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I percorsi dell'affidamento in Toscana - Centro regionale di ...

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DOCUMENTI, STRUMENTI ED ESPERIENZE27reale, da reperirsi anche attraverso la promozione <strong>di</strong> risorse presentenel contesto <strong>di</strong> vita della famiglia (parenti, vic<strong>in</strong>ato, gruppi organizzatiecc.).La sperimentazione <strong>di</strong> nuove e più <strong>in</strong>cisive forme <strong>di</strong> aiuto allefamiglie potrà essere utile nel prevenire, per quanto possibile, l’allontanamentodel m<strong>in</strong>ore, nel ridurre i tempi dell’affidamentosecondo quanto previsto dalla legge 184/1983 mo<strong>di</strong>ficata dallalegge 149/2001.L’allontanamento dalla famiglia non può essere un <strong>in</strong>tervento <strong>di</strong>prima istanza, fatti salvi i casi gravi <strong>di</strong> maltrattamento, abuso, violenza,abbandono, per i quali può rappresentare l’unico <strong>in</strong>terventopossibile da attuarsi con urgenza. Esso, per gli effetti traumatici chepuò avere nella famiglia e pr<strong>in</strong>cipalmente sui rapporti primari delbamb<strong>in</strong>o e sulla sua percezione che egli ha <strong>di</strong> sé richiede un’approfon<strong>di</strong>tavalutazione degli elementi positivi e negativi per il suobenessere e per il progetto <strong>di</strong> recupero delle capacità educative e<strong>di</strong> cura della famiglia.Gli enti locali, <strong>in</strong> quanto responsabili della funzione <strong>di</strong> tutela deim<strong>in</strong>ori, dest<strong>in</strong>ano <strong>in</strong>vestimenti aggiuntivi <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> risorse economiche,<strong>di</strong> opportunità e <strong>di</strong> professionalità da impegnare per <strong>in</strong>uclei familiari che vivono situazioni <strong>di</strong>fficili al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> rendere effettivoil <strong>di</strong>ritto del m<strong>in</strong>ore a vivere nella propria famiglia secondoquanto previsto al punto 3.2 del Piano <strong>di</strong> azione <strong>di</strong>ritti dei m<strong>in</strong>oridelibera del Consiglio <strong>regionale</strong> n. 238 del 23 <strong>di</strong>cembre 2003.Per un’azione mirata a prevenire il <strong>di</strong>sagio delle famiglie e perassicurare una presa <strong>in</strong> carico non burocratica, ma professionale edefficace delle famiglie problematiche è necessario avere servizi piùvic<strong>in</strong>i al territorio e alla comunità, orientati a operare per progettie <strong>in</strong> grado <strong>di</strong>:• osservare, cogliere i segnali <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, ascoltare, accogliere lesegnalazioni, orientare le domande, collegare le esigenze conle risorse appropriate;• assicurare un efficace segretariato sociale e una consulenza <strong>di</strong>carattere generale;• attivare le prestazioni previste per particolari circostanze <strong>in</strong> cui lafamiglia non è temporaneamente <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> adempiere ai propridoveri (assistenza domiciliare, assistenza socioeducativa ecc.);• favorire occasioni <strong>di</strong> confronto fra genitori per la con<strong>di</strong>visione<strong>di</strong> esperienze e risorse;

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