12.07.2015 Views

Risonanze n. 15.pdf - La Tramontana

Risonanze n. 15.pdf - La Tramontana

Risonanze n. 15.pdf - La Tramontana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

e s i s t e n z e<strong>La</strong> sicurezza è unbrividoIntervista a Francesco TullioIl acuto e inconsueto che porta labrivido della sicurezza. Psicopoliticadel terrorismo, dello squilibrioambientale e nucleare è un saggiofi rma dello psichiatra e psicoterapeutaesperto di mediazioni, Francesco Tullio.Ci può spiegare, anzitutto, perchéha usato proprio questo termine dipsicopolitica?Con questo sottotitolo ho voluto richiamaregli addetti alla sicurezza, scuotendolicon un termine forte, all’importanzadella questione ambientale e l’ho fattoevidenziandone il nesso con gli altriaspetti.Può indicare, in sintesi, quali sono gliaspetti più salienti di quella che Leichiama patologia collettiva?<strong>La</strong> patologia collettiva consistenell’incapacità di trovare un punto diequilibrio delle normali emozioni umane cheeviti il danno: l’umanità ha un “cancro” chela rende incapace di trovare una mediazionesostenibile tra interessi e spinte diverse nelrispetto del pianeta, degli altri popoli e dellegenerazioni future. Peraltro, dal momentoche non tutti sono e saranno colpiti allostesso modo (anzi, alcuni tendono adesportare la malattia pensando di evitarla)è necessario prendere coscienza, appunto,che di malattia si tratta e che bisogna fare ilpossibile per curarla.E la frenesia dello sviluppo?C’è una parte dell’umanità che nonriposa, che ha un bisogno impellente diagire, che è pervasa da un iperattivismodella produzione e del consumo. Unaossessione compulsiva e pericolosa pertutti, dove si scambia il Pil (il prodottointerno lordo, la misura della ricchezzaeconomica di una nazione) per benessere(lo “stare bene”).Cosa ci dice poi del consumismo?Una parte del pianeta produce e consumaa proprio vantaggio scaricando i costisull’ambiente di tutti. Ora questa partedel pianeta che consuma smisuratamentediventa più ampia, ma l’ambiente primao poi non regge più. Allora emergonopiù sconvolgimenti e di conseguenzaaumentano le lotte per acquisire omantenere i vantaggi. In questa dinamicaho preso in esame i meccanismi dell’avidità2 risonanze Novembre 2008 e della dipendenza. Il primo spesso va benoltre la copertura dei bisogni essenziali ediventa arroganza. Ma evidenzio anchela partecipazione passiva ed a mio avvisocorresponsabile dei consumo-dipendenti,quelli che fruiscono dei vantaggi perconformismo, cioè della maggioranza dellapopolazione dei paesi “sviluppati”. Questaparte del mondo produce enormi quantitàdi rifi uti (inizialmente non considerati) eduno smisurato inquinamento chimico il cuicosto ricade sull’intera umanità e forsemaggiormente su chi non sta nel girovizioso del “consuma e distruggi”.Che intende lei per mente viscerale?Si mette in moto quando le scelte vengonofatte per una emozione e non c’è equilibriofra rifl essione, emozioni ed azioni. Questomeccanismo entra in funzione più spessodi quanto si creda anche a livello collettivoe travalica, allora, l’intelligenza ed ilbenessere con comportamenti distruttivi econseguenze drammatiche. Per esempio,c’è il rischio che la lotta al terrorismo vengadettata dalla paura e dal bisogno di sfogarsie produca danni invece di soluzioni.Cosa vuol dire quando allude allacontrapposizione tra noi e loro, inparticolare riferendosi al terrorismo?Molto schematicamente (riferendociall’Islam): noi ci stiamo alterando per ilterrorismo, che ovviamente rifi uto, maevitiamo di considerarne le motivazioni.E non ci indigniamo per le nostre azioniFrancesco Tullio è medico psicosomatista ad indirizzo integrato, psichiatra epsicoterapeuta. Libero professionista a Perugia e a Roma, è esperto di mediazioni edi trasformazioni dei confl itti. È docente di Strategie comunicative e competenzerelazionali nella gestione delle crisi al Master Comunicazione e relazioni interpersonaliall’Università di Siena/Arezzo ed è Visiting professor alla Facoltà della Sicurezza,Università di Belgrado. Ha al suo attivo molte pubblicazioni in Italia e all’estero ed èstato, tra l’altro, promotore dei Corpi Civili di Pace. Il brivido della sicurezza è statotradotto e pubblicato in gran parte su «Medicine, Conflict and Survival» (organo dellasezione inglese della Ippnw), e su «Human Security Journal» rivista della Facoltà diSicurezza, Università di Belgrado, in serbo.che portano alla riduzione degli spazi disopravvivenza altrui e alla ferita del pianeta;loro sono arrabbiati per l’invadenza dellanostra cultura che ritengono distruttiva equindi anche responsabile del dissesto.Purtroppo nella nostra logica più diffusa,noi si trasforma in: “tutti coloro che lottanocon gli strumenti della civiltà” e loro in“coloro che usano il terrore, la ritorsione,la violenza e la “giustizia-fai-da-te”. Ese ascoltassimo ciò che hanno da direin modo che non arrivino a dirlo con laviolenza?Lei crede in una terapia, una cura perla nostra società, malata nel profondo,e parla di dimensionamento dellosviluppo e di redistribuzione internaed esterna delle risorse. Può fornircielementi concreti in questa direzione?Uso questa metafora medica, perché sonomedico. C’è