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“I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia” - Servizio di hosting

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“I <strong>matrimoni</strong> <strong>tra</strong> <strong>cattolici</strong> e <strong>musulmani</strong> <strong>in</strong> Italia”In<strong>di</strong>cazioni dellaPresidenza della Conferenza Episcopale Italiana


Le In<strong>di</strong>cazioni, <strong>di</strong> seguito pubblicate, sono state elaborate e approvatedalla Presidenza della CEI. Esse costituiscono il punto <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> unaampia riflessione effettuata dal Consiglio Episcopale Permanente, sullabase <strong>di</strong> apporti qualificati <strong>di</strong> teologi pastoralisti, <strong>di</strong> canonisti e <strong>di</strong> esperti<strong>in</strong> ecumenismo e <strong>in</strong> <strong>di</strong>ritto islamico. Esse tengono anche conto dei contributiemersi nella consultazione delle Conferenze Episcopali Regionali.Il documento <strong>in</strong>tende proporre agli Ord<strong>in</strong>ari <strong>di</strong>ocesani talune <strong>in</strong><strong>di</strong>cazionigenerali, f<strong>in</strong>alizzate all’assunzione <strong>di</strong> una l<strong>in</strong>ea concorde nella soluzionedei s<strong>in</strong>goli casi che si presentano a livello <strong>di</strong>ocesano.140


PRESENTAZIONENegli ultimi anni <strong>in</strong> Italia ha assunto una certa rilevanza la richiesta<strong>di</strong> celebrare nella forma religiosa il <strong>matrimoni</strong>o fra una parte cattolica euna musulmana. Il fenomeno, determ<strong>in</strong>ato <strong>tra</strong> l’altro dalla tendenza <strong>di</strong>immigrati <strong>musulmani</strong> a <strong>tra</strong>sferirsi nel nostro Paese e dal più generale aumentodei <strong>matrimoni</strong> <strong>in</strong>terreligiosi, esige una specifica attenzione daparte della comunità cristiana e dei suoi pastori, anche al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduareun <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo omogeneo nella verifica dei casi e nell’eventuale concessionedella <strong>di</strong>spensa dall’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>rimente <strong>di</strong> <strong>di</strong>sparitas cultus,che <strong>in</strong>valida il <strong>matrimoni</strong>o fra una parte cattolica e una non battezzata.Le implicanze esistenziali ed ecclesiali <strong>di</strong> questa problematica suggerisconoprudenza e fermezza e richiedono una riaffermata consapevolezzadell’identità cristiana e della visione cattolica sul <strong>matrimoni</strong>o ela famiglia, anche <strong>in</strong> ragione delle conseguenze che ne derivano sul pianoreligioso, culturale, sociale e del <strong>di</strong>alogo <strong>in</strong>terreligioso.In tale contesto il Consiglio Episcopale Permanente, dopo unaponderata riflessione su taluni materiali pre<strong>di</strong>sposti dalla CommissioneEpiscopale per l’ecumenismo e il <strong>di</strong>alogo, ha chiesto alla Presidenza<strong>di</strong> elaborare alcune l<strong>in</strong>ee pastorali da offrire agli Ord<strong>in</strong>ari <strong>di</strong>ocesani, alf<strong>in</strong>e <strong>di</strong> motivare, orientare e favorire <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzi comuni e prassi omogenee<strong>in</strong> materia <strong>di</strong> <strong>matrimoni</strong> <strong>tra</strong> <strong>cattolici</strong> e <strong>musulmani</strong> nelle Chiese particolariche sono <strong>in</strong> Italia.Le In<strong>di</strong>cazioni che seguono, redatte con l’apporto <strong>in</strong>ter<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>are<strong>di</strong> esperti, illus<strong>tra</strong>no <strong>in</strong> modo schematico i contenuti essenziali <strong>di</strong> questonodo pastorale, con specifica attenzione alla preparazione e alla celebrazionedel <strong>matrimoni</strong>o e all’accompagnamento della coppia sposata; offronoaltresì alcune appen<strong>di</strong>ci documentarie e la necessaria modulistica.Il Consiglio Episcopale Permanente, valutato positivamente il testodelle In<strong>di</strong>cazioni, ha <strong>in</strong>caricato la Presidenza della CEI <strong>di</strong> renderlepubbliche, <strong>in</strong>tendendo con ciò dare attuazione a quanto previsto dall’art.23, lett. b) dello statuto della CEI. Infatti il Consiglio Permanenteritiene che la celebrazione del <strong>matrimoni</strong>o <strong>tra</strong> una parte cattolica e unamusulmana rappresenti attualmente un “problema <strong>di</strong> speciale rilievoper la Chiesa [...] <strong>in</strong> Italia”, meritevole <strong>di</strong> “un’autorevole considerazionee valutazione anche per favorire l’azione concorde dei Vescovi”.Nel presentare le In<strong>di</strong>cazioni alle Chiese che sono <strong>in</strong> Italia, auspicoche questo strumento pastorale gui<strong>di</strong> la riflessione sulla problematicadei <strong>matrimoni</strong> <strong>tra</strong> <strong>cattolici</strong> e <strong>musulmani</strong> e favorisca una prassi con<strong>di</strong>visa<strong>tra</strong> parroci, sacerdoti e operatori pastorali.Roma, 29 aprile 2005Festa <strong>di</strong> Santa Cater<strong>in</strong>a da Siena, Patrona d’ItaliaCamillo Card. Ru<strong>in</strong>iPresidente della Conferenza Episcopale Italiana141


IL CONTESTO PASTORALE1. Le coppie miste <strong>di</strong> <strong>cattolici</strong> e <strong>musulmani</strong> che <strong>in</strong>tendono oggi formareuna famiglia, alle <strong>di</strong>fficoltà che <strong>in</strong>con<strong>tra</strong> una qualsiasi al<strong>tra</strong> coppia,devono aggiungere quelle connesse con le profonde <strong>di</strong>versità culturalie religiose. Far acquisire consapevolezza riguardo a queste <strong>di</strong>fficoltàè un primo, fondamentale servizio da rendere a chi chiede un tale<strong>matrimoni</strong>o.2. Se <strong>in</strong>fatti circa il <strong>matrimoni</strong>o non mancano punti <strong>di</strong> convergenza<strong>tra</strong> islâm e cristianesimo, numerose e significative sono le <strong>di</strong>fferenze.Ciò impone un attento <strong>di</strong>scernimento da attuare con e <strong>tra</strong> i nuben<strong>di</strong>:esso tocca non soltanto l’ambito della fede, ma <strong>in</strong>veste anche aspettimolto pratici. L’esperienza mos<strong>tra</strong> come sia rilevante, per esempio, lascelta del luogo <strong>di</strong> residenza della futura coppia e la fondata previsione<strong>di</strong> restarvi nel futuro: lo stabilirsi <strong>in</strong> Italia, o comunque <strong>in</strong> Occidente,offre al v<strong>in</strong>colo <strong>matrimoni</strong>ale (e alla parte cattolica <strong>in</strong> particolare) maggiorigaranzie, che <strong>in</strong>vece nella maggior parte dei casi vengono menoquando la coppia si <strong>tra</strong>sferisce <strong>in</strong> un Paese islamico. Tali elementi praticidovranno essere tenuti accuratamente presenti <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alla concessionealla parte cattolica della <strong>di</strong>spensa dall’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>rimente<strong>di</strong> <strong>di</strong>sparitas cultus (can. 1086) 1 .3. In breve, l’esperienza maturata negli anni recenti <strong>in</strong>duce <strong>in</strong> l<strong>in</strong>eagenerale a sconsigliare o comunque a non <strong>in</strong>coraggiare questi <strong>matrimoni</strong>2 , secondo una l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong> pensiero significativamente con<strong>di</strong>visa anchedai <strong>musulmani</strong>. La fragilità <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca <strong>di</strong> tali unioni, i delicati problemiconcernenti l’esercizio adulto e responsabile della propria fede cattolicada parte del coniuge battezzato e l’educazione religiosa dei figli, nonchéla <strong>di</strong>versa concezione dell’istituto <strong>matrimoni</strong>ale, dei <strong>di</strong>ritti e doverireciproci dei coniugi, della patria potestà e degli aspetti patrimoniali edere<strong>di</strong>tari, la <strong>di</strong>fferente visione del ruolo della donna, le <strong>in</strong>terferenze dell’ambientefamiliare d’orig<strong>in</strong>e, costituiscono elementi che non possonoessere sottovalutati né tanto meno ignorati, dal momento che potrebberosuscitare gravi crisi nella coppia, s<strong>in</strong>o a condurla a fratture irreparabili.1Cfr Appen<strong>di</strong>ce I: “Natura dell’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sparitas cultus”.2«Per quanto riguarda il <strong>matrimoni</strong>o fra <strong>cattolici</strong> e migranti non cristiani lo si dovràsconsigliare, pur con variata <strong>in</strong>tensità, secondo la religione <strong>di</strong> ciascuno, con eccezione<strong>di</strong> casi speciali, secondo le norme del CIC e del CCEO» (PONTIFICIO CONSIGLIO DEL-LA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI, istruzione Erga migrantes, 3 maggio2004, n. 63).142


