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Scarica l'edizione di luglio / agosto - Fondazione Biblioteca di via ...

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<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 57francesi nel 1796 (compaiono artistiquali Antonio Allegri detto “il Correggio”,i fratelli Agostino e AnnibaleCarracci, Giambattista Cima,Francesco Mazzola detto “il Parmigianino”,Girolamo Mazzola, GiuseppeRondani, Leonello Spada,Bernar<strong>di</strong>no Gatti, Giulio CesareAmidani); per dare testimonianzadelle «Arti Belle che fiorirono inParma» 6 e celebrare dunque la città;oltre che per fornire ai suoi concitta<strong>di</strong>niuna prova concreta <strong>di</strong> riconoscenzaper l’affetto sempre <strong>di</strong>mostratonei suoi confronti. 7 Nella Prefazione,infatti, Bodoni scrive che «iParmigiani vi scorgeranno al tempostesso autentiche prove <strong>di</strong> mia gratitu<strong>di</strong>ne,oggetto <strong>di</strong> utilità e <strong>di</strong> emulazionepe’ loro giovani artisti, e dolcirimembranze ed argomenti <strong>di</strong> patriagloria pe’ loro più tar<strong>di</strong> nepoti». 8Come detto sopra, Bodoni atteseall’opera già entro la fine delXVIII secolo, commissionando alpittore portoghese Francesco Vieira(1765 – 1805) l’esecuzione dei <strong>di</strong>segnia matita, a partire dai quali il bologneseFrancesco Rosaspina (1762– 1841; rinomato artista che figura innumerose e<strong>di</strong>zioni bodoniane) realizzòle incisioni a bulino; iniziata l’infolio nell’estate del 1808 e le e<strong>di</strong>zioniin quarto nel 1809, nessuna <strong>di</strong> esse fuultimata da Bodoni (videro la luce,finalmente, solo nel 1816) 9 dal momentoche le vicende politiche e lerazzie perpetrate dai soldati napoleonicicostrinsero lo stampatore ainterrompere il suo progetto e<strong>di</strong>toriale.10 Scrive, tra l’altro, nella Prefazione:«Fu da prima mio <strong>di</strong>visamentol’offerire agli Amatori delle Arti belleuna Raccolta <strong>di</strong> sessanta stampe, eper compire questo numero io avevaFrontespizio calcografico che introduce alla sezione delle tavole de Le piùinsigni pitture parmensi in<strong>di</strong>cate agli amatori delle belle artiscelto il <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no Gatti,conosciuto col nome <strong>di</strong> quadro <strong>di</strong> S.Agata […]. Stava già per <strong>di</strong>segnarlo ilgiovane artista Vieira nel mese d’apriledell’anno 1796, allorchè ci pervennela notizia improvvisa ch’eranoprecipitosamente calati in Italia iFrancesi. Colpito da tale avvenimentoegli non aspettò nè pure d’avernefatto lo schizzo, che s’incamminòverso Roma. Poscia le moltipliciincumbenze già assunte dal Sig.Rosaspina […], e i miei successivi tipograficiintrapren<strong>di</strong>menti, furonoin colpa dello avere allora intieramenteabbandonato il mio progetto».11 L’occasione adatta alla pubblicazione<strong>di</strong> quest’opera giunse nel1816: il Congresso <strong>di</strong> Vienna, restaurandoil Ducato <strong>di</strong> Parma, Piacenzae Guastalla, ne affidò il dominioa Maria Luisa d’Asburgo-Lorena,figlia dell’imperatore FrancescoI d’Austria, la quale decise <strong>di</strong> visitarequeste terre. La vedova Bodoni si risolse,dunque, a concludere l’impresadel defunto marito, componendo

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