizzon, A., Accanto a madri e padri: l’esperienza della comunità<strong>di</strong>urna <strong>di</strong> Campalto, <strong>in</strong> «Polis», a. 7, n. 81 (mar. 2002), p. 24-25.Persiani, M., Aspetti psicologici del non riconoscimento e delleprime <strong>di</strong>fficoltà materne, <strong>in</strong> «Prospettive assistenziali», n. 150,(apr./giugno 2005), p. 12-18.Piccioli, M., Genitori 0/14 anni: progetti <strong>di</strong> presenza, <strong>in</strong> «Vita dell’<strong>in</strong>fanzia»,a. 53, n. 1 (genn. 2004), p. 45-51.Piussi, A.M., La <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> essere padre oggi, <strong>in</strong> «Bamb<strong>in</strong>i», a.12, n. 5 (magg. 1996), p. 2-5.Ramponi, R., Repossi, A., Conciliare l’essere mamma con i problemipersonali: un gruppo <strong>di</strong> mamme con patologia psichiatrica siconfrontano <strong>in</strong>sieme a Magenta (Mi), <strong>in</strong> «Animazione sociale» A.32, 2. ser., n. 167 = 11 (nov. 2002), p. 61-66.Relazioni genitori-figli e promozione della genitorialità, <strong>in</strong>«Psicologia cl<strong>in</strong>ica dello sviluppo», a. 4, n. 2 (ag. 2000), p. 259-329.Riva Crugnola, C., Lazzara, A., Madri adolescenti e bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong>comunità: legami <strong>di</strong> attaccamento e competenze materne, <strong>in</strong>«Prospettive psicoanalitiche nel lavoro istituzionale», vol. 17, n. 3(sett./<strong>di</strong>c. 1999), p. 327-344.Rosnati, R., Accompagnare la transizione adottiva: una prospettivasalutogenica, <strong>in</strong> «Politiche sociali e servizi», a. 5, 1 (genn./giugno2003), p. 61-70.Rosnati, R., Iafrate, R., La percezione della genitorialità e dellafiliazione adottive, <strong>in</strong> «Età evolutiva», n. 59 (febb. 1998), p. 3-10.Scab<strong>in</strong>i, E., Il primo figlio, <strong>in</strong> «Psicologia contemporanea», a. 25,n. 145 (genn./febb. 1998), p. 26-32.Scalari, P., Berto, F., Sostenere la genitorialità: rompere i pre-giu<strong>di</strong>ziper far crescere le future generazioni, <strong>in</strong> «Animazione sociale»,a. 32, 2. ser., n. 164 = 6/7 (giugno/luglio 2002), p. 87-95.Scaparro, F., Il futuro della paternità, <strong>in</strong> «Famiglia oggi», a. 20, n.2 (febbr. 1997), p. 36-40.Scavo, M.C. et al., La prevenzione nella prima <strong>in</strong>fanzia: gli <strong>in</strong>terventi<strong>di</strong> sostegno alla relazione genitore-bamb<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> «Psichiatriadell’<strong>in</strong>fanzia e dell’adolescenza», vol. 66, n. 1 (genn./febbr. 1999), p.9-20.Sgritta, G.B., Infanzia, maternità, famiglia, <strong>in</strong> «Il bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong>compiuto»,a. 12, n. 5 (ott. 1995), p. 29-42.


152 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Siani, P., Sostegno alle madri <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà: proposta per un patto <strong>di</strong>cittad<strong>in</strong>anza, <strong>in</strong> «Quaderni ACP», vol. 6, n. 5 (sett./ott. 1999), p. 31.Siani, P. et al., Il progetto “adozione sociale” a Napoli: tra illusionie delusioni, <strong>in</strong> «Quaderni ACP», vol. 10, n. 3 (magg./giugno2003), p. 12-14.Sità, C., Il “ben-trattamento” delle famiglie nelle azioni <strong>di</strong> sostegnoalla genitorialità, <strong>in</strong> «La famiglia», a. 38, 223 (genn./febbr.2004), p. 71-86.Stoppele, E., Uno sguardo al bamb<strong>in</strong>o nella famiglia “<strong>di</strong>fficile”, <strong>in</strong>«Il quadrante scolastico», 56 (mar. 1993), p. 262-271.Tani, F. (a cura <strong>di</strong>), Aspetti <strong>in</strong>adeguati e devianti della funzionegenitoriale, <strong>in</strong> «Età evolutiva», n. 72 (giugno 2002), p. 49-96.Vaccari, S., Integrazione dei servizi e genitorialità, <strong>in</strong> «Prospettivesociali e sanitarie», a. 33, n. 5 (15 mar. 2003), p. 16-17.Vaccari, S., Ferrant<strong>in</strong>i, D., Genitori tossico<strong>di</strong>pendenti, <strong>in</strong>«Prospettive sociali e sanitarie», a. 24, n. 2 (1 febbr. 2004), p. 18-20.Ventimiglia, C., Mamma <strong>in</strong> regia, papà <strong>in</strong> panch<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> «Famigliaoggi», a. 22, n. 11 (nov. 1999), p. 18-25.Zavatt<strong>in</strong>i, G.C. et al., La genitorialità adottiva: lo spazio <strong>di</strong> vita eil modello <strong>di</strong> attaccamento nella coppia, <strong>in</strong> «Infanzia e adolescenza»,vol. 2, n. 3 (sett./<strong>di</strong>c. 2003), p. 125-136.Zurlo, M.C., La patologia dei processi separativi nell’affido familiare:un’ipotesi operativa, <strong>in</strong> «M<strong>in</strong>ori giustizia», 1997, n. 4, p. 96-108.Affidamento familiare, servizi residenziali per m<strong>in</strong>ori e sostegnoalla genitorialità <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>Affidamento familiareArticoliDucci, V., L’affidamento familiare, i servizi e la comunità locale, <strong>in</strong>«Rassegna <strong>di</strong> servizio sociale», a. 38, n. 2 (apr./giugno 1999), p. 44-51.Ducci, V., Il contributo della Regione <strong>Toscana</strong> all’attuazione dellalegge su adozione e affidamento, <strong>in</strong> «Rassegna <strong>di</strong> servizio sociale»,a. 33, n. 4 (ott./<strong>di</strong>c. 1994), p. 23-41.Vecchiato, T., L’affido nel quadro degli <strong>in</strong>terventi per l’età evolutiva,<strong>in</strong> «Politiche sociali», a. 2 (1997), n. 2, p. 45-60.


