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Sguardi sul seno Poesia del corpo e della vita

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Cantico dei Cantici<br />

I tuoi seni sono come due cerbiatti,<br />

gemelli di una gazzella,<br />

che pascolano fra i gigli.<br />

7, 8-9<br />

La tua statura rassomiglia a una palma<br />

e i tuoi seni ai grappoli.<br />

Ho detto: “Salirò <strong>sul</strong>la palma,<br />

coglierò i grappoli di datteri;<br />

mi siano i tuoi seni come grappoli d’uva<br />

e il profumo <strong>del</strong> tuo respiro come di pomi”.<br />

8, 10<br />

Io sono un muro<br />

e i miei seni sono come torri!<br />

Così sono ai suoi occhi<br />

come colei che ha trovato pace!<br />

DEENA METZGER<br />

Non ho più paura<br />

Non ho più paura degli specchi nei quali vedo il segno <strong>del</strong>l’Amazzone,<br />

che scaglia frecce.<br />

Vi è una sottile linea rossa che attraversa il mio torace, lì dove<br />

era entrato un coltello, adesso<br />

un ramo circonda la cicatrice e si porta dal braccio al cuore.<br />

Un ramo coperto di verdi foglie dove appesa è l’uva e vi appare<br />

un uccello.<br />

Sento che quello che cresce in me adesso è <strong>vita</strong>le e non mi<br />

nuoce. Penso che l’uccello stia cantando,<br />

poco m’importa di alcune mie ferite.<br />

Ho disegnato il mio <strong>seno</strong> con la cura riservata ad un mosaico<br />

miniato.<br />

Non mi vergogno di fare l’amore. L’amore è una battaglia<br />

che posso vincere.<br />

Ho il <strong>corpo</strong> di un guerriero che non uccide né ferisce.<br />

Sul libro <strong>del</strong> mio <strong>corpo</strong> per sempre ho inciso un albero.<br />

Traduzione di Alfonso Pluchinotta<br />

GIOVANNI RABONI<br />

Supina<br />

Se ti metti supina<br />

diventa, calmandosi, solo dolcezza<br />

il peso <strong>del</strong> tuo <strong>seno</strong>. Di colpo non c’è<br />

bisogno di nasconderlo, non si può più giocare perché<br />

è tenero e spento<br />

e innocente e basta.<br />

GIOVANNI GIUDICI<br />

Alla beatrice<br />

Beatrice sui tuoi seni io ci sto alla finestra<br />

arrampicato su una scala di corda<br />

affacciato dal fuori in posizione precaria<br />

dentro i tuoi occhi celeste vetro<br />

dentro i tuoi vizi capitali<br />

dentro i tuoi tremori e mali<br />

Beatrice sui tuoi seni io ci sto a spiare<br />

ciò che fanno seduti intorno a un tavolo<br />

i tuoi pensieri su sedie di paglia<br />

ospiti appena arrivati o <strong>sul</strong> punto di partire<br />

raccolti sotto la lampada gialla<br />

uno che ride uno che ascolta e uno che parla<br />

Beatrice dai tuoi seni io guardo dentro la casa<br />

dalla notte esteriore superstite luce<br />

nella selva selvaggia che a te conduce<br />

dalla pa<strong>del</strong>la alla brace<br />

estrema escursione termica che mi resta<br />

più fuoco per me tua minestra<br />

Beatrice – costruttrice<br />

<strong>del</strong>la mia beatitudine infelice<br />

<strong>Sguardi</strong> <strong>sul</strong> <strong>seno</strong><br />

Beatrice dai tuoi seni io vengo a esplorare com’è<br />

la stanza dove abitare<br />

se convenienti vi siano i servizi<br />

e sufficiente l’ordine prima di entrare<br />

se il letto sia di giusta misura<br />

per l’amore secondo natura<br />

Beatrice dunque di essi non devi andare superba<br />

più che <strong>del</strong>l’erba il prato su cui ci sdraiamo<br />

potrebbero essere stracci non ostentarli<br />

5

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