4. Attesa la complessità dei fattori <strong>in</strong> questione, i <strong>matrimoni</strong> <strong>tra</strong><strong>cattolici</strong> e <strong>musulmani</strong> devono essere comunque considerati unioni potenzialmenteproblematiche: pertanto è necessario adottare verso lepersone co<strong>in</strong>volte un atteggiamento molto chiaro e prudente, ancorchécomprensivo. Anche se talvolta è dato <strong>di</strong> <strong>in</strong>con<strong>tra</strong>re coppie cristianomusulmane<strong>di</strong> profondo spessore umano e spirituale, capaci <strong>di</strong> amalgamarespecificità e <strong>di</strong>fferenze senza ab<strong>di</strong>care alla propria identità,non accade così nella maggioranza dei casi, non solo per i rilevanti con<strong>di</strong>zionamentisociali e culturali, ma soprattutto a causa <strong>di</strong> un’antropologiaculturale e religiosa profondamente <strong>di</strong>versa che le persone, talora<strong>in</strong>consapevolmente, portano <strong>in</strong> sé.5. Proprio da ciò deriva l’esigenza che si prospett<strong>in</strong>o per tempo alleparti i problemi che quasi <strong>in</strong>evitabilmente si presenteranno, verificandocosì non solo la loro generica buona volontà, ma anche la <strong>di</strong>sponibilitàe la reale attitud<strong>in</strong>e ad affrontarli <strong>di</strong> comune accordo.143


LA VISIONE CRISTIANA DEL MATRIMONIO6. Nella prospettiva cristiana il <strong>matrimoni</strong>o è anzitutto un’istituzionevoluta dal Creatore e governata dalla sua legge. Come tale appartieneall’ord<strong>in</strong>e della creazione, perché rispecchia la volontà <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a e rispondealla natura della persona umana il fatto che <strong>tra</strong> un uomo e unadonna si <strong>in</strong>stauri un rapporto stabile <strong>di</strong> profonda comunione e <strong>di</strong> amoreesclusivo.7. Il <strong>matrimoni</strong>o, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, è un’istituzione sacra, voluta da Dio s<strong>in</strong>dall’<strong>in</strong>izio della creazione. Esso pertanto gode <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità naturale ancorprima <strong>di</strong> essere illum<strong>in</strong>ato dalla rivelazione e <strong>di</strong> essere accolto nella fede:l’uomo e la donna sono chiamati a unire le loro vite <strong>in</strong> un amore totale,at<strong>tra</strong>verso un’alleanza che li rende «una sola carne» (Gn 2,24). Taleunione, frutto del loro amore, li costituisce <strong>in</strong> una relazione che è «aimmag<strong>in</strong>e <strong>di</strong> Dio» (Gn 1,27).8. Il modo del tutto speciale con il quale Dio affida all’uomo e alladonna, marito e moglie, la cont<strong>in</strong>uazione - come suoi collaboratori -dell’esistenza umana, e li chiama a perseguire, at<strong>tra</strong>verso l’amore reciproco,la complementarità e la perfezione e a e<strong>di</strong>ficare <strong>in</strong>sieme la famiglia,è narrato nell’Antico Testamento ed è riba<strong>di</strong>to da Gesù (cfr Mt19,4-5).9. Nei primi due capitoli della Genesi, <strong>in</strong> modo mirabile il <strong>matrimoni</strong>oè collegato con la volontà creatrice <strong>di</strong> Dio e <strong>in</strong>serito nel suo progettocreatore. I testi mettono <strong>in</strong> evidenza non solo la creazione sessuatadegli esseri umani, ma anche l’unità e la reciproca complementaritàdell’uomo e della donna. Questo f<strong>in</strong>e del legame <strong>matrimoni</strong>ale è espressodalle parole <strong>di</strong> Adamo che, vedendo la donna, esclama: «Questa voltaessa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gn 2,23). Laprofonda verità contenuta nell’esclamazione gioiosa <strong>di</strong> Adamo viene ripresadai Profeti, che esaltano il <strong>matrimoni</strong>o allorché, con l<strong>in</strong>guaggiosimbolico, def<strong>in</strong>iscono l’alleanza <strong>tra</strong> Dio e il popolo <strong>di</strong> Israele proprioat<strong>tra</strong>verso l’esperienza nuziale (cfr Os 2,19; Is 54,4ss.; Ez 16,7ss.).10. Il mistero cristiano, manifestato dal <strong>matrimoni</strong>o-sacramentoaffidato al m<strong>in</strong>istero della Chiesa, si <strong>in</strong>nesta sul piano della creazione:nel battezzato, la realtà creaturale viene elevata dallo specifico donodella grazia sacramentale. Tuttavia, il <strong>matrimoni</strong>o naturale – preso <strong>in</strong>considerazione nel caso <strong>di</strong> unioni <strong>in</strong> cui uno o en<strong>tra</strong>mbi i con<strong>tra</strong>ent<strong>in</strong>on hanno ricevuto il battesimo - mantiene comunque <strong>in</strong>tatti i valori <strong>in</strong>-144


siti nell’atto del consenso, che impegna tutta la vita dei nuben<strong>di</strong> <strong>in</strong> unamore <strong>in</strong><strong>di</strong>ssolubile, <strong>in</strong> una fedeltà <strong>in</strong>con<strong>di</strong>zionata e nella <strong>di</strong>sponibilitàalla prole.11. Anche se il <strong>matrimoni</strong>o <strong>tra</strong> una parte cattolica e una parte musulmananon ha <strong>di</strong>gnità sacramentale, esso non<strong>di</strong>meno può realizzarei valori propri del <strong>matrimoni</strong>o naturale e costituire per i coniugi unapreziosa opportunità <strong>di</strong> crescita. Questa è la ratio che legittima la concessionedella <strong>di</strong>spensa, quando l’Ord<strong>in</strong>ario abbia escluso positivamentela sussistenza <strong>di</strong> un pericolo prossimo e <strong>in</strong>sormontabile che m<strong>in</strong>acc<strong>in</strong>ella parte cattolica i valori soprannaturali, quali la fede, la vita<strong>di</strong> grazia, la fedeltà alle esigenze della propria coscienza rettamenteformata, e sia certo che la parte musulmana non rifiuti i f<strong>in</strong>i e le proprietàessenziali del <strong>matrimoni</strong>o e non sia legata da un v<strong>in</strong>colo <strong>matrimoni</strong>alevalido.12. Il riconoscimento del <strong>di</strong>ritto naturale <strong>di</strong> ogni uomo a con<strong>tra</strong>rre<strong>matrimoni</strong>o - <strong>di</strong>ritto che il legislatore ecclesiastico tutela anche <strong>tra</strong> personenon partecipi della stessa fede religiosa - non equivale <strong>in</strong>fatti allaconcessione della <strong>di</strong>spensa come presa d’atto a posteriori <strong>di</strong> una decisioneormai maturata dalla coppia, per ‘regolarizzarne’ la posizione,ma deve accompagnarsi al ricorso a mezzi <strong>di</strong> carattere spiccatamentepastorale, tendenti a far comprendere alla parte battezzata quali sono ivalori profon<strong>di</strong>, umani e soprannaturali, che la sua scelta deve consideraree <strong>di</strong>fendere.13. A tali con<strong>di</strong>zioni, il rito sacro che unisce gli sposi può rappresentareveramente per loro un segno della grazia <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a, una sorgente<strong>di</strong> ispirazione valoriale, un forte appello all’impegno personale. At<strong>tra</strong>versole nozze, gli sposi domandano a Dio <strong>di</strong> essere presente nella lorovita, <strong>di</strong> avvalorare la promessa <strong>di</strong> fedeltà reciproca e <strong>di</strong> aiutarli nella donazionetotale, ciascuno secondo la propria consapevolezza e scelta <strong>di</strong>fede.145


