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editoriale<br />

l’ArticOlO del Mese<br />

Anno nuovo, vita nuova.<br />

Chiuso <strong>il</strong> 2009 tra frizzi e lazzi, con gennaio si torna al solito tran tran quotidiano,<br />

al lavoro, ai progetti. Noi, di progetti, ne avremmo diversi e vorremmo sv<strong>il</strong>upparli<br />

nel corso dell’anno insieme a voi. L’idea è quella di arricchire <strong>Piceno33</strong><br />

di pagine e rubriche: moda, cucina, architettura e, perché no, anche un angolo<br />

della posta dove scambiare due chiacchiere su ciò che va (o che non va) nel<br />

nostro territorio, dove raccontare storie ed aprire dibattiti. Ovviamente, tutto<br />

questo è possib<strong>il</strong>e solo grazie a voi e al vostro mens<strong>il</strong>e supporto, che in pochi<br />

mesi ha reso <strong>Piceno33</strong> <strong>il</strong> mens<strong>il</strong>e più letto della provincia. E di questo non possiamo<br />

che ringraziarvi.<br />

Buon inizio.<br />

Calzini rossi e grinta da vendere. Un<br />

volto che per sempre rimarrà legato<br />

alle alterne vicende dell’Ascoli Calcio.<br />

Il 18 dicembre del 1994, moriva<br />

Costantino Rozzi. Sono passati più<br />

di quindici anni da quel giorno, ma<br />

per i tifosi del Picchio <strong>il</strong> Presidentissimo<br />

è rimasto lui (e non se ne dolga<br />

<strong>il</strong> patron Benigni). Il suo orgoglio,<br />

la forza che gli ha permesso di portare<br />

una squadra di provincia come<br />

l’Ascoli tra le grandi del calcio, <strong>il</strong><br />

sogno rappresentato da quegli anni<br />

di gloria, i tifosi non se lo scordano<br />

più. Ma erano anni diversi, era un<br />

calcio diverso. Il premio partita bisognava<br />

guadagnarselo sul campo<br />

e i giocatori non erano stipendiati<br />

a peso d’oro. Il calcio era un gioco<br />

e Custandì giocava. Ospite fisso<br />

del Processo di Biscardi, aveva fatto<br />

conoscere la sua Ascoli (e Ascoli)<br />

all’Italia. Si incazzava se i suoi ragazzi<br />

sbagliavano, li difendeva se avevano<br />

subito un torto, arrivava a farsi<br />

espellere dal campo per la foga<br />

con cui partecipava, dalla panchina<br />

(e non dalla tribuna) alla partita.<br />

E nello stesso modo, forse per una<br />

particolare forma mentis, sceglieva<br />

allenatori con la sua stessa grinta:<br />

Boskov e Mazzone tra tutti. Se fosse<br />

stato ancora quaggiù, probab<strong>il</strong>mente<br />

avrebbe apprezzato l’attuale<br />

tecnico dell’Ascoli, Bepi P<strong>il</strong>lon, al<br />

quale, appena qualche settimana<br />

La Redazione<br />

rozzi, per sempre presidentissimo,<br />

e <strong>il</strong> gesto d'altri tempi di Bepi P<strong>il</strong>lon<br />

di nicoletta tempera<br />

fa, è stato conferito dal Comune <strong>il</strong><br />

premio “Costantino Rozzi”. Il motivo<br />

di tale riconoscimento è arrivato<br />

alle glorie della stampa internazionale,<br />

con commenti dall’Herald Tribune<br />

al Times: <strong>il</strong> fair play dimostrato<br />

da P<strong>il</strong>lon nel match contro la Reggina<br />

è un gesto d’altri tempi. Un gesto<br />

che qualche tifoso non ha gradito,<br />

ma che ha portato la grande squadra<br />

di una piccola città, come la definiva<br />

<strong>il</strong> presidentissimo, di nuovo in<br />

vetta, se non nella classifica, quantomeno<br />

nella fama. Certo, Rozzi diceva<br />

«l’importante è vincere, anche<br />

giocando malissimo» ma quel gol<br />

restituito alla Reggina, con buona<br />

pace dei supporter più calorosi, non<br />

ha influito più di tanto sul risultato<br />

della partita. Quindi, chiuse le polemiche.<br />

Con la benedizione, dall’alto,<br />

di Custandì.<br />

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