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Risonanze n. 15.pdf - La Tramontana

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dopo le città<strong>La</strong> cittàdelle personeRenzo MassarelliPer cambiare le cose in questa cittàL’Associazione <strong>La</strong> città di tutti è nata nel 1997: inquell’occasione facemmo una raccolta di fi rme, sucui raccogliemmo ottocento fi rme: e al primo postodi quella petizione c’era proprio la proposta di fareil traffi co limitato per le 24 ore. Poi, con l’assessoreCatanelli, vennero le telecamere: e questo provocò le primepolemiche, molto forti, che non sono mai cessate, tra levarie categorie che vivono la città, soprattutto purtroppotra i residenti e i commercianti. Adesso c’è un passo avantidecisivo, che noi auspicavamo già undici anni fa.. E noiponevamo una questione molto semplice: in questa città,all’interno della ztl, ci sono talmente pochi parcheggi, checontinuare ad alimentare le aspettative di parcheggio inun posto dove i parcheggi non ci sono è senza senso, edalimenta soltanto un traffi co vizioso; noi invitiamo il comunea mettere in campo una serie di trasporti alternativi che dianouna risposta completamente diversa alla schiavitù dell’auto,peraltro in un centro storico importante come questo. Unasoluzione che allora sembrava avanzata e tra le prime inItalia, poi abbiamo visto che ormai oggi è stata adottata intutti i centri importanti di carattere storico in Italia. E se noiavessimo fatto come Siena, trenta anni fa, forse oggi glistessi commercianti non sarebbero qui a lamentarsi dei loroproblemi, dimenticando che in realtà i loro problemi sonola pesantezza degli affi tti, la concorrenza dei super mercatifuori, non certo le auto. Noi vediamo che la sera in città cisono cinquemila giovani: questi cinquemila giovani come civengono in piazza IV Novembre? con le auto? e dove lemettono cinquemila auto nel centro storico? Non si tratta didesertifi cazione: chi ha dei ristoranti lo sa bene, che almenoper cinque giorni alla settimana la città è viva, è piena.Semmai ci sono pochi residenti: tant’è che ci sono moltepizzerie, molti pub, ma solo due macellerie, un paio o tre difrutta o verdura, due o tre alimentari. L’altro problema, quellodella sicurezza, viene usato in modo strumentale da chipensa che sia la presenza delle auto a garantire sicurezza:la sicurezza la garantiscono prima di tutto le forze dell’ordine,e poi i residenti e tutti gli altri cittadini che si preoccupano diquesto problema.Roberto Abbondanza<strong>La</strong> vita di Perugia è basata sulla culturaSono grato per avermi invitato quassù all’acropoli, dopo anniche torno assai poco al centro essendo andato ad abitarenelle lontane periferie, quelle poche che sono rimasteancora godibili. Ecco: il problema per me è che fi nalmentevediamo una progettazione, la quale si pone su una lineache era stata caldeggiata dalla Associazione dei cittadini, edi conseguenza merita senz’altro di essere fatta conoscereper quanto di positivo comporta per la bellezza del centrostorico e la sua conservazione. Si tratta di vedere però, edi analizzare, come si possa combinare questa iniziativafondamentale per salvare il centro storico, con quella cheè la vita comune, continua, dei cittadini, delle persone chehanno modo di avere rapporti con il centro storico. Una vitache, noi insistiamo, deve essere fondamentalmente basatasulla cultura. E allora, bisogna saper comunicare questaoperazione, anche per quella che è la passione per il centrostorico, il poterlo frequentare, il poterlo vedere come lo vidiio quasi cinquant’anni fa quando venni a Perugia per laprima volta, e che poi ha rappresentato una delle ragioni percui, quando mi fu proposto di venire a Perugia, per me davasuffi cienti garanzie, che era la vita di Perugia.4 risonanze Novembre 2008 Sala della Vaccara, Associazione <strong>La</strong> città di tutti e rivista <strong>Risonanze</strong>, 28 maggio 2008Carla CicolettiPerugia non è un’eccezioneNell’ambito di precedenti incontri, sono emersi dueproblemi: primo, Perugia come caso quasi isolato; secondo,il contrasto che i residenti del centro storico avrebbero con icommercianti. Allora io sono andata a vedere come è lo statodelle Ztl in Italia. Sono andata a vedere delle città che perdimensioni e per caratteristiche di abitanti sono più simili aPerugia. Siena è già stata ricordata; aggiungo che non soloè chiusa da più di trent’anni, ma è chiusa 24 ore su 24; sipossono avere dei permessi temporanei per entrare che nonpermettono di sostare se non per trenta minuti. Ma non sologli ultrasettantenni hanno diritto a un permesso per i proprifamiliari: il permesso è dato anche ai nipoti, ragazzini chehanno i nonni dentro la ztl: così si aiutano i nonni a vedere inipoti. Quindi non è la chiusura della ztl o area pedonale chepuò impedire di mantenere i legami familiari, come qualcunoaveva detto. Ferrara, a tutela del proprio centro storico, circatrenta anni fa ha creato la ztl all’interno della cerchia urbana;da circa cinque anni la ztl è stata estesa ed è stato fattoun nuovo regolamento di accesso, che ha ristretto ancoradi più la possibilità di entrare. Lucca: stessa situazione,con una restrizione dalle 7 alle 10 di mattina e d’estatedalle 