ITINERARIO DI VERIFICA E DI PREPARAZIONEa) Il momento del primo contatto e della conoscenza <strong>in</strong>iziale della coppia14. Non è prudente che la coppia si presenti al sacerdote nell’imm<strong>in</strong>enzadelle nozze o quando tutto è già stato deciso: soprattutto <strong>in</strong> casicome questo, la preparazione del <strong>matrimoni</strong>o richiede un’attenzioneparticolare, che non può essere elusa <strong>in</strong> maniera sbrigativa.15. Sul piano concreto, è consigliabile assicurare la libertà <strong>di</strong> ciascunadelle parti rispetto all’al<strong>tra</strong> anche nelle modalità d’<strong>in</strong>contro. Laparte cristiana dovrà essere ascoltata <strong>in</strong> un primo tempo da sola. Anchealla parte musulmana, se lo desidera, deve essere riconosciuta la possibilità<strong>di</strong> <strong>in</strong>con<strong>tra</strong>re separatamente il sacerdote. Va però ricordato chenelle comunità islamiche non si ha un tipo analogo <strong>di</strong> cura pastorale.Quando, dopo i primi colloqui, si valuta conveniente proseguire il <strong>di</strong>alogo,i successivi <strong>in</strong>contri potrebbero avvenire con la presenza <strong>di</strong> en<strong>tra</strong>mbii membri della coppia.16. È auspicabile che il sacerdote che <strong>in</strong>con<strong>tra</strong> la coppia abbia unacerta conoscenza dell’islâm, delle sue <strong>tra</strong><strong>di</strong>zioni, delle sue pratiche edella concezione islamica del <strong>matrimoni</strong>o, per aiutare a <strong>di</strong>scernere laglobalità della situazione. È realistico ritenere che non ogni sacerdote<strong>di</strong>sponga della preparazione adeguata per una corretta valutazione deis<strong>in</strong>goli casi: a questo f<strong>in</strong>e si dovrebbe <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare <strong>in</strong> ogni vicariato o almenoa livello <strong>di</strong>ocesano un sacerdote esperto, possibilmente coa<strong>di</strong>uvatoda un gruppo <strong>di</strong> laici, <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> affiancarsi ai parroci nell’opera<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento <strong>matrimoni</strong>ale e <strong>di</strong> accompagnamento.17. È utile che quanti preparano la coppia al <strong>matrimoni</strong>o possano<strong>in</strong>con<strong>tra</strong>re la famiglia della parte cristiana. Sebbene auspicabile, è <strong>di</strong>fficileche la parte musulmana accetti <strong>di</strong> ammettere es<strong>tra</strong>nei a <strong>di</strong>scuteredel <strong>matrimoni</strong>o con la propria famiglia. Non <strong>di</strong> rado per i genitori <strong>di</strong>en<strong>tra</strong>mbi i nuben<strong>di</strong> un tale <strong>matrimoni</strong>o è un’esperienza <strong>tra</strong>umatica.Molte giovani coppie <strong>in</strong>con<strong>tra</strong>no una forte opposizione da parte dei loroparenti e amici: questo può portare al loro isolamento e potrebbe <strong>in</strong>durlia passi affrettati.18. Per la coppia, il confronto con una terza persona è uno specchiotalora impietoso, che mette a nudo le parole non pronunciate, i <strong>di</strong>scors<strong>in</strong>on affrontati e le possibili illusioni. Nel <strong>di</strong>alogo personale può emergereil senso delle promesse reciproche e della loro fattibilità, soprattutto se si146


dovesse decidere <strong>in</strong> quale luogo risiedere. Il <strong>di</strong>alogo aperto è anche utileper verificare che il <strong>matrimoni</strong>o non sia sollecitato dalla parte musulmana<strong>in</strong> vista del raggiungimento <strong>di</strong> altri scopi, quali l’ottenimento del permesso<strong>di</strong> lavoro, dell’asilo politico o <strong>di</strong> vantaggi simili. In questa fase <strong>di</strong>approccio si potrebbe chiedere ai fidanzati come si sono conosciuti; comee dove si è manifestato il loro amore; che cosa c’è <strong>di</strong> comune <strong>tra</strong> loro; checosa si aspettano dal <strong>matrimoni</strong>o 3 . L’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> questi aspettipersonali è assai utile per il sacerdote chiamato ad accompagnarli.19. Al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> accrescere nei fidanzati la consapevolezza circa le loro<strong>in</strong>tenzioni, è conveniente rivolgere loro anche altre domande, comequi <strong>di</strong> seguito esemplificato.– CIRCA LA RELIGIONE:➢ Come giu<strong>di</strong>cate i vostri progetti <strong>di</strong> <strong>matrimoni</strong>o dal punto <strong>di</strong> vistadella fede personale e della pratica della vos<strong>tra</strong> religione?➢ Cosa sapete della religione dell’altro? Provate a con<strong>di</strong>videre le vostreidee sull’islâm e sul cristianesimo.➢ Su quali basi religiose contate <strong>di</strong> fondare la vos<strong>tra</strong> convivenza?➢ S<strong>in</strong>o a quale punto sareste <strong>di</strong>sponibili a partecipare ai riti e allefestività della religione del vostro partner?– CIRCA LA CULTURA:➢ Quale conoscenza avete dei vostri rispettivi Paesi, della loro culturae delle loro <strong>tra</strong><strong>di</strong>zioni?➢ Quale l<strong>in</strong>gua usate per parlarvi? Avete già provato seriamente aimparare l’uno la l<strong>in</strong>gua dell’altro, per evitare mal<strong>in</strong>tesi e conflitti?➢ Che consapevolezza avete dei reciproci pregiu<strong>di</strong>zi?– CIRCA LA FAMIGLIA DI APPARTENENZA:➢ Come hanno reagito i parenti, gli amici e la comunità al vostroprogetto <strong>di</strong> <strong>matrimoni</strong>o?➢ Avete spiegato al vostro partner ciò che la vos<strong>tra</strong> famiglia si aspettada lui/lei <strong>in</strong> quanto membro della famiglia? Conoscete gli obblighisociali, economici e religiosi a cui dovete attenervi?3«In caso <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong> <strong>matrimoni</strong>o <strong>di</strong> una donna cattolica con un musulmano […],per il frutto anche <strong>di</strong> amare esperienze, si dovrà fare una preparazione particolarmenteaccurata e approfon<strong>di</strong>ta durante la quale i fidanzati saranno condotti a conosceree ad “assumere” con consapevolezza le profonde <strong>di</strong>versità culturali e religioseda affrontare, sia <strong>tra</strong> <strong>di</strong> loro, sia <strong>in</strong> rapporto alle famiglie e all’ambiente <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e dellaparte musulmana, a cui eventualmente si farà ritorno dopo una permanenza all’estero»(PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI,istruzione Erga migrantes, n. 67).147


– CIRCA LA FAMIGLIA FUTURA:➢ Dove avete <strong>in</strong>tenzione <strong>di</strong> porre la vos<strong>tra</strong> <strong>di</strong>mora?➢ Vi siete scambiati i vostri rispettivi punti <strong>di</strong> vista riguardo ai figlie al loro numero, alla fedeltà, alla monogamia e alla poligamia, alleproprietà e alle f<strong>in</strong>anze?– CIRCA I FIGLI:➢ Quale educazione religiosa <strong>in</strong>tendete dare ai figli?➢ I vostri figli saranno battezzati come <strong>cattolici</strong> o faranno parte dellacomunità islamica? Saranno lasciati liberi <strong>di</strong> decidere una voltacresciuti?– CIRCA LE GARANZIE GIURIDICHE:➢ Come garantirete il <strong>di</strong>ritto all’ere<strong>di</strong>tà del partner cristiano, nel caso<strong>di</strong> <strong>tra</strong>sferimento <strong>in</strong> un Paese islamico?➢ Potrà questi, <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> bisogno, ottenere la custo<strong>di</strong>a dei figli?➢ Avete <strong>in</strong>tenzione <strong>di</strong> consultare un esperto per formalizzare garanziegiuri<strong>di</strong>che a tutela del coniuge più debole?– CIRCA LA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO:➢ Qual è la forma <strong>di</strong> celebrazione più conveniente per le vostre nozze?20. A conclusione degli <strong>in</strong>contri preparatori si dovrebbe raggiungereuna sufficiente consapevolezza della comprensione dei nuben<strong>di</strong>circa il <strong>matrimoni</strong>o cristiano e, <strong>di</strong> conseguenza, della possibilità <strong>di</strong> concedereloro la <strong>di</strong>spensa dall’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sparitas cultus. Qualoraciò non fosse possibile, si orienti la coppia verso un’ulteriore riflessione,concedendole un congruo spazio <strong>di</strong> tempo.21. Qualora i due <strong>in</strong>sistano nella volontà <strong>di</strong> sposarsi, potrebbe esserepastoralmente preferibile tollerare la prospettiva del <strong>matrimoni</strong>ocivile, piuttosto che concedere la <strong>di</strong>spensa, ponendo la parte cattolica<strong>in</strong> una situazione <strong>matrimoni</strong>ale irreversibile.22. Se <strong>in</strong>vece il colloquio giunge a un esito positivo, consolidandola conv<strong>in</strong>zione che sia possibile e opportuno concedere la <strong>di</strong>spensa dall’impe<strong>di</strong>mento,si <strong>in</strong>viterà la coppia a <strong>in</strong><strong>tra</strong>prendere il consueto camm<strong>in</strong>o<strong>di</strong> preparazione alla celebrazione del <strong>matrimoni</strong>o.b) Il tempo della preparazione23. È il momento <strong>in</strong> cui <strong>in</strong>vitare la parte cattolica a frequentare ilcorso <strong>di</strong> preparazione al <strong>matrimoni</strong>o, spiegando alla parte musulmana148


