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Risonanze n. 15.pdf - La Tramontana

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e s i s t e n z e<strong>La</strong> sicurezza è nella fi ducia interpersonale e nel vivere gli spazi pubbliciIntervista a Tamar PitchRafforzare la possibilità dicorrere rischiLe misure adottate dai sindaci prima, dal governopoi, sono tutte misure che cavalcano e in uncerto senso stimolano l’insicurezza, l’incertezzae la paura piuttosto che fornire delle soluzioni aquesta insicurezza e a questa paura. Certamentela visione del degrado urbano è qualche cosa che destadisagio, ma il degrado urbano non è fatto tanto o soprattuttoda mendicanti, lavavetri e prostitute che si prostituisconoper strada, quanto invece da periferie maltenute, dal traffi cosenza limiti, da edifi ci fatiscenti, da strade buie. Le misureche sono state prese sono in gran parte misure prettamentepropagandistiche che, come molti hanno detto, servonosemplicemente a criminalizzare il disagio urbano e lapovertà, soprattutto prendersela coi mendicanti o i lavavetriè appunto la criminalizzazione della povertà, piuttosto chela solidarietà si invoca invece la cosiddetta tolleranza zeroche non si sa bene che cosa signifi chi se non una specie dimilitarizzazione del territorio, di cui veramente non si senteil bisogno o per lo meno non si dovrebbe, se non per unbisogno indotto.Dopo i mendicanti e i lavavetri, sono arrivate le misurecontro le prostitute...Quanto poi alle ultime trovate sulla criminalizzazionedelle prostitute e dei clienti sulla base della motivazioneche destano da un lato allarme sociale e dall’altro chesono un’offesa alla morale, la morale lasciamola da parte!Teniamo conto che se c’è chi si prostituisce, c’è perchéesiste un largo mercato fatto da buoni e bravi cittadini italiani,d’altra parte credo che sia sotto gli occhi di tutti il fatto chela mercifi cazione dei corpi, soprattutto dei corpi femminili,ma non soltanto, non passa tanto per la prostituzione dellestrade quanto per le nostre televisioni pubbliche e private.E’ lì che c’è una mercifi cazione allucinante dei corpi.Quando anche si dice o si pensa ai poveri bambini che nondebbono osservare questi spettacoli per strada, pensiamoche li osservano tutti sulla televisione; non credo che cisia grande scandalo da parte dei bambini o comunque sec’è tutto questo scandalo, allora forse, prima, si dovrebbeintervenire sulle televisioni per mostrare un altro tipo diatteggiamento nei confronti dei corpi femminili, ma, insisto,non soltanto femminili.Quindi trovo queste operazioni veramente peggio cheTamar Pitch, docente di sociologia del dirittopresso l’Università di Perugia, in una giornata di studiosulla violenza alle donne, organizzata a gennaio dalla retedelle donne in Umbria, ci aveva dato degli ottimi spuntidi rifl essione,. Due in particolare le considerazioni che ciavevano interessato a proposito di donne e città sicure: ledonne cercano di evitare il rischio del “fuori” concedendosimeno libertà e limitando la propria autonomia, malgradole statistiche dicano che le donne subiscono meno reatidegli uomini; d’altra parte, per le donne è più pericolosol’interno che l’esterno: le donne sono più vittimizzate dachi conoscono che non dagli sconosciuti, accade comeper il paradosso delle prostitute e il protettore, l’uomo èprotettore e carnefi ce. Le politiche sulla sicurezza sonoinsensate, portano come conseguenza alla sterilizzazionedel territorio pubblico come se una città svuotata, senzagente, fosse una città sicura, risultano politiche ineffi caciper la metà della popolazione. Più donne in giro si trovano,più le donne sono sicure, concluse, auspicando, invecedelle misure di protezione,“maggiori risorse per traversareil mondo”.E da qui siamo ripartite con le nostre domande sullostato delle cose dopo i decreti securitari del governo.vergognose, esse vengono naturalmente dal governo, manon soltanto, vengono sia dai sindaci di centro-sinistra chehanno iniziato tutta questa storia che dai sindaci di centrodestra.Qui a Roma, per esempio, io vivo al quartiere Montie porto il cane a passeggiare al parco che si chiama ColleOppio, da due mesi la parte superiore del parco è occupatadai cellulari della polizia e dei vigili urbani che stanno lì a“ramazzare” ambulanti e non so chi altri per le strade, liportano dentro questi cellulari, e poi che cosa ne faccianoio francamente non lo