RICERCA BIBLIOGRAFICA 153Servizi residenziali per m<strong>in</strong>oriMonografieCasanova, N., La strada stretta: storia del Forteto, Bologna, IlMul<strong>in</strong>o, c2003.Ferroni, G., Forme <strong>di</strong> cultura e salute psichica: universo simbolico,ethos, areté‚ e regole <strong>di</strong> relazione nel mondo del Forteto, Bologna,Il mul<strong>in</strong>o, c1999.Il Forteto, Ritratti <strong>di</strong> famiglia: i cento volti della solitud<strong>in</strong>e e dellaviolenza nel chiuso della vita familiare, a cura <strong>di</strong> B. Barsant<strong>in</strong>i, S.Vannucci, Firenze, Polistampa, c1997.Il Forteto, La tutela dei m<strong>in</strong>ori: esperienza e ricerca, a cura <strong>di</strong> N.Casanova, L. Goffre<strong>di</strong>, Firenze, [CESVOT], 2006.Sem<strong>in</strong>ario <strong>regionale</strong> “La qualità delle comunità per m<strong>in</strong>ori”: unprogetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, ricerca e sperimentazione sui servizi <strong>di</strong> accoglienzaper bamb<strong>in</strong>i e ragazzi <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>, Firenze, Istituto degliInnocenti, 5 maggio 2000, [s.l.], [s.n.], 2000, Cartella.<strong>Toscana</strong>. Consiglio Regionale, Le comunità per m<strong>in</strong>ori: schema <strong>di</strong>regolamento: risoluzione del Consiglio Regionale del 20 marzo1990, pubblicata sul supplemento straord<strong>in</strong>ario al B.U.R.T. del 4luglio 1990: protocollo degli accertamenti sanitari: deliberazionedel Consiglio Regionale del 15 <strong>di</strong>cembre 1987, n. 489 del 10 febbraio1988, Firenze, Giunta <strong>regionale</strong> toscana, 1990.<strong>Toscana</strong>. Dipartimento sicurezza sociale (a cura <strong>di</strong>), <strong>Toscana</strong>: serviziresidenziali e semiresidenziali per m<strong>in</strong>ori: guida, 3. ed., Firenze,E<strong>di</strong>zioni Regione <strong>Toscana</strong>, 1998.<strong>Toscana</strong>. Dipartimento sicurezza sociale, Università degli stu<strong>di</strong>,Firenze. Dipartimento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sociali ( a cura <strong>di</strong>), <strong>Toscana</strong>: serviziresidenziali e semiresidenziali per m<strong>in</strong>ori: guida, Firenze, E<strong>di</strong>zioniRegione <strong>Toscana</strong>, 1995.<strong>Toscana</strong>. Dipartimento sicurezza sociale et al. (a cura <strong>di</strong>), <strong>Toscana</strong>:servizi residenziali e semiresidenziali per m<strong>in</strong>ori: guida, 2. ed.,Firenze, E<strong>di</strong>zioni Regione <strong>Toscana</strong>, 1997.<strong>Toscana</strong>, Istituto degli Innocenti, Le comunità residenziali perm<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>, Firenze, Regione <strong>Toscana</strong>, stampa 2002.<strong>Toscana</strong>, Istituto degli Innocenti, Elenco delle comunità residenzialiper m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>, Firenze, Regione <strong>Toscana</strong>, stampa 2002.Tutela dei <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>ori: bilanci e prospettive: convegno,venerdì 30 novembre 2001, [s.l.], [s.n.], 2001.


154 I <strong>percorsi</strong> dell’affidamento <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>ArticoliBastianoni, P., Dalla progettazione all’azione educativa, <strong>in</strong>«Animazione sociale», a. 22, 2. ser., n. 58 = 10 (ott. 1992), p. 19-32.Ducci, V., M<strong>in</strong>ori e comunità toscane, <strong>in</strong> «Rassegna <strong>di</strong> serviziosociale», a. 34, n. 2 (apr./giugno 1995), p. 25-35.Sostegno alla genitorialitàMonografieCatarsi, E. (a cura <strong>di</strong>), Educazione familiare e sostegno alla genitorialità:un’esperienza <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong> Firenze, Regione <strong>Toscana</strong>, stampa2003.Funzioni <strong>di</strong> sostegno alle famiglie e alla genitorialità: Firenze,ottobre 1998 - febbraio 1999, Firenze, Regione <strong>Toscana</strong>, 2000.Istituto degli Innocenti (a cura <strong>di</strong>), Progetto genitori: idee e proposteper un’educazione alla genitorialità, Firenze, Regione<strong>Toscana</strong>, Giunta <strong>regionale</strong>, 1998.


F<strong>in</strong>ito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> novembre 2006presso la Litografia IP, Firenze

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!