da dire che esistono oggigruppi spirituali e/o movimenti per la pacee vanno bene: si ha bisogno di maturazioneinteriore. Tuttavia è necessario anche unintervento nel sociale e nel politico. Chefare? Smetterla di usare il Pil come unitàdi misura del benessere e di scambiareil possedere con lo stare bene. Inconclusione, non maggior sviluppo (legatoall’avere), ma meno sviluppo e maggiorequalità nelle nostre vite; ridurre i consumie la quantità degli oggetti di cui siamosommersi e si traducono sempre più inspazzatura ineliminabile; riorganizzare lasocietà in modo di produrre e consumareciò che serve davvero a tutti; tornare aiprodotti alimentari reperibili nei territoridi naturale produzione e circoscriverneperciò la distribuzione… e molto altro chenon sto qui ad elencare. Si tratta, comequalcuno ha già detto prima di me, diprepararci ad una decrescita felice. Sulpiano sociopolitico è urgente sostituirealla legge della forza, la forza della legge.Per ciò che attiene alla politica c’è unpunto per me nodale: nel Consiglio disicurezza dell’Onu ci sono già tre membripermanenti europei ed ora si prospettache ne entri un quarto (la Germania),perché Gran Bretagna e Francia nonsembrano per ora disponibili a trattareuna rappresentanza comune. Sarebbeinvece uno sconvolgimento positivo chel’opinione pubblica europea imponesseai propri stati di trovare un accordo equesti presentassero al Consiglio diSicurezza un solo membro! Questo è unpassaggio chiave, che darebbe all’Europala possibilità di unifi carsi per davvero, maanche di imporre al pianeta un salto diqualità nella considerazione degli interessiglobali. <strong>La</strong> proposta è più visionaria cheimprobabile. Tuttavia un movimento diopinione in tal senso dovrebbe primadi tutto coinvolgere la Associazione deiMedici per la prevenzione della guerranucleare (Ippnw).Tale organizzazione,avendo favorito, negli anni ’80 il dialogoUsa-Urss (che portò alla riduzione delletestate nucleari) ed avendo ottenuto perquesta ragione il premio Nobel per laPace, è in posizione strategica per trattarecon i governi europei, francese ed inglesein particolare, e convincerli.Ambra BambiniSilvana Sonno, Femminile esingolare, Il Filo, Roma 2007Silvana Sonno continua l’esplorazione enarrazione del mondo femminile, iniziatacon i suoi precedenti lavori, Colpo distecca e Il gioco delle nuvole. Negli ottoracconti che compongono la raccoltavengono tratteggiate fi gure di donne nellaloro ricerca di una propria strada personaleper uscire o dal dolore per la perditadi un fi glio, o dalla ferita di un amoresbagliato, oppure dalla vita stessa quandoconsapevolmente si reputa di aver esauritoil proprio ciclo. Donne di età diverse, maaccomunate dalla lucida analisi di sé edel mondo che passa attraverso le piccolecose del quotidiano: il gesto familiare chediventa rito, l’osservazione della naturae l’attenzione agli altri, la propria storiadi cui si portano i segni. Perugia è losfondo di alcuni dei racconti e viene coltanel suo aspetto di città che, nella suaprovinciale organizzazione in gruppi chiusied abbastanza impermeabili, non facilita irapporti manifestando una sua vocazioneconservatrice. (Gabriella Marinelli)Da dove vengo io. Chi sta, chi ritorna,chi parte dall’Umbria in quindici racconti,a cura di Giovanni Pannacci, GiulioPerrone editore, Roma 2007In copertina un papavero che ricordala piana di Colfi orito non rende giustiziadell’inquietudine che attraversa ilraccontare di questi giovani scrittori. Ilracconto di Marco Santopaolo, che dàanche il titolo a tutta la raccolta, arriva conla tonalità di una nostalgia che frantuma lostereotipo dell’Umbria verde da cartolina.Un’Umbria piccola piccola, un “possessofervente”. Ed esalta quel suo punto divista caldo e “miope”: quella miopia chedecide colori, contorni e fi gure. GiovanniPannacci lo confessa: almeno un paiodi volte ha scambiato due chiacchierecon Monica Bellucci: un racconto puònascerci, per sorridere con leggerezza.Barbara Pilati che vive tra Perugia eAtlanta, e Claudia Andreani che vive incampagna sposata con un cantante dimusica irlandese. Poi Mario Bani che ciracconta la musica come linguaggio diuna intera generazione: il suo lavoro ditestimonianza trova la forma del raccontoma ci suggerisce che molto altro cisarebbe da dire della Umbertide di queglianni. Paola Bizzarri che da Assisi si ètrasferita a Londra. Massimiliana VanacoreFalco che scrive poesie, recita e costruisceburattini. Adele Flammia dall’Irpinia siè trasferita a Perugia e scrive racconti.Vanessa Bandi che adesso vive a Saronnoed è autrice di guide turistiche. FrancescoMassinelli studia chitarra fl amenca ecanto lirico. Cristina Bani, insegnante dimatematica e fi sica a Milano arriva quicon le sue “signorine Lucarini”. Poi DavideRossi che ha vissuto un lungo periodonei territori palestinesi occupati. SilvanaSonno abita a Perugia ed ha al suo attivola pubblicazione di racconti e romanzi.Marico Kanda, nata e vissuta in Giappone,adesso vive in Italia. Eleonora Siniscalchiha studiato danza e adesso vive aRoma. Questa Umbria piccola e inquietaraccontata da chi sta, chi ritorna, chi parte.(Giorgio Filippi)schede a margine

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!