che la sua partecipazione, benché non obbligatoria, sarebbe auspicabileper comprendere meglio il significato del <strong>matrimoni</strong>o cristiano.24. Qualora la parte musulmana accetti l’<strong>in</strong>vito a prendere parteagli <strong>in</strong>contri, il parroco può chiederle <strong>di</strong> spiegare il proprio punto <strong>di</strong> vistasul <strong>matrimoni</strong>o. Il confronto con altre coppie che vivono l’analogaesperienza <strong>di</strong> preparazione prossima alle nozze può essere per i duel’occasione per approfon<strong>di</strong>re la consapevolezza della propria scelta.c) Il tempo della decisione25. Conclusa la preparazione, la coppia deve essere aiutata a chiariretutti i risvolti <strong>in</strong>siti nella scelta <strong>di</strong> celebrare il <strong>matrimoni</strong>o <strong>in</strong> formareligiosa.26. È importante conoscere anche che cosa pens<strong>in</strong>o <strong>di</strong> un tale <strong>matrimoni</strong>ogenitori e parenti della parte musulmana.27. Per la forma liturgica della celebrazione del <strong>matrimoni</strong>o, ci siatterrà alle <strong>di</strong>sposizioni contenute nel Rito del <strong>matrimoni</strong>o (cap. III) perquanto concerne le nozze fra una parte cattolica e una parte non battezzata.d) L’accompagnamento pastorale successivo al <strong>matrimoni</strong>o28. Il sostegno pastorale offerto alla coppia non può limitarsi al periododella preparazione al <strong>matrimoni</strong>o, ma deve riguardare lo svolgersidella vita familiare, soprattutto <strong>in</strong> riferimento ai con<strong>tra</strong>sti che po<strong>tra</strong>nnosorgere: il marito musulmano consentirà davvero alla mogliecattolica <strong>di</strong> frequentare la chiesa, <strong>di</strong> assumere parte attiva nella parrocchia,<strong>di</strong> ricevere a casa il sacerdote per una visita <strong>di</strong> carattere pastorale?Quali forme concrete assumerà l’educazione religiosa dei figli?29. Se i coniugi decidono <strong>di</strong> stabilirsi <strong>in</strong> Europa, è la parte musulmana– <strong>di</strong> solito l’uomo – che ha più stimoli ad adattarsi. Quando, <strong>in</strong>vece,viene deciso il <strong>tra</strong>sferimento <strong>in</strong> un Paese islamico, la parte cattolica– nella s<strong>tra</strong>grande maggioranza dei casi, la donna – dovrà probabilmenteaffrontare notevoli <strong>di</strong>fficoltà (d<strong>in</strong>amiche <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> coppia,educazione dei figli e autorità su <strong>di</strong> loro, rapporto con la famiglia delmarito, soggezione al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ripu<strong>di</strong>o unilaterale da parte del marito,accettazione sociale della poligamia, ecc.). Fra l’altro, non deve esseresottovalutato il reale <strong>di</strong>sagio che vivrà nello sforzo d’<strong>in</strong>tegrazione nell’ambiente.In questi casi è importante il ruolo che po<strong>tra</strong>nno svolgere lecomunità cattoliche locali, per cui la persona andrebbe aiutata fornendoleanticipatamente riferimenti sicuri <strong>in</strong> loco.149


30. L’educazione dei figli, <strong>in</strong> particolare, costituisce una questionemolto importante e delicata. I coniugi dovrebbero sforzarsi <strong>di</strong> educarei figli nel rispetto della religione <strong>di</strong> en<strong>tra</strong>mbi, <strong>in</strong>sistendo sui valori comuniquali: la <strong>tra</strong>scendenza come <strong>di</strong>mensione essenziale della vita e lanecessità <strong>di</strong> coltivare l’ambito spirituale, la preghiera, la carità, la giustizia,la fedeltà, il rispetto reciproco, ecc. Con altrettanta chiarezza dovrebberoperò formare i figli alla valutazione critica delle <strong>di</strong>fferenze sulpiano della fede - decisamente spiccate - e su quello dell’etica, <strong>in</strong> particolareper quanto concerne la pari <strong>di</strong>gnità fra uomo e donna, la libertàreligiosa e l’<strong>in</strong>tegrazione.31. In queste famiglie non si può, <strong>in</strong>fatti, <strong>tra</strong>scurare il pericolo,presente sia per i coniugi sia per i figli, <strong>di</strong> scivolare <strong>in</strong> una sorta <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>fferentismoreligioso, f<strong>in</strong>alizzato a evitare eccessive tensioni.150


CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIOE ACCOMPAGNAMENTO FAMILIARE32. Per la valida celebrazione del <strong>matrimoni</strong>o <strong>tra</strong> una parte cattolicae una parte musulmana, ord<strong>in</strong>ariamente deve essere osservata laforma canonica e la celebrazione liturgica deve aver luogo come previsto<strong>in</strong> questi casi (cfr can. 1108 § 1 e Rito del <strong>matrimoni</strong>o, cap. III): ilconsenso deve essere manifestato <strong>di</strong> fronte al parroco o a un suo delegato<strong>in</strong> presenza <strong>di</strong> due testimoni, nel corso <strong>di</strong> una liturgia della Parola,escludendo la celebrazione eucaristica. In ogni caso, non dovrà avereluogo un’al<strong>tra</strong> celebrazione delle nozze con rito islamico (cfr can.1127 § 3). Non è <strong>in</strong>vece vietata la cosiddetta “festa <strong>di</strong> <strong>matrimoni</strong>o” islamica,purché non contenga elementi con<strong>tra</strong>ri alla fede della parte cattolica.33. In presenza <strong>di</strong> ragioni che rendono <strong>in</strong>opportuna la celebrazioneliturgica del <strong>matrimoni</strong>o, è possibile chiedere e ottenere la <strong>di</strong>spensa dallaforma canonica (cfr cann. 1127-1129). Le ragioni che potrebbero giustificaretale richiesta sono <strong>in</strong> particolare «quelle relative al rispetto delleesigenze personali della parte non cattolica, quali, ad esempio, il suorapporto <strong>di</strong> parentela o amicizia con il m<strong>in</strong>istro acattolico, l’opposizioneche <strong>in</strong>con<strong>tra</strong> nell’ambito familiare, il fatto che il <strong>matrimoni</strong>o dovràessere celebrato all’estero <strong>in</strong> ambiente non cattolico, e simili» 4 . L’Ord<strong>in</strong>ariopuò concedere lecitamente la <strong>di</strong>spensa dalla forma canonica soloquando riconosca l’adeguatezza delle ragioni addotte e dopo aver consultatol’Ord<strong>in</strong>ario del luogo <strong>in</strong> cui verrà celebrato il <strong>matrimoni</strong>o, nel caso<strong>in</strong> cui la celebrazione avvenga fuori dal territorio della propria <strong>di</strong>ocesi.34. Con<strong>di</strong>zione per la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un <strong>matrimoni</strong>o celebrato con <strong>di</strong>spensadalla forma canonica è che sia comunque osservata una qualcheforma pubblica <strong>di</strong> celebrazione (cfr can. 1127 § 2). In Italia la celebrazionedelle nozze deve avvenire davanti a un legittimo m<strong>in</strong>istro <strong>di</strong> culto,stante la necessità <strong>di</strong> dare risalto al carattere religioso del <strong>matrimoni</strong>o 5 .35. Occorre <strong>in</strong> ogni caso tenere ben presente che, qualora i nuben<strong>di</strong>decidano <strong>di</strong> sposarsi senza che la parte cattolica abbia ottenuto laprescritta <strong>di</strong>spensa dall’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sparitas cultus o dalla cele-4CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Decreto generale sul <strong>matrimoni</strong>o canonico, 5 novembre1990, art. 50 b; cfr anche ID., Direttorio <strong>di</strong> pastorale familiare per la Chiesa <strong>in</strong>Italia, 25 luglio 1993, n. 89.5ID., Decreto generale sul <strong>matrimoni</strong>o canonico, art. 50 c.151


azione secondo la forma canonica (per esempio, scegliendo semplicementeil rito islamico), il <strong>matrimoni</strong>o è <strong>in</strong>valido: <strong>di</strong> conseguenza laparte cattolica viene a trovarsi <strong>in</strong> una situazione <strong>matrimoni</strong>ale irregolaree non può accostarsi ai sacramenti, <strong>in</strong> particolare alla comunioneeucaristica.36. Il <strong>matrimoni</strong>o <strong>tra</strong> una parte cattolica e una parte musulmanacelebrato <strong>in</strong> Italia può conseguire gli effetti civili previsti dalla normativaconcordataria. Si dovrà pertanto provvedere ai consueti adempimenti(pubblicazioni alla casa comunale e successiva <strong>tra</strong>scrizione).37. L’eventuale esenzione dall’obbligo <strong>di</strong> avvalersi del riconoscimentodel <strong>matrimoni</strong>o agli effetti civili potrà essere concessa dall’Ord<strong>in</strong>ariodel luogo per gravi motivi, secondo la normativa generale.152