so.Nell’intervento di gennaio hai parlato di “maggioririsorse per traversare il mondo”: quali risorse?Quando parlavo di risorse non intendevo coseparticolarmente nuove: militarizzare il territorio, spenderesoldi per mandare vigili urbani a fare le multe alle prostitute èanche uno spreco di energie oltre che di risorse fi nanziarie,che si potrebbero sicuramente spendere molto meglioper dotare di risorse sociali, economiche e culturali quegliambienti che si ritengono a rischio di produrre disagiosociale, disordine sociale.Secondo me una risorsa primaria che dovrebbe essereattivata oggigiorno è la risorsa culturale che invece è minataalla base, da un lato, soprattutto attraverso i grandi massmedia, non sto parlando di telegiornali o di informazione,sto parlando dei cosiddetti spettacoli di intrattenimento cheveicolano atteggiamenti e modelli culturali molto spessomisogini, razzisti e così via, che spingono verso la paura,l’incertezza e la criminalizzazione dei disagi. Dall’altra parte,mi riferisco al taglio continuo di risorse e quella sfi duciagenerale, generalizzata ma incrementata dal governo,verso quella grande istituzione che è la scuola pubblicache dovrebbe essere, invece che minata alla base come sista facendo, sostenuta e potenziata. E’ solo attraverso unascuola pubblica funzionante e aperta a tutti che è possibileche persone diverse si incontrino, si confrontino.<strong>La</strong> decadenza degli spazi pubblici dove ci si può incontraretra diversi è quello che caratterizza oggigiorno la nostrasocietà, e in particolare quel luogo che è sempre statoluogo di incontri di ogni tipo, anche di scontri, di confl itti,che è la grande città, la città in generale.Ma esiste comunque una percezione, diffusa o indotta,di insicurezza.In particolare mi sento di ribadire che quando si parla disensazione di insicurezza, di percezione di insicurezza,si dovrebbero precisare tante cose: che cosa signifi capercezione, che cosa signifi ca sicurezza, andare a vederea che cosa precisamente ci si riferisce; nel momento in cuisiamo a un passo dal crollo del sistema fi nanziario, in cuici sono le guerre, in cui si parla della catastrofe ambientaleche sta arrivando e così via, mi sembra che un po’ diinsicurezza sia perfettamente comprensibile. Che poi la siriversi sul primo che capita è un escamotage sia personale,che psicologico utilizzato da tutti i governi del mondo perrafforzare il potere.Ribadisco che comunque si dovrebbe fare una distinzioneall’interno della popolazione: una cosa è l’insicurezza ola paura della criminalità percepita dagli adulti, e un’altraquella percepita dai giovani e dai vecchi. Sicuramente unadifferenza fondamentale è quella percepita e gestita ora fragli uomini e le donne: questo non mi sembra una cosa cosìevidente nel senso che gli uomini possono anche essereinsicuri, avere paura, ma hanno paura di solito dei lorosimili, le donne non hanno paura delle donne, hanno pauradegli uomini. In genere il pericolo sia per gli uomini che perle donne è rappresentato da fi gure maschili, dalla maschilitàin generale, questo è molto poco sottolineato, molto pocovisto; certo gli uomini non lo vedono, le donne non semprese ne rendono conto, ma certamente noi ce ne rendiamoconto assai di più. Da questo punto di vista predicare, comespesso si è fatto, alle donne e poi in generale, la prudenza,la precauzione, serve semplicemente a riprodurre da unlato la paura e dall’altro a produrre un mondo di personeche si rinchiudono nel proprio privato per proteggersi edifendersi; quindi lo spazio pubblico si restringe, lo spaziopubblico viene sempre più percepito come pericoloso.E allora come si può ridare una valenza positiva allospazio pubblico?Io ritengo risorsa fondamentale, che invece oggi è purtropposcomparsa, quella della fi ducia interpersonale fra estranei:su questa bisogna puntare, sulla fi ducia interpersonale chea sua volta viene piuttosto prodotta dal poter correre rischi,dal sentirsi in grado di poter correre rischi di vario tipo chenon rinchiudendosi e difendendosi.Allora per poter mettere tutti in grado di poter correre rischioccorre potenziare, piuttosto che diminuire, quelle risorseeconomiche, sociali, culturali, che rafforzino la possibilità dicorrere rischi per quelli che sono sempre stati consideratipiù vulnerabili e più deboli”.Gabriella Marinelli e Rossana Stella Novembre 2008 risonanze 1

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