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Voci Fraterne - Frati Cappuccini Italiani

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<strong>Voci</strong> <strong>Fraterne</strong> ·5/2010 ·6/2009Nodari (Genesi del centro e presentazione delle opered’arte), e del Ministro generale, che fu rievocazione dieventi e persone seguita dai dovuti ringraziamenti.Al Patriarca era stato da noi affidato il compito diintrattenerci sul motivo ispiratore del Centro: GesùCristo Luce del Mondo. Egli, dopo aver esorditorichiamando le espressioni evangeliche al riguardo,incentrò il suo intervento sulla testimonianza da dare achi ci sta intorno, ai destinatari di questa terra “sianoessi ebrei, cristiani oppure musulmani”. Tenne aprecisare essere questo uno dei temi del Sinodo dellaChiesa cattolica del Medio Oriente in corso a Roma inqueste settimane. Inoltre, in questa stessa ottica, ilPatriarca vede nel nostro Centro una forza e unaricchezza aggiunte per la Chiesa Latina che “aGerusalemme conta un centinaio di congregazionireligiose, di cui quattordici sono comunità contemplative”.“Ai nostri cari Padri cappuccini... vanno i nostriauguri, la nostra benedizione e il nostro totaleappoggio. Che la Madonna di Palestina vi protegga”,fu la sua conclusione.Ed ora alcuni dettagli sulle opere d’arte chearricchiscono l’aula-chiesa. Innanzitutto, a ridossodella mensa eucaristica, sei pannelli, di altrettantiartisti, che mirano ad illustrare il tema centrale diCristo-Luce. Non è arte figurativa: non inducono acontemplare quanto piuttosto a riflettere. Muovendodal primo a sinistra di chi guarda, si va dall’esplosionedella luce generata dal Cristo Risorto e dilatata neiquattro Evangelisti che ne hanno tramandato la lietanotizia, all’irrompere della luce nel momento dellacreazione quando l’uomo prende forma e vita adimmagine del suo Creatore, alla luce generata dallaCroce redentrice raffigurata da un rigagnolo rosso cheattraversa longitudinalmente la Croce stessa, alla lucerappresentata da una lamina d’oro mentre si ergeimpetuosa da materia resistente (ferro) a significare lavita che nell’emergere vince la materia. Segue unpannello che presenta una colonna sprigionante luceche illumina il mondo e che ha alla sua base il pesce(Ιχθυς), simbolo paleocristiano di Gesù Cristo. Daultimo si impone la luce intensa e bianca del “segno”della Croce con la scritta “Ego sum lux mundi”,annuncio di Redenzione per tutti gli uomini!Il medesimo motivo della luce è ripreso nelTabernacolo (lato destro dell’aula) che porta impressauna grande fiamma alla cui base è raffigurato ilcrepitio del fuoco sprigionato dall’ardere della legnache lo alimenta: evocazione della visione mosaica delroveto che arde e non si consuma (Es 3, 4). Essoappare come sotto un tendaggio, simbolo della tendadel convegno.Sul lato sinistro domina il simulacro di Maria, laDonna vestita di sole, nell’atto di presentare Gesù,Luce del Mondo, all’Umanità. L’opera, ricavata da unsolo albero d’olivo, è fattura di un artista locale diBetlemme.Menzione speciale merita anche la Via Crucis interracotta colorita, opera dell’architetto stesso ecollocata su due pannelli appesi nei lati estremi dellanavata. Proposta in una visione unitaria che prescindedalle tradizionali stazioni, i suoi rimandi non silimitano a rievocare il percorso storico dalla condannaalla crocifissione di Gesù, ma raggiungono anche lanostra innegabile responsabilità di contemporaneinella sua crocifissione: di qui, ad esempio, laraffigurazione di edifici-simbolo delle più note cittàmondiali.Infine uno sguardo dall’entrata dell’aula-chiesa. Laporta centrale porge in rilievo due eloquenti figure chesegnano il passaggio dall’Antico al NuovoTestamento: i santi Giovanni Battista e Giuseppe diNazareth. Una volta entrati, sulla destra, un sanFrancesco in terracotta che lo riproduce accostato aGesù che dall’alto della Croce tende il suo bracciodestro e, con visibile affettuosa predilezione, lo posasulla spalla di Francesco. Proseguendo in sensoopposto due grandi tele che fissano la memoria dialtrettanti testimoni dell’Ordine cappuccino. Nellaprima si riconosce padre Pierre-Marie Benoît,francese, che si prodigò instancabilmente a favoredegli ebrei perseguitati, impedendone la deportazionenei campi di sterminio per un numero assai elevato,circa 4.500; nella seconda si riconosce il beatoGiacomo da Ghazir, libanese, firmatario nel 1932dell’acquisto del terreno dove ora sorge il nostroCentro “Io sono la Luce del Mondo”. Entrambi“esempi luminosi di come, in contesti diversi e incondizioni difficili, è possibile mettere mente e cuoreal servizio di chi è nel bisogno, condannato il più dellevolte all’emarginazione” (Fr. Mauro Jöhri).In questo stupendo contesto si è dunque svolto illieto evento dell’inaugurazione che segna l’inizio di untraguardo che crediamo luminoso…Collaborate con “<strong>Voci</strong> <strong>Fraterne</strong>”!Segnalate iniziative, appuntamenti,anniversari, momenti di festa.Inviate anche ritagli di stampa …Grazie!10

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