Appen<strong>di</strong>ce INATURA DELL’IMPEDIMENTO DI DISPARITAS CULTUS38. Secondo la dottr<strong>in</strong>a cattolica, il <strong>matrimoni</strong>o ha <strong>di</strong>gnità sacramentalesolo quando è celebrato da due battezzati. Nel caso <strong>di</strong> <strong>matrimoni</strong>ofra una parte cattolica e una non battezzata, la competenza dellaChiesa cattolica sul v<strong>in</strong>colo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto naturale si fonda sul fatto cheuno dei due nuben<strong>di</strong> è battezzato cattolico (cfr can. 1059) e si <strong>tra</strong>ducenella concessione o meno della <strong>di</strong>spensa che toglie l’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>rimentealle nozze.La <strong>di</strong>spensa deve essere richiesta dal parroco della parte cattolicaall’Ord<strong>in</strong>ario del luogo, normalmente at<strong>tra</strong>verso il competente ufficiodella Curia <strong>di</strong>ocesana. A tale scopo ci si può avvalere del modulo XIII(cfr l’allegata Modulistica, Scheda n. 1). Il parroco deve anche accertare,nelle modalità consuete, lo stato libero della parte musulmana. Tenutoconto della peculiarità del caso, è opportuno che i nuben<strong>di</strong> si present<strong>in</strong>oal parroco almeno sei mesi prima delle nozze.39. Con la normativa canonica che <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a tali <strong>matrimoni</strong> laChiesa, da un lato, <strong>in</strong>tende tutelare la fede della parte cattolica: per questoha stabilito l’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>rimente <strong>di</strong> <strong>di</strong>sparitas cultus (cfr can.1086 § 1), <strong>in</strong> forza del quale è <strong>in</strong>valido il <strong>matrimoni</strong>o eventualmentecon<strong>tra</strong>tto dal fedele cattolico con una parte non battezzata; d’altro canto,essa riconosce che, nella concreta vicenda esistenziale <strong>di</strong> una persona,il <strong>matrimoni</strong>o <strong>di</strong> una parte cattolica con un non battezzato può realizzarevalori positivi <strong>di</strong> <strong>in</strong>dubbio rilievo, quali l’esercizio del <strong>di</strong>ritto allenozze e alla procreazione con la persona liberamente scelta, <strong>in</strong> unacomunione <strong>di</strong> vita fedele e <strong>in</strong><strong>di</strong>ssolubile, secondo il progetto primor<strong>di</strong>ale<strong>di</strong> Dio sull’uomo e sulla donna.40. Per queste ragioni l’Ord<strong>in</strong>ario del luogo, qualora si <strong>di</strong>ano certecon<strong>di</strong>zioni, ha la facoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>spensare il fedele cristiano dall’impe<strong>di</strong>mento<strong>in</strong>validante e <strong>di</strong> ammetterlo alla celebrazione <strong>di</strong> un valido <strong>matrimoni</strong>o.Sotto il profilo sistematico, l’istituto della <strong>di</strong>spensa si <strong>tra</strong>duce nell’esonerodal v<strong>in</strong>colo della legge (nel caso <strong>in</strong> specie, quella che sanciscel’esistenza <strong>di</strong> tale impe<strong>di</strong>mento, che renderebbe nullo il <strong>matrimoni</strong>o),<strong>di</strong> fronte al bene prevalente del fedele (nel caso <strong>in</strong> specie, il fatto chequesti non permanga <strong>in</strong> una convivenza <strong>di</strong> fatto o <strong>in</strong> un <strong>matrimoni</strong>o civile),posto che si realizz<strong>in</strong>o tutte le con<strong>di</strong>zioni richieste per il consensoa un <strong>matrimoni</strong>o <strong>in</strong>tegro nell’essenza, nei f<strong>in</strong>i e nelle proprietà essen-153


ziali, cioè <strong>in</strong> cui en<strong>tra</strong>mbi i nuben<strong>di</strong> accolgano come valori l’unità, l’<strong>in</strong><strong>di</strong>ssolubilità,la fedeltà e l’apertura alla prole.41. L’Ord<strong>in</strong>ario del luogo può concedere lecitamente la <strong>di</strong>spensa -che rimane <strong>in</strong> ogni caso un atto <strong>di</strong>screzionale e valido solo quando sussistauna giusta e ragionevole causa (cfr can. 90 § 1) - dall’impe<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> <strong>di</strong>sparitas cultus solo dopo avere verificato l’esistenza <strong>di</strong> alcuni requisiti(cfr can. 1086 § 2).154a) In primo luogo, essi riguardano la parte cattolica, che deve:➢ <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong> essere pronta a evitare il pericolo, <strong>in</strong>sito nel <strong>matrimoni</strong>ocon una parte non battezzata, <strong>di</strong> abbandonare la fedecattolica;➢ promettere <strong>di</strong> fare quanto è <strong>in</strong> suo potere perché tutti i figli sianobattezzati ed educati nella fede cattolica.Merita <strong>di</strong> essere sottol<strong>in</strong>eata la <strong>di</strong>fferenza che caratterizza i dueimpegni assunti dalla parte cattolica: mentre la salvaguar<strong>di</strong>a della fedecattolica è un valore assoluto che <strong>di</strong>pende fondamentalmente dalla coscienzarettamente formata e dalla forza morale del s<strong>in</strong>golo, le scelteconcrete <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e all’educazione dei figli co<strong>in</strong>volgono egualmente - nelnostro sistema <strong>di</strong> valori e negli ord<strong>in</strong>amenti giuri<strong>di</strong>ci dei Paesi occidentali- en<strong>tra</strong>mbi i genitori, e nel mondo islamico il padre a titolo deltutto speciale. Può pertanto darsi l’eventualità che la parte cattolica,per lo più la donna, pur avendo assunto un impegno vero e s<strong>in</strong>cero, sitrovi poi nell’oggettiva impossibilità <strong>di</strong> mantenerlo. Nel caso specifico,si tenga presente che i <strong>musulmani</strong> osservanti ritengono <strong>di</strong> avere l’obbligo<strong>di</strong> educare senz’altro i figli maschi nella propria credenza.La parte cattolica, su <strong>in</strong>vito ed eventualmente con l’aiuto del parroco,verifichi approfon<strong>di</strong>tamente e senza accontentarsi <strong>di</strong> rassicurazionigeneriche le <strong>in</strong>tenzioni e le <strong>di</strong>sposizioni <strong>in</strong> merito della parte musulmana,così da offrire all’Ord<strong>in</strong>ario del luogo gli elementi necessariper ponderare la convenienza della concessione della <strong>di</strong>spensa. Per manifestaree assumere gli impegni della parte cattolica si può usare il moduloXI (cfr Modulistica, Scheda n. 2).b) La parte musulmana deve essere <strong>in</strong>formata degli impegni che laparte cattolica è tenuta ad assumere; ciò deve constare negli atti. Nel rispettodella libertà <strong>di</strong> coscienza, non le viene richiesta alcuna sottoscrizioneche la v<strong>in</strong>coli a impegni equivalenti, pur restando auspicabile che<strong>di</strong>a garanzie adeguate <strong>di</strong> tenere veramente un atteggiamento rispettoso,tale da permettere alla parte cattolica <strong>di</strong> adempiere gli impegni assunti.È conveniente non attendere il momento dell’esame dei coniugiper far conoscere alla parte musulmana gli obblighi a cui è tenuta la


parte cattolica e dei quali anch’essa deve essere realmente consapevole.Per realizzare tale <strong>in</strong>formazione si può usare il modulo XI (cfr Modulistica,Scheda n. 2).c) En<strong>tra</strong>mbe le parti devono essere istruite sui f<strong>in</strong>i e sulle proprietàessenziali del <strong>matrimoni</strong>o, che non possono essere esclusi da nessunodei due. Questo aspetto è da tenere <strong>di</strong>st<strong>in</strong>to dai precedenti, che vedevanoi due nuben<strong>di</strong> muoversi su piani <strong>di</strong>versi, dal momento che solo laparte cattolica era tenuta positivamente a impegnarsi.I f<strong>in</strong>i del <strong>matrimoni</strong>o sono <strong>in</strong><strong>di</strong>cati nel can. 1055 § 1 e consistononel bene dei coniugi e nella generazione ed educazione della prole. Le proprietàessenziali del <strong>matrimoni</strong>o, espresse nel can. 1056, sono l’unità(non vi possono essere per una persona più v<strong>in</strong>coli <strong>matrimoni</strong>ali vali<strong>di</strong><strong>in</strong> atto contemporaneamente) e l’<strong>in</strong><strong>di</strong>ssolubilità (cioè la perpetuità) delv<strong>in</strong>colo. L’esclusione anche <strong>di</strong> uno solo <strong>di</strong> questi elementi da parte <strong>di</strong>uno dei con<strong>tra</strong>enti, snaturando l’istituto del <strong>matrimoni</strong>o così come configuratoda Dio nel piano della creazione, rende <strong>in</strong>valido il <strong>matrimoni</strong>o.Non si <strong>tra</strong>tta, <strong>in</strong>fatti, <strong>di</strong> caratteri rimessi alla libera <strong>di</strong>sponibilità delleparti o subord<strong>in</strong>ati all’appartenenza alla Chiesa cattolica: chi li rifiuta(battezzato o meno), rifiuta con ciò il <strong>matrimoni</strong>o stesso.Un’attenzione particolare deve essere de<strong>di</strong>cata al bene della fedeltàconiugale, che può essere seriamente m<strong>in</strong>acciato dalla <strong>di</strong>versa comprensione<strong>di</strong> questo valore, connessa con la <strong>di</strong>fferente prospettiva, nonsolo culturale ma anche antropologica, propria del mondo islamico, ilquale non mette sullo stesso piano l’uomo e la donna: la fedeltà coniugaleè <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>tesa come un <strong>di</strong>ritto dell’uomo verso la donna, <strong>in</strong> sensostretto esigibile solo da lui.42. Poste queste premesse, è necessario verificare <strong>in</strong> maniera approfon<strong>di</strong>tal’orientamento e la volontà <strong>di</strong> en<strong>tra</strong>mbi i con<strong>tra</strong>enti su questipunti, prestando particolare attenzione alla parte musulmana: èpossibile che questa con<strong>di</strong>vida solo genericamente un orientamento culturalee <strong>di</strong> pensiero con<strong>tra</strong>rio ai f<strong>in</strong>i e alle proprietà essenziali del <strong>matrimoni</strong>o,ma <strong>di</strong> fatto non li escluda con un atto <strong>di</strong> volontà personale e positivo<strong>in</strong> riferimento al proprio <strong>matrimoni</strong>o. Nel corso <strong>di</strong> questa verificapotrebbero <strong>in</strong>fatti emergere circostanze nuove, quali una presa <strong>di</strong>coscienza più approfon<strong>di</strong>ta ed eventualmente un forte <strong>di</strong>sagio dellaparte cattolica <strong>di</strong> fronte agli orientamenti del futuro coniuge su materiecosì delicate; tale evenienza dovrebbe suggerire all’Ord<strong>in</strong>ario <strong>di</strong>ponderare <strong>in</strong> maniera ancora più attenta l’eventuale concessione della<strong>di</strong>spensa.Anche nel caso <strong>in</strong> cui la verifica non lasci spazio a ombre circa le<strong>in</strong>tenzioni della parte musulmana, non è <strong>in</strong>utile proporle un’istruzione155


