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le terme di Sardara all'inizio del XX secolo - Centro Studi SEA

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Roberto Ibba1897, alla vigilia <strong>di</strong> Nata<strong>le</strong>, il consiglio approvò la proposta <strong>del</strong>l’impren<strong>di</strong>tore sardopiemontese.L’accordo prevedeva la concessione per l’uso <strong>del</strong><strong>le</strong> sorgenti <strong>del</strong><strong>le</strong> acquetermominerali nella località <strong>di</strong> Santa Maria de is Acquas, con <strong>le</strong> due parcel<strong>le</strong> <strong>di</strong>terreno su cui si trovavano i ruderi <strong>del</strong> vecchio e<strong>di</strong>ficio <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>terme</strong> romane.In cambio, Birocchi avrebbe dovuto arginare il torrente, bonificare i terreni,restaurare l’e<strong>di</strong>ficio <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>terme</strong> romane (adattandolo alla necessità dei bagni con larealizzazione <strong>di</strong> ventotto camerini), fabbricare una gualchiera e un lavatoio pubblico,realizzare ulteriori trentasei camerini per i bagni cal<strong>di</strong> e gli alloggi per gli operai.Inoltre avrebbe dovuto garantire cure gratuite ai Sardaresi e una fonte pubblica dacui poter attingere l’acqua.La durata <strong>del</strong>la concessione era <strong>di</strong> sessant’anni, al termine <strong>del</strong>la qua<strong>le</strong>, gli e<strong>di</strong>ficicostruiti e <strong>le</strong> sorgenti sarebbero tornati in possesso <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Sardara</strong> 14 .Il cavalier Birocchi associò a se Giorgio Asproni Junior, nipote <strong>del</strong> famoso e omonimodeputato, ingegnere minerario, che si occupò <strong>di</strong> realizzare i lavori e <strong>le</strong> costruzioninecessarie, oltre che contribuire per un terzo <strong>del</strong>l’investimento.La serenità per <strong>le</strong> <strong>terme</strong> <strong>di</strong> <strong>Sardara</strong> non era destinata a durare per molto tempo: il 29marzo 1899, Filippo Birocchì morì a causa <strong>di</strong> un ma<strong>le</strong> incurabi<strong>le</strong> e subentrarono nellasocietà concessionaria <strong>del</strong><strong>le</strong> acque termali la moglie, Donna Eugenia Pirazzi, e i figliEusebio, Giulio, Serafino, Filippo e Veronica, quest’ultima ancora minore 15 .Lo stabilimento fu inaugurato nella primavera <strong>del</strong> 1900 e subito quoti<strong>di</strong>ani e rivisteriportarono la notizia,elogiando <strong>le</strong> virtù <strong>del</strong><strong>le</strong> acque termali <strong>di</strong> <strong>Sardara</strong> 16 .L’ingegner Asproni affidò la <strong>di</strong>rezione sanitaria al dottor Renzo Giunti e proseguìnella realizzazione <strong>del</strong><strong>le</strong> opere previste dalla convenzione.2. Dagli ere<strong>di</strong> Birocchi a Don Libero RodriguezTra il 1913 e il 1914 sorsero <strong>le</strong> prime controversie tra il Comune <strong>di</strong> <strong>Sardara</strong> e la <strong>di</strong>ttaBirocchi&Asproni: il 21 marzo 1914 si riunirono presso lo stabilimento terma<strong>le</strong> ilsindaco Don Ernesto Diana, fratello <strong>del</strong>l’ex sindaco Don Filiberto, e il consigliere DonTancre<strong>di</strong> Orrù, per parte <strong>del</strong> Comune, il Dott. Eusebio Birocchi e suo fratello, Rag.Giulio, insieme all’ing. Giorgio Asproni e al dott. Renzo Giunti, per conto <strong>del</strong>la <strong>di</strong>tta.I commissari incaricati <strong>di</strong> risolvere la controversia furono l’ing. Giuseppe Costa,nominato dal Comune, l’ing. Angelo Taschini, nominato dalla <strong>di</strong>tta, e l’ing. CristoforoManconi, nominato come perito neutra<strong>le</strong> dal<strong>le</strong> parti.Il contrasto nasceva sul<strong>le</strong> osservazioni <strong>del</strong> sindaco e dei consiglieri che biasimavano iconcessionari <strong>di</strong> non aver portato a termine <strong>le</strong> opere stabilite nella concessione, <strong>le</strong>quali, allo scadere <strong>del</strong>la stessa, sarebbero tornate nel<strong>le</strong> mani <strong>del</strong> Comune: inparticolare la mancata costruzione <strong>di</strong> trentasei camerini oltre ai ventotto sistematiall’interno <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio dei vecchi bagni romani.Asproni e Giunti si <strong>di</strong>fesero facendo notare che la maggior parte <strong>del</strong><strong>le</strong> opere eranostate realizzate: l’arginamento <strong>del</strong> cana<strong>le</strong> (per una lunghezza superiore a quellastabilita), la sistemazione dei ventotto camerini, la costruzione <strong>del</strong>lo stabilimentoper l’imbottigliamento <strong>del</strong><strong>le</strong> acque, il lavatoio pubblico, la gualchiera e una strutturaper l’alloggio degli operai.Il dottor Giunti specificava che in sostituzione dei trentasei camerini, ritenutisuperflui e sovra<strong>di</strong>mensionati rispetto alla struttura, era stato costruito un serbatoio14 Cfr. MASCIA, Le <strong>terme</strong> <strong>di</strong> <strong>Sardara</strong> nella Sardegna <strong>del</strong>l’800, cit., pp. 118-120.15 Giulio e Veronica Birocchi scomparvero tragicamente nell’affondamento <strong>del</strong> piroscafo postare Tripoli nel 1918, cfr.CARLO FIGARI, L'affondamento <strong>del</strong> Tripoli un siluro carico <strong>di</strong> misteri, in «L’Unione Sarda», 2 agosto 2004.16 Cfr. MASCIA, Le <strong>terme</strong> <strong>di</strong> <strong>Sardara</strong> nella Sardegna <strong>del</strong>l’800, cit., p. 128.254

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