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le terme di Sardara all'inizio del XX secolo - Centro Studi SEA

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Roberto IbbaRestava ancora in pie<strong>di</strong> la richiesta <strong>di</strong> concessione presentata da Rodriguez il 27agosto 1929, su cui era stato sospeso il giu<strong>di</strong>zio, e per la qua<strong>le</strong> l’ing. Garbellarichiese il respingimento al Ministero <strong>del</strong><strong>le</strong> Corporazioni. Il Ministero però ritennenecessario che la richiesta <strong>di</strong> Rodriguez fosse ugualmente pubblicata, così comeprevedeva la <strong>le</strong>gislazione. I tempi per la concessione <strong>del</strong><strong>le</strong> acque termali al Comunesi allungarono ulteriormente.Dopo ulteriori verifiche, finalmente, il Ministro per <strong>le</strong> Corporazioni, Ferruccio Lantini,assegnò la concessione per l’utilizzo <strong>del</strong><strong>le</strong> acque termali. Ma la concessione si<strong>di</strong>videva in due parti: in perpetuo nei terreni <strong>di</strong> proprietà <strong>del</strong> Comune (poco meno <strong>di</strong>un ettaro), e per cinquant’anni nel<strong>le</strong> aree <strong>di</strong> proprietà dei privati (circa ventunoettari). Il Comune si sarebbe dovuto impegnare a fornire i dati statistici e tutte <strong>le</strong>in<strong>di</strong>cazioni necessarie al Distretto per <strong>le</strong> miniere, ad attenersi al<strong>le</strong> <strong>di</strong>sposizioni <strong>del</strong><strong>le</strong><strong>le</strong>ggi sanitarie, a corrispondere 110 lire per ogni ettaro <strong>di</strong> concessione ed a iscriverela concessione all’Ufficio <strong>del</strong><strong>le</strong> ipoteche.Sod<strong>di</strong>sfazione, dunque, solo a metà. Ma anche gli affari <strong>del</strong> Rodriguez non andavanotroppo bene: nonostante fosse l’esercente <strong>del</strong><strong>le</strong> acque, sia per i bagni che perl’imbottigliamento, l’Istituto <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Agrario, rappresentato in giu<strong>di</strong>ziodall’Avvocatura <strong>del</strong>lo Stato, nel 1936 gli contestò <strong>del</strong><strong>le</strong> somme non pagate, arrivandoal pubblico incanto per la ven<strong>di</strong>ta dei beni termali 34 .Rodriguez riuscì comunque a mantenere la proprietà <strong>del</strong>l’albergo e dei terreni nellalocalità terma<strong>le</strong> e nel 1937 cedette in locazione gli immobili al fratello Giuseppe.Due anni dopo, Don Libero spirò a Ig<strong>le</strong>sias, lasciando gli immobili facenti parte <strong>del</strong>laconcessione alla moglie Ernesta Manca <strong>di</strong> Nissa e ai figli Adriana, Marcella, Giorgio eCarla 35 .3. Da Rodriguez a MossaNel 1941 gli ere<strong>di</strong> Rodriguez chiamarono come <strong>di</strong>rettore sanitario <strong>del</strong>la clinica il dott.Mario Mossa.Mario Mossa era nato a Nuraminis il 13 marzo 1902, da Luigi e da E<strong>le</strong>na Corongiu. Lafamiglia era composta da altri sette fratelli. Dopo aver comp<strong>le</strong>tato <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong>e<strong>le</strong>mentari, fu sostenuto negli stu<strong>di</strong> dallo zio canonico Mario Corongiu. Frequentò ilginnasio presso il seminario <strong>di</strong> Cuglieri e proseguì gli stu<strong>di</strong> liceali a Cagliari. Si iscrisseall’Università <strong>di</strong> Cagliari alla facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, nella qua<strong>le</strong> conseguì la laurea. Sisposò con Maria Ferrero, dalla qua<strong>le</strong> ebbe i figli Luigi, Francesco e Maria Laura.Conseguì la specializzazione in Ortope<strong>di</strong>a e Traumatologia presso l’Istituto Rizzoli <strong>di</strong>Bologna. Al suo ritorno a Cagliari, iniziò l’attività <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co ortope<strong>di</strong>co nella Casa <strong>di</strong>cura San Salvatore, e successivamente gli fu affidata la <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>l’Ospeda<strong>le</strong>Marino, nel qua<strong>le</strong> venivano ricoverati i bambini affetti dalla tubercolosi ossea 36 .Una volta ricevuto l’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore sanitario <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>terme</strong>, Mossa iniziò un <strong>le</strong>ntoprocesso <strong>di</strong> ammodernamento <strong>del</strong>l’albergo e <strong>del</strong><strong>le</strong> altre strutture. L’attività duranteil periodo <strong>del</strong> conflitto mon<strong>di</strong>a<strong>le</strong> non si arrestò e il dottor Mossa utilizzò i locali <strong>del</strong>laclinica per trasferire alcuni malati e la sua famiglia, sfollati da Cagliari dopo irovinosi bombardamenti <strong>del</strong> 1943 sulla città. Dal 1942 al 1944, una parte <strong>del</strong>lostabilimento fu occupato dal<strong>le</strong> truppe <strong>di</strong> stanza in Sardegna.34 ACSA, cat. 4, Sanità e Igiene, Cure termali Santa Maria is Acquas.35 Cfr. MASCIA, Le <strong>terme</strong> <strong>di</strong> <strong>Sardara</strong> nella Sardegna <strong>del</strong>l’800, cit., pp. 132-133.36 Cfr. FERNANDO CABONI, Il <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Mena Ibba: un breve cenno sull'operato <strong>del</strong>l'ortope<strong>di</strong>co dott. Mario Mossa <strong>di</strong>Nuraminis e <strong>del</strong>l'ex <strong>di</strong>rettrice Giuseppina Lai in Espis <strong>del</strong>l'istituto Infanzia lieta <strong>di</strong> Cagliari, Grafiche <strong>del</strong> Parteolla,Dolianova 2004, pp. 81-92.258

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