adeguata sul significato e sulle implicazioni morali ed esistenziali deif<strong>in</strong>i e delle proprietà essenziali del <strong>matrimoni</strong>o, che en<strong>tra</strong>mbe le partisono tenute a rispettare.Se <strong>in</strong>vece risultasse positivamente che la parte musulmana <strong>di</strong> fatto<strong>in</strong>tenda e voglia, anche solo ipoteticamente, applicare orientamenti con<strong>tra</strong>riai f<strong>in</strong>i e alle proprietà essenziali del <strong>matrimoni</strong>o alle nozze che sta percon<strong>tra</strong>rre, ciò comporterebbe <strong>in</strong>evitabilmente la nullità del v<strong>in</strong>colo (cfrcan 1101 § 2), e <strong>di</strong> conseguenza l’impossibilità assoluta <strong>di</strong> concedere la<strong>di</strong>spensa dall’impe<strong>di</strong>mento.43. Come si vede, è sempre necessario vagliare attentamente lereali <strong>in</strong>tenzioni della parte non cristiana, motivando l’eventuale rifiutodella <strong>di</strong>spensa con il con<strong>tra</strong>sto <strong>in</strong>sanabile fra le <strong>in</strong>tenzioni del nubendoe la concezione cattolica del <strong>matrimoni</strong>o. Non si <strong>tra</strong>scuri il fatto che <strong>di</strong>chiarazionirilasciate solo per compiacere il parroco o la parte cattolica,ma non rispondenti alle effettive <strong>in</strong>tenzioni della parte musulmana,potrebbero costituire il presupposto per dare corso al proce<strong>di</strong>mentoper la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> nullità del <strong>matrimoni</strong>o.44. Si tenga <strong>in</strong>oltre presente che, se la coppia <strong>in</strong>tende stabilirsi <strong>in</strong>un Paese islamico, è oggettivamente assai improbabile che, al <strong>di</strong> là dellasoggettiva buona volontà, la parte cattolica possa adempiere gli impegniassunti per ottenere la concessione della <strong>di</strong>spensa. In questo caso– cioè <strong>in</strong> presenza dell’<strong>in</strong>tenzione manifestata s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio <strong>di</strong> procederea tale <strong>tra</strong>sferimento – non è conveniente che l’Ord<strong>in</strong>ario concedala <strong>di</strong>spensa, anche <strong>di</strong> fronte all’eventualità che, per conformarsi alleleggi dello Stato islamico e sotto la pressione sociale, la coppia sia poi<strong>in</strong>dotta a celebrare il <strong>matrimoni</strong>o islamico. A tutela della moglie cattolicasi potrebbe tuttavia tollerare la celebrazione del <strong>matrimoni</strong>o civile<strong>in</strong> Italia, anche nei casi <strong>in</strong> cui esso non venga riconosciuto dallo Statodel coniuge e non possa tutelare adeguatamente la posizione della donna,essendo colà ammessa la poligamia. In tali Paesi i figli non po<strong>tra</strong>nnoche essere <strong>musulmani</strong> e, qualora la coppia vi si <strong>tra</strong>sferisse dopo avere<strong>tra</strong>scorso alcuni anni <strong>in</strong> Italia, essi, se battezzati, dovrebbero apostatarela fede cristiana.Si deve altresì ammonire la parte cattolica sulla gravità delle conseguenzederivanti dall’eventuale emissione della professione <strong>di</strong> fedeislamica, che configurerebbe una vera e propria apostasia.156


Appen<strong>di</strong>ce IILA SHAHÂDA(LA PROFESSIONE DI FEDE MUSULMANA)45. Le considerazioni contenute nell’Appen<strong>di</strong>ce I riguardano pr<strong>in</strong>cipalmenteil caso – statisticamente molto più frequente – <strong>di</strong> una donnacattolica che voglia sposare un uomo musulmano.Una serie <strong>di</strong> problematiche particolari sorge nel caso <strong>in</strong> cui sia unuomo cattolico a voler sposare una donna musulmana: tale unione <strong>in</strong>fattiè severamente vietata dalla legge coranica, <strong>in</strong> forza dell’impe<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> “<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> religione”, secondo il quale il maschio musulmanopuò sposare una «donna del Libro», cioè una donna ebrea o cristiana(Corano, 5, 5); mentre una musulmana non può sposare un «politeista»(Corano, 2, 221) o un «miscredente» (Corano, 60, 10), categorieall’<strong>in</strong>terno delle quali sono annoverati anche cristiani ed ebrei.Negli ord<strong>in</strong>amenti giuri<strong>di</strong>ci dei Paesi islamici spesso l’autorizzazionecivile alla celebrazione presuppone l’emissione della shahâda daparte del con<strong>tra</strong>ente non musulmano (qui, cattolico), ossia della professione<strong>di</strong> fede musulmana 6 .46. Il problema si pone normalmente, <strong>in</strong> Italia, quando si <strong>in</strong>tendacon<strong>tra</strong>rre <strong>matrimoni</strong>o canonico a cui conseguono anche gli effetti civili;<strong>in</strong> tal caso, può accadere che il consolato del Paese islamico non <strong>tra</strong>smettai documenti all’ufficiale dello stato civile se prima non risultiche il con<strong>tra</strong>ente cattolico ha emesso la shahâda.Non <strong>di</strong> rado, per aggirare l’ostacolo, il cattolico <strong>in</strong> questione pronunciao sottoscrive la shahâda, pensando <strong>di</strong> compiere una mera formalità.In realtà, egli pone un atto <strong>di</strong> apostasia dalla fede cattolica e manifestauna vera e propria adesione all’islâm. Il parroco deve illus<strong>tra</strong>real con<strong>tra</strong>ente cattolico il vero significato della shahâda, ammonendoloche non si <strong>tra</strong>tta <strong>di</strong> un mero adempimento burocratico, ma <strong>di</strong> un veroe proprio abbandono formale della fede cattolica 7 .6Shahâda significa <strong>in</strong> arabo “testimonianza” (professione <strong>di</strong> fede) e la sua formulazioneè la seguente: Lâ ilâha illâ Allâh wa Muhammad rasûl Allâh, e cioè: “Non c’è <strong>di</strong>v<strong>in</strong>itàall’<strong>in</strong>fuori <strong>di</strong> Dio e Maometto è l’<strong>in</strong>viato <strong>di</strong> Dio”. Con la preghiera, il <strong>di</strong>giuno nelmese <strong>di</strong> Ramadân, l’elemos<strong>in</strong>a e il pellegr<strong>in</strong>aggio alla Mecca è uno dei c<strong>in</strong>que pilastrifondamentali dell’islâm. Pronunciata <strong>in</strong> arabo e talora semplicemente sottoscrittadavanti a due testimoni, è sufficiente per provare la conversione all’islâm, assoggettandosiai <strong>di</strong>ritti e ai doveri della comunità islamica.7Tale professione <strong>di</strong> fede, se compiuta consapevolmente, costituisce un atto formale <strong>di</strong>abbandono della Chiesa cattolica (cfr can. 751), il quale, quando assume la sostanza<strong>di</strong> vero delitto, risulta sanzionato dal can. 1364 (scomunica latae sententiae). La sua157