22 alle due di notte. Padova: è dall’89 che è vietatoentrare nella ztl, dalle 0 alle 24, compresi i giorni festivi, conl’unica eccezione della zona intorno alla Basilica del Santo.Parma: con il regolamento ztl, ha chiuso da molto tempo, enegli ultimi tempi ha aumentato sia le restrizioni sia l’area;molto spesso all’interno della ztl ci sono le zone pedonali.Arezzo è un’altra città che ha chiuso tutto il centro storicocon i varchi elettronici, il sistema è quello di Bologna, il Sirio,con orari di chiusura dalle 8 alle 24 di tutti i giorni dell’anno;non è consentita nemmeno la sosta. Vi cito soltanto ancoraBolzano, perché ha un divieto di ingresso e sosta dalle ore9 della mattina. Da questa breve panoramica risulta quindinon solo che Perugia non è un’eccezione, ma non ha maitoccato gli attuali orari da molti anni. Quindi io credo che,vista anche la riorganizzazione della mobilità urbana, questacosa prima o poi si deve fare, come era stata prevista già damolto tempo.Per ciò che riguarda il contrasto tra residenti e commercianti,dico che è presunto, perché dobbiamo renderci conto cheesistono ormai a Perugia due tipi di commercianti: quelli,molto pochi, che hanno mantenuto la propria attività, e invecele grandi catene in concessione (franchising). Il centro storicodi Perugia ha subito uno snaturamento rispetto alle tipologiedi negozio, perché sono aumentate enormemente sia inegozi di abbigliamento, scarpe, ecc., sia i punti da cui si puòasportare il cibo: nel senso che lo si consuma sul marciapiedi,e naturalmente si beve; e quindi tutto questo naturalmenteha scacciato tante attività, e dal punto di vista commerciale ilcentro storico ha perso quasi ogni attrattiva. Io mi chiedo, e lochiedo ai commercianti che ancora hanno mantenuto la propriaattività: vogliamo recuperare questa funzione del centro? lapossiamo recuperare insieme solo se ci sono anche i residentistabili; ma di un certo tono, che non necessariamente signifi camerci costosissime, ma che signifi ca non merci globalizzate,non merci che si trovano identiche a Calcutta come a CorsoVannucci. Questa mancanza di funzione commerciale delcentro storico si accompagna anche ad un depauperamento diquelle che sono state per secoli le funzioni amministrative delcomune: qui sono rimaste le funzioni di rappresentanza, cheperò non hanno come conseguenza di far venire su parecchiimpiegati ed utenti; e quelli sì rappresentavano qualcuno cheacquistava delle cose, se non altro il panino o il pranzo veloce.Renzo ZuccheriniNon serve la macchina, servono collegamentirapidi<strong>La</strong> rivista “<strong>Risonanze</strong>” si è occupata da sempre di questotema, quindi interviene questa sera anche per questo motivo:il tema della città, di come dev’essere la città, e in qualecittà noi ci immaginiamo di vivere. Bisogna che ci facciamoun’idea che il centro è “un” centro della città, ce ne sono altrinello stesso territorio comunale, anche se certo rimane uncentro speciale, non solo sul piano simbolico ma anche sulpiano fattuale, per cui il centro non è solo di chi ci abita o dichi ci lavora ma è di tutta la città.Ora io credo che non possiamo parlare del tema della nuovaregolamentazione della zona a traffi co limitato, non escluso,nella zona medievale della città, senza riferirlo a quelli chevengono in centro, perché in centro non ci sono solo i residenti,ma ci vengono i cittadini di tutta Perugia, oltre a turisti e adaltri visitatori. Ma perché i cittadini di Perugia, dell’Umbria, dialtre zone del paese, vengono nel centro storico? Ci sonodelle funzioni speciali, e correlate una all’altra, che nonhanno gli altri centri. Quindi si viene in centro storico ancoraper le funzioni amministrative che ancora rimangono; unavolta ci si veniva anche per esercitare la funzione politica:oggi questa mi sembra dimenticata. Rimangono certamentele funzioni economiche, in particolare le funzioni commerciali;ma certamente la proliferazione dei centri commerciali hacreato una situazione diffi cile per il centro storico: non sipuò più pensare ad esempio che questo sia il luogo dellaspesa settimanale. Ma la funzione principale, che vorreisottolineare, è quella culturale e relazionale: il centro haquesta specifi ca funzione; certo, parlando di cinema: seautorizziamo Centova, nel momento in cui Centova viene arealizzarsi, il Turreno chiude. Noi possiamo dire tutto quelloche vogliamo, e l’abbiamo detto, ma la mobilità non è unfatto asettico: se facciamo delle scelte, sappiamo che poine pagheremo le conseguenze. E’ chiaro che aprire luoghidi attrazione commerciale, tutti esattamente al di fuori deiluoghi serviti da mezzi pubblici, porta la gente a prenderela macchina; non c’è altro modo: come si fa ad andare aCollestrada? come si fa ad andare al Gherlinda? come sifarà per andare a Centova? con la macchina, a meno chel’assessore non metta un’altra linea ancora di autobus, perinseguire una organizzazione commerciale pensata per lamacchina.Ho elencato alcuni dei motivi per cui la gente viene incentro; ebbene, sono tutti motivi per cui l’auto non servea nulla: io non ho bisogno dell’auto per fare un certifi cato,non vengo in auto per andare al cinema, salvo che sia di

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