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DIALOGO CON MONS. RUGGERO FRANCESCHINI E ... - go to site

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4.2 Incontri-Francesch-Padovese pp 405-412 17-04-2008 9:56 Pagina 412412I FRATI CAPPUCCINI IN TURCHIAmentre le richieste da parte del mondo culturale e del mondo scolasticosono innumerevoli.Per concludere, una domanda più personale ad entrambi. A Mons.Franceschini, attivo in questa terra come frate della Cus<strong>to</strong>dia e superiore,prima della consacrazione episcopale, chiedo quali priorità suggerirebbeal nostro Ordine per la sua presenza e azione tra la gente turca.Mons. Franceschini: Con molta semplicità, vorrei ripetere al nostroOrdine di investire di più nel numero e nella preparazione dei frati, nonsolo perché i pellegrini che ven<strong>go</strong>no in questa terra sono tanti, ma ancheperché comunità ben organizzate sarebbero luoghi di vera formazioneper coloro che le compon<strong>go</strong>no e per le piccole comunità cristiane che quisono presenti.Mi sen<strong>to</strong> di dire, e di concludere così: nonostante le difficoltà che concrudezza ho ricorda<strong>to</strong>, ques<strong>to</strong> è un luo<strong>go</strong> dove i giovani possono ritrovarela gioia dei veri valori francescani, nella semplicità di vita, nella povertà,nella preghiera, e anche nello spiri<strong>to</strong> di “perfetta letizia” nelle difficoltà.A Mons. Padovese, il cui rappor<strong>to</strong> con la Turchia è lega<strong>to</strong> pure ai Simposibiblici e patristici, chiedo quale importanza possono assumere incontridi tale genere anche per la presenza della Chiesa in questi luoghi.Mons. Padovese: Gli incontri sono iniziati nel 1989 e sono sempre continuati,avendo come centro le figure di Paolo, na<strong>to</strong> a Tarso e Giovanni,mor<strong>to</strong> ad Efeso. Senz’altro essi sono valsi a polarizzare l’attenzione deglistudiosi sulla realtà della Turchia antica. Nei miei anni d’insegnamen<strong>to</strong> aRoma ho nota<strong>to</strong> che noi conosciamo la s<strong>to</strong>ria, ed i personaggi che l’hannoanimata, ma non la geografia in cui fatti sono avvenuti e le personehanno vissu<strong>to</strong>. Il contat<strong>to</strong> con questi luoghi serve anzitut<strong>to</strong> a capire che ilcristianesimo nella s<strong>to</strong>ria s’intende meglio se inquadra<strong>to</strong> in un precisocontes<strong>to</strong> geografico.Accan<strong>to</strong> a ques<strong>to</strong> elemen<strong>to</strong> positivo, i simposi – oltre a produrre unalunghissima serie di studi su Paolo e Giovanni come sull’ambiente di Efeso,Tarso ed Antiochia – sono serviti ai cristiani locali per farli sentire eredidei primi discepoli di Gesù vissuti in questa terra prima di loro.

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