47. Nel caso ipotizzato, si potrebbe valutare con l’Ord<strong>in</strong>ario l’eventualità<strong>di</strong> ricorrere alla previa celebrazione del <strong>matrimoni</strong>o nel rito civile,procedendo solo <strong>in</strong> un secondo momento alla celebrazione canonica,per superare il mancato rilascio dei documenti da parte del consolato.La normativa italiana, <strong>in</strong>fatti, consente <strong>di</strong> celebrare il <strong>matrimoni</strong>ocivile con una musulmana senza la dovuta documentazione e senzail “nulla osta” <strong>in</strong>ternazionale, <strong>in</strong> quanto la <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> <strong>tra</strong>ttamento previstadalla legislazione islamica con<strong>tra</strong>sta con la Costituzione italiana,secondo il pr<strong>in</strong>cipio della reciprocità 8 .Il <strong>matrimoni</strong>o civile così celebrato, però, sarà valido solo per l’ord<strong>in</strong>amentoitaliano e non nel Paese d’orig<strong>in</strong>e della donna musulmana;la coppia perciò, con ogni probabilità, dovrà affrontare problemi gravosi<strong>in</strong> rapporto sia alla famiglia, sia al Paese d’orig<strong>in</strong>e.emissione esime sia dalla forma canonica (cfr cann. 1108, 1117) sia dall’impe<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> <strong>di</strong>sparitas cultus (cfr can. 1086 § 1). Il cattolico, che ha emesso tale professionee si presenta al parroco chiedendo il <strong>matrimoni</strong>o canonico, è tenuto a ri<strong>tra</strong>ttare formalmentetale atto prima del <strong>matrimoni</strong>o; se la parte cattolica rifiuta <strong>di</strong> farlo, seppurammonita delle gravi conseguenze dell’apostasia, deve essere rimandata al <strong>matrimoni</strong>ocivile. In ogni caso, la questione deve essere rimessa alla prudente valutazionedell’Ord<strong>in</strong>ario del luogo.8L’art. 27 della legge n. 218/1995 sottopone la capacità <strong>matrimoni</strong>ale e le altre con<strong>di</strong>zioniper con<strong>tra</strong>rre <strong>matrimoni</strong>o alla legge nazionale <strong>di</strong> ciascun nubendo al momentodella celebrazione. Qualora l’impe<strong>di</strong>mento previsto dalla legge risultasse con<strong>tra</strong>stantecon l’ord<strong>in</strong>amento italiano, l’autorità italiana potrebbe legittimamente <strong>in</strong>vocare illimite dell’ord<strong>in</strong>e pubblico, come nel caso del <strong>di</strong>vieto per la donna musulmana <strong>di</strong> sposareun non musulmano. L’impe<strong>di</strong>mento si pone <strong>in</strong> evidente con<strong>tra</strong>sto con il pr<strong>in</strong>cipio<strong>di</strong> eguaglianza sancito, oltre che dalla Costituzione, da numerosi atti <strong>in</strong>ternazionali<strong>in</strong> tema <strong>di</strong> tutela dei <strong>di</strong>ritti dell’uomo, quali gli artt. 12 e 14 della Convenzione europeadei <strong>di</strong>ritti dell’uomo. L’ord<strong>in</strong>e pubblico può giustificare la mancata produzionedel nulla osta al <strong>matrimoni</strong>o richiesto agli s<strong>tra</strong>nieri dall’art. 116 del co<strong>di</strong>ce civile.158


Appen<strong>di</strong>ce IIIALCUNI ELEMENTI DI CONOSCENZADEL MATRIMONIO NELL’ISLÂMa) Il <strong>matrimoni</strong>o come con<strong>tra</strong>tto48. Il <strong>matrimoni</strong>o nell’islâm ha un significato e un valore religioso,<strong>in</strong> quanto voluto da Dio. Dal Corano risulta un’immag<strong>in</strong>e ricca del <strong>matrimoni</strong>o;<strong>in</strong> essa ritroviamo anche le due f<strong>in</strong>alità essenziali della <strong>tra</strong><strong>di</strong>zionecristiana, espresse nei valori della riproduzione della specie e dell’istituzione<strong>di</strong> una relazione <strong>di</strong> pace, rispetto, affetto e misericor<strong>di</strong>a fragli sposi. In modo più scarno, <strong>in</strong>vece, il <strong>di</strong>ritto islamico vede nel <strong>matrimoni</strong>oun con<strong>tra</strong>tto che rende leciti i rapporti sessuali fra gli sposi. Si<strong>tra</strong>tta <strong>di</strong> un con<strong>tra</strong>tto bilaterale privato, per la cui vali<strong>di</strong>tà non è necessariauna celebrazione pubblica.b) Una famiglia patriarcale, con doveri e ruoli prestabiliti49. La famiglia che nasce dal <strong>matrimoni</strong>o islamico è sottoposta all’autoritàdel marito e si basa su doveri e <strong>di</strong>ritti dei coniugi ben def<strong>in</strong>iti.L’ideale coranico della famiglia è patriarcale, per cui l’uomo è il pernodella vita familiare. L’impronta patriarcale resiste anche oggi, sebbene<strong>in</strong>terpellata e parzialmente mo<strong>di</strong>ficata dai moderni cambiamentisociali. La superiorità maschile si manifesta anche negli atti sociali, comenel rendere testimonianza o nella <strong>di</strong>visione dell’ere<strong>di</strong>tà.In base a questa prem<strong>in</strong>enza, il <strong>di</strong>ritto stabilisce i ruoli, i reciproci<strong>di</strong>ritti e i doveri dei membri della famiglia. Fra i coniugi vi sono anzituttodoveri reciproci, come la coabitazione, il rispetto, l’affetto, la salvaguar<strong>di</strong>adegli <strong>in</strong>teressi morali e materiali della famiglia, la reciprocavocazione successoria, la congiunzione agli sposi dei figli nati dal <strong>matrimoni</strong>o,la creazione <strong>di</strong> parentela per alleanza.50. I <strong>di</strong>ritti della sposa sono il mantenimento da parte del marito,l’uguaglianza <strong>di</strong> <strong>tra</strong>ttamento delle mogli nel <strong>matrimoni</strong>o poligamico, lapossibilità <strong>di</strong> visitare i parenti e riceverne la visita, l’amm<strong>in</strong>is<strong>tra</strong>zionedei propri beni senza il controllo del marito, la custo<strong>di</strong>a dei figli <strong>in</strong> teneraetà, ma sempre sotto il controllo paterno o del tutore legittimo. Latutela dei figli spetta al padre, che decide e controlla la loro educazione,<strong>in</strong> particolare che siano educati nell’islâm. In caso <strong>di</strong> scioglimentodel <strong>matrimoni</strong>o, la custo<strong>di</strong>a dei figli spetta alla madre. La custo<strong>di</strong>a delfiglio maschio cessa con la pubertà, mentre la custo<strong>di</strong>a della figlia duraf<strong>in</strong>o al <strong>matrimoni</strong>o <strong>di</strong> questa.159


51. I <strong>di</strong>ritti dello sposo sono la fedeltà e l’obbe<strong>di</strong>enza da parte dellamoglie, l’allattamento dei figli al seno da parte della moglie, la vigilanzasul buon andamento della casa, il rispetto dovuto dalla moglie ai parentidel marito. Solo il padre istituisce la filiazione legittima e il <strong>di</strong>rittolegittimo all’ere<strong>di</strong>tà.c) Lo scioglimento del <strong>matrimoni</strong>o: ripu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>vorzio52. Il ripu<strong>di</strong>o, previsto e regolato dal Corano, è un atto unilateraledel marito, che rompe il con<strong>tra</strong>tto <strong>matrimoni</strong>ale. Il <strong>di</strong>ritto islamicospiega che il <strong>matrimoni</strong>o, essendo un con<strong>tra</strong>tto bilaterale privato, puòessere sciolto privatamente. Lo scioglimento avviene per ripu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>vorzioo decesso <strong>di</strong> uno dei congiunti.Il marito ha il <strong>di</strong>ritto, unilaterale e assoluto, <strong>di</strong> pronunciare il ripu<strong>di</strong>o.La donna può decidere, <strong>in</strong> alcuni casi determ<strong>in</strong>ati, <strong>di</strong> chiedere algiu<strong>di</strong>ce il ripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>etro pagamento <strong>di</strong> un compenso al marito consenziente,quando i <strong>di</strong>ssapori della coppia siano <strong>in</strong>sanabili.53. In taluni casi il giu<strong>di</strong>ce stesso pronuncia la separazione def<strong>in</strong>itiva<strong>tra</strong> gli sposi. Quest’ultima forma <strong>di</strong> scioglimento, che ha una certaanalogia con il <strong>di</strong>vorzio giu<strong>di</strong>ziario, si applica <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ati casi, comel’assenza prolungata del marito dal tetto coniugale, la sua carcerazione,l’omissione prolungata del pagamento del mantenimento della moglie,il mal<strong>tra</strong>ttamento eccessivo.Alcuni Stati a maggioranza islamica (per esempio, la Tunisia e laTurchia) proibiscono il ripu<strong>di</strong>o, o lo sottopongono al controllo giu<strong>di</strong>ziario.d) La poligamia54. La poligamia è consentita dal Corano f<strong>in</strong>o a quattro mogli e atutte le concub<strong>in</strong>e desiderate. Si esige l’equità <strong>di</strong> <strong>tra</strong>ttamento delle moglida parte del marito.Nel <strong>di</strong>ritto e nella <strong>tra</strong><strong>di</strong>zione, f<strong>in</strong>o a oggi, la poligamia è lecita, sebbene,per motivi economici, sia <strong>in</strong> regresso.Normalmente l’equità <strong>di</strong> <strong>tra</strong>ttamento delle donne viene <strong>in</strong>tesa, daigiuristi islamici, <strong>in</strong> senso “quantitativo”. La Tunisia, <strong>in</strong>terpretando l’equità<strong>in</strong> senso “psicologico”, ha abolito la poligamia, mentre altri Statisottopongono al giu<strong>di</strong>ce la verifica delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sussistenza dellacapacità per il <strong>matrimoni</strong>o poligamico.e) Etica della sessualità e della vita fisica55. In generale manca una riflessione antropologica congrua sulsenso, il valore e il f<strong>in</strong>e della sessualità.160


La fornicazione e l’adulterio della donna sono peccati particolarmentegravi per l’islâm. La riflessione è <strong>in</strong>vece liberale riguardo alla regolazionedelle nascite, anche se la mentalità popolare <strong>in</strong>coraggia la fecon<strong>di</strong>tà.I giuristi ammettono la liceità <strong>di</strong> ogni tipo <strong>di</strong> con<strong>tra</strong>ccezione.Gli Stati, non <strong>di</strong> rado, favoriscono politiche <strong>di</strong> con<strong>tra</strong>ccezione <strong>in</strong><strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>ataper risolvere il problema demografico. Quanto alla sterilizzazione,maschile e femm<strong>in</strong>ile, essa è giu<strong>di</strong>cata illecita, <strong>in</strong> base al pr<strong>in</strong>cipio<strong>di</strong> <strong>in</strong>tegrità del corpo umano.56. L’aborto è condannato, a meno che non si renda necessario persalvare la vita della madre; viene comunque considerato una forma m<strong>in</strong>ore<strong>di</strong> <strong>in</strong>fantici<strong>di</strong>o. I giuristi, pertanto, vietano l’aborto dopo il quartomese o sempre, eccetto il caso <strong>di</strong> pericolo per la salute della madre. Èperò ammesso l’aborto del “feto malformato”.La fecondazione eterologa è vietata, mentre viene ammessa quellaomologa.f) I rapporti <strong>tra</strong> genitori e figli57. Il padre provvede al mantenimento e all’orientamento educativodei figli; la madre esercita la custo<strong>di</strong>a sui figli e li educa nella fanciullezza,<strong>in</strong> nome e nella religione del padre.58. Altri pr<strong>in</strong>cipi generali importanti nell’islâm sono la solidarietànella famiglia patriarcale, il rispetto dei beni dell’orfano e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la proibizionedell’adozione.I figli devono obbe<strong>di</strong>enza, riconoscenza e rispetto ai genitori e ricevonodal padre il consenso, o il d<strong>in</strong>iego, al loro progetto <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong><strong>matrimoni</strong>o.59. I ruoli familiari, maschile e femm<strong>in</strong>ile, ben del<strong>in</strong>eati e <strong>di</strong>st<strong>in</strong>ti,spiegano certi comportamenti oppositivi dei ragazzi e dei giovani immigrati<strong>musulmani</strong> verso figure femm<strong>in</strong>ili autorevoli. Il padre è responsabiledei rapporti sociali per tutto quanto concerne l’educazionedei figli, mentre nei Paesi europei quest’<strong>in</strong>combenza spesso spetta allamadre; le due culture, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, usano talora co<strong>di</strong>ci opposti, con il rischio<strong>di</strong> possibili fra<strong>in</strong>ten<strong>di</strong>menti.161


Scheda n. 1 (modulo XIII)Appen<strong>di</strong>ce IVMODULISTICADOMANDA DI DISPENSA DALL’IMPEDIMENTOPER MATRIMONIO TRA UNA PARTE CATTOLICAE UNA PARTE NON BATTEZZATA 1Eccellenza Reveren<strong>di</strong>ssima,il sottoscritto parroco espone il seguente caso <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong><strong>matrimoni</strong>o canonico:il/la signor/a _____________________________________________________,nato/a a _________________________ (________________), il____________chiede <strong>di</strong> con<strong>tra</strong>rre <strong>matrimoni</strong>o con _______________________________,nato/a a _________________________ (________________), il____________.La parte richiedente è cattolica, mentre l’al<strong>tra</strong> parte non è battezzatae appartiene alla religione __________________________. Si verificapertanto il caso previsto dal can. 1086 del co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto canonico, esussiste l’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sparità del culto.En<strong>tra</strong>mbi i con<strong>tra</strong>enti sono istruiti sui f<strong>in</strong>i e sulle proprietà essenzialidel <strong>matrimoni</strong>o. In particolare, la parte cattolica è stata esortata avalutare con attenzione le conseguenze derivanti dall’unione <strong>matrimoni</strong>alecon persona non battezzata. Poiché consta che nessuno dei f<strong>in</strong>i odelle proprietà essenziali del <strong>matrimoni</strong>o viene escluso dai con<strong>tra</strong>enti,esprimo parere favorevole aff<strong>in</strong>ché sia concessa la <strong>di</strong>spensa dal suddettoimpe<strong>di</strong>mento <strong>in</strong> forza dei seguenti motivi 2 :_________________________________________________________________________________________________________________________________.La parte cattolica, <strong>in</strong> mia presenza, ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> essere prontaad allontanare i pericoli <strong>di</strong> abbandonare la fede e ha promesso <strong>di</strong> faretutto quanto è <strong>in</strong> suo potere aff<strong>in</strong>ché i figli ricevano il battesimo e un’educazionecattolica. Ho <strong>in</strong>formato <strong>in</strong> proposito l’al<strong>tra</strong> parte, la quale si1Cfr can. 1086; CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Decreto generale sul <strong>matrimoni</strong>o canonico,artt. 48-49.2Per esempio: pericolo <strong>di</strong> <strong>matrimoni</strong>o civile, fermezza e perseveranza nel proposito <strong>di</strong>sposarsi, legittimazione della prole.162


è <strong>di</strong>chiarata consapevole degli impegni assunti dalla comparte. Inf<strong>in</strong>e,ho accertato lo stato libero dei nuben<strong>di</strong>.Alla domanda allego documentazione relativa ai suddetti adempimenti.In fede.Il parroco___________________Luogo e data _______________L. S.Allegati: 1. Dichiarazione sottoscritta dalla parte cattolica (mod. XI)2. Attestazione <strong>di</strong> avvenuta <strong>in</strong>formazione alla comparte (mod. XI)3. Stato libero dei con<strong>tra</strong>enti (cfr Decreto generale sul <strong>matrimoni</strong>o canonico, art. 49)163


Scheda n. 2 (modulo XI)DICHIARAZIONI PRESCRITTE NEI MATRIMONI MISTI 3DICHIARAZIONE DELLA PARTE CATTOLICANell’esprimere il consenso libero e irrevocabile che mi unirà <strong>in</strong> comunione<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> amore con ____________________________________,<strong>di</strong>chiaro <strong>di</strong> aderire pienamente alla fede cattolica e d’essere pronto/a adallontanare i pericoli <strong>di</strong> abbandonarla; mi impegno ad adempiere i mieidoveri verso il coniuge, nel rispetto del suo credo religioso. In ord<strong>in</strong>e allaprocreazione ed educazione dei figli prometto s<strong>in</strong>ceramente <strong>di</strong> farequanto è <strong>in</strong> mio potere perché tutti i figli siano battezzati ed educat<strong>in</strong>ella Chiesa cattolica.In fedeLuogo e data _________________________________________________(firma del con<strong>tra</strong>ente cattolico)ATTESTAZIONE DEL PARROCOIl sottoscritto parroco __________________________ <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> aver<strong>in</strong>formato il signor/la signora ______________________________________delle <strong>di</strong>chiarazioni e promesse sottoscritte dalla parte cattolica con cui<strong>in</strong>tende celebrare il <strong>matrimoni</strong>o cristiano. Attesto che l’<strong>in</strong>teressato/a èconsapevole degli impegni assunti dal futuro coniuge cattolico, comerisulta da sua <strong>di</strong>chiarazione verbale– resa <strong>in</strong> presenza <strong>di</strong> ___________________ e <strong>di</strong> ______________________;– (oppure) e dalla sottostante firma per presa visione.Data e luogo _________________________________________________(firma del con<strong>tra</strong>ente acattolico)__________________(firma del parroco)L.S.3Cfr cann. 1125-1126; CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Decreto generale sul <strong>matrimoni</strong>ocanonico, art. 48.164


Scheda n. 3DICHIARAZIONE DELLA PARTE MUSULMANA 4Nel giorno del mio <strong>matrimoni</strong>o, davanti a Dio, <strong>in</strong> piena libertà vogliocreare con ________________________________ una vera comunione<strong>di</strong> vita e d’amore.Con questo impegno reciproco <strong>in</strong>ten<strong>di</strong>amo – e io <strong>in</strong> prima persona<strong>in</strong>tendo – stabilire <strong>tra</strong> <strong>di</strong> noi un legame <strong>in</strong><strong>di</strong>ssolubile, che nel corso dellanos<strong>tra</strong> vita niente potrà <strong>di</strong>struggere.Io so che_____________________________________ si impegna <strong>in</strong> un<strong>matrimoni</strong>o monogamico e irrevocabile. Altrettanto io mi impegnougualmente alla fedeltà per tutta la nos<strong>tra</strong> vita. Io sarò per lei/lui un verosostegno e lei/lui sarà la mia unica sposa (il mio unico sposo).In fedeData e luogo _______________________________________________(firma dell’<strong>in</strong>teressato)__________________(firma del parroco)L.S.4La <strong>di</strong>chiarazione va <strong>di</strong>st<strong>in</strong>ta accuratamente da quella del modulo XI. Infatti, mentrequesta è obbligatoria e la sua formulazione è quella prescritta dal Decreto generale sul<strong>matrimoni</strong>o canonico, la presente <strong>in</strong>vece è funzionale solo alla certezza che il parrocodeve acquisire circa la sussistenza <strong>di</strong> tutti gli elementi per la celebrazione validadel <strong>matrimoni</strong>o e può dare altresì una certa tutela alla parte